Falcognana, no alla discarica: sabato la manifestazione in via Ardeatina

Si rinnova la battaglia per dire “no” alla localizzazione della nuova discarica in località Falcognana, lungo la via Ardeatina, in IX Municipio a due passi dal territorio cittadino di Marino. Sabato scorso il comitato promotore “No discarica Falcognana” ha organizzato un presidio in piazza Togliatti a Santa Maria delle Mole, a cui hanno preso parte cittadini e forze politiche e civiche.

“Una lotta senza colore, né ideologia – sottolinea il membro del comitato cittadino, Sergio Ambrogiani -. Una lotta che sabato 14 dicembre, alle ore 12, in via Ardeatina km 14 (direzione Divino Amore,davanti distributore, dopo il ponte) vivrà una nuova tappa. Infatti, chiamiamo tutti coloro che tengono all’ambiente e alla salute,ai figli, a presenziare al nostro sit-in di protesta. Saremo in tanti per dire “no” alla discarica Falcognana, dove si vorrebbero far arrivare i rifiuti di Roma. Ricordo che anche la proprietà del sito, la Ecofer Ambiente, si è detta contraria a questa ipotesi. Insomma, cresce il fronte del “no” e questo è il momento di essere sempre più uniti in questa battaglia di civiltà”.

Sulla falsariga anche l’altro membro del comitato promotore “No discarica Falcognana”, Salvatore Pruiti: “Respingiamo qualsiasi ipotesi di immondizia romana. Si vorrebbe costituire una nuova discarica in una area di grande pregio storico e archeologico, una proposta inaccettabile e illogico, contro la quale la comunità di Marino e del IX Municipio esprime ferma contrarietà. Dunque, partecipiamo numerosi al sit-in di protesta del prossimo 14 dicembre”, ha concluso Salvatore Pruiti




ROMA, DISCARICA FALCOGNANA: NO DEFINITIVO DI IGNAZIO MARINO

Redazione
Roma
– Ieri sera, presso la cooperativa sociale Agricoltura Nuova di Castel di Leva, il Sindaco di Roma ha incontrato i cittadini e i rappresentanti di associazioni e comitati di zona.
Alle numerose istanze provenienti da una platea attenta, che ha esposto le problematiche dell’area in maniera precisa, netta, circostanziata, Ignazio Marino ha dato le sue risposte, premettendo che Roma, con i suoi 2,7 milioni di residenti, è una metropoli complessa che richiede uno spirito collaborativo tra amministrazione e cittadini.

Il Sindaco ha assicurato tutto il suo impegno per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale, per risolvere il problema della mancanza di acqua potabile nella zona Torretta, per tutelare e rilanciare l’Agro Romano sotto il profilo paesaggistico e archeologico, persino la possibilità del ripristino della stazione ferroviaria al Divino Amore.
Tuttavia, come era facile attendersi, l’argomento 'clou' è stato la questione dei rifiuti, sul quale Marino ha assicurato che “Falcognana non accoglierà i rifiuti della Capitale”.

"Siamo soddisfatti delle parole di Marino che dopo mesi di silenzio sulla Falcognana arriva a pronunciare un no definitivo", afferma il Presidio." Tuttavia esprimiamo un cauto ottimismo, in attesa che le promesse del sindaco trovino un riscontro reale".
"Va comunque ribadito – conclude il Presidio – che questo epilogo è stato determinato grazie all'azione di contrasto dei cittadini dell'Agro Romano, che nel momento in cui le istituzioni tacevano, non si sono arresi ad uno scempio ambientale che avrebbe ulteriormente aggravato una situazione già compromessa dalla presenza del sito della Ecofer, sul quale il Presidio ha chiesto la chiusura definitiva e la bonifica".
 




FALCOGNANA, DISCARICA: INIZIA L’INCUBO

 di Christian Montagna

Roma – Più di cento lunghi ed interminabili giorni di protesta contro la possibile apertura della discarica sostitutiva a Malagrotta. Il neoeletto sindaco Ignazio Marino e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti individuano la soluzione al km 15.300 di via Ardeatina, in una vasta area verde circondata da fattorie e centri abitati e dove risiede la già attiva discarica di proprietà dell'Ecofer.

All'Italia non è bastata la denuncia della Corte Europea di Giustizia nel marzo 2013 per la cattiva gestione dei siti  e a nulla son servite le manifestazioni dei cittadini in piazza davanti al palazzo del governo. La situazione resta ancora in attesa e per gli abitanti di Falcognana ha inizio un lungo calvario.

Poche sedie ed un gazebo è ciò di cui si sono servite una cinquantina di persone per instituire un presidio attivo 24 ore su 24 per evitare il possibile scarico dei camion.

Ieri, lunedí 11 novembre l'incontro con il portavoce Alessandro Lepidini. Una situazione drammatica è quella che ci viene descritta: gli abitanti della zona si sentono abbandonati dalle istituzioni e da un governo inerme.

