Ferrovia Roma Nord, da gennaio 2025 chiude la tratta Montebello – Viterbo: pendolari infuriati

Giovedì scorso è stata annunciata da Astral e Cotral, gestori della linea, al Comitato dei Pendolari della Roma Nord la chiusura completa per due anni, a partire dal gennaio 2025, del tratto ferroviario Montebello – Viterbo della Ferrovia Roma Nord.

Una scelta, stante già le numerose critiche, che ora rischia di bloccare quasi completamente il trasporto di numerosi pendolari che vivono da anni lungo la tratta ferroviaria.

Le osservazioni più attente in relazioni a questa situazione provengono da una nota, diffusa ieri, da una uno dei più seguiti comitati di pendolari, l’associazione TrasportiAmo.
“Sostituire 89 km di linea ferroviaria, scrive l’associazione, con un servizio bus è una soluzione non solo inadeguata, ma anche logisticamente insostenibile. Le infrastrutture stradali esistenti non possono gestire un così elevato aumento del traffico, come possiamo già osservare oggi, e la stazione di Montebello dispone di un parcheggio già ora insufficiente”
Ed in più fa notare come “per ogni treno serviranno almeno tre vetture, il che significa distoglierle dalle altre linee o, come al solito, ricorrere ai privati, con un ulteriore aggravio sui costi”.

Un analisi lucida compiuta da chi, da anni, utilizza tale importante arteria ferroviaria che collega i due capoluoghi di regione e vive, da troppo tempo, una situazione insostenibile fatta di ritardi, corse tagliate e carrozze troppe volte colme ai limiti della vivibilità.

La scelta di Astral e Cotral rientra, come si legge nei loro comunicati, in un piano di riqualificazione della rete ferroviaria Laziale ma, apparentemente, rischia di cozzare con alcune dichiarazioni rese in un’intervista del maggio 2023 sul vignaclarablog.it da parte del presidente Cotral, Amalia Colaceci, che dichiarava “E’ stato loro detto che devono attendere settembre del 2024 per vedere viaggiare sei treni nuovi sulla Roma Nord”.

La paura di TrasportiAmo è tutta racchiusa nella parte finale del comunicato: “non si capisce perché, conclude la nota, non venga presa sul serio la possibilità di svolgere queste lavorazioni in soggezione di esercizio, come nel caso del raddoppio del binario che RFI sta realizzando sulla FL2 nella tratta Lunghezza-Guidonia Montecelio. Non vorremmo che questa sia solo una scusa per chiudere tutto definitivamente, come avvenne per il servizio extraurbano della Roma-Fiuggi agli inizi degli anni Ottanta”.

Abbiamo già inviato ad Astral e Cotral una mail per chiedere se, ad oggi, esista un piano alternativo di trasporto e come questo venga strutturato al fine di ridurre al minimo le possibili e palesi ripercussioni che, con questa scelta, rischiano di gravare ulteriormente sui tanti pendolari della Ferrovia Roma Nord.




Ferrovie ex concesse, la “rivoluzione” di Nicola Zingaretti: Roma lido e Roma Viterbo in gestione alla Regione. Resta il nodo sulla Roma Giardinetti

C’è voluto il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per cercare di stendere un velo, pietoso, sulle condizioni delle ferrovie ex-concesse, immortalate da Legambiente nel dossier Pendolaria, importante quanto puntale appuntamento annuale.

“Dopo aver risanato e reso di nuovo competitivo il Cotral, dopo aver rinnovato i treni per pendolari e aver messo in campo centinaia di milioni d’euro di investimenti, ora la Regione prenderà in gestione anche le tratte Roma-Lido e Roma-Viterbo“.

Parole pronunciate da Nicola Zingaretti qualche giorno fa, in occasione della conferenza stampa per la riapertura del cantiere della nuova stazione di Flaminio, che metterà in collegamento la fermata della metro A con la stazione di testa della RomaNord.

Insieme al Governatore l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri, il Presidente della stessa Cotral Amalia Colaceci, l’amministratore unico di Astral Antonio Mallamo e il vicepresidente della Regione Daniele Leodori.

“Subito 800milioni di euro – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – 500 dei quali disponibili entro il primo semestre del 2020, per migliorare la vita delle persone che viaggiano tutti i giorni e far ripartire i cantieri fermi da anni”.

“Queste linee fanno schifo, – ha detto ancora Zingaretti – abbiamo accolto il grido di dolore dei pendolari. Dal 2013 è stata avviata una mezza rivoluzione nel comparto dei trasporti, è stata risanata la Compagnia Cotral, rinnovato il parco veicoli con 1000 bus nuovi e svecchiato il materiale rotabile delle ferrovie regionali”.

E ora, salvo complicazioni, spetta alle ex-concesse:

144 milioni saranno impiegati per la Lido e 337 milioni per la Viterbo. Nello specifico. Investimenti Roma-Lido: opere civili nelle stazioni (recinzioni e barriere fonoassorbenti); nuovo deposito Ostia Lido; manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente; sistema di comunicazione terra-treno (segnalamento, potenziamento e risanamento della linea elettrica); Rinnovo totale dell’armamento della linea, compresi i deviatoi. Investimenti Roma-Viterbo: Raddoppio della stazione Flaminio; Raddoppio della tratta Riano – Morlupo; Predisposizione raddoppio tratta Montebello – Riano; Manutenzione straordinaria materiale rotabile esistente; Potenziamento deposito Acqua Acetosa; Potenziamento linea elettrica.

