EBOLA: TESTATO IL VACCINO CANADESE SUI PRIMI ESSERI UMANI

Redazione
Ebola
– Il vaccino sperimentale canadese per la lotta contro la diffusione del virus Ebola sarà testato su volontari umani. Lo ha annunciato oggi il ministro canadese della Salute Rona Ambrose.  Il dottor Gregory Taylor, capo della Agenzia di sanità pubblica del Canada, ha dichiarato che " Questa è la prima sperimentazione clinica del vaccino, il risultato di anni di lavoro". Ha aggiunto "Ci auguriamo vivamente che, quando saranno completati i test, il vaccino potrebbe essere utilizzato per aiutare a salvare vite umane e porre fine a questa devastante epidemia.  " Nella Fase 1, il vaccino sarà testato su un piccolo gruppo di persone.  Il Canada ha fornito un totale di 20 fiale per il test da effettuare sul suolo americano, presso il Walter Reed Army Institute di ricerca situata a Silver Spring, nel Maryland.  I ricercatori condurranno una ulteriore fase clinica supplementare in Canada, Europa e Africa. Il vaccino include, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, solo parti del virus, e non l'intero virus. Quando viene iniettato in una persona, si ritiene che il virus produca  anticorpi. I test sono attesi per determinare la sicurezza del vaccino, la sua dose giusta ed i suoi potenziali effetti collaterali. Il siero si è già dimostrata molto promettente in test su animali.  Queste prove suggeriscono che il vaccino è altamente efficace nel prevenire la malattia.  Essi suggeriscono anche che può aiutare a prevenire lo sviluppo della malattia se somministrato immediatamente dopo aver contratto il virus.
 




OMS: “EBOLA È LA PEGGIORE EMERGENZA SANITARIA DELL’ERA MODERNA”

di Maurizio Costa

L’Organizzazione Mondiale della Sanità non usa mezzi termini per descrivere la diffusione del virus Ebola, che negli ultimi mesi ha causato più di 4.000 vittime.

Secondo l’Oms “è la più intensa e acuta emergenza sanitaria che si sia mai vista nell’era moderna”. “Ebola – continua l’Organizzazione – può essere controllata solamente se le persone vengono adeguatamente informate sulle modalità del contagio e sulla prevenzione.”

Margaret Chan, Direttore Generale dell’Oms, ha dichiarato che “il 90% dei costi economici di qualsiasi epidemia provengono da sforzi irrazionali e disorganizzati volti a evitare l’infezione”.

Inoltre, l’Oms afferma che la paura viaggia più veloce del contagio; in questo momento, anche in zone dove la malattia non è arrivata, la gente ha paura di contrarla.

Il problema principale che ha analizzato l’Oms è il fatto che l’Ebola crea disagi alle economie dei paesi colpiti dal virus. Bisognerebbe stilare un piano di intervento economico per cercare di far fronte all’emergenza senza creare dissesti alle economie mondiali.

Dati – Secondo "Emergency", solamente nella giornata di sabato, in Sierra Leone, sono stati verificati 94 nuovi casi, senza contare altre 31 persone che potrebbero aver contratto il virus.

Anche le Nazioni Unite si schierano per contrastare la diffusione. Il Segretario Generale, Ban Ki-moon, ha affermato che per evitare di diffondere ulteriormente Ebola, bisogna isolare le persone infette e dividerle dalla società e dalle famiglie di appartenenza.




EBOLA: NEGLI STATI UNITI POSSIBILI ALTRI CONTAGI

Redazione

Usa –  Paura negli Stati Uniti. Si poteva concludere con un caso solo questa orrenda esperienza di contagio ebola e invece per una semplice violazione di protocollo ci soarebbero altri contagiati. Se si perde il conto e sfuggono i contagiati da ebola allora sì che c'è da avere paura. Il virus, che ha gia' causato 4.000 morti nell'Africa occidentale, sta suscitando allarme anche in Europa.Crescel'allarme ebola negli Stati Uniti, dopo che un'infermiera che aveva assistito il primo malato negli Usa, Thomas Duncan, e' risultata positiva al virus. Il primo contagio in territorio americano e' dovuto a "una violazione del protocollo" e c'e' il rischio che nei prossimi giorni ci siano altri casi, ha avvertito il direttore del Centro americano per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie (Cdc) di Atlanta, Thomas Frieden. L'infermiera dell'Ospedale presbiteriano di Dallas si era sentita male: aveva una leggera febbre ed e' stata messa in isolamento dopo che dal test preliminare eseguito a Austin e' risultata positiva all'ebola, sia pure con un livello basso. Le sue condizioni sono definite stabili. Duncan ha spiegato che la causa del contagio e' "una violazione del protocollo stabilito nel trattare i pazienti malati di ebola". In particolare non sarebbero state rispettate le procedure si sicurezzadurante l'intubazione dei reni per la dialisi del "paziente zero" Usa, il liberiano Duncan deceduto mercoledi' scorso. Il Cdc ha aperto un'inchiesta e ora sta cercando di capire quali altri operatori sanitari, nella cinquantina che si prese cura di Duncan, potrebbero essere stati contagiati. "Stiamo valutando altre potenziali esposizioni di operatori sanitari al virus, e' possibile che altri individui siano stati esposti". Un altro operatore che la affiancava (di cui non e' stata rivelata l'identita') e' stato messo in isolamento. Frieden ha spiegato che l'infermiera aveva assistito Duncan da quando era stato ricoverato nel suo ospedale, il 28 settembre, e aveva avuto un "contatto prolungato" con il paziente in molteplici occasioni, anche se ha sempre indossato i guanti, la maschera e la tuta di protezione. L'appartamento dell'infermiera e' gia' stato decontaminato da un'unita' speciale della pilizia. 




