Emergenza immigrazione? Ecco la verità


di Emanuel Galea

 

Dell’immigrazione si è detto di tutto e di più: povera gente che scappa dall’orrore delle guerre, popoli stremati dalla siccità che cercano asilo altrove, popolazioni perseguitate per la loro fede politica o religiosa, particolari gruppi etnici e sociali vittime di ostilità che fuggono in cerca di rifugi sicuri.
Tutto questo ce lo siamo sentiti raccontare, cucinato in mille salse, ma le vere ragioni che hanno causato lo stato emergenziale in cui ci troviamo oggi, anche se  si sospettavano da tempo, stanno uscendo fuori alla luce di nuove rivelazioni: clandestini, profughi, rifugiati e immigrati economici sono entrati tutti a far parte di un progetto, un mosaico, per tempo da molti negato ma che oggi davanti alla “tragedia che incombe” non possono più tacere.

Con la sua solita  precisione e competenza , Emma Bonino, già  ministro degli affari esteri nel Governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, intervenendo alla 69sima Assemblea generale di Confartigianato, ha svelato quelli che per noi sono i segreti di Pulcinella e cioè : “All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli. Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino”. Proseguendo nel suo intervento la Bonino ha aggiunto : “E dal 2014-2016 che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi, violando di fatto Dublino. Disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato.” Che questo accordo sia stato firmato e da chi, sarà materia per le discussioni di domani ed i giorni successivi. Intanto precisiamo che non è vero che “siamo stati noi”, noi chi? Siete stati voi, sono stati “loro”. Quello che desta sospetti, e le illazioni non mancano, è che ogni accordo implica un “do ut des”, e si vuole far intendere che la partita di scambio per questo accordo è stata la flessibilità sui nostri conti. Cioè a Bruxelles avrebbero chiuso un occhio sui nostri deficit di bilancio.
Ancora fresche in memoria le esaltazioni di Matteo Renzi che vantava di aver convinto Bruxelles ad approvare la manovra del Governo. Non ci siamo scordati “il successo di Renzi” per avere “strappato” dall'Unione europea, per il 2016 un 'bonus' flessibilità da 14 miliardi di euro, pari ad uno 0,85% del Pil. Oggi è tutto chiaro alla luce di quello che sta emergendo.

Finanza Islamica in Italia
Abbiamo iniziato questo discorso dicendo che l’immigrazione  è un progetto, un mosaico. A quello che in un certo modo ha rivelato la Bonino, aggiungiamo un altro tassello al mosaico. Un’altra pennellata e il quadro immigrazione assumerà un’altra valenza. E’ in dirittura d’arrivo in Parlamento il disegno di legge : “Disposizioni concernenti il trattamento fiscale delle operazioni di finanza islamica” presentato 18 mesi fa da Maurizio Bernardo, presidente della VI Commissione Finanze. La  missione che si è prefissato Bernardo è incentivare l’ingresso di investimenti dai Paesi del Golfo. A questo fine la proposta di legge prevede all’imposizione fiscale, l’applicazione degli strumenti finanziari tradizionali (mutuo, obbligazione) compatibile con la scienza giurisprudenziale islamica, sharia compliant dice la proposta di legge. Questo concetto è ben esposto all’articolo n.1 della proposta dove si legge testualmente: “regola il trattamento tributario delle operazioni finanziarie poste in essere osservando i principi della legge islamica, la shari’ah, al fine di assicurare un’imposizione fiscale equiparata a quella delle operazioni finanziarie convenzionali”.  