Le condizioni delle periferie sono sempre più allarmanti, troppo spesso subiscono e passano in secondo piano. Lepidini chiede più certezze e meno parole ma soprattutto la garanzia che una nuova Malagrotta non ci sarà!

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MALAGROTTA: NUOVA RESIDENZA PER I RIFIUTI SENZA FISSA DIMORA …

Luca Pagni

Bracciano (RM) – In questi giorni si è parlato moltissimo della nuova residenza che i rifiuti senza fissa dimora di Malagrotta stanno per adottare, addirittura la scatola parlante, detta TV, affermava che sarebbero andati al nord tra Veneto e Liguria, il trasporto, ovviamente, su gomma.

Lunedi scorso si è verificato un interminabile e grottesco consiglio straordinario della Regione Lazio richiesto da M5s, proprio in merito alla questione rifiuti, dove il Presidente Zingaretti e la sua squadra di cavalieri senza volto, avevano affermato come possibile nuova soluzione, il sito di Falcognana. In tutti questi anni di sfruttamento del riciclo, nella gestione e nella compravendita dei rifiuti si continua a parlare di emergenza, siamo invasi da emergenze come fossero il nuovo oppio dei popoli. Si chiude Malagrotta, forse, ma solo forse, si manda a casa Cerroni, di sicuro si lasciano a casa centinaia di famiglie a causa della non volontà dei vostri governanti di usare l’emergenza come una possibilità.

Si potrebbero adottare modus operandi virtuosi seguendo esempi di stati vicino come la Germania e la Svezia. In realtà continuano a prenderci in giro, a far passare come verità assolute e uniche soluzioni di rimedio le loro bugie; in verità, tra le segrete, si svolgono riunioni in cui Istituti pubblici o parastatali, amministrazioni comunali, provinciali e regionali si accordano e firmano la condanna a morte dei nostri territori. Il 9 settembre 2013 il Comune di Bracciano, capitanato dal principe ventennale del castello, e la società partecipata “Bracciano Ambiente”, hanno emesso un bando di gara per la gestione di un trimestre di rifiuti che si chiuderà il 31 dicembre 2013 (pari a 20.000 tonnellate) per la somma di 60 euro a tonnellata; ghiotta occasione per tentare di coprire l’enorme buco in bilancio della “Bracciano Ambiente” che grava e continuerà a gravare sulle spalle dei cittadini dei comuni che conferiranno nella discarica di Bracciano.

Continuano a prenderci in giro, continuano a decidere per noi senza chiedere mai, continuano con i loro sorrisi a dire che non dobbiamo preoccuparci, ci mischiano le carte e rendono i giochi difficili solo per il gusto di complicarli e farci arrendere. Ci dicono che tutte le soluzioni possibili sono già state vagliate ma che proprio non si poteva fare diversamente. Si appellano alla legge 24 Dicembre 2012 n. 228 nota come “Legge di stabilita' 2013”. Non lo diciamo noi, lo dice la legge stessa: è questione di bilancio!

La salute dei vostri figli vale meno del bilancio dei vostri comuni, il futuro delle vostre famiglie è irrisorio rispetto al colore rosso o verde dei semafori bancari. Il nostro appello ora è ai cittadini che vivono e crescono la loro prole in queste terre strumentalizzate dalle lobby, unitevi a noi, unitevi e mettetevi dalla parte della barricata dove la parola d’ordine è diritto alla salute. M5s Anguillara Sabazia si pone contraria all’immissione dei rifiuti di Ciampino, Fiumicino, Roma Capitale e Città del Vaticano; quattro comuni che si andranno ad unire ai già 25 presenti nella discarica. M5s Anguillara Sabazia è pronta a battersi per il diritto alla salute di tutti noi e voi ma chiediamo il vostro aiuto, il sostegno e l’appoggio. Scendete in piazza con noi, manifestate la vostra opinione e obblighiamo le nostre amministrazioni a prendersi le proprie responsabilità dimostrandoci consapevoli e informati; rendiamo atto a Carlo Cattaneo, a Giuseppe Mazzini, ai nostri padri fondatori, a tutti quegli uomini e donne che hanno dato la vita per il sogno della libertà e pretendiamo di ritornare a essere lo Stato perché lo Stato Siamo Noi!
Se volete la pace dovete preparare la guerra!
 




ROMA, PROTESTA DISCARICA FALCOGNANA: AL DIVINO AMORE NON SI PASSA!

Maria Lanciotti

Roma – Come un fiume in piena diretto al mare. Che s’ingrossava strada facendo, quando da ogni traversa della via Ardeatina fluiva altra gente.

