Facebook e Instagram a pagamento: che succede?

Facebook e Instagram, i due colossi di Menlo Park, stanno inviando sugli smartphone degli utenti italiani le schermate che invitano alla scelta: abbonarsi alla versione senza pubblicità o continuare con la versione gratuita. In pratica quello che viene chiesto è se continuare a usufruire dei due social in maniera gratuita e in cambio, in modo del tutto trasparente, di utilizzare i nostri dati o in alternativa di abbonarsi a pagamento in cambio del non utilizzo delle nostre informazioni.

Attraverso le schermate azzurrine che molti utenti si stanno trovando davanti prima di poter accedere alla propria bacheca, infatti, Meta – società proprietaria di Facebook e Instagram – in un avviso dal titolo ‘Scegli come continuare a usare Facebook’, mette in guardia chi sta per premere il tasto ‘Usa senza costi aggiuntivi’: “Abbiamo introdotto una nuova possibilità di scelta relativa al modo in cui usiamo le tue informazioni per le inserzioni. Prima di confermare la tua scelta, scopri di più su cosa comporta ogni opzione”. E invita ad aprire un link in cui è possibile visualizzare in che modo i nostri dati verranno utilizzati.

In alternativa c’è il tasto ‘Abbonati’ che consente di “usare i tuoi account Facebook e Instagram – si legge ancora nell’avviso – senza inserzioni a partire da 12,99 euro al mese (imposte applicabili incluse)” e, in questo caso, “le tue informazioni non saranno usate per le inserzioni”.

Insomma come recitava il leitmotiv del docufilm ‘The Social Dilemma’ “se il servizio è gratis, il prodotto sei tu”. E per chi insiste sulla versione gratuita ecco aprirsi infatti una seconda schermata in cui Meta chiede ai suoi utenti di accettare che la società continui a usare “le informazioni dei tuoi account per le inserzioni” sempre più personalizzate.




Bari, 37enne adescava minori su Facebook: l’indagine è partita dalla segnalazione di una madre di Pescara

BARI – Un 37enne residente in provincia di Bari è stato arrestato su disposizione del Tribunale de L’Aquila per adescamento di minorenni, detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile. L’indagine della Polizia Postale è partita dalla segnalazione di una madre di Pescara preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su Messenger dal figlio da parte di un interlocutore anonimo “che manifestava apprezzamenti ambigui” spiegano gli inquirenti.

Il profilo Facebook dell’ignoto interlocutore appariva essere di un adulto che aveva come “amici” vari ragazzini alle cui foto esprimeva “espliciti” commenti. Dopo aver identificato il 37enne, gli investigatori hanno eseguito una perquisizione domiciliare e sequestrato materiale informatico la cui analisi ha confermato i sospetti. Sono state documentate più di 2.600 chat con ragazze minorenni residenti in diverse province italiane. La ricerca della vittima era assolutamente casuale, spiega la Polizia Postale.




Windows Phone 8.1: le app di Facebook e Twitter vanno in pensione

L’app ufficiale di Facebook per Windows Phone 8.1, sviluppata dalla stessa Microsoft, non è più funzionante. E così, dopo Messenger, è arrivato il turno anche dell’applicazione dedicata a social network di Mark Zuckerberg, la quale è ormai stata dismessa e non è più supportata, così come non è più supportato nemmeno Windows Phone 8.1 che è da considerarsi un sistema operativo obsoleto e appartenente al passato. Attualmente, una volta aperto Facebook, viene richiesto di inserire le credenziali ma, fatto ciò, invece di sbloccare la pagina di login e caricare la schermata home, mostra un classico avviso di errore. Questo recita “OPS, qualcosa è andato storto – Controlla le informazioni dell’account” tuttavia, diversamente da quanto affermato, il problema non risiede nelle informazioni dell’account ovvero e-mail e password che sono corrette ma dipende tutto dalla stessa applicazione che, non essendo più supportata, non è in grado di connettersi ai server del noto social network. Attualmente, come ovvio che sia, non è previsto un aggiornamento di Facebook per Windows Phone 8.1 oppure, in alternativa, il rilascio di una nuova app ufficiale. Di conseguenza, l’unico modo per accedervi è quello di utilizzare Internet Explorer anche se l’esperienza di navigazione potrebbe risentire di rallentamenti e funzioni mancati a causa del browser. Cattive notizie anche per gli utenti di Twitter, infatti, se nel 2018 si continua a utilizzare un telefono con a bordo Windows Phone 8.1, non si ha più la possibilità di utilizzare l’app mobile Twitter. Questa non è una sorpresa totale, in quanto la società aveva già fatto sapere che avrebbe ritirato il supporto per la piattaforma una volta che il mese di giugno fosse finito. Twitter ha anche ritirato il supporto per le build di Windows 10 Mobile precedenti all’aggiornamento “Fall Creators Update”. Per quanto riguarda la piattaforma dei cinguettii però il problema non si risolve nemmeno andando sul sito via browser, infatti, su Internet Explorer mobile Twitter un bug che visualizza una pagina di errore di connessione dopo che un utente invia un nuovo tweet o risponde a uno. Un tocco sul pulsante Indietro farà tornare di nuovo tutto a posto fino alla prossima volta che si vuole scrivere di nuovo, quindi il problema è più che fastidioso. L’addio di queste due app di dispositivi con sistema operativo 8.1 di Microsoft di sicuro rappresentano un problema per gli utenti meno informati i quali si vedranno costretti a dover cambiare il proprio dispositivo per poter navigare sui social come sempre.

