Elezioni politiche del 4 Marzo: aggiungi un posto in aula, c’e’ un partito in piu’…

L’agognata data della “liberazione” di queste quattro ultime legislature, prive del consenso popolare, verrebbe celebrata il 4 marzo 2018. Così sembra essere deciso. Giunge finalmente ad esaurimento la manna caduta dalle segreterie dei partiti agli autonominati, salvi, naturalmente i vitalizi.

Questa legislatura sorretta e puntellata con la stampella dei transfughi, giungerebbe al suo epilogo

Il segnale “sciogliete le righe” ormai è suonato. Pisapia si è defilato definitivamente e Angelino Alfano, letteralmente fulminato e bruciato sulla strada regionale siciliana, batte la ritirata e lasciando la politica poltronificia dice di voler cercare un lavoro a marzo. L’Italia ne prende atto e riconoscente lo saluta chiedendo a chiunque lo possa e voglia aiutare a trovargli un posto, facendosi avanti…
Si voterà a marzo, per chi, per cosa?

A seguito della delibera del Consiglio dei Ministri, datata 28.12.2017, il 4 marzo si terranno le votazioni politiche per il 2018

Votazioni politiche è impropriamente detto perché per come si è impoverita la politica con il 4 marzo s’intende la data fissata per un concorso statale per un migliaio di assunzioni a Palazzo Montecitorio, un edificio storico di Roma, che si affaccia su piazza del Parlamento. Le condizioni d’ingaggio sono considerate le più allettanti, elevate remunerazioni, rimborsi, diarie, ferie pagate, riposi ad libitum, sede di lavoro confortevole e oltre alla buona uscita, una pensione dignitosa assicurata. Queste condizioni da paese di Bengodi, naturalmente, hanno scatenato il finimondo e le richieste di assunzioni aumentano a dismisura.

Il primo ad affrettarsi è stato Pietro Grasso, presidente del Senato, lasciando il Pd, si è iscritto all’aggregazione “Liberi e Uguali”

Non ha tardato ad aggregarsi alla kermesse di Grasso la presidente (presidenta/presidentessa?) dell’altra aula istituzionale, la signora Boldrini, meglio conosciuta come lady Montecitorio,indefessa guerriera e sostenitrice della crociata contro le fobie, meritevole anche lei di una menzione vicino alle grandi donne, la Giovanna d’Arco 2.0 accanita avversaria delle fake news.
Strano caso però dei due presidenti delle due camere con due cuori che battono all’unisono verso la sinistra. I presidenti delle due camere dovrebbero essere come la moglie di Cesare, apparire oltre che essere. Per i presidenti è stata cosa impossibile perché spesso sono andati dove li portava il cuore. I circensi hanno eretto le loro tende in piazza e all’unisono urlano: entrate, entrate, non c’è scandalo, solo da ridere. Invece lo scandalo c’è ed anziché ridere c’è solo da piangere.

Sono arrivati da ogni angolo della Penisola, spuntati fuori da ogni ceto sociale, lasciando dietro carriere, attività ed interessi

La meta da raggiungere è golosa, e così al bando di Montecitorio si sono iscritti animalisti, liberi cacciatori, personaggi dello spettacolo, comici e soubrette, personaggi dello sport, dell’informazione, allevatori, commercianti e consumatori. A casa sono rimasti i bambini, i senzatetto, gli indigenti e i disoccupati. Liste surrogate, simboli di partiti in comodato d’uso per raggirare la legge, unione incestuosa tra radicali e democristiani, tanta confusione per destabilizzare l’opinione pubblica.

In tutto questo “bazaar festival” del bene del Paese non si fa il minimo cenno

La folle corsa al primo posto non si arresta, come nel gioco infantile delle sedie. Tutti sgomitano alle prove senza nemmeno munirsi, a dirla con il presidente, con la cassetta degli attrezzi. Si presentano impreparati ignari di cosa devono fare, cosa devono dire, come devono rispondere. Ai vecchi arnesi della politica tutto ciò fa comodo, cosa si deve dire glielo diranno loro, cosa dovranno fare ci penserà la segreteria centrale, come si dovrà votare basta seguire le istruzioni del capo bastone. In effetti, alla gente cosa si deve dire? Niente di specifico, tutto sproloquio generico, discorsi per sommi capi. Parola d’ordine: denigrare l’avversario politico, criticare quanto già è stato fatto dagli altri e promettere di planare laddove altri non hanno osato volare. Sacchi e pacchi pieni zeppi di cianfrusaglie, cose irrealizzabili, promesse colorate e multiformi, odoranti, da mille miglia, di merce elettorale avariata.

