Petizione contro il TMB di Guidonia. E San Gregorio vota per una nuova discarica

Ora la possibile riattivazione del TMB di Guidonia incute timore. Anche oltre i confini comunali, al di là della Tiburtina, nel versante est del Municipio Roma 6, che ospita la discarica di Castelverde, tra via Massa San Giuliano e Lunghezzina, e l’altro TMB, quello di Rocca Cencia, finito in parte commissariato dalla Procura di Roma,stante la scarsa qualità dei rifiuti prodotti dalla struttura. Un incubo rispetto al quale è sorto il “Comitato Spontaneo” che, in questa prima fase, ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org, chiedendo «la dismissione e la delocalizzazione immediata dell’impianto» [per sostenerla cliccare qui].

La petizione rileva come l’esercizio del TMB è stato sospeso nel 2014 per «le note vicende giudiziarie» e che nel giugno scorso l’impianto è stato «dissequestrato con sentenza del Tribunale di Tivoli». Pronto all’uso, in definitiva, salvo ripensamenti. «Questa iniziativa nasce per pungolare le Istituzioni», riferisce il Comitato, «l’impianto si trova in un’area vincolata, nel parco naturalistico dell’Inviolata, e si inserisce in un quadrante, compreso tra Guidonia e il Municipio Roma 6, già fortemente compromesso sotto il profilo ambientale e sanitario, che ha già dato in termini di rifiuti. Dove, tra l’altro», incalza, «è stata riscontrata un’alta percentuale di malattie oncologiche e respiratorie per la concentrazione di siti industriali. Solo a Guidonia se ne contano 5, senza considerare la discarica dell’Inviolata. Altra immondizia, altro viavai di camion. È mai possibile che si ricordano di noi solo per scaricare rifiuti? Mah!».

Tra i destinatari Marco Cacciatore, consigliere e presidente della commissione rifiuti della Regione Lazio, uscito dal M5S, perché in forte contrasto, e approdato al Gruppo Misto. Il quale sulla vicenda, annosa, ha presentato, nei giorni scorsi, un’interrogazione dettagliata, in segno di protesta. «Il via libera consente il trattamento di una quantità di rifiuti molto maggiore rispetto alle necessità del territorio limitrofo. Tutto fa pensare che l’autorizzazione riguardi quindi anche i rifiuti della Capitale, altrimenti perché si parlerebbe di 190.000 tonnellate? E arriva proprio quando, con la discussione sul Piano Regionale Rifiuti alle porte, è in ballo una decisione sull’autosufficienza di Roma che, se approvata, renderebbe inutile autorizzare l’impianto a trattare una così grande quantità di scarti».

Al Movimento non risparmia critiche: «Il M5S Lazio, al di là dei proclami, non produce atti e proposte per i territori ma si orienta in base alle prossime elezioni, agli equilibri interni o ai rapporti con altre forze politiche. I colleghi del M5S Lazio che provengono da territori funestati dalla pessima gestione di Roma, presentano emendamenti (o peggio ancora non li presentano), esattamente rispondenti alle esigenze di una Capitale, che preferisce esportare il problema anziché fare la differenziata e risolverlo». Conclude augurandosi «che la voce dei territori non debba ancora una volta soccombere alle logiche più o meno esplicite delle alleanze politiche, o dei profitti che prevalgono sui diritti» e promettendo «battaglia in Aula» proprio in occasione della discussione sul Piano Rifiuti. Prevista per il 28 luglio prossimo, giorno da cerchiare sul calendario.

Nel correre sul web, la petizione riscuote l’assenso e la firma di Claudio Zarro, consigliere comunale di Guidonia del Gruppo Misto, fuoriuscito dalla maggioranza pentastellata capitanata dal Sindaco Micheal Barbet, che sarà ricordato, quasi certamente, per le sue abilità funamboliche nel rimanere in sella all’Amministrazione. Altra storia. «Bene l’iniziativa del Comitato Spontaneo», esordisce l’esponente. «In termini ambientali il nostro territorio ha già dato e continua a dare, abbiamo il cementificio Buzzi Unicem, Chimeco, la Basf, le cave, la subsidenza e i roghi quotidiani nelle frazioni di Albuccione, Collina del Sole, Villalba e Villanova».

«Il problema sono l’ATO e l’AIA: la prima perché l’Area Metropolitana di Roma dovrebbe avere un ambito territoriale ottimale», prosegue il consigliere, «e noi non possiamo ricadere in quello, altrimenti Roma continuerebbe a sversare i suoi rifiuti a Guidonia; la seconda, l’AIA, cui le autorizzazione fanno riferimento, è stata rilasciata nel 2010 e prevedere la lavorazione di 190.000 tonnellate di rifiuti all’anno rispetto alle 90.000 previste nel 2015. Un abbassamento che, se rispettato, avrebbe un impatto minore sull’ambiente. Mi domando, in previsione del Ryder Cup a Marco Simone, prestigioso torneo di golf, posticipato al 2023, ha senso il TMB dell’Inviolata? Assolutamente no, altrimenti le olimpiadi del golf si svolgeranno in un territorio dove l’olezzo sarà di casa». Zarro, infine, annuncia una manifestazione di protesta «all’inizio di agosto».

Il tempo di rilassarsi sembra non esserci.Da San Gregorio da Sassola arriva una nuova sciabolata, sotto forma di delibera. La numero 18 per l’esattezza, votata dal Consiglio nella seduta del 14 luglio scorso. E prevede, tanto per rimanere in tema, la realizzazione di un «impianto di messa in riserva e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi di natura inerte», in virtù della domanda della «AS Appalti stradali S.r.l. assunta al protocollo generale 3594 dello 09/07/2020». Così recita il documento.

L’impianto sorgerà un appezzamento agricolo sulla via Polense alle pendici di Villa Adriana, Villa d’Este e San Vittorino.Sempre nel quadrante magico, poco distante dall’area nella quale sarebbe dovuta sorgere nel 2013 il sito alternativa a Malagrotta, un mostro purulento, e dall’ex-cava della Salini, individuata, nel 2018, per realizzare la discarica dove collocale i detriti del terremoto. Iniziative entrambe fermate dalle contestazioni delle associazioni e dai cittadini. Ma alla fine, qualcosa da quelle dovrà essere sepolto. Pare non esserci scampo. Certo, non si tratta del trattamento della maleodorante “monnezza”, ma perché proprio qui? In un’area ricchissima di preziose falde acquifere, esposta molto più di tante altre ai rischi di un inquinamento presenti anche nei rifiuti inerti?

La notizia della delibera non è rimasta inosservata. «Siamo stanchi da far da spettatori», tuona Marco Manna del Comitato Periferia Roma Est. «Le notizie ci calano dall’alto, all’improvviso, senza alcun preavviso. Siamo preoccupati per l’accanimento terapeutico su questo territorio, che comprende anche Guidonia, al riguardo esprimiamo la nostra solidarietà ai suoi abitanti. È necessario coinvolgere i cittadini, avviare un processo partecipativo, un nuovo patto con la cittadinanza per arrivare a un progetto di sistema del riciclo dei rifiuti condiviso».




Albano Laziale: dati allarmanti su discarica di Roncigliano

Cacciatore (M5S): “istituire subito un’area ad elevato rischio di crisi ambientale”

Preoccupazione per i dati Arpa relativi alla discarica di Roncigliano è stata manifesta dal Consigliere regionale Marco Cacciatore (M5S), Presidente Commissione X Urbanistica, Politiche abitative, Rifiuti:“Ho appreso come – dice Cacciatore – nonostante la bonifica in corso, i dati ARPA attestino una situazione preoccupante nel sottosuolo dei siti di discarica e del Trattamento Meccanico Biologico (TMB) – andato a fuoco nel 2016 – di Roncigliano, ad Albano Laziale. È necessario rivalutare l’opportunità di far tornare in attività questi impianti, le cui Autorizzazioni sono state di recente volturate a una nuova società titolare. Vista la situazione ambientale che desta preoccupazione, sarebbe anche il caso di prendere in considerazione l’ipotesi di istituire presso Albano Laziale-Roncigliano un’area ad elevato rischio di crisi ambientale, che ai sensi della Legge Regionale a mia prima firma n.13 del 2019, sospende ogni nuovo insediamento impattante fino ad avvenuto risanamento: da finanziare anche attraverso risorse sottratte agli stessi soggetti responsabili del rischio.
È quanto ho chiesto con un’Interrogazione depositata oggi. Non si molla di un centimetro, per difendere il diritto alla vivibilità delle Comunità”.




