Albano, discarica Roncigliano: “Scaduti i tempi per il riavvio della discarica”

Audizione in Regione Lazio dopo l’arresto di Tosini

L’Associazione Salute Ambiente Albano – Cancelliera è stata audita in Commissione Rifiuti della Regione Lazio insieme ad altri rappresentanti che hanno sostenuto finora la battaglia contro il riavvio della discarica di Albano Laziale, Roncigliano.

Alla Commissione presenziata da Marco Cacciatore ha partecipato anche Vito Consoli, nuovo
responsabile dell’Ufficio Rifiuti
a seguito dell’arresto di Flaminia Tosini che ha illustrato la
riorganizzazione delle competenze all’interno dell’Ufficio e ha ascoltato con interesse e attenzione
tutto quello che è stato riferito sulla situazione della discarica, dall’iter amministrativo illegittimo
perseguito, l’interdittiva antimafia, la situazione di inquinamento e dissesto geologico e
idrogeologico dell’area, la presenza di centri abitati, di aggregazione, scolastici e di preghiera a
meno di 1000 m dal sito
, la situazione epidemiologica dell’area, l’interesse agricolo e paesaggistico che insiste sulla zona, ecc.

Il dott. Consoli ha quindi preso la parola per spiegare che dovrà approfondire la questione, dal momento che è in carica da troppo poco tempo per conoscerne i dettagli e la storia, ma che la società Colle Verde, che ha affittato tempo fa dal Gruppo Cerroni parte dell’ex discarica, avrebbe avuto, a partire dal 18 febbraio scorso, soli 30 giorni di tempo (un periodo inderogabile) per rispondere alle osservazioni promosse a gennaio e febbraio scorsi da associazioni, comitati, cittadini-residenti e dai due comuni di Albano e Ardea, ma ancora non l’ha fatto. Il termine perentorio fissato dalla legge è pertanto scaduto. Quindi l’intero iter burocratico di riavvio della discarica, a norma di legge, potrebbe essere archiviato.
In alternativa – è questa la seconda possibilità ventilata dal dottor Consoli, relativa in particolare
alla richiesta di revoca in autotutela dell’autorizzazione di riavvio della discarica richiesta dai
cittadini
– si è dimostrato ‘possibilista’ anche da questo punto di vista, chiedendo però che per
valutare a pieno tale possibilità sarà necessario però che l’associazione depositi in Regione una
istanza con richiesta formale di revoca dell’autorizzazione con tanto di documenti allegati, cosa
che l’associazione si è impegnata a fare a breve termine.




Impianto e discarica Roncigliano, tuona Andreassi: “Cara Raggi, caro Zingaretti, Albano non pagherà la vostra incapacità”

di Luca Andreassi, Professore Università Roma Tor Vergata e consigliere delegato ai Rifiuti del Comune di Albano Laziale

C’è un impianto di gestione dei rifiuti. Uno di quei vecchi TMB in cui entra il rifiuto dei cassonetti stradali ed esce rifiuto che finisce in discarica o incenerito.

L’impianto è quello di Roncigliano ad Albano.

Ed era il 2016 quando andò a fuoco. (Mica solo quello di Roncigliano. Perché gli impianti TMB oltre che inutili – se si fa una buona differenziata – sono anche dannosi).

Ad inizio estate, ci comunicano che i vecchi proprietari del sito industriale di Roncigliano hanno ceduto in locazione ad una terza società un ramo d’azienda.

Guarda caso proprio quello che comprende l’impianto TMB andato a fuoco.

Contestualmente, i nuovi proprietari ci comunicano che è loro intenzione riattivare l’impianto.

Ma come?! – diciamo noi – Non serve un impianto TMB! Un impianto che tratti l’indifferenziato dei cassonetti stradali in una città che è all’82% di differenziata e, comunque in un’area vasta, i Castelli Romani, estremamente virtuosa in termini di differenziazione dei rifiuti!

E poi l’autorizzazione scade ad agosto.

Anche la Regione Lazio la pensa come noi. L’autorizzazione è scaduta. Se proprio i nuovi proprietari vogliono realizzare un impianto TMB che presentino il progetto e attivino tutta la procedura di richiesta autorizzativa.

Fin qui la logica.

Da qui in poi, un susseguirsi di colpi di scena.