Il debito pubblico, le partecipate, i vitalizi e altri fili di alta tensione se ne guardano bene dal toccarli

I veri temi, nodi da sciogliere dai futuri legislatori: lavoro, abitazione, giustizia, immigrazione e sicurezza, sono mete irraggiungibili ai candidati di questa tornata elettorale. In parte perché a tanti manca l’attrezzatura e poi perché sono temi fino ad ora lasciati sotto il tappeto e sollevando quel tappeto si provocherebbe un violento impatto fra grandi e piccoli interessi di bottega, un’insurrezione delle lobby, cosa che fino ad oggi nessun governo ha osato sollevare, restando sempre e cautamente distante da una spending review degna di quel nome.

E’ abbastanza scontato, c’è solo d’ attendere. E’ la solita storia, tutto cambia affinché nulla cambi

Per il 4 marzo, Rossella O’Hara. avrebbe sospirato con ottimismo: “domani è un altro giorno” e il Paese , incrociando le dita sta mormorando: Chi vivrà vedrà dove porterà questo vento del Levante, rafficoso e foriero di malessere e depressione, vento che sta insidiando il già compromesso equilibrio sociale ed economico del Paese.

Emanuel Galea




POLITICHE 2013, I PRIMI EXIT POLL: BERSANI AVANTI ALLA CAMERA, BERLUSCONI AVANTI AL SENATO

Redazione

I primi exit poll attestano Pierluigi Bersani al 29,5% al Senato e al 35 – 37% alla Camera. Mentre Silvio Berlusconi è quotato un 31% al Senato e  29-31% alla Camera. Beppe Grillo con il  Movimento CinqueStelle raccoglierebbe il 25,1% al Senato e tra il 19 e il 21% alla Camera. I centristi di Mario Monti avrebbero invece un 9,6% al Senato e  un 8-10% alla Camera. Rivoluzione civile di Antonio Ingroia si fermerebbe al 2-3% sia alla Camera che al Senato.




ELEZIONI POLITICHE E REGIONALI: LE INDICAZIONI DELLA PREFETTURA DI VITERBO

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Redazione

Viterbo –  In vista dello svolgimento delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio p.v., la Prefettura di Viterbo precisa che le giunte municipali da martedi’ 22 a giovedi’ 24 gennaio 2013 dovranno stabilire e delimitare gli spazi da destinare alle affissioni di propaganda elettorale dei partiti o gruppipolitici che partecipano con liste di candidati. Coloro che intendono “fiancheggiare” una di queste liste devono far pervenire ai comuni, entro il 21 gennaio 2013, richiesta di concessione degli spazi per le affissioni di propaganda elettorale.

Da venerdì 25 gennaio p.v. ha inizio il divieto di alcune forme di propaganda, quali il lancio o getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico, la propaganda elettorale luminosa o figurativa a carattere fisso in luogo pubblico, con esclusione delle insegne delle sedi dei partiti, e la propaganda luminosa mobile.

Nel medesimo periodo, e quindi da venerdi’ 25 gennaio, la propaganda elettorale fonica su mezzi mobili e’ subordinata alla preventiva autorizzazione da parte del sindaco o, nel caso in cui si svolga sul territorio di piu’ comuni di questa provincia, da parte del prefetto di viterbo.

Dalla stessa data del 25 gennaio sono accordate a ciascuna lista tariffe postali agevolate per gli invii di materiale elettorale. Sul sito www.poste.it saranno consultabili le istruzioni delle poste italiane s.p.a. ai propri uffici e le modalita’ da osservare per usufruire di tali agevolazioni.

Inoltre, a partire da sabato 9 febbraioe sino alla chiusura delle operazioni di voto è vietato rendere pubblici o diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici degli elettori, anche se tali sondaggi siano stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto.

E’ invece ammessa la propaganda figurativa trasportata su mezzi mobili, anche laddove gli stessi siano adibiti al trasporto di persone, sempreche’ i mezzi siano itineranti.

Si precisa, altresì, che laddove i veicoli recanti propaganda sostino in aree private, ancorché di pertinenza, e siano comunque visibili dalla pubblica strada, il divieto sancito dall’art. 6 della l. 4.4.1956, n. 212, vige ugualmente e l’organo verbalizzante ordinerà la rimessa in pristino della situazione per riportarla a norma.

Dal giorno antecedente la votazione, e quindi da sabato 23 febbraio e fino alla chiusura delle operazioni di voto, sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, le nuove affissioni di stampati, giornali murali e manifesti.

Nei giorni destinati alla votazione e’ vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.

E’ consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche poste in luogo pubblico, regolarmente autorizzate alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi.