Potenza, Elisa Claps: entro due anni la riapertura della “chiesa degli orrori”

POTENZA – Il via ai lavori per la riapertura sarebbe fissato entro sei mesi, parliamo della chiesa S.S. Trinità, nel centro storico di Potenza, scenario oscuro di un delitto del 12 Marzo del 1993, data in cui Elisa Claps, giovane donna di diciassette anni, scomparve inspiegabilmente e improvvisamente fino a quando i resti della giovane furono ritrovati il 17 marzo del 2010, in un sottotetto della chiesa riservato con lucchetto e catenaccio, ricoperta da detriti e pezzi di muratura oltre che da travi che però nel momento del ritrovamento risultavano spostate ad hoc per permettere il ritrovamento del corpo.

La polizia scientifica ritrovò anche una valvola di areazione aperta per permettere ai miasmi di disperdersi. Sull’argomento la cittadinanza nutre ancora oggi rabbia e delusione in quanto alcune notizie parlarono di intrighi taciuti da parte di un sacerdote e due donne delle pulizie. Il corpo della giovane però sta rivelando la causa del decesso che sarebbe avvenuto per numerose coltellate alla schiena. Unico indagato un giovane del posto, pare mentalmente disturbato, che risponde al nome di Danilo Restivo.

 

Elisa Claps, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe raggiunto il sottotetto in compagnia del suo aggressore (presumibilmente Restivo o altro soggetto). Nella parte centrale della struttura, Elisa avrebbe subito l’aggressione, probabilmente a sfondo sessuale e sarebbe stata colpita ad una spalla, forse anche con un taglierino. Questo particolare è oggetto degli accertamenti medico-legali del professor Francesco Introna e l’ipotesi si baserebbe su un rilievo osseo nella parte posteriore del costato. La Claps sarebbe poi stata finita per soffocamento. Il cadavere sarebbe stato poi sollevato o trascinato ed infine deposto nell’angolo destro del sottotetto, rispetto all’ingresso.

Uno scenario sacro per una morte tanto orrenda. La chiesa, infatti, era uno dei luoghi in cui Elisa si recava soventemente per seguire la messa, il catechismo e le varie attività ecclesiastiche, così come la sua famiglia. Ma quella domenica Elisa a messa ci andò da sola, salutando con un bacio la madre che la riabbraccerà cadavere ben 17 anni dopo, sapendola ad un passo da lei senza però averla trovata.

L’edificio principe delle varie chiese in città vanta ben 9 secoli di storia, luogo della maggioranza delle funzioni liturgiche annuali per i potentini, fu sempre visto come “porto sicuro” dei fedeli. Ad oggi questo sentimento svanito lascia spazio ad interrogativi sulla destinazione di tale meraviglia dal punto di vista architettonico. Ebbene, obiettivo della Curia vescovile è la riapertura del luogo religioso, il quadro economico prevede un investimento totale di quasi un milione di euro proveniente dalla Regione Basilicata per la maggior parte ma anche dalle casse della Curia e da offerte dei fedeli. Lo scoglio che fa più paura è la reazione della cittadinanza alla riapertura dell’edificio che dovrebbe riergersi su nuove basi entro due anni.

Giulia Ventura




ELISA CLAPS, UCCISA A SOLI 16 ANNI: IL RICORDO

Redazione

Nel 1993, viene uccisa – a soli 16 anni – la studentessa di Potenza, Elisa Claps. Si perdono le tracce della ragazza, fino a quando il suo corpo viene rinvenuto nel sottotetto di una chiesa nel 2010. Anche in questo caso, la prova del Dna è decisiva e inchioda per l'omicidio Danilo Restivo.

 

RICORDO DI ELISA a cura di Annna Giordano
L’ultimo compleanno che hai festeggiato è stato il 16esimo, 23annifa.
Eri felice, insieme alle amiche più strette, ai tuoi genitori e ai tuoi adorati fratelli, spegnesti le ultime candeline della tua esistenza.
Ma ovviamente non potevi nemmeno lontanamente immaginarlo… e neanche i tuoi potevano mmaginare che 8 mesi più tardi, un assassino ti avrebbe strappata via da tutti loro.
Eri felice pensando che tra 2 anni avresti compiuto 18 anni; eri così entusiasta di prendere la patente, così da poter andare dove ti pareva. Ma la patente non l’hai presa,
18 anni non li hai compiuti…
I seguenti 17 compleanni, li hai festeggiati
in un posto buio, sporco, freddo…
Eri stata portata lì, massacrata e abbandonata… ma i tuoi ancora non lo sapevano…
e il giorno del tuo compleanno si chiedevano dove fossi…
non potevano neanche farti gli auguri perché non c’era una tomba su cui portarti un fiore…
Gli ultimi 6 compleanni, invece, li stai festeggiando in un posto pieno di sole,
di fiori e soprattutto di tanto amore.
Non meritavi di festeggiare il compleanno in una tomba o in un sottotetto…
oggi che avresti compiuto 39anni, a correrti incontro e a metterti le braccia al collo per farti gli auguri ci sarebbero state le tue nipotine,
che per colpa di un assassino, stanno crescendo senza di te… e chi sa, forse avresti avuto anche dei figli…
Buon compleanno, noi ti festeggiamo lo stesso… anche se non ci sei fisicamente!




