CASTEL GANDOLFO, LAGO ALBANO: I COORDINATORI DI NOI CON SALVINI DENUNCIANO ABUSI A TERRA ED IN ACQUA

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – I riconoscimenti di Zona a Protezione Speciale e di Sito di Importanza Comunitaria sottoposto a Vincolo Paesaggistico non sono assolutamente sufficienti a tutelare il lago Albano dai gravissimi abusi che da oltre 20 anni insistono sugli arenili e negli specchi acquei super protetti.

Ultimi dell'interminabile serie, secondo il coordinatore dei Casteli Romani di Noi con Salvini Fabio D’Andrea, sarebbero stati compiuti domenica 25 Ottobre in occasione della Regata di Dragonboat organizzata dalla Federazione Italiana Canoa Kayak.

“Mi stupisce come questa situazione sia alla luce del sole – dice D’Andrea – e sotto gli occhi compiaciuti del Sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi, del Comandante della Polizia Locale, Maria Cristina Toti e dei Guardiaparco del Parco Regionale dei Castelli Romani”.

Il Coordinatore di Noi con Salvini per tutta l'area dei Castelli Romani Fabio D’Andrea spiega che per la manifestazione sportiva è stato utilizzato il Bene Demaniale "Villaggio Vogatori" e l'antistante campo di regata “dove hanno scorrazzato allegramente per l'intera giornata alcuni natanti a motore, per scopi ignoti. Resomi subito conto – racconta il Coordinatore D’Andrea – delle inverosimili gravità ho provveduto immediatamente a chiedere al Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi se la manifestazione fosse autorizzata e da chi e se il Parco dei Castelli Romani avesse rilasciato il Nulla Osta Ambientale e quello Edilizio per la realizzazione del campo di regata e non ultimo da chi fosse garantita la sicurezza in acqua ai concorrenti.

A queste domande, il Sindaco Monachesi, che aveva anche brindato piacevolmente con gli organizzatori, anzichè rispondere esaustivamente, è letteralmente scappata via!. Vista la mal parata – prosegue il Coordinatore dei Castelli Romani – ho richiesto l'intervento urgente della Polizia Locale, alla cui Comandante Toti, in abiti borghesi (?), mi sono preoccupato di rivolgere le stesse domande formulate al Sindaco.

Silenzio assoluto. Qualora volesse saper l'esito del nostro intervento, mi ha detto, può fare richiesta di accesso agli atti. Ed è andata via, senza nemmeno procedere alla identificazione dei piloti che continuavano liberamente a scorrazzare in lungo e in largo, con i natanti a motore della F.I.C.K.!”.

E poi Fabio D’Andrea racconta una “nota di colore”: “La pattuglia dei Guardiaparco di sorveglianza al Lago, che alle 11:28 del 25 ottobre 2015 è transitata presso il Villaggio Vogatori, ha visto la manifestazione, il campo di regata e i natanti a motore, e esattamente alle 11:32 è andata via senza intervenire!"

È scontato che il Coordinatore di Noi con Salvini abbia già presentato al Sindaco di Castel Gandolfo e al Comandante della Polizia Locale la richiesta di accesso agli atti premettendo che tutte le manifestazioni al Lago Albano necessitano inderogabilmente del Nulla Osta Ambientale e/o Edilizio del Parco Regionale dei Castelli Romani; che il Villaggio Vogatori è un Bene Patrimoniale occupato dalla federazione Italiana Canoa Kayak; che il campo di regata è stato dalla stessa realizzato in assenza dei titoli abilitativi nello specchio acqueo demaniale occupato presumibilmente sine titolo; che ai sensi dell'art. 181 del D.Lgs. 42/2004, le opere realizzate senza autorizzazioni costituiscono reato amministrativo e penale; che a mente della Legge Regionale 13 Gennaio 1984, n. 2, è vietato mettere in acqua ed impiegare in navigazione natanti a motore di qualsiasi tipo nelle acque del Lago Albano; che la sicurezza in acqua ai concorrenti deve essere garantita obbligatoriamente da personale brevettato con natanti adeguatamente attrezzati (Vigili del Fuoco, Polizia Fluviale, Protezione Civile). Per rispondere il Comune e la Polizia Locale hanno i previsti 30 giorni di tempo.