Varese, gestione illecita di discariche e traffico rifiuti: sequestrati 5 milioni di beni a due fratelli campani

FAGNANO OLONA (VA) – La Direzione Investigativa Antimafia e i Carabinieri, in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Varese, su proposta del Direttore della D.I.A., hanno sequestrato a fratelli di origini campane, radicati nel contesto criminale della provincia di Varese, beni mobili ed immobili non giustificati dal reddito dichiarato, per un valore complessivo di oltre cinque milioni di euro.

L’attività è scaturita dalla sinergia operativa tra la Direzione Investigativa Antimafia e i Carabinieri

I militari dell’Arma del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Varese, che già da tempo attenzionavano i due fratelli, un 66enne di Torre Annunziata (attualmente latitante) ed un 59enne della provincia di Salerno, entrambi residenti a Fagnano Olona (VA), poiché inseriti nel contesto criminale della provincia di Varese, in particolar modo nella gestione illecita di discariche e nel traffico illecito di rifiuti, hanno segnalato al Centro Operativo D.I.A. di Milano i due soggetti, in quanto manifestavano un tenore di vita non proporzionato rispetto al loro reddito, tale da ritenere che il patrimonio accumulato potesse essere il frutto dei proventi delle loro attività illecite.

A fronte di tale attivazione, la D.I.A. di Milano, attraverso indagini patrimoniali mirate, è riuscita a dimostrare i predetti argomenti accusatori, quantificando l’esatta dimensione del patrimonio posseduto dai due fratelli

Gli esiti investigativi, su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, sono stati trasmessi al Tribunale di Varese che, sulla scorta di quanto segnalato, ha disposto nei confronti degli stessi la misura personale della sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di dimora nel Comune di residenza, nonché il sequestro dei beni a loro direttamente o indirettamente riconducibili.
Quest’ultima attività, eseguita dal personale della D.I.A. di Milano e dai Carabinieri di Varese, con il supporto dell’Arma competente per territorio, ha interessato:
− 27 immobili siti nei comuni di Cirò Marina (KR), Fagnano Olona (VA), Gallarate (VA), Cardano al Campo (VA), Cassano Magnago (VA), Giaveno (TO) e Busto Arsizio (VA);
− 2 autovetture;
− 28 tra conti correnti, cassette di sicurezza e titoli, depositati presso istituti bancari e postali sia nazionali che svizzeri (per i quali è stata ottenuta ed eseguita una rogatoria internazionale);
− 3 compendi aziendali con sede nei comuni di Milano e Fagnano Olona (VA), il cui valore è stato stimato in oltre cinque milioni di euro.




Castelli Romani: da Ciampino ad Artena i boschi sono una discarica di rifiuti a cielo aperto

CASTELLI ROMANI – Ormai i boschi dei Castelli Romani sono una discarica a cielo aperto nonostante i buoni propositi e la volontà di azioni congiunte tra amministrazione. L’attivissimo Comitato Boschi di Rocca Priora continua a pubblicare montagne d’immondizia, un animale morto in un sacco e persino scatole di gioielli accumulate e buttate nei prati quasi a significare che un furto in qualche casa è andato a buon fine.

