Ferrovia Roma-Viterbo a rischio chiusura. I Pendolari: “Siamo ai titoli di coda”

Da un lato le soppressioni e i ritardi giornalieri, dall’altra la minaccia
dell’ANSF di sospendere il servizio
ferroviario. In mezzo il destino della ferrovia regionale Roma-Viterbo e, di conseguenza, quello dell’utenza. “Siamo ai
titoli di coda”, tuonano il Comitato
Pendolari RomaNord
e l’associazione TrasportiAmo
in un comunicato congiunto, “il 31 ottobre, mentre si riuniva l’Osservatorio di Vigilanza, composto da Regione Lazio, Atac e i Sindaci dei Comuni, per analizzare le problematiche
riferite alla ferrovia, plurisegnalate dal Comitato e dall’Associazione,
l’Agenzia già cavala la mannaia da almeno
15 giorni
”.  

È bastata una rapida occhiata al verbale della seduta, pubblicato in primis dal Comune di Morlupo, per innescare la reazione
perentoria. Specie quando dice, al primo punto, che “l’attuazione della
proposta di nuovi orari è rimandata a seguito delle comunicazioni di ANSF”. Insomma,
ci vorrà ancora del tempo prima di vedere le modifiche o integrazioni al
contestatissimo orario entrato in vigore il 16 settembre, nonostante sia Regione che Atac abbiamo ricevuto a
fine agosto la proposta d’orario alternativa – e fattibile – avanzata Comitato
e dell’Associazione stessi, “costruita seguendo le Direttive dell’Agenzia e
volto a efficentare il servizio e alleggerire l’uso delle navette bus”.

Comunque sia, è stato il deputato Mauro
Rotelli
a svelare la comunicazione cui fa riferimento l’Azienda capitolina,
tutt’altro che conciliante, nel corso della conferenza stampa svoltasi il 28
ottobre scorso davanti alla stazione di Viterbo.
Insieme all’assessore ai lavori pubblici Laura
Allegrini
, all’assessore alla cultura Marco
De Carolis
e ai consiglieri comunali di maggioranza (FdI) Minchella, Grancini, Buzzi e Scardozzi:“Qualora per tale tratta non vengano comunicati, entro i tempi
indicati, gli elementi richiesti, con la presente nota questa agenzia non avrà
elementi per poter ritenere presenti, sulla tratta medesima, le condizioni per
l’effettuazione in sicurezza di servizi di trasporto ferroviario. E, pertanto,
tali servizi non potranno essere
proseguiti
. Presenseremo un’interrogazione”, ha poi aggiunto l’esponente
politico, “nella quale chiederemo anche di valutare il commissariamento della ferrovia
da parte del governo e il suo passaggio a RFI”.

Un punto che preoccupa, e non da poco, Comitato e Associazione. Infatti,
cosa avrà rilevato l’Agenzia per minacciare addirittura la chisura? Di certo
qualcosa afferente la sicurezza della circolazione ferroviaria, saranno forse
le disposizioni assunte da Atac a luglio e settembre? Si vedrà. “Stiamo quindi rischiando, da un giorno
all’altro, di non veder partire più treni dalle stazioni e così diciamo addio
ai raddoppi, alle innovazioni, ai nuovi treni, ai sogni di gloria tanto
sbandierati dalla Regione Lazio nei suoi recenti incontri?”, rimarca il
comunicato. “E che ne sarà del destino dei Pendolari? Tutti con l’automobile
sulla Flaminia, Cassia e Tiberina per muoversi? Oppure tutti in autobus…Bella
prospettiva di mobilità sostenibile, nel 2019!” E ancora: “Se
dovesse accadere l’irreparabile sappiamo che il primo responsabile è l’ente
proprietario, quindi la Regione Lazio, poi viene Atac nella sua manifesta incapacità di gestire una ferrovia”.

Da qui l’invito ai Sindaci ad “abbandonare
un inutile Osservatorio, fatto ad arte (a questo punto) per tenerli buoni, e a manifestare
a fianco dei propri concittadini e pendolari perché la Ferrovia ROMANORD è patrimonio di tutti”, dando l’appuntamento
all’evento del 7 novembre ore 18 presso
il Teatro Le Sedie a Labaro. Che più
di un incontro rappresenta “un punto di partenza per farci sentire, tutti,
seriamente. La ferrovia RomaNord è patrimonio di tutti. E senza di essa si
distruggerà in pochi anni il tessuto sociale e produttivo costruito con tanto
tempo e fatica, proprio grazie alla ferrovia”.