Anche il Coordinatore di Noi con Salvini di Castel Gandolfo, Giampiero Tofani, componente della delegazione guidata dal Coordinatore dei Castelli Romani Fabio D'Andrea, ha già proceduto a chiedere al Direttore del Parco Regionale dei Castelli Romani, Maurizio Fontana, l'accesso agli atti relativi al Nulla Osta Ambientale ed Edilizio per la Regata di Dragonboat che, stranamente, non risulta pubblicato sull'Albo Pretorio dell'Ente.




VELLETRI, COMMERCIANTI IN CRISI: ARRIVA LA PROPOSTA

di Ivan Galea

Velletri (RM) – Fabio D'Andrea coordinatore di "Noi con Salvini" per l'area dei Castelli Romani lo scorso 3 Agosto ha protocollato al Comune di Velletri la richiesta di referendum consultivo, come previsto dallo statuto dell'Ente locale, per la rimodulazione degli orari ZTL del centro storico della città.

D'Andrea pur prendendo atto che con la chiusura totale del primo tratto di corso della Repubblica, a seguito dei lavori di riqualificazione, si è registrato un miglioramento estetico della pavimentazione e dei sotto servizi, denuncia il grave impoverimento delle attività commerciali e la conseguente chiusura di molti esercizi con relativa perdita di posti di lavoro.

Il coordinatore di "Noi con Salvini" punta il dito sull'amministrazione Servadio accusandola di non aver saputo supportare, quantomeno fiscalmente con sgravi di tasse e tributi, le imprese in difficoltà. 

In effetti fin dal 2008 con l'avvento della prima crisi economica mondiale anche le attività veliterne hanno iniziato a innescare un trend negativo. E il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato vertiginosamente dal 2011 ad oggi passando dal 29 percento al 43,1 percento. "Con la totale pedonalizzazione del centro storico – dichiara Fabio D'Andrea – non si è registrato nessun tipo di incremento negli ingressi e nei consumi. Con il referendum – prosegue il coordinatore di Noi con Salvini – intendiamo far rimodulare gli orari di chiusura della zona ZTL dalle ore 16 fino alle ore 19.30. Questo per cercare di arginare – conclude D'Andrea – il grave fenomeno dell'impoverimento delle attività commerciali di Velletri".
    
 




CASTELLI ROMANI: "NOI CON SALVINI" SBARCA AD ARICCIA

Redazione

Ariccia (RM) – Fabio D'Andrea, a poco più di un mese dall' incarico di coordinatore di "Noi con Salvini" per la città di Velletri e per l'intera area dei Castelli Romani, ha iniziato ad ufficializzare i vari coordinamenti locali. "I gruppi al lavoro sul territorio castellano da alcuni mesi hanno posto all'attenzione del nostro team di lavoro evidenti criticità amministrative ed a volte scelte incomprensibili delle amministrazioni targate PD. – Commenta il coordinatore di "Noi con Salvini" – Nello specifico vorrei rendere noto ai cittadini di Ariccia – prosegue D'Andrea – che in data 16 giugno, in accordo con il Senatore Raffaele Volpi, vice presidente di "Noi con Salvini" e con il Coordinatore Regionale, dr. Fabio Fiorini ho ratificato al Sig. Paolo Barbetta il coordinamento della città di Ariccia”. D’Andrea ha avuto modo e piacere di incontrare personalmente cittadini e rappresentanti del tessuto commerciale e produttivo della Città i quali hanno riservato allo stesso un caloroso benvenuto e nel contempo il loro completo disappunto su temi a loro cari. “Andremo con il coordinatore Paolo Barbetta – ha aggiunto D'Andrea – insieme a Luigi Proietti ed a professionisti che conosco e di cui nutro un' autentica stima, ad accendere i riflettori su alcuni temi che difenderemo e porteremo anche in Senato, come la nostra assoluta contrarietà alla chiusura del ponte di Ariccia, che non solo arrecherebbe gravissimi ed irreparabili danni all'economia della città, ma creerebbe – conclude – un grave danno alla mobilità e sull'asse SS 7 Appia relativamente ai Comuni interessati”. “Noi Con Salvini” sono totalmente contrari al fatto che dovrebbe essere dirottata la viabilità all’interno del Parco Chigi in vista dei lavori al ponte che effettuerà l’Anas. “Far passare le auto all’interno del Parco – dice D’Andrea – significa devastare l’ambiente protetto perché si tratta dell’unico parco autoctono dal grande valore archeologico. Per questo abbiamo intenzione di chiedere tutti gli atti sia al Comune che al Parco ed alla Forestale per verificare se sia stata garantita la tutela del verde”. Ultima ma non in termini d’importanza il caso dei parcheggi salatissimi proprio in prossimità delle fraschette ariccine: “E’ scandaloso – dice il coordinatore di "Noi con Salvini" – che con questa crisi economica si facciano pagare 2 euro l’ora per uno stallo dalle 20 in poi e perdipiù con ordinanza sindacale si imponga la chiusura delle attività di ristoro a mezzanotte”. In pratica il proprietario del locale si deve trovare fuori già alle 24 quindi come minimo deve iniziare a pulire intorno alle 23. "E’ successo – racconta Fabio D'Andrea – che un gruppo di 40 turisti si è presentato a mangiare ad una fraschetta verso le 22 ed il proprietario verso le 24 si è preso una bella multa da 1.800 euro. E’ così che si incentiva la ripresa dalla crisi? – attacca e conclude D’Andrea – verificheremo anche la legittimità di queste azioni”.