Anche Ivan Boccali, Presidente del movimento ‘Gente Libera’, pone una seria riflessione sulle allarmanti notizie provenienti dalle aree boschive dei Castelli Romani. Ovunque giungono
denunce preoccupate di cittadini, Comitati e associazioni su discariche abusive e sporcizia, oppure di zone franche dove sono stati persino rinvenuti resti di animali morti.
Una situazione di piena emergenza a cui è doveroso, da parte dei Comuni, dare immediate risposte.
“Ovunque arrivano notizie, pubblicate anche su quotidiani cartacei e online – afferma Boccali – di discariche a cielo aperto nei boschi dei Castelli Romani, fino a quelli Prenestini. Le vie che portano ad Artena, Carchitti, Palestrina, Rocca Priora, Rocca di Papa, Grottaferrata, Marino o Ciampino sono contino motivo di preoccupazione per comitati, associazioni ambientaliste, semplici cittadini indignati da quanto sta accadendo”.
“Una situazione incredibile e vergognosa – prosegue Boccali – a cui non si sta ponendo rimedio e che coinvolge tutte le istituzioni, dal Parco dei Castelli alle amministrazioni locali.
Eppure basterebbe un investimento coordinato su nuove tecnologie, fototrappole e videosorveglianza per individuare gli incivili e punirli severamente, arginando così il problema e ottimizzando le risorse. Evidentemente ai Comuni questo discorso non interessa perché lede l’immagine di troppi sindaci”.

 

Immagine tratta dal gruppo Facebook Comitato boschi di Rocca Priora




Aprilia e Ardea nuova discarica: i sindaci in audizione alla Pisana

 
Red. Cronaca

APRILIA (RM) – Audizione in commissione Ambiente alla Regione Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Partito democratico), in merito al progetto di realizzazione di una discarica controllata per rifiuti non pericolosi nel comune di Aprilia, località La Ciocca.
 
Adriano Palozzi (Pdl – Forza Italia), il richiedente l’audizione, ha introdotto i lavori spiegando che essa serve a capire se la discarica in quella località sia una cosa plausibile, alla luce della situazione ambientale e della presenza di centri abitati con una numerosa popolazione nei paraggi. La zona interessata, pur insistendo sul territorio di Aprilia, si trova in linea d'aria più vicina ad Ardea. A tale scopo, sono stati invitati entrambi i sindaci dei comuni interessati. Il primo a parlare è stato il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, che ha sottolineato il fatto che gli abitanti della frazione interessata sono circa tremila. Si è poi detto “preoccupato dal fatto che tali situazioni siano gestite da privati” e che non si riesca a creare degli ambiti territoriali ottimali per gestire le problematiche di questo tipo da parte pubblica. Soprattutto, il sindaco ha rimarcato come tali impianti servano soprattutto per esigenze di altri territori, perché ad Aprilia si è prossimi a raggiungere il 75 per cento di differenziata.
 
Identiche le posizioni del sindaco di Ardea, Luca Di Fiori, che ha ricordato come la sua città abbia già subito una simile operazione anni or sono, con la discarica di Montagnano, posta ai limiti del proprio territorio. Ma ancora di più in questo caso, la presenza di attività imprenditoriali – e soprattutto di 20 mila abitanti – sconsiglia nel modo più assoluto l'ubicazione in quel luogo. Va aggiunto alle criticità presentate da tale progetto che esistono linee di approvvigionamento idrico in quei luoghi, che lo studio alla base di esso appare carente, la presenza di vincoli sui terreni e anche il fatto che ci sono già in zona altri impianti di trattamento meccanico biologico sia dell’organico che dell’indifferenziato in attività.
 
Da parte della società Paguro, che dovrebbe realizzare la discarica e che si è espressa per voce del consulente, avvocato Fonderico, si è osservato però che non si tratta di aprire una discarica ex novo, quanto piuttosto di “bonificare e risanare attraverso la creazione di una discarica controllata un'area che già è fortemente inquinata”; da questo punto di vista, piuttosto, ha proseguito il consulente della società, non si capisce come si sia potuto pensare di installare condotte idriche.
 
L’assessore ai rapporti con il Consiglio, ambiente e rifiuti, Mauro Buschini, ha spiegato che “si è nella fase di aggiornamento del piano rifiuti”, che deve essere presentato per fine anno, e la Regione ha necessità di programmare nuove discariche di servizio, anche se la differenziata procede bene. Le valutazioni da fare sono di tipo tecnico, a questo punto. Da questo punto di vista, l’ingegnere Tosini dell’Area ciclo rifiuti della giunta regionale, ha chiarito che la conferenza di servizi in svolgimento è finalizzata a conoscere, come vuole la legge, la consistenza dello stato di fatto, dal punto di vista anche vincolistico. Quindi si dovranno acquisire i vari pareri delle competenti autorità, dopo di che si passerà alla fase valutativa. La valutazione di impatto ambientale è attualmente sospesa in attesa di chiarimenti e integrazioni alla documentazione presentata, ha concluso l’ingegnere.
 