Elenco interventi messa in sicurezza Roma-Viterbo

A questi si aggiungono 315 milioni per l’acquisto di 38 nuovi treni per le due ferrovie ex concesse, già sono state spedite le lettere di invito per l’acquisto della prima tranche di treni (5 Roma Lido e 6 Roma-Viterbo), per un ammontare di 100 milioni, di cui 40 milioni di fondi ministeriali e 60 milioni di fondi regionali. Il 28 febbraio del 2020 scadrà il bando e si procederà alla seconda fase della gara.

Il cambio della governance:

“Dal 1 gennaio 2020 – ha proseguito Zingaretti – Astral spa affiancherà Atac nella gestione delle infrastrutture fino al 1 luglio 2020, data in cui Astral diventerà unico gestore delle infrastrutture e dal 1 gennaio del 2021 Cotral affiancherà Atac nella gestione dell’esercizio, fino al 1 luglio 2021, quando Cotral diventerà gestore unico dell’esercizio sulle due linee ferroviarie”.

Si riparte da piazzale Flaminio

“Ripartiamo da qui, da Piazzale Flaminio – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Alessandri – abbiamo scelto questo cantiere, nel giorno della sua riapertura, per illustrare nuovamente i grandi investimenti che stiamo mettendo in campo sulle ferrovie ex concesse. Piazzale Flaminio è un punto nevralgico di questo nuovo inizio che vedrà, a partire dal 2020, le due linee trasformarsi in cantieri, con più di 500 milioni di euro di risorse, degli 800 complessivi, attivabili entro il primo semestre del prossimo anno, tra interventi sulle infrastrutture, sulle dotazioni tecnologiche e acquisto nuovi treni».

Una svolta, “una grande svolta”, secondo i diretti interessati, dopo anni di incertezze, ripensamenti e vertiginose piroette. Ma è il presente e la gestione del servizio durante i cantieri, che dureranno fino al 2024, a tenere banco e a preoccupare i pendolari. Lo scorso 25 dicembre il Comitato della RomaNord, infatti, ha presentato un esposto alla Procura di Roma e di Viterbo “l’ennesimo per segnalare”, scrive Fabrizio Bonanni nel sito, “l’immane stato di degrado del servizio che viene fornito all’utente pendolare che viaggia sulla linea Roma-Viterbo. Riteniamo doveroso che qualcuno intervenga a mettere ordine e sistemare le cose: stiamo sempre peggio e senza visione sul futuro. Su quei treni noi ci viaggiamo tutti i giorni, mentre chi ha poteri decisionali non viaggia con noi”.

Dal Campidoglio, interviene il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno che trova singolari, “per non dire “ridicole” e lontane dalla logica” le affermazioni di Zingaretti. “Ovviamente che Roma Viterbo e Roma Lido non brillino per efficienza è un dato di fatto, negarlo sarebbe da sciocchi, ma addossare la colpa al gestore, ad Atac, anche se capisco può essere facile a livello mediatico, è un insulto alla logica, al buon senso e molto lontano dalla realtà”. Poi rilancia: “La Roma Lido deve essere una metropolitana, lo abbiamo messo nero su bianco nel PUMS“.

Peccato che la dismissione delle due ex-concesse è stata inserita nel Piano Industriale Atac, parte integrante del Concordato Preventivo, e peccato, altresì, che il corrispettivo di 90milioni di euro erogati annualmente dalla Regione all’Azienda Capitolina, secondo quanto stabilito dal Contratto di Servizio ancora in essere, è destinato anche alla manutenzione ordinaria dei beni, delle infrastrutture, dei mezzi e degli impianti ferroviari. O no?

Disquisizioni
politiche a parte, resta da capire cosa ne sarà della Roma-Giardinetti, ora limitata a Centocelle. Linea fuori dalle grazie regionali, per le sue
caratteristiche tranviarie, ma anche fuori da quelle comunali, dato che Roma Capitale deve ancora formalizzare
l’acquisizione dell’infrastruttura. Oggetto questo della mozione presentata
dalla consigliera comunale Svetlana
Celli
, che sarà discussa dall’Assemblea Capitolina nei primi mesi del
prossimo anno.

A complicare le cose lo stop del Ministero dei Trasporti (si auspica momentaneo) al prolungamento e all’ammodernamento della linea, sviluppato e fatto proprio dall’Amministrazione e inserito nel PUMS. “Tale progetto”, spiega l’ing. Andrea Spinosa, che ha collaborato alla sua stesura, «era stato ben valutato dal MIT, tanto da rientrare tra i primi nella classifica finale delle istanze: la scelta finale è stata però di non inserire progetti con prescrizioni (la prima scelta era di finanziarlo con prescrizione sul cambio dell’armamento nella stesura del definitivo) ma di rimandarli all’istruttoria relativa al riparto 2019, con scadenza per la presentazione delle integrazioni al 30/04/20 (da non confondersi con il riparto 2020 e scadenza per le istanze al successivo 1° giugno). E il progetto della linea Termini-Tor Vergata è proprio uno dei due che è automaticamente incluso nel nuovo riparto, essendo già stato ammesso nel primo e non incluso nel riparto 2018 per motivazioni non relative a carenze o difetti della proposta ma a scelte tecniche”.

Ma il cambio dell’armamento,
e cioè della larghezza tra le rotaie, così come richiesto dal MIT, è un vincolo
non di poco conto e rischia di compromettere l’intero impianto. Infatti, ci
sono punti dell’attuale ferrovia, tipo il sottovia Casilino, compreso tra le
fermate Sant’Elena a Porta Maggiore, in cui risulta davvero difficoltoso, dati
gli spazi esigui, installare binari a scartamento ordinario. Per non parlare
dei raggi di curvatura, altro aspetto tecnico.

