FARMACI DELLA SANDOZ, BENOCRIT E OMNITROPE PERSCRITTI A BAMBINI DA MEDICI COMPLICI PER AVERE GUADAGNI E BENEFIT

Rinviata l’udienza preliminare prevista per i primi di febbraio 2105 con cui ben 48 medici tra informatori farmaceutici della Sandoz-Novartis e medici complici sono stati accusati di prescrivere negli ospedali i farmaci consigliati per permettere di aumentare il fatturato 

 

di Cinzia Marchegiani

E’ ricordato come lo scandalo delle regalie e degli ormoni della crescita dati a massimi dosaggi ai bambini esclusivamente per aumentare i fatturati aziendali. Lo scandalo scoppiato nel lontano maggio 2012 ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 80 persone, tra informatori farmaceutici della Sandoz-Novartis e medici complici che prescrivevano negli ospedali i farmaci consigliati ottenere un mutuo beneficio. Le indagini dei Nas dei Carabinieri accertarono che i medici implicati in questa truffa a danno dei pazienti, avrebbero prescritto dosi massicce di due farmaci, il Benocrit a base di epoetina alfa, indicato farmacologicamente per il trattamento dell’anemia sintomatica associata a insufficienza renale cronica in pazienti adulti e pediatrici, poiché stimola la produzione dei globuli rossi; e l’Omnitrope, l’ormone somatotropo, o meglio conosciuto come l’ormone della crescita. In cambio i compiacenti avrebbero ottenuto vari regali, partendo da viaggi, gioielli fino a contributi per le associazioni. Il Gip di Busto Arsizio lo scorso 29 ottobre 2014 ha archiviato le posizioni di due medici di Ferrara, su richiesta nella stessa Procura che ha ottenuto invece il rinvio a giudizio per 41 persone, con udienza preliminare che appena pochi giorni fa ha prodotto un magro rinvio a giudizio poiché alcune notifiche non sono state recapitate. Le strutture ospedaliere coinvolte in questo scandalo sono decine in tutta Italia, medici nonché primari coinvolti, avrebbero messo in atto il così definito “sistema Sandoz” grazie al quale inserivano i farmaci, poi finiti sotto inchiesta avviata dalle Procure di Busto e Rimini, nelle terapie dei loro pazienti esclusivamente per accedere ai numerosi benefit personali..
I reati loro contestati vanno dall’associazione per delinquere, corruzione, alla distribuzione e somministrazione di farmaci in modo da arrecare pregiudizio alla salute pubblica, fino a istigazione alla corruzione, concussione, frode ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, falsità in atti, comparaggio.