A settembre la Regione Lazio, per mano della stessa dirigente che aveva affermato che l’autorizzazione era scaduta (come se fosse una cosa su cui ci possa essere discussione) afferma che “contrariamente a quanto ritenuto e precedentemente affermato”, a seguito della cessione del ramo d’azienda, l’autorizzazione doveva intendersi prorogata. Fino al 2023.
Autorizzando di fatto la rimessa in funzione dell’impianto.

E’ evidentemente una cosa folle.

La Città di Albano pertanto propone ricorso al TAR, con il supporto dell’ Associazione Culturale Contro Tutte Le Nocività, richiedendo la sospensiva. Convinti che la procedura di proroga di un’autorizzazione scaduta effettuata in questo modo abbia dei dubbi di liceità. E richiedendo un intervento immediato perché, come certificato da ARPA Lazio, ufficio tecnico della Regione Lazio (dalla cui penna è uscita la proroga dell’autorizzazione), esistono anche problemi di superamento di sostanze inquinanti nei pozzi spia.

Due giorni fa ci viene notificato la decisione del TAR, ovvero che la nostra richiesta è respinta perché il TAR ritiene che si tratti di una mera volturazione.

Caspita. Mera volturazione. Ma è quello l’oggetto del nostro ricorso! Ovviamente nessun interesse nei confronti dell’impatto ambientale.

Aspettiamo il merito del TAR. Ricorreremo al Consiglio di Stato. Intraprenderemo ogni tipo di protesta che riterremo adeguata ad impedire l’ipotesi di una riapertura.

La situazione di Roncigliano è figlia di una totale assenza di programmazione in materia di gestione dei rifiuti.

Caro Presidente Zingaretti, cara Sindaca Raggi continuate a discutere litigando, o facendo finta di farlo, sull’ubicazione della nuova discarica che dovrebbe risolvere il problema di Roma.

Consapevoli, escludo l’ipotesi alternativa, ovvero che non sappiate di cosa state parlando, che una discarica non risolve assolutamente nulla e che, probabilmente, non serve neanche a gestire l’emergenza romana.

E mentre questo accade, città come Albano che vincono premi su premi e sono all’82% di differenziata diventano vittime di questa totale assenza di programmazione. Non ve lo consentiremo. Albano non pagherà la vostra incapacità.




Albano Laziale, il sindaco su discarica Roncigliano: “Non abbiamo ricevuto comunicazioni su riapertura ma comunque siamo contrari”

ALBANO LAZIALE (RM) – “In merito alle notizie stampa di una prossima riapertura della discarica di Albano Laziale, località Roncigliano, si precisa che, ad oggi, nessuna comunicazione ufficiale in merito è stata notificata all’Amministrazione Comunale.

Al riguardo, dovessero corrispondere al vero le indiscrezioni, si esprime da subito la massima contrarietà. Non si comprende come una discarica autorizzata a servizio di un Impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB), la cui Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) tra l’altro è attualmente oggetto di procedura di revisione, possa così facilmente essere riaperta dopo l’incendio del 30 giugno 2016 che ha distrutto l’impianto, senza una nuova procedura autorizzativa.

A latere del problema procedimentale, ne esistono anche altri di natura giudiziaria, legati alla posizione della Pontina Ambiente, proprietaria e gestrice dell’impianto, che richiederebbero comunque un adeguato approfondimento.

Rimaniamo in attesa di eventuali comunicazioni ufficiali da parte dell’Ufficio Ambiente e Rifiuti della Regione Lazio. Di certo ci sembrerebbe una evidente e non comprensibile forzatura il fatto che questa scelta, che incide pesantemente sul territorio, possa essere presa senza il preventivo e necessario parere della nostra Amministrazione che ribadiamo sarebbe di assoluta contrarietà”. Così in una nota l’Amministrazione Comunale di Albano Laziale.




Albano Laziale, rifiuti: tempi incerti per la riapertura di Roncigliano


di I.G. 

 

ALBANO LAZIALE (RM) – In due mesi conferiti 340 mila kg di rifiuti per una spesa mensile pari a 21 mila euro. Ecco alcuni numeri che riguardano i rifiuti di Albano Laziale. È stato prorogato alla società Ecologica Pontina l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata e dal centro di conferimento comunale di Albano Laziale almeno fino a tutto il mese di dicembre in attesa che si esperisca una gara. Per gli ultimi due mesi il Comune ha quindi impegnato la cifra di circa 43 mila euro che verrà liquidata a presentazione fattura da parte della società alla quale è stato prorogato il servizio.

 

L’impianto Tmb di Roncigliano è ancora sotto sequestro. L’amministrazione comunale ha inviato alla Regione Lazio diversi solleciti per meglio comprendere se è prevista la riattivazione dell’impianto e che cosa si intende fare per il prossimo futuro. Al momento Aprilia è destinataria dei rifiuti che prima venivano conferiti a Roncigliano.
 




ALBANO LAZIALE, INCENDIO DISCARICA RONCIGLIANO: ECCO I DATI ARPA SULLA QUALITÀ DELL'ARIA

Redazione

Albano Laziale (RM) – L’Arpa Lazio ha reso noti i nuovi dati, relativi alle misurazioni della qualità dell’aria, provenienti dalla centralina installata, venerdì 1 luglio, in via Pantanelle, nelle immediate vicinanze della discarica di Roncigliano, interessata nella serata di giovedì 30 giugno da un incendio di vaste dimensioni. Nello specifico le sostanze prese in considerazione sono: idrocarburi policiclici aromatici (IPA), tra cui il Benzo(a)pirene (unico microinquinante organico oggetto del monitoraggio per cui esiste una indicazione di legge), diossina e furani.
Di seguito quanto contenuto nella nota Arpa.
“Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, normalmente rilevabili in aria – ambiente, assume un’importanza rilevante il benzo(a)pirene, l’unico composto tra gli IPA per il quale nel D.Lgs 155-2010 è previsto un limite di legge. Questo viene calcolato come media annuale ed è pari a 1 ng/m3. Non sono stabiliti limiti per periodi più brevi di campionamento come ad esempio per le medie giornaliere. Per quanto riguarda le diossine non esiste un riferimento normativo per l’aria ambiente, al fine di poter valutare l’entità delle concentrazioni trovate occorre far riferimento a precedenti campagne di misura o a indicazioni quali quella dell’OMS, secondo cui le concentrazioni atmosferiche medie di diossine in ambiente urbano sono stimabili attorno a circa 100 fg/m3, anche se sono possibili variazioni molto significative nei differenti siti di misura.
I valori trovati per il Benzo(a)pirene, unico IPA per il quale esiste un’indicazione di legge, sono inferiori al limite annuale. Le concentrazioni ottenute presso il plesso scolastico sono dello stesso ordine di grandezza di quelle misurate in periodo estivo nella centralina di Villa Ada, stazione di fondo di Roma, così come quelle relative alla stazione di Ciampino, la più vicina al luogo dell’incendio. Le concentrazioni trovate per diossine, furani e PCB sono inferiori a quelle trovate in precedenza in analoghe campagne di monitoraggio. La concentrazione di diossine e furani inoltre è più bassa di quella indicata dall’OMS come caratteristica di un ambiente urbano. Durante il periodo osservato le concentrazioni di microinquinanti organici rilevate nelle vicinanze della discarica interessata dall’incendio del 30.06.2016 non hanno fornito valori critici per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’aria. Le concentrazioni di benzo(a)pirene, l’unico microinquinante organico oggetto del monitoraggio per il quale esiste un’indicazione di legge, sono rimaste al di sotto del valore limite indicato nel D.lgs 155/2010. In generale le concentrazioni di IPA sono dello stesso ordine di grandezza di quelle misurate in periodo estivo presso le stazioni per il monitoraggio atmosferico di Villa Ada e Ciampino. Per quanto concerne diossine e furani, la concentrazione ottenuta è inferiore a quelle riscontrate in precedenza in monitoraggi analoghi”.




ALBANO LAZIALE, DISCARICA: ECCO TUTTO QUELLO CHE SI DEVE SAPERE

di Ivan Galea

Albano Laziale (RM) – Sono stati spenti gli ultimi focolai del grave incendio che ha colpito  la discarica di Roncigliano ad Albano Laziale giovedì 30 giugno 2016 verso le ore 19. Un'enorme colonna di fumo, che secondo alcune testimonianze ha raggiunto l'altezza di 25 metri dal suolo ha coperto gran parte dell'area dei Castelli Romani fino all'estrema periferia sud della capitale e della zona di Ardea compreso il litorale.

