ITALICUM, RENZI INCASSA LA TERZA FIDUCIA

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E anche questa è passata, il Governo resta in piedi. Via libera della Camera alla terza fiducia posta dal governo sull'Italicum. I sì sono stati 342, i no 15, un astenuto. Assenti le opposizioni. Le opposizioni puntano a portare la battaglia contro l'Italicum fuori dall'aula parlamentare. E così M5s, in primis, ma anche Sel e Forza Italia chiamano in causa la possibilità di ricorrere al referendum abrogativo. "La battaglia contro l'Italicum continuerà anche dopo la sua approvazione", annuncia il grillino Danilo Toninelli: "Stiamo pensando a un referendum abrogativo totale dell'Italicum. Ovviamente non vogliamo farlo da soli e potrebbe interessare tutte le forze politiche e della società civile che contestano questo tentativo di accentramento del potere di Renzi".
Tempo poche ore e il fronte si allarga anche a Sel e Forza Italia. "La prima tappa è lunedì quando proveremo a far saltare la legge secondo un percorso trasparente dentro questa aula – spiega Arturo Scotto, capogruppo Sel alla Camera – Qualora, come pare, la legge dovesse passare dopo questa prova di forza così inedita e significativa dovranno essere messe in campo tutte le iniziative possibili per limitare l'impatto della legge, per via parlamentare o coinvolgendo cittadini".
E a percorrere la strada del referendum si dice pronta anche Forza Italia. "Fi vuole riformare e non calpestare le istituzioni. Per questo forse l'unica strada da percorrere è rivolgersi al corpo elettorale – dice Mara Carfagna durante le dichiarazioni di voto sulla terza fiducia all'Italicum – Rivolgo un appello a chi non condivide questa legge: sediamoci e immaginiamo di promuovere un referendum, diamo la parola ai cittadini e chiediamogli cosa pensano dell'Italicum e se lo vogliono abrogare. Noi non temiamo le idee degli italiani". Il voto finale sarà lunedì in serata.

 

 

 




ITALICUM, VOTO DI FIDUCIA: RENZI SFIDA IL PARLAMENTO. BAGARRE IN AULA

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Sono ore decisive. Il Governo potrebbe cadere. Matteo Renzi sfida il Parlamento e dopo che il governo ha chiesto la fiducia sull'Italicum scrive su twitter: "La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finchè sto qui, provo a cambiare l'Italia". La richiesta di fiducia arriva dopo che la riforma ha superato indenne il primo scoglio del voto a scrutunio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. "Ci prendiamo le nostre responsabilità", twitta Renzi. Ma l'opposizione è sulle barricate e protesta in Aula. Dai banchi M5S scoppiano le urla "Fascisti!". Maurizio Bianconi di Fi urla "Vergogna!" ed è richiamato all'ordine dalla presidente Boldrini che fatica non poco a mantenere l'ordine.

La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia. #lavoltabuona

— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Aprile 2015
La tensione in Aula è alle stelle. "Non consentiremo – attacca Renato Brunetta – il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani". Lancio di crisantemi gialli da parte dei deputati di Sel in Aula alla Camera. "E' il funerale della democrazia", ha detto il capogruppo Arturo Scotto dopo la richiesta della fiducia.

Bersani, è in gioco democrazia – "Non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia. Qui il governo non c'entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità".




ITALICUM, SERRACCHIANI: "FAREMO DI TUTTO PER EVITARE LA FIDUCIA"

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Il Governo traballa. La nuova legge elettorale è scelta politica e non di coscienza, e il governo sta facendo di tutto per evitare di arrivare alla fiducia. Il vicesegretario del Pd Serracchiani chiama alla responsabilità chi dice no all' Italicum e aggiunge che se cadesse il governo ora la gente non capirebbe. Dalla minoranza dem risponde Fassina, il quale ritiene che il progetto di Renzi sia piuttosto andare a votare una volta approvato l'Italicum. Lo accusa di volere con il suo aut aut marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco e poi assicura di non volere voti segreti, perché convinto di una battaglia a viso aperto.

Il governo "onestamente sta facendo di tutto e di più per evitare di arrivare alla fiducia". Lo dice – in un'intervista ad Avvenire – il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, aggiungendo di augurarsi "che chi fa parte della storia di questo Paese e di questo partito comprenda che è responsabilità di tutti evitare di fallire questo momento storico, in cui ci si chiede di andare avanti con le riforme". A chi ribatte che si tratta di una questione di coscienza, Serracchiani replica che "la legge elettorale è la più politica delle esperienze politiche e quindi non capisco perché su questa legge dovrebbe esserci una questione di coscienza". "Mi auguro – aggiunge – che nel Pd ci sia alla fine il senso di responsabilità, come accaduto sempre in passato nei momenti difficili". A suo avviso, "se cadesse il governo ora la gente non capirebbe. Tanto meno sulla legge elettorale", "spiegare alle persone che può rischiare di cadere il governo perché i capilista sono 100 invece di 80 mi sembra un po' difficile".

Se cade l'Italicum si va a votare? "No, ritengo molto più probabile lo scenario opposto. Se passa l'Italicum si va a votare". Lo dice – al Corriere della Sera – l'esponente della minoranza dem Stefano Fassina, intervistato anche da Avvenire. Al Corsera, Fassina assicura: "noi non chiediamo voti segreti, facciamo una battaglia a viso aperto". A suo avviso l'aut aut di Renzi evidenzia la "volontà di marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco" e "se è vero che il presidente del Consiglio vuole mettere la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità – aggiunge -, siamo alla conferma della volontà pericolosa di dimostrare decisionismo. Sarebbe ancora più grave" perché "porterebbe alla marginalizzazione del Parlamento, che non è solo l'obiettivo dell'Italicum e della revisione del Senato, ma è anche pratica corrente con questo governo". Ad Avvenire, sempre sul tema del voto anticipato, Fassina afferma che Renzi "ha già deciso di andare alle urne in primavera. E non vi fate confondere dalla clausola che fissa l'entrata in vigore dell'Italicum al primo settembre 2016. Uno che ha una simile disinvoltura istituzionale non si farà certo problemi a varare un decreto per annullare la clausola…". Andrete con Landini? Fassina risponde di "no", ma che "la frattura che c'è merita la massima attenzione. Alcuni di noi andranno fino in fondo".