VITERBO, ARSENICO: TRA REGIONE, ATO, TALETE E PROVINCIA TUTTO UNO SCARICABARILE

Redazione

Viterbo – “E’ francamente inaccettabile che vengano fatte ricadere sull’Ato 1 Lazio Nord le responsabilità in ordine all’impossibilità di coprire le spese di gestione degli impianti di dearsenificazione con il costo della tariffa idrica. Considerazioni che rispediamo al mittente e che non ci sentiamo di condividere”.

Il presidente della Provincia di Viterbo e dell’Ato (ambito territoriale ottimale) Lazio Nord Marcello Meroi ed il vice presidente della Provincia con delega all’Ambiente Paolo Equitani contestano la lettera inviata dalla Regione Lazio, a firma del direttore regionale dell’Assessorato Ambiente e Infrastrutture Raniero De Filippis e del dirigente dell’Area Giorgio Maggi, alla dirigenza dell’Ato, alla Talete, all’Asl ed ai sindaci dei comuni di Viterbo, Blera, Canino, Capranica, Carbognano, Castel S.Elia, Civita Castellana, Nepi, Vetralla, con la quale si sollecita la rapida cessione alla Talete degli impianti interessati dai lavori di dearsenificazione in fase di ultimazione. Nella lettera è specificato come, non avendo provveduto l’Ato ad uniformare il costo della tariffa, questa all’atto pratico non sia in grado di coprire i costi di gestione degli impianti.

“Respingiamo ogni responsabilità in merito a quella che nella lettera viene definita inadeguatezza tariffaria – rispondono Meroi ed Equitani – e troviamo assurdo che certe accuse possano arrivare dalla Regione Lazio, ossia dal soggetto inadempiente sia per ciò che riguarda la risoluzione dell’emergenza arsenico, che il trasferimento dei servizi idrici al gestore unico integrato, cioè la Talete. Non stiamo accusando la giunta Zingaretti, ma tutte le giunte regionali, di centrodestra e di centrosinistra, che si sono avvicendate negli ultimi dieci, quindici anni. Sull’emergenza arsenico crediamo ci sia poco da dire, se non ricordare che la normativa europea che impone un limite massimo di arsenico non superiore a 10 microgrammi litro nelle acque destinate al consumo umano, è stata recepita dall’Italia nel 2001. Eppure la Regione Lazio, l’ente cioè preposto per legge alla realizzazione dei necessari interventi, si è attivata soltanto in prossimità del 31 dicembre 2012, data di scadenza dell’ultima deroga concessa dall’Europa. I sindaci si sono trovati obbligati per legge ad emettere le ordinanze di non potabilità dell’acqua a partire dal primo gennaio 2013, costringendo i cittadini a fare la fila nelle fontanelle per avere acqua dearsenificata da utilizzare per gli scopi umani. Di fronte al forte disagio che le popolazioni della Tuscia si sono trovate a dover subire a causa delle inadempienze regionali, come avrebbe potuto l’Ato aumentare il costo della tariffa? Oltre al danno dunque anche la beffa?”.

Meroi ed Equitani si spingono anche oltre: “Ricordiamo inoltre che la cessione dei servizi al gestore unico integrato, non è un atto facoltativo ma un obbligo di legge. Le Regioni avrebbero dovuto governare questo processo sul territorio, attuando i poteri sostituitivi nei confronti dei Comuni inadempienti. Invece per oltre dieci anni la Regione Lazio ha trascurato la situazione creando l’anomalia di far ritrovare penalizzati i Comuni rispettosi della legge che hanno trasferito i servizi alla Talete; questi infatti si sono trovati a dover applicare una tariffa superiore a quella in vigore nei Comuni inadempienti. Lo spirito della Legge Galli era anche quello di uniformare i costi di gestione delle risorse idriche evitando sperequazioni fra ambiti. Paradossalmente si è ottenuto l’esatto contrario, con evidenti disparità di trattamento addirittura all’interno dello stesso Ato. Di fronte ad una situazione del genere – proseguono – ci saremmo dovuti assumere anche l’onere di aggravare ulteriormente i costi in carico alle comunità che hanno agito nel rispetto delle normative?”.

Meroi ha avuto questa mattina un incontro con i legali della Talete per discutere della situazione della società. Domani avrà un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Refrigeri al quale chiederà chiarimenti in merito alla lettera dei funzionari regionali. “Tornerò inoltre a chiedere – riferisce Meroi – la disponibilità dell’assessore a presenziare una prossima assemblea dei sindaci dove poter avere idee chiare e definitive sulle reali intenzioni della Regione per ciò che riguarda la gestione del servizio idrico e l’eventualità di superare gli ambiti territoriali in favore di un unico Ato regionale, come era stato ipotizzato dalla precedente Giunta regionale. Sono certo – conclude – di interpretare anche il comune sentire dei sindaci della Tuscia ”.

Il presidente ha poi firmato per la prossima settimana la convocazione della conferenza dell’Ato (la data sarà definita nelle prossime ore) che dovrà discutere in ordine all’adeguamento tariffario e alla predisposizione del nuovo piano d’ambito.

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