E mentre si aspetta la manna dal cielo, il servizio si trascina a fatica. Domenica mattina un altro treno, il secondo nel mese di dicembre, è finito fuori dai binari, durante le manovre all’interno del deposito/officina di Centocelle. A denunciarlo l’Associazione TrasportiAmo e l’ORT-Osservatore Regionale sui Trasporti in un comunicato congiunto: “Il tempo delle chiacchiere è terminato, questa linea, che gioca un ruolo fondamentale nella mobilità della Casilina, insieme alla Metro C, deve uscire dal limbo nel quale è caduta a causa del menefreghismo istituzionale. I Comitati di quartiere, le associazioni dei pendolari e i cittadini devono unire le proprie forze e pretendere il suo risanamento”.

Il convoglio deragliato domenica scorsa a Centocelle

“L’ennesimo svio ed il mancato finanziamento del Ministero”, aggiunge Andrea Ricci dell’Osservatorio, “dimostrano ulteriormente che non c’è davvero più tempo da perdere se non si vuole che sia scritta un’altra pagina vergognosa nella storia dei trasporti romani e del Lazio. L’Osservatorio collaborerà con tutte le altre realtà che si sono occupate in questi anni della linea per fare, con un’iniziativa condivisa e dal basso, i passi che spingano, a partire dal pro-getto presentato al MIT, Ministero, Regione e Comune a rapidamente concludere gli atti amministrativi che consentano di riportare questa linea, in sicurezza, efficienza e sostenibilità, a riprendere il ruolo centrale che le compete”.

D’accordo il CESMOT che si unisce “alle richieste delle altre associazioni del settore, tra cui TrasportiAmo, riteniamo sia urgente ed indifferibile che Regione e Comune si affrettino a spiegare ai cittadini cosa intendono fare della linea e se nel 2020 dovranno continuare a fare i conti con l’inefficiente gestione Atac, colpevole anche dell’assurda limitazione della linea a Centocelle. Il tempo delle chiacchiere è terminato, ora è tempo di rilanciare un’infrastruttura strategica per la mobilità della Casilina». Mentre da Legambiente Lazio, il presidente Roberto Scacchi ammonisce: «La linea deve diventare un moderno Tram, e tornare a percorrere ogni metro dei binari fino alla stazione Giardinetti fuori il GRA, e non fermarsi nel nulla, sulla Casilina e senza neanche incrocio finale con una fermata della Metro C”.

Corre, intanto,
la petizione online lanciata proprio da Trasportiamo (per firmarla qui),
un altro segnale che indica quanto la Giardinetti sia importante soprattutto
per i cittadini del Municipio V e VI.




Riqualificazione ferrovia Roma-Viterbo: tra ritardi e disagi il sindaco di Sant’Oreste convoca l’assemblea pubblica

Parte da Sant’Oreste la mobilitazione istituzionale
volta a dare un’accelerazione agli interventi di riqualificazione previsti
sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
. “Rispetto alle evidenti criticità”, esordisce la
Sindaca Valentina Pini, “avviamo un percorso
collegiale e intercomunale, aperto ai cittadini interessati, ai Comitati dei
Pendolari e ai Sindaci dei paesi della via Flaminia e del Viterbese. L’obiettivo
è di avere dalla Regione Lazio certezze
sulle tempistiche e di proporre soluzioni per mitigare i disagi attuali e
futuri”.

L’avvio del percorso lunedì pomeriggio, 19 agosto, con la seduta preliminare della “Commissione Speciale di Studio sui trasporti”, convocata dall’Amministrazione nell’aula consiliare. Oltre alla Sindaca Pini, erano presenti gli assessori Anna Cenci e Mario Falchetti, i consiglieri Andrea Diamanti, Andrea Miscia e Gabriele Salvatori, i rappresentanti del Comitato Pendolari RomaNord Fabrizio Bonanni e Rita Rossi nonché l’associazione no-profit TrasportiAmo.

L’Amministrazione di Sant’Oreste. Al cento la Sindaca Valentina Pini

“Il Comitato ha risposto all’invito del Sindaco”, precisa Bonanni, “invece da un lato la Regione Lazio, dall’assessore Alessandri al Presidente della commissione trasporti Patanè ai componenti della stessa, Novelli e Porrello, dall’altra Atac, nella persona del Direttore dell’Esercizio Nicastro, ugualmente invitati, hanno declinato: i motivi sono sconosciuti, crediamo che nemmeno abbiamo dato riscontro alla lettera, che a noi è pervenuta i primi di agosto”.

Ma il forfeit delle parti in causa, scontato e comunque assurdo, è stato, al contrario di quanto si possa pensare, il motivo trainante dell’istituzione di questa Commissione, “costituita da amministratori, comitati dei pendolari e tecnici”, ribadisce la prima cittadina di Sant’Oreste, “che ha la funzione di accendere e mantenere accesa una luce sul problema dei trasporti locali, ne dia la più ampia risonanza e porti al coinvolgimento di altre Amministrazioni locali, facendo da centro di propulsione”.

A cominciare
dalla Roma-Viterbo, asse fondamentale e sostenibile della mobilità, se messa
nella condizioni di funzionare. “La situazione del servizio ferroviario è
drammatica”, sottolinea il Comitato.  “Regione
e Azienda non sono stati reattivi nel comprendere e risolvere i disagi causati
dall’adozione delle direttive di ANSF.
Le soppressioni sull’orario ridotto sono quotidiane, il servizio sostitutivo
con bus è insufficiente, un mero palliativo estivo, tanto da costituire un
ulteriore problema, che esploderà il 16
settembre
prossimo alla riapertura delle scuole”.