Mentre i residenti di Santa Maria delle Mole viaggiavano a piedi (sette chilometri, una lunga processione come si usava in passato per impetrare grazie alla Madonna, con stendardi e sacre icone e tanta fede) per convergere con gli abitanti dei quartieri Spregamore, Castel di Leva e Porta Medaglia al luogo del raduno, l’ingresso della discarica al chilometro 15,3 della via Ardeatina dove da alcuni mesi staziona, giorno e notte, il Presidio No Discarica al Divino Amore. “Al Divino non si passa” e “No Discariche” il grido unanime di cinquemila battaglieri cittadini, uniti e compatti, quel “muro di gente contro la nuova Malagrotta” che il Presidio aveva annunciato per lunedì 30 settembre, ultimo respiro per l’ultratrentennale megadiscarica di Manlio Cerroni, che ora parte lancia in resta per la riqualificazione del sito che lo terrà impegnato per i prossimi decenni. Inizia così la Notte Bianca contro la nuova discarica, fra suono di campanacci, trombe e tamburi e fischietti spaccatimpani. Intanto si è fatto notte, tutto intorno buio pesto, il presidio faro nella nebbia fitta.

Qualche domanda a lume di naso: “Perché no alla discarica?” Fabio, 32 anni, quartiere Spregamore: “Vogliono inquinare la zona dove sono cresciuto, una delle poche zone verdi rimaste. Un altro pezzo di polmone verde che se ne va”. Gian Marco, 35 anni anni, Trigoria: “Questi  speculatori folli non sono uomini, non hanno coscienza”. Giovanni, 29 anni, Pavona: “C’è da vergognarsi di fronte al mondo, ci stanno sotterrando un poco al giorno senza che si opponga una vera rivolta popolare”. Fabio, 73 anni, Santa Maria delle Mole: “La salvaguardia del territorio è importante per la nostra continuità di vita. Qui ci sono ancora i pastori, i caseifici, gli allevatori di bovini, gli agricoltori che coprono i mercati di Roma”.  “Mara, 41 anni, Santa Palomba: “No alla discarica perché non è a norma.

L’Unione Europea ha dato linee guida, che siano rispettate. Siamo stati anche multati, ma tanto chi paga?”. Laura, 40 anni, Frattocchie: “Nella nostra zona già ci sono tante cose che compromettono la nostra salute: l’aeroporto di Ciampino, il gas radon, la viabilità insostenibile. Ci stanno intossicando. Io qui ci sono nata e non so che fine farò, ma mio figlio?”. Carlo, 70 anni, via del Divino Amore: “Non si fa la discarica fra le case, vicino alle scuole, in mezzo alla gente”. Francesco, 24 anni, EUR Torrino: “Non è giusto per le famiglie che vivono qui. È un discorso di umanità”. Riccardo, 20 anni, Laurentina: “È assurdo. Ancora certi metodi nel 2013”. Marco, 47 anni, Spregamore: “Vivo a un chilometro e mezzo dallo scempio che voglio fare. Siamo seicento abitanti. Spero si riesca a fermare questa cosa. Quando sono venuto ad abitare qui, nel 1981, era solo bosco. I nostri politici (le istituzioni del Municipio IX, ex XII) hanno messo divieto di transito ai camion oltre le sei tonnellate e mezzo. I camion per i rifiuti portano 25 tonnellate, come dicono. Mi devono spiegare dove andranno a passare. Il divieto di transito per i mezzi pesanti parte da stanotte a mezzanotte”. Otello, 56 anni, della Falcognana, facente parte del Presidio: “Siamo organizzati abbastanza bene. Ci siamo divisi in vari gruppi che operano anche in forma investigativa. Siamo arrivati anche all’ingegner Fiori della ECOFER Ambiente.

Qui c’è già una discarica e non è vero che non inquina. Da buoni italiani lo vai a scoprire solo quando succede vicino a casa tua. Si è costituita l’associazione Presidio No Discariche. Parteciperemo alla lotta per l’Ambiente. La politica sta sotto e gli interessi sopra, chi può risolvere sono solo i cittadini.  Non siamo assolutamente politicizzati. Alla manifestazione a Roma, come è normale che sia, le varie anime politiche ci hanno provato, ma noi diciamo fuori i politici. I politici non risolvono i problemi, i politici li creano. La prossima mossa sta a loro. Se vogliono lo scontro siamo qua. Noi le mosse le abbiamo fatte tutte”. Quando anche l’ultima ondata di gente trova sistemazione nella marea dei manifestanti, dal palco inizia il primo intervento da parte di un rappresentante del presidio, se non andiamo errati Silvio Talarico, e attorno si fa assoluto silenzio. “No alle discariche. Al Divino Amore non si passa. Oggi un certo ministro (Andrea Orlando, Ministro dell’Ambiente, ndr) si è preso del tempo per pensarci ancora. Noi siamo tanti e saremo sempre di più. Avevamo promesso un muro di gente ed eccolo qui.

