Europa Verde Albano: l’educazione alimentare e all’ambiente parte dai banchi di scuola

L’importanza dell’educazione alimentare nella scuola di oggi ha acquisito un peso maggiore soprattutto in relazione al fenomeno che assiste, ormai da diverso tempo, ai casi di obesità infantile. Stili di vita e abitudini alimentari errate che generano spesso rischi sanitari e rappresentano sempre più una minaccia per bambini ed adolescenti.

Per questo è essenziale che i ragazzi imparino sin dai banchi di scuola l’importanza di una nutrizione corretta, recuperando i valori della tradizione mediterranea e apprendendo quelle che sono le buone pratiche alimentari dentro e fuori le mura di casa.

Officina Stampa del 16/07/2020 – L’intervista a Elisabetta Rossi e Giorgio Simonetti (Europa Verde Albano)

E le attività di educazione alimentare nelle scuole vengono svolte in gran parte dagli insegnanti di area linguistico-umanistica che secondo la ricerca effettuata dalla Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare rappresentano il 26 percento, seguono poi quelli di area logico-matematica (23%), scientifico-tecnologica (18%), educazione fisica (5%) e nello specifico i docenti di scienza e cultura dell’alimentazione il cinque percento.

La ricerca ha messo in evidenza il fatto che il momento della ristorazione scolastica è una occasione educativa importante ma allo stesso tempo, però, la ristorazione a scuola è spesso indicata dai docenti come un momento problematico, che si evidenzia quando si tentano di mettere in pratica le nozioni di educazione alimentare trasmesse agli studenti durante le lezioni.

Officina Stampa del 16/07/2020 – Il video servizio su Alimentazione e ambiente

La principale ragione è che quasi sempre l’occasione quotidiana di convivialità, per mettere in pratica quanto appreso in classe sull’alimentazione sana e sostenibile, offerta dal momento del pasto collettivo non è adeguatamente valorizzata. E in relazione agli appalti delle aziende di ristorazione, molti docenti hanno fatto notare che spesso i cibi proposti non sono sempre in linea con i principi trasmessi in classe e in alcuni casi, addirittura, sembrano contro corrente. Come emerso, agli insegnanti e alle scuole spesso risulta molto difficile intervenire nella scelta operate dalle società appaltatrici del servizio di ristorazione scolastica, poiché in questi casi il loro potere d’intervento è molto limitato.

L’attenzione al tema della salute resta la motivazione principale che spinge i docenti a realizzare queste attività, seguita dall’attenzione al tema ambientale, all’economia circolare e allo spreco e ai corretti stili di vita.

Resta il fatto che la Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco nel 2010 quale perfetto stile di vita, mette insieme salute, sostenibilità ambientale, prodotti e ricette locali, gusto e convivialità. Oggi più che mai dobbiamo quindi educare le nuove generazioni a tutto questo per ridurre i rischi di danni alla salute e all’ambiente.




Albano Laziale, Lanuvio e Nemi: la ricetta per risollevare il turismo si chiama ENO.L.A.N.

Rilanciare l’economia locale attraverso ENO.L.A.N. il Consorzio Intercomunale delle Imprese.
La Rete “ENO.L.A.N.Web 2.0.” è stata presentata il 28 giugno del 2019 ed è stata promossa dal Comune di Albano Laziale, in qualità di soggetto beneficiario del bando regionale “Strade del commercio del Lazio” e sostenuta dai Comuni di Nemi e Lanuvio.

Una rete alla quale hanno aderito fino ad oggi oltre 30 imprese del territorio afferenti la filiera enogastronomica. Perlopiù si tratta di piccole imprese operanti nell’ambito dell’accoglienza, della ristorazione (bar e ristoranti) e dei servizi (negozi e attività commerciali).