Tra i consiglieri presenti, Gaia Pernarella (Movimento 5 stelle) ha criticato quello che a suo dire sarebbe il meccanismo tipico della procedura dell'installazione di impianti nella regione, che parte sempre dall'istanza del privato più che dalla pianificazione pubblica. Francesco Storace (La Destra) si è detto soddisfatto della concordia sul tema del risanamento, ma si è chiesto se ci sia veramente una linea univoca da parte regionale sul tema, con riferimento ai vari territori. Altra preoccupazione di Storace quella della legittimazione delle amministrazioni pubbliche a partecipare alla conferenza e delle deroghe concesse. Daniele Fichera (Psi per Zingaretti) ha chiesto se il piano rifiuti preveda solo una valutazione quantitativa o anche qualitativa dei siti individuati, cosa in cui a suo avviso risiede il cuore del problema, ai fini della tutela delle comunità locali. "Mancanza di pianificazione" è la definizione di quella che è la situazione attuale, secondo Giuseppe Simeone (Pdl-Forza Italia).
 
L'assessore ha concluso ribadendo la centralità della pianificazione per la Regione, pianificazione che “non si basa su soli criteri quantitativi”, ha aggiunto. Gli impianti di trattamento meccanico biologico sono sufficienti, ha proseguito Buschini, non così le discariche, però. L'assessore ha negato tuttavia che ci siano in programma deroghe per ampliamenti ed ha ammesso che la conferenza di servizi va "organizzata meglio" e a tal fine sarà emanata un’apposita circolare per disciplinare anche la presenza dei consiglieri. Quanto alle deroghe in atto, sono previste dalla normativa vigente, ha aggiunto Tosini.



RAGUSA: SEQUESTRATA MAXI DISCARICA DI 5MILA MQ AD ACATE

Redazione

Ragusa – Una mega discarica con rifiuti pericolosi. I Carabinieri di Ragusa hanno sequestrato una discarica abusiva dove si smaltivano rifiuti speciali. L'area di oltre 5.000 mq si trova ad Acate, in Contrada Fossa nera. Durante il blitz sono stati rinvenuti numerosi e consistenti cumuli di rifiuti, per svariate tonnellate, costituiti da terre e rocce da scavo di riporto, inerti, rifiuti plastici e organici. Inoltre, sono stati rilevati appezzamenti di superfici interessate da ceneri e residui di combustione di materiale plastico, proveniente dalle serre agricole adiacenti, che sono state quindi sottratti al regolare smaltimento. È scattata così la denuncia a piede libero per i quattro vittoriesi, tutti coltivatori, proprietari dei terreni adibiti a luogo di illecito smaltimento. I 4 dovranno rispondere dei reati di abbandono e smaltimento illecito di rifiuti speciali con emissioni diffuse in atmosfera di polveri.




MANLIO CERRONI, PROCESSO: CAMPEGGIANDO IN DISCARICA IL NO INC AFFILA LE ARMI

di Maria Lanciotti

Albano Laziale (RM) – Per il quinto anno consecutivo il “popolo No Inc” ha montato le tende all’ingresso di Villaggio Ardeatino, in una vigna curatissima che fronteggia il VII invaso della discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale. Diversa la situazione rispetto a quella degli anni passati, ma quantomai pericolosa ora che le carte del gioco del “Sistema Cerroni” sono state scoperte e i colpi di coda di un tale organismo si fanno sempre più aggressivi e organizzati. Una sorta di calamaro gigante dalle lunghe braccia e tentacoli taglienti, che benché spiaggiato sembra  conservare ancora la forza perforante dei suoi infiniti anelli dentellati.

Diversa la situazione, ma immutabile la volontà di contrasto di questa autorganizzazione popolare, sempre in crescita, partita sette anni fa da un gruppo di cittadini consapevoli e ardimentosi non disposti a farsi gasare e incenerire  insieme a popolazione e ambiente. 

Sono stati la voce di tutti i cittadini ignari e ignavi, e di tutti coloro che nel tempo si sono affiancati al Movimento No Inc per combattere uniti la lotta sacrosanta della legittimità contro l’illegalità. 

