CASTEL GANDOLFO: TUTTI PAZZI PER L'ETRURIA E IL… TREKKING

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – Il Cai – Club Alpino Italiano Sezione di Castel Gandolfo per sabato 14 marzo ha organizzato un escursione nel viterbese dedicata alla riscoperta di quei luoghi "magici" che furono degli etruschi. Un itinerario di 4,30 ore di cammino, con poco dislivello, in mezzo a tombe etrusche insediamenti longobardi, mulini abbandonati e torri medievali. "Visiteremo la piramide di Bomarzo, misteriosa costruzione etrusca molto simile alle piramidi maya, visiteremo il villaggio rupestre di Santa Cecilia – – fanno sapere gli organizzatori  – e raggiungeremo poi il ruscello – aggiungono – dove Pasolini aveva ambientato le scene del suo Vangelo secondo Matteo che riguardavano il battesimo di Gesù nel Giordano. Il percorso è ad anello". L'appuntamento, con mezzi propri, è quindi a Castel Gandolfo per sabato 14 marzo alle 7.50 da P.le via Prati (sottostante edicola giornali). Gli organizzatori consigliano il seguenteb equipaggiamento: Scarponcini da trekking, zaino, pranzo e acqua, giacca anti vento, felpa, cappello, guanti, un cambio da lasciare in macchina e… tanta voglia di camminare. Per maggiori informazioni: Direttore di gita: Tito Ferretti 338 11 630 40 – Sede ogni giovedì pomeriggio 349 24 62 513

La Piramide Etrusca o Altare Piramidale di Bomarzo.
Nei pressi di Bomarzo (VT) ma il famoso parco dei mostri non c'entra nulla, si trova un'enorme (8 x 16 metri circa) e particolare masso tufaceo adibito a luogo di culto dagli Etruschi del VII secolo A.C. Viene chiamata "Piramide di Bomarzo" anche se in realtà è una piramide tronca, per certi versi simile a quelle dei Maya; un nome più appropriato è "altare piramidale", qualcuno la chiama anche "sasso del predicatore",  perchè ricorda un pulpito. Il masso è stato sapientemente lavorato tanto da ricavarne una scalinata di 26 gradini che conducono prima a due altari intermedi affiancati e poi all'altare principale posto in cima. Completano la struttura altre scalinate minori per un totale di circa 50 gradini. Sono inoltre presenti vari sedili e, sulla parte destra, dei canali che dovevano servire per la raccolta di liquidi versati durante i sacrifici, si notano anche varie nicchie profonde 15cm probabilmente destinate ad accogliere strumenti rituali e di culto. La zona dove si trova la piramide è denominata "Tacchiolo" e come quella poco distante di "Santa Cecilia" è ricca di reperti ed insediamenti appartenenti al periodo etrusco ma anche protostorico. Percorrendo i sentieri che si snodano nei boschi circostanti ci si imbatte quindi anche in abitazioni rupestri scavate dentro enormi rocce megalitiche, altari e luoghi di culto, tagliate etrusche ed un cimitero paleocristiano.  I percorsi sono certo tortuosi, a volte non segnati e sommersi dalla vegetazione, costellati di continui saliscendi e di passaggi veramente ripidi ma… i tesori che nascondo ripagano dagli sforzi necessari per raggiungerli. Tornando alla piramide è probabile che prima degli Etruschi il posto fosse stato scelto come "luogo alto" dalla cività dei Rinaldoniani, essa si insediava infatti proprio lungo i corsi d’acqua e sopra rupi  prossime ai fiumi, inoltre i Rinaldoniani erano soliti scolpire le pietre, per farne sepolcri e per fini astronomici e di culto. L'altare è stato scoperto nella primavera del 1991 da una spedizione guidata da alcuni ricercatori locali:  Giovanni Lamoratta e Giuseppe Maiorano, purtroppo l'archeologia ufficiale non ha ancora effettuato uno studio approfondito su questo insediamento che rimane, di fatto, abbandonato a se stesso.