Una piattaforma, ENO.L.A.N., che nasce dunque con lo scopo di connettere più “attori” contemporaneamente

Mettere in contatto il turista con il sistema ricettivo (alberghi, ristoranti, musei etc.); connette i ristoratori locali con i produttori locali; connette i produttori locali con gli acquirenti locali e occasionali. Con pochi “click” sul sito www.enolan.it, un visitatore ha la possibilità di prenotare un albergo ad Albano Laziale, Lanuvio e Nemi, di riservare un tavolo in un ristorante del posto dove poter gustare cibo approvvigionato da produttori locali, fare shopping di articoli enogastronomici provenienti dal territorio ospitante.

Europa Verde Albano incoraggia i produttori, i negozianti, i ristoratori e i cittadini tutti ad aderire e rivalorizzare il Consorzio ENO.L.A.N. come strumento già esistente per il rilancio dell’economia di Albano Laziale, Pavona, Cecchina, Cancelliera, Lanuvio e Nemi.

Elisabetta Rossi e Marcello Scarponi: “Ai tempi del Covid19 il turismo è azzerato”

Elisabetta Rossi e Marcello Scarponi (Europa Verde Albano)

“E allora cosa resta del brillante Progetto ENO.L.A.N.? – dichiarano Elisabetta Rossi e Marcello Scarponi di Europa Verde Albano – La riposta è: “Resta tutto!”. Sì, perché la piattaforma è uno strumento commerciale già avviato e adesso può servire come antidoto alla crisi economica dei commercianti e dei produttori locali. Se riusciamo a congiungere la produzione locale (come olio, vino, frutta) con il consumo locale, direttamente e attraverso i negozi e i ristoranti, allora abbiamo innescato un circolo virtuoso in grado di dare una boccata di ossigeno alla filiera enogastronomica di Albano Laziale e dintorni. La piattaforma ENO.L.A.N. – proseguono Rossi e Scarponi – andrà implementata per tenere conto dei nuovi temi e delle nuove opportunità in gioco. Mangiare cibo locale significa mangiare cibo prodotto da gente che puoi vedere in faccia. Un ristorante che ha un fornitore di olio e verdura locale, – concludono – esce dall’anonimato e si conquista una fetta di clienti interessati al cibo sano e solidali con il sistema produttivo zonale”.

Allo stesso tempo, Europa Verde Albano sollecita le amministrazioni comunali di Albano Laziale, Lanuvio e Nemi a fare tutto il possibile per garantire il proprio supporto alla Rete ENO.L.A.N.Web2.0, in risposta alle serie difficoltà che i concittadini esercenti e produttori stanno vivendo a causa del COVID-19. “Passata la pandemia, – hanno detto ancora i due rappresentanti di Europa Verde Albano – i turisti torneranno a circolare e il Consorzio enogastronomico sarà più forte di prima!”




Europa Verde Albano, Covid-19: più mercati rionali per l’acquisto di cibi sani all’aria aperta

ALBANO LAZIALE (RM) – All’indomani dell’emanazione del DPCM del 9 marzo 2020, una buona parte della popolazione italiana ha avvertito il bisogno di aumentare le proprie scorte alimentari recandosi a fare la spesa nei supermercati.

Man a mano che l’emergenza sanitaria è divenuta più acuta e i successivi DPCM e le Ordinanze del Ministero della Salute hanno inasprito le norme del distanziamento sociale, i cittadini hanno iniziato a fare più volentieri ricorso ai mercati rionali all’aperto (ove esistenti) per l’approvvigionamento di frutta, verdura, uova etc.

Sui banchi dei mercati rionali d’Italia è possibile trovare cibo prodotto localmente e ciò ha un valore importante in termini di qualità nutrizionali dell’ortaggio e in termini di sostegno alle piccole/medie imprese e ai lavoratori agroalimentari locali.

Albano Laziale è un Comune avvantaggiato dal punto di vista dell’accesso ai prodotti ortofrutticoli locali. Infatti, è possibile contare almeno 6 mercati rionali: 4 ad Albano (Piazza Pia, Piazza Zampetti, Mercato Contadino a Piazza Guerrucci, Mercato Contadino a Piazza Pia), 1 a Pavona ed 1 a Cecchina.

Quando gli italiani usciranno dalla Fase 1 della pandemia, potrebbe risultare automatico abbandonare la modalità di acquisto attuale che punta, anche a motivo del COVID-19, al mercato rionale all’aria aperta ed al prodotto locale. Prendere la macchina ed andare al supermercato potrà sembrare un “ritorno alla normalità”, mentre invece consolidare l’abitudine di acquistare cibo fresco in spazi aperti e senza il ricorso alle autovetture dovrà diventare la “nuova normalità”.

“Europa Verde Albano, – dichiarano i una nota unitaria Alessandro Maria D’Amati, Elisabetta Rossi, Giorgio Simonetti e Marcello Scarponi membri del partito – sensibile e propositiva sul tema della cosiddetta filiera corta e sui temi dell’alimentazione dei concittadini di Albano, Pavona, Cecchina e Cancelliera, fa appello all’Amministrazione Comunale affinché prenda in considerazione le seguenti proposte per affrontare le prossime Fasi di convivenza con il virus: aumento dei giorni dei mercati rionali e Regolamenti Comunali per favorire cibo locale in mense territoriali (es. mense scolastiche).

I mercati rionali – proseguono – sul territorio municipale, includendo anche le iniziative del Mercato Contadino, garantiscono un servizio utile ma non continuo durante la settimana. Risulta sensato, dunque, rinforzare i mercati cittadini e stimolare la cittadinanza ad acquistare frutta e verdura in spazi aperti conformi al distanziamento sociale e in linea con le raccomandazioni igieniche anti-COVID-19. L’acquisto di prodotti nella filiera corta aumenta il sostegno verso i produttori locali e assicura prodotti di qualità ai cittadini grazie alla riduzione spazio-temporale della catena produzione-consumazione. La spesa al mercato, poi, riduce l’inquinamento perché azzera l’impiego del packaging in plastica (pensiamo alle retine di plastica per arance e patate).

Sostenere la produzione agricola locale e garantire un’alimentazione sana durante e dopo la pandemia, significa fare in modo che le mense degli asili, delle scuole, degli ospedali, delle aziende che insistono sul territorio municipale adoperino materia prima locale controllata. E’ auspicabile che l’Amministrazione Comunale dia vita a Regolamenti in grado di certificare il prodotto agricolo territoriale. Acquisendo i Regolamenti in essere, gli operatori delle mense potranno approvvigionarsi volentieri dagli agricoltori certificati della zona e innescare così un processo virtuoso sia sul piano occupazionale e sia sul piano dell’alimentazione di qualità.

Nelle fatiche del COVID-19, – concludono -possiamo mutare le emergenze attuali in nuove abitudini di vita. Sul modo di fare la spesa e sulla qualità del cibo dobbiamo cambiare mentalità. Europa Verde Albano c’è!”.




Albano Laziale, fase 2 e riapertura di ville e parchi. Europa Verde: “Mancanza di accorgimenti idonei a traguardare il distanziamento sociale dei cittadini”

ALBANO LAZIALE (RM) – Europa Verde Albano Laziale si interroga su come sarà possibile rivivere il patrimonio paesaggistico e archeologico cittadino appena verranno riaperti ville e parchi pubblici dopo questo periodo di lockdown che ne ha determinato la chiusura al pubblico.

“Questo periodo di chiusura – commentano in una nota condivisa Alessandro Maria D’Amati, Elisabetta Rossi, Roberto Salustri e Marcello Scarponi – sicuramente ci avrà fatto considerare l’importanza degli spazi verdi di Albano Laziale e delle Circoscrizioni, la voglia di poterli abitare ancora più intensamente e il desiderio che siano funzionali e parte integrante della nostra quotidianità”.

Mancanza di accorgimenti idonei a traguardare il distanziamento sociale dei cittadini che frequentano un luogo pubblico è quanto sottolineato dagli esponenti di Europa Verde Albano Laziale. “Tra questi accorgimenti, – hanno evidenziato – è bene sottolineare la necessità di una segnaletica pedonale interna al parco, in grado di regolare la circolazione dei cittadini che passeggiano nel verde municipale durante la Fase 2 di convivenza col virus. Inoltre, – proseguono – pare opportuno prevedere un sufficiente numero di sedili di tipo monoposto oppure tali da assicurare la distanza di sicurezza interpersonale dei cittadini che sostano seduti nel giardino comunale”.