“Il Comitato non può accettare”, rimbecca Bonanni, “la sostituzione del treno con il bus e il conseguente depotenziamento del trasporto su ferro per favorire quello su gomma, che influisce sulle emissioni e sul traffico veicolare della Flaminia, già notoriamente congestionata. Dobbiamo pretendere che chi deve decidere le sorti del nostro treno faccia in fretta perché anche se non ci sono i treni, Atac comunque viene ben remunerata per il suo servizio, circa 90 milioni di euro l’anno”.

Fabrizio Bonanni e Rita Rossi del Comitato Pendolari

Secondo il rappresentante del Comitato è “importante che i Comuni e i loro Sindaci premano costantemente affinché vengano avviati i lavori di ammodernamento, come ha già iniziato a fare, con questa iniziativa, quello di S. Oreste. Riguardo ai lotti dei lavori, essi sono stati aggiudicati ma sono bloccati a causa dei ricorsi; del resto non sembra che siano state fatte le pratiche di esproprio dei terreni, per il completamento delle quali occorrono dai tre ai sei mesi. Infine, bisogna tener conto del fatto che una volta affidati i lavori, occorrono dai trenta giorni ai sei mesi dopo la stipula del relativo contratto che esso diventi efficace. Da questo termine la ditta assegnataria dei lavori ha tre anni di tempo per stilare il progetto esecutivo. Bisogna poi attendere ancora che partano i lavori dopo l’approvazione del progetto esecutivo”. “È fondamentale il trasporto trasversale”, sottolinea Rita Rossi, “ovvero che debba essere integrato e potenziato il trasporto pubblico tra i singoli Comuni. I servizi attuali sono talmente carenti da questo punto di vista che, per muoversi tra due aree poco distanti in linea d’aria, si debbano intraprendere percorsi complessi, per i quali si impiega e si perde molto tempo”.

D’accordo sul
da farsi l’associazione TrasportiAmo: “La ferrovia paga i ritardi macroscopici
di Regione e Atac, la mancata attuazione di interventi mirati a elevare gli
standard di sicurezza secondo le normative recepite dall’ANSF; questo ha
comportato l’emanazione di provvedimenti stringenti all’esercizio che, di
fatto, hanno macellato l’extraurbano. Al riguardo”, annuncia, “abbiamo
predisposto un nuovo orario grafico, elaborato con personale tecnico esperto,
col quale dimostreremo che è possibile mantenere e potenziare il servizio ferroviario,
specie nelle tratte Montebello-Sant’Oreste e Civita Castellana-Viterbo, nel
rispetto di quanto dettato dall’Agenzia medesima. Lo presenteremo in Regione e
in Atac, e chiederemo il supporto delle Amministrazioni interessate, a
cominciare proprio da Sant’Oreste, sempre disponibile, e al Comitato. Il nostro
obiettivo è di aumentare la produzione (treno/Km) e l’offerta dei posti/treno nonché
di diminuire l’uso dei bus sostitutivi. È una proposta tecnicamente fattibile”.

L’associazione
inoltre, ricorda la battaglia per salvare le carrozze storiche del 1932,
assieme al Comitato TSRL – Trasporti Storici di Roma e Lazio
e alla Cooperativa ARS Onlus,
rimarcando le “potenzialità turistiche della linea”. Poi aggiunge: “non
costituisce un problema il fatto che la tratta extraurbana della RomaNord sia a
semplice binario, una dimostrazione è la Roma
Ostiense-Viterbo
(FL3) di Trenitalia,
che si presenta ugualmente a binario unico nella tratta fuori Roma. La
differenza sta nell’adozione o meno di sistemi e sottosistemi che per esempio garantiscono
il distanziamento e la marcia dei treni nonché la protezione dei passaggi a
livello”.

In chiusura della Commissione si è deciso di convocare un’Assemblea Pubblica per il 23 agosto alle ore 18.30 presso in Bunker Soratte che vedrà coinvolti i Comuni, compresi quelli della provincia di Viterbo, serviti dalla RomaNord. Invitati a partecipare il personale coinvolto nella gestione dei trasporti locali, appartenente alla Regione Lazio, al XV Municipio di Roma, alle aziende Atac e Cotral.

“Il Comitato Pendolari c’è sempre”, conclude Bonanni, “a supporto di chi vuole il bene della ferrovia e combatterà con ogni forza chi vuole depotenziare o smantellare una linea che dovrebbe essere una risorsa per il Lazio anche a fini turistici. Invece si pensa a rottamare e a distruggere carrozze storiche per far cassa. Ci vediamo presto, tutti uniti e sindaci in testa (da Sacrofano a Viterbo) per ribadire il bisogno di avere un servizio pubblico vero e non questo disservizio pubblico”.

“Riteniamo che non possiamo abbandonare i pendolari”, è il commento finale della Sindaca Valentina Pini, “che ogni cercano di raggiungere il posto di lavoro. Riteniamo ancora che tutte le misure intraprese non sono stati sufficienti per limare le criticità. Chiediamo alla Regione una risoluzione al problema, che travolgerà non soltanto i lavoratori ma anche gli studenti. Cercheremo di coinvolgere i Sindaci dell’asse Flaminia e del viterbese, coinvolti nel disagio, e la stessa Regione come interlocutore. È essenziale la partecipazione all’assemblea pubblica di venerdì 23 agosto, attraverso la quale sarà possibile dare un segnale forte a chi è deputato a dare risposte”. L’unione fa la forza.




