ELENA CESTE: LA DONNA SCOMPARSA VISTA IN COMPAGNIA DI UN UOMO?

di Simonetta D'Onofrio 

Costigliole d'Asti – Ancora una segnalazione, ancora da una telespettatrice di Quarto Grado, la trasmissione di Rete4 condotta da Gianluigi Nuzzi, crea nuovo fermento intorno al caso della scomparsa di Elena Ceste.

Questa volta la telefonata alla trasmissione è giunta da un paese della provincia di Vicenza, da una donna che ha affermato di aver riconosciuto la mamma di Costigliole d’Asti mentre passeggiava in compagnia di un uomo, dall’età compresa tra i 50 e i 60 anni.

La telespettatrice ha fornito alcuni dettagli sull’uomo che accompagnava la presunta Elena, l’altezza di circa un metro e settanta, il cappello, mentre per quanto riguarda la donna scomparsa, ha asserito di averla riconosciuta per gli occhiali.

La segnalazione segue quella che la scorsa puntata aveva visto Elena in un ospedale di Tenerife. Come in quel caso, però, ci sono alcuni elementi che ci lasciano perplessi.

Come fa la testimone a riconoscere la donna da un elemento (gli occhiali), che è stato lasciato a casa il giorno della scomparsa, così come ha più volte affermato il marito? La donna portava occhiali da vista, e il fatto che questi fossero stati lasciati a casa, assieme ai vestiti, fu oggetto di molte voci inerenti le cause della scomparsa. Sembra strano che la telespettatrice non sapesse che gli occhiali di Elena fossero stati lasciati a casa.

E soprattutto, come mai se i primi di luglio la testimone ha riconosciuto Elena, ha atteso fino a oltre metà settembre per denunciarne la scomparsa, per giunta a una trasmissione televisiva? Perché non avvisare le forze dell’ordine, poiché la stessa ha affermato che aveva voglia di chiamarla, di fermarla, per verificare se fosse esattamente lei?

Le segnalazioni sul caso di Elena Ceste, come d’altronde avviene spesso in casi di persone scomparse, sono state numerose. La prima volta fu “avvistata” a Torino, poi Salerno e Bologna, durante questa estate Tenerife e Vicenza.

Gli inquirenti stanno verificando entrambe le segnalazioni, ma dopo il tempo passato, in entrambi i casi, è difficile riuscire a recuperare qualche prova valida.

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ELENA CESTE: AVVISTATA IN UN OSPEDALE SPAGNOLO

di Simonetta D'Onofrio

Viva e vegeta, avvistata in un ospedale spagnolo. È quanto afferma una cittadina che ha contattato la trasmissione “Quarto Grado”, andata in onda venerdì scorso, 12 settembre.

La telespettatrice, che afferma di aver riconosciuto la donna, per aver visto le sue foto, in quanto segue in particolare il programma condotto da Ganluigi Nuzzi, ha scattato una foto nella sala d’aspetto dell’ospedale di Candelaria, una località nel nord dell’isola di Tenerife, nei primi giorni del mese di agosto, mentre si trovava lì per assistere il compagno ricoverato.

Nella sua testimonianza afferma che la signora fotografata era in disparte, non aveva nessuno vicino, non l’ha sentita parlare, ma la forma del viso, i capelli e i suoi movimenti, se confrontati con quelli dei video amatoriali girati prima che la mamma di Cotignola d’Asti sparisse il 24 gennaio scorso, le hanno dato l’impressione di trovarsi effettivamente davanti a lei. “Non sono sicura – continua la signora Luciana – che la persona che ho fotografato fosse sicuramente lei, però mi sono detta, per il momento la fotografo, poi quando torno in Italia provo a mettermi in contatto con la famiglia, cosa che però non sono riuscita a fare”.

La signora apparsa in foto, così come ha osservato anche il conduttore in studio, è “un po’ più in carne della scomparsa”, ma una certa somiglianza esiste, e la segnalazione non può certo essere ignorata.
Certo, l’unica osservazione che possiamo fare, se effettivamente la signora Luciana fosse stata sicura che la persona incontrata nell’ospedale spagnolo potesse corrispondere a Elena, sarebbe stato più utile informare immediatamente le autorità, che produrre questa segnalazione a circa un mese e mezzo dall’avvenuto, quando l’eventuale Elena avrebbe di nuovo potuto far perdere le proprie tracce. Ma a volte la voglia di “scoop” è troppo accattivante per perdere la possibilità di far sentire a tutti la propria voce.

Di fatto il cadavere di Elena ceste non è ancora stato ritrovato, quindi l'allontanamento da casa è una pista possibile soprattutto alla luce delle sue paure e dei rapporti tra le quattro mura di casa che la donna intrattenenva con il marito.

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di Simonetta D’Onofrio


Ultime notizie sul caso di Elena Ceste, scomparsa nel nulla dalla sua casa di Costigliole d’Asti da oltre sette mesi, lasciando il marito e i suoi quattro figli, senza alcun avvertimento.
Nei prossimi giorni sarà fornita ufficialmente dagli inquirenti la lista delle persone che saranno indagate.