CASO ELISA CLAPS: ASCOLTATO DON WAGNO

di Angelo Barraco

Potenza – Ieri è stata una data importante per i fatti legati alla scomparsa e alla morte di Elisa Claps. In questo caso c’è un colpevole, Danilo Restivo, e la sua colpevolezza è stata confutata dalla prova del dna. Ma la fitta cortina di mistero che avvolge la chiesa della Santissima Trinità non si è dissolta, poiché i dubbi, tutt’ora, rimangono tanti, troppi. L’ex vescovo della Trinità di Potenza, dove avvenne nel 2010 il rinvenimento del cadavere di Elisa Claps, Don Wagno ha testimoniato al processo in merito al ritrovamento del cadavere. L’avvocato della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, in merito alle dichiarazioni di Don Wagno ha detto: “Dopo aver detto di aver visto un cranio nel sottotetto con le donne delle pulizie, oggi don Wagno ci dice che quello sembrava un vecchio pallone: è una vergogna. Invierò tutti i verbali al Papa: se vuole fare un po' di pulizia nella Chiesa, può cominciare da qui”. Ecco invece quanto dichiarato da Don Wagno: “Sono estraneo a tutta questa vicenda, e straniero, e non capisco come mi trovo coinvolto in questi fatti”.




ELISA CLAPS: ESCLUSA L'AGGRAVANTE DELLA CRUDELTA' PER DANILO RESTIVO

 

LEGGI ANCHE: ELISA CLAPS: CASSAZIONE CONDANNA DANILO RESTIVO A 30 ANNI DI RECLUSIONE

 

di Angelo Barraco

 Queste sono le motivazioni espresse per la condanna definitiva di Danilo Restivo a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Elisa Claps, scomparsa a Potenza il 12 settembre 1993 e trovata cadavere 17 anni dopo, il 17 marzo 2010, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Ricordiamo anche che il ritrovamento è avvenuto secondo dinamiche ancora del tutto da chiarire, come sono da chiarire le responsabilità di coloro che hanno aiutato Danilo Restivo ad occultare il cadavere. Ecco quanto scrive la Corte di Cassazione: “Un delitto di straordinaria gravità compiuto da una persona pienamente capace di intendere e volere come provano anche la lucida strategia difensiva posta in essere e l'autocontrollo mostrato in giudizio”. I Supremi Giudici hanno respinto le censure della difesa alla sentenza di secondo grado, esclusa l’aggravante della crudeltà, senza, ovviamente, riduzione della pena per Danilo Restivo. Attualmente Restivo è detenuto in Inghilterra per una condanna a 40 anni di reclusione per aver commesso un altro omicidio. I Giudici scrivono che la difesa di Restivo è arrivata ad ipotizzare: “l'affacciarsi sullo scenario di un misterioso aggressore che avrebbe avvicinato la Claps dopo il suo incontro con Restivo e l'avrebbe uccisa”. Ma questa ipotesi è stata fatta in modo esclusivamente congetturale e non ha trovato nessun riscontro con ciò che è emerso in sede processuale. I Giudici escludono quindi qualsiasi coinvolgimento di terzi. Ricordiamo che in una prima fase, vi fu l’ingresso di un giovane albanese.  I Supremi Giudici scrivono che la Corte di secondo grado “ha correttamente apprezzato, in una visione unitaria e globale, il materiale indiziario emerso dal processo, alla conclusiva, ineccepibile decisione di attribuire il reato di omicidio volontario (aggravato) all'imputato Restivo 'al di là di ogni ragionevole dubbio' e, cioè, con un alto grado di credibilità razionale”.




ELISA CLAPS: CASSAZIONE CONDANNA DANILO RESTIVO A 30 ANNI DI RECLUSIONE

Redazione

Giustizia è stata fatta per la piccola Elisa Claps morta che ancora era una giovane fanciulla. E' definitiva la condanna a 30 anni di reclusione per Danilo Restivo, ritenuto responsabile dell'omicidio di Elisa Claps, la sedicenne scomparsa a Potenza nel settembre 1993 e ritrovata cadavere 17 anni dopo nel sottotetto della chiesa della SS.Trinita' del capoluogo lucano.
La prima sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato il ricorso dell'imputato contro la sentenza di condanna che era stata emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Salerno. La Cassazione ha accolto in toto le richieste del sostituto pg, Paolo Canevelli, compresa quella di annullare senza rinvio la sentenza d'appello limitatamente all'aggravante della crudelta' contestata all'imputato. Secondo il pg, infatti, non e' stata raggiunta la prova che Restivo abbia infierito sul corpo della vittima dopo la morte. L'esclusione di questa aggravante non modifica pero' il trattamento sanzionatorio e la condanna, giunta al termine di un processo con rito abbreviato, resta confermata a 30 anni.