EBOLA NEL MONDO: ECCO GLI AGGIORNAMENTI

Redazione
Il 6 ottobre, le autorità spagnole hanno segnalato un caso confermato di malattia del virus Ebola (EVD) di un operatrice sanitaria che ha partecipato al trattamento del secondo paziente spagnolo con infezione da Ebola rimpatriato in Spagna. Il paziente è arrivato in Spagna il 22 settembre ed è morto il 25 settembre. L'operatrice sanitaria infetta rappresenta la prima trasmissione dell'infezione da Ebola in Unione europea.L'operatrice sanitaria è una donna che lavora nell'ospedale di La Paz-Carlos III di Madrid. Secondo quanto riferito ha mostrato i sintomi della febbre il 30 settembre. Secondo il Ministero spagnolo della sanità, ha partecipato alla cura medica del paziente rimpatriato e indossava appropriata attrezzatura di protezione personale. Lei è stato ricoverata all'ospedale della Paz-Carlos III (Madrid) il 6 ottobre ed è sotto rigoroso isolamento.Le autorità spagnole hanno avviato il controllo di 22 persone che sono state a contatto, soprattutto sono controllati il personale medico ma anche familiari,. Il marito del lavoratrice sanitaria è stato posto in quarantena come misura precauzionale. Sono in corso analisi per scoprire le cause del contagio. Due esperti dell'ECDC sono stati inviati in Spagna per assistere all'inchiesta.
Aggiornamento della situazione epidemiologica in Africa occidentale


Secondo i dati in possesso, a partire dal 1 ottobre, la distribuzione dei casi del virus EVD è il seguente:
•Guinea: 1 199 casi e 739 morti;
•Liberia: 834 3 casi e morti 2 069;
•Sierra Leone: 437 2 casi e 623 morti;
•Nigeria: 20 casi e 8 morti, con l'ultimo caso confermato a Lagos il 5 settembre 2014 (33 giorni fa) e nello stato di fiumi su 1° settembre 2014 (37 giorni);
•Senegal: 1 caso, nessun decesso, confermato il 28 agosto 2014 (41 giorni). Tutti i contatti hanno completato i 21 giorni di isolamento

A partire dal 7 ottobre, secondo le autorità nazionali:
•Stati Uniti: il paziente liberiano Thomas Eric Duncan ricoverato a Dallas per aver contratto il virus dell'ebola è morto. Lo rende rende noto l'ospedale. Era la prima persona a cui l'ebola era stata diagnosticata negli Usa. Duncan era arrivato in Texas lo scorso 20 settembre dalla Liberia per visitare la famiglia. Da giorni era in condizioni molto "critiche".;
•Spagna: 1 caso, nessun decesso, isolato il 6 ottobre 2014.

Una volta che viene rilevato un caso e sono attuate misure appropriate di controllo dell'infezione Ebola, il rischio di trasmissione diventa estremamente basso. Interventi per ridurre il rischio di diffusione da un caso importato, pertanto, dovrebbero mirare a limitare questa finestra temporale.Questo, come ricordano le istituzioni sanitarie internazionali, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può essere fatto per esempio informando i passeggeri che arrivano da paesi interessati, della possibilità di sviluppare EVD e ricordando ai professionisti sanitari di questa possibilità nel valutare un caso di provenienza da paesi colpiti nelle ultime tre settimane. Ciò è particolarmente rilevante per una situazione come il caso di Dallas, Texas.
 




EBOLA: ALLARME CONTAMINAZIONE IN SPAGNA

Redazione

L'ebola continua a mietere vittime e a fare molta paura all'Europa. L'Unione europea ha chiesto alla Spagna di spiegare le circostanze che hanno portato al contagio dell'infermiera spagnola, la prima a contrarre l'ebola in Europa. La donna aveva curato il missionario spagnolo, Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre scorso a Madrid dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone. La Commissione europea, ha riferito un portavoce, "ha inviato una lettera lunedi' al ministero della Salute spagnolo per ottenere alcuni chiarimenti" su come sia avvenuto il contagio, nonostante tutte le precauzioni prese. Intanto, per prevenire la diffusione di Ebola in Italia, il ministero della Salute ha rafforzato, tramite gli Usmaf, i controlli a bordo delle navi che arrivano nei nostri porti, cosi' come i controlli negli aeroporti e i controlli sugli immigrati che sbarcano in Italia. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in audizione in commissione Affari sociali alla Camera. "Per quanto riguarda gli immigrati – ha precisato Lorenzin – se non e' possibile effettuare i controlli a bordo delle navi, si fanno una volta a terra, prima che gli immigrati vengano trasferiti nei centri di prima accoglienza". "In Italia – ha detto il ministro – abbiamo avuto moltissime segnalazioni di casi sospetti di Ebola ma, fortunatamente, nessuno si e' poi rivelato positivo". "Il fatto che abbiamo ricevuto queste segnalazioni – ha aggiunto Lorenzin – significa che il sistema funziona. Il ministero della Salute sta seguendo con estrema attenzione l'evoluzione dell'epidemia in Africa Occidentale". "Come Italia, abbiamo chiesto che alle frontiere dell'Unione Europea sia rafforzato il monitoraggio nei confronti dei passeggeri provenienti da paesi extra Ue. Noi non abbiamo voli diretti dalle zone dell'Africa colpite dall'epidemia ma ci sono voli indiretti", ha proseguito Lorenzin ricordando che le raccomandazioni dell'Oms non prevedono il blocco dei voli. "Abbiamo chiesto un aumento dei fondi nella legge di Stabilita' da destinare agli Usmaf per aumentare i controlli per quanto riguarda l'Ebola presso porti e aeroporti", ha sottolineato il il ministro della Salute. C'e' "l'esigenza di un rafforzamento dei sistemi di controllo", ha aggiunto il ministro, sottolineando che "non dobbiamo fare allarmismi ma attuare procedure di sicurezza e informazione". "La nostra principale criticita' per quanto riguarda l'Ebola – ha continuato Lorenzin – e' l'evacuazione di cooperatori e medici dai Paesi dove stanno prestando opera. L'Italia e' uno dei pochissimi Paesi europei in grado di garantire una evacuazione ad alto contenimento biologico".
"Ebola, per come si sta sviluppando, non e' soltanto una questione sanitaria ma anche umanitaria con risvolti geopolitici", ha spiegato ancora Lorenzin davanti alle commissioni di Montecitorio. "In Africa – ha spiegato il ministro -, nelle zone colpite dall'epidemia, si sta morendo piu' di altre malattie che non a causa dell'Ebola, perche' c'e' un medico ogni 100mila persone e perche' non ci sono le infrastrutture sanitarie e non vengono rispettate le misure di igiene di base. In quei territori – ha precisato – si stanno mangiando i pipistrelli, che sono pericolosissimi perche' trasmettono il virus. Nella popolazione c'e' anche la convinzione che sia lo Stato a diffondere il virus e questo complica molto le cose".




