EMERGENZA AMMODERNAMENTO POLIZIA: DOPO UN ANNO NESSUN RISCONTRO ALL'ALLARME LANCIATO DA GIANNI TONELLI

di Roberto Ragone

Nessun riscontro da parte delle istituzioni alla lettera, del segretario del Sindacato Autonomo di Polizia Gianni Tonelli,  inviata oltre un anno fa al capo del Governo Matteo Renzi.

La lettera in 6 punti fotografa la risoluzione di un problema che definire urgente è un eufemismo e il mancato riscontro da parte delle Istituzioni, nè dal Presidente del Consiglio, nè dal Presidente della Repubblica, nè dal Ministro dell'Interno, come ha riferito telefonicamente al nostro quotidiano Gianni Tonelli, in sciopero della fame da 27 giorni, rispondendoci da Piazza Montecitorio, dove è il suo presidio.

Evidentemente sollevare problemi che si vogliono occultare, a vantaggio di altre questioni effimere e di nicchia, per nulla prioritarie, come le nozze gay e le adozioni di bambini 'artificiali', non è gradito ad un governo che spende e spande in ogni direzione, cercando demagogicamente di tener buono il pupo con i regalini del prete – che notoriamente regala figurine di santi e benedizioni.

Non voler affrontare il problema dell'ammodernamento della nostra Polizia di Stato con un programma già organico e definito, al costo, veramente realistico, di 6 milioni di euro in tre anni, come specificato dal segretario del Sindacato Autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, vuol dire bendarsi gli occhi davanti al burrone. 

"Dopo Charlie Hebdo tutte le polizie europee hanno capito che dovevamo aggiornarci per affrontare un terrorismo che non ha le stesse reazioni della delinquenza comune, – dichiara Tonelli – che opera con armi corte e potenzialmente meno lesive, – prosegue –  a fronte di terroristi che usano armi lunghe molto potenti e non hanno il problema della via di fuga perchè cercano il martirio".

Il segretario del Sindacato Autonomo di Polizia ha aggiunto: "Se si spendono 7 milioni all'anno per la pulizia di Montecitorio, allora la sicurezza dei cittadini, che ne costerebbe 6, vale meno della polvere di Montecitorio. Inoltre si vuol far passare come 'Corso Antiterrorismo' un corso teorico di tre ore che potrebbe servire solo come introduzione ad corso pratico vero e proprio. Purtroppo anche alcuni alti gradi sono quiescenti a questa situazione di straordinaria gravità, che tocca i diritti costituzionali del cittadino e la Costituzione stessa con uno scarico di responsabilità che investe tutte le Istituzioni. Lei pensi che non abbiamo mai avuto un addestramento a sparare alla figura in movimento, con un massimo di 500 cartucce all'anno per il tiro alle sagome da fermo. Il programma proposto da noi è completo in ogni parte, e i costi sono calcolati con la mentalità della massaia, perfino la carta igienica. A proposito della questione Ballarò, abbiamo dimostrato che le prove contro il nostro collega denunziato per aver portato in trasmissione 'materiale non più in uso' prelevato abusivamente, erano false, e abbiamo a nostra volta denunziato il Questore e il Capo della Polizia per falso in atto pubblico. Per quanto mi riguarda sono già al ventisettesimo giorno di sciopero della fame, e continuerò finchè reggo. A fianco a me da qualche tempo scioperano anche il segretario regionale Fabio Ballestrero e il segretario provinciale di Verona Nicola Moscardo, ma altri sono pronti a raccogliere il testimone se noi non dovessimo farcela. L'unica cosa che potrebbe convincerci a cessare questa protesta sarebbe un segnale forte da parte delle Istituzioni, al fine di riportare i comportamenti nell'alveo istituzionale."

Riportiamo qui di seguito la lettera scritta il 22 gennaio del 2015 da Gianni Tonelli al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in merito all'aggiornamento delle Forze di Polizia per affrontare attacchi prodItori di terroristi islamici come quelli di Charlie Hebdo e Bataclan. A questa lettera, a tutt'oggi, non è stata data alcuna risposta.

Ecco qui la lettera a Matteo Renzi.


"Signor Presidente del Consiglio dei Ministri – Dott. Matteo Renzi – Palazzo Chigi – Roma


OGGETTO: TERRORISMO, sei punti per affrontare l'emergenza sicurezza.

