ADESSO L'EUROPA RISOLVE L'IMMIGRAZIONE CON UNA OPERAZIONE MILITARE

Redazione

E desso si parla di attacco armato. L'Italia "proverà a puntualizzare alcuni impegni concreti" prima del Consiglio Europeo di giovedì: interventi nei Paesi d'origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d'emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia", ha affermato Matteo Renzi. "Le donne e gli uomini che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo ci rendono orgogliosi dell'Italia e di quello che stiamo facendo. Ma ieri per la prima volta l'intera Europa si è mostrata attenta e solidale, con alcuni impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio Europeo di giovedì". "Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l'Europa sarà un primo passo", ha scritto il premier su Facebook, in vista del Consiglio europeo straordinario sull'immigrazione. "Ma la strada da fare è ancora tanto lunga – aggiunge – davanti al dolore dell'Africa e agli schiavisti del ventunesimo secolo non è possibile voltare la testa dall'altra parte. L'Italia c'è e sta facendo ciò che stiamo vedendo consapevole di portare sulle spalle secoli di valori e di civiltà".

Intanto si pensa ad "un'operazione militare" per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della Commissione Ue.

Dal racconto dei sopravvissuti all'ecatombe avvenuta due giorni fa nel canale di Sicilia emergono sempre più dettagli su quanto accaduto. Lo scafista – raccontano i superstiti – forse nel tentativo di nascondersi avrebbe condotto il barcone contro una nave mercantile portoghese, la King Jacobs che era arrivata nelle vicinanze per prestare soccorso. Una versione confermata anche dai pm di Catania secondo i quali il naufragio sarebbe dovuto a due cause: lo spostamento dei migranti sull'imbarcazione, che era sovraffollata, e l'errata manovra dello scafista che l'ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs.

Secondo i pm "non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti" nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma "secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti".

"E' nostro dovere fare di più per evitare queste stragi", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Diciotto dei 28 scampati alla tragedia hanno trascorso la notte al Centro accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. Erano sulla nave Gregoretti della guardia costiera con la quale sono sbarcati poco prima di mezzanotte nel porto di Catania. Sull'imbarcazione erano complessivamente 27 i superstiti e tre di loro sono accompagnati dalla polizia di Stato in una struttura riservata per essere sentiti come testimoni. La loro ricostruzione dei fatti è ritenuta importate dalla Dda della Procura di Catania che vuole 'cristallizzare' e tenere 'incontaminata' la loro ricostruzione. 




OBAMA: IL SUO SOGNO NELLE MANI DELL'EUROPA

Il monito dello scienziato Steven Starr è diventato un incubo reale….tutto era scritto! Sul fronte della NATO, oggi sono  iniziate le esercitazioni in Ucraina, sotto il grande supervisore degli Stati Uniti, con lunghe manovre in Ucraina occidentale. La NATO per la prima volta dopo l'adesione di ex membri del Patto di Varsavia intende stabilire una massiccia presenza visibile sul suo confine orientale. Nuove basi e il trasferimento di attrezzature ai serbatoi e 4000 uomini per usufruire di una forza di reazione rapida (vista la vicinanza) che possono essere attivi in caso di attacco in pochi giorni proprio ad est, verso il confine della Russia, considerata una minaccia per la sicurezza euro-atlantica.

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – Con dei fili invisibili sembra che Obama riesca a dirigere alla perfezione l’operato dell’UE a suo favore. Dopo le sanzioni severe applicate alla federazione russa, arriva il consenso del Parlamento europeo al contratto di associazione UE-Ucraina, un accordo sicuramente controverso che riguarda l'associazione politica e commerciale volto ad approfondire legami economici e politici di Kiev e l'UE.  Allo stesso tempo, l'accordo è stato anche ratificato dal parlamento ucraino a Kiev e creerà un'associazione politica profonda e l'integrazione economica tra l'UE e l'Ucraina e fornire libero accesso reciproco al mercato.

I deputati hanno sostenuto l'accordo con 535 voti a favore, 127 contrari e 35 astensioni. Dichiarazioni importanti e premonitrici su ciò che passo dopo passo l’UE sta tessendo, sono le parole del relatore Jacek Saryusz-Wolski (PPE, PL) prima della votazione:”"Attraverso questa ratifica, la scelta europea dell'Ucraina sarà istituzionalizzata e legherà il futuro dell'UE e l'Ucraina insieme. Società ucraina ha pagato il prezzo più alto per le sue aspirazioni europee, in lutto la morte di numerose persone, che soffrono occupazione territoriale da parte della Russia e sperimentando deterioramento condizioni economiche. Con questa ratifica, l'UE dà l'Ucraina il segno più forte di sostegno, nonostante il deplorevole proposta di ritardare l'attuazione dell'accordo”. Jacek Saryusz-Wolski va oltre e aggiunge che l'accordo non era un obiettivo definitivo delle relazioni UE-Ucraina e sottolinea che il futuro comune della UE e l'Ucraina deve ora essere protetta dalle aggressioni Russo, introducendo "sanzioni sempre più pesanti fino a quando il costo per la Russia sarà troppo alto per sostenere la sua politica ". Queste le dichiarazioni del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz nel suo discorso ai parlamentari nelle camere Strasburgo e Kiev tramite un collegamento video:"Questo è un momento storico, i due parlamenti liberamente determinati a votare oggi, allo stesso tempo su questo accordo. Questa è la democrazia libera, l'opposto della democrazia diretta. Il Parlamento europeo ha sempre difeso l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina e continuerà a farlo”.