Ma non è finita. In quella stessa lettera, l’ANSF avrebbe messo in discussione anche i provvedimenti presi sulla Roma-Lido, e questo apre un altro capitolo. Ugualmente importante. C’è inoltre da chiarire quanto riportato dal Fatto Quotidiano nell’inchiesta pubblicata ieri, 1 novembre, che riguarda il Direttore di Esercizio metroferroviario Atac, garante della sicurezza degli esercizi ai sensi del DPR 753/80. “Quando è stato nominato nel 2010”, rileva il giornalista Luca Teolato, “non aveva i requisiti per tale incarico. A sottolinearlo è l’Ustif, l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che nel 2010, quando è stata proposta la sua nomina ha scritto, analizzando la documentazione del candidato, che il requisito della sua esperienza specifica maturata per almeno 5 anni ‘non soddisfa quanto prescritto dall’articolo 1 del Decreto Ministeriale del 15/03/1993’, riferendosi al decreto del ministro dei Trasporti su ‘Disposizioni riguardanti l’idoneità tecnico-professionale, fisica e morale dei direttori di esercizio dei servizi di pubblico trasporto terrestre e dei loro sostituti’. Il documento che rilascia il nulla osta alla sua nomina, per chi non ha potuto leggere il parere dell’Ustif, sembrerebbe redatto a regola d’arte. Questo perché il direttore generale del ministero, nelle premesse, scrive testualmente ‘visto il parere dell’Ustif’, omettendo però di specificare che il giudizio è negativo e terminando le ultime righe dell’atto con il rilascio del nulla osta ai fini della sicurezza”’.




Roma-Viterbo, reso noto il nuovo orario extraurbano: ancora molti gli interrogativi

Finalmente è stato reso noto l’orario extraurbano feriale e festivo della ferrovia Roma-Viterbo, anche se con qualche giorno di ritardo, stando alle indiscrezioni trapelate all’indomani della riunione di mercoledì scorso, tra l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri e i Comuni delle aree interessate, alla presenza di Atac SpA.

Orario che, salvo ripensamenti, entrerà in vigore il 16 settembre prossimo, e non prima, si badi bene, come invece proposto – a ragione – dal Comitato Pendolari “per abituare l’utenza e capire se necessita di modifiche”.

Nessuna novità rispetto alle anticipazioni de L’Osservatore d’Italia: piccola consolazione: confermati 6 treni Catalano-Flaminio (fascia mattina); 3 treni Montebello-Catalano e 3 Catalano-Montebello (fascia centrale); 1 treno Flaminio-S.Oreste e 1 S.Oreste-Flaminio (fascia pomeriggio); 6 treni Flaminio-Catalano (fascia serale); 1 treno Flaminio-S.Oreste e 1 S.Oreste-Flaminio (fascia serale). Nella tratta alta, Catalano-Viterbo, sono previsti 16 treni, distribuiti per l’intera giornale: 8 Catalano-Viterbo, con prima partenza alle ore 6:30 e la seconda alle 8:20, e altrettanti Viterbo-Catalano. Per un totale di 38 treni extraurbani giornalieri nei giorni feriali, 18 in meno dell’orario ferroviario valido fino al 30 giugno.

Le corse mancanti saranno effettuate con bus

7 Montebello-Catalano; 1 S.Oreste-Catalano; 2 Montebello-S.Oreste. Nella direzione opposta sono contemplati 7 Catalano-Montebello e 2 Sant’Oreste-Catalano. Per un totale di 19 bus sostitutivi, gestiti direttamente dalla Società Capitolina. E dove saranno reperite le vetture, data la conclamata penuria? Questo bisognerà chiederlo ai manager di via Prenestina.

Però qualcosa sembra non tornare

Nella tratta Catalano-Viterbo, quella più penalizzata, le corse mattutine, una alle ore 6:08 l’altra alle 7:40 – quest’ultima sostituita con bus -, sono cancellate e concentrate nell’unica corsa prevista, quella in programma alle ore 6.30. Sarà sufficiente per gli studenti e lavoratori? La domanda sorge spontanea: ma se nell’orario ridotto la corsa delle 7.40 era stata ritenuta una necessità, come mai in quello nuovo viene depennata? Delle due l’una, o hanno sbagliato prima, oppure c’è un errore di valutazione adesso. O no? Inoltre, spariscono le corse sostitutive bus. E come mai?

Gli altri interrogativi

C’è da capire per esempio, come sia stato possibile ripristinare gli incroci, perché sono stati ripristinati uno a Vignanello e l’altro a Castelnuovo e, come la Regione abbia potuto dare il benestare a un orario che includa “un ritardo massimo presunto di soli 10 minuti”, così come annunciato dai Sindaci nel comunicato congiunto. E cosa significa? Nella norma, i ritardi sono un’eccezione e non di certo una consuetudine.

Foto in copertina: Lorenzo Pallotta da Ferrovie.info




Roma-Viterbo, è scontro tra Regione e Comitato: A.a.a. cercasi nuovo orario

Sarebbe andato bene, così almeno
pare, il confronto con l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri del 4 settembre, “al fine di risolvere le
criticità createsi nel mese di luglio a seguito dell’applicazione delle nuove
normative ANSF entrate in vigore
anche sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
”. Recitava il comunicato congiunto dei sindaci dell’asse
Flaminia.