Chiarissimo Presidente, gli ultimi attentati francesi e i fatti avvenuti in Belgio hanno causato lo stato di allerta in tutta Europa,incrementando in maniera drammatica ed esponenziale la paura di eventi terroristici anche in Italia, e determinando nei cittadini una sacrosanta richiesta di protezione e maggiore sicurezza. Da parte nostra è doveroso informarla che il rafforzamento della vigilanza degli obiettivi sensibili e tutte le misure annunciate in alcune circolari del Viminale, inviate a Prefetture e Questure dal Ministro Alfano e dal Capo della Polizia Pansa, non possono trovare concreta applicazione per via della mancanza di personale e soprattutto di un'adeguata preparazione delle donne e degli uomini in divisa. Abbiamo il fondato sospetto che le informazioni che le vengono fatte giungere non forniscano, purtroppo, il quadro completo e reale della situazione. Per questo, come Sindacato Autonomo di Polizia, abbiamo formulato una serie di proposte che possono essere immediatamente attuabili attraverso un decreto urgente del Governo. Le richieste che abbiamo elaborato sono riassumibili in sei punti che sono stati concepiti all'insegna della parsimonia tipica delle massaie, tentando di avere la miglior resa con la minor spesa. Non è per impertinenza, ma questa è la proposta minima e irrinunciabile per un Governo che voglia concretamente tutelare la sicurezza dei cittadini, salvo che non si voglia abbandonare il Paese al proprio destino. E questa, ci creda, non è falsa enfasi.