CIVITANOVA: RIENTRA DALLA NIGERIA CON LA FEBBRE E DIVERSI SINTOMI DI EBOLA

Redazione

Civitanova – Una donna che presentava vari sintomi di ebola è stata ricoverata all'ospedale di Civitanova. Si tratta di una donna nigeriana, E.L. di 42 anni, rientrata in Italia dopo una settimana trascorsa in Nigeria. La donna ha la febbre alta e a quanto si apprende era stata operata in Nigeria dopodiché è nelle Marche con la febbre. La donna è stata trasferita in ambulanza, nella mattinata di martedì 9 settembre presso l'ospedale Torrette di Ancona. Le analisi verranno ora inviate allo Spallanzani di Roma  per il responso ufficiale.
“In questo momento, non c'è motivo di allarmismo – ha dichiarato il primo cittadino di Civitanova Tommaso Corvatta  –  e mi preme rassicurare la cittadinanza, in particolare chi abita in zone attigue al domicilio della donna: non vi è rischio di trasmissione per contatti casuali, quali possono essere quelli con i vicini di casa – prosegue il – Qualora i sospetti venissero confermati, sarà immediatamente eseguita la profilassi sui familiari della donna”. Il dirigente del Settore prevenzione dell'Agenzia sanitaria regionale Giuliano Tagliavento, ha invitato a evitare allarmismi, anche perché fino a questo momento non esiste diagnosi certa. “Si saprà qualcosa di preciso – ha spiegato – quando avremo i risultati delle analisi, entro 24-48 ore”. I risultati definitivi dello Spallanzani di Roma sono attesi per domani.
 




EBOLA: IL PIANO DELL'OMS PER FERMARE LA TRASMISSIONE

di Maurizio Costa

Il virus Ebola non smette di fare vittime in Africa Occidentale: ad oggi, sono morte 1.552 persone su 3.069 casi certificati. Inoltre, il 40% dei casi di infezione si concentrano negli ultimi 21 giorni e la percentuale di morte è attestata al 52 per cento.

Con questi numeri alla mano, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di stilare un programma di intervento per fermare la trasmissione della malattia entro 6-9 mesi ed evitare la propagazione internazionale del virus al di fuori dei confini.

L'Oms, prima di tutto, dovrà mappare e localizzare le zone dove la malattia miete più vittime. Certificati i territori maggiormente colpiti, l'Organizzazione dovrà garantire la sicurezza dei Paesi e cercare di intervenire sul campo. Inoltre, gli Stati colpiti dalla malattia, dovranno rafforzare le misure di sicurezza per cercare di annientare il virus.

Insieme alle Nazioni Unite, l'Oms fornirà ai laboratori e ai centri di cura molti materiali e medicinali per contrastare l'Ebola: dai disinfettanti ai sacchi per i cadaveri. Le sepolture, infatti, dovranno essere controllate da esperti del settore per evitare che il virus si diffonda anche attraverso i cadaveri. Molta attenzione verrà riservata all'approvvigionamento di acqua e cibo, essenziali per mantenere in salute le persone infette e diminuire la percentuale di mortalità.

Tutti i viaggi aerei verranno monitorati e le persone colpite dal virus non potranno varcare le frontiere senza un visto speciale. Inoltre, l'Oms, in accordo con banche e istituti di credito, fornirà finanziamenti ai Paesi colpiti dall'Ebola per cercare di farli risollevare dopo il disastro.

Tutti i nuovi casi di infezione dovranno essere trasmessi e segnalati, affinché si preparino le strutture adatte e per cercare di non far entrare in contatto gli infetti con altre persone sane.

Tutti gli aeroporti internazionali dovranno segnalare i casi di febbre sospetta e isolare gli individui che presentano questi disagi.




EBOLA: IN GIAPPONE PRONTO UN FARMACO CONTRO IL VIRUS

di Maurizio Costa

Un'azienda giapponese ha prodotto un farmaco anti-influenza contro l'Ebola, l'epidemia che sta devastando molti Paesi africani e non solo. La Toyama Chemical Co., infatti, ha creato l'Avignan* (T-705) che, grazie ad un nuovo meccanismo, sarebbe in grado di contrastare il virus Ebola.

Il farmaco, annunciato durante una conferenza stampa del portavoce di Fujifilm, il gruppo con a capo la Toyama, riuscirebbe ad arginare l'epidemia che sta causando decine di morti in tutto il mondo.

Yoshihide Suga, capo di gabinetto nipponico, ha affermato che il Giappone sarebbe pronto ad offrire questa nuova tecnologia all'Organizzazione Mondiale della Sanità.

L'Avigan è un farmaco inibitore della RNA polimerasi virale che riduce la propagazione del virus nelle cellule del corpo. Il farmaco è prodotto su richiesta del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare.

Intanto, il virus Ebola ha infettato un cittadino britannico e anche un membro dell'Oms. Dopo Sierra Leone, Liberia e Guinea, il virus è arrivato anche nella Republica Democratica del Congo.
 




EBOLA VS STAMINA DUE REALTA’ A CONFRONTO CHE CONDANNANO L’ITALIA: ORA SI FACCIA CHIAREZZA

Intanto in Italia ai malati con patologie degenerative viene negata l’accessola terapia stamina ostacolata su vari fronti, legali, istituzionali e dell’informazione. I malati con le malattie rare e degenerative rischiano di morire senza aver avuto la possibilità di ricevere trattamento ancora non sperimentato ma che sull’uomo ormai ha dimostrato di non provocare effetti collaterali. Questione di etica ormai senza appiglio, i magistrati chiariranno se è questione di business, di conflitti d’interesse o di qualcos'altro?

di Cinzia Marchegiani

Ebola e il suo spettro dipinto come la più grave pandemia del secolo fa tirare un bel sospiro di sollievo. Il missionario americano Kent Brantly ricoverato al Emory University Hospital di Atlanta è stato dimesso ieri e anche un'altra operatrice umanitaria americana, Nancy Writebol, due giorni prima. I due missionari erano stati portati ad Atlanta con un volo sanitario e lì..in fin di vita avevano chiesto di essere trattati con il farmaco Zmapp, non testato sugli umani, ma per via compassionevole ne era stato autorizzato la somministrazione. L’ospedale sembra aver eseguito accurati esami del sangue e delle urine dei due pazienti, e dopo previa consultazione con il CDC, i laboratori governativi statunitensi, si è deciso che potevano essere dimessi certi che ciò non comporta alcun rischio per la sicurezza della società.
Si legge dalle news americane che il dr Bruce Ribner, direttore medico dell'unità di malattie infettive dell'ospedale ha spiegato l’evento: "Dopo un rigoroso corso di trattamento e dei test, il team sanitario Emory ha stabilito che entrambi i pazienti hanno recuperato dal virus Ebola e possono tornare alle loro famiglie e comunità, senza preoccupazione per la diffusione di questa infezione agli altri. Siamo profondamente grati per l'opportunità di aver applicato la nostra formazione, la nostra attenzione e la nostra esperienza per soddisfare le loro esigenze. Tutti noi che hanno lavorato con loro sono stati colpiti dal loro coraggio e determinazione."
I missionari Brantly e Writebol contagiati da Ebola, hanno potuto ricevere le dosi di un farmaco sperimentale, chiamato Zmapp, che si compone di tre anticorpi monoclonali "umanizzati" fabbricati in piante, in particolare Nicotiana, un cocktail ottimizzato combinando il meglio componenti MB-003 (Mapp) e ZMAb (Defyrus / PHAC). Lo ZMappTM era stato identificato come un candidato farmaco nel gennaio 2014 e non era ancora stato valutato per la sicurezza nell'uomo. Ora gli esperti hanno detto che non è possibile concludere che Zmapp sia stato il responsabile, ovviamente sappiamo tutti ormai che sarebbe opportuna una sperimentazione clinica adeguata.