 

F.P.L.




Facebook, nuova bufera sul colosso di Menlo Park: minaccia alla sicurezza nazionale secondo l’intelligence americana

Nuova bufera su Facebook. Il colosso di Menlo Park ha siglato accordi per condivisione dei dati con almeno quattro società di elettronica cinesi inclusa Huawei, il colosso delle telecomunicazioni nel mirino dell’intelligence americana che la ritiene una minaccia alla sicurezza nazionale. A lanciare la nuova accusa a Facebook è il New York Times, secondo il quale gli accordi sono stati siglati nel 2010.

Gli altri big cinesi coinvolti sono Lenovo, Oppo e TLC

Gli accordi sono ancora in vigore, anche quello con Huawei che facebook si impegna pero’ a rescindere entro la fina settimana. L’indiscrezione del New York Times sull’accesso dei dati a societa’ cinesi fa seguito ai rumors sugli accordi di Facebook per la condivisione dei dati con alcuni dei maggiori produttori di dispositivi mobili al mondo, fra i quali Amazon, Apple, Blackberry e Samsung.
Tutte le intese sono state raggiunte da Facebook quando puntava a promuovere il social network presso un maggior numero di utenti a partire dal 2007. Nel caso delle società cinesi, Facebook precisa che per Huawei i dati condivisi restavano sui cellulari, non sui server.




Finisce su Facebook prima di nascere: Adriano ha perso la sua privacy

Fermiamoci finché siamo in tempo. La realtà virtuale è entrata prepotentemente nella sfera privata di ognuno di noi. Il confine è talmente labile che risulta appena percettibile. A volte è piatto, non esiste. Ho un profilo su Facebook ma ne faccio un uso moderato. È utile per leggere le opinioni delle persone, per rimanere in contatto con persone che altrimenti avresti perso di vista e per condividere pensieri.

Ho appena eliminato un’amicizia di una donna che ha postato l’immagine dell’ecografia che ha fatto con il profilo del feto nella pancia. Si vede molto bene: il nasino, la posizione. Lei ci aggiunge il sesso: si chiama Adriano. Questo futuro neonato ha perso la sua privacy prima ancora di nascere. Il popolo del web adesso conosce tutto di lui: il nome della mamma, il suo, che profilo ha. E sicuramente le foto non si esauriranno con questa. Sarà continuamente pubblicato su internet e lo vedranno tutti: i suoi primi sorrisi, i suoi primi passi, i compleanni. Non avrà più una propria sfera privata.

Adriano non ha scelto tutto questo. Quelle immagini sarebbero potute rimanere nell’album di famiglia da mostrare ad amici e parenti in casa ma adesso chiunque le può vedere, scaricare e far circolare. Non ci sono ammende se non in qualche raro caso. Il web è pieno di questo e altro. Se Adriano fosse stato più grande, capace di comprendere cosa significhi finire in rete allora sarebbe stato un altro discorso. Ma questo non lo condivido.