Roma, Capodanno: Atac in campo per scongiurare la chiusura della Roma-Viterbo

ROMA – Prosegue, tra defezioni e sorprendenti retroscena, la sfiancante diatriba inerente la programmazione dei trasporti nella giornata del 31 dicembre. Infatti, quando tutto sembrava appianato, e la partita definitivamente chiusa, è spuntata, a sorpresa, una nuova bega che rischia di compromettere l’apertura della tratta urbana della Roma-Viterbo. E questo, mentre il servizio ferroviario della Termini-Centocelle subiva una limitazione in seguito al cedimento di un binario, come denunciato da l’Osservatore d’Italia quattro settimane fa circa. Altra nota dolente.

A poche ore dai festeggiamenti
del Capodanno, l’Atac, e con essa il
Campidoglio, è costretta fronteggiare
un’improvvisa emergenza. Si è riuscita con astuzia a dribblare l’accordo
siglato il 20 dicembre coi Confederali,
emanando il Comunicato al Personale n. 9
a firma del Direttore Ceresatto,
che prevede l’ulteriore extra – comunque legittimo – ai soli macchinisti e capotreno,
garantendosi così la copertura dei turni metroferroviari fino alle ore 3.30 del 1 gennaio, ma questo non sarebbe sufficiente a far dormire sonni
tranquilli ai vertici di via Prenestina.  

Dall’Acqua Acetosa, secondo le indiscrezioni, si sarebbe messo di
traverso il personale di stazione (DCT) della Viterbo, indispensabili per
l’apertura, al punto da spingere Ceresatto in persona a interloquire con le RSU
di riferimento, della CISL e della CGIL. Col chiaro tentativo, estremo, di
trovare una soluzione accettabile e scongiurare la chiusura della linea. Che
avrebbe sicuramenti pensanti ripercussioni a livello politico.  

A monte del malessere ci
sarebbero le tante problematiche presenti nella linea rimaste irrisolte, sotto
il profilo della sicurezza e della regolarità dell’esercizio, segnalate di
continuo dai fonogrammi/denunce inviate all’Azienda dai rappresentanti
sindacali. E, inoltre, le conseguenti condizioni precarie in cui lavorano alle
quali si è aggiunta, nelle ultime ore, la disparità del trattamento economico per
la notte di San Silvestro. Un mix esplosivo.

Le trattative continuano
ininterrottamente, e in modo serrato, anche se le stesse RSU tengono a
precisare che “stante la volontà aziendale di tenere aperta la ferrovia nella
notte del 31 dicembre, fatte le dovute valutazioni con i lavoratori
interessati, e considerato l’accordo sottoscritto il 20 dicembre tra OO.SS. e
Azienda, basato sulle prestazioni volontarie, hanno reputato che la scelta di
prestare la propria opera sia facoltà del singolo dipendente”. E questo apre
uno scenario tutt’altro che rassicurante. Alla prossima puntata.

David Nicodemi




FERROVIA ROMA NORD: ORFANA!

All’incontro, dove Atac e Regione Lazio non sono intervenuti, il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord avrebbe voluto chiedere agli enti gestori, quale sia l’attuale  impegno economico a favore della Roma – Viterbo  e se si intende ulteriormente investire nei prossimi anni .

 

di Gabriella Resse

Riano (RM) – Incidenti e mancanza di presidio, orario in vigore, le penose condizioni di viaggio, carenza  di personale di condotta e di stazione, ritardi, treni affollati e privi di aria condizionata, mancanza di informazioni, scarsa sicurezza, coincidenze che saltano, insufficiente igiene nelle carrozze. Cosa si può desiderare di più da un servizio ferroviario locale?  Questi, sono solo alcuni dei problemi rilevati dal Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord che tramite il suo Presidente-portavoce  Fabrizio Bonanni, da alcuni anni si batte per stoppare questa escalation al degrado della ferrovia Roma- Viterbo. Una tratta che conta un bacino d’utenza intorno alle 100.000 (centomila)  unità al giorno. La seconda linea ferroviaria del Lazio più frequentata dopo la Roma – Lido.

Secondo le denunce del Comitato, Il servizio offerto, presenta standard di sicurezza, qualità ed efficienza del tutto inadeguati al soddisfacimento dei bisogni di mobilità dei cittadini residenti nei territori interessati, senza contare che la Roma -Viterbo e le relative stazioni, sono anche tristemente note alle cronache ,per i diversi incidenti ferroviari  avvenuti nei pressi dei passaggi a livello .

Ed è per questo motivo  che dopo numerosi incontri, denunce e proteste dei cittadini del Comitato dei Pendolari Ferrovia Roma Nord, si è giunti ad un tavolo di discussione.  E’ stato il comune di Riano, ad aver ospitato nella sala consiliare, il convegno organizzato dal Comitato Pendolari, al quale sono stati invitati i sindaci dei Comuni interessati, i rappresentanti delle Province di Roma e Viterbo, i presidenti dei Municipi II e XV di Roma,Cotral, ATAC (ente gestore) e Regione Lazio (ente proprietario della tratta Roma-Civita Castellana-Viterbo) per discutere i problemi raccolti in agenda .

Un agenda corposa, caratterizzata da documentazioni video, fotografiche, statistiche e testimonianze del lacunoso servizio ferroviario offerto. Purtroppo, tranne alcuni sindaci della Valle del Tevere ( tra cui Rignano, Riano, Castelnuovo di Porto, Morlupo, S.Oreste ) ed i rappresentanti di Legambiente e Comitato Barriere per Vivere ; ATAC, COTRAL, REGIONE LAZIO e COMUNE DI ROMA hanno disertato l’incontro, lasciando così molti interrogativi aperti sui problemi posti sul tavolo di discussione ed una diffusa amarezza nei convenuti all’incontro.