1) SBLOCCO TOTALE DEI TURN OVER. E' necessario fermare l'emorragia degli organici, abbiamo oggi una gravissima carenza di personale pari a 18000 operatori nella sola Polizia di Stato, e di circa 40000 unità tra tutte le Forze dell'Ordine. Una situazione che pone a livelli debilitativi il sistema della sicurezza. Quest'anno il già penalizzante turnover al 55 per cento è stato ulteriormente limitato dal blocco delle assunzioni fino al primo dicembre 2015. E' pertanto necessario sbloccare totalmente il turn over e di conseguenza le assunzioni, anche considerando la previsione di circa 3000 pensionamenti nel 2015.
2) STOP ALLA CHIUSURA DI 251 PRESIDI DI POLIZIA. Nel difficilissimo momento che stiamo vivendo, è impensabile pernsare di portare avanti il progetto di spending review che prevede la chiusura di 251 Presidi della Polizia di Stato. E' pensabile chiudere gli Uffici di Polizia di Frontiera in un momento in cui le esigenze di sicurezza passano anche da un maggior controllo dei nostri confini? Possiamo azzerare la Polizia Postale e delle Comunicazioni con la chiusura di oltre 70 presidi quando la rete Internet è uno strumento fondamentale per i terroristi per lo scambio di notizie e informazioni? Possiamo ridurre ai minimi termini gli Uffici Polfer e Stradale, diminuendo drasticamente la sicurezza dei viaggiatori, nelle stazioni e nelle strade? Occorre fermare questo piano di chiusura in attesa di una vera riforma della sicurezza che punti ad una parziale unificazione delle Forze dell'Ordine.
3) ASSUNZIONI IDONEI NON VINCITORI. L'ultima legge di stabilità prevede il blocco delle assunzioni anche per le Forze dell'Ordine fino al primo dicembre 2015, con l'esclusione dei concorsi in atto e con la previsione di uno scorrimento delle graduatorie per gli 'idonei non vincitori', di coloro cioè che non sono stati assunti per via di un limitato numero di posti nel bando. La soluzione che abbiamo a portata di mano è semplice, economica, immediata e riteniamo pertanto che debba essere eseguita: occorre scorrere le graduatorie dei concorsi effettuati negli ultimi 5 anni (non solo gli ultimi 3 anni), abbiamo 1000/1500 posizioni disponibili. In questo modo non si spendono soldi, perchè si tratta di concorsi già effettuati e non perdiamo tempo perchè ci sono persone già idonee e individuate.
4) 9000 SOVRINTENDENTI IN MENO, GAP DA COLMARE. Abbiamo già sottolineato come la progressiva diminuzione delle risorse destinate al comparto sicurezza avvenuta negli ultimi 10 anni e il costante depauperamento delle procedure concorsuali abbia determinato una carenza di organico inaccettabile nella Polizia di Stato e in tutte le Forze dell'Ordine. Quel che ci preme sottolineare è che si è tagliato soprattutto sul personale già in servizio, su professionalità ed eccellenze, penalizzando i quadri intermedi in maniera pesantissima. Particolarmente grave è la situazione degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, il cui ruolo è fondamentale per le indagini di Polizia Giudiziaria, per le attivtà di intelligence e per tutti quei compiti che puntano alla prevenzione dei reati, a partire da quelli di natura terroristica. Da circa un anno è in svolgimento un concorso interno per 7563 Sovrintendenti (che tenta di recuperare un deficit di procedure concorsuali decennale). Ad avviso del SAP è opportuno accelerare le procedure del 'concorsone' in atto e destinare i rimanenti circa 2000 posti allo scorrimento delle graduatorie, anche dei concorsi precedenti. In questo modo – torniamo a ribadirlo – non si spendono soldi, perchè si tratta di concorsi già effettuati e non perdiamo tempo avendo a disposizione persone già idonee e individuate.
5) 14000 ISPETTORI IN MENO, CARENZA INACCETTABILE. La carenza di ufficiali di Polizia Giudiziaria è particolarmente sentita in uno dei Ruoli nevralgici e fondamentali dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, quello degli Ispettori. Anche in questo caso una soluzione, almeno parziale, è a portata di mano. In queste settimane, infatti, è in svolgimento un concorso interno per 1400 Ispettori, la cui prova scritta è prevista il 29 gennaio. Sono circa 7000 i concorrenti che hanno già superato la prova per quiz. Possiamo ipotizzare un numero di idonei dai 3000 ai 4000. Riteniamo pertanto necessario assumere tutti gli idonei del concorso da Ispettori e mantenere per i prossimi anni, in considerazione dei pensionamenti, un canale costante di nuovi ingressi nel Ruolo attraverso lo scorrimento delle graduatorie, al fine di non disperdere risorse, e impedire nuove carenze di organico. Anche qui non si spendono soldi, trattandosi di persone già idonee e individuate.
6) CORSO ANTITERRORISMO PER OPERATORI DI POLIZIA CHE SVOLGONO SERVIZI DI CONTROLLO DEL TERRITORIO. Tutti abbiamo purtroppo potuto constatare come gli Operatori delle Forze di Poilizia non siano preparati ad attacchi terroristici improvvisi in quanto – per ciò che riguarda l'Italia – questi aspetti formativi non sono previsti negli attuali programmi didattici dei corsi di formazione e aggiornamento delle varie Forze di Polizia. In questo settore i tagli alla sicurezza degli ultimi 10 anni hanno inciso in maniera pesante, anche per ciò che riguarda gli equipaggiamenti: basti pensare alla problematica dei giubbotti anti proiettile che risultano in buona parte scaduti e in dotazione soltanto ad un'aliquota minima di personale. Il salto di qualità eversivo e terroristico che si sta registrando determina la necessità di fornire una preparazione adeguata agli operatori di Polizia, oggi in possesso soltanto dei reparti speciali e altamente professionalizzati come i NOCS e i GIS, che però possono contare su di un organico di poche centinaia di operatori (130 gli opearori NOCS, 190 i GIS). I corsi di controllo del territorio che oggi vengono svolti e che per altro, a causa dei tagli alle risorse, riescono ad essere organizzati soltanto per un decimo del personale interessato, non forniscono purtroppo adeguati strumenti ai poliziotti per affrontare in ambiente urbano e densamente popolato terroristi spietati, pronti ad immolarsi e dotati di armi 'pesanti'. Attraverso un team di esperti istruttori e formatori della Polizia di Stato abbiamo elaborato  un dettagliato e articolato documento tecnico (allegato alla presente) che struttura in maniera organica il nuovo C.A.T., Corso Anti Terrorismo, dedicato a tutti gli operatori che svolgono controllo del territorio, circa 12000 operatori di Volante e dei reparti Prevenzione Crimine.  Si tratta di un corso di 6 settimane con moduli operativi teorici e soprattutto pratici di altissimo livello dedicati alle armi e alle tecniche di tiro, agli esplosivi, alle tecniche operative, alla difesa personale, alla guida operativa e alla difesa nucleare, biologica, chimica e radiologica, unitamente a conferenze specialistiche antiterrorismo.

Signor Presidente, in tutti i 6 punti asposti in questa lettera sono presenti i requisiti di necessità e urgenza. Riteniamo opportuno, pertanto, recepire tutte queste richieste in un Decreto del Governo da emanare con urgenza, stanziando le relative somme necessarie. Richieste che sono frutto di buon senso e di attenti studi. Si tratta di proposte che vogliono fornire una prima, immediata risposta all'emergenza terrorismo. Mancano tre anni alla fine della legislatura, (ormai solo due n.d.r.) il documento in 6 punti che ci siamo permessi di suggerirle e sottoporle si sviluppa nei prossimi 36 mesi e – se assunto immediatamente – costituirà una 'pezza' indispensabilmente necessaria per porre temporaneo rimedio ai tagli lineari effettuati negli ultimi dieci anni e a fornire le basi necessarie per riformare l'apparato della sicurezza nella direzione anche da lei più volte indicata, quella della riduzione del numero delle Forze di Polizia. Sono fiducioso della sua attenzione. Cordialissimi saluti.
IL SEGRETARIO GENERALE
Gianni Tonelli."