Addio 2018, considerazioni semi serie sulla fine di un anno

Probabilmente tutti ci siamo accorti, in un modo o in un altro, che qualcosa sta profondamente cambiando. 

Probabilmente tutti abbiamo percepito un’intensità crescente, a volte parecchio scomoda e spesso decisamente spaesante.

Si, anche quelli che quando lo dici ti guardano come se fossi un marziano. Anche loro lo stanno percependo. Saperlo o non saperlo non cambia moltissimo.

C’è un mondo vecchio che sta morendo: i vecchi parametri della politica, della cultura, dei valori e delle strutture di riferimento (famigli, partiti, associazionismo di vario genere) sono ormai come dinosauri che camminano stupiti in una metropoli millenni dopo la loro estinzione. Non perché non avessero valore di per se, quelle cose. Al contrario. Semplicemente perché fanno l’effetto di un abito da damigella in una discoteca house. 

Il vecchio mondo non c’è più, anche se il suo riflesso a volte è così forte che sembra di poterci ancora riferire ad esso. Ma è come allucinare la figura di qualcuno che è morto, anziché vedere che non è più in quella forma, in quel corpo.. 

A volte mi chiedo quanto ci vorrà per fare quel salto di coscienza che ci permetterà di ragionare fuori dai vecchi schemi, anziché rincorrerli; a volte – guardandoci – mi sembra di vedere tanti adulti che cercano di farsi calzare ancora addosso la tutina dei sei mesi disperandosi nel vedere che non entra neanche più in un braccio o, a volte, andando in giro nudi senza accorgersi che quella tutina non li copre più. 

Altre volte invece mi sembra di intravedere un’umanità gravida di cose nuove, in dolce attesa di un futuro più ampio, meno rigido, più creativo e più libero di qualsiasi passato vogliamo rendere la nostra nostalgica Itaca. 

Come sarebbe accorgerci che tutto quello che stiamo lasciando sono le nostre vecchie limitazioni e abbracciare finalmente il nuovo con nuova presenza, gioia e con una rinnovata capacità di giocare e di essere spensierati, accorgendoci finalmente che giocare è la forma più seria di creazione che abbiamo a disposizione?

Brindo in questa fine anno ad un presente e un futuro in cui poter sperimentare assenza di giudizio ed esuberanza della creazione. 

Un mondo in cui si sventolino meno bandiere e più armonia. 

Un mondo, in poche parole, più sveglio e allegro. 

Buon 2019 a tutti!

Valeria De Luca