A presenziare, oltre all’assessore
e ai dirigenti regionali, lo stato maggiore di Atac SpA, con il Direttore delle ex-concesse Giovanni Battista Nicastro, e i rappresentati di ANAS. L’Azienda
Capitolina “ha presentato il nuovo piano ferroviario calibrato sui flussi reali
dei passeggeri, in linea con il piano dello scorso anno, da avviare dal 16
settembre, con la sola sostituzione di alcuni treni contro flusso con bus
gestiti direttamente da Atac. Rispetto alle ipotesi iniziali sono stati ridotti
i tempi di percorrenza dei treni, con un ritardo massimo presunto di soli 10
minuti da Montebello a Catalano. I sindaci hanno chiesto di anticipare
l’entrata in vigore almeno qualche giorno prima
”. Così come suggerito
dal Comitato Pendolari RomaNord, è
bene sottolinearlo.

“È stato inoltre presentato”,
continua il comunicato, “il cronoprogramma dei lavori di ammodernamento [altra
richiesta avanzata dal Comitato, ndr], dell’intera infrastruttura per un
importo lavori previsto di circa 400 milioni di euro in tre anni. I Sindaci si
sono riservati di valutare la proposta di orario, una volta ricevuta in forma
cartacea e più dettagliata, e di presentare a ATAC, nei prossimi giorni,
eventuali proposte di miglioria”.

Fissata per il 18 settembre la firma del protocollo
per la formazione dell’Osservatorio
sulla mobilità
e poi “nella stessa occasione, “sindaci e gestori saranno
ascoltati per verificare la possibilità di potenziare il Trasporto Pubblico
Locale su gomma in sinergia tra i Comuni, per garantire con maggiore facilità
il trasporto da e per le stazioni di Montebello e Monterotondo. I sindaci
inoltre si sono accordati affinché venga stabilito un calendario di incontri in
ciascun comune, con la partecipazione dell’assessore ai Lavori Pubblici e dei
dirigenti regionali, per illustrare la situazione ai cittadini”.

Da Viterbo è stata l’assessore Laura
Allegrini
a tirare le somme: “Alessandri ha assicurato che per l’anno
scolastico 2019/2020 saranno ripristinate le corse dello scorso anno. Saranno
quindi soppresse le corse sostitutive degli autobus. Sarà anche ripristinato lo
scambio a Vignanello. Ci saranno inoltre corse col sistema del cadenzato
mnemonico ogni due ore sull’ora pari al minuto 30 in partenza da Catalano, e al
minuto 21 in partenza da Viterbo. Entro due anni inizieranno i lavori per 105
milioni di euro, già disponibili per tutti i lavori tecnologici riguardanti
l’intera linea, il cui soggetto attuatore è RFI. Durante la riunione è stato
affrontato anche il problema dei passaggi a livello privati: due per il Comune
di Viterbo. La Regione chiederà al Comune di rendere pubbliche le strade
interessate in modo da poterli mettere in sicurezza. Con il consigliere Panunzi
abbiamo ribadito la necessità che la carrozza 59 ritorni a Viterbo, quale pezzo
di storia del nostro territorio”.

Insomma, tutto sarebbe andato nei
migliori dei modi. “Come Regione Lazio abbiamo inoltre illustrato il quadro
degli interventi già avviati, per un costo complessivo di circa 100 milioni di
€, che saranno realizzati da RFI SpA quale soggetto attuatore ai sensi
dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50”. Ha dichiarato,
gongolando, Alessandri: “A tal fine è in corso di approvazione la convenzione
che regola i rapporti tra Regione Lazio ed RFI per la realizzazione dei
suddetti provvedimenti. Inoltre, per quanto concerne il parco rotabile, la gara
in atto prevede un vero e proprio rinnovo: 12 treni sulla tratta urbana; 6
sulla tratta extraurbana; manutenzione per 10 anni e materiale di scorta”.

“Per monitorare il corretto
funzionamento di questi provvedimenti”, ha poi concluso, “nonché per avanzare
segnalazioni o proposte atte a migliorare la qualità del servizio per i
cittadini, è prossima l’istituzione dell’Osservatorio di Vigilanza, organismo
di concertazione tra la Regione Lazio e i Comuni. Ringrazio i consiglieri
Minnucci e Panunzi per aver partecipato ai due incontri confermando nuovamente
la loro grande validità di interlocutori e rappresentanti dei territori”.

Ma del nuovo orario, quello
impacchettato da Atac, ancora nessuna traccia. Doveva essere consegnato ai
primi cittadini al massimo ieri, 5 settembre, invece la cosa sarebbe slittata all’inizio
della prossima settimana. Perché tanto mistero? C’è o non c’è? E quali sono i
timori? Quel poco che si conosce, frutto di indiscrezioni, è stato anticipato
in anteprima da l’Osservatorio
d’Italia
. Per il resto, buio pesto.