Poco prima il Parlamento dell'Ucraina ha ratificato l'accordo, il presidente Poroshenko ha detto: "Gli ucraini hanno invertito l'espresso-treno in direzione est, e mi auguro che anche il voto di oggi conferma che le nostre ratifiche sincronizzate sarà una festa, non solo per l'Ucraina, ma anche per l'Europa, perché senza l'Ucraina non c'è un'Europa unita. Vorrei ringraziare l'Europa per il sostegno che ci ha dato in questi tempi difficili e allo stesso tempo, vorrei affrontare il nostro governo."

L'accordo prevede,  un'associazione politica e per il libero scambio. Le disposizioni politiche prendono Ucraina un passo avanti verso l'Unione europea, aprendo nuovi canali di dialogo politico e stabilire regole di base per la cooperazione in settori quali l'energia, i trasporti e l'istruzione. Richiede l'Ucraina ad attuare le riforme e rispettare i principi democratici, dei diritti umani e dello Stato di diritto. Tra le altre disposizioni, l'accordo prevede una maggiore circolazione dei lavoratori, fissa obiettivi per la creazione di un regime di esenzione dal visto e allineare i sistemi regolamentari delle due parti. La parte globale e approfondita di libero scambio accordo integra in modo sostanziale i mercati UE e l'Ucraina, smantellando i dazi all'importazione e il divieto di altre restrizioni commerciali, anche se con specifiche limitazioni e periodi di transizione in aree "sensibili", come il commercio di prodotti agricoli. Sarà anche parzialmente integrare i mercati degli appalti pubblici. Il risultato della votazione di oggi ottenuto sia nel Parlamento Ue e Ucraina, avvia ad un accordo sarà che sarà applicato in via provvisoria, ma la data deve ancora essere confermata dal Consiglio. Per trarre il massimo effetto giuridico, l'accordo deve essere ratificato dai 28 Stati membri dell'UE. Finora, è stata ratificata in sei Stati membri ,, ma diversi anni può trascorrere prima che il processo è completato in tutti gli Stati membri.

E 'stato previsto di applicare le regole del commercio dal 1 ° novembre di quest'anno, ma lo scorso Venerdì 12 settembre, la UE, l'Ucraina e la Russia ha accettato in trattative per ritardare l'entrata provvisoria in vigore delle norme commerciali fino al 31 dicembre 2015. La Commissione europea afferma che continuerà ad applicarsi "preferenze commerciali autonome" dell'UE in Ucraina, che in effetti apre il mercato UE in Ucraina unilateralmente. La decisione di prolungare queste preferenze tardi avrebbe bisogno del sostegno del Parlamento europeo.

Lo scenario di guerra anticipato dallo scienziato Steven Starr sembra sempre più concreto:”Il disegno di legge RAPA presentato a Washington fornisce de facto l'adesione alla NATO per l'Ucraina, la Georgia, la Moldavia e ai fini dell’alleanza, che consentirebbe agli Stati Uniti di spostare grandi quantità di attrezzature e di forze a loro militare senza la necessità di approvazione di altri stati membri della NATO” e purtroppo l’espansione della Nato tramite l’inserimento della Georgia e Ucraina con lo spiegamento in Europa appunto della Usa-NatoBMD è in atto purtroppo. Starr ammoniva che in tali circostanze, la distribuzione di US/forze NATO in Ucraina avrebbe attuato praticamente inevitabile la realizzazione della fase tre del metodo Adaptive europea per la difesa missilistica in Europa. . . entro e non oltre la fine dell'anno civile 2016 e la dichiarazione del 2012 del più alto rango ufficiale militare della Russia, che ammoniva con la proposta di un “attacco preventivo” ora è diventato tutto reale! Proprio oggi i paesi della NATO hanno iniziato le manovre in Ucraina, sotto il grande supervisore degli Stati Uniti, dove molti paesi della NATO hanno iniziato lunghe manovre in Ucraina occidentale. E la NATO è intenzionata a stabilire una forte presenza visibile sul suo confine orientale, per la prima volta dopo l'adesione di ex membri del Patto di Varsavia. Nuove basi e il trasferimento di attrezzature ai serbatoi e 4000 uomini per usufruire di una forza di reazione rapida (vista la vicinanza) che possono essere attivi in caso di attacco in pochi giorni proprio ad est, verso il confine della Russia… la Russia è considerata una minaccia per la sicurezza euro-atlantica. A leggete gli ulteriori dettagli saranno elaborati entro la fine dell'anno, degli stati maggiori di pianificazione della NATO, inoltre ci sono già i lavori preparatori di base. Non solo, ma la NATO manterrà un piccolo numero di truppe da combattimento in cinque stati per tempo non inizialmente limitato ed a rotazione. Con esercizi regolari con diverse migliaia di soldati che difendono dagli attacchi russi dovrebbero essere addestrati. E la Bundeswehr, le forze Armate della Germania che costituiscono tra l’altro il 7° esercito più potente del mondo, partecipa prendendo parte nella rotazione di truppe da combattimento. All'inizio del prossimo anno per sostituire una società, circa 150 uomini, un'unità americana. La sede regionale della NATO sita a Stettino, guidata da Germania, Polonia e Danimarca, ha aumentato le risorse. Si dovrebbe essere in grado di eseguire in caso di emergenza, fino a 60.000 uomini.