ROMA, CASALE SAN NICOLA: DALLA PARTE DI CHI SVENTOLA IL TRICOLORE

 

La ricostruzione dei fatti e le interviste esclusive a: Valerio Barletta presidente del XIV Municipio,  Simone Di Stefano vice presidente Casa Pound, Fabio D'andrea coordinatore Noi con Salvini, Alfredo Iorio leader del Trifoglio

 

di Matteo La Stella

Roma – Al concerto del Governo dem i cittadini sono tutti in piedi, taluni con il pollice verso, tal altri con le orecchie tappate, ma sbalorditi ed infuriati, per lo meno i benpensanti, rivendicano la loro nazione intonando l'Inno di Mameli, colonna sonora dell'ultimo atto di tirannia andato in scena lo scorso venerdì a Casale
di San Nicola. I democratici, alla stregua dei Sioux, hanno ballato intorno alla brace di un fuoco acceso dalle manovre ordinate da un prefetto peso massimo, che poco propenso ad ascoltare per scelta, ha calpestato la protesta pacifica dei cittadini supportati dai militanti di Casa Pound, arrivando ora addirittura a ponderare l'eventuale daspo per i manifestanti più scalmanati.

Mossa consapevole quella di Gabrielli, che in questo modo è riuscito a spostare i 20 migranti all'interno dell'ex scuola Socrate, un tempo asilo nido. Se venerdì il coltello ha reciso la carne degli abitanti del quartiere in protesta, solo 24 ore dopo la ferita ha iniziato a zampillare, quando gli stessi sono stati dipinti dagli indiani Pd come fascisti e xenofobi per aver difeso terra e affetti, senza aver avuto la possibilità di un confronto verosimile nella giornata delle tensioni. Indiani come il sindaco di Roma, Ignazio Marino, per l'occasione Ignavo Marino, che preferisce non entrare nel merito della vicenda. Dopo che la sua equipe di strumentisti è stata dimezzata dall'inchiesta su “Mafia Capitale”, tra disdette forzate e fughe dettate dalla traiettoria orbitante della ghigliottina giuridica, il primo cittadino, direttore di un'orchestra maidiretta, trova un posto defilato e diventa spettatore, mentre il prefetto Franco Gabrielli si impossessa della scena e della filarmonica, costringendo la capitale all'ascolto del suo repertorio. Dalla platea, però, i cittadini non ci stanno e fischiano il suo assolo, sottomesso poi dal canto sofferto degli stessi che da venerdì ancora rimbomba nell'aria. All'alba del giorno dopo i disordini, dunque, la bandiera della temuta cospirazione torna a sventolare, sospinta dalle parole di Valerio Barletta, minisindaco Pd del Municipio XIV, secondo cui buona parte del “sistema solare” sorto in questi mesi intorno al centro di accoglienza pensato per Casale di San Nicola presenterebbe evidenti connotati politici; lanciatori di benzina sul fuoco, lanciata ad hoc per alimentare la tensione sociale alla mercè dei vari credo. Ma chi pensa a quell'insieme di volti palesemente non avvezzi alla politica che hanno affollato la strada solo per salvaguardare il loro fazzoletto di terra messo in piedi in totale autonomia? E cosa dire del vicino campo profughi per italiani, distante dai tafferugli di venerdì scorso, ma saltato comunque a piè pari dai non aventi diritto nell'assegnazione di un alloggio?

L'Osservatore d'Italia ha raccolto in merito le sensazioni politiche provenienti dai diretti interessati, per capire fino a che punto la gestione di un'emergenza sociale stia cambiando l'urbe, a fronte di una presa di coscienza da parte della cittadinanza, la cui vittoria non sarà mutilata, ma piena di gioia, soddisfazioni e verità.

La ricostruzione. Nella giornata di venerdì 17 Luglio 2015, i cittadini di Casale San Nicola in forza al presidio fisso costituito da circa 90 giorni hanno montato le barricate,  già annunciate in precedenza. I residenti, affiancati dai militanti di Casa Pound sono scesi in campo ed hanno formato un cordone, aiutandosi anche con delle automobili parcheggiate a mo' di barriera. Braccia alzate, hanno tutti intonato l'Inno di Mameli mentre in strada avevano già preso posizione gli agenti in tenuta anti sommossa, i vigili urbani ed i pompieri, oltre ad alcuni carro attrezzi pronti a rilevare le automobili di intralcio al pulman dei migranti
in arrivo. Già sul nascere sono sorti i primi problemi per lo schieramento degli abitanti: nel tentativo di uscire dal complesso residenziale, un veicolo ha investito accidentalmente un'anziana che è rimasta ferita ad un ginocchio. Gli uomini della questura hanno riferito: ”Operazioni di trasferimento dei profughi da subito risultate difficoltose”. Questo prima di intentare una trattativa con i cittadini del presidio che non è andata in porto. In seguito gli agenti rimuovono il blocco, innescando le rimostranze dei cittadini supportate dai militanti di Casa Pound. L'avanzata è contrastata dapprima con urla dei cittadini, finchè il tutto non precipita. Sedie, bottiglie ed ombrelloni vengono scagliati contro le forze dell'ordine che rispondono a suon di manganellate. Intanto vengono incendiate balle di fieno ma l'azione degli agenti continua, mirata a disperdere il blocco composto da cittadini e militanti della tartaruga. Alla fine il pulman con a bordo i migranti viene scortato dalla celere fino alla zona prestabilita, all'interno del perimetro di pertinenza dell'ex Socrate. Il bilancio dei tafferugli pesa come un macigno: 14 agenti feriti, 2 arresti ed una denuncia, oltre allo sgomento e alla paura generate tra le frange più deboli della protesta, donne ed anziani. L'azione, necessaria secondo la Questura, è stata consacrata dal Prefetto Gabrielli che ha ribadito anche la linea dura per le prossime tranche di arrivi al centro. Intanto, il questore Niccolò D'Angelo sta lavorando sul daspo da emettere nei confronti dei manifestanti che hanno preso parte ai tafferugli. Sulla stessa onda viaggiano le indagini della Polizia di Stato che, acquisiti diversi filmati, sta operando per l'identificazione di altri facinorosi, oltre ai 15 già schedati su cui sono in corso gli accertamenti di rito.

Valerio Barletta presidente del XIV Municipio.
Dopo i comunicati Pd a caldo, votati a condannare la strumentalizzazione politica messa in atto, il presidente municipale Valerio Barletta sottolinea ai nostri microfoni come la cittadinanza avrebbe ignorato: “L'invito da più parti a mantenere la calma, a non lasciarsi strumentalizzare, a mettere subito in campo le misure per capire come gestire l'arrivo di queste poche decine di persone”, strizzando così l'occhio alla violenza. Secondo il minisindaco, oltretutto, le istituzioni avrebbero ascoltato i cittadini disposti a dialogare, favorendo incontri con il Prefetto e tavoli tecnici anche in Municipio.”La democrazia- però, spiega Barletta- deve vincere e lo stato non può arretrare”. Linea di pensiero affine a quella del Prefetto “peso massimo”, il giovane democratico ha elogiato anche la differenza di trattamento riservata ai cittadini in protesta pacifica e agli scalmanati, l'ala di manifestanti legati alla destra di Casa Pound, che, sentenzia Barletta:”Soffia sul fuoco della tensione sociale”, già pulsante all'interno di un comitato dove i più non accettano l'arrivo degli immigrati.