“Come un dejavu”, attacca Fabrizio Bonanni portavoce del Comitato Pendolari. “Esatto, tutte cose già sentite anni fa e che si ripropongono di solito o prima delle elezioni o quando si debbono scusare per i tanti errori che fanno continuamente, come fossero in stato confusionale. La sensazione è proprio questa: per cercare di calmare le acque che di solito i pendolari agitano a ragione, se ne escono in Regione e (sempre meno) in Atac con ‘faremo, investiremo, programmeremo, stiamo per…’, le solite litanie che sentiamo dal 2012”.

“Questo accade perché
fondamentalmente non conoscono la nostra ferrovia, non viaggiano con noi, non
soffrono con noi. Questo gli manca per capire bene come si sta dalle nostre
parti. Se da lunedi 16 il nuovo orario fatto vedere da ATAC (ma che nessuno,
nemmeno i sindaci riescono ancora ad averne copia) produrrà ancora più
disservizi (e stranamente i nuovi avvisi di ATAC sul nuovo orario iniziano a
essere pieni di scuse, perché forse già sanno che saranno dolori per noi utenti)
non basterà nemmeno il Comitato a calmare gli animi degli utenti ancora alle
prese con soppressioni, ritardi al posto dei ‘faremo, investiremo…’. Con le promesse non ci facciamo nulla e
restiamo sorpresi dalle posizioni di alcuni sindaci che invece di attaccare e
farsi sentire duramente verso chi non mantiene gli impegni, sembrano essersi
tranquillizzati con quelle 4 promesse buttate sul tavolo dall’assessore e da
Atac che è sempre più fuori dalla gestione della nostra ferrovia”.

“Purtroppo non abbiamo avuto la
possibilità di partecipare all’incontro del 4 settembre insieme ai Sindaci,
nonostante la preventiva richiesta, perché la Regione ha ritenuto opportuno
vedere solo i primi cittadini dei comuni interessati…quando chi sta sul pezzo e
ed è a fianco dei pendolari è solo questo Comitato. La cosa non ci ha sorpreso
più di tanto, ce l’aspettavamo. Come ci aspettavamo che la Regione per riparare
al torto ci convocasse lunedì 9, per
darci evidenza del nuovo orario e degli investimenti previsti, che ormai
conosciamo a memoria da anni. Non essendo abituati a perdere tempo nelle
fresche stanze degli enti pubblici ma a stare sul campo, in stazione e sui treni a fianco dei nostri amici
pendolari, abbiamo declinato l’invito certi che con il nuovo orario dal 16
settembre ci sarà da soffrire. Sicuramente l’incontro è solo rimandato a tempi
peggiori, di questo ne siamo purtroppo certi”.

“Avevamo chiesto di anticipare di
qualche giorno l’entrata in vigore del nuovo orario per permettere a tutti di
prendere confidenza con i nuovi treni e le nuove soppressioni che
immancabilmente ci saranno, e invece nemmeno quello: si comincia con il primo
giorno di scuola, quasi a ripetere lo stesso errore del 1 luglio scorso, ma si
sa che Regione Lazio e Atac ripetono facilmente gli stessi errori: abbiamo tanti
esempi lampanti a proposito. Insieme all’associazione TrasportiAmo era stata presentata ai Sindaci e ai cittadini di Sant’Oreste, Rignano e Sacrofano (gli
unici a fare incontri con i cittadini prima del 4 settembre, con Sindaco e
Giunta di Sant’Oreste ‘fastidiosi’ capofila coraggiosi!) sia lo stato del
servizio dal 1 luglio al 30 agosto che una proposta di orario nel rispetto del
regolamento ANSF vigente, e speravamo che questo nostro lavoro, insieme alla richiesta
di avere un dettagliato cronoprogramma dei lavori, fosse soddisfacente per dare
l’idea alla Regione e Atac che il servizio può essere migliorato. Invece, non
solo non
ci hanno invitato il 4, ma non hanno nemmeno preso in considerazione le nostre
proposte, veicolate dai sindaci presenti all’incontro
”.

“Adesso ci aspettiamo che ogni Comune
che non abbia ancora provveduto, convochi prima del 16 una assemblea pubblica
per informare i cittadini delle novità recepite in regione, che vanno oltre il
comunicato congiunto pubblicato recentemente. Il risultato migliore in questo
periodo è sicuramente aver ricompattato e avvicinato sindaci e comuni anche
nella prospettiva della costruzione di una rete di trasporto locale, anche per
sopperire temporaneamente (si spera) alle lacune del treno che collega questi
comuni”.

“Il Comitato Pendolari”, conclude
Bonanni, “sarà sempre al fianco degli utenti della romanord e rappresenterà la
voce e il baluardo di tanti cittadini che si sentono abbandonati dagli enti e
che pagano biglietti e abbonamenti per avere un atroce servizio pubblico che
dal 1 luglio al 30 agosto ha funzionato al 100% solo per 6 giorni su 60. Questo
è il vero dato che fa riflettere e che ci invoglia ad andare avanti anche con
la nostra petizione che vi invitiamo a firmare e a condividere”.

Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/regione-lazio-potenziare-la-ferrovia-roma-civita-castellana-viterbo




Riqualificazione ferrovia Roma-Viterbo: tra ritardi e disagi il sindaco di Sant’Oreste convoca l’assemblea pubblica

Parte da Sant’Oreste la mobilitazione istituzionale
volta a dare un’accelerazione agli interventi di riqualificazione previsti
sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
. “Rispetto alle evidenti criticità”, esordisce la
Sindaca Valentina Pini, “avviamo un percorso
collegiale e intercomunale, aperto ai cittadini interessati, ai Comitati dei
Pendolari e ai Sindaci dei paesi della via Flaminia e del Viterbese. L’obiettivo
è di avere dalla Regione Lazio certezze
sulle tempistiche e di proporre soluzioni per mitigare i disagi attuali e
futuri”.

L’avvio del percorso lunedì pomeriggio, 19 agosto, con la seduta preliminare della “Commissione Speciale di Studio sui trasporti”, convocata dall’Amministrazione nell’aula consiliare. Oltre alla Sindaca Pini, erano presenti gli assessori Anna Cenci e Mario Falchetti, i consiglieri Andrea Diamanti, Andrea Miscia e Gabriele Salvatori, i rappresentanti del Comitato Pendolari RomaNord Fabrizio Bonanni e Rita Rossi nonché l’associazione no-profit TrasportiAmo.

L’Amministrazione di Sant’Oreste. Al cento la Sindaca Valentina Pini

“Il Comitato ha risposto all’invito del Sindaco”, precisa Bonanni, “invece da un lato la Regione Lazio, dall’assessore Alessandri al Presidente della commissione trasporti Patanè ai componenti della stessa, Novelli e Porrello, dall’altra Atac, nella persona del Direttore dell’Esercizio Nicastro, ugualmente invitati, hanno declinato: i motivi sono sconosciuti, crediamo che nemmeno abbiamo dato riscontro alla lettera, che a noi è pervenuta i primi di agosto”.

Ma il forfeit delle parti in causa, scontato e comunque assurdo, è stato, al contrario di quanto si possa pensare, il motivo trainante dell’istituzione di questa Commissione, “costituita da amministratori, comitati dei pendolari e tecnici”, ribadisce la prima cittadina di Sant’Oreste, “che ha la funzione di accendere e mantenere accesa una luce sul problema dei trasporti locali, ne dia la più ampia risonanza e porti al coinvolgimento di altre Amministrazioni locali, facendo da centro di propulsione”.

A cominciare
dalla Roma-Viterbo, asse fondamentale e sostenibile della mobilità, se messa
nella condizioni di funzionare. “La situazione del servizio ferroviario è
drammatica”, sottolinea il Comitato.  “Regione
e Azienda non sono stati reattivi nel comprendere e risolvere i disagi causati
dall’adozione delle direttive di ANSF.
Le soppressioni sull’orario ridotto sono quotidiane, il servizio sostitutivo
con bus è insufficiente, un mero palliativo estivo, tanto da costituire un
ulteriore problema, che esploderà il 16
settembre
prossimo alla riapertura delle scuole”.

“Il Comitato non può accettare”, rimbecca Bonanni, “la sostituzione del treno con il bus e il conseguente depotenziamento del trasporto su ferro per favorire quello su gomma, che influisce sulle emissioni e sul traffico veicolare della Flaminia, già notoriamente congestionata. Dobbiamo pretendere che chi deve decidere le sorti del nostro treno faccia in fretta perché anche se non ci sono i treni, Atac comunque viene ben remunerata per il suo servizio, circa 90 milioni di euro l’anno”.

Fabrizio Bonanni e Rita Rossi del Comitato Pendolari

Secondo il rappresentante del Comitato è “importante che i Comuni e i loro Sindaci premano costantemente affinché vengano avviati i lavori di ammodernamento, come ha già iniziato a fare, con questa iniziativa, quello di S. Oreste. Riguardo ai lotti dei lavori, essi sono stati aggiudicati ma sono bloccati a causa dei ricorsi; del resto non sembra che siano state fatte le pratiche di esproprio dei terreni, per il completamento delle quali occorrono dai tre ai sei mesi. Infine, bisogna tener conto del fatto che una volta affidati i lavori, occorrono dai trenta giorni ai sei mesi dopo la stipula del relativo contratto che esso diventi efficace. Da questo termine la ditta assegnataria dei lavori ha tre anni di tempo per stilare il progetto esecutivo. Bisogna poi attendere ancora che partano i lavori dopo l’approvazione del progetto esecutivo”. “È fondamentale il trasporto trasversale”, sottolinea Rita Rossi, “ovvero che debba essere integrato e potenziato il trasporto pubblico tra i singoli Comuni. I servizi attuali sono talmente carenti da questo punto di vista che, per muoversi tra due aree poco distanti in linea d’aria, si debbano intraprendere percorsi complessi, per i quali si impiega e si perde molto tempo”.