Un campeggio organizzato presso quel fatidico chilometro 25,600 di via Ardeatina, costantemente presidiato, per racimolare i fondi per le spese legali e per la campagna di comunicazione e d’informazione, mai sospesa in tutti questi anni.

Un campeggio per riprendere fiato ed energia fra un’udienza e l’altra al Tribunale penale di piazza Clodio a Roma, dove è in corso il “Processo Cerroni” che porta con sé il serpentone di accoliti, e tutti se la dovranno vedere con la Giustizia.

Una tre giorni, da venerdì 11 a domenica 13 luglio, in attesa della terza udienza che si terrà lunedì 18 luglio, in cui il Coordinamento No Inc sarà presente come parte civile, rappresentato dai presidenti Paolo Cappabianca ed Amadio Malizia. 

Il sunto di questo quinto campeggio così ce lo rende un membro del No Inc:

"Tre giorni intensi e belli, perché ancora una volta è stata un'occasione per stare insieme, fare il punto della situazione, discutere di come proseguire la nostra opposizione allo scempio di Roncigliano. In particolare l'ultimo giorno, domenica, si è svolta l'assemblea a cui hanno partecipato gli altri Comitati della provincia di Roma e insieme abbiamo affrontato le dinamiche che la devastazione ambientale prevede per ogni territorio.  Nessuno vuole cadere in una deriva della “sindrome di Nimby” perché farebbe gioco di quanti, imprenditori e politici, portano avanti progetti che speculano sui nostri territori e la nostra salute. Il fatto che molto probabilmente, ma ancora non definitivamente, le due linee di incenerimento che dovevano essere costruite a Roncigliano verranno realizzate a Malagrotta, non ci farà abbandonare la lotta che tutti questi anni abbiamo portato avanti. Perché siamo contro ogni forma di incenerimento, anche e soprattutto di quelli che rappresentano la nuova frontiera del business rifiuti: le centraline biogas/biomassa, che vogliono piazzarci dappertutto come funghi velenosi e che, di quello che dovrebbe essere un processo naturale di decomposizione, fanno l'ennesima combustione che emette diossina e furani. Poi ci sono i cementifici di Colleferro e Guidonia, c'è la forte speculazione edilizia diffusa. In particolare questo era l'argomento dell’assemblea di sabato e si è parlato della colata di cemento, un milione di metri cubi di cemento e dodicimila abitanti in più, che Parnasi, un altro Caltagirone, ha in cantiere di realizzare alle spalle di Santa Maria delle Mole, nel comune di Marino. Tra l'altro è tornato il discorso sui rifiuti con un esempio: a Marino la differenziata è al 20%, quindi se una famiglia produce 500 kg di rifiuti all'anno, ben 400 finiscono nella discarica di Roncigliano! C'è la situazione dei rifiuti a Roma che è drammatica, e che il sindaco Marino pensa di risolvere litigando con i lavoratori Ama e piazzando ispettori che controllino sempre i lavoratori. Ma il problema è questo o la mancanza di un piano basato sulla raccolta differenziata che non vogliono far decollare? Per non parlare, infine, del problema non risolto dell’acqua, in particolare dell’arsenico e altri metalli pesanti. Per chiudere il cerchio si è tornato a parlare delle due linee di incenerimento JFE che da Albano verranno posizionate a Malagrotta e che per incanto consumeranno pochissima acqua: hanno ricambiato il progetto? e le condizioni delle falde acquifere? Noi continuiamo ad avere il settimo invaso quasi colmo e di questo passo, tra Roma perennemente in crisi, Civitavecchia, Monterotondo e i comuni dei Castelli, sarà ben presto pieno. Si deve cercare di bloccare l’invaso e soprattutto far chiudere definitamente la discarica. Trentacinque anni sono troppi! Si è ipotizzato pure un presidio sotto la Regione per settembre/ottobre con tutti i comitati. Per il resto cibo a volontà, “L'armata Brancaleone” proiettato la prima sera, musica e balli e cover di De André. Si va avanti!"