Se la proposta diventasse legge, si introdurrebbe nella  legislazione della Repubblica “principi della legge islamica”, invertendo così il concetto di integrazione e cioè anziché essere  l’ospite che si integra nel paese ospitante diventerebbe tutto l’inverso: l’oste che si integra all’ospite. Il cittadino italiano sarebbe chiamato a familiarizzare con i sukuk -“certificati di investimento islamico” ed altri strumenti innovativi. Marcello Bernardo preme sull’acceleratore perché dopo la Brexit, molti capitali islamici si traslocherebbero da Londra ed emigrerebbero in altri lidi e così  spera di attirarli in Italia.
Inoltre, secondo uno studio di Bankitalia, la comunità islamica nel paese conta 1.6 milioni di persone e secondo alcune proiezioni potrebbe raddoppiare entro il 2030. Il proponente dell’iniziativa e per lui il governo, è convinto che il raddoppio potrebbe «garantire una maggiore raccolta di liquidità dalla comunità islamica».
Il bel discorso dell’accoglienza, dell’integrazione qui assumerebbe un’altra luce. Per il governo l’accoglienza non sarebbe altro che una opportunità di business, un flusso di denaro proveniente da Paesi arabi da intercettare. In questo stratagemma Bruxelles non dovrebbe essere estranea, quell’Europa che sbattendo le porte in faccia al Belpaese le ha fatto l’elemosina di una manciata di milioni, il prezzo dell’umiliazione. E’ il caso di dire che dopo la beffa l’insulto. Ora si spiegherebbe perché la via libera agli sbarchi incontrollati, la via libera ai centri di accoglienza, l’accondiscendenza ai sorrisi dei burocrati d’oltre alpi.
 Riprendendo il discorso della proposta dell’esponente centrista mi preme precisare che ci sono tre operazioni finanziarie non considerate nell’ordinamento italiano e che potrebbero esordire nel nostro Paese se fosse approvato il testo. Queste sono:   la Murabaha (la contrazione di un mutuo), l’Ijarah  e l’Istisna’ (la stipula di contratti di leasing finanziari e operativi) . All’obiezione che questi operazioni legate alla finanza islamica , come la zakat (la tassa per il culto) che gli intermediari islamici sono obbligati a versare, potrebbero in qualche modo, finire a finanziare il terrorismo religioso, il proponente replica che la vigilanza spetterà alla Banca d’Italia visto che si tratta del decreto istitutivo dell’Uif, (l’unità di informazione finanziaria). Dopo i precedente delle banche fallite con tutto quello che hanno comportato la figura di Bankitalia non è che abbia  brillato e la sua vigilanza in questi casi specifici non  rasserena certo gli italiani.

Lo stato di fatto delle cose Scrivevo all’inizio che nell’immigrazione non esisteva alcuna emergenza. Esiste solamente un piano, un progetto, in parte concordato con Bruxelles ed in parte studiato dai burocrati indigeni  ed è in corso di opera su tutto il territorio. Secondo Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Ucoii, grazie alla Qatar Charity sarebbero stati raccolti 25 milioni di euro in tre anni, poi utilizzati per la costruzione di 43 moschee, come quelle di Ravenna, Catania, Piacenza, Colle Val d’Elsa, Vicenza, Saronno e Mirandola.
La Qatar Charity ha il monopolio dei finanziamenti dell’Islam europeo, ma finanzia quasi esclusivamente la galassia della Fratellanza musulmana,
"Altro grande finanziatore dell'Islam italiano è l'Arabia Saudita     
Il governo turco, tramite il ministero degli affari religiosi, sostiene il Ditib: organizzazione ufficiale dei musulmani.
Il Marocco fornisce imam e finanzia le sue comunità in Italia, tramite la tesoreria di Stato marocchina .
Massimo Campanini, docente di Storia dei paesi islamici a Trento spiega che la Fratellanza ha un fine preciso cioè “quello di islamizzare la società e pervenire nel lungo periodo alla realizzazione di uno Stato islamico".Milioni di finanziamenti arrivano in Italia da Stati esteri per le moschee, scuole coraniche e centri di culto.

 

Chi controlla cosa? Oggi sentire dire “quote chiuse”, “rimandiamo indietro i non aventi diritto” sanno più di una presa in giro che gli italiani non meritano. E’ un’offesa grave e potrebbe essere lavata solamente prossimamente nella cabina elettorale.
 




EMERGENZA MIGRANTI, FRONTEX: "PIÙ ARRIVI IN ITALIA CHE IN GRECIA"

Redazione

Il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, circa 2700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8370.

L'inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. La maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana e – secondo quanto si legge nella nota di Frontex – "non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale", cioè quella passante per la Grecia. "C'è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche", ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. Gli arrivi di aprile "sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull'isola di Lesbo durante i mesi di picco dell'ultimo anno". Secondo Frontex, a determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l'accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. Ciò detto, i siriani continuano a essere la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

Mattarella, in Ue toni talvolta sconsiderati – "Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano.

Mille migranti in arrivo in Sicilia e Calabria – Circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Nave Rio Segura con 173 persone a bordo è in navigazione verso Palermo, dove l'arrivo è previsto alle 16. Nave Acquarius con 233 migranti a bordo è in navigazione verso Crotone, dove l'arrivo è previsto alle 14.

