Vaiolo delle scimmie, l’OMS lancia l’allarme: presto altri casi in Europa

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che presto potrebbero essere confermati in Europa altri casi di mpox Clade 1 (il vaiolo delle scimmie) importati, dopo che giovedì la Svezia ha annunciato il primo caso di questo tipo al di fuori dell’Africa.

“La conferma dell’mpox Clade 1 in Svezia è un chiaro riflesso dell’interconnessione del nostro mondo… è probabile che nei prossimi giorni e settimane si verifichino altri casi importati di Clade 1 nella regione europea”, ha dichiarato l’ufficio regionale europeo dell’OMS in un comunicato.

La carenza dei vaccini

La società farmaceutica danese Bavarian Nordic, produttrice di un vaccino contro il virus mpox (il vaiolo delle scimmie), ha annunciato di aver presentato all’Agenzia europea per i medicinali la richiesta di estendere l’uso del suo siero agli adolescenti tra i 12 e i 17 anni.

“I risultati provvisori dello studio clinico mostrano la non inferiorità delle risposte immunitarie alla vaccinazione contro il virus mpox e il vaiolo negli adolescenti e un profilo di sicurezza simile a quello degli adulti”, ha scritto Bavarian Nordic in un comunicato stampa.

Negli Stati Uniti, durante la precedente epidemia di vaiolo nel 2022, la Food and Drug Administration (FDA) ha concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza del vaccino per gli adolescenti. L’attuale recrudescenza della malattia in Africa è dovuta principalmente a un nuovo ceppo, il clade 1b, più trasmissibile e più pericoloso dei ceppi precedenti.

L’epidemia circola in parte attraverso i rapporti sessuali, ma il virus si trasmette anche attraverso contatti non sessuali, minacciando anche i bambini, nei quali la malattia sembra essere più pericolosa. Ieri, Bavarian Nordic ha dichiarato di essere pronta a produrre fino a 10 milioni di dosi di vaccino entro il 2025. Attualmente il laboratorio ha circa 500.000 dosi in magazzino.

Nel frattempo, è stato scoperto il primo caso 1 in Svezia, una novità assoluta al di fuori dell’Africa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha poi avvertito che altri casi importati di mpox potrebbero presto essere individuati in Europa. Il giorno prima, l’OMS aveva attivato il massimo livello di allerta internazionale in risposta alla recrudescenza dei casi di Mpox nel continente africano. Oggi anche il Pakistan ha segnalato il suo primo caso.

Il ministero della Salute, in Italia situazione sotto controllo

“La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise”. È quanto dichiara Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute.

“Il ministero della Salute – aggiunge – ha attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualita’ di variazione dello scenario attuale; contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale. La scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera”.

“Inoltre – conclude Campitiello – è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale di concerto con il ministero degli Esteri, dell’Economia e delle finanze, degli Interni e dei Trasporti per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato”.

Cos’è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie o Mpox umano è stato identificato per la prima volta negli esseri umani nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo, in un bambino di 9 anni in una regione in cui il vaiolo era stato eliminato nel 1968. Da allora, la maggior parte dei casi è stata segnalata dalle regioni rurali della foresta pluviale del bacino del Congo; in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, sono stati segnalati casi umani sempre più numerosi in tutta l’Africa centrale e occidentale.

Dal 1970 sono stati segnalati casi umani di Mpox in 11 paesi africani: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan.

I sintomi

  • I sintomi di Mpox comprendono di solito: febbre, sonnolenza, mal di testa, dolori muscolari.
  • I segni più frequenti sono: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee.
  • L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, piene di liquido limpido o giallastro, possono formare croste, seccarsi e cadere. Predominano le lesioni ano-genitali, seguono tronco, braccia e gambe, viso e palmi delle mani e dei piedi. L’eruzione cutanea può anche essere riscontrata sulla bocca, sulla zona perigenitale e sugli occhi.
  • I sintomi in genere durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento.
  • Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico. L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi.
  • Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie) in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati).
  • Mpox può essere trasmesso anche con contatto diretto tra le lesioni durante le attività sessuali.
  • Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminati dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone.
  • Al fine di proteggere se stessi e gli altri, il Ministero della Salute nella Circolare 2 agosto 2022 prevede che i casi confermati e sospetti di Mpox si mettano in autoisolamento.
  • Chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico.