Al Divino Amore non si passa. E nemmeno a Marino (Roma). Questa è la nostra festa. Questa si chiama Democrazia. Questa è la dimostrazione, non si azzardassero a venire qua. Perché noi siamo tutti qua. Non ci fermeranno. Questo è solo l’inizio, noi non ci fermeremo. Per i nostri padri, per i nostri figli, per la nostra casa e per la nostra Natura. Questa notte si farà la veglia per la difesa del territorio, a mezzanotte ci sarà anche il Parroco del Divino Amore per una veglia di preghiera. Questa è legittima difesa. Contro una scelta illegittima senza alcun tipo di attenzione per i cittadini. La ‘primavera di Roma’ continua. Queste scelte non le subiremo. Faremo fare retromarcia costi quel che costi. Oggi è il 30 settembre. Due mesi di lotta del presidio. Grazie a tutti quelli che non hanno lasciato un minuto, anche quando tutto sembrava perduto. Questa è una cittadinanza con la schiena dritta, pronta a lottare per i propri diritti. E li difendono. L’Ue ci ha multati perché c’è Malagrotta. E parlano di emergenza. Si cancella una discarica, si fa una Commissione per aggirare le norme e la raccolta differenziata no!  E i nostri bambini, e il nostro futuro? Buttiamoci pure la monnezza sopra! No, grazie! Qui noi aspetteremo l’alba”. In cinquemila, media per difetto dei partecipanti alla protesta.  
 




FALCOGNANA, DISCARICA: IL SACCHETTO DOVE LO METTO?

Maurizio Aversa

Roma – Le moderne società occidentali producono in eccesso merci. Molte di queste merci invece che avere una propria vita di riproposizione dell’oggetto, viene, con tempi diversi, destinata a diventare rifiuto. Col passare del tempo, il produrre merci, che si accumulano o sotto forma di merci-beni o sotto forma di rifiuti, sta portando al collasso questo tipo di impostazione. E’ una delle contraddizioni delle società capitalistiche-individualiste-consumistiche.

Ma se ne può uscire. Ad esempio, gli organismi preposti, la programmazione nazionale in materia; le regioni per l’organizzazione a vasta scala; i comuni per il funzionamento quotidiano; possono attuare politiche virtuose. Così le pratiche, gli indirizzi politici di gestione, di una parte del rifiuto, intercettato prima che divenga rifiuto è già una risposta concreta. Infatti la politica del riuso, sia esso organizzato socialmente quasi a costo zero, sia esso organizzato come mercato parallelo (mercato dell’usato), fa in modo che la montagna dei rifiuti si abbassi notevolmente. Il riuso è un comportamento individuale ma dagli enormi effetti sociali, ambientali e culturali. Per questo non può essere “solo” previsto: ma sostenuto, organizzato, stimolato da politiche attive nazionali, regionali e comunali. Chi non lo fa, anche occupandosi seriamente delle politiche dei rifiuti, sicuramente fa un grosso errore. In modo analogo, una grande parte del rifiuto, una volta divenuta tale, non è indistintamente omologabile come una materia inerte non più utile a nulla.

Di solo ingombro per la società. Al contrario, percentuali sempre più alte, grazie a tecniche di raccolta e trattamento dei rifiuti consente di far emergere dai rifiuti materie prime da re immettere nei cicli produttivi dei beni. Lo si fa coi metalli; con gli olii; con il legno; con la plastica; con il vetro; con la carta e così via. Per ottenere questi risultati è sufficiente scegliere, grazie ad una programmazione nazionale, ad una organizzazione regionale e ad un intervento quotidiano dei comuni di attivare la raccolta differenziata, la più dettagliata possibile. Ovviamente, quando non si parla più solo di rifiuti in generale, ma includendo particolarmente il rifiuto proveniente dalle abitazioni e dalle attività cittadine quotidiane (dalla raccolta delle foglie, alla risulta delle attività di ristorazione ecc.) una fetta della famigerata montagna dei rifiuti appartiene al “rifiuto umido”.

Questo va trattato in modo particolare, può a sua volta essere oggetto di riconversione della materia e può, a seconda dello stadio di perfezione di organizzazione della attività capillare dalla raccolta fino alla tecnologia a disposizione del trattamento, avere comunque una parte ancora da smaltire. Che sarà, naturalmente infinitamente, quantitativamente più piccola rispetto al dato di partenza. Quindi, per essere concreti, nella prospettazione della situazione attuale, in Italia c’è un indirizzo, che sempre più prende piede – anche se non sostenuto in modo evidente con pressanti campagne di comunicazione – di agire sulle politiche dei rifiuti, intanto privilegiando la scelta del riuso e del riciclo. Quindi, come nel Lazio, e come è stato già per la Provincia di Roma, si è scelto un indirizzo di sostegno attivo, con interventi a favore, con aiuti, per l’attivazione della massima capillarità della raccolta differenziata. Questa per essere tale ed efficace, come sopra ricordato, deve basarsi sulla raccolta porta a porta. I comuni che attivano queste politiche, questa scelta organizzativa, non solo fanno bene nell’immediato, ma contribuiscono, collaborano, tendenzialmente affinchè si giunga nel tempo al Rifiuto Zero. Cioè, questo tipo di organizzazione, se bene attivata, organizzata, gestita, è la strada maestra per giungere all’obiettivo del Rifiuto Zero. Se non ci si attiva, e chi ha scelto di non attivarsi in tal senso, per quante parole possa utilizzare, ha scelto di “produrre rifiuti”! Quindi come si vede, i comportamenti individuali, che sono semplici e possibili – come accendere e spengere un interruttore della lampadina – uniti ad una buona scelta amministrativa, portano a sicuro successo.

