ULTIMATUM EUROZONA: CONCESSI ALLA GRECIA SOLO 5 GIORNI PER TROVARE UN ACCORDO O DEFAULT

 

Inquietanti le riflessioni del Presidente UE, Donal Tusk dopo il summit che amonisce: “La nostra incapacità di trovare un accordo può condurre al fallimento della Grecia e il fallimento del suo sistema bancario. E di sicuro, sarà più doloroso per il popolo greco. Non ho alcun dubbio che questo influenzerà tutta l'Europa anche nel senso geopolitico. Se qualcuno ha qualche illusione che non sarà così, sono ingenui”

di Cinzia Marchegiani

Strasburgo – Un tira e molla l’accordo che vede impegnata la Grecia con la troika, evidentemente non è solo la Grecia a dover perdere pezzi fondamentali per la propria stabilità, se arriva il default e quindi la fuoriuscita della Grecia dall'UE sarà sancita definitivamente anche una crepa profonda della zona euro. Il vertice conclusosi a Strasburgo martedì 7 luglio 2015 ha deciso per un “ulteriore” ultimatum, alla Grecia, infatti sono stati concessi altri cinque giorni per trovare un accordo, altrimenti sarà default. L'Eurogruppo ha accolto con favore il nuovo ministro greco delle Finanze Euclid Tsakalotos che ha presentato la situazione in Grecia dopo il referendum del 5 luglio 2015. A seguito della riunione dell'Eurogruppo Presidente Jeroen Dijsselbloem ha annunciato che il governo greco avrebbe presentato una nuova richiesta di assistenza finanziaria dal meccanismo europeo di stabilità(ESM).
Discorso Tsipras e commenti. Il premier Tsipras è intervenuto al Parlamento europeo chiedendo un taglio del debito per poter essere in gradi di restituire i soldi e ha ricordato, lanciando una battuta alla Germania: “che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra”. Tsipras ha inoltre annunciato una richiesta di fondi al Fondo salva Stati (Esm), in cambio del prestito triennale la Grecia sembrerebbe proporre di varare una serie di riforme, già la prossima settimana, sia sul fronte del fisco che del sistema pensionistico ( ma non erano intoccabili?). Tsipras ha poi sottolineato che il dibattito che stanno affrontando doveva essere fatto molto tempo fa, perché non riguarda solo il futuro della Grecia, ma anche l'eurozona e accusando che questo tipo di negoziato, durato ben 5 mesi, è stato effettuato a porte chiuse. Il premier ellenico si è rivolto al summit che doveva decidere e confessa di non avere un piano segreto per l’uscita dall’euro, dichiarando di parlare con il cuore in mano. Poi come un buon padre di famiglia Tsipars consapevole che servono le riforme, spiega che vogliono tenersi il criterio di scelta su come suddividere il peso, senza “dikdat” dall’alto. Tuona presidente della Commissione Ue Jaen-Claude Juncker che replica spiegando che senza l'interruzione dei negoziati avrebbero raggiunto un'intesa che per la Grecia la Commissione aveva proposto un programma pluriennale di prestiti per 35 miliardi di euro, e riferendosi alla battuta di Tsipras conclude: “E’ bene che si sappiano tutte le cose che sono state dette dietro quelle porte chiuse”.
Senza alcun problema il presidente UE Donald Tusk ha invece duramente attaccato il premier greco a cui spiega che la moralità significa pagare i debiti: "non è vero che i creditori sono immorali – continua Tusk – e che i debitori sono vittime innocenti. Non è possibile continuare a spendere più di quello che si guadagna, questa è l'origine della crisi in Grecia, non la moneta unica”.
Mentre Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei spiega che non accetteranno un Grexit, confermando che si opporranno a speculatori politici, e faranno di tutto per salvare la Grecia e salvare l'Europa, arriva la battuta al vetriolo del leader del Ppe all'Europarlamento Manfred Weber che accusa ala Grecia: “Saranno la Spagna, il Portogallo, le infermiere in Slovacchia a pagare i suoi debiti”, Lei ha organizzato un referendum, ora anche la Slovacchia lo vuole fare perché ne hanno abbastanza di pagare per voi”.

L’intervento del Presidente UE Donald Tusk dopo il vertice euro del 7 luglio 2015  lascia presagire i prossimi scenari che dovranno comunque essere affrontati dopo che il primo ministro Tsipras si è impegnato a presentare una nuova richiesta per un programma nel quadro stabilito dal trattato ESM, tra cui una rigorosa condizionalità politica, a seguito del referendum greco. Il governo greco giovedì 9 luglio, al più tardi definisce in dettaglio le sue proposte per un programma di riforma globale e specifico per la valutazione da parte delle tre istituzioni da presentare al Gruppo Euro. I capi di Stato e di governo si riuniranno quindi domenica 12 luglio.

Donald Tusk aggiunge il suo punto di vista inquietante, che lascia presagire cambiamenti geopolitici: “Tutti i lati dei negoziati condividono la responsabilità per l'attuale status quo. Ecco perché oggi ho chiamato tutti i leader per cercare di trovare un consenso, che sarà il nostro comune successo, senza vinti o vincitori. Se ciò non accade vorrà dire la fine dei negoziati con tutte le possibili conseguenze, compreso il peggiore scenario, in cui ognuno di noi perderanno. La nostra incapacità di trovare un accordo può condurre al fallimento della Grecia e il fallimento del suo sistema bancario. E di sicuro, sarà più doloroso per il popolo greco. Non ho alcun dubbio che questo influenzerà tutta l'Europa anche nel senso geopolitico. Se qualcuno ha qualche illusione che non sarà così, sono ingenui. La cruda realtà è che abbiamo solo cinque giorni per trovare l'accordo definitivo. Fino ad ora, ho evitato di parlare di scadenze. Ma stasera devo dire forte e chiaro che il termine ultimo si conclude questa settimana. Tutti noi siamo responsabili della crisi e tutti noi abbiamo la responsabilità di risolverlo”.
Cinque giorni per decidere non solo per la Grecia, ma per tutta l’eurozona, le parole del Presidente Tusk lasciano presagire cambiamenti forse irreversibili che toccheranno molti altri paesi, quasi una sorta di condizione sine qua non.