Brennero: Schaeuble, mostrare solidarietà a Italia – "I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un'intervista all'Handelsblatt a proposito della crisi dei migranti. "L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero – una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa – nuovi controlli". 




EMERGENZA IMMIGRAZIONE: VERTICE A PALAZZO CHIGI CON PRESIDENTI DELLE REGIONI E SINDACI

di Cinzia Marchegiani

Prima di volare a Bruxelles il premier Matteo Renzi convoca un vertice a Palazzo Chigi per fare il punto con i presidenti delle Regioni e con i sindaci sull'emergenza immigrazione e definire le misure premiali per i Comuni che si rendono disponibili ad accogliere i profughi. Sono questi i punti della mattinata del 25 giugno al centro del confronto tra il presidente del Consiglio e una delegazione della Conferenza delle Regioni e dell'Anci. A guidare i Presidenti delle Regioni Sergio Chiamparino, mentre la delegazione dell'Anci dal sindaco di Torino e presidente dell'associazione, Piero Fassino.

Le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio: “L'immigrazione è finalmente una priorità nell'agenda politica europea. Dobbiamo capire come la vogliamo affrontare. Possiamo scegliere di stare in campagna elettorale permanente o di affrontarla in modo serio. Non manca a nessuno la possibilità di rinfacciarsi il passato. È facile anche qui, risalendo la china degli accordi, a partire da quello di Dublino. È facile farlo anche a parti invertite: ciascuno può giocare le sue carte. Ma se si segue questa strada si dice implicitamente che il tema non è un'esigenza. E se si dice che è un’esigenza si agisce. Ecco perché con Alfano incontreremo i presidenti delle Regioni e una rappresentanza dei sindaci”.

Obiettivo del vertice.
Insomma Renzi prima di andare a conferire in Europa, e mostrare il suo lato B, vuole estrapolare una sola voce sul tema emergenza immigrazione e che sia compatta. Renzi precisa: “Sul tema dell'accoglienza ci vogliono soluzioni che rispondano a requisiti etici e criteri di ragionevolezza, i richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati. Bisogna ‘provare insieme’ a risolvere il problema immigrazione. Ci vuole condivisione in Europa. E più l'Italia si mostra compatta, meglio è. Siamo un Paese serio, solido, la cui risposta sul tema immigrazione deve essere condivisa e congiunta".

Contrastanti le varie posizioni dei Presidenti di Regioni e il Vertice appena iniziato già si fa critico. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che entrando a Palazzo Chigi risponde senza mezzi termini a chi gli chiede se l'ipotesi di non accogliere nuovi profughi rischi di indebolire l'azione del governo in sede internazionale: "Le Regioni non sono presenti al Consiglio europeo. Se Renzi ci autorizza potremmo fare lì la nostra battaglia. Ma è lui il responsabile e non può scaricare sempre sugli altri le colpe". Per il il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sulla gestione condivisa dei flussi fa presente che la stessa collaborazione al governo garantita quando era ministro dell'interno Maroni: “ Con la distribuzione in maniera diffusa degli immigrati non abbiamo avuto particolari problemi, non dico che non sia un problema ma li abbiamo gestiti". Decisa e irreversibile la posizione del Presidente della regione veneta, Luca Zaia, che ammonisce: "I prefetti devono ribellarsi e non rispondere più alle telefonate del governo. Loro compito è rispettare le istanze dei territori, rappresentare, nel mio caso, i veneti fino in fondo”. Zaia già ieri ricordava come questa situazione ha dell’incredibile per la quale migliaia di persone, delle quali due terzi non sono profughi ma migranti economici :”vengono mantenute senza fare niente dalla mattina alla sera e per ringraziare combinano guai e violano la legge e le più normali regole della convivenza civile. Il Veneto e i Veneti hanno una lunga storia di migrazione, ma hanno anche insegnato che emigrare non vuol dire andare a pretendere tutti i diritti e nessun dovere all'estero, ma andarci per lavorare e integrarsi con onestà e rispetto".


Di certo è interessante monitorare come in tv, si etichettano i migranti, si parla esclusivamente di profughi, quando in realtà i migranti che stazionano nelle stazioni non sono registrati e non hanno un documento, quando invece un cittadino italiano viene fermato, deve dare le generalità e produrre un documento per l’identificazione. Non si caldeggia una verità mostrando una realtà inesistente…molti non sono profughi.