Tonnellate di rifiuti bruciati L'incendio, che ha bruciato tonnellate di rifiuti, è avvenuto nella zona della discarica destinata al Trattamento Meccanico Biologico – Tmb -, ovvero dove sono stoccati i rifiuti pronti per il processo di separazione e sminuzzamento che li divide in Combustibile Derivato da Rifiuti, carta-plastica-legno e umido.

Le cause dell'incendio I carabinieri della stazione di Cecchina, frazione di Albano Laziale, titolari delle indagini insieme ai militari di Castel Gandolfo, hanno per ora ipotizzato il rogo accidentale. L'incendio si sarebbe  innescato a causa di un corto circuito del macchinario adibito allo smaltimento dei rifiuti. Ci si chiede come sia possibile che in una struttura simile i sistemi di sicurezza non abbiano permesso lo spegnimento tempestivo di un focolaio prodotto da un corto circuito.

Un disastro annunciato "Quello che noi avevamo scritto 5 anni fa per bloccare la costruzione dell’inceneritore di Albano Laziale si è dimostrato purtroppo una realtà" Ha detto il professor Agostino Messineo docente di Medicina del Lavoro presso l'università Tor Vergata e che ha diretto il servizio di prevenzione alla Asl RmH per lungo tempo. Messineo ha evidenziato il fatto che i rifiuti che contengono oltre ai materiali organici anche quelli inorganici, come plastica e stoffe,  quando s’incendiano raggiungono delle temperature molto alte 1000/1500 gradi e possono liberare nell'ambiente sostanze tossiche come la diossina, oltre al fatto che queste elevate temperature possono anche incidere sulla tenuta stessa della discarica e potrebbero ledere le protezioni, anche a livello di suolo. Lasciamo immaginare ai lettori le conseguenze. "Quella discarica era stata già segnalata come inadeguata – prosegue il professor Agostino Messineo – ed è stata oggetto di valutazione negativa per l’impatto ambientale complessivo". Messineo evidenzia ancora il fatto di aver sempre espresso il parere negativo riguardo la costruzione dell’inceneritore di Albano Laziale e che  sulla questione si dibatte in questi giorni al processo presso Tribunale di Roma con indagati funzionari Regionali. "L’incendio dimostra che io e la dr.ssa Varrenti, la mia funzionaria del Servizio di Igiene oggi distaccata alla Procura di Velletri, – aggiunge il professor Messineo –  avevamo ragione sulla negatività della situazione ambientale del territorio: acque con l’arsenico, radon nelle rocce tufacee, penuria idrica, impatto del traffico dell ‘Appia con polveri e rumori, ed anche dell’aeroporto di Ciampino, emissione di gas mortali dal sottosuolo nella zona di cava dei selci, situazione sismica, inquinamento del lago di Albano, ecc.. Il dottor Fausto Tigani – sottolinea Messineo – il chimico ambientale che all’epoca faceva con noi i rilievi – alla discarica di Albano Laziale Ndr. – si ricorda ancora degli odori nauseabondi della discarica e del nostro tentativo di misurarli con un naso elettronico che però non è stato ammesso dai proprietari della discarica. Le numerose lamentele del vicinato e i cortei di protesta dei cittadini. Alla fine – conclude Messineo – tutto torna come si può vedere".

Il pericolo diossine Il direttore del servizio di Prevenzione della Asl RmH Mariano Sigismondi  ha confermato che sono stati effettuati dei campioni per monitorare la qualità delle acque superficiali e che non ci sono state persone ricoverate con fenomeni acuti, bensì potrebbero esservi fenomeni allergici. Maggiore attenzione va prestata infatti all’acqua e ai pozzi di captazione che comunque potrebbero essere stati contaminati.  Sigismondi non nasconde il fatto che i materiali plastici e prodotti simili bruciando possono aver sprigionato diossine e Pcd, precursori della diossina, sostanza tossica e cancerogena, e per questo, l’accortezza alla quale invita la popolazione è quella di seguire una buona prassi igienica e di mantenere le finestre chiuse nel caso si intravedessero fumi residui: “Raccomandiamo il lavaggio accurato degli ortaggi – aggiunge – e soprattutto di richiedere analisi in caso si possedessero dei pozzi”. Infine una rassicurazione per evitare allarmismi: “I cittadini possono stare tranquilli perché la situazione è costantemente monitorata e controllata, presto avremo i dati e potremo fornire maggiori dettagli”