D’accordo sul
da farsi l’associazione TrasportiAmo: “La ferrovia paga i ritardi macroscopici
di Regione e Atac, la mancata attuazione di interventi mirati a elevare gli
standard di sicurezza secondo le normative recepite dall’ANSF; questo ha
comportato l’emanazione di provvedimenti stringenti all’esercizio che, di
fatto, hanno macellato l’extraurbano. Al riguardo”, annuncia, “abbiamo
predisposto un nuovo orario grafico, elaborato con personale tecnico esperto,
col quale dimostreremo che è possibile mantenere e potenziare il servizio ferroviario,
specie nelle tratte Montebello-Sant’Oreste e Civita Castellana-Viterbo, nel
rispetto di quanto dettato dall’Agenzia medesima. Lo presenteremo in Regione e
in Atac, e chiederemo il supporto delle Amministrazioni interessate, a
cominciare proprio da Sant’Oreste, sempre disponibile, e al Comitato. Il nostro
obiettivo è di aumentare la produzione (treno/Km) e l’offerta dei posti/treno nonché
di diminuire l’uso dei bus sostitutivi. È una proposta tecnicamente fattibile”.

L’associazione
inoltre, ricorda la battaglia per salvare le carrozze storiche del 1932,
assieme al Comitato TSRL – Trasporti Storici di Roma e Lazio
e alla Cooperativa ARS Onlus,
rimarcando le “potenzialità turistiche della linea”. Poi aggiunge: “non
costituisce un problema il fatto che la tratta extraurbana della RomaNord sia a
semplice binario, una dimostrazione è la Roma
Ostiense-Viterbo
(FL3) di Trenitalia,
che si presenta ugualmente a binario unico nella tratta fuori Roma. La
differenza sta nell’adozione o meno di sistemi e sottosistemi che per esempio garantiscono
il distanziamento e la marcia dei treni nonché la protezione dei passaggi a
livello”.

In chiusura della Commissione si è deciso di convocare un’Assemblea Pubblica per il 23 agosto alle ore 18.30 presso in Bunker Soratte che vedrà coinvolti i Comuni, compresi quelli della provincia di Viterbo, serviti dalla RomaNord. Invitati a partecipare il personale coinvolto nella gestione dei trasporti locali, appartenente alla Regione Lazio, al XV Municipio di Roma, alle aziende Atac e Cotral.

“Il Comitato Pendolari c’è sempre”, conclude Bonanni, “a supporto di chi vuole il bene della ferrovia e combatterà con ogni forza chi vuole depotenziare o smantellare una linea che dovrebbe essere una risorsa per il Lazio anche a fini turistici. Invece si pensa a rottamare e a distruggere carrozze storiche per far cassa. Ci vediamo presto, tutti uniti e sindaci in testa (da Sacrofano a Viterbo) per ribadire il bisogno di avere un servizio pubblico vero e non questo disservizio pubblico”.

“Riteniamo che non possiamo abbandonare i pendolari”, è il commento finale della Sindaca Valentina Pini, “che ogni cercano di raggiungere il posto di lavoro. Riteniamo ancora che tutte le misure intraprese non sono stati sufficienti per limare le criticità. Chiediamo alla Regione una risoluzione al problema, che travolgerà non soltanto i lavoratori ma anche gli studenti. Cercheremo di coinvolgere i Sindaci dell’asse Flaminia e del viterbese, coinvolti nel disagio, e la stessa Regione come interlocutore. È essenziale la partecipazione all’assemblea pubblica di venerdì 23 agosto, attraverso la quale sarà possibile dare un segnale forte a chi è deputato a dare risposte”. L’unione fa la forza.




Ferrovia Roma-Viterbo, la nuova strada (e Zingaretti) finisce sott’acqua. La video denuncia

Finisce sott’acqua la nuova strada di circonvallazione, necessaria per la chiusura di 11 passaggi a livello della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo in gestione all’Atac, che ricadevano nel rettifilo compreso tra la stazione di Catalano e quella di Fabrica di Roma. Un’opera strategica e vitale, considerato il numero delle collisioni tra le auto e i treni, voluta dal Presidente Nicola Zingaretti in persona e realizzata da una ditta per contro della società regionale ASTRAL.

Il deputato Mauro Rotelli

Tuttavia le piogge, cadute fino a ieri nella zona, ne hanno evidenziato i limiti, e i risultati sono tragicomici. Carreggiata allagata, un fiume in piena, mentre il sottopassaggio, anch’esso determinante, costato all’incirca 1milione di euro, secondo i bene informati, si è tramutato in una piscina, profonda e rischiosa per gli automobilisti. A testimoniarlo è il video-denuncia del deputato Mauro Rotelli (FdI), eletto nel collegio uninominale di Viterbo, pubblicato sul suo profilo Facebook nella giornata del 3 febbraio.

