Allarme Ebola in Guinea: confermata la presenza del virus

Torna l’Ebola in Guinea e fa immediatamente scattare l’allarme. “Siamo di fronte a un’epidemia”, ha assicurato il capo dell’agenzia sanitaria della Guinea Sakoba Keita, dopo un incontro sull’emergenza nella capitale.

A far scattare l’allarme la scoperta ieri di sette casi confermati, con tre morti, i primi decessi in cinque anni causati dalla febbre emorragica. “Questa mattina molto presto – ha aggiunto – il laboratorio di Conakry ha confermato la presenza del virus Ebola”. Immediato l’intervento dell’Oms, che ha assicurato “rapida assistenza” alla Guinea. 




EBOLA IN ITALIA: SIMIT, "LO AVEVAMO ESCLUSO MA SIAMO PRONTI!"

Redazione

Ebola preoccupa ma gli specialisti della Simit (Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali), per bocca del Presidente Massimo Andreoni  rassicurano sul caso, peraltro mai escluso nei precedenti appelli. Il medico di Emergency, secondo quanto si è appreso, non ha avuto alcun problema durante il viaggio, compiuto all'interno di una speciale barella isolata avio-trasportabile. Anche l'ambulanza è stata appositamente equipaggiata in biocontenimento. Il trasbordo del paziente dalla barella aviotrasportabile a quella dell'ambulanza è avvenuto anch'esso in stato di completo isolamento.

“Relativamente al primo caso di Ebola in Italia, – precisa il Prof. Massimo Andreoni, presidente della SIMIT (Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali) –  è accaduto quanto era stato più volte ipotizzato: l’arrivo di un operatore sanitario che si è ammalato in uno dei paesi in cui è presente attualmente l’epidemia. Come è accaduto anche in Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra e Norvegia, dove sono arrivati operatori sanitari ammalati, nella maggior parte dei casi, curati e guariti. Ma non c’è stata propagazione: possiamo stare tranquilli. Sicuramente, così come è accaduto non solo in USA e Spagna, ma anche in due stati africani quali Nigeria e Senegal, l’Italia ha tutte le attrezzature e competenze necessarie per trattare al meglio il singolo caso e per evitare la propagazione dell’infezione”.

 

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, d'intesa con il presidente del Consiglio, i ministri della Difesa, degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e dell'Interno, ha dato disposizioni immediate per organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano e l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma è pronto da tempo ad accogliere eventuali casi accertati di pazienti colpiti. “Sono operatori addestratisi in questi mesi, i medici e il personale sanitario sono pronti per dare tutta l'assistenza necessaria”, conclude Andreoni. I medici che cureranno il malato si chiamano Emanuele Nicastri e Nicola Petrosillo, che è l'infettivologo responsabile dell'unità di crisi.




EBOLA ITALIA: MASSIMA ALLERTA, SOPRATTUTTO PER LA SICILIA

Redazione

Italia – E pian piano ci si blinda mentre la psicosi da ebola comincia pian piano a propagarsi ma bisogna tenere la calma perché per il momento c'è il rischio ma nessun caso in Italia (almeno per quanto è dato sapere). Dunque, massima allerta per l'ebola, con qualche preoccupazione in piu' per la Sicilia. Lo dice la Simit, Societa' italiana di malattie infettive e tropicali, in relazione all'allarme ebola scoppiato dopo il caso spagnolo. La Simit annuncia che anche il nostro Paese e' in stato d'allerta: attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti. Le regioni italiane piu' esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani. "La Sicilia – spiega spiega Antonio Chirianni, Vicepresidente SIMIT -, per motivi geografici, sembra essere la regione piu' interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste". "Sebbene l'infezione – spiega Chirianni – si trasmetta mediante contatto interumano diretto con organi, sangue e fluidi biologici, e' importante anche evidenziare che il virus permane a lungo nello sperma e che, pertanto, i rapporti sessuali possono rappresentare un veicolo di diffusione dell'infezione anche 6-7 settimane dopo la guarigione. Oggi, appare notevolmente difficile contenere il traffico aereo ed impedire, dunque, gli spostamenti internazionali; inoltre in molti dei territori colpiti dall'epidemia, quali la Liberia, la Guinea e la Sierra Leone sono scarsi i sistemi di controllo. Non si puo' quindi escludere del tutto la probabilita' che l'infezione giunga anche in Italia, sebbene non vi siano voli diretti dai Paesi endemici. In Europa e in Italia sono, comunque, state attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti".




EBOLA: IL RISCHIO DEL VIRUS ANCHE IN ITALIA

Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.

 

di Maurizio Costa

Roma – Il virus Ebola, che sta mettendo in preoccupazione mezzo mondo, ha già contagiato almeno 230 persone in Guinea e in Liberia. Per paura che il contagio si possa diffondere in altre zone del pianeta, tutti i maggiori aeroporti sono stati avvertiti e i passeggeri a rischio vengono controllati giornalmente dalle autorità sanitarie.

Sebbene possano sembrare utili, queste misure di sicurezza che controllano un eventuale contagio delle persone che viaggiano in aereo sono state definite troppo costose e con impatto limitato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Non per questo i controlli cesseranno; anche perché la stessa Organizzazione ha diffuso sul suo sito una mappa che mostra i Paesi contagiati e i casi riscontrati in tutto il mondo. Gli Stati più a rischio sono, naturalmente, Guinea e Liberia (129 morti nel primo e 13 nel secondo), ma sono stati riscontrati casi anche nella Repubblica del Congo e in Zaire.

Il fatto che preoccupa maggiormente è che nella cartina viene colorata anche l'Italia, sebbene i casi riscontrati si riferiscano solamente ad alcune scimmie infette che sono state importate dalle Filippine, altro Paese a rischio. Intanto lo scorso 4 aprile il nostro Ministero della Sanità ha emanato una circolare in cui veniva comunicato l’avviamento di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La nota ministeriale è stata inviata all’Enac, al Ministero degli Esteri, a tutte le regioni ed alla Croce Rossa Italiana. Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.  Il dato che impensierisce in maggior misura gli studiosi è il tempo di incubazione del virus che può variare da due fino a ventuno giorni per la trasmissione a contatto con sangue e secrezioni, ed arrivare a 49 giorni per contagio derivante dallo sperma.

Il virus Ebola ha una mortalità che arriva fino al 90%. L'OMS avverte che: "Il rischio di contagio per chi visita le aree infette è comunque molto basso. I viaggiatori devono comunque essere avvertiti e sapere come si trasmette la malattia e come evitarla." L'Ebola si trasmette soprattutto con il sangue e i liquidi corporei. Si rischia soprattutto se si entra in contatto con uomini e scimmie che siano state infettate o che siano già morte.

Tutte le notizie che parlavano di un contagio nell'isola di Lampedusa sono false e infondate. L'OMS assicura che è tutto sotto controllo e decine di laboratori stanno lavorando e studiando una cura, che fino ad ora non esiste.