I rilievi Arpa Lazio Intanto i tecnici dell'Arpa Lazio hanno installato una centralina di monitoraggio dell'aria nella scuola di Cancelliera e svolto analisi anche sulle falde acquifere sempre a Cancelliera – Ardeatina. Attesi anche i dati delle centraline fisse, quelle di Ciampino, più vicine alla zona della discarica, un’area di 3 mila metri quadri. Il sindaco di Albano Nicola Marini fa sapere che i dati precisi sulla qualità dell’aria saranno disponibili solo dopo cinque giorni di misurazione: “Faccio un appello ai cittadini – dice Marini – affinché in questo momento di emergenza ci sia collaborazione e un pò di pazienza. Da parte nostra ci sarà un aggiornamento costante della situazione”.

Smaltimento rifiuti siti provvisori Intanto il Comune di Albano Laziale in accordo con la Regione Lazio hanno individuato il sito provvisorio di smaltimento. Parte dei rifiuti di ben 11 Comuni, tra Castelli Romani e Litorale, conferiranno ad Aprilia e nel viterbese. Lunedì si terrà una riunione in Regione con tutti i sindaci, Arpa e Asl per cercare di scongiurare una vera e propria emergenza.

I primi dati Arpa sulla qualità dell’aria L’Arpa Lazio, in seguito all’incendio verificatori ieri, giovedì 30 maggio, presso la discarica di Roncigliano, ha reso noti i dati relativi alle misurazioni della qualità dell’aria rilevati dalle centraline poste nella zona dell’impianto facenti parte della rete di monitoraggio regionale. Di seguito quanto contenuto nella nota Arpa.

“Al fine di valutare eventuale effetti sulla qualità dell’incendio occorso nella serata del 30.06.2016 presso il complesso impiantistico della società Pontina Ambiente sita in località Cecchina nel Comune di Albano Laziale, il giorno 01.07.2016 è stato posizionato un campionatore per polvero PM10 presso il plesso scolastico distaccato Cancelliera sito in via delle Pesche n. 7. Il campionamento si protrarrà per almeno cinque giorni e i campioni prelevati verranno analizzati presso i laboratori di Arpa Lazio per la determinazione delle concentrazioni in aria ambiente di PM10, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e diossine. I dati, non appena disponibili, verranno inviati a tutti gli enti interessati.

Al fine di trarre indicazioni preliminari, sono stati elaborati i dati rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria, analizzando in particolare i dati orari delle stazioni di Ciampino, Cinecittà e Fermi che potrebbero essere state maggiormente interessate dall’incendio. Sono stati brevemente analizzati anche i dati della centralina fissa di Aprilia.

Sono stati analizzati i valori medi giornalieri di PM10 e i valori medi orari di biossidi di azoto (NO2), ossido carbonico (CO) e composti organici volatili (COV) relativi al periodo dalle ore 0,00 del 28 giugno alle 12.00 del 01.07.2016. L’orario di riferimento è l’ora solare.

I dati relativi al PM10 (riferiti a Ciampino, Cinecittà e Fermi) sono rimasti al di sotto del limite di legge di 50 mg/m3  sia nei giorni precedenti che nel giorno interessato dall’incendio. Non si nota alcun aumento della concentrazione il 30.06.2016.      

Le concentrazioni medie orarie di biossido di azoto NO2 (riferiti a Ciampino, Cinecittà e Fermi) sono rimaste sempre al di sotto del del limite di legge di 200 mg/m3. La centralina di Ciampino, la più vicina alla discarica, nelle ore dell’incendio e durante quelle successive non ha evidenziato aumenti significativi. Per quanto riguarda le stazioni Fermi e Cinecittà, il 30.06.2016 si notano valori superiori a quelli misurati nei giorni precedenti alla stessa ora a partire rispettivamente dalle 20 e dalle 22. Non sembrerebbe possibile ragionevolmente attribuire all’incendio tali incrementi, considerando che la stazione di Ciampino, situata tra il punto di emissione e Roma, non ha rilevato aumenti analoghi nel medesimo periodo temporale, inoltre le sorgenti emissive nell’urbe sono molto numerose.