Da Europa Verde Albano Laziale parte anche l’invito alla cittadinanza nel voler segnalare proposte per una migliore fruizione dei parchi municipali e anche un sollecito agli amministratori comunali a prevedere, nei parchi municipali, tutti gli accorgimenti specifici per la fruizione degli spazi verdi da parte di persone disabili, come ipovedenti e carrozzati.

“I giardini pubblici chiusi a causa del COVID-19 – hanno concluso gli esponenti di Europa Verde Albano Laziale – sono stati una triste realtà che non avevamo mai immaginato prima dello scoppio della pandemia. Ma anche in questo caso, dal coronavirus è possibile apprendere una lezione: un grave problema può suscitare una feconda occasione di ricrescita. Parchi chiusi, opportunità aperte! Cittadini, riscopriamo e sentiamoci partecipi del verde e del patrimonio archeologico che ci circonda!”.




Covid-19 e PMI: trasformiamo i problemi in opportunità

di Alessandro Maria D’Amati*

Il 95% delle imprese italiane è identificato come “PMI”, ovvero le piccole e medie imprese. La maggior parte degli analisti afferma che le PMI sono il potere dell’economia reale italiana, mentre una certa parte degli analisti sostiene che esse fanno parte della resistenza italiana al cambiamento della strategia di sviluppo.

In termini di flessibilità e velocità nei processi decisionali, le PMI possono rispondere in modo efficiente alla domanda del mercato, anche in grandi cambiamenti ambientali come quelli causati dalla pandemia di COVID-19. Nella PMI italiana c’è una costante ricerca del “bene dell’azienda”, una condivisione di un sistema di valori tra collaboratori. L’imprenditore di una PMI ha un facile controllo del business e del team, promuovendo una sorta di “imprenditoria diffusa” attraverso il coinvolgimento di qualsiasi dipendente a qualsiasi livello lavorativo.

Le PMI italiane registrano anche alcuni punti di debolezza. In generale, le PMI italiane sono povere di manager e povere di una corretta gestione in termini di piani strategici e questioni finanziarie. Una PMI può essere affetta da un deficit di informazioni scientifiche e multidisciplinari, dal momento che sta abbastanza da sola: essere al di fuori di qualsiasi rete limita il potere contrattuale delle PMI. Le PMI tendono a concentrarsi su un numero limitato di combinazioni prodotto-mercato, rifiutando di riesaminare o reinventare la società, se necessario.

Una delle questioni specifiche delle PMI italiane è la transizione imprenditoriale. I vecchi imprenditori (insieme a un certo numero di vecchi collaboratori in pensione ancora all’interno dell’azienda) sono riluttanti a costruire il futuro senza di loro. Di conseguenza, la PMI italiana può consolidare caratteristiche stagnanti, più familiari con il passato e meno orientate verso il futuro.

L’esperienza COVID-19 può essere un incentivo per le PMI italiane nel rilanciarsi e ringiovanirsi, ove necessario. La quarantena ha costretto le aziende ad abbracciare lo smart working, se non ancora fatto, a massimizzare il digitale e organizzare i meeting virtuali. Potrebbe essere il momento di uno spillover, nel tempo di COVID-19!

La via della possibile innovazione è diventata aperta per quelle PMI che ne hanno bisogno. Cogliamo l’occasione, trasformando i problemi in opportunità.

COVID-19 : A POSSIBLE “SPILLOVER” FOR SMALL/MEDIUM ITALIAN ENTERPRICES

The 95% of Italian enterprises is identified as “PMI”, that is Small to Medium-sized Enterprises “SME”. The most of analysts state that SMEs are the power of Italian real economy, while a certain part of analysts argues that SMEs are part of the Italian resistance to change development strategy.

In terms of flexibility and velocity in decision making processes, SME can respond efficiently to market demand, even in big environmental changes like those caused by COVID-19 pandemic. In the Italian SME, there is a constant pursuit of the “good of company”, a sharing of a value system between collaborators. The entrepreneur of a SME has a easy control of the business and of the team, promoting a sort of “widespread entrepreneurship” by means of involving any employee at any job level.