Con vantaggi per l’ambiente, per la salute, per qualità del vivere quotidiano, per le casse pubbliche e quelle delle famiglie. A livello storico, questa percezione, questa consapevolezza, e la certezza che fosse possibile maturare un differente approccio al problema rifiuto è stato lento ma non si è mai arrestato. Si stanno evolvendo sempre più sistemi e tecnologie (con relativo dibattito annesso) che vogliono utilizzare il rifiuto come risorsa agricola, o come fonte energetica e così via. Alla base di qualsiasi di queste scelte “finali” c’è la considerazione di due punti fermi: per portare l’organizzazione della raccolta (inclusa la raccolta porta a porta) ad un buon livello, ad una efficacia vera di tutto quanto abbiamo prima prospettato, ci vuole un tempo medio, sicuramente più di un anno.

Più di un anno dal momento della scelta e dalla partenza organizzativa, non da oggi che viene qui esposto il problema. Ora, senza fare solo polemica politica, è evidente che il tempo perso (letteralmente: tempo non utilizzato) come ha fatto il Comune di Marino nel non organizzare una raccolta porta a porta da almeno otto anni (cioè da quando una stessa amministrazione, Palozzi sindaco e la destra al governo) ha messo nelle peggiori condizioni la cittadinanza e il comune di Marino. Ad esempio, invece sia Ariccia che Ciampino, grazie a queste politiche sono alla differenziata con percentuali vicina al 70%. Quindi, sicuramente qui a Marino, d’ora in avanti, occorrerà fare esattamente l’opposto di quanto sostenuto dalle precedenti amministrazioni. Anzi, si potrebbe perfino ipotizzare che la destra smentisca se stessa e i precedenti otto anni di errori, imboccando adesso la via del porta a porta: i cittadini se ne avvantaggerebbero. Ma non sappiamo se sarà così feroce con se stessa e generosa coi cittadini: per ora ha scelto la via facile. Urlare in piazza, perfino col vicesindaco con la fascia tricolore contro l’utilizzo della Discarica della Falcognana. La vicenda della discarica sulla via Ardeatina nasce da alcuni fatti positivi che non si possono sottacere. In primo luogo, se non ci fosse stata la scelta di chiudere definitivamente Malagrotta non si sarebbe posto neppure il problema. Almeno non come viene percepito oggi. Ma nessuno, nessun cittadino di buon senso, nessun amministratore responsabile direbbe oggi di prolungare l’attività della megadiscarica più grande d’europa. La Giunta regionale, il Presidente Zingaretti, che va valutato non solo per le parole che adduce a indicazione del programma futuro, ma soprattutto per la realizzazione delle politiche innovative del porta a porta in Provincia di Roma, ha motivato che il piano della gestione dei rifiuti per la chiusura definitiva di Malagrotta prevede: il trasferimento della gran parte della raccolta dei rifiuti di città presso conferimenti fuori regione ( e l’Ama ha reso noto che sono state già assegnate due gestioni per due mesi rinnovabili per altri due); ed una piccola parte presso una discarica provvisoria, nel caso individuata a Falcognana. Noi riteniamo che ci sia stato un errore di condivisione delle conoscenze di fatti oggettivi (tecnici e scientifici) nella gestione che ha condotto alla scelta di Falcognana. Riteniamo che l’elemento di controllo democratico, per l’evidente percezione di disagio e preoccupazione, andava sollecitato e favorito quando è stato richiesto. C’è stata una preoccupazione “difensivista” della attuazione del progetto generale e della scelta particolare che ha creato malumore. Questo non è giusto. Perché i cittadini se coinvolti, non è detto che non possano giungere alle stesse conclusioni delle scelte di programmazione del piano.

Ora che la scelta è compiuta e che un po’ della fiducia è stata rovinata, lo spazio percorribile resta la pratica della trasparenza totale sulla gestione della discarica. Così come la certezza, grazie alla presenza di step verificabili (immaginiamo ne esistano) della data da concretizzare per la provvisorietà. Del resto il composito movimento, caratterizzato da varie parole d’ordine: dal semplice no alla discarica, fino alla richiesta di obiettivi di alternative totali alle politiche dei rifiuti per giungere alla scelta del Rifiuto Zero; proprio perché spinto a non mostrare fiducia per l’assenza di partecipazione alla conoscenza e alle scelte finali, non è stato in grado di attivare canali vertenziali tali da porre due (o più) soggetti sociali e politici a confrontarsi sull’insieme di scelte e tempi e controllo democratico. Scegliere di farlo ora è un recupero di credibilità possibile e di un riconoscimento di diritto democratico esercitato dal basso. Noi riteniamo che sia Zingaretti e la giunta regionale, che il movimento dei comitati debbano esercitare un confronto diretto dove riconoscere il ruolo di controllore al movimento. Indipendentemente dai controlli istituzionali già esistenti; indipendentemente dal ruolo orizzontale che vorranno svolgere le istituzioni locali come i Comuni e le Circoscrizioni in questa vicenda. Chi si tira indietro da ciò è come se tradisse lo spirito di innovazione delle politiche a Rifiuto Zero che giungono dopo il porta a porta da attuare;  ed è come se tradisse la richiesta di partecipazione e di conoscenza diretta venuta dalle migliaia di cittadini che stanno lottando e che si sono impegnati.
 