I dati non evidenziano alcun incremento del COV nelle stazioni di Ciampino e Fermi a seguito dell’incendio. I dati del 30 sono del tutto analoghi a quelli registrati nei giorni immediatamente precedenti. La concentrazione media di benzene, l’unico COV per il quale è previsto un limite di legge calcolato come media annuale pari a 5 mh/m3, è rimasta nettamente al di sotto di questo valore.

Le concentrazioni di CO rilevate presso la stazione Fermi non evidenziano aumenti nelle ore successive all’incendio. Il limite di legge per questo inquinante è pari 10 mg/m3 calcolato come media massima su otto ore. I valori misurati sono notevolmente inferiori rispetto al limite.

Tutte le concentrazioni rilevate nelle centraline di monitoraggio più vicine all’area dell’incendio non hanno evidenziato superamenti dei limiti previsti dalla normativa vigente. Le stazioni di misura della rete regionale non hanno registrato aumenti delle concentrazioni degli inquinanti attribuibili all’incendio del 30/6/2016. L’unico aumento successivo all’incendio riguarda il biossido di azoto nelle stazioni Fermi e Cinecittà. Occorre però tener presente che l’assenza dello stesso aumento presso la centralina di Ciampino e la presenza di numerose fonti emissive su Roma rendono azzardato attribuire tale incremento all’incendio di Cecchina. Anche la centralina di Aprilia, non evidenzia dati anomali, sembra quindi da escludere un’influenza significativa sulla qualità dell’aria anche in direzione Sud. In data 01.07.2016 un campionatore per polveri PM10 è stato istallato in prossimità del luogo dell’incendio e i dati, non appena disponibili, verranno inviati a tutti gli enti interessati”.

 




DISCARICA RONCIGLIANO, NO INC OGNISSANTI: FLAVIO GABBARINI UNICO SINDACO PRESENTE

di Maria Lanciotti

Albano Laziale / Discarica Roncigliano (RM) – Sabato 1° novembre 2014, festa di Tutti i Santi. Bella giornata, assolata e tiepida. Si poteva andare al cimitero a omaggiare con un giorno di anticipo i propri cari defunti, ma c’era da combattere per i vivi e si è risposto all’invito del No Inc, ancora una volta diretti al famigerato chilometro 24,650 della via Ardeatina, dinanzi ai cancelli della discarica di Roncigliano, un immenso cimitero di veleni che ammorba l’aria.

Ancora un presidio, l’ennesimo, per mettere in chiaro, pubblicamente, l’incredibile andazzo di una vicenda legata allo smaltimento dei rifiuti che sta colorandosi sempre più di giallo e di noir.

Microfono aperto, partono gli interventi e sembra di piombare direttamente nel bel mezzo di un disegno infernale. In sintesi: la situazione del VII invaso ormai al collasso, laghi di percolato che appaiono e scompaiono, gas venefici e invasione di bestie immonde, mentre nel silenzio inesplicabile delle Amministrazioni e delle Istituzioni, e nell’assenteismo della popolazione, si continuano a sversare ogni giorno nell’orrenda buca, ormai quasi ricolma, centinaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati provenienti dai dieci comuni di bacino, e non solo. Confortante l’ordinanza emessa dalla prima sezione del collegio penale di Roma, per cui tutte le intercettazioni effettuate dalle procure di Roma e Velletri dal 2008 al 2013 risultano corrette e potranno essere utilizzate nel Processo Cerroni.

Ma ci sono anche novità sconvolgenti che tolgono il fiato ancor più del puzzo rivoltante emanato dall’infame collina, e si tratta della relazione dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio). Una relazione allucinante, dove si parla tra l’altro di alcune migliaia di tonnellate di percolati prodotti dai rifiuti del VII invaso, che per legge andrebbero trattati nel sito della stessa discarica o trasportati in appositi impianti debitamente autorizzati, e partono invece non si sa come per essere trattati non si sa dove, e strada facendo si riducono di oltre un terzo.

“Il controllo parte dagli Enti locali, non si può insabbiare questo tipo di crimini. Chiediamo al Sindaco di Albano Laziale la volumetria, quanta vita ha ancora questo invaso, e se una volta esaurito ne verrà fatto un altro. Ci stiamo battendo e collaborando con altri Movimenti per non far aprire altre discariche, al Divino Amore quel progetto è sfumato, stavolta tocca a Velletri, speriamo di spuntarla con l’appoggio della cittadinanza. Se la popolazione si mette di buzzo buono qualche risultato l’ottiene, ma noi non vogliamo qualche risultato, vogliamo salvare la nostra vita”.