 Danilo Restivo e' attualmente detenuto in Inghilterra, dove deve scontare una condanna a 40 anni di carcere per l'omicidio di un'altra donna, Heather Barnett, avvenuto successivamente al delitto Claps, quando l'imputato si era gia' trasferito nel Regno Unito. L'ipotesi di estradizione di Restivo appare remota, perche' difficilmente la Gran Bretagna sarebbe d'accordo con la consegna dell'uomo alle autorita' italiane.

Con la sentenza di oggi, la Prima Sezione Penale della Suprema Corte, presieduta da Umberto Giordano, ha anche condannato Restivo a pagare le spese processuali sostenute dalle parti civili: 10mila euro per i familiari di Elisa e tremila euro ciascuno per il Comune di Potenza e per l'associazione Telefono Donna.




EMANUELA ORLANDI, ELISA CLAPS, GUERRINA PISCAGLIA: IL VATICANO COME FILO CONDUTTORE?

di Domenico Leccese

C’è sempre il Vaticano la Chiesa ed i relativi Preti nei fatti di cronaca nera nazionali dove sono coinvolti ragazze e donne con aree di culto et relativi annessi trasformati in alcova e/o scena del crimine !
Con l’ASSORDANTE silenzio e depistaggi di tutta la chiesa cattolica e suoi pastori!
Per non perdere mai la memoria Vi riporto alcuni dei casi più eclatanti :

CasoOrlandi La sparizione di EmanuelaOrlandi (nata a Roma il 14 gennaio 1968) è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma il 22 giugno 1983; la vittima, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze misteriose all'età di 15 anni.
Quella che all'inizio poteva sembrare come una "ordinaria" sparizione di un'adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell'evento a tutt'oggi non è ancora stata definita.
Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, MirellaGregori scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata.

Caso Claps resta aperto il giallo del ritrovamento: I preti negano i sospetti Articolo inserito il: 08/07/2011 – 10:21
Chiuso il lungo capitolo dell'inchiesta sull'omicidio di #ElisaClaps e ottenuto il rinvio a giudizio per Danilo Restivo (con rito abbreviato), la Procura di Salerno sta approfondendo l'indagine parallela sulle modalità del ritrovamento del corpo della ragazza potentina. Ufficialmente sono stati alcuni operai a scoprire il cadavere il 17 marzo dell'anno scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità. La famiglia Claps ritiene, invece, che quella sia stata ''una messinscena'' e che il corpo sia stato trovato prima. Sono due le ipotesi e vedono coinvolti sacerdoti stranieri. Il corpo potrebbe essere stato scoperto qualche settimana prima del ritrovamento ufficiale, ma taciuto.
Il vice-parroco brasiliano don Wagno Oliveira Silva interrogato dalla polizia di Potenza, messo a confronto con una donna delle pulizie, Margherita Santarsiere, ha dichiarato che la donna gli riferì di aver trovato un cranio. Durante l'interrogatorio la donna prima ha fatto delle ammissioni poi ha negato risolutamente. E così ha fatto poi in pubblico insieme alla figlia, Annalisa Lo Vito, indicata dal vice parroco come presente al momento del ritrovamento. Questa ricostruzione mette in imbarazzo la Chiesa potentina perché il vice parroco avrebbe avvisato l'arcivescovo, monsignor #AgostinoSuperbo che però non capì (fu scambiata la parola 'cranio' con 'ucraino', una giustificazione che la famiglia Claps respinge con molta forza). Oltre alla smentita dell'arcivescovo, c'è anche quella del parroco, don Ambroise Atakpa, del Togo. E' stato lui a chiamare gli operai per riparare le infiltrazioni nel sottotetto. Lui stesso, inoltre, nega di aver mai commissionato dei lavori di pulizia nel sottotetto. Nella seconda ipotesi al vaglio degli inquirenti il ritrovamento dei resti risalirebbe addirittura al 2008. In quell'anno muore don #MimìSabia storico parroco. Per pochi mesi la chiesa è guidata dal sacerdote congolese don #GuyNoelOkamba attualmente nel suo Paese, già sentito dagli inquirenti. Durante la sua breve permanenza si sarebbero svolti dei lavori che comportarono una radicale pulizia di alcuni ambienti, tra cui il sottotetto.
In quella circostanza – maggio del 2008 – furono tolti dal sottotetto tegole e materiali di risulta. Gli inquirenti vogliono capire se è stato quello il momento in cui il cadavere è venuto fuori dal nascondiglio visto che era stato occultato proprio sotto una catasta di materiali edili e tegole. Infatti quando sono stati trovati i resti erano coperti solo da qualche tegola. Ma anche il prete congolese ha negato questa ricostruzione.