Tutto sembra seguire i progetti di Barack Obama e la Crimea è solo il prossimo obiettivo….grazie a questo nuovo contratto di associazione UE-Ucraina, tutto fila come l’olio….per Obama e per la Nato ovviamente, che sembra spostare i suoi confini sempre più vicino alla Russia. Una Russia che rispedisce al mittente la grave situazione innescata dichiarando che le esercitazioni in Ucraina sono pura provocazione e un gioco pericolosissimo… i contingenti sono in un paese in guerra con la sua popolazione. 




EUROPA, CACCIA AL GAS: BRACCIO DI FERRO CON LA RUSSIA

Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri russo ha incontrato in Bulgaria Kristian Vigenin per rinegoziare sul gasdotto South Stream, mentre con la Serbia ha gia’ chiuso il contratto. L’Europa si è svegliata dalle visioni delle energie alternative biosostenibili, è incapace di autonomia e ora punta sul gas naturale il metano, soprattutto per il trasporto privato e pubblico. Ieri Siim Kallas Vice Presidente della Commissione europea interviene in questa direzione:”Sappiamo che il gas naturale, per esempio, avrà un ruolo importante sia per trasporti stradali e marittimi, come l'opzione più interessante per sostituire i combustibili a base di petrolio come diesel, ancora utilizzato dalla maggior parte dei camion in Europa oggi. Con la sua alta densità di energia e basse emissioni inquinanti, gas naturale liquefatto può essere utilizzato nelle flotte pubbliche di autobus, promuovendo così il trasporto pubblico in un ambiente urbano più pulito.”

di Cinzia Marchegiani

Bulgaria – Il South Stream è un progetto infrastruttura globale del grande colosso russo Gazprom, un gasdotto con una capacità di 63 miliardi di metri cubi realizzato attraverso il Mar Nero a sud e l'Europa centrale ai fini della diversificazione delle rotte di esportazione di gas naturale ed eliminando i rischi di transito. La prima gas via del South Stream dovrebbe essere fornito a fine 2015 mentre Il gasdotto raggiungerà la sua piena capacità nel 2018. ll progetto South Stream è volto a rafforzare la sicurezza energetica europea. Si tratta di un vero e proprio passo nel perseguire la strategia di Gazprom volta a diversificare i russi di gas naturale delle rotte di approvvigionamento. Il nuovo sistema di gasdotti che soddisfano i più recenti ambientali esigenze ed ingegneria accrescerà significativamente la sicurezza energetica in tutta l'Europa continentale.

La storia del progetto è iniziato nel 2006, quando Gazprom ed Eni sono entrate in un accordo di partenariato strategico che dà diritto Gazprom per la fornitura di gas russo direttamente sul mercato italiano a partire dal 2007. In base all'accordo, i contratti esistenti per le forniture di gas russo verso l'Italia sono state estese al 2035.

La South Stream Transport, invece è una società internazionale di progetto comune responsabile per la progettazione, la costruzione e la successiva gestione di sezione offshore del South Stream. La partecipazione della società è divisa tra Gazprom (50 per cento), Eni (20 per cento), Wintershall ed EDF (15 per cento ciascuno). Nel marzo 2014 South Stream Transport ha firmato il contratto per la posa della prima stringa di sezione offshore del South Stream, più tardi nel mese di aprile – per la posa della seconda stringa. Inoltre, sono stati firmati i contratti per la fornitura di circa 150 mila tubi per le prime due corde in mare aperto. La prima stringa off-shore deve essere costruito nel terzo trimestre del 2015 e commissionata nello stesso anno.
In merito al South Stream, l’Unione Europea era già entrata a gamba tesa, infatti la Commissione europea ha ritenuto che gli accordi bilaterali della Russia con i paesi di transito, ossia Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovenia, violavano Terzo Pacchetto Energia dell'Unione Europea, che regola che le aziende coinvolte nella produzione di gas non possono essere proprietari dei gasdotti a lunga distanza. Lunedì scorso, 7 luglio 2014 il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si è recato a Sofia (Bulgaria) dove ha incontrato il suo omologo, Kristian Vigenin ha espresso l’augurio che il dialogo attivo con la Commissione europea permetta la ripresa della costruzione di South Stream in territorio bulgaro, che è stato sospeso ai primi di giugno su insistenza di Bruxelles: “serve un approccio ragionevole, c’è la necessità di attuare la sua costruzione entro il termine previsto”. Approfondendo le notizie dai giornali esteri infatti si apprende che solo un mese fa, l'8 giugno 2014 il premier della Bulgaria, Plamen ORESHARSKI sotto pressione degli Stati Uniti e l'Unione europea aveva annunciato la sospensione della costruzione del "South Stream", che ovviamente aveva irritato Mosca e per tutta risposta la Gazprom minacciava di congelare la soluzione con Sofia per le forniture di gas del progetto per l'Europa, bypassando l'Ucraina e la conservazione delle principali destinazioni di esportazione, a seconda relazioni con Kiev (Ucraina). La grande perplessità della Russia era nel aver percepito che la leadership della Bulgaria per un lungo tempo aveva resistito ai tentativi di impedire la costruzione del "South Stream", improvvisamente mutava la relativa posizione dopo la visita di senatori americani guidati da John McCain. Sergei Lavrov spiega che l’accordo sul "South Stream" è stato steso nel 2008 prima dell'introduzione del Terzo Pacchetto Energia:"Rispettiamo il Terzo Pacchetto Energia che permette all'UE ei suoi membri il diritto di fissare le regole per la cooperazione in ogni campo all'interno del suo territorio, ma queste regole non possono essere applicata retroattivamente" e conclude augurandosi che la Commissione farà per l'eccezione per "South Stream per la legislazione attuale di energia dell'UE e applicare il principio di extraterritorialità, come è stato contro il progetto Trans Adriatic Pipeline. Dello stesso avviso è il ministro Vigenin che ha ritenuto troppo importante il gasdotto proprio per la sicurezza energetica del proprio paese, del su-est Europa e dell’Unione Europea auspicando nel dialogo attivo con la stessa Commissione Europea per portare in cantiere la costruzione del South Stream.
La South Stream non ferma il suo progetto e lo scorso martedì 8 luglio 2014 a Belgrado ha stipulato un contratto con la Centrgaz che ha vinto la gara per il South Stream per la costruzione dl gasdotto nella Repubblica delle Serbia.La stessa Centrgaz si concentrerà sulla progettazione, attività di costruzione e installazione, formazione del personale e la messa in South Stream in Serbia. Lo stesso contratto prevede il coinvolgimento di subappaltatori serbi nello svolgimento di determinate operazioni.