Ognuno è libero di fare quel che vuole ma bisognerebbe tutelare l’immagine dei bambini, figuriamoci di coloro che devono ancora nascere. Si rimane traumatizzati da adulti, immaginarsi quando si è incoscienti. Questa mamma ha deciso che l’immagine del proprio feto andasse pubblicata. Nessuno più conosce i principi fondamentali della nostra Costituzione. E la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sembra carta straccia di fronte questi episodi. L’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente ma purtroppo i primi a non rispettare questi principi sono i genitori. Si può capire il desiderio di voler condividere momenti entusiasmanti o meno del proprio quotidiano. Sentimenti, ricordi, sensazioni. Cerchiamo però di coinvolgere il meno possibile i bambini. La nostra volontà di protagonismo deve fermarsi rispetto alla tutela dei privacy di un minore. Facciamo partecipi i bambini delle cosiddette “good news”. E cioè le notizie positive che contribuiscono a trasmettere alla società un messaggio positivo. Che porta con sé una speranza, un buon esempio foriero di sani valori. Va bene ai bambini che vincono gare sportive, eccellono a scuola, aiutano il prossimo. Tutto il resto si potrebbe evitare. Facciamolo per loro. Tuteliamo la loro privacy almeno fin quando non saranno loro a decidere cosa fare della propria immagine.




Facebook non piace agli adolescenti, dimezzati gli utenti più giovani negli Usa

Facebook non piace più ai giovani americani e sembrerebbe il social network preferito dai ragazzi di famiglie a basso reddito. A darne notizia è un un’analisi aggiornata del “Pew Research Center” dal titolo “Teen, social media e Technology 2018”. Il precedente sondaggio dell’istituto di ricerca statunitense focalizzato sugli adolescenti risale al 2014-2015. Secondo la ricerca, lo smartphone è usato dal 95% dei ragazzi dei quali il 45% ha dichiarato di essere online costantemente. Secondo il Pew Research Center, oggi la metà (51%) degli adolescenti statunitensi tra i 13 e i 17 anni afferma di utilizzare Facebook, molto meno di altre piattaforme come YouTube (85%), Instagram (72%) e Snapchat (69%). Nella precedente ricerca, il 71% dei ragazzi usava Facebook, il 52% Instagram, il 41% Snapchat. Queste ultime due piattaforme sono dunque notevolmente cresciute, rosicchiando spazi al social network di Mark Zuckerberg. Il sondaggio evidenzia poi che gli adolescenti a basso reddito utilizzano di più Facebook rispetto a quelli con reddito più elevato. Sette adolescenti su dieci che vivono in famiglie che guadagnano meno di 30.000 dollari all’anno – riporta la ricerca – dicono di usare Facebook, rispetto al 36% il cui reddito familiare annuale è di 75.000 dollari o più. Secondo Pew Research Center, infine, le ragazze sono più propense dei ragazzi ad usare Snapchat (42% rispetto al 29%), mentre i ragazzi sono più inclini delle ragazze a identificare YouTube come la loro piattaforma preferita (39% contro 25%). Insomma, stando a quanto diffuso dalla ricerca, il social network di Zuckerberg perde punti rispetto alla concorrenza in modo evidente. Alla luce di quanto detto, le domande adesso sono le seguenti: ci stiamo dirigendo verso un’inversione di tendenza in quanto il sistema di diffusione proposto da Facebook non incontra più il gusto dei più giovani? Oppure più semplicemente è soltanto un momento di transizione dovuto a un cambio generazionale che pretende una comunicazione sempre più smart? In entrambi i casi, per avere una risposta più precisa, si dovrà aspettare almeno un paio d’anni.

 

F.P.L.




Facebook, in arrivo il pulsante per condividere direttamente su Whatsapp

Condividere i post da Facebook a Whatsapp sarà un’operazione sempre più rapida. Secondo un’indiscrezione del sito “Gadgets Now”, infatti, sembrerebbe che le aziende di proprietà di Mark Zuckerberg starebbero convergendo verso una nuova funzionalità che punterebbe tutto sul rendere più immediato inviare messaggi dal social network alla piattaforma di instant messagging. Ma in che modo dovrebbe funzionare tale feature? La risposta più probabile, anche se tutto resta da confermare, è che il post pubblicato su Facebook, possa essere condiviso con i contatti della chat. Secondo quanto riporta sempre “Gadgets Now”, questa nuova opzione potrebbe essere abilitata in prima battuta solo a livello business: ovvero su tutti quei contenuti di Facebook Marketplace o della nuovissima WhatsApp business, per poi essere allargata alla platea degli utenti social. In realtà già oggi, ognuno è libero di scegliere come condividere un post, semplicemente copiando il link ed incollarlo manualmente. Ma è un’operazione meno intuitiva, dunque, visti i tempi ultraveloci che impone la tecnologia digitale, limitata a qualcosa che si vuole veramente diffondere. Con il tasto apposito, tale operazione diverrebbe un nuovo automatismo. Entrando nel dettaglio, a breve sarà possibile trovare nella schermata di Facebook, quattro voci: scrivi post, condividi ora, invia su Messenger e spedisci su Whatsapp. Questa eventuale condivisione è figlia del business, perché ogni post condiviso porterebbe nuovo traffico alle pagine di Facebook, di conseguenza un aumento di visualizzazioni delle proposte pubblicitarie. Insomma, nel futuro del social network e della piattaforma di instant messagging la parola d’ordine sarà rapidità assoluta, e se tali voci fossero confermate in via ufficiale, divulgare i contenuti diffusi su Facebook sarebbe ancora più semplice.