The Italian SMEs do record also some points of weakness. Generally, Italian SME are poor of managers and poor of a right management in terms of strategic plans and financial issues. A SME may be affected by a deficit in scientific and multidisciplinary information, since standing pretty alone: being outside any network limits the contractual power of SME. The SMEs tend to concentrate onto a limited number of product-market combinations, refusing to re-asses or re-invent the company whether necessary.

One of the specific issues of Italian SME is the entrepreneurship transition. The old entrepreneurs (together with a certain amount of old retired collaborators still into the company) are reluctant to construct the future without them. As consequence, the Italian SME may consolidate stagnant characteristics, more familiar with the past and less oriented to the future.

COVID-19 experience can be a booster for Italian SMEs to relaunch and to rejuvenate themselves, where needed. The quarantine has forced companies to embrace the smart working, if not yet did, to maximize the digital, and to arrange the virtual meetings. It could be time for a spillover, in COVID-19 time!

The route of possible innovation became open for those SMEs that need it. Let’s take the chance, transforming troubles into opportunities.

*Resp. Comunicazione Europa Verde Albano Laziale




Covid-19, verso la fase 2. Europa Verde Albano Laziale: ecco la proposta di piano di mobilità emergenziale per la città

La pandemia da COVID-19 ci ha abituato ad una terminologia inedita, come “distanziamento sociale” e “dispositivi di protezione individuale” (DPI). Fintantoché la gran parte della popolazione è rimasta in casa, seguendo le prescrizioni governative inerenti alla cosiddetta Fase 1 dell’emergenza, il distanziamento sociale e il ricorso ai DPI sono stati affrontati in maniera sporadica ed occasionale, ossia solo per andare a fare la spesa alimentare e solo per particolari necessità sopraggiunte durante il lockdown.

Quando l’Italia entrerà nella Fase 2 della pandemia, allora le mascherine, i disinfettanti, i guanti in lattice, le distanze di sicurezza in luoghi pubblici e privati diventeranno parte fondamentale del nostro vissuto quotidiano, domestico ed urbano. Nei prossimi mesi, non potremo fare a meno di controllare se abbiamo la mascherina in faccia e il gel igienizzante in borsa prima di lasciare il nostro appartamento.

Ma una volta fuori casa, come affronteremo la nostra mobilità cittadina ai tempi della Fase 2 del COVID-19? Come riusciremo a garantire, per noi e per gli altri, la distanza minima di sicurezza interpersonale quando molti dei nostri marciapiedi cittadini sono larghi poco più di un metro?

Europa Verde Albano Laziale: “La Fase 2 della pandemia ci porta di fronte alla necessità di immaginare oggi stesso un piano di mobilità emergenziale per le nostre città, grandi e piccole”

“Europa Verde Albano, – fanno sapere attraverso una nota i responsabili del partito – da sempre sensibile e propositiva sui temi della mobilità sostenibile, richiama oggi l’attenzione dell’Amministrazione Comunale di Albano Laziale e della cittadinanza intera di Albano, Pavona, Cecchina e Cancelliera sulla necessità di implementare un Piano di Mobilità Emergenziale per la Fase 2 della pandemia da COVID-19. Europa Verde Albano si focalizza su alcune tematiche di mobilità emergenziale più coerenti con la configurazione urbanistica della Città di Albano Laziale e delle sue Circoscrizioni: le politiche di sosta, di allargamento della pedonalità e di trasporto pubblico emergenziale”.