C’è stata però un animata serie di interventi da parte di alcuni sindaci interessati da questa tratta ferroviaria, dai quali si è potuto evincere che i problemi del servizio di traporto locale su ferro, vengono da lontano, e che gli intrecci, non sempre chiari, di competenze e responsabilità, alimentano un perenne stato di confusione/frustrazione dei cittadini e degli amministratori locali che, nonostante la buona volontà, non riescono a carpire un impegno preciso ad  Atac e Regione Lazio.

Alcune delle cose più gravi che lamenta il comitato sono:
Persistente carenza di personale.  L’ultima “rimodulazione” non ha risolto alcun problema ed i treni continuano ad essere soppressi.La diminuzione degli Agenti di Stazione. Alcune stazioni (quella di Riano su tutte) sono spesso chiuse. Tutto ciò si ripercuote sul sistema di trasporto locale e privato, scoraggiando l’uso del mezzo pubblico  a favore del mezzo privato che però incrementa traffico ,inquinamento e stress dei pendolari. Corse soppresse. Dal 7 gennaio 2014 è in vigore il nuovo orario che presenta una riduzione delle corse dei treni. Da provvisorie, le soppressioni applicate dal 23 settembre 2013 “fino a nuovo avviso” sono state rese definitive.

Violazione del diritto alla salute. Spesso la sera numerosi senzatetto bivaccano nei pressi delle stazioni, mentre altri salgono sui vagoni in condizioni igienico-sanitarie non consone. E tutto questo in presenza di un articolo del regolamento Atac ,l’Art.17 il quale stabilisce che le persone che possono arrecare danno alla salute altrui, possono essere escluse dalle carrozze dei treni. Gli evasori …, ovvero coloro che sono sprovvisti del titolo di viaggio.

E quali sono le proposte del Comitato Pendolari Ferrovie Roma Nord ?:
L’Orario. Stabilire un orario reale e certo, un riequilibrio del personale in organico e quindi più macchinisti, verificatori e agenti di stazione.
Potenziare la sicurezza dei treni, della linea e dei passaggi a livello a raso ,nonché rimozione delle barriere architettoniche.
Il Customer care. La richiesta è quella di adeguare la carta dei servizi ,fornire informazione in tempo reale, ad esempio con display informativi e orari in tutte le stazioni,  informazioni multilingua per i turisti e contenimento dei disservizi durante gli scioperi.
All’incontro, dove Atac e Regione Lazio non sono intervenuti, il comitato avrebbe voluto chiedere agli enti gestori, quale sia l’attuale  impegno economico a favore della Roma –Viterbo  e se si intende ulteriormente investire nei prossimi anni . .

Loretta Peschi, Presidente del Comitato “Barriere x Vivere”, nato in seguito alla morte di una concittadina di Castelnuovo di Porto per un incidente ad un passaggio a livello della zona, ha analizzato invece le tematiche inerenti la sicurezza ,suggerendo gli interventi necessari per attuarla.

“Il periodo storico di spending review non si presta molto per investimenti su asset non strategici (infatti si preferisce dirottare investimenti verso l’alta velocità che è molto più remunerativa dei treni dei pendolari, secondo la bieca visione di economisti e investitori), anzi si preferisce svendere patrimonio storico, come stanno tentando di fare sulla nostra linea,( svendita vecchi vagoni) piuttosto che valorizzarlo.” Sottolinea in una nota sul suo sito, Il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord
 
Il prossimo 5 giugno ci sarà la conferenza dei sindaci, alla quale saranno presenti anche massimi esponenti della Regione Lazio (salvo imperdonabili defezioni). L’obiettivo è quello  far ripristinare i finanziamenti per questa linea. Senza finanziamenti, il rischio è che questa importante linea ferroviaria di ben 102 chilometri, venga progressivamente smantellata fino alla chiusura.
 

 




FERROVIA ROMA NORD. LINEA ROMA VITERBO: LA SERIE INTERMINABILE DEI PASSAGGI A LIVELLO. QUELLO CHE NON VEDE IL MACCHINISTA

di Gianfranco Lelmi

Viterbo – Avete preso mai il treno della Ferrovia Roma Nord da Roma fino a Viterbo? Ebbene provateci, rimarrete sorpresi. Specialmente se vi mettete vicino al macchinista, vi accorgerete che chi conduce questi bestioni di Alstom su questa ferrovia ha un compito veramente ingrato, un lavoro che richiede la massima attenzione, nervi saldi. Alla fine del viaggio chi guida questi convogli è veramente stanco.

Ne capitano di tutti i colori, gente distratta che si avvicina al treno senza rendersi conto del pericolo che corre, gente che vuole sfidare il pericolo, automobilisti che si divertono a far arrabbiare il povero macchinista passandogli davanti, a pochi metri, mentre il treno sta arrivando, facendo, poi dei gestacci nei suoi confronti.
Di storie strane, ridicole se ne raccontano tante. Poco prima di Civita Castellana un signore, prima di uscire dalla sua abitazione, azionava un telecomando che apriva il cancello del passo carrabile, che contemporaneamente apriva le sbarre di un passaggio a livello che aveva costruito ed installato lungo i binari della ferrovia per proprio conto. Un bel giorno mentre si apprestava ad uscire di casa, dopo aver azionato il su congegno artigianale, rimase investito dal treno, per fortuna con conseguenze non gravi.