ROMA, FALCOGNANA: TROPPE OMBRE INTORNO ALLA DISCARICA

Redazione

Roma – “Nonostante il Consiglio straordinario fiume, troppe opacità aleggiano ancora intorno a Falcognana e Malagrotta e troppe domande non hanno trovato ancora una risposta. Zingaretti, a sei giorni dalla finta chiusura della discarica più grande d'Europa, sta correndo su un filo di lana molto pericoloso", così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale e componente della commissione Rifiuti e Ambiente, annunciando la presentazione di un’interrogazione urgente in merito agli ulteriori conferimenti nella discarica di Malagrotta dopo la chiusura annunciata del 30 settembre.

“Continua ad esserci troppa confusione sui numeri rilasciati dalla Colari sui rifiuti abbancati a Malagrotta se confrontati con la quantità che verrà sversata a Falcognana e la parte che invece verrà portata al di fuori della Regione Lazio, per cui si attendono ancora i dati della gara bandita da AMA e il relativo vincitore. La matematica non è un'opinione. Numeri che necessitano di essere chiariti anche perché ad oggi non è stato ancora stabilito se gli scarti dei TMB di Malagrotta continueranno o meno a restare in discarica anche dopo la sua chiusura. Vorrei ricordare a tal proposito, come trapelato anche nell’audizione in Commissione Ambiente, che la FOS, in base alla normativa vigente, non può essere utilizzata quale materiale utile per il “capping” di Malagrotta. Come primo atto, dal momento che il duo Zingaretti-Civita prima in Provincia ed ora in Regione Lazio non sa ancora esprimersi sulla scelta di un sito definitivo, ci aspettiamo dal commissario Sottile il ritiro dell’AIA rilasciata per Monti dell’Ortaccio. Su questa storia dei rifiuti la dignità ed il rispetto dei cittadini di Malagrotta e Falcognana sono stati calpestati ancora una volta da una classe politica incapace di metterci la faccia. A quanto pare ancora oggi”, conclude Santori.

Intanto il Comitato No discarica Santa Maria delle Mole parla di disastro ambientale annunciato

"Quanto riportato a seguito del Consiglio straordinario della Regione Lazio sulla discarica della Falcognana svoltosi ieri alla Pisana ha del paradossale". Eì quanto dichiara il Comitato no discarica Santa Maria delle Mole.
"E' di una gravità inaudita, infatti, che si parli di un sito che dovrebbe secondo Zingaretti, ospitare i rifiuti della capitale quando finora nessun organo competente, tra cui l'Arpa, ha mai dato pareri favorevoli all'apertura di una discarica in questo territorio e neppure al ministero della Salute risulta esserci una richiesta in tal senso. E' a dir poco vergognoso basarsi, come sta succedendo adesso, sugli studi di Ecofer del 2003 che guarda caso è contemporaneamente controllore e controllato. Proprio così stanno le cose", ribadisce il Comitato.

Il Presidio di Falcognana e il Comitato di Santa Maria delle Mole hanno depositato in data odierna presso la ASL RMC e presso la RMH in data 21 settembre 2013 uno studio di impatto ambientale presso i dipartimenti di prevenzione territoriali (poteri di polizia giudiziaria).
Lo studio è mirato in particolare sull' acqua, l'aria e le falde profonde e superficiali, nonchè su animali e persone per valutare nel breve, medio lungo termine le conseguenze assimilabili che i cicli urbani avrebbero sull'ecosistema alla Falcognana. Territorio che, ricordiamo, il commissario Goffredo Sottile ha indicato ostinatamente come la nuova discarica di Roma.

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ROMA, DISCARICA FALCOGNANA: CI ANDREBBERO 300 TONNELLATE AL GIORNO CONTRO LE 1.500 PRODOTTE

Donato Robilotta – Coordinatore dei socialisti Riformisti

Ho sempre ritenuto che portare i rifiuti fuori Regione o all’estero fosse una vergogna, simbolo di una classe politica che non riesce a risolvere i problemi per non assumersi le sue responsabilità.

Ma stando alle dichiarazioni ufficiali del commissario Sottile, che a Falcognana ci andrebbero solo 300 tonnellate al giorno delle 1.500 prodotte ogni giorno a Roma, dunque meno del 20%, cosa che non risolve la questione del sito alternativo a Malagrotta, che invece devono scegliere le istituzioni locali, mi chiedo se non sia più utile a questo punto portare fuori anche questi rifiuti.

A che serve creare tutto questo contrasto con le popolazioni locali se il sito indicato non risolve il problema e ne crea di nuovi? Probabilmente solo a far dire che è stata chiusa Malagrotta, che invece chiude per esaurimento naturale.