Simone Di Stefano vice presidente Casa Pound
Diversa l'istantanea scattata dal vice presidente dei “supporters” del comitato cittadino, Simone Di Stefano, secondo cui a soffiare sul fuoco della tensione sociale ci avrebbe già pensato il Governo e: ”Gabrielli in primis, che decide arbitrariamente di fare violenza contro i cittadini per favorire 20 immigrati clandestini che non hanno nessun diritto di stare in quella struttura. Le proteste dei cittadini – prosegue Di Stefano – hanno ragione di essere fatte così”. Ed è giusto opporsi pacificamente, o “fermamente – aggiunge Di Stefano – come abbiamo fatto noi e come hanno fatto i ragazzi più giovani del quartiere, fronteggiando la Polizia che nei fatti sta andando contro i cittadini italiani”. Di Stefano affonda sul prefetto Gabrielli: ”Uomo senza polso”. Una condanna quella del vice presidente Casa Pound per aver autorizzato l'uso della forza.

Fabio D'andrea coordinatore Noi con Salvini.
Ad unirsi al coro del dissenso nei confronti dell'ex uomo di punta della Protezione Civile ci pensa anche Fabio D'andrea, coordinatore per Velletri e per i Castelli Romani di Noi con Salvini, che recentemente era stato portatore di solidarietà in direzione dell'altra realtà presente a pochi metri dal presidio fisso di Casale di San Nicola: la tendopoli degli italiani senza casa. Per il coordinatore di Noi con Salvini, dunque,è il Prefetto Gabrielli che deve finire sul tavolo degli imputati che insieme al Governo mantiene un atteggiamento anticostituzionale nei confronti degli Italiani messi in coda agli immigrati per l'assegnazione di una casa. L'insediamento degli italiani, che a differenza del presidio raggruppa 26 famiglie senza casa riunite per denunciare l'inammissibile condotta di un governo che ospita gli immigrati e lascia fuori gli italiani, sarebbero, stando alle parole di Valerio Barletta, pedine di un'azione politica. Non solo: le 26 famiglie, guidate a detta di Barletta da un uomo che vuole assicurarsi solo un futuro politico, sarebbero state censite dalla Polizia Locale che avrebbe sempre trovato persone diverse, alle volte con casa o lavoro, e che solo una di queste avrebbe accettato i servizi assistenziali proposti dal Comune.

Alfredo Iorio leader del Trifoglio. A questo, il portavoce della tendopoli degli italiani, Alfredo Iorio, si oppone in maniera netta. “Se aspettavamo il presidente del Municipio a quest'ora eravamo morti”, ripete più volte il leader del Trifoglio, che aggiunge “ Se volevo fare politica facevo le pagliacciate come fa lui – Iorio fa riferimento a Barletta – Quì non si parla delle singole intenzioni – continua Iorio – la prima necessità è quella di far stare bene la nostra gente. La parola d'ordine è quella di sistemare gli italiani dunque, e la promessa mossa dal portavoce è di rimanere in tenda finchè le ultime 3 famiglie ancora in cerca di casa non potranno raggiungere il traguardo abitativo, possibile fino ad ora solo grazie all'aiuto di altri connazionali. Due situazioni diverse toccate dalla medesima accoglienza, due modus operandi lontani, ma la stessa ferma convinzione che il prefetto e la politica dem abbiano fatto il loro corso. Se per Iorio la soluzione è quella di:”Cacciare la classe politica dal Municipio e dal Comune di Roma perchè completamente inabili”, per Simone Di Stefano il tempo politico dei “coccolatori degli immigrati clandestini” è concluso.

Siamo solo all'alba della disputa e, mentre i raggi del sole hanno già reso nitida l'intransigenza di un Prefetto deciso più che mai a svolgere i compiti col pugno di ferro, la risposta dei cittadini, sebbene in agitazione, verrà fuori solo all'arrivo della prossima tranche di migranti che potrebbero bussare alla porta del complesso residenziale già nelle prossime ore. Non sarà cosa da niente, i fatti di venerdì hanno rimosso la nebbia dagli occhi di molti.