MALAGROTTA: NUOVA RESIDENZA PER I RIFIUTI SENZA FISSA DIMORA …

Luca Pagni

Bracciano (RM) – In questi giorni si è parlato moltissimo della nuova residenza che i rifiuti senza fissa dimora di Malagrotta stanno per adottare, addirittura la scatola parlante, detta TV, affermava che sarebbero andati al nord tra Veneto e Liguria, il trasporto, ovviamente, su gomma.

Lunedi scorso si è verificato un interminabile e grottesco consiglio straordinario della Regione Lazio richiesto da M5s, proprio in merito alla questione rifiuti, dove il Presidente Zingaretti e la sua squadra di cavalieri senza volto, avevano affermato come possibile nuova soluzione, il sito di Falcognana. In tutti questi anni di sfruttamento del riciclo, nella gestione e nella compravendita dei rifiuti si continua a parlare di emergenza, siamo invasi da emergenze come fossero il nuovo oppio dei popoli. Si chiude Malagrotta, forse, ma solo forse, si manda a casa Cerroni, di sicuro si lasciano a casa centinaia di famiglie a causa della non volontà dei vostri governanti di usare l’emergenza come una possibilità.

Si potrebbero adottare modus operandi virtuosi seguendo esempi di stati vicino come la Germania e la Svezia. In realtà continuano a prenderci in giro, a far passare come verità assolute e uniche soluzioni di rimedio le loro bugie; in verità, tra le segrete, si svolgono riunioni in cui Istituti pubblici o parastatali, amministrazioni comunali, provinciali e regionali si accordano e firmano la condanna a morte dei nostri territori. Il 9 settembre 2013 il Comune di Bracciano, capitanato dal principe ventennale del castello, e la società partecipata “Bracciano Ambiente”, hanno emesso un bando di gara per la gestione di un trimestre di rifiuti che si chiuderà il 31 dicembre 2013 (pari a 20.000 tonnellate) per la somma di 60 euro a tonnellata; ghiotta occasione per tentare di coprire l’enorme buco in bilancio della “Bracciano Ambiente” che grava e continuerà a gravare sulle spalle dei cittadini dei comuni che conferiranno nella discarica di Bracciano.

Continuano a prenderci in giro, continuano a decidere per noi senza chiedere mai, continuano con i loro sorrisi a dire che non dobbiamo preoccuparci, ci mischiano le carte e rendono i giochi difficili solo per il gusto di complicarli e farci arrendere. Ci dicono che tutte le soluzioni possibili sono già state vagliate ma che proprio non si poteva fare diversamente. Si appellano alla legge 24 Dicembre 2012 n. 228 nota come “Legge di stabilita' 2013”. Non lo diciamo noi, lo dice la legge stessa: è questione di bilancio!

La salute dei vostri figli vale meno del bilancio dei vostri comuni, il futuro delle vostre famiglie è irrisorio rispetto al colore rosso o verde dei semafori bancari. Il nostro appello ora è ai cittadini che vivono e crescono la loro prole in queste terre strumentalizzate dalle lobby, unitevi a noi, unitevi e mettetevi dalla parte della barricata dove la parola d’ordine è diritto alla salute. M5s Anguillara Sabazia si pone contraria all’immissione dei rifiuti di Ciampino, Fiumicino, Roma Capitale e Città del Vaticano; quattro comuni che si andranno ad unire ai già 25 presenti nella discarica. M5s Anguillara Sabazia è pronta a battersi per il diritto alla salute di tutti noi e voi ma chiediamo il vostro aiuto, il sostegno e l’appoggio. Scendete in piazza con noi, manifestate la vostra opinione e obblighiamo le nostre amministrazioni a prendersi le proprie responsabilità dimostrandoci consapevoli e informati; rendiamo atto a Carlo Cattaneo, a Giuseppe Mazzini, ai nostri padri fondatori, a tutti quegli uomini e donne che hanno dato la vita per il sogno della libertà e pretendiamo di ritornare a essere lo Stato perché lo Stato Siamo Noi!
Se volete la pace dovete preparare la guerra!
 