Il video-denuncia realizzato dall’esponente politico

“Buona domenica Astral – scrive l’esponente politico a corredo delle immagini – sbigottiti, nella strada provinciale San Luca, direttrice Vignanello-Corchiano-Civita Castellana, il sottopasso in questione è stato realizzato per l’eliminazione dei passaggi a livello della ferrovia Roma-Viterbo. Chiaramente qualcosa non funziona e non funzionerà mai”. Il deputato poi lancia una serie di interrogativi: “L’opera è stata già collaudata e presa in carico? Chi deve gestire queste situazioni? Le ditte che hanno realizzato l’opera? La Provincia di Viterbo è in grado? È vero che le pompe aspiranti non sono state collegate all’energia elettrica? In caso di temporali se salta la corrente cosa succede? A quale ditta verrà affidata la manutenzione? Chissà se su questo scempio qualcun altro vorrà vederci chiaro, sono diventato tanto curioso”.




Roma nord nel caos, Atac cancella i treni reinseriti. Il Comitato: “Degrado, Regione invii gli Ispettori”

Sembra la trama di un film di David Zucker oppure di una puntata speciale de I Simpson o de I Griffin, con Homer/Peter a capo di una fantomatica società di trasporti (figuratevi). Invece è la comica realtà, dura da digerire, dove Atac smentisce se stessa, in una schizofrenica giravolta, cancellando di fatto quei treni extraurbani della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo che, stando al dispaccio, aveva reintegrato nell’orario in vigore solo qualche giorno fa. “Siamo al degrado più totale – commenta impetoso Fabrizio Bonanni de il Comitato Pendolari RomaNord – la Regione Lazio deve mandare gli ispettori sulla linea, in pianta stabile”.

Secondo il fonogramma epistolare 11/2019 RV emesso dalla Direzione dell’Esercizio
venerdì scorso, 18 gennaio, i treni extraurbani 804809304305, soppressi da mesi per una ragione o un’altra, sarebbero dovuti
rientrare in servizio “a far data dal 21/01/2019”. Decisione assunta, è bene
ricordare agli smemorati, guarda caso dopo il clamore suscitato dalla lettera di
protesta inviata l’11 gennaio alla Regione, dai sindaci dei Comuni di Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Riano,
Rignano e Morlupo, accompagnata dalle denunce del Comitato Pendolari.

Ma la promessa, ufficiale, è stata
puntualmente disattesa, tra l’irritazione e un pizzico d’ironia da parte degli
utenti. Sia per “guasto” che per “mancanza di materiale rotabile”, così
sarebbe emerso da via Prenestina. Una fatale coincidenza? “Riepilogando, e non siamo
nemmeno a metà giornata – incalza l’esponente del noto Comitato -, ci sono
rallentamenti sul tratto urbano e molti treni soppressi. Sulla tratta
extraurbana permangono le soppressioni storiche
che invece sembrano essere rientrate da oggi, cosa che invece non è accaduto. I
sindaci e i pendolari della Romanord sono veramente arrabbiati”.

La ritirata repentina,
snocciolata nei vari canali telematici aziendali, sembra rispecchiare il caos
che sovrasta gli esercizi delle ferrovie concesse, la Viterbo, come la Lido e
la Giardinetti. Che perdura da anni
e che adesso, considerata l’abbandono passato, mostra la corda con epiloghi
tragicomici. “Atac non è più in grado di gestire la nostra ferrovia – rincara Bonanni
– ormai è cosa palese. Va fatta al più presto una gara pubblica per cercare un
altro gestore. I treni ci stanno per abbandonare e non si vede nulla di nuovo
all’orizzonte”. E aggiunge, sempre più inviperito: “Previsioni di treni nuovi
(se parte la gara a maggio, come da ipotesi regionale) non se parla prima del
2022, così come per la nuova gestione (sempre se parte la gara a maggio). Oggi
è una giornata più tragica del solito per il pendolare della RomaNord, con
pesanti ripercussioni anche per il traffico su Flaminia, Cassia e Tiberina”.

Forse sarebbe il caso che il Campidoglio – unico azionista di Atac – inizi seriamente a pensare di mettere le mani nella divisione metroferroviaria, e di corsa, se ha davvero l’intenzione di risanare l’aziendale e recuperare chilometri dalla produzione (ossia le corse).