Ma la vera notizia comunque è che per via compassionevole il governo ha autorizzato questa terapia, da cui poi è stata sollevata la questione etica e il dubbio amletico se poter somministrare dei potenziali farmaci (ancora non testati sull’uomo) ai malati in Africa. La deregolamentazione avvenuta ad Atlanta ha sollevato un vero vespaio sulla grande questione etica da spiegare al mondo che incredulo osservava la discriminazione avvenuta e così l’OMS, previa consultazione di vari scienziati in una conferenza stampa dichiarava che per un principio etico veniva autorizzata la loro somministrazione anche ai malati di Ebola in Africa:”Il recente trattamento di due operatori sanitari infettati con il virus Ebola con la medicina sperimentale, ha sollevato interrogativi sul fatto che il farmaco che non è mai stato testato e dimostrato di essere al sicuro per le persone dovrebbero essere utilizzati nel focolaio, e, data la quantità estremamente limitata di medicina disponibile, se viene utilizzato, chi dovrebbe riceverlo.”

Una storia piena di ombre e l’Osservatore d’Italia già in un altro articolo aveva messo in luce un’ambiguità su queste decisioni, poiché il lotto di 800-1000 dosi di TMK-EBOLA inviati in Africa dalla Tekmira Pharmaceutical Corporational di Vancouver era stata già autorizzata molto prima dalla FDA (Food and Drug Administration) per condurre test limitati di un vaccino contro Ebola negli esseri umani, e a documentarlo è lo stesso comunicato dell’azienda che il 7 agosto con grande soddisfazione e orgoglio comunicava che la US Food & Drug Administration (FDA) abilitava l’uso della sperimentazione terapeutica di Tekmira in pazienti con infezione da Ebola, confermando verbalmente di aver modificato la stiva clinico completo immessi sul Investigational New Drug Application TKM-Ebola (IND) a una presa clinico parziale. Non solo, questa autorizzazione è figlia di una sperimentazione del farmaco vaccino TKM-Ebola, sviluppato nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems (JPM-MCS). Comunque la concessione è avvenuta nel marzo 2014 alla Tekmira della designazione Fast Track dalla US Food and Drug Administration per lo sviluppo di TKM-Ebola, grazie alla sezione 112 (datata 1997) nel FDAMA (Modernization Act Food and Drug Administration) che tramite l’"Expediting studio e l'approvazione dei farmaci fast track" incaricava l'Agenzia per facilitare lo sviluppo e accelerare revisione di farmaci e prodotti biologici destinati per il trattamento di condizioni gravi o pericolose per la vita e che dimostrano il potenziale per affrontare le esigenze mediche insoddisfatte.
Se la notizia arrivata oltreoceano delle dismissioni dall’ospedale di Atlanta dei due missionari americani solleva e non poco per gli scenari che andavano ad allarmare la sicurezza pubblica dell’intero pianeta, di fatto ha squarciato come un coltello una bellissima vela che rappresenta la giustizia e i diritti sanciti dalla nostra costituzione italiana. Ebola ha aperto una grande crepa sul mondo dei farmaci e le loro regole che evidentemente in America e il resto del mondo possono subire la deregolamentazione, poiché davanti al concreto pericolo di morte si può concedere la somministrazione anche di un farmaco non testato per provare a salvare la vite delle persone.