Lo stesso giorno, 8 luglio 2014 Siim Kallas Vice Presidente della Commissione europea interviene in merito al gas naturale, che dichiara rappresentare una fonte di energia per guidare europea dei trasporti nel futuro:”la nostra dipendenza da una piccola manciata di fornitori è anche una grande preoccupazione. Ci rende troppo vulnerabili. Importazioni di gas rappresentano il 70% del consumo europeo. Nel 2013, per esempio, il 39% delle importazioni di gas dell'Unione europea per volume venuto dalla Russia, il 33% dalla Norvegia e il 22% dal Nord Africa – Algeria e Libia. Alcuni paesi dell'UE si basano su un unico fornitore russo, spesso in un unico percorso di alimentazione, tra il 80 e il 100% del loro consumo di gas. E' un preoccupante livello di dipendenza – e dobbiamo solo guardare a recenti avvenimenti in Ucraina a vedere il tipo di insicurezza energia che ci troviamo di fronte. Ci sono alcuni paesi dell'UE che sono effettivamente "isole energetiche", perché non dispongono di adeguate infrastrutture di collegamento con il resto dell'UE. Che li rende vulnerabili ai capricci dei loro fornitori. Il bilancio energetico geopolitico nel mondo è cambiato. E l'Europa deve reagire ad esso. Sappiamo che il gas naturale, per esempio, avrà un ruolo importante sia per trasporti stradali e marittimi, come l'opzione più interessante per sostituire i combustibili a base di petrolio come diesel, ancora utilizzato dalla maggior parte dei camion in Europa oggi. Con la sua alta densità di energia e basse emissioni inquinanti, gas naturale liquefatto può essere utilizzato nelle flotte pubbliche di autobus, promuovendo così il trasporto pubblico in un ambiente urbano più pulito.“ 

Nulla è è per caso, in questa emergenza energetica europea lo sguardo volge alle energie alternative biosostenibili prospettate e gonfiate con gli incentivi finiti sulle bollette energetiche, dipinte come la panacea verde dell’energia ma che ha lasciato per terra l’Europa. Ad oggi l'UE è incapace di provvedere alla propria autonomina, e i vincoli e la burocrazia attuate sulle imprese industriali, ha aiutato le stesse a fuggite di corsa all’estero. Ora l’Europa si è svegliata, e il quadro clinico diventa perverso poiché fa chiudere industrie, spina dorsale dell'economia che non è in grado di sostenere il costo del trasporto privato e commerciale e dell’indotto industriale diventato inadeguato alla sopravvivenza. Logiche senza senso e lingimiranza che paga in prima persona il cittadino. Ora si osteggia questo importante gasdotto, spinti dai nuovi venti transatlantici che guarda caso hanno messo l’Europa a mo' di cuscinetto non solo per attutire ma anche  punzecchiare la Federazione Russa.




IL DEBITO INDEBITO

di Maurizio Costa

L'Europa chiede e l'Italia risponde, ma questa volta con riserva. Il Consiglio europeo ha adottato la nuova agenda quinquennale che indirizzerà le politiche economiche e le sanzioni dei vari Paesi europei. Matteo Renzi, stufo di ricevere solamente raccomandazioni, si è imposto e ha inserito in questo documento una clausola: il rigore che impone l'Europa, per quel che riguarda il debito pubblico e il Pil, sarà più modesto se si promettono riforme che aumentino il Prodotto interno lordo o che diminuiscano il debito. Ricatto? No, solamente un allentamento per favorire la crescita. In Italia il debito è il 135% del Pil (il tetto medio europeo è al 60%) e il governo vuole rinviare il pareggio di bilancio al 2016; un comportamento che non sta bene all'Europa dei "precisi". La Germania, per esempio, ha un rapporto deficit/Pil allo 0,0% e non lesina sulle lezioni da impartire all'Italia. Il nostro debito pubblico ha raggiunto quota 2.100 miliardi solamente perché l'Italia non riesce a pareggiare le entrate con le uscite ed è costretta ad emettere obbligazioni che non vengono coperte. In questi casi il rigore non serve, bisogna dare più aria all'economia e non imbrigliarla in una cella. Il documento quinquennale sarà la svolta decisiva per allentare il rigore europeo?