F.P.L.




Facebook punta sugli incontri e aumenta i controlli per tutelare la privacy

Facebook si evolve e strizza l’occhio all’amore. Lo ha annunciato lo stesso Mark Zuckerberg, aprendo la conferenza annuale degli sviluppatori di software a San Jose, California, dove ha ribadito i suoi sforzi per proteggere i dati degli utenti dopo lo scandalo di Cambridge Analytica. “Vogliamo unire le persone”, ha dichiarato il patron del social network fedele alla nuova missione che ha dato all’azienda lo scorso anno, ossia: “Creare comunità e unire il mondo”. E allora, perché non iniziare proprio dalle coppie? “Un matrimonio su tre negli Usa nasce online. 200 milioni di persone si registrano sulla nostra piattaforma come single, così abbiamo deciso di pensare a loro”, ha sottolineato il giovane imprenditore, precisando che il nuovo servizio è pensato per le “relazioni serie, non per le avventure di una notte”. Dating, questo il nome, sarà una parte separata dal social e avrà una chat diversa. In pratica, gli utenti potranno creare un profilo ad hoc per gli appuntamenti che sarà visibile solo a chi ha fatto la stessa scelta. Niente invasioni di campo, quindi per evitare complicazioni e litigi fra le coppie già impegnate. Ma come funzionerà questa funzione dedicata a chi è in cerca dell’amore vero? Tutto ruoterà intorno agli eventi vicini agli iscritti: una volta selezionato quello che interessa, basterà vedere chi vi parteciperà. I potenziali partner verranno suggeriti in base agli interessi e agli amici che si hanno in comune.

Un passo in questa direzione era già stato compiuto con Discover People:

Una sorta di agevolatore di amicizie presentato agli inizi del 2017. Ora Mark Zuckerberg fa un balzo in avanti nel settore e, potendo contare su 2.2 miliardi di utenti attivi al mese, diventa il principale antagonista di Match Group: azienda leader nel settore, perché proprietaria sia di Tinder che di OkCupid, che dopo l’annuncio ha chiuso in borsa con un -22%. Il nuovo strumento dovrebbe essere a disposizione di tutti entro fine anno. Per quanto riguarda invece la privacy e la sicurezza dei dati su Facebook, il Ceo del popolare social network ha spiegato quali sono i punti deboli della piattaforma: “fake news, privacy, integrità delle elezioni politiche” e ha sottolineato come l’ultimo anno sia stato “un anno difficile”. Nel futuro di Facebook ci saranno ben 20mila mila le persone a lavorare per ridurre disinformazione, spam e sopprimere i falsi profili.

Parole dure sono state poi dedicate al caso Cambridge Analytica:

Società di consulenza che ha collezionato le informazioni di 87 milioni di utenti per inviar loro dei messaggi politici mirati. “Una violazione grave della nostra fiducia”, l’ha definita il fondatore. “Non deve ripetersi mai più”. Per proteggere i dati personali su Facebook, il creatore del social network ha presentato “Clear History”. “Grazie a questa funzione – ha spiegato Zuckerberg – sarete in grado di vedere le informazioni riguardo alle app e ai siti web con cui avete interagito attraverso il vostro account e di cancellarle. Inoltre, potrete anche scegliere di disabilitare la collezione di questi dati attraverso il vostro profilo”. Non sarà, però, una decisione completamente indolore: “In parole povere, come quando accade nel momento in cui si decide di eliminare i cookie dal browser, l’esperienza online potrebbe cambiare”. Novità in arrivo anche su Instagram, l’app per le fotografie di proprietà di Facebook, infatti per tutti gli utenti di questa popolare applicazione sono in arrivo diverse migliorie. Prima di tutto, le chat video, grazie alle quali presto si potranno videochiamare i propri amici. Rinnovata poi la funzione “Esplora” che si doterà di intelligenza artificiale e, assicura il patron di Facebook, sarà “organizzata in maniera più efficiente”. Con l’obiettivo di suggerire i contenuti che si accordano maggiormente ai propri gusti e interessi, evitando una vana e lunga ricerca all’interno dell’app. Nuove misure anche contro il bullismo, infatti l’ulteriore stretta prevede l’impiego di un nuovo filtro. Esso “Nasconderà i commenti contenenti attacchi all’apparenza fisica o al carattere di una persona, così come minacce alla sua salute o al suo benessere”, ha scritto il team di Instagram in un recente post.