Dopo i rilievi e gli accertamenti, gli fu rimosso il suo congegno, dovette ripagare i danni alla ferrovia, si prese una multa ed una denuncia. Altro episodio di alcuni anni fa, è il racconto che alcuni macchinisti fanno dell’incidente avvenuto nei pressi di Fabrica di Roma. Un vecchio Tibb si approssimava al passaggio a livello sito difronte alle ceramiche Erica. Il proprietario di questa fabbrica, raccontano alcuni, forse era in conversazione con il cellulare, non accortosi del sopraggiungere del treno, si avvicinava lentamente ai binari. L’impatto fu inevitabile, per fortuna con conseguenze non serie per l’automobilista. La macchina fu distrutta, era talmente robusta che protesse il guidatore e fece deragliare il treno. Il macchinista racconta che quando andò per soccorrere il poveretto, aveva una faccia grigia che metteva paura.

Quello che lamentano i macchinisti è la mancanza di visibilità ai passaggi a livello spesso creata artatamente. Nei pressi di Riano un incosciente parcheggia sempre la sua auto nei pressi del passaggio a livello, mentre nei pressi di Castel Nuovo di Porto un signore ha tolto le piante che ostruivano la vista sulla strada, pensando bene di sostituire il tutto con un telo verde che seguita a creare problemi alla visibilità.

Poi c’è il discorso dei passi carrabili privati, dove i proprietari sono in possesso di chiave del lucchetto per poter transitare. Ebbene molti di loro lasciano la sbarra alzata, obbligando il macchinista ad un ulteriore rallentamento. Non sanno che potrebbero incorrere in multe salatissime.
Per non uscire dal tema comunque è bene segnalare che il pericolo di frane sui binari, come l’episodio del sasso avvenuto recentemente, l’instabilità di un ponte nei pressi di Castel Nuovo di Porto, creano al treno aggiuntive diminuzioni di velocità.

Comunque l’ultimo incidente di Castel Nuovo di Porto ha lasciato nei macchinisti un segno indelebile, il viaggio Roma e Viterbo è diventato molto più lungo. Specialmente la sera, quando la visibilità è scarsa, il treno, nei pressi di alcuni passaggi a livello procede ad un andatura che è inferiore a quella di quando si dice a “passo d’uomo”.

Tutto questo si ripercuote nell’allungamento dei tempi di percorrenza che arrivano anche a tre ore di viaggio se non oltre tra il capoluogo della Tuscia e la Capitale. Se a breve non verranno messi in sicurezza i passaggi a livello, aumenterà la disaffezione della clientela. Se i sindaci dei paesi posti lungo la linea non adegueranno i piani regolatori alle esigenze della ferrovia, costruendo sottopassi e sovrappassi, obbligando i costruttori dei nuovi centri residenziali a sopportare a proprie spese le opere per non creare problemi al collegamento ferroviario, a breve sarà la paralisi totale, blocco della ferrovia, blocco del traffico stradale. Unica alternativa, resta e resterà il trasporto collettivo, dando la priorità assoluta al treno.

 
 




ROMA-VITERBO, FERROVIA ROMA NORD: TRA SOPPRESSIONE DI CORSE FONDAMENTALI E SERVIZI IGIENICI INDECENTI PARTONO GLI ESPOSTI ALLE PROCURE DI ROMA E VITERBO

di Gianfranco Lelmi

Roma / Viterbo – Ennesima protesta del Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord. Come racconta il presidente del Comitato, in una lettera indirizzata ad ATAC, Comune di Roma e Regione Lazio viene evidenziata la situazione di estremo disagio nella quale vivono i pendolari di questa utilissima ferrovia.
"La soppressione di corse fondamentali crea affollamenti incredibili e disumani. Inoltre – prosegue nella lettera Fabrizio Bonanni – le condizioni igienico sanitarie delle vetture e delle stazioni sono indecenti. Cosa sta succedendo, si domanda l’autore della missiva? Il biglietto che noi pendolari paghiamo non è per avere questo tipo di trasporto pubblico, la capitale d’Italia non è degna di questo servizio, vogliamo che il gestore si adegui agli standard europei". Nella lettera si avverte che verranno informate le Procure competenti in merito allo stato della ferrovia. Successivamente  si è appreso che due esposti sono stati indirizzati alla Procura della Repubblica di Roma e di Viterbo.   

[ PER LEGGERE ILTESTO DELL'ESPOSTO CLICCARE QUI ]

Inaugurata nel 1932, la Ferrovia Roma Nord è sempre stata simbolo di una politica demenziale. Agli sperperi sono seguiti altri sperperi. Nel 1960, la deviazione per il nuovo Cimitero Flaminio ne è la dimostrazione principale. Fu costruita completamente e poi non fu mai utilizzata.
L’interramento del binario di collegamento con le Ferrovie dello Stato, la “vandalizzazione” della stazione di Magliano Romano, lo scarso controllo sull’evasione dei biglietti nella tratta extra urbana, il mancato acquisto dei Firema “Freccia Flaminia”, la carenza perpetua di macchinisti, il totale abbandono ai vandali delle carrozze del 1932 e di quelle più moderne e via dicendo sono alcune delle incredibili vicissitudini di questa ferrovia.

Eppure, benché non siano stati spesi soldi per apportare dei miglioramenti, se non che per la tratta urbana, questa ferrovia si rivela ancora utile. Costruita dopo la ferrovia Roma Capranica Viterbo, con il fine di unire il maggior numero di paesi, permette di raggiungere Roma da Civita Castellana in minor tempo rispetto l’auto. Stesso discorso in merito al collegamento Civita Castellana Viterbo. E la demenza è sempre regnata sovrana, i sindaci dei comuni posti lungo la linea ferroviaria hanno permesso una lottizzazione selvaggia lungo il percorso del treno, senza imporre la costruzione di sottopassi o di cavalcavia, creando sempre maggior ostacoli alla velocità di marcia dei convogli. Così ne hanno risentito i pendolari e gli utenti della ferrovia.