EUROPA: CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

di Maurizio Costa

Il Consiglio Europeo, l'organo composto da tutti i Capi di Stato dei Paesi membri europei, ha lanciato nel 2010 il Piano "Europa 2020", una nuova strategia che, in poche parole, impone ai vari Governi il raggiungimento di alcuni obiettivi per risanare l'economia e avvicinarsi il più possibile al pareggio di bilancio. Queste "imposizioni", celate sotto il nome di "raccomandazioni", orientano le politiche economiche dei Paesi che fanno parte della Comunità Europea. L'Italia è stata annoverata tra i Paesi più a rischio e per questo ha avuto bisogno di un esame approfondito da parte del Consiglio, che, in poco tempo, ha stilato una serie di raccomandazioni per risanare il nostro Paese.

La raccomandazione principale che l'Europa impone all'Italia è il raggiungimento del pareggio di bilancio, in termini strutturali, entro il 2016; un obiettivo non facile da perseguire per un Paese che versa già in una grave situazione economica. Il problema è che, in un'economia disastrata e che stenta a crescere, imporre la realizzazione del pareggio di bilancio significa bloccare gli incentivi e i finanziamenti che potrebbero rilanciare i consumi e la produzione.

Questo era solo l'antipasto. Le raccomandazioni UE sono molte e adesso le elencheremo, tenendo sempre a mente che il Consiglio impone una piena e tempestiva attuazione di queste regole.

1. BILANCIO
Entro il 2015, l'Italia dovrà ridurre il debito pubblico attraverso il ricorso alle privatizzazioni. L'UE è stata chiara: "Il bilancio deve essere sanato ricorrendo ai significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo." Questo è quanto si legge da una nota del Consiglio Europeo.

2. FISCO
Da questo punto del decreto si capiscono molte scelte del Governo sia di Renzi sia dei suoi predecessori; infatti, al punto dedicato alla pressione fiscale, il Consiglio raccomanda all'Italia di "trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio". L'aumento dell'IVA e la reintroduzione dell'IMU, sotto le mentite spoglie della TASI, adesso hanno una ragione logica.

3. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L'UE ci obbliga a "garantire una migliore gestione dei fondi dell'UE con un'azione risoluta di miglioramento della capacità di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di qualità a livello regionale, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno". Quindi, in poche parole, l'Italia dovrà aumentare le riforme anticorruzione e attuare interventi tempestivi nelle zone più disagiate.

4. BANCHE
Dato che il Consiglio Europeo ci impone il pareggio di bilancio, l'economia dovrà ripartire dalle banche, che dovranno aumentare l'erogazione di prestiti a piccole e medie imprese. L'Europa ci impone di aggiungere debito al debito, portando la situazione a livelli ancora più gravi.

5. LAVORO
L'UE ci raccomanda di aumentare l'intervento del Governo nel campo del lavoro, valutando se e dove intervenire per aumentare la tutela sociale dei disoccupati (senza aumentare la cassa integrazione), incrementare l'occupazione femminile, offrire apprendistati e tirocini di qualità ai giovani e aiutare le famiglie con un reddito basso. In questo quadro possiamo annoverare il famoso "Jobs Act" di Renzi, che rivede e ripianifica i contratti di lavoro, e soprattutto gli 80 euro in busta paga, oggetto di numerose discussioni.

6. SCUOLA
L'Italia, nel 2014, dovrà "rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici per migliorare i risultati della scuola e, di conseguenza, ridurre i tassi di abbandono scolastico".

Un Piano di intervento che abbraccia tutti gli ambiti di un'economia che ha bisogno di molte riforme. Il fatto che ce le imponga l'Europa può essere una cosa positiva (una scossa per cambiare in meglio), ma anche negativa, perché ci fa capire che l'Italia da sola non riesce a fare nulla di concreto. Inoltre, portare i "compitini fatti a casa" ci fa passare dalla parte passiva, dalla parte del Paese che fa tutto quello che dice "mamma Europa". Matteo Renzi, dal canto suo, non fa che aumentare questa percezione negli italiani, attuando norme che non sono altro che le "imposizioni" europee.




EUROPA E NORD AMERICA CYBERCRIME: OPERAZIONE BLACKSHADES, ARRESTATI 80 HACKERS

Le operazioni condotte in Olanda, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Austria, Estonia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Cile, Croazia, Italia Moldavia e Svizzera hanno prodotto più di 80 arresti, 359 perquisizioni e oltre 1100 dispositivi di memorizzazione dati sequestrati. Il BlackShate Rat, il sosfisticato malware  permetteva al cybercrime, una volta installato dalla vittima, di avere controllo completo del computer, con l'accesso non solo a tutti i dati sensibili, ma anche registrare le battute inserite e persino attivare la webcam, azioni che permettevano poi di estorcere denaro ai malcapitati.