Francesco Pellegrino Lise




Scandalo Facebook, abuso dati di milioni di utenti: titoli social in picchiata

Facebook nello scandalo. Il titolo crolla a Wall Street per il secondo giorno. Perde più del 5%, travolto dallo scandalo sull’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica.

Trascina trutti i social media: Twitter -9,68%, Snapchat -3,6%. Il colosso del web è sotto inchiesta in Gran Bretagna e Stati Uniti. La Commissione parlamentare britannica su Cultura, Media e Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione. La Casa Bianca chiede di tutelare il diritto alla privacy. Il caso, secondo il Garante Ue per la privacy, ‘potrebbe essere lo scandalo del secolo e mostra solo la punta dell’iceberg’. Tajani invita il fondatore di Facebook a dare spiegazioni al Parlamento europeo.

“Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”. Così in un tweet il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.

La Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione sullo scandalo relativo all’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge Facebook e la società di consulenza politica Cambridge Analytica. Lo ha reso noto il presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni

Sulla stessa linea la Casa Bianca: ‘Il presidente americano Donald Trump – afferma il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah – ritiene che i diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati”.




Facebook parte alla conquista del business musicale

L’inarrestabile avanzata di Facebook prosegue senza sosta, e stavolta il colosso di Mark Zuckerberg muove il primo vero passo nel business musicale diventando un serio rivale per YouTube. Il social da due miliardi di utenti ha infatti stretto un accordo di licenza globale pluriennale con l’etichetta Universal Music Group, controllata dalla francese Vivendi. Grazie all’intesa il social network più usato al mondo permetterà ai suoi iscritti di caricare legittimamente filmati con le musiche di brani della Universal. Non solo sul social ma anche su Instagram e sulle altre piattaforme controllate. Tra gli artisti di Universal figurano nomi di spessore come ad esempio Jay-Z, Rihanna, Bruce Springsteen e Justin Bieber. Tutto ciò rappresenta un colpo veramente duro che la compagnia di Menlo Park assesta a YouTube, controllata da Google, che proprio pochi giorni fa ha stretto un’intesa con la stessa Universal e con Sony Music Entertainment. Nemmeno Spotify o Apple Music possono dormire sonni tranquilli. Per ora Facebook non ha intenzione di lanciare un servizio di musica in streaming, ma questo accordo potrebbe fungere da apripista per novità future. Il social conferma la sua strategia di voler valorizzare i video online, con l’obiettivo di spingere gli utenti a guardare e condividere sempre più filmati e di attrarre investitori pubblicitari. Qualche giorno fa ha annunciato che dal prossimo anno gli spot verranno introdotti a inizio clip e saranno di sei secondi. Una novità che riguarderà, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i video presenti nella piattaforma dedicata che si chiama Watch. Insomma, il colosso di Zuckerberg ancora una volta amplia i suoi orizzonti ponendo le basi per tantissimi progetti e feature che sono destinate a entrare nelle nostre vite.

F.P.L.




Bologna, vittima a terra: lui fa la diretta su Facebook

BOLOGNA – Mentre la vittima di un incidente stradale era a terra, lui con il telefonino si è connesso a Facebook e ha iniziato a trasmettere la diretta dell’agonia, scrivendo: “Chi mi segue chiami aiuto!” e “C’è sangue, speriamo si salvi”. E’ successo a Riccione (Rimini), dove nella notte tra sabato e domenica è morto in viale Veneto un ragazzo di 24 anni, Simone Ugolini, dopo un schianto in motorino contro un albero. L’autore del video, come riportano quotidiani locali, si chiama Andrea Speziali, ha 29 anni, esperto d’arte e candidato alle ultime elezioni comunali. Sui social è stato bersagliato di critiche e insulti. “Mi hanno detto che avevano già chiamato i soccorsi”, ha detto poi – riferisce Il Resto del Carlino – spiegando di essere rimasto “sconvolto, sotto choc” e di aver voluto “far qualcosa per quel giovane a terra”. “Mi sono messo a filmarlo e volevo fare una diretta, volevo condividere il mio dolore. Non cercavo lo scoop – ha aggiunto – ora ho capito di aver sbagliato e chiedo scusa a tutti”.