A parlarne interviene Paolo Eusebi, il Consigliere Regione Marche che spiega in dettaglio lo strano caso dell’ormone della crescita e ricorda che proprio nelle Marche, l’ormone era prescitto a go-goe facendo diventare la Regione che prescrive più somatotropina d’Italia: "Da anni denuncio l’abnorme consumo dell’ormone della crescita nelle Marche e chiedo controlli ed un ruolo basilare (da me sempre reclamato giustamente a gran voce per poter avere un controllo serio e scientificamente certificato) da parte del servizio di diabetologia pediatrica del Salesi nel Piano Sanitario Regionale è considerato punto di riferimento essenziale nell’ambito della rete di endocrinologia e diabetologia pediatrica. Tanto per capirci se nel 2010 nella nostra Regione il consumo dell’ormone era pari a 14 mg ogni 100 persone, in Lombardia era pari a 6 mg ogni 100 persone, in Sardegna addirittura 5 mg per 100 persone. Con un costo sociale per noi marchigiani pari ad oltre 8 milioni di euro. E per una Regione che notoriamente non soffre di nanismo è decisamente troppo. Per l’Istituto Superiore della Sanità, i costi ambulatoriali che il nostro Sistema Sanitario Nazionale sostiene per il trattamento con ormone della crescita sono infatti riferibili, in un triennio, a circa 137 mila euro, di cui il 69% (94 mila euro) al momento della prima visita e il 43% per i follow-up; l’89% della spesa è costituito da pazienti in età evolutiva. Si arriva così ai circa 436 milioni di euro/triennio, di cui 380 milioni utilizzati per il trattamento nei bambini. Fatto sta che nell’ottobre del 2012 i Nas di Bologna su input delle procure di Rimini e Busto Arsizio sono intervenuti anche nella nostra Regione dove, dati dell’Istituto superiore della sanità alla mano, si registrano i picchi massimi di consumo dell’ormone di tutto il Paese. Sessantasette i medici indagati (quattro nelle Marche) nell’ambito di una collaudata organizzazione che, per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci destinarti ai bambini per curare i disturbi della crescita, dava o prometteva viaggi, pc, tablet, ipad e persino gioielli. Insomma, più prescrivi e più ricevi. Ora si sta andando avanti con l’accertamento dei fatti e dei diversi livelli di responsabilità e quindi ci si aspetta piena luce su quanto da tempo in Italia e nelle Marche stava accadendo."
Del resto, lo stesso Coinsigliere Eusebi ha chiesto chiarezza in questa vicenda affinché ci sia una vera crescita non solo fisica ma anche di conoscenza vera su come i  figli vengono curati da professionisti seri e non da farabutti che nel paziente e nel servizio sanitario vedono solamente un modo facile facile di far soldi.
"D’altronde– continua Eusebi – il sospetto mi sembra legittimo, mi chiedo per quale motivo il Responsabile di quella struttura del Salesi (la S.O.D di Diabetologia Pediatrica) che, secondo la massima legge sanitaria delle Marche (il Piano Socio Sanitario), è il punto di riferimento della rete di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, non è stato nemmeno inserito (quando dovrebbe presiederla) nella Commissione Regionale per l’Ormone della Crescita.
Perché il Responsabile della S.O.D. di Diabetologia Pediatrica del Salesi, unico pediatra specializzato in Endocrinologia della regione Marche e referente per la nostra regione della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (S.I.E.D.P.) non solo non presiede quella Commissione, ma non ha mai ottenuto, da una classe burocratica infedele e ottusa (e speriamo sia “solo” questo) l’autorizzazione alla prescrizione dell’ormone?
Quando si vedono compiere cose così incomprensibili, che tra l’altro contrastano con la volontà del Legislatore Regionale, da una classe burocratica che troppo spesso si occupa dei propri interessi con maneggi complicatissimi, mi sembra legittimo chiedersi: cosa c’è sotto? Per tentare di riportare a legalità questo strano caso il collega presidente Giancarli ed io abbiamo presentato una mozione n.671 presentata lo scorso 23 aprile 2014 che fu poi approvata."

Dal caso sollevato e dai dati che emergono da questa storia di malasanità viene da chiedersi quanto il sistema sanitario abbia allargato le proprie maglie senza più alcun filtro morale cedendo al business e al compromesso economico, seppellendo drasticamente l’etica caposaldo del giuramento di Ippocrate che dovrebbe contraddistinguere e guidare le scelte del medico. Questo scandalo ha minato in modo viscerale il rapporto di fiducia del cittadino non solo verso le istituzioni ospedaliere, ma in quello più personale e intimo che si instaura tra medico e paziente, che invero diventa la vittima disegnata e inconsapevole per ottenere guadagni facili e quei benefit che non dovrebbero mai varcare la soglia di uno studio medico o un ospedale, che sia esso pubblico e privato. In un mondo dove conta solo ed esclusivamente il fatturato, ci si chiede quanto il mercato farmaceutico, diventato non solo competitivo ma altamente concorrenziale, possa influenzare negativamente i meccanismi di controllo sanitario, dove l’utente finale, cioè il paziente diventerebbe un numero sfacciato. Queste crepe immense esporrebbero, se tali reati fossero dimostrati, crimini nauseabondi, scoperti dalle inchieste specifiche che in realtà neanche dovrebbero partire, che mettono sullo stesso piano il medico ad un sempsemplice affarista che ha trovato la strada più facile per ottenere benefit e denaro sfruttando l’ignaro malato per le proprie patologie. Lo scandalo è doppiamente inquietante dove a serio rischio sarebbero bambini trattati con dosi non idonee alle loro terapie. Tutto ciò potrebbe gettare ombre minacciose sulla gestione della sanità pubblica che indissolubilmente si troverebbe imbrigliata alle regole del business farmaceutico, dove a pagare le conseguenze più gravi e a volte irreversibili sono gli stessi malati oggetto del piano perpetrato, così il crimine diventa aberrante