In Italia con le infusioni delle staminali con il metodo Stamina è accaduto di tutto, e in barba ad una legge di Stato, alla Costituzione italiana, è stata aggredita una speranza che dal 2011 ha dimostrato tra l’altro, e tutto certificato da un ospedale pubblico, che non solo non è segreto il preparato infuso, ma non ha dato effetto collaterale facendo invece registrare miglioramenti certificati dai medici che seguono i malati e non certo dalla cartelle cliniche in possesso agli Spedali civili di Brescia ora inviate al Procuratore Guariniello. L’Avv. Tiziana Massaro, mamma del piccolo Federico colpito dal morbo di Krabbe, autrice di un importante relazione legale del Movimento Vite Sospese consegnata alla Commissione Comoscitiva sul caso Stamina al Senato, ha spiegato che dall’ispezione dei Nas e Aifa avvenuta a Brescia, le cartelle cliniche non sono state più aggiornate. Una senatrice in forte conflittualità ideologica e d’interesse ha scelto di inserirsi nella Commissione Sanità, perché tempestivamente nominata senatrice a vita nel pieno fervore della battaglia dei malati per poter accedere alla cure compassionevoli e diventata la relatrice di questa inchiesta. Così i malati in Italia, pur avendo un destino scritto dalle loro patologie, pur avendo la legge 57/2013 dalla loro parte, pur avendo sentenze di magistrati che ammoniscono gli Spedali civili di Brescia a somministrare le terapie suindicate, viene pagato l’avvocato Mangia a peso d’oro, oltre un milione di euro per opporsi ai diritti acquisiti dei malati, che riporta allo stesso tribunale il malato il quale chiede solo che sia mantenuta la sentenza che ha riconosciuto la speranza e un diritto. Si è fatto ricorso alle migliori strategie pur di non fare le infusioni…come invocare il diritto di obiezione di coscienza, tra l’altro non riconosciuta legalmente, ma lo stesso invocata per difendere il diritto del medico, mentre nessuno garante istituzionale, oltre i magistrati, si è posto il problema di far rispettare le sentenze che attribuivano un diritto al malato. Una perla ce l’ha regalata ultimamente il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che aveva provato a bloccare Stamina presentando una norma in un decreto sulla fecondazione eterologa che però l’8 agosto 2014 il governo ha deciso di non presentare su proposta del premier Renzi. Del resto la Lorenzin in un’intervista spiega la discussione avvenuta: «In consiglio dei ministri non abbiamo neanche parlato di questo punto. Vedremo se ci sono le condizioni per ripresentarla. Ormai siamo a settembre e presto arriverà il parere del comitato scientifico, quindi la situazione si risolverà fortunatamente da sola. In un verso o nell`altro». E già anche Beniamino Deidda, l’ex procuratore in pensione che ora è nel direttivo della Scuola superiore di magistratura, pone l’accento sul parere del Comitato scientifico che ancora non si pronuncia. Ma viene da ribadire..si ma su cosa, se il primo è stato bacchettato dal Tar che non poteva dare giudizi sul metodo ma solo avviare la sperimentazione? Sul caso Stamina Deidda va oltre e pone ombre ormai macigni su questa grottesca storia, pone l’accento su ciò che nessun ente, ministro o medico ha potuto accertare, e cioè che le somministrazioni non sono pericolose, perché non c’è n’è traccia, ma solo del contrario e allo domanda precisa di Paolo Russo che chiede se per somministrare una terapia per via compassionevole serve qualche evidenza scientifica, l’ex procuratore Deidda risponde con quella semplicità che ora fa tremare tutti: «Ma non sull’efficacia terapeutica del presunto trattamento, bensì sulla sua non nocività. Fermo restando che le cure devono essere somministrate in ospedali sicuri” e poi ”e se devo dirla tutta quelle richieste di rinvio a giudizio per somministrazione di farmaci pericolosi del Procuratore Guariniello mi sembrano un azzardo dal momento che stiamo aspettando delle risultanze scientifiche che lo dimostrino. Almeno in via ufficiale, giacché il comitato scientifico nominato dal Ministro della salute Lorenzin non ha ancora espresso un parere”.
Nel paese delle contraddizioni e delle evidenti conflitti di interessi e manipolazioni della realtà, dove l’informazione ha aiutato ad amplificare distorcendo la documentazione agli atti, con sgomento si deve assistere alla battaglia delle famiglie dei malati ad armi impari, così chi ha il compito di interessarsi della salute di questi infusi perora incessantemente la causa della eliminazione totale delle cure compasisonevoli, come se a questi malati non basta la croce che devono portare quotidianamente sulle proprie spalle. Dopo i fatti di Ebola, il governo italiano si interroghi se ha fatto il proprio dovere, la magistratura è stata l’unica luce che ha tutelato i diritti dei malati e rimane la speranza affinché sia fatta un’indagine seria su comportamenti avvolti da molti sospetti e dubbi. E’sorprendente dover leggere la risposta di Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili di Brescia al tribunale de L’Aquila, che ribadisce che l’azienda ha sempre puntualmente dato esecuzione agli ordini dei tribunali, quando l’ordinanza del tribunale de L’Aquila imputa invece all’azienda ospedaliera di non aver eseguito gli ordini dei giudici e tenuto comportamenti dilatori. Lo stesso Belleri, giustifica le proprie responsabilità assicurando che:”Laddove è risultato necessario, l’Azienda si è limitata a richiedere ai Giudici di indicare in modo preciso le modalità di esecuzione delle ordinanze stesse, ciò per la ineludubile necessità di dare alla somministrazione del trattamento Stamina, un legittimo fondamento, in relazione al fatto che sono in corso indagini della Magistratura che ravvisano nella stessa possibili illeciti penali. A tale posizione l’Azienda continuerà ad attenersi anche ad esonero di ogni responsabilità propria e dei suoi operatori.” Strano prima i medici avevano invocato l’obiezione di coscienza perché il preparato con cui hanno sempre somministrato i malati era diventato all’improvviso segreto, poi che avrebbero atteso l’esito del lavoro del nuovo comitato scientifico.

Più di un milione di euro per opporsi alle sentenze dei giudici che attribuisco un diritto che dovrebbe essere naturale, i fondi concessi per la sperimentazione ammontano a 3 milioni di euro…ognugno faccia le sue opportune conclusioni. E’ stato accertato che ci sono deregolamentazioni e deregolamentazioni….questione di etica? Ne siamo sicuri?
Per uno scrittore di gialli, c’è materiale a sufficienza per tracciare un noir…un noir dove le istituzioni si son macchiate di poca trasparenza e capacità di monitorare seriamente quei malati. Loro possono morire nel silenzio, non recano disturbo alla collettività, shhhhhh! Le regole valgono per tutti?

Una crepa aperta e ci si chiede chi sia il garante ora… tutti gli esseri umani nascono liberi e eguali in dignità e diritti?




EBOLA: I SEI VACCINI "ETICI" E L'INCARTAMENTO SULLE REGOLE SUI FARMACI NON TESTATI

Il 7 agosto la FDA autorizzava la Tekmira un’azienda che ha sviluppato il TKM-ebola nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems. Questa pandemia ricorda la trama della virus H1N1 quando nel 21 agosto 2009, Fabrizio Oleari, allora Direttore Generale del Ministero della Salute, firmava un contratto segreto con la Novartis, per una pandemia finita in una bolla di sapone, costosa… ma sempre una bolla che ha allarmato inutilmente le persone, e scaricato la casa farmaceutica dalle responsabilità, basti ricordare gli art. 4.2, 4.3, 4.5: la responsabilità di Novartis è limitata al difetto di fabbricazione: escluso il danno di altro tipo derivante dalla semplice assunzione del vaccino; e l’ art. 4.6: il ministero è tenuto a indennizzare Novartis in conseguenza di danni provocati dal vaccino, salvo ove tali danni siano provocati da un difetto di fabbricazione.