Tra gli elementi di novità e che dovrebbero essere confermati a breve, ci sarebbe il nome del marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti. Inoltre sembrerebbe risolto il rebus sugli indumenti trovati dal marito in concomitanza della loro abitazione. Michele li avrebbe consegnati agli investigatori la mattina della sparizione e sarebbero stati i vestiti lasciati dalla moglie nel giardino. In realtà dai risultati delle analisi emergerebbe un dato sconvolgente, poiché gli indumenti sembrerebbero privi di tracce supplementari come acqua, fango, profumo ed erba. Tutto ciò dimostrerebbe che qualcuno li abbia preventivamente lavati e ne abbia appositamente eliminato qualsiasi segno che possa destare un indizio di colpevolezza.
Sono stati intervistati anche i genitori di Elena, i quali credono ancora alla versione riportata dal genero. Inoltre tra i punti oscuri da chiarire definitivamente ci sarebbero l’utilizzo del telefonino di Elena Ceste e del profilo Facebook, il marito ne avrebbe sempre negato l’accesso. 

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di Simonetta D'Onofrio

Che fine ha fatto Elena Ceste? Ḗ possibile che si sia dissolta nel nulla, nessuna traccia? Una donna semplice con la faccia da brava ragazza, scomparsa dalla casa di famiglia venerdì 24 gennaio, da Costigliole d'Asti, frazione di Santa Margherita in provincia d’Asti. Mamma di quattro figli, la trentasettenne si è resa irreperibile, mentre il marito quella mattina accompagnò i bambini a scuola, distante pochi chilometri dall’abitazione dove viveva “apparentemente” con il marito.

Nessuno da quello momento l’ha più vista. Il cancello chiuso, i suoi oggetti personali rimasti in casa, come il cellulare, i documenti, gli occhiali da vista e il giaccone che abitualmente utilizzava per coprirsi. Tutto nella villetta da riordinare, le faccende domestiche mai iniziate, come i letti dei ragazzi da ricomporre.  

Ultimi aggiornamenti

La speranza si è riaccesa quando sono giunti due messaggi anonimi, a inizio di luglio sul cellulare del Medico di base di Elena Ceste, Mario Paolo Gozzelino. Accusano il parroco di zona, Don Roberto, essere il responsabile materiale dell’uccisione e dell’occultamento del cadavere. Gli inquirenti hanno subito accertato la provenienza dei messaggi, individuati da una cabina telefonica dal Sud dell’Italia, dalla provincia di Salerno (paese originario di Michele Buoninconti), ma li hanno ritenuti non attendibili.

Nella puntata del 2 luglio della trasmissione “Chi l’ha visto?”, la giornalista Federica Sciarelli ha detto che in redazione era arrivata anche una lettera da un amico della vittima, il quale sarebbe a conoscenza di alcuni dettagli della vita coniugale di Elena Ceste e del marito. La conduttrice ha letto solo la parte iniziale del testo, evidenziando che l’autore avrebbe affermato di essere a conoscenza del fatto che Elena avesse intenzione di richiedere la separazione coniugale. La Sciarelli ha invitato l’artefice della missiva a farsi avanti, poiché come lui sostiene non è alla ricerca di clamore e non è tanto meno un mitomane. La lettera rimane una pista valida, che potrebbe far cadere la maschera a chi ancora oggi cade dalle nuvole.

Tante sono le circostanze oscure in questo caso. Anche la mattina della scomparsa, il 24 gennaio, Michele si recò da un medico, proprio perché era turbato dal comportamento che avrebbe avuto sua moglie la sera prima della scomparsa. Proprio su questo episodio ci sono le telecamere che hanno ripreso i movimenti dell’uomo, che a tutt’oggi non è accusato di nulla. Ed è il marito a confermare che qualcosa di preoccupante doveva esserci nello stato d’animo della moglie: “Mi aveva detto delle cose molto strane, confidandomi di aver paura che qualcuno ci portasse via i nostri bambini. Anche al suo risveglio mi aveva detto che non si sentiva bene e per questo mi aveva chiesto se potessi accompagnare io i nostri figli a scuola. Poi però aveva cambiato idea e mi aveva detto di lasciarli a casa. Allora io l’avevo tranquillizzata e poi ero uscito. Rientrando a casa, dopo aver lasciato i bambini a scuola, mi ero fermato davanti allo studio del medico. Era ancora chiuso. Mi ero segnato Borano di ambulatorio perché volevo che visitasse mia moglie. Arrivato a casa, Elena non c’era più».

Altre segnalazioni

Elena aveva rapporti d’amicizia anche con alte figure maschili. Viene accertato dagli inquirenti che riceva diversi messaggi sul suo cellulare personale e che aveva anche un proprio profilo personale su Facebook, all’insaputa dei familiari. Aveva riallacciato amicizie con molte persone legate al suo passato.

Gli investigatori hanno chiesto a Michele se fosse a conoscenza del contenuto dei messaggi ricevuti da Elena, che in alcuni casi sono riconducibili a legami amorosi intrattenuti dalla giovane donna. Michele si è sempre mostrato incredulo a tutto ciò e avrebbe messo le mani sul fuoco, a conferma dell’ottima reputazione che aveva per lui la sua consorte. Mai e poi mai si sarebbe comportata così, distraendosi con altri uomini, lontano dal focolare domestico. Insomma era per tutti una donna casa e chiesa.

Il padre di Elena, Franco, dopo tanti mesi d’attesa fa un appello e si rivolge a chi sa qualcosa e che per tanti motivi non può parlare. Il 12 giugno Franco dalle telecamere invoca il parroco, che forse aveva preso la confessione di Elena, di non seguire il diritto canonico che, in questo caso impone il silenzio. Di certo c’è che a fine ottobre, non a santa Margherita dove Elena si recava sempre con il marito alla messa domenicale, ma a Motta, don Roberto, che da poco tempo aveva ricevuto l’incarico sacerdotale ha ricevuto la donna. Il parroco che non la conosceva molto bene, ha detto che le è sembrata molto spaventata. In attesa di altri dettagli continuano le indagini su un caso davvero molto intrigato.