Caso Guerrina Piscaglia
Perquisite le auto di due preti: sequestro di persona
La donna aveva detto al prete di volersi separare
Donna scomparsa, perquisite le auto dei sacerdoti
Analisi dei Ris all'interno delle utilitarie alla ricerca di tracce di Guerrina Piscaglia
Rimini, 4 settembre 2014 – «Guerrina? Non la conosco». E butta giù il telefono il sacerdote di Ca’ Raffaello con cui invano abbiamo cercato di parlare. Non perché sia sospettato di qualcosa, ma perché di certo le indagini sulla scomparsa della donna stanno lambendo la piccola canonica e i preti, di colore, che l’hanno frequentata negli ultimi mesi. I carabinieri dei Ris, giunti da Roma con tanto di cani molecolari capaci di fiutare la pur minima traccia di odore, non si sono limitati a ispezionare canonica e casa del marito. Con l’utilizzo anche del luminol, composto chimico che serve per individuare eventuali tracce di sangue, hanno pure dettagliatamente controllato le due auto utilizzate dai sacerdoti. E’ stato trovato qualcosa? «No comment» esce dalla bocca di un inquirente. E in ogni caso tutti reperti prelevati sono adesso nel laboratorio romano dei Ris e qualsiasi ipotesi sarebbe prematura. Una pura illazione.
Perché la canonica? Le voci di paese, che vanno prese per quello che sono, dicono che Guerrina Piscaglia, originaria di Novafeltria, avrebbe frequentato un po’ troppo spesso uno dei sacerdoti e questo può non voler dire nulla ma è stato sufficiente per allargare le indagini anche a quella cerchia. D’altra parte gli inquirenti considerano la ricerca della donna scomparsa una priorità assoluta e, Ris a parte (dotati di strumenti tecnologici che altri non hanno), i carabinieri aretini stanno lavorando pancia in terra per trovare la chiave di volta di una vicenda sempre più ingarbugliata. Lo scenario privilegiato resta a oggi quello dell’allontanamento volontario ma è allo stesso tempo valida ogni altra ipotesi. Diverse cose non tornano. Guerrina era attaccatissima al figlio disabile, come conferma l’avvocato Francesca Faggiotto che assiste i familiari: «Non lo lasciava un secondo, lo aveva sempre seguito con cura estrema, era la sua ragione di vita». E allora com’è possibile che da oltre quattro mesi la donna non abbia mai cercato un contatto? La famiglia, che avvalora l’autenticità dei tre sms inviati alla suocera, ha una tesi: Guerrina è andata via di sua volontà, ma adesso viene tenuta lontano con la forza.
Ma gli inquirenti ci credono poco come continuano a dubitare che i vari personaggi della storiaccia possano, uno di loro, aver commesso un fatto di sangue. Non torna con i profili, non torna nemmeno con gli alibi. Niente torna, a ben vedere. Anche del fantomatico venditore ambulante che a bordo di un’auto scassata saliva fino a Badia Tedalda e a Ca’ Raffaello nulla si sa. Da quelle parti non si sarebbe fatto più vedere, lo cercano nella Valtiberina umbra, dalle parti di Assisi, perfino a Rimini, ma per adesso è come cercare un fantasma. Insomma, l’unico punto fermo è che Guerrina è sparita da quattro mesi con pochi spiccioli in tasca, un cellulare e un caricabatteria. In vista anche altre battute di ricerca nei boschi della zona ma con poche speranze. E intanto il mistero diventa sempre più fitto.
Scomparsa, la verità del frate: la conoscevo ma non l'ho più vista. Le indagini su Guerrina: è caccia all'ambulante che non si trova più da quando lei è sparita
Padre Graten: ero amico di famiglia, insegnavo anche al figlio l'uso del computer. Mi aveva confidato che voleva lasciare il marito, ho cercato di dissuaderla. Si, è vero i Ris mi hanno controllato l'auto ma è routine
PADRE GRATEN Alabi, è uno dei frati della canonica di Cà Raffaello. Originario del Congo, è arrivato due anni fa in Italia, inviato in missione proprio nel piccolo paese in provincia di Arezzo, ma in terra di Romagna, isola amministrativa del Comune di Badia Tedalda; padre Graten, 45 anni, ha preso i voti 10 anni fa, conosce bene Guerrina, oltre al marito Mirko e il figlio Lorenzo. Lunedì scorso i carabinieri del Ris hanno ispezionato tutta la canonica per trovare qualche traccia della donna, scomparsa dal primo maggio e hanno controllato persino le auto dei sacerdoti. Ma perchè proprio in chiesa? «L’ultima volta Guerrina — risponde il frate — è stata vista proprio qui da noi, ci sono diversi locali, oltre agli uffici e la cucina, anche altre case. I carabinieri sono venuti con i cani e l’appoggio di un elicottero, almeno credo, perchè io non ero presente, ero in visita pastorale con il vescovo, c’erano gli altri frati».
I militari hanno ispezionato anche le auto dei religiosi: «Certo, almeno credo».
Guerrina con il marito frequentava spesso la chiesa anche per avere un aiuto dai frati per quanto riguarda il figlio disabile Lorenzo di 23 anni.
Questo il racconto di padre Graten: «Seguivamo un pò il figlio che voleva imparare ad utilizzare il computer e per questo veniva da noi, mentre il marito è un nostro buon amico, sempre disponibile, è stato proprio Mirko ad accompagnarmi il primo maggio ad un funerale e poi a Sestino. Non si tira mai indietro, così come suo padre Benito, una persona gentile che ci aiuta a tagliare l’erba e la legna, una famiglia davvero rispettabile con la quale abbiamo un ottimo rapporto. Non possiamo dire assolutamente nulla di loro, delle bravissime persone in tutti i sensi».
Guerrina soltanto una volta e con il marito accanto si era lasciata andare ad una confidenza con il sacerdote: «Era venuta in chiesa — ricorda padre Graten — con il marito e parlando disse che avrebbe cercato un altro marito».
Lei cosa rispose?
«Rimasi male, anche perchè non aveva mai fatto un discorso del genere, la rimproverai richiamandola ai suoi principi di cattolica e di moglie e poi che che la chiesa non era certamente il luogo più adatto per certe affermazioni. Sinceramente non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere, tuttavia alla fine non ho dato peso più di tanto al suo discorso, sinceramente non ci ho più pensato».
In passato si era mai confidata con lei?
«Era preoccupata per il lavoro perchè Mirko è in cassa integrazione ma nulla di più. Per questo motivo l’avevo aiutata e così le avevo trovato un lavoro, come donna delle pulizie per alcune ore al mese alla casa di riposo; lavoro che successivamente ha lasciato per motivi di salute, in quanto era stata operata ad un ernia ed era andata a passare la convalescenza dalle sorelle a Nova Feltria».
Guerrina Piscaglia è stata vista l’ultima volta, nel pomeriggio del primo maggio, uscire dalla chiesa e avviarsi sulla statale, poi è sparita e di lei più nessuna notizia, soltanto tre sms, lo stesso giorno della sua scomparsa alla suocera Giovanna Cermoni dove aveva scritto che sarebbe tornata per riprendersi il figlio. «Nel giorno della sua scomparsa — ricorda ancora padre Graten — abbiamo provato con il marito di rintracciarla al telefono, ma non c’è stata nessuna risposta, anche se il giorno dopo mi risulta che era in piazza a Nova Feltria con una sua amica».
L’eventuale relazione con il venditore ambulante?
«Ho visto qualche volta questi personaggi, non saprei cosa dire in proposito. E’difficile capire cosa sia successo effettivamente, come una persona possa essere sparita in questo modo, siamo tutti in apprensione e speriamo che la vicenda si concluda nel migliore dei modi».
Non si è fatta mai viva con lei?
«Assolutamente no».
Intanto mercoledì 10, la vicenda di Guerrina Piscaglia approda su Rai 3 nella popolare trasmissione «Chi l’ha visto?», dalla quale la famiglia spera di avere qualche informazione per rintracciare la donna.
Una vicenda che ha scosso la piccola comunità di Cà Raffaello, circa 150 anime, dove le giornate passano tranquille senza grandi emozioni, tutti si augurano che Guerrina Piscaglia torni a casa per riabbracciare il figlio Lorenzo e il marito Mirko Alessandrini.