“Durante la Fase 1, – prosegue la nota – molti Comuni Italiani (tra cui Albano Laziale) hanno abolito le soste a pagamento, per permettere a ciascuno di raggiungere posti di necessità in un momento di necessità. Chi oggi sta portando la spesa alimentare ad una coppia di anziani che vive in centro storico non si deve preoccupare di pagare il parcheggio, perché in Fase 1 le priorità per la popolazione sono il lockdown e il funzionamento degli approvvigionamenti di base. Sebbene alcune correnti di pensiero stiano facendo pressione perché i Comuni mantengano gratuiti i parcheggi anche nella Fase 2, appare sensato ripristinare gradualmente la sosta a pagamento. Infatti, dopo il lockdown una buona parte della popolazione potrebbe essere tentata di prendere la macchina anche per spostamenti minimi allo scopo di evitare il contatto con gli altri. I parcheggi gratuiti incentiverebbero l’uso smodato della macchina, aumenterebbero lo smog, intaserebbero le vie principali verso ospedali e luoghi di lavoro e soprattutto saturerebbero le soste utili invece per il carico e lo scarico di merci fondamentali.

Alcuni marciapiedi sul territorio comunale (soprattutto in Albano, città antica) sono stretti e impropri per un adeguato distanziamento sociale. Se, per esempio, si creasse una coda di persone per entrare in una Farmacia o in una Macelleria sopra un marciapiede largo appena un metro, come sarebbe possibile garantire la distanza di sicurezza di oltre un metro tra chi sta in coda e i passanti? Appare dunque vantaggioso prevedere un allargamento della pedonalità anche sacrificando temporaneamente parcheggi e viabilità, lì dove l’attuale marciapiede sia insufficiente agli scopi della prevenzione. Un allargamento della pedonalità ha anche una ricaduta positiva sulle vendite degli esercizi commerciali che insistono su marciapiedi attualmente stretti, giacché l’aumento della pedonalità incentiva il cittadino ad acquistare in centro, a piedi o in bicicletta, invece di acquistare in periferia, con la macchina o la motocicletta.

Una buona parte della popolazione comunale (studenti, lavoratori etc.) si muove da Albano, Pavona, Cecchina e Cancelliera verso Roma tramite il treno. Il Municipio di Albano Laziale è tra i Comuni italiani più fortunati in tema di trasporto su rotaie, avendo una stazione ferroviaria in ciascuno dei quattro addensamenti. La frequenza dei transiti verso Roma e da Roma è, però, parzialmente inadeguata all’emergenza da COVID-19. Per disincentivare il ricorso alla vettura (e quindi alla vettura con solo il conducente) e garantire al cittadino la distanza di sicurezza dentro i mezzi di trasporto pubblici, è necessario sollecitare l’aumento del numero di corse dei treni verso Roma e da Roma.

La pandemia da COVID-19 ha messo a dura prova l’Italia. Dall’esperienza di dolore e minaccia è però possibile passare ad una esperienza di rinascita e cambiamento, nell’ottica della piena vivibilità della nostra cittadina. La potenziale recrudescenza della malattia si argina anche abbracciando uno stile di vita responsabile, solidale e centrato sul bene comune e sul capitale sociale. In tema di mobilità, la Fase 2 dell’epidemia da COVID-19 dovrebbe far diventare ciascun cittadino un mobility manager, cioè una cittadino capace di usare il mezzo giusto per lo spostamento giusto. Così come non usiamo la motosega per tagliare il pane, ma usiamo il coltello, così anche non dobbiamo usare la macchina per fare qualche chilometro in città, ma usiamo i piedi o la bicicletta.

A proposito di bicicletta, Europa Verde Albano stimola i concittadini a valutare l’acquisto (ove necessario) della cosiddetta bicicletta a pedalata assistita (EPAC, Electric Pedal Assisted Cycle), assai valida per spostamenti in città non pianeggianti ai tempi del coronavirus. A fronte di un certo investimento iniziale, l’impiego della EPAC riduce il numero di vetture circolanti in città, abbatte l’inquinamento, garantisce il giusto distanziamento sociale durante gli spostamenti, favorisce l’attività fisica a tutte le età.

Il Piano di Mobilità Emergenziale per il Comune di Albano è raccomandabile. Europa Verde Albano, tuttavia, – conclude la nota – è convinta che l’emergenza ben gestita potrà far nascere un durevole stile di vita individuale e collettivo, nel senso della sostenibilità ambientale e della vivibilità dei nostri centri abitati”.