LA CDC STATUNITENSE CONFERMA IL RITROVAMENTO DI FIALE DI VAIOLO IN UN LABORATORIO DELLA FDA NON AUTORIZZATO

Partita l’inchiesta da parte della DSAT, in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation. Si sta attivamente indagando su questa incredibile storia per poter stabilire come queste fiale contenenti virus di vaiolo siano stati originariamente preparati e successivamente conservati in questo laboratorio della FDA di Bethesda (Maryland)

di Cinzia Marchergiani

Bethesda Maryland (USA) – E accaduto da poco. Il 1 ° luglio 2014, il National Institutes of Health (NIH) ha notificato all'agenzia di regolamentazione del caso, la Divisione di Selezionare gli Agenti e Tossine (DSAT), che al Centro per il Controllo e Prevenzione delle malattia, la CDC, dei dipendenti hanno scoperto flaconi etichettati come "vaiolo," in una porzione non utilizzata di un ripostiglio del laboratorio situato nel campus della NIH della Food and Drug Administration (FDA) a Bethesda, Maryland (USA).
La nota della CDC spiega che il laboratorio dove sono stati scoperti questi campioni, era tra quelli trasferiti da NIH alla FDA nel 1972, insieme con il responsabile per la regolamentazione dei prodotti biologici. La FDA ha operato in questi laboratori all'interno di campus NIH da quel momento. Gli scienziati hanno scoperto le fiale durante la preparazione per il movimento del laboratorio al campus principale della FDA. Nel comunicato  non viene riportato in che condizioni erano conservate, le fiale che riportano la data dal 1950, ma l’agenzia riporta che non vi è alcuna evidenza che i flaconi etichettati vaiolo è stato violato, e lo stesso personale di sicurezza biologica del posto non hanno individuato alcun rischio di esposizione infettiva per i lavoratori del laboratorio o del pubblico.
Solo il 7 luglio successivo, i flaconi sono stati trasportati in modo sicuro con l'assistenza delle forze dell'ordine federali e locali presso l’impianto ad alto contenimento del CDC di Atlanta. Il test PCR svolto da CDC nel BSL-4 lab ha confermato la presenza del DNA del virus del vaiolo. Ulteriori analisi dei campioni di vaiolo è in corso per determinare se il materiale in fiale è praticabile (cioè può crescere in coltura) e potrebbe richiedere anche due settimane. Si comunica che dopo il completamento di questo test, i campioni saranno distrutti.
Il ritrovamento è alquanto insolito poiché L'OMS sovrintende al controllo di due strutture deposito ufficiali designate per il vaiolo, la CDC di Atlanta, Georgia e il Centro Ricerche di Stato di Virologia e Biotecnologie (VECTOR) a Novosibirsk, in Russia, dove tramite accordi internazionali sono autorizzate a condurre esami periodici per certificare i suddetti depositi per la sicurezza. La stessa CDC ha notificato all'OMS la scoperta delle fiale ed è stato invitato a partecipare all'inchiesta. L’agenzia CDC riporta che qualora il vaiolo vitale fosse presente, saranno invitati ad assistere alla distruzione di questi materiali vaiolo, come è avvenuto in precedenza per altri casi in cui sono stati trovati campioni al di fuori dei due depositi ufficiali di vaiolo.
L’inchiesta sul ritrovamento dei campioni pericolosi comunque è partita, la DSAT (Divisione di Selezionare gli Agenti e Tossine) in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation, sta attivamente indagando sulla misteriosa storia, per stabilire come siano stati originariamente preparati e successivamente conservati in questo laboratorio della FDA di Bethesda (Maryland).