PAPA RATZINGER E BERNADETTE: NEL 1879 LA VEGGENTE SCRISSE A PAPA LEONE XII 5 MESSAGGI DELLA MADONNA

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Alberto De Marchis

Il tentativo che si sta facendo è di registrare, fare cronaca, commentare e legare fatti che ritornano e si concentrano in quest’anno. Il 2013 è all’insegna del grande cambiamento: Il Papa si è dimesso, l’attuale momento economico e politico dell’intero Paese è in profonda crisi. Tra qualche giorno ci sarà un nuovo Governo. Per Pasqua un nuovo Papa. C’è senz’altro un rinnovamento e si può e deve contribuire a far sì che avvenga nella maniera più radicale possibile perché se non si cambia rotta, oltre ad una crisi nella fede (Ior, Vatileaks, preti e pedopornografia, scandali, Elisa Claps, Emanuela Orlandi, ecc) si rischia di sprofondare in una profonda catastrofe globale. Per questo motivo, bisogna dare adesso un messaggio di speranza, ricordando i messaggi che solo la nostra memoria può far riaffiorare al momento giusto.

A volte è necessario credere che il caso non esiste. Papa Benedetto XVI aveva indetto per quest’anno “l’anno della Fede”. Il Papa lascerà il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013. Lo ha deciso l’11 febbraio. Non è un giorno a caso perché coincide con la festa liturgica della Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. Il giorno del suo compleanno, il 16 aprile, coincide con la nascita al Cielo di Bernadette Soubirous. Il 19 aprile giorno dell’ inizio del suo pontificato coincide con il funerale della santa dei Pirenei. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992, l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata mondiale del malato. A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.

Le apparizioni sono tra le più famose riconosciute dalla Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 68 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio. L'11 febbraio 1858, Bernadette, sua sorella Antonietta, e la loro amica Giovabnna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso il "luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle, Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Bernadette, a causa della sua asma cronica, esita a fare altrettanto. E' in quel momento che "sente un rumore come un colpo di vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". E' la prima apparizione di Nostra Signora.

C’è un ulteriore grande elemento che non può essere lasciato nel dimenticatoio.

Nel 1879 Bernadette ha scritto a Papa Leone XIII per sottoporgli dei messaggi della Madre di Dio per il nostro secolo. Di queste cinque profezie, quattro si sono già realizzate. La lettera considerata persa per 120 anni, è stata ritrovata dal Padre francese Antoine La Grande, in Vaticano, mentre cercava dei documenti sui miracoli di Lourdes.

Questa lettera al Papa, scritta da Bernadette proprio prima della sua morte, comprende cinque messaggi della Santa Vergine riguardanti gli avvenimenti del nostro secolo e l’avvenire dopo l’anno 2000. Il contenuto della lettera non è mai stato pubblicato e le persone in Vaticano dicono che era stata smarrita. Il Padre La Grande ha scoperto questo scritto il dicembre 1998, in un armadio metallico, nei sotterranei della biblioteca vaticana. Si tratta di cinque pagine, separate, e su ogni pagina si trova una rivelazione.

1.      La prima profezia parla soprattutto dello sviluppo del Santuario di Lourdes, dopo la morte di Bernadette: descrive l’espansione di Lourdes come luogo di pellegrinaggio e l’efficacia della celebre sorgente guaritrice.

2.      Questo messaggio annuncia una serie di importanti scoperte scientifiche, come l’utilizzazione dell’energia elettrica, la lampadina elettrica, il grammofono ed altri apparecchi elettrici.

3.      La terza profezia si riferisce alla presa del potere, in Germania, da parte di Hitler e al Nazismo: a causa di questo, negli anni ’30 si sarebbe prodotta una cosa terribile che sarebbe sfociata in una guerra nella quale, quasi tutte le nazioni, avrebbero preso parte.

4.      Gli sforzi degli uomini per viaggiare nello spazio sono annunciati nel quarto messaggio (annunciati ugualmente nel messaggio di Amsterdam). Intorno agli anni ’70, gli Americani riusciranno ad atterrare sulla luna. Profezia realizzata nel 1969, quando l’americano Neil Armstrong calcò, per la prima volta, il suolo lunare. 

5.     L’ultima profezia, la più lunga di queste predizioni, eccola: “Sua Santità, la Santa Vergine mi ha detto che con la fine del XX secolo arriverà anche la fine della scienza. Una nuova era di fede avrà inizio su tutta la terra. Verrà data la prova che fu Dio a creare il mondo e l’uomo. Sarà l’inizio della fine della scienza nella quale gli uomini non crederanno più. Milioni di uomini torneranno di nuovo a Cristo e la potenza della Chiesa sarà più grande che mai. La ragione, per cui molti uomini non confideranno più negli scienziati, sarà l’attitudine arrogante di questi uomini di scienza che lavorano alla realizzazione di una creatura derivata dall’incrocio fra l’uomo e l’animale. Gli uomini sentiranno allora, nel profondo del loro cuore, che questo non può essere giustificato. In un primo tempo non ci si saprà opporre alla realizzazione di questi mostri, ma gli scienziati saranno finalmente scacciati, come si scaccia un’orda di lupi. Alla vigilia dell’anno 2000 si assisterà ad uno scontro fra gli adepti di Maometto e le Nazioni cristiane. Una terribile battaglia avrà luogo, nella quale 5.650.451 soldati perderanno la vita, e una bomba fortemente distruttrice sarà lanciata su una città della Persia (dal 1935=IRAN). Ma alla fine vincerà il segno della croce e tutti i mussulmani si convertiranno al Cristianesimo. Seguirà un secolo di pace e felicità, poiché tutte le Nazioni deporranno le armi. Ne conseguirà una grande ricchezza, poiché il Signore espanderà la sua benedizione sui credenti. Su tutta la terra nemmeno una sola famiglia rimarrà nella povertà e nella fame. Dio darà, a un uomo su dieci, il potere di guarire le malattie di coloro che chiederanno, per questo, aiuto. In seguito a questi miracoli, si sentiranno le grida di un gran numero. Il XXI secolo sarà chiamato “Seconda Era d’Oro dell’Umanità” ("Prima Era d'Oro dell'Umanità": Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione e Glorificazione di Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo).

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CASO ELISA CLAPS, MUOVIAMOCI PER SCRIVERE AL SINDACO DI POTENZA: LA MAMMA DI ELISA CHIEDE PARTECIPAZIONE

Redazione

Potenza – Ricordando la triste e tragica vicenda di Elisa Claps, per volere di sua madre, la signora Filomena, il gruppo Fb Chi l'ha visto, e nello specifico Tiziana Muselli e Anna Giordano hanno dato vita all'iniziativa "Una firma per Elisa Claps" al fine di inviare una lettera al Sindaco di Potenza (persona che ha dimostrato molta sensibilità nei riguardi di Elisa e della sua famiglia, anche nell’omaggiare la memoria della giovane con l’inaugurazione di un parco sito in Potenza), nel chiedere la chiusura definitiva al culto presso la chiesa potentina della Santissima Trinità ove la ragazza fu uccisa, al fine di costruire nello stesso sito, un centro di accoglienza per giovani donne che hanno subito violenza. Il suddetto centro, oltre ad omaggiare la memoria di Elisa, rappresenterebbe un profondo simbolo di educazione civile, teso, inoltre, a non dimenticare una vicenda così terribilmente dolorosa che poteva essere evitata non giungendo, inoltre, ad epiloghi così profondamente amari.
Per l’adesione alla lettera si chiede una firma – nome e cognome – da scrivere nell’apposito spazio per i commenti, nel gruppo Fb Chi l'ha visto, noi de L'osservatore Laziale, faremo circolare il post anche sul nostro profilo del gruppo, in maniera da raggiungere ancora più adesioni.