di Cinzia Marchegiani
 
Un vero business online denominato Blackshades, grazie al quale gli hakers hanno infettato mezzo milione di computer, depredando dati sensibili, fotografie private ma soprattutto password riuscendo anche a controllare le vittime tramite la webcam nel loro ambiente privato. La strategia applicata era quella di disattivare l’accesso ai dati della vittima e poi chiedere il riscatto. Inquietante la tecnologia e i metodici coercitivi con cui i pirati informatici effettuavano un vero e proprio stalking alla vittime cadute nella loro rete virtuale, riuscendo anche a ossessionare il malcapitato con messaggi anche sonori. Si legge che l’FBI ha valutato il fatturato di questa attività illecita intorno ai 350 mila dollari tra fine 2010 e aprile 2014. BlackShades ha venduto e distribuito software dannoso (malware) a migliaia di persone in tutto il mondo. Prodotto di punta BlackShades era il BlackShades RAT, un sofisticato malware che permette ai suoi utenti di ottenere in remoto e nascosto il controllo completo su computer della vittima. Una volta installato sul computer della vittima, un utente del RAT è libero di, tra le altre cose, di avere accesso e di visualizzare documenti, fotografie e altri file, registrare tutte le battiture inserite e persino attivare la webcam sul computer della vittima – che potrebbe essere fatto senza la conoscenza della vittima. BlackShades rende anche possibile effettuare su larga scala denial-of-service (DDoS), attacchi informatici distribuiti. Ma l’aspetto fantascientifico e particolarmente dannoso di questo software è la possibilità di crittografare e negare l'accesso ai file. 
Chiunque e in qualunque parte della terra, acquistando il Blackshades RAT per una quarantina di dollari era in grado di depredare i dati sensibili che veicolano tramite il semplice computer, ma non solo. Questa storia di spionaggi e storie fantascientifiche e crimini nelle reti purtroppo sono concrete ma monitorate, grazie all’ Europol, agenzia di applicazione della legge dell’Unione Europea, che assiste gli Stati membri dell’UE nella lotta a ogni tipi di crimine internazionale. Dal sito si può scendere nel dettaglio di questa spy-story che ha coinvolto in due giorni, sedici paesi di tutto il mondo, coordinati da Eurojust all'Aja e sostenuto dal Centro criminalità informatica europea (EC3) presso l'Europol, proprio perché i creatori e i venditori e gli utenti di BlackShades di malware sono stati presi di mira dalle autorità giudiziarie e di polizia. Durante le due giornate di azione,  sono state effettuate in tutto il mondo 359 perquisizioni, e più di 80 persone sono state arrestate. Oltre 1100 dispositivi di archiviazione dati sono sospettati di essere utilizzati in attività illegali e quindi acquisiti, tra cui computer, computer portatili, telefoni cellulari, router, hard disk esterni e chiavette di memoria USB. Notevoli quantità di denaro, armi da fuoco illegali e droga sono stati sequestrati. I paesi che hanno intrapreso l'azione contro i creatori, i venditori e gli utenti di malware sono i Paesi Bassi, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Austria, Estonia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Cile, Croazia, Italia, Moldavia e Svizzera.

Tre riunioni di coordinamento si sono tenute presso l'Eurojust prima dei giorni dell’azione concordata, cui hanno partecipato la maggior parte dei paesi coinvolti. Durante le operazioni avvenuta in due giorni, presso l’Eurojust è stato istituito un centro di coordinamento, dove i rappresentanti di Eurojust, EC3 di Europol e l'FBI hanno assistito i paesi interessati, fornendo una panoramica dello stato di avanzamento oltre a l'assistenza giudiziaria alla necessità. Nel dettaglio l’EC3 di Europol ha fornito supporto analitico in tempo reale e è stato fondamentale e determinante per i dati di follow-up e l'identificazione delle vittime.
Il responsabile del Centro europeo criminalità informatica (EC3), Troels Oerting, presso l'Europol ha dichiarato: "Questo caso è ancora un altro esempio della necessità critica per le operazioni di coordinamento delle forze dell'ordine contro il crescente numero di cyber criminali che operano a livello comunitario e mondiale. EC3 continuerà – insieme ad Eurojust e altri partner – a lavorare instancabilmente per supportare i nostri partner nella lotta contro truffatori e altri criminali informatici che approfittano di Internet per commettere il crimine. Il lavoro è tutt'altro che terminato, ma la nostra cooperazione per lavorare insieme attraverso le frontiere è aumentato."  Koen Hermans, assistente del membro nazionale per i Paesi Bassi, ammonisce l’uso ingenuo e senza consapevolezza di internet, poiché nessuno è al sicuro, ricordandolo anche agli autori degli atti criminali cibernetici. 

Il grande Omero sembra avesse indicato la strada alla cautela: "Bada di non perdere la sostanza, quando cerchi di afferrare l'ombra."