Le promesse attraverso gli anni da parte dei vari politicanti e politici sono state infinite. Investimenti, opere ciclopiche poi più nulla. Ora si presenta all’orizzonte il raddoppio dei binari fino a Riano, poi fino a Pian Paradiso. Sono opere costosissime che forse si fermeranno nel nulla. E’ anche previsto l’allontanamento di qualche stazione dai centri abitati, creando una probabile disaffezione negli utenti della ferrovia. Insomma la demenza regna e regnerà sovrana. Ecco perché si è ritenuto opportuno accompagnare con il Concerto della demenza di Vieri Tosatti, il filmato del viaggio da Viterbo a Roma su questa ferrovia che attraversa paesi ricchi di storia e “paesaggi” di indicibile bellezza. Presto tutto questo rimarrà solo nei video girati.

CLICCARE QUI PER VEDERE IL VIDEO "LA FERROVIA ROMA NORD da VT a RM nr 1"

CLICCARE QUI PER VEDERE IL VIDEO "LA FERROVIA ROMA NORD da VT a RM nr 2"

CLICCARE QUI PER VEDERE IL VIDEO "LA FERROVIA ROMA NORD da VT a RM nr 3"




ROMA NORD FERROVIA: UN MASSO SUI BINARI, LA MESSA IN SICUREZZA ATTESA DAL 1938 E IL MIRACOLO DI SANTA LUCIA

di Gianfranco Lelmi

Viterbo – Ecco cosa appariva il giorno 3 febbraio 2014 su Facebook: Un’enorme sasso caduto sui binari della Ferrovia Roma Nord, nelle immediate vicinanze della stazione di Santa Lucia. Sembra che il macigno, pesante circa 50 chili, sia rotolato, cadendo dalla adiacente parete, sulla strada ferrata. Benché in curva e nelle vicinanze vi sia il passaggio a livello incustodito, il macchinista del treno 405, partito alle ore 09,00 da Viterbo con arrivo previsto a Vignanello alle ore 09,36 , é riuscito a frenare il convoglio evitando un incidente di proporzioni probabilmente disastrose.

Considerando il peso di un convoglio Alstom che raggiunge e sicuramente supera a pieno carico le circa 150 tonnellate, ritenendo che a causa della pioggia e del fango il binario era scivoloso, ricordando che in quel tratto, benché in curva, il treno è autorizzato a procedere ad andatura sostenuta, la bravura e la prontezza del macchinista e del capo treno sono state eccezionali. Le dimensioni ed il peso del masso lasciano pensare che l’impatto contro il carrello anteriore della motrice avrebbe procurato il deragliamento del mezzo con conseguente urto contro le pareti laterali della trincea che costeggia la ferrovia. L’improvvisa decelerazione avrebbe avuto gravi ripercussioni sul vagone e la semi-pilota a rimorchio.

Molti sono i tratti della Ferrovia Roma Nord che assomigliano a questo percorso. La salita dal fiume Treja verso Civita Castellana, il tragitto da Civita Castellana a Catalano, Bagnaia. Hanno tutti delle pareti di roccia, tufo, terra che andrebbero messe in sicurezza con delle reti. Eppure questo non avviene dal 1932, poiché come sempre viene ripetuto il ritornello: “i soldi non ci sono”.

Ciò nonostante, questa odiata ferrovia serve non solo a Roma ma anche a Viterbo. Questa città, al mattino tra le ore 7 e le ore 9 pullula di traffico, l’aria è irrespirabile, i continui disservizi su questa linea hanno allontanato una potenziale, numerosa clientela. La creazione della Circumcimina (i binari già esistono) avrebbe risolto l’annoso e grave problema dell’inquinamento di Viterbo. Gli abitanti dei paesi vicini avrebbero volentieri abbandonato la macchina per un mezzo più veloce economico e sicuro. Peccato che sui giornali di recente edizione abbiamo dovuto leggere che le retribuzioni dei consiglieri regionali sono passate da 48 mila a 63 mia, con un bonus di circa 15 mila euro, forse per lor signor i soldi ci sono.




ROMA, IL COMITATO PENDOLARI FERROVIA ROMA NORD SCRIVE ALLA REGIONE

L. P.

Roma – I rappresentanti del Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord, una unione spontanea di viaggiatori che utilizza regolarmente la ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, attualmente in gestione alla societa' ATAC S.p.A. hanno chisto alla Regione Lazio, proprietaria della linea, un incontro formale per poter discutere della situazione di seguito descritta. “Dopo una massiccia opera di documentazione fotografica (che tuttora continua), – commentano dal Comitato –  abbiamo avuto dei colloqui e degli incontri formali con il Gestore e la situazione e' leggermente migliorata, ma c'e' ancora tanto da fare. Non dimentichiamo che questa linea ferroviaria porta a Roma più di 60 mila persone al giorno e anche molti turisti.

Dal Comitato infine dichiarano che alcuni dei problemi piu' in vista, e dettagliatamente segnalati sul sito pendolariromanord.com sono:
– Soppressione di corse, urbane ed extraurbane
– Mancanza di mezzi sostitutivi di corse non effettuate.
– Arretratezza tecnologica della linea (stazioni non collegate, quindi con diffusione sonora remota impossibile, e mancato rilevamento automatico dei treni).
– Problemi di accessibilita' nelle stazioni (ascensori non operativi in quasi tutte le stazioni, alcune non idonee per il transito di utenti con sedie a rotelle).

Il Comitato, nato nel Luglio 2012, ha un regolare statuto, conta più di 500 iscritti sul canale facebook, altri 300 followers su twitter. Il sito web è http://pendolariromanord.com/