Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: che cos’è la dislessia

Per Dislessia evolutiva ci si riferisce ad una difficoltà specifica nella lettura, tale difficoltà può manifestarsi rispetto al parametro della velocità ovvero una lettura stentata e lenta, oppure per correttezza, quindi il bambino leggendo compie numerosi errori che possono essere di varia natura e precocemente identificabili: scambio di lettere (d/b, p/q, v/f etc), salto della parola, della riga, inversioni di lettere, autocorrezioni frequenti, lettura corretta della prima parte di parola per poi però dirne una simile ma con parte finale differente; questi sono solo alcuni esempi degli errori
più comuni. Le difficoltà di velocità e correttezza si possono presentare contemporaneamente. Inoltre, in molti casi la dislessia non si manifesta isolatamente bensì associata ad ulteriori difficoltà di comprensione del testo scritto, di scrittura (disortografia e disgrafia), nell’ambito logico matematico (discalculia) ed altri.
Questo disturbo specifico dell’apprendimento si manifesta in assenza di deprivazioni ambientali, difficoltà cognitive, sensoriali (ad esempio della vista) o patologie specifiche che possano giustificarne la causa. Degli indici da non sottovalutare sono: l’eventuale familiarità, quindi se vi sono altri casi in famiglia l’indice di rischio può essere maggiore, stesso discorso vale se il bambino ha manifestato un disturbo di linguaggio in precedenza, avrà maggiore probabilità di sviluppare un DSA.
La diagnosi viene fatta a metà/fine seconda elementare, anche se importanti indici predittivi e di rischio possono essere più precocemente individuati. E’ indispensabile somministrare test standardizzati cognitivi, degli apprendimenti, delle funzioni esecutive. Per la diagnosi e per il trattamento è necessario un intervento in equipe: neuropsichiatra/ psicologo, logopedista, ortottista/optometrista, tutor specializzato ed altri.
La diagnosi deve essere certificata presso la propria ASL per attivare misure compensative e dispensative nel contesto scolastico previste dalla Legge 170/2010 e che verranno concordate e scritte dal corpo docente all’interno di un PDP (piano didattico personalizzato) e condiviso con genitori e specialisti.

Logopedista Chiara Marianecci
chiara.marianecci@hotmail.it
3497296063




DISLESSIA: COSA È E QUANDO INTERVENIRE

A cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista

La Dislessia evolutiva rientra nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, in cui si riscontrano significative difficoltà nella lettura, per ciò che concerne la correttezza e la rapidità. Un insegnante, un genitore o qualsiasi persona che entri in contatto con un bambino con dislessia può cogliere degli indici caratteristici e spesso comuni: si può riscontrare eccessiva lentezza nella lettura, con evidente mancanza di fluidità e forte affaticamento. In altri casi si può riconoscere un’elevata quantità di errori, ciò può essere anche in aggiunta alla lentezza. Gli errori più comuni che si possono rintracciare sono:
– abbreviazioni (viene omessa parte della parola letta, sillabe o grafemi)
– sostituzioni di consonanti con suono simile (ad esempio v per f, k per g, p per b, t per d e viceversa)
– scambio di lettere visivamente simili (ad esempio a per e, b per d, p per q e viceversa)
– esplorazione disordinata del testo (ad esempio salto della parola o della riga)
– interferenze (ad esempio vengono fuse due o più parole vicine)
– errori di competenza ortografica (il bambino non riesce ad automatizzare il riconoscimento di regole della lingua italiana, ad esempio chi, che, gli, gn, sci, doppie, accenti)
– in molti casi il bambino legge una parola che in parte è simile a quella scritta ma più familiare (ad esempio: leggono bambina invece di bambola)
E’ indispensabile specificare che la diagnosi di dislessia può essere effettuata a partire da metà seconda elementare, anche se importanti indici predittivi possono essere rintracciati precocemente, nelle fasi di scolarizzazione precedenti, a partire dalla scuola dell’infanzia come difficoltà nel riconoscere le rime, imparare filastrocche o poesie, scarsa capacità di costruzione della frase, difficoltà nel ripetere o riconoscere suoni o parole simili. Alla fine della prima elementare invece i campanelli di allarme più importanti sono: riconoscimento difficoltoso delle singole lettere o incertezza nell’uso delle sillabe. L’iter diagnostico richiede l’intervento di un’equipe di specialisti (neuropsichiatra infantile, logopedista, optometrista, psicologo etc) che possano formulare una valutazione approfondita con test standardizzati e rintracciare le strategie più adeguate rispetto al singolo caso.

Logopedista Chiara Marianecci
tel 3497296063, email: chiara.marianecci@hotmail.it




DISLESSIA: L'UTILITA' DI CONOSCERE IL FENOMENO

a cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista


Nell’ambito dei Disturbi Specifici Dell’Apprendimento (DSA) per Dislessia si fa riferimento ad un disturbo della lettura che può riguardare la correttezza e, o la velocità. Tale difficoltà si manifesta in assenza di altri fattori che potrebbero giustificarla come la scarsa stimolazione ambientale, deficit sensoriali (ad esempio uditivi,visivi) o deficit cognitivi. Spesso si associano ad un quadro di dislessia anche altri disturbi dell’apprendimento quali disortografia (della scrittura), discalculia(del calcolo). Possiamo riscontrare anche problematiche inerenti alla comprensione del testo; è implicito che qualora queste comorbilità dovessero riscontrarsi il percorso scolastico, emotivo, personale del bambino potrebbe essere complesso e quindi in questi casi un intervento specifico, mirato e precoce risulta cruciale. Un ulteriore quesito riguarda le tempistiche d’intervento: non è possibile fare diagnosi di dislessia prima della seconda elementare, all’ultimo anno della scuola materna o durante la prima elementare è possibile solo valutare i prerequisiti o i primi stadi di apprendimento e dove necessario intervenire, in questi casi è opportuno parlare di “difficoltà”, ma non ancora di disturbo specifico. Ci sono degli indici predittivi di rischio che se colti tempestivamente limitano il problema di un ritardo nell’intervento e che, se presenti, rendono necessaria una valutazione anche prima della seconda elementare: primo fra tutti la familiarità, quindi quando si rintracciano altri casi in famiglia di difficoltà di apprendimento o di linguaggio è opportuno monitorare anticipatamente il percorso del bambino; altro fattore importante è quando il bambino ha presentato pregressi disturbi di linguaggio, infatti è ormai nota l’alta percentuale (45-56%) di rischio che possa presentare disturbi dell’apprendimento. Infine è importante sottolineare gli specialisti a cui rivolgersi in questi casi: cruciale è la figura del neuropsichiatra infantile che possa fare diagnosi; riconosciamo la figura del logopedista che si occupa della valutazione e riabilitazione del disturbo; lo psicologo che cura la parte emotivo-comportamentale, nonchè motivazionale, infine l’optometrista per tutto ciò che concerne la componente visiva. Il trattamento riabilitativo consta di numerose componenti: primo fra tutti il lavoro d’équipe fra specialisti, scuola e famiglia. L’obiettivo è quello di compensare la difficoltà riscontrata con training specifici e strumenti dispentativi e compensativi. Il fine di tutto ciò è certamente l’indipendenza del bambino in un ambito scolastico e personale.

Logopedista Chiara Marianecci
Tel. 3497296063
e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it

www.centropsicologiacastelliromani.it
Piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale