Fincantieri: via libera all’accordo Italia – Francia

Accordo raggiunto tra Italia e Francia sul dossier Stx-Fincantieri. Fincantieri ottiene ufficialmente il 50% dei cantieri navali di Saint-Nazaire a cui bisogna aggiungere quell’1% “prestato” dallo Stato francese con “diritto di ritorno”, vale a dire che per i prossimi “12 anni” la Francia potrà riprendersi i cantieri Stx se Fincantieri non rispetterà i suoi impegni

Soddisfazione del governo italiano. L’accordo per Fincantieri-Stx, rilevano fonti del Mise e del Mef, “è migliorativo rispetto a quello precedente sotto tutti i punti di vista”.  “Avrà la disponibilità diretta del 51%, cosa non concessa nel precedente accordo che prevedeva 48% a Fincantieri e 4% ad un’istituzione finanziaria italiana – sottolineano le stesse fonti -. La società italiana avrà inoltre presidente, amministratore delegato e maggioranza in consiglio attraverso il casting vote”. “Sbloccata la vicenda Stx – affermano ancora le stesse fonti – si potrà procedere a studiare la costruzione di un campione mondiale nel settore navale, civile e militare, attraverso una partnership paritetica tra Italia e Francia”.

La notizia sull’accordo sembra non piacere alla Borsa: il titolo segna un calo del 2% a 1,06 euro dopo le prime indiscrezioni provenienti da fonti del Governo di Parigi. Da segnalare peraltro che, alle attuali quotazioni, da inizio anno Fincantieri è in rialzo del 132,8%. Prima dell’ufficializzazione dell’intesa il titolo aveva già ridotto i rialzi della mattinata, portandosi sulla parità.

 




Fincantieri – Stx: nessuna intesa sui cantieri

 

Redazione

 

Niente intesa tra Roma e Parigi su Stx. Al termine di un vertice lampo con Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, il ministro francese ha confermato la divergenza di opinioni, esprimendo la convinzione che vada rafforzata la cooperazione tra Italia e Francia, "Siamo due grandi popoli – ha sottolineato -, siamo come fratelli. Abbiamo una difficoltà, ma troveremo una soluzione adeguata".

La posizione dell'Italia resta ferma: "Non è possibile accettare" una ripartizione 50 e 50, ha affermato Padoan, "come abbiamo detto fino ad adesso. Nel colloquio con il ministro Le Maire abbiamo innanzitutto constatato che fra Italia e Francia permangono ancora differenze non sanate. E' intanto stabilito che ci sarà tempo da qui al 27 settembre, quando si svolgerà il vertice Italia-Francia con Gentiloni e Macron, "per valutare se è possibile colmare queste differenze. Abbiamo anche ribadito l'interesse comune di Italia e Francia per lavorare assieme alla costruzione di un grande gruppo cantieristico sia civile che militare, che potrebbe sicuramente avere la leadership globale".

"Per creare un grande gruppo occorre fiducia reciproca e la premessa è raggiungere una conclusione che rispetti gli accordi su Stx"., ha rilevato Calenda, aggiungendo: ''Per ora le posizioni sono ancora distanti".




INCHIESTA FINMECCANICA. SCAJOLA: "DI QUESTA STORIA NON SO NULLA, SONO SERENO!"

Redazione

Italia – ''Di questa storia non so nulla. Ma nonostante tutto credo ancora nella giustizia. Mi metto a disposizione della magistratura. Subito''. Cosi' Claudio Scajola, ex ministro allo Sviluppo Economico, indagato nell'ambito dell'inchiesta Finmeccanica per corruzione internazionale per un presunto ruolo di mediazione nell'affare delle forniture dell'industria italiana in Brasile, intervistato dal quotidiano ''La Repubblica''. Mai sponsorizzato Fincantieri? ''L'ho fatto con tutte le nostre imprese – spiega -, grande, medie, piccole. E' stato il mio lavoro per due mandati, ne sono orgoglioso. L'export e' quello che tiene in piedi la nostra industria. Dobbiamo tutelare e promuovere le nostre eccellenze, soprattutto all'estero. Il Brasile e' un paese in crescita, la concorrenza di Usa e Germania era fortissima''.

Sull'ipotesi che siano girate tangenti, Scajola afferma di non poter sapere ''quali siano le strategie delle aziende".

Per quanto mi riguarda, tutto si e' svolto regolarmente. Ho spinto perche' vincesse un'azienda italiana, alla luce del sole. E poi, se davvero ci fossero state delle trattative anomale, crede che lo avrebbero fatto sapere ai ministri coinvolti?''.

La gente, dice ancora, ''scherza quando dico 'a mia insaputa'. Ma io dimostrero' che ho ragione. Anche in questo caso. In passato ho dato le dimissioni da ministro senza essere ancora indagato. Era un segno di rispetto per le istituzioni, e' stato interpretato come un'ammissione di colpevolezza. Che tristezza''. Infine, una parola sul Pdl: ''C'e' chi utilizza il 'fuoco amico''' e in casa nostra ''si getta del fango per minacciare: 'Levati, che in quel posto mi ci metto io''. Insomma, ''quella del Pdl e' una faida che fa male. Non ne posso piu'. Da due anni lavoro a un partito progressista e riformista. E ora anche un libro: lo intitolero' 'A mia insaputa'''. (Fonte: Asca)