L'EUROPA SOSTIENE L'UCRAINA E LA RUSSIA NON CI STA: TUTTI I NOSTRI PROSCIUTTI TORNANO INDIETRO

Redazione

Mentre l’Occidente discute di sanzioni, la Russia ha posto l’embargo all’importazione di maiali, carne di maiale, salumi e prosciutti proveniente da tutti i Paesi dell’Unione Europea come ritorsione al sostegno all’Ucraina ora minacciata dalle truppe inviate da Mosca. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il braccio di ferro si sta facendo sentire pesantemente sul mercato alimentare, dal grano alla carne di maiale. La Russia – denuncia la Coldiretti – ha infatti chiuso le frontiere a tutto l'export europeo di maiali, carni di maiale e trasformati in violazione delle regole sugli scambi alla Wto di cui e' membro dal 2012 prendendo a pretesto . La scoperta a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, in zone di frontiera con la Bielorussia. Per l’Italia oltre al danno diretto dovuto alle mancate esportazioni si sta verificato un danno indiretto perché i maiali tedeschi che normalmente vengono spediti in Russia ora arrivano in Italia con danni per gli allevatori ma anche per i consumatori perché carne e derivati del maiale vengono spesso spacciati come Made in Italy perché – continua la Coldiretti – non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Ma le operazioni in Ucraina, considerata il granaio d’Europa, hanno fatto anche schizzare il prezzo mondiale del grano ai massimi dell'ultimo trimestre e – continua la Coldiretti – tensioni si hanno per tutti i cereali come dimostra l’andamento delle quotazioni al Chicago Board of trade anche per orzo, soia e mais .L’Ucraina si classifica infatti tra i paesi leader nelle esportazioni a livello internazionale on una produzione che nel 2013 – conclude la Coldiretti – ha raggiunto 63 milioni di tonnellate di cereali, il 36,3% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, l'aGricoltura ucraina ha prodotto 22,27 milioni di tonnellate di grano (+41,3%), 7,56 di orzo (+9%) e 30,9 di granoturco (+47,4%). .




A.A.A. GLI ITALIANI CERCANO DIRITTI E GARANZIE DALL'EUROPA

di Cinzia Marchegiani

Questa è la foto dell’aggressione dei poliziotti in borghese che ieri a Roma hanno causato il ricovero di Sandro Biviano presso l’ospedale Santo Spirito, mentre sfilavano nel corteo pacifico. Stavano chiedendo il diritto alle cure compassionevoli con il metodo stamina, mentre il Consiglio dei Ministri doveva valutarne una procedura d’urgenza. Un’immagine ormai diventata virale che viaggia sul web, inutile riportare i commenti degli utenti. E’ esplicita ed eloquente l’istantanea che purtroppo riporta questo paese forse in un’ epoca storica mai esistita. Ma ieri l’Unione Europea ha intimato, tramite il commissario UE Affari Interni, Cecilia Malmostrom pesanti procedure d’infrazione solo in merito alle immagini shock relative alle condizioni in cui versano gli immigrati nel centro di accoglienza di Lampedusa. Incredibile questo rovescio della realtà, la foto in questione è una denuncia tangibile, e altrettanto anche i filmati (già in archivio per eventuali denunce), che raccontano nei dettagli l’aggressione.

Lo Stato Italiano in questo ci appare muto e lontano: non esiste ammonimento, non esiste responsabilità da accertare, ormai in troppi si domandano dov’è l’Europa per i diritti umanitari degli stessi stati membri? Chiedono il rispetto dei diritti sacrosanti soprattutto perché le vittime in quest’episodio sono persone malate e impotenti, c’è rammarico e sdegno poiché chi difendeva senza violenza quest’aggressione, è stato caricato e arrestato sotto gli occhi increduli dei testimoni.

Rabbia, vergogna e nausea sono le emozioni che non si riescono più a placare, questa è la risposta che simbolicamente le rappresenta tutte, di Felice Massaro:

“Manifestare è un diritto, caro poliziotto in borghese. E chi difende lo striscione, simbolo di quel diritto, è un cittadino che non va portato nella camionetta.

Quel cittadino difende il diritto alla salute e il rispetto di una legge dello Stato.
Chiede che le sentenze dei giudici dello Stato Italiano vengano rispettate.
Chiede tutto questo mentre protegge con le sue mani un giovane meraviglioso che improvvisamente diventa disabile.
Quel giovane è il simbolo delle nostre sofferenze che la tua insolente arroganza oggi ha profanato.

Un poliziotto al servizio di uno Stato che ancora oggi, almeno sulla carta, è uno Stato di diritto non può permettersi di fare lo spavaldo.

Lo status di poliziotto non conferisce la licenza a considerare tutto questo, con insolente arroganza.
Quella divisa devi rispettarla tu per primo, onorando il tuo compito e difendendo chi manifesta per la legalità.
A rispettare quella divisa, invece, nonostante tutto, al posto tuo lo ha fatto quel ragazzo.
Non ha avuto nessuna reazione nei tuoi riguardi solo perché ha visto in te non l'uomo ma la divisa.
E tu addirittura lo hai fermato portandolo in Questura.

Il miglior consiglio che ti possa dare è di recarti immediatamente in Procura e denunciarti.
Se non lo farai tu andremo certamente noi a denunciare questo sopruso.
Servirà anche per garantire ai nostri figli la speranza di vivere in un Paese libero. Libero nei fatti e non solo sulla carta
.”

Per questo e tante altre impunità da verificare, sarà il nostro giornale il mittente personale che porterà le istanze emerse al Commissario UE per i diritti umani, il lèttone Nils Muižnieks. In Italia ormai la politica è diventata solo appannaggio dei privilegi e sordo alle questioni sociali del proprio paese. C’è una degenerazione in atto che nulla ha in comune con le patologie genetiche che questi malati stanno cercando di affrontare come conquista al principio dell’autodeterminazione, ognuno è libero di vivere e curarsi come il paziente e il medico meglio credono, nessuno può annullare questo principio, lo dice anche la legge europea 1394/2007, quelle infusioni, su base non ripetitiva possono essere attuate….sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza.” E agli Spedali di Brescia esiste un equipe ospedaliera, che verifica e procede ai controlli di sicurezza in obbligo dalle leggi, il prodotto caratterizzato dal biologo stamina e non viceversa, la somministrazione non è opera di miscugli ambigui e chissà quale diavoleria si vuole dipingere….
 