Oltretutto non è affatto vero che la parte del sito che dovrebbe ricevere i rifiuti urbani invece del fluff non avrebbe bisogno di nuove autorizzazioni, alla luce dei vincoli paesaggistici del decreto Bondi, perché i codici dei rifiuti urbani, anche se trattati, sono ben diversi da quelli delle macchine rottamate.

A questo punto dunque forse sarebbe meglio portare tutto fuori, far decantare la situazione, rientrare nella normalità, e affrontare la discussione su un nuovo piano rifiuti che programmi non solo l’individuazione di un sito di una discarica dentro i confini di Roma ma anche la costruzione degli impianti di compostaggio, altrimenti la raccolta differenziata non può aumentare, gli impianti di TMB che sono già autorizzati, le due linee del gassificatore di Malagrotta e quello di Albano.

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ROMA, DISCARICA FALCOGNANA: FUGA DI RESPONSABILITA'

Redazione

Roma – Il presidio denuncia tutte le istituzioni coinvolte nell'individuazione del sito della Falcognana, in quanto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando si era impegnato a fare tutti gli accertamenti del caso, che però non sono stati mai resi pubblici. "Siamo di fronte a una palese violazione degli tabella della Costituzione, ovvero il 9 che sancisce la tutela paesaggistica e il 32 che tutela la salute pubblica. nella totale assenza di qualsiasi valutazione correlata a questi due principi costituzionali", dichiara il Presidio No discarica Divino Amore.

"Ma non è tutto", puntualizza il Presidio. "Non si vedono coinvolti nel processo decisionale il MIBAC, il ministero della Salute, enti di cui il Presidio ne ha chiesto la presenza con forza e fin dall'inizio della vertenza. Il ministro si era impegnato a parole a pubblicare le carte, ma non lo ha mai fatto, il commissario Goffredo Sottile ha presentato il 12 settembre la relazione integrativa, tutt'ora secretata. Zingaretti, che dovrebbe riunificare queste richieste e fare chiarezza sulle autorizzazioni ambientali accordate alla Ecofer, tenendo conto del vincolo Bondi, fa orecchie da mercante. Almeno, il governatore del Lazio, faccia le verifiche su chi ha firmato gli atti autorizzativi di questa discarica. Marino, il sindaco fantasma, ha declinato ogni responsabilità, almeno per questa periferia. Il primo cittadino, come anche la giunta precedente guidata da Gianni Alemanno devono dare spiegazioni sui 52 milioni stanziati il 4 agosto 2012 per il "Patto di Roma", che prevedevano l'inizio della raccolta differenziata porta a porta, mai partita".
Anche l'assessore all'ambiente Estella Marino, – continua il Presidio – sembra scomparsa di scena. Addirittura si è trincerata dietro ad un mutismo impenetrabile. Ricordiamo che risolvere la questione rifiuti significa coinvolgere tutte le istituzioni, le quali, ahimè, sono incredibilmente fuggite. Per questo sono tutte colpevoli, nessuno escluso, dalle giunte precedenti fino a quelle attuali".

"Stiamo assistendo ad una emergenza rifiuti costruita ad arte per ingrassare i soliti noti, in cui gli unici danneggiati risultano essere i cittadini. Il ministro dell''Ambiente s'informi anche su Roncigliano dove viene sversato il 'tal quale' e faccia le verifiche sulla storia dell'arte dell'Ecofer. Noi oggi,- conclude il Presidio – in questo scenario dove le istituzioni si sono dileguate, manifesteremo ancora una volta contro la discarica al Divino Amore. Lo faremo nei modi pacifici e civili che ci hanno sempre contraddistinto, con un corteo che partirà dal presidio al chilometro 15 dell'Ardeatina e si concluderà al Santuario del Divino Amore. E diremo a gran voce che sono tutti colpevoli di questo scempio ambientale. Oggi ricordiamo con una certa soddisfazione che il ministro Bray si è fatto carico delle responsabilità del suo ufficio, chiarendo una volta per tutte le verifiche di compatibilità con i vincoli paesaggistici presenti nell'area della Falcognana".

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FALCOGNANA: IL PRESIDIO NO DISCARICA ANNUNCIA RESITENZA A OLTRANZA E LOTTA SENZA QUARTIERE

Redazione

Roma – "Ignazio Marino si dimostra il perfetto esecutore degli ordini di Nicola Zingaretti e nel fare questo palesa tutte le contraddizioni di un sindaco sempre più inadeguato alla carica che svolge vista la completa indiufferenza rispetto ai tanti elettori che vivono e lavorano nell agro romano". E' quanto dichiara il Presidio No discarica Divino Amore.
"Marino, nel suo discorso durante la Festa Nazionale dei Giovani Democratici,  parla di prospettive a lungo termine, almeno 30 anni. Gli ricordiamo che, proprio questo, è il periodo minimo per registrare gli effetti devastanti su un territorio in cui è presente una discarica. Non si comprende come Marino voglia dimostrarsi credibile, dicendo che verrà riempita una buca che durerà 2 anni utilizzando solo 12 camion al giorno. Allora se la realtà è questa perché non spedire anche questa minima parte all'estero?2