FERROVIA ROMA VITERBO: SINDACI IN RIVOLTA PER DICHIARAZIONI AMMINISTRATORE ATAC

di Silvio Rossi

Le dichiarazioni rilasciate in settimana dall’Amministratore Delegato di Atac, Danilo Broggi, secondo cui la ferrovia Roma-Civitacastellana-Viterbo dovrebbe essere ceduta, nel tratto urbano ad Atac, e la parte extraurbana dovrebbe essere temporaneamente chiusa per permettere i lavori di adattamento del percorso tra Flaminio e Montebello. Certi che, come spesso accade nel nostro paese, le cosa provvisorie finiscono per diventare definitive, i sindaci dei paesi attraversati dalla linea non hanno accolto favorevolmente le parole di Broggi, che significherebbero la chiusura di un servizio essenziale per i trasporti del settore nord della capitale.

Il sindaco di Castelnuovo di Porto, Fabio Stefoni, ha diramato un comunicato: “Aldilà dei desiderata dell’amministratore Broggi, per quanto riguarda la linea ferroviaria Roma-Viterbo, è irrealistico, oltre che assurdo e dannoso, pensare di sostituire anche temporaneamente il servizio ferroviario con i bus. Significherebbe, di fatto, bloccare un’intera area e costringere migliaia di persone, ad esempio, a fare i tripli salti mortali per recarsi al lavoro. Che ci sia da intervenire, per migliorare e riqualificare la tratta, obsoleta, vecchia e stantia, è fuori discussione ma deve essere altrettanto chiaro che questa operazione va fatta contestualmente alla garanzia dell’attuale servizio. Perché sennò per i cittadini dell’area a nord di Roma e per tutti i Comuni che insistono sulla linea ferroviaria in oggetto, oltre al danno, ci sarebbe anche la beffa, dal momento che purtroppo in Italia tutto ciò che è temporaneo diventa eterno”.
Anche il sindaco di Morlupo, Marco Commissari, ha contestato immediatamente le parole di Broggi.

L’abbiamo contattato per avere maggiori informazioni:

Lei contesta l’affermazione di Broggi, dicendo che va in direzione contraria a quanto progettato finora. Può spiegare meglio?
Ciò che ha detto l’amministratore di Atac è allucinante. Sono anni che stiamo chiedendo il raddoppio della linea, intorno al 2007 si fa comprendere in regione la necessità, per via del raddoppio della popolazione dei paesi della zona dagli anni novanta a oggi. Con il progetto di apertura dell’aeroporto a Viterbo, intorno al 2008, si parlava di raddoppiare fino a Viterbo. Poi dopo caduto quel progetto, nel periodo che era in Regione la Polverini, il progetto era stato limitato fino a Morlupo. La ferrovia efficiente fino almeno a Morlupo può diventare il punto centrale su cui basare l’intero sistema di trasporto pubblico locale del comprensorio.
Un comprensorio che ha un bacino d’utenza di circa centomila persone, giusto?
Sì, più o meno. Siamo molti paesi, tutti quanti con una popolazione che ormai supera i diecimila abitanti. Tutti quanti hanno visto aumentare notevolmente la popolazione in questi anni, ma non c’è stato un adeguamento del sistema trasporti, ne di tipo ferroviario, ne su gomma. I bus sono costretti a percorrere la Flaminia, che è diventata ormai perennemente intasata. Per fare trenta chilometri a volte ci vogliono circa due ore.
Quindi almeno fino a Morlupo, si attende il raddoppio.
Certo. Sono stati fatti anche una serie di progetti, per esempio, proprio la stazione di Morlupo, per via del raddoppio, verrebbe spostata, non più nel centro del paese, perché non c’è possibilità di raddoppiare la linea per la presenza delle case a ridosso, quindi il progetto prevede di fare una nuova stazione sulla via campagnanese, vicino comunque al centro, ma con un parcheggio adeguato, che possa fare da punto di raccolta dei vari servizi urbani circostanti. Nel caso di Morlupo e Castelnuovo di Porto stanno facendo un progetto per gestire in consorzio il servizio di trasporto urbano, per una razionalizzazione dei costi.
La soppressione dei treni quali problemi creerebbe?
I treni che viaggiano la mattina sono pieni di studenti e pendolari, sostituirli con bus significa dover predisporre 3 o 4 bus per ogni treno soppresso. Inoltre le società che gestiscono i due servizi sono diverse, ho chiamato Cotral, ho accennato a questo problema, e non ne sapevano nulla. Qui non considerano che la mattina i treni vengono presi da studenti, da pendolari, che spesso non hanno alternative per lo spostamento. Qui fanno le dichiarazioni, mettendo in difficoltà la vita delle persone, che invece di avere una maggiore attenzione come meritano, vengono danneggiate.
Quali saranno le sue prossime azioni?
Sto preparando una lettera che invierò in Regione, perché voglio coinvolgere sia Zingaretti che l’assessore ai trasporti Civita. Nel loro ruolo non possono non tutelare gli interessi dei cittadini pendolari che usufruiscono di un servizio che, a tutt’oggi è della Regione. Spero che Zingaretti e Civita si schierino al fianco mio e degli altri sindaci del territorio contro questo assurdo progetto.