GOVERNO, GOVERNISSIMO E I MESSAGGI DI NOE': LE STELLE NON LE ABBIAMO ANCORA TOCCATE

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Chiara Rai

Lo si era detto in piena campagna delle primarie Pd che si doveva invertire rotta a favore del cambiamento e facemmo un articolo incentrato sul “bischeraccio” di Renzi. [ Art. del 09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO… ]

Ma le avvisaglie del popolo vengono ascoltate soltanto a posteriori quando ormai la frittata è fatta e ci ritroviamo con un non governo, una patata bollente per Giorgio Napolitano che avrebbe sperato in un altro esito per poter lasciare la scena in un clima politico più sereno. Il voto di facciata del Pd è stato partorito ieri con un Bersani che adesso strilla al cambiamento quando qualche mese fa era impegnato a cambiare le regole per lasciare indietro Renzi. Il buon bischero che adesso se la ride sotto i baffi e che da gran signore ha preso sotto braccio Bersani mentre la zattera affonda. Ciò per accertarsi, a mio parere, che la vecchia politica tocchi i fondali più profondi.

Questo ultimo tentativo di sfidare Grillo con un programma radicale, Pierluigi, è in obbligo di farlo e pur di accattivarsi l’acquolina dell’ex comico ha iniziato a parlare delle coppie gay e della loro emergenziale esigenza di tutela giuridica. Questa stracciatella non è roba per gli italiani che votando il Movimento 5 Stelle hanno dato un chiaro messaggio ai parrucconi e parassiti politici.

Adesso chiunque provi ad avvicinarsi al timone capisce immediatamente che gli elettori hanno impostato il pilota automatico verso lo sfacelo. Questa ridicola storia che uscire dall’Europa è la nostra salvezza è la beffa oltre il danno che è già sotto gli occhi della collettività. Renzi ha detto che forse il vero problema è che c’è stata troppa poca Europa, ma questo è un concetto che andrebbe approfondito per essere realmente apprezzato. Se la Germania sale e noi scendiamo sarà mica perché l’Europa, i tedeschi, l’abbiano interpretata nella giusta maniera?

Invece no, poveri disgraziati in questo momento l’unico paragone che l’universo politico vorrebbe farci digerire è quello con la Grecia. Nulla togliendo a questo godibile popolo e paese, noi italiani pesiamo molto d più della Grecia nel piatto Europeo. Dunque stavolta, tocca riequilibrare i ruoli e farla finita di fare paragoni sbagliati.

Probabilmente lo scenario sarà questo: Grillo ci riporterà al voto ma senza riforma elettorale, Bersani colerà a picco, il Pdl galleggerà perché da buon “Noe”, Alfano, ha fatto appello alla “responsabilità e dialogo” indirizzando questi due termini ad un interlocutore che mai e poi mai potrà calarsi le braghe in favore di un governassimo. Renzi si prenderà la rivincita con gli arretrati e Berlusconi, allora, si troverà davanti un competitor di cui avere timore. Nessuno ha la palla di cristallo, tocca aspettare ma in merito ai risultati di Pierluigi, adesso siamo inutilmente contenti di asserire “lo avevamo detto”.

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09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO…

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LAZIO ARSENICO, ALLARME SALUTE CITTADINI E RISCHIO DI MULTE DA 300 MILA EURO AL GIORNO

Redazione

Lazio – «Siamo fuori tempo massimo sulla questione arsenico nel Lazio? A circa due mesi dalla scadenza della deroga ai limiti massimi di concentrazione dell'arsenico nell'acqua potabile imposta dall'Unione europea, che ricordiamo è al 31 dicembre 2012, il lavoro di bonifica degli acquedotti ci sembra al di fuori di Roma ancora molto arretrato. – afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio – Per questo motivo abbiamo fatto, tramite il Consigliere regionale e Presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, un'interrogazione alla Presidente Polverini, che è anche Commissario nominato dal Governo per l'emergenza arsenico, nella quale chiediamo quale sia lo stato dei lavori, se le somme impegnate sono sufficienti per riportare i limiti nella norma, quali provvedimenti si stanno predisponendo per salvaguardare la salute dei cittadini nel caso non si riesca a rispettare la scadenza di fine anno. Inoltre chiediamo se sono state redatte le relazioni da inviare all'Unione europea, quali provvedimenti sono stati presi nel frattempo per tutelare la fascia più sensibile all'inquinamento da arsenico, ossia quella dei bambini fino ai tre anni e cosa si intende fare alla luce dei risultati della Valutazione Epidemiologica realizzata dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale che attesta definitivamente la relazione tra arsenico nell’acqua e aumento delle patologie tumorali nella popolazione. Nonostante la nostra sia "un'interrogazione urgente a risposta scritta" non confidiamo in un rapido riscontro come pretenderebbe la situazione visto che la Polverini sembra affaccendata in tutt'altre questioni rispetto al governo della Regione e per questo motivo abbiamo scritto sia al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, On. Angelo Alessandri, sia al Ministro della Salute, Prof. Renato Balduzzi, affinchè, convochino la Presidente e Commissario all'Emergenza arsenico, in Commissione Ambiente, per rispondere su questi quesiti. Ogni altro ritardo nella soluzione del problema è un vero e proprio attentato alla salute dei cittadini e al bilancio dello Stato, poichè dal 1 gennaio 2013 potremmo essere multati dall'Europa, per il non rispetto delle norme Comunitarie, per una cifra di 300mila euro al giorno».

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