"Non ci fidiamo più di un sindaco che dimostra tutta la sua arretratezza culturale in tema di rifiuti. La cosa ancor più grave è che Marino è anche un medico e dalle sue dichiarazioni si evince che non abbia letto abbastanza sui rischi legati alle discariche e alle conseguenze per i residenti. Ricordiamo – continua il Presidio –  che il sindaco nell'incontro del 5 agosto si era impegnato a valutare attentamente tutti gli aspetti problematici connessi alla discarica della Falcognana.  Aveva promesso, sue parole testuali,  che la decisione "sarà basata essenzialmente sulle condizioni idrogeologiche degli studi fatti e dei rischi sulla salute dei cittadini".
"Adesso renda pubbliche le carte e dimostri che ha lavorato e soprattutto che la sua decisione non è imposta dai poteri forti".

"La superficialità del sindaco Marino e del governatore Zingaretti ci lasciano  interdetti. Sarebbe il caso – sottolinea il Presidio –  che si preoccupassero della legittimità delle autorizzazioni rilasciate e firmate  da due pluri indagati provenienti entrambi dalla giunta Polverini e che il presidente della Regione ha riconfermato nei loro incarichi. Insomma, dalla vicenda si potrebbe evincere  un sistema di connivenze le cui vittime sono i cittadini e la loro salute. Quello che sta avvenendo è davvero vergognoso come lo è il fatto che i compattatori dell'Ama durante la notte vadano a conferire 'tal quale' nella vicina discarica di Roncigliano. E' tempo di mettere fine a questi scempi. Il presidio dichiara resistenza a oltranza e lotta senza quartiere. Tutte le istituzioni dal ministro dell'Ambiente, al Comune, alla Regione passando per il commissario Goffredo Sottile sono messe sotto accusa per questi comportamenti degni da istituzioni del terzo mondo, con tutto il rispetto per il terzo mondo…"

"Tutti i cittadini – conclude il Presidio – che vogliono coltivare la speranza del futuro sono chiamati a partecipare in massa alla manifestazione del 21 settembre contro tutte le devastazioni ambientali, con la quale pretendiamo la retromarcia dei decisori sulla vertenza della Falcognana e su tutte le altre vertenze che inquinano il nostro futuro".
 




ROMA, DISCARICA FALCOGNANA AL DIVINO AMORE: SI FARA' E I SINDACI DEI CASTELLI ROMANI INSORGONO

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Redazione

Roma / Castelli Romani – La discarica di Falcognana si farà. È questa la desolante risposta che si sono sentiti dare ieri mattina (13 settembre 2013) il presidente del Consiglio comunale di Marino, Stefano Cecchi, e il vice sindaco di Castel Gandolfo, Giacomo Moianetti, dal commissario Goffredo Sottile, durante l’incontro che si è tenuto a Roma negli uffici del ministero dell’Interno. Sottile ha in pratica confermato le indiscrezioni di stampa di ieri mattina secondo cui delle 1.500 tonnellate di rifiuti prodotti a Roma ogni giorno, 1.200 verranno mandate dall’Ama fuori città, e le altre 300 verranno ammassate nella discarica della Falcognana con un transito di circa 12 camion giornaliero. Il commissario ha poi cercato di tranquillizzare i due amministratori sulla sicurezza del nuovo sito che “non creerà rischi per la salute e per l’ambiente” oltre al fatto che “i rifiuti trattati non inquinano e non emanano cattivi odori”. Molto preoccupati, invece, Cecchi e Moianetti, hanno ribadito la loro estrema contrarietà a Falcognana: “Le parole del commissario ci preoccupano e fanno capire che la decisione è ormai presa. Ieri mattina abbiamo cercato in tutti i modi di fargli capire la pericolosità del sito in questione e che siamo disposti, insieme anche a Ciampino e Albano, ad andare avanti in questa battaglia in tutte le forme consentite. È assurdo sentirci dire che i rifiuti non emanano odori e non sono inquinanti, nessuno potrà mai convincerci del contrario, tanto meno Sottile, perché la salute e la sicurezza dei nostri cittadini, oltre alla salvaguardia dei nostri territori, vale più di ogni semplice rassicurazione che ci possa essere data. Per questo non ci fermeremo, resteremo al fianco dei comitati e faremo valere le nostre ragioni in tutte le sedi, istituzionali e non. Ringraziamo il commissario per averci ascoltato, ma non possiamo ritenerci affatto soddisfatti delle sue parole. Perché non aggiungere le 300 tonnellate destinate alla Falcognana alle 1.200 che andrebbero fuori Roma? Forse per dire che si è trovata la soluzione alternativa a Malagrotta? Tutto questo è assurdo e noi non possiamo accettarlo e faremo di tutto per evitarlo”. Nel frattempo è arrivato l’invito ufficiale anche da parte del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che, a breve, riceverà i rappresentanti dei quattro comuni (Marino, Castel Gandolfo, Ciampino e Albano).