 




CASTEL D'ASSO: VISITE GUIDATE ALLA NECROPOLI

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Redazione

Castel d'Asso (VT) – Nell’ambito della XXI Giornata FAI di Primavera, che si svolgerà il 23 e il 24 marzo, l’assessorato alla Cultura della Provincia di Viterbo parteciperà all’iniziativa delle visite guidate presso la necropoli di Castel d’Asso, organizzate dall’associazione Archeotuscia Onlus. Sabato 23 e domenica 24 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, dunque, sarà possibile visitare il prezioso sito archeologico viterbese con il supporto delle guide di Archoetuscia.

“D’intesa con la Regione Lazio e la Soprintendenza archeologia per l’Etruria Meridionale, abbiamo ritenuto di dover garantire la visibilità adeguata al territorio della Tuscia e alle sue eccellenze storiche e artistiche in occasione della Giornata FAI – spiega l’assessore alla Cultura di Palazzo Gentili, Giuseppe Fraticelli -, trovando la consueta disponibilità da parte dell’associazionismo locale”.

“Ai visitatori con l’occasione sarà distribuito un questionario – conclude l’assessore –, utile a focalizzare le aspettative degli utenti in ordine alla fruizione delle aree archeologiche, al fine di poter offrire un servizio culturale sempre più efficace”.

Ricordiamo che sabato 23 e domenica 24, durante la Giornata FAI di Primavera potranno essere visitate anche la Necropoli dei Tre Ponti a Nepi (dalle 10,30 alle 15,30) e il Forte dei Borgia a Nepi (sabato alle 10,30, 12, 15 e 16; domenica alle 15 e alle 16,30). Prenotazione obbligatoria: 0761-570604, 339-3272179, museo@comune.nepi.vt.it.




PARCO DEL TREJA, SCOPERTA UNA NUOVA TOMBA FALISCA

Redazione

Nell’ambito dell’azione di tutela del territorio mirata al contrasto del fenomeno dello scavo clandestino, la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale ha condotto una serie di indagini nel territorio di Mazzano Romano riportando in luce una delle più antiche tomba a fossa della necropoli di Narce, risalente alla metà circa dell'VIII secolo a.C. Si tratta di uno dei più importanti centri antichi dell'Italia centrale, nel territorio abitato dalle popolazioni falische, noto per i ricchi sepolcreti che punteggiano i costoni tufacei dominanti la valle del fiume Treja. È stato scavato un monumentale sarcofago la cui chiusura era nota solo dalle descrizioni degli scavi condotti nel territorio alla fine dell'800. Sul fondo della cassa, in corrispondenza della parte inferiore del corpo del defunto, sono presenti tracce a scalpello di canali che descrivono una “Y”, realizzati probabilmente per il deflusso dei liquidi corporei che fuoriuscivano da un apposito foro. Il sarcofago, trasportato nell’antica fortezza del Sangallo a Civita Castellana, è ora collocato nel Bastione della Rotonda dove sono esposte anche altre urne e sarcofagi provenienti dal territorio di Narce e dove, al termine delle necessarie operazioni di pulitura, sarà realizzato un apparato illustrativo con immagini del ritrovamento. Ancora una volta si è rivelata preziosa la collaborazione tra la Soprintendenza e il Parco del Treja che da anni condividono obiettivi comuni di tutela e valorizzazione di questo splendido territorio, come illustrato dal Presidente del Parco Di Giovanni che sottolinea: “Il nostro territorio è quello dell’antico popolo dei Falisci, una civiltà a torto ritenuta minore. Coevi degli Etruschi, abitarono per secoli monti e valli lungo il fiume Treja – e continua – la presenza di moltissimi resti archeologici rende particolarmente ricca tutta l’area. Testimonianze che dovrebbero essere considerate per il loro intrinseco significato storico, archeologico, ambientale. Una passeggiata tra i boschi si trasforma così in qualcosa di più profondo della già godibile piacevolezza dei luoghi visitati."