di Cinzia Marchegiani

Con il caso dei vaccini etici, una crepa è stata aperta spinta dalla necessità di arrestare l’amplificazione del focolaio in Africa occidentale. E’ stato autorizzato un farmaco non testato sugli umani da spedire in Africa solo dopo che due missionari americani in fin di vita avevano chiesto di ricevere un farmaco non sperimentato. L’Italia e il resto del mondo guarda con sgomento questa decisione, poiché le morti per Ebola non sono iniziate ora, ma solo da poco (12 agosto 2014) l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che il numero di morti per l'epidemia di Ebola in Africa occidentale ha "emergenza sanitaria pubblica di portata globale”, quando la CDC (laboratori governativi statunitensi) e tutti i siti di informazione rassicuravano che è difficile il contagio per via aerea, ma soltanto con lo scambio dei fluidi corporei. Certo è imbarazzante e inconcepibile, dopo tanti annunci di Taske Force inviate in Africa, venire a conoscenza che decine di infermieri in un ospedale governativo di Kenema, nella parte orientale della città di Sierra Leone sono andati in sciopero ad oltranza lo scorso lunedi dopo la morte di tre dei loro colleghi, sospettati di essere stati infettati con il virus mortale. L'ospedale Kenema, unico centro di test nel paese per la febbre emorragica, che detiene tra l’altro il maggior numero di pazienti del focolaio, ospita i reparti Ebola assieme ai reparti dei malati non infettati. Per questo gli addetti sanitari hanno chiesto un trasferimento immediato del reparto Ebola in una zona esterna, perché rappresenta un rischio per la salute degli stessi operatori e dei malati ricoverati in degenza nei reparti “non-ebola” e solo ora, il governo della Sierra Leone sta esaminando le rimostranze dei sanitari.
Le notizie sempre più precise mostrano una fotografia di gravi responsabilità della gestione e del contenimento, dopo che il resto del mondo allarmato ha inviato i migliori esperti per contenere il focolaio che improvvisamente è esploso e ha allargato il suo raggio di azione.
Dopo l’annuncio di un’epidemia che sta diventando un potenziale emergenza anche per il resto del mondo, l’OMS, previo incontro dei migliori scienziati aveva fatto il punto sulla questione etica dei vaccini, e con un comunicato il 12 agosto 2014 aveva detto al mondo intero che per questione di etica venivano autorizzati la somministrazione di farmaci ancora sperimentali, cioè non testati sull’uomo nella zona del focolaio….anche dal sito delle Nazioni Unite lo stesso giorno appare il comunicato che dirama la medesima notizia: “Un pannello di etica di 12 membri convocato dall'agenzia di salute delle Nazioni Unite oggi ha raggiunto consenso unanime che è etico per il trattamento di pazienti con Ebola farmaci sperimentali per contrastare l'epidemia più grande, più grave e più complessa del virus nella storia”, e riporta le parole del Vice Direttore Generale per i sistemi sanitari e l'Innovazione, Marie- Paule Kieny, intervenuta alla conferenza stampa in Ginevra:"C'è stato un accordo unanime tra gli esperti che, nelle circostanze particolari di questa epidemia di Ebola è etico offrire interventi non registrati come potenziali trattamenti o prevenzione.” L'OMS, in una dichiarazione sull'esito del Comitato di Emergenza due giorni di esperti, ha detto che "negli ultimi dieci anni, gli sforzi di ricerca sono stati investiti nello sviluppo di farmaci e vaccini per le malattie virus Ebola. Alcuni di questi hanno mostrato risultati promettenti in laboratorio, ma non sono ancora stati valutati per la sicurezza e l'efficacia negli esseri umani. " Dr. Kieny ha riferito che molti di questi trattamenti hanno dimostrato di essere molto efficace nei primati non umani – scimmie – ma nessuno sono stati testati sugli esseri umani. Attualmente, non esistono terapie o vaccini autorizzati per l'Ebola.”
In questo panorama delle informazioni non sfugge però il comunicato della Tekmira Pharmaceutical Corporationa, l’azienda Canadase chiamata ad inviare in Africa 800-1000 dosi del suo vaccino TMK-ebola. Infatti la Tekmira aveva già ricevuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per condurre test limitata di un vaccino contro Ebola negli esseri umani, e a documentarlo è lo stesso comunicato dell’azienda che il 7 agosto con grande soddisfazione e orgoglio comunicava che la US Food & Drug Administration (FDA) abilitava l’uso della sperimentazione terapeutica di Tekmira in pazienti con infezione da Ebola, confermando verbalmente di aver modificato la stiva clinico completo immessi sul Investigational New Drug Application TKM-Ebola (IND) a una presa clinico parziale. Un’azione questa che ha consentito l'uso potenziale di TKM-Ebola in individui infettati con il virus Ebola. Il dottor Mark Murray, CEO e Presidente della Tekmira Pharmaceuticals dopo l’autorizzazione della FDA dichiara: "Siamo lieti che la FDA ha preso in considerazione il rischio-ricompensa di TKM-Ebola per i pazienti infetti. Stiamo osservando attentamente l'epidemia di virus Ebola e le sue conseguenze, e siamo disposti ad aiutare con qualsiasi uso responsabile di TKM-Ebola. La lungimiranza mostrata dalla FDA rimuove un potenziale ostacolo a farlo. Questa epidemia attuale sottolinea la necessità critica per gli agenti terapeutici efficaci per trattare il virus Ebola. Riconosciamo l'urgenza accresciuta di questa situazione, e stiamo valutando con attenzione le opzioni per l'utilizzo del nostro farmaco sperimentale nei protocolli clinici e normativi accettate."

Ed ecco che prende forma la storia della sperimentazione del farmaco vaccino TKM-Ebola, un virus anti-Ebola RNAi terapeutico, sviluppato nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems (JPM-MCS) un componente del Joint Office Executive Program per Chimica e Biologica della Difesa, che mira a fornire forze militari statunitensi e la nazione con soluzioni mediche sicure, efficaci e innovativi per contrastare chimica, biologica, radiologica e minacce nucleari. La JPM-MCS facilita lo sviluppo avanzato e l'acquisizione di contromisure e sistemi medicali per migliorare la capacità di risposta biodefense. E’ nel marzo 2014 alla Tekmira è stata concessa una designazione Fast Track dalla US Food and Drug Administration per lo sviluppo di TKM-Ebola, poiché nel FDAMA (Modernization Act Food and Drug Administration) del 1997 vi è la Sezione 112 "Expediting studio e l'approvazione dei farmaci fast track". Questa sezione incarica l'Agenzia per facilitare lo sviluppo e accelerare revisione di farmaci e prodotti biologici destinati per il trattamento di condizioni gravi o pericolose per la vita e che dimostrano il potenziale per affrontare le esigenze mediche insoddisfatte. Fast track (Richiesta di prestazione) aggiunge ai programmi esistenti, come ad esempio l'approvazione accelerata, la possibilità di una "recensione rolling" per un'applicazione. Una caratteristica importante del fast track è che essa sottolinea la natura critica di chiudere presto la comunicazione tra la FDA e sponsor per migliorare l'efficienza di sviluppo del prodotto. Per essere ammessi al fast track programma, il richiedente deve presentare una richiesta con la documentazione di supporto per la designazione fast track per il prodotto e il suo uso proposto. FDA è richiesto dalla legge per decidere entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta se sono soddisfatte le condizioni per la designazione fast track. La presente relazione illustra le prestazioni del CBER nel rivedere e decidere su queste richieste.