La storia
Elisa esce di casa la mattina del 12 settembre 1993 per recarsi presso la Chiesa della Santissima Trinità, situata nel centro di Potenza, per incontrare un amico che doveva consegnarle un regalo al fine di festeggiare la promozione della ragazza. Da allora, di Elisa Claps non si hanno più tracce fino al 2010. Il suddetto “amico” risulta essere Danilo Restivo, ultima persona ad aver visto Elisa, presentandosi agli inquirenti con un’alibi molto sospetta, per la sua incongruenza. Egli, infatti, riferisce di essersi fatto male in seguito ad una caduta accidentale, ma gli abiti insanguinati e la ferita che presenta (il cui referto medico afferma provocata da un’arma da taglio), non hanno alcuna compatibilità con il sua versione dei fatti. I vestiti che il giovane indossava quella domenica appaiono vistosamente insanguinati, ma (stranamente), non vengono sequestrati. La madre di Elisa chiede ripetutamente agli inquirenti di indagare a fondo su Restivo ma senza esito, fino a quando – diciassette anni dopo – il 17 marzo 2010, i resti di Elisa Claps vengono ritrovati occultati in fondo al sottotetto della succitata chiesa potentina, molto probabilmente, scoperti per caso da alcuni operai durante lavori di ristrutturazione. Chiesa, che i familiari di Elisa chiedevano, appunto, da diciassette anni di perquisire! Si scoprirà, in seguito, che negli anni precedenti alla scoperta del corpo di Elisa, erano stati praticati dei fori nel soffitto per facilitare la dispersione dei miasmi del cadavere. Pertanto, è importante sottolineare quanto i prelati, responsabili della chiesa potentina, abbiano volutamente tenuto occultata la verità, poiché dati anche alcuni lavori a cui era stata sottoposta la chiesa, era assolutamente impossibile non aver visionato la povera salma. Il 25 ottobre 2010 vengono resi noti altri elementi: i sassolini provenienti dal sottotetto e presenti nel solco del tacco di Elisa Claps, dimostrano che Elisa arrivò viva, camminando, nel sottotetto e che poi vi fu uccisa: la giovane sarebbe stata colpita ripetutamente da una lama tagliente. Il 9 marzo 2011 la trasmissione “Chi l’ha visto?”, condotta da Federica Sciarelli, rivela che sono state evidenziate tracce del DNA di Danilo Restivo sulla maglia che Elisa indossava quando fu uccisa. Inoltre, l'avvocato della famiglia Claps precisa che sulla maglia è stato ritrovato sia sangue che saliva di Restivo. Il 2 luglio 2011 viene officiato il funerale di Elisa da don Marcello Cozzi e da don Luigi Ciotti. Per l’intera giornata viene proclamato il lutto cittadino. L'8 novembre 2011, presso il Tribunale di Salerno, ha inizio il processo a Danilo Restivo, con rito abbreviato. Nel corso della prima udienza i PM, facendo notare che i reati più gravi a carico di Restivo – che avrebbero potuto far scattare l'ergastolo – sono tutti prescritti, avanzano la richiesta di 30 anni di reclusione, ossia il massimo possibile, unitamente all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e tre anni di libertà vigilata al termine dell'espiazione della pena. L'11 novembre 2011 viene condannato in primo grado a 30 anni di carcere, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni a fine pena, oltre al versamento di € 700.000 alla famiglia Claps a titolo di risarcimento. Ancora adesso, resta aperta l'indagine della Procura di Salerno sulla scomparsa di Elisa Claps, sulle modalità del ritrovamento del cadavere e su eventuali complicità di cui avrebbe beneficiato Restivo. L'11 novembre 2011 l'avvocato della famiglia Claps, prima della lettura della sentenza, ha sottolineato come, per l'omicidio di Elisa, Danilo Restivo non avrà l'ergastolo "per colpa della Chiesa che, in questi 18 anni, ha permesso che siano stati prescritti i reati concorrenti".

 

Estratto dal libro Per Elisa il caso Claps

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mia cara sorellina, stavolta un rimprovero devo proprio fartelo: ma come ti è venuto in mente di farti ammazzare proprio in chiesa e in quella chiesa per giunta? E come se non bastasse te ne sei stata lì per diciassette anni invece di prendere le tue poche cose e allontanarti con garbo ed in silenzio fino a farti inghiottire per sempre dalle nebbie del tempo. Ti rendi conto che così facendo hai messo in imbarazzo tutti? Capisco che ti hanno toccato il cuore le lacrime di mamma e di papà, posso comprendere che hai voluto dare a me e Luciano un segno tangibile che questi anni non sono trascorsi invano, ma potevi farlo in modo diverso e soprattutto evitando di mettere tante persone che contano nelle condizioni di dover spiegare i loro comportamenti davanti ad un paese intero. Pensa adesso a quel povero magistrato e ai poliziotti che hanno indagato, pensa poverini quante cose dovranno spiegare; come faranno a far capire alla gente che non sono mai entrati in quella chiesa a cercarti se non dopo tanti anni e peraltro senza trovarti? Hai messo in difficoltà anche noi che dobbiamo chiarire come mai a poche ore dalla tua scomparsa ci precipitammo in chiesa ma non riuscimmo a salire fin sopra perché le chiavi di quella porta le aveva solo il parroco che in quel momento non era presente. Capisci, adesso dovremo spiegare come mai due ragazzi e pochi amici avevano avuto l'intuizione di andare a guardare lì e gli investigatori di provata esperienza se ne sono semplicemente dimenticati, e poi sorellina mia, dovevi incontrarti proprio con Danilo quel giorno? Hai messo di nuovo in difficoltà quel bravo magistrato e ancora una volta noi stessi. Ti rendi conto che abbiamo dovuto scavare nel passato di quel povero ragazzo, far venir fuori tutta una serie di episodi spiacevoli che lo riguardavano? Ci hai costretto ad accusarlo fin dal primo giorno ma con l'intuizione dei grandi investigatori che ci diedero dei pazzi, NOI. E poi era pur sempre il figlio del direttore della Biblioteca Nazionale, un notabile amico di notabili, dico io, non potevi incontrarti con il figlio di un operaio in cassa integrazione? Sarebbe stato tutto più semplice. Ti rendi conto sorellina che ora dovranno spiegare il motivo per cui non andarono ad interrogarlo quel giorno stesso, non sequestrarono i suoi vestiti, non acquisirono i tabulati telefonici? Quale imbarazzo per persone che negli anni hanno continuato a fare il loro dovere mentre noi ci si consumava piano nel vuoto della tua assenza. Ricordi quando mamma fu messa alla porta dal questore poco prima di quel Natale del 1993, il primo senza di te? ricordi le sue parole esatte: «Signora basta, non può venire ogni giorno qui con i suoi figli a disturbare, sua figlia è scappata di casa lo vuole capire o no?»? Tornò a casa piangendo, persa nel suo dolore dove spesso nemmeno noi riuscivamo a raggiungerla. E quando gli avvocati di uno degli indagati, attingendo a fonti confidenziali, ci dissero che eri in Albania? Noi pensammo subito ad un ennesimo depistaggio, ma da lassù sono certo che avrai visto per un attimo una scintilla negli occhi di mamma, era il riflesso sepolto della segreta speranza di saperti ancora in vita. Pensa adesso se a qualcuno venisse in mente di andare a chiedere loro quali erano queste fonti confidenziali, capisci sorellina quale imbarazzo sarebbe per due stimati professionisti dover dare spiegazioni su questa vicenda? E infine, ripeto, far ritrovare i tuoi miseri resti in una chiesa, questo proprio dovevi evitarlo. Il vescovo, il parroco, il vice e giù fino all'ultimo anello della catena sono ora costretti a spiegare come, quando, chi? E già, sarebbe stato tutto così semplice, lineare, se fosse stato vero che un'impresa edile nell'effettuare lavori di riparazione, avesse casualmente scoperto il tuo corpo. Invece no, tutto complicato in questa maledetta faccenda e ancora una volta tutto così imbarazzante. Forse sono state prima le donne delle pulizie, no scusa, il viceparroco, no lui non ne sapeva niente, era gennaio, no febbraio, sì, ma di quale anno? Il vescovo dice di non sapere, non ammette di aver saputo ma non pensava che fossi tu (come se ciò facesse la differenza), però il giorno dopo il ritrovamento, con il suo avvocato si affretta a rassicurare i fedeli che la chiesa riaprirà presto al culto (era sicuramente questa la cosa che la città sconvolta voleva sapere per prima); il parroco sfida chiunque a dimostrare che lui sapesse, il vice sapeva ma se n'era dimenticato. Da ultimo proprio ieri ho saputo sorellina, che qualcuno circa un anno fa, nei bagni del Gran Caffè, aveva scritto più volte con un pennarello “ Elisa Claps è nella Trinità”, un matto certamente. Sai sorellina, sembra quasi che nessuno volesse trovarti ma che tanti sapessero dov'eri, molti hanno pensato: anno in più, anno in meno cosa cambia? Oggi sorellina rischi di mettere in imbarazzo la parte perbene di questa città, quella che non si è mai arresa, quella che è stretta intorno a te e ha pianto con noi, quella che vuole verità e giustizia, quella che ripudia i compromessi, il quieto vivere, le consorterie e gli intrallazzi. Ti lascio ma solo per il momento, e stai tranquilla, i tuoi cari non mollano, non temono la verità e se ne fregano di quanti imbarazzi possano ancora creare, la vergogna è solo la conferma che noi siamo gente perbene.