MALAGROTTA, IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA STATO EMERGENZA:ATTESA PROROGA CONSIGLIO DEI MINISTRI

Redazione

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Consorzio Colari che gestisce la discarica di Malagrotta teso a porre nel nulla la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla prossima chiusura della discarica. La IV sezione della suprema magistratura amministrativa ha sottolineato come la dichiarazione dello stato di emergenza “si fondi su una situazione oggettiva”. Il Consiglio di Stato ha inoltre confermato la valutazione del giudice di primo grado in ordine alla “compatibilità dei poteri del commissario delegato con i principi normativi vigenti, stante il richiamo espresso alla natura espropriativa dell’acquisizione dell’area e della possibilità di realizzazione e gestione diretta dell’infrastruttura da parte dell’ente pubblico (il commissario delegato, ndr.)”. Per questi motivi la IV sezione ha deciso di confermare la lettura del Tar sull’inesistenza dei presupposti per l’adozione della misura cautelare richiesta dal Colari. Il rinvio delle decisione della magistratura alla giornata di ieri era scaturito da una decisione dello scorso 27 dicembre da parte della IV sezione del Consiglio di Stato che aveva rimandato di un paio di settimane la decisione sull’esproprio del sito di Riano Quadro Alto, accogliendo l’istanza di misura cautelare provvisoria formulata dal Colari con la quale si chiedeva di sospendere l’ordinanza del Tar Lazio del 24 novembre sull’esproprio del sito di Quadro Alto acquistato dal patron di Malagrotta Manlio Cerroni.

A questo punto si attende che il Consiglio dei ministri proroghi ulteriormente lo stato di emergenza scaduto a fine anno e rinnovato provvisoriamente fino a ieri, 17 gennaio, in attesa della pronuncia della magistratura amministrativa, mentre per la chiusura della discarica occorrerà attendere ancora sei mesi, salvo nuove proroghe. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, delegato per il superamento dell'emergenza ambientale nel territorio della provincia di Roma, aveva infatti adottato un provvedimento per “la prosecuzione del servizio pubblico di smaltimento dei rifiuti urbani presso la discarica di Malagrotta sino al 30 giugno 2012” per “evitare l'insorgere di gravi problemi sotto il profilo igienico-sanitario sul territorio della provincia nelle more della realizzazione delle discariche provvisorie ai sensi dell'Opcm 3963 del 6 settembre 2011”. Secondo l’ordinanza nello sversatorio capitolino potranno essere conferite altri 1.280.000 metri cubi di rifiuti nei primi sei mesi dell’anno. Gli impianti TMB (Trattamento meccanico-biologico) di Malagrotta dovrebbe garantire a regime 900 t/giorno con la “formazione del personale per l’attivazione del secondo turno giornaliero” a cui si aggiungerà, si legge sempre nell’ordinanza, un altro impianto nell’area industriale di “Castellaccio” nel comune di Paliano (FR) che dovrebbero essere realizzati nell’arco di dodici mesi da Ama e Acea.  




SAN VITTORIO CORCOLLE, IL MINISTERO AVVERTE: "CI SONO DEI VINCOLI ARCHELOGICI"

Redazione

Nell’area di San Vittorino-Corcolle, che dovrebbe ospitare una discarica del post Malagrotta ci sono dei vincoli archeologici ed è nelle immediate vicinanze di Villa Adriana e di una necropoli medio – repubblicana. A sottolinearlo è il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, in una lettera indirizzata al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Immediate le reazioni del consigliere regionale Sel Filiberto Zaratti: “La lettera del Ministero conferma che l’area di Corcolle ha un alto valore paesaggistico e archeologico. Ci troviamo davanti all’ennesima conferma che l’inopinata scelta di localizzare a San Vittorino una discarica in alternativa a quella di Malagrotta è una vera e propria follia”. Già nell’audizione in commissione regionale ambiente del Commissario Pecoraro – conclude Zaratti – avevo evidenziato che l’aria di Corcolle era ad elevato rischio di esondazione, classificata nel Piano Assetto Idrogeologico come massimo rischio esondazione. Basti pensare che dal 1997 al 2009 a Corcolle ci sono state ben cinque alluvioni. Ce n’è dunque abbastanza per cancellare definitivamente qualsiasi ipotesi di realizzare a poca distanza da un bene protetto dall’Unesco una buca dove gettare rifiuti”.