Intanto è stato dato l’annuncio che  Vaccine Research Center (VRC) entrerà nella fase di sperimentazione clinica questo autunno 2014 con un vaccino candidato Ebola in collaborazione con Okairos, azienda biotech svizzera-italiana recentemente acquisita da GlaxoSmithKline. Il vaccino in fase di sperimentazione, che è stato progettato dagli scienziati VRC, viene descritto non contenere alcun materiale infettivo del virus Ebola:”Si tratta di un vettore vaccino scimpanzé adenovirus in cui sono state inserite due geni Ebola. Questo è un vettore virale non replicanti, il che significa che il vaccino entra in una cellula, trasporta gli inserti gene, e non si replica ulteriormente. Gli inserti gene esprimono una proteina a cui il corpo produce una risposta immunitaria.” Il vaccino sperimentale, il sito della VCR ha spiegato, ha recentemente dimostrato una promessa in un modello di primate. Dello stesso vaccino promettente, ne ha parlato Jean-Marie Okvo-Bele direttore del Dipartimento di vaccini e l'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): quello più promettente è quello della GSK, se supera le prove, potrebbe essere pronto nel 2015. Quello che emerge è che in pochissimo tempo verrebbe sperimentato clinicamente un vaccino, da settembre 2014 nella fase I, per poi passare nella Fase II (quando?) e produrre il vaccino (?) che sarà pronto all’inizio del 2015, tutto in 4 mesi! Corbezzoli! Alla GSK verrà commissionato questo vaccino contro l’Ebola, un azienda che ha in attivo una serie di scandali al sole e il risarcimento più alto del mondo per frode sanitaria negli Stati Uniti avvenuto nel luglio 2012, quando la GlaxoSmithKline è stata condannata a pagare un risarcimento di 3 miliardi di dollari, per la promozione illegale di prescrizioni di farmaci da parte dell'azienda, non aveva riportato correttamente i dati di sicurezza di utilizzo, alla corruzione di medici e alla promozione di medicine per usi non autorizzati, grazie ad un’indagine governativa avviata da un informatore che ha agito secondo la legge statunitense "False Claims Act" che permette ai dipendenti aziendali di segnalare frodi e truffe dei loro datori di lavoro. Il quesito lecito pone riflessioni etiche troppo importanti in questo mondo dove la sanità e le case farmaceutiche, per no parlare delle manipolazione dei virus letali per l’uomo e gli animali, sono troppo spesso nei bachi degli imputati ,chi ha soldi per pagare risarcimenti milionari può permettersi il lusso di danneggiare il malato il quale diventa lo strumento per fare soldi?

A Gennaio 2015 sarà pronto il vaccino per Ebola che ancora non si comprende come possa effettuare tutte le fasi della sperimentazione, mentre il 7 agosto la FDA autorizzava la Tekmira un’azienda che ha sviluppato il TKM-ebola nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems. Questa pandemia ricorda la trama della virus H1N1 quando nel 21 agosto 2009, Fabrizio Oleari, allora Direttore Generale del Ministero della Salute, firmava un contratto segreto con la Novartis, per una pandemia finita in una bolla di sapone, costosa… ma sempre una bolla che ha allarmato inutilmente le persone, e scaricato la casa farmaceutica dalle responsabilità, basti ricordare gli art. 4.2, 4.3, 4.5: la responsabilità di Novartis è limitata al difetto di fabbricazione: escluso il danno di altro tipo derivante dalla semplice assunzione del vaccino; e l’ art. 4.6: il ministero è tenuto a indennizzare Novartis in conseguenza di danni provocati dal vaccino, salvo ove tali danni siano provocati da un difetto di fabbricazione.

Lon Sheneider, professore presso la University of Southern California di Los Angeles:”le aziende considerano il rischio di sanzioni multimilionarie come un altro costo per fare business.”




EBOLA, QUESTIONE DI ETICA: CONCESSI FARMACI ANCHE NON TESTATI

di Cinzia Marchegiani

Ginevra OMS – E’ questione di discriminazione se solo due missionari americani, in ritorno in patria abbiano potuto beneficiare di un farmaco ancora non testato sugli umani. Quale etica ha permesso questo dualismo incomprensibile di trattamento, quando in realtà si conoscevano i dati allarmanti delle vittime cadute sotto la falce del virus mortale Ebola in Africa?
Le testate di giornali internazionali, come anche l’Osservatore d’Italia avevano sollevato questo problema di coscienza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite ( OMS ) ha convocato una riunione di esperti di etica e scienziati per discutere sull'uso dei farmaci sperimentali nel trattamento Ebola, tre giorni dopo che l'agenzia ha dichiarato l'attuale focolaio della malattia in Africa occidentale un internazionale emergenza sanitaria pubblica. Per oggi era in programma una conferenza stampa nella sede di Ginevra. Secondo l’OMS: "Il recente trattamento di due operatori sanitari infettati con il virus Ebola con la medicina sperimentale, ha sollevato interrogativi sul fatto che il farmaco che non è mai stato testato e dimostrato di essere al sicuro per le persone dovrebbero essere utilizzati nel focolaio, e, data la quantità estremamente limitata di medicina disponibile, se viene utilizzato, che dovrebbe riceverlo. " L'incontro in teleconferenza di ieri, avrebbe dovuto sviluppare un quadro di come si dovrebbe affrontare il problema della droga non testata, il dottor Keiji Fukuda, OMS, Vice Direttore Generale per la sicurezza sanitaria, aveva detto ai giornalisti lo scorso Venerdì:”perché questo non è un problema solo del farmaco; è davvero un quadro che è potenzialmente applicabile a alle opzioni come sono emerse… e poi speriamo che fornirà indicazioni solide su come muoversi su questo gruppo di problemi "
Il dottor Chan ha detto: "Questo è la più grande, più grave e più complessa epidemia nella storia quasi quattro decenni di questa malattia" e inoltre ha specificato che sono approvate le misure temporanee per la ridurre e la diffusione di Ebola concordato dal Comitato Esecutivo."
Così l’8 agosto quando in una prima riunione del Comitato d'emergenza convocata dal direttore generale dell’OMS ai sensi del regolamento sanitario internazionale (2005) per quanto riguarda l'epidemia di Ebola Virus 2014 in Africa occidentale si è tenuta in teleconferenza il 6-7 agosto 2014. Il direttore ha accettato la valutazione generale del Comitato e l'8 ago 2014 dichiarò l'epidemia di Ebola in Africa occidentale una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Gli esperti che dovevano considerare e valutare le implicazioni etiche per il processo decisionale clinico del potenziale utilizzo di interventi non registrati, hanno raggiunto un consenso dichiarando che è etico e accettabile utilizzare i vaccini e i trattamenti sperimentali pur non conoscendo l’efficacia e potenziali effetti negativi nelle condizioni attuali di estrema emergenza, cercando di trattare e prevenire la rapida diffusione della malattia mortale, che negli ultimi mesi ha ucciso più di 1.000 persone. La notizia arriva poco dopo che Ebola ha ucciso la prima vittima in Europa, il missionario spagnolo Miguel Pajares, che ha contratto il virus in Liberia. Ed ecco che non solo diventa etico somministrare farmaci non testati, ma probabili salvavita per un’epidemia mortale gravemente non contenuta nel focolaio di origine.
Questo il rapporto integrale del 12 agosto 2014 appena pubblicato dall’OMS:

L’Africa occidentale sta vivendo la più grande, più grave e più complessa focolaio della malattia di virus Ebola nella storia. Focolai di Ebola possono essere contenuti con interventi disponibili, come la diagnosi precoce e l'isolamento, ricerca di contatti e monitoraggio, e il rispetto delle rigorose procedure di controllo delle infezioni. Tuttavia, un trattamento o vaccino specifico sarebbe una risorsa potente per contrastare il virus.
Negli ultimi dieci anni, gli sforzi di ricerca sono stati investiti nello sviluppo di farmaci e vaccini per le malattie virus Ebola. Alcuni di questi hanno mostrato risultati promettenti in laboratorio, ma non sono ancora stati valutati per la sicurezza e l'efficacia negli esseri umani. Il gran numero di persone colpite dal 2014 l'Africa occidentale scoppio, e l'alto tasso di mortalità, hanno spinto le chiamate di utilizzare interventi medici di sperimentazione per cercare di salvare la vita dei pazienti e per frenare l'epidemia.
Pertanto, l'11 agosto 2014, l'OMS ha convocato una consultazione per esaminare e valutare le implicazioni etiche per il processo decisionale clinico del potenziale utilizzo di interventi non registrati. In particolari circostanze di questa epidemia, e purché siano soddisfatte determinate condizioni, il pannello ha raggiunto il consenso che è etico di offrire interventi non provati con efficacia e gli effetti avversi ancora sconosciute, come potenziale trattamento o la prevenzione.
Criteri etici devono guidare la fornitura di tali interventi. Questi includono la trasparenza su tutti gli aspetti della cura, consenso informato, libertà di scelta, riservatezza, rispetto della persona, tutela della dignità e coinvolgimento della comunità.
Al fine di comprendere la sicurezza e l'efficacia di questi interventi, il gruppo raccomanda che, se e quando sono usati per trattare i pazienti, vi è l'obbligo morale di raccogliere e condividere tutti i dati generati, anche da trattamenti previsti 'uso compassionevole'  (l'accesso a un farmaco non approvato al di fuori di una sperimentazione clinica).
Il gruppo ha esplorato come l'uso di questi interventi può essere valutata scientificamente per garantire informazioni tempestive e accurate sulla sicurezza e l'efficacia di questi interventi di sperimentazione. C'era un accordo unanime sul fatto che ci sia un dovere morale per valutare anche questi interventi (per il trattamento o la prevenzione) nei migliori possibili sperimentazioni cliniche nelle circostanze per dimostrare definitivamente la loro sicurezza ed efficacia o fornire elementi di prova a fermare il loro utilizzo. La valutazione in itinere dovrebbe guidare gli interventi futuri.
Oltre a questo consiglio, il pannello aree che necessitano di analisi e discussione più dettagliata, come identificato:
• motivi etici per raccogliere i dati mentre si sforzano di fornire le cure ottimali, secondo le circostanze prevalenti;
• criteri etici a dare priorità all'uso di terapie sperimentali non registrati e vaccini;
• criteri etici per raggiungere un'equa distribuzione nelle comunità e tra i paesi, a fronte di un numero crescente di possibili nuovi interventi, nessuno dei quali è probabile che per soddisfare la domanda nel breve termine.

Il rapporto dei procedimenti riunione sarà a disposizione del pubblico da 17 Agosto 2014.

Comunque vada la discriminazione che è stata attuata fornendo ai due americani il farmaco salvavita ZMAPP non testato clinicamente e ha messo sotto processo un atteggiamento discriminatorio che ha accelerato inevitabilmente il processo di etica nell’OMS. Il mondo intero guarda con sgomento questa pagina storica poiché il principio morale si è sollevato solo dopo le polemiche sui due missionari americani, che i fin di vita gli è stato somministrato un farmaco di cui si conosceva da tempo la sua esistenza quando il focolaio di Ebola africano persisteva da molto tempo seminando inesorabilmente molte morti, in un clima di immobilismo.

Ed ecco che spunta anche un vaccino, fprse pronte nel 2015. In un’intervista alla RTI francese Jean-Marie Okvo-Bele direttore del Dipartimento di vaccini e l'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già indicato la data provvisoria del vaccino e sembra quello più promettente sia quello della società GlaxoSmithKline. Nell’intervista Jean-Marie Okvo-Bele dichiara: ”in un futuro molto prossimo che formeranno un consorzio con il National Institute of Health USA a lavorare sul vaccino. Insieme con GSK cercheremo di avviare i test clinici" secondo gli esperti dell'OMS, le sperimentazioni di farmaci potrebbero iniziare nel settembre di quest'anno in Stati Uniti e uno dei paesi più colpiti dalla il virus in Africa e occidentale ultimi due o tre mesi. Okvo continua: "Se cominciamo a settembre, prima della fine dell'anno possiamo avere i risultati e poi possiamo passare alla seconda fase di test. Poiché si tratta di una necessità urgente, il processo sarà trattata come un'emergenza per l'anno 2015 può avere un vaccino che può essere utilizzato ".

Comunque vada, Ebola ha aperto un processo di discriminazione inaccettabile e quelle ombre e sospetti su come sia stato non solo contenuto il focolaio, ma programmati o accelerati i processi di trattamento etici con farmaci di cui già da gennaio 2014 si conoscevano i primi risultati clinici sugli animali quando il continente africano era falcidiato da morti orribili. In Liberia si assiste alla pratica dell’abbandono dei malti e moribondi per le strade da parte dei familiari che hanno paura del contagio, e ora, solo quando la vita di missionari americani è stata messa in pericolo si è assistito ad una forte accelerazione delle decisioni…Il mondo guarda ed è senza parole!