È stato ricordato che la relazione di ARPA Lazio risalente allo scorso aprile, da cui emergono gravissime inadempienze da parte della Pontina Ambiente in seguito a tre sopralluoghi, è stata reperita dal Movimento No Inc e consegnata al comune di Albano. Grande sconcerto, e immediata convocazione della conferenza dei sindaci di bacino. Insomma, un fulmine a ciel sereno, come ormai di prassi nelle stanze dei Primi Cittadini.  Pronta levata di scudi, un sonoro “pronti a tutto” da parte del solerte ma sempre intempestivo Luca Andreassi, consigliere delegato ai rifiuti del comune di Albano, e frenetico attivismo degli amministratori in causa, che qualcosa a questo punto devono pur dare l’impressione di fare, ma non si capisce in quale direzione.

“Vogliamo sapere: se c’è un danno ambientabile, è riparabile o no?  In che tempi? O s’intende far sparire questa situazione anomala? Siamo ai numeri al lotto. Le Amministrazioni pensano di poter dimenticare o di raccontarci favole? Chi è venuto a ispezionare ha rilevato il totale mancato funzionamento del TMB. I laghetti di percolato sulla superficie dell’invaso sono stati tirati via con le pompe. Sono sparite tonnellate di percolato, dove e come? La Regione nulla disse, la Procura nulla disse. Si tratta di violazioni palesi permanenti, se l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) non è rispettata, a casa mia la cosa si chiude. Questo arnese è una ignominia e nemmeno funziona”. E vengono citati nomi, date, situazioni, dichiarazioni e dinieghi. E poi la chiusa: “Sono rimasti 7 metri di margine e l’impianto è finito. Sorgerà un’altra montagna? Siamo alla farsa più totale. Andiamo alla Regione, senza aspettare che ci arrivi Civita con il suo carrozzone”.
Proseguono gli interventi, toni moderati e voce ferma.

Daniele Castri: “Ancora oggi Cerroni continua a pretendere. Gli amministratori “non sanno”, e sono loro i primi responsabili della salute dei cittadini. Nessuno c’era, se c’erano dormivano. Il punto è che ci siamo sempre noi da 7 anni. Il VII invaso costruito al di sotto di tutti i limiti di legge. 2 collaudi e gli Amministratori di Albano dormivano. Cerroni si difenderà chiamando in causa Mattei e Marini. Politici e amministrazioni non ci prendano per i fondelli. La nostra battaglia va avanti con impegno, costi economici e sacrifici. E gli amministratori dormono. I sindaci chiedono chiarezza, ma non ce la stanno dando. La differenziata “porta a porta” non decolla e Cerroni invece di arretrare avanza. Gli Amministratori non sapevano, ma Cerroni ha portato un bel progetto a Velletri. E in altri Comuni. Le mire di Cerroni rimangono sempre in questa zona”.

Desolante il quadro presentato dall’esperto, così riassumibile: disastro ambientale, ci devono rendere conto. E proprio all’esperto, Aldo Garofalo, attivista del No Inc e sostenitore del Comitato veliterno No Discarica No Biogas, chiediamo come stanno le cose a Velletri, di cui non si vede al presidio nemmeno l’ombra di un suo rappresentante. Come mai questa totale assenza di partecipazione ad una lotta che dovrebbe essere comune?
“Vista la coincidenza con la raccolta dei kiwi si prevedeva una scarsa partecipazione dei diretti interessati, sia dei residenti ma soprattutto dei produttori locali. Diciamo che una qualche possibilità l’avevamo ottenuta nella penultima assemblea del Comitato, alla Garbatella, immediatamente prima dell’assemblea pubblica a Piazza Mazzini, lo scorso 25 ottobre. Viceversa, nell’ultima riunione un gruppo con agganci nella Giunta ha proposto una linea di compromesso tra le linee fino a quel momento condivise da tutti.  No Biogas No Discarica con altre linee: in cambio dell’impegno e dell’assicurazione dell’Amministrazione che la discarica non si farà, il Comitato non prende più posizione contro il progetto di biogas della Volsca Ambiente e Servizi. Il tentativo al momento è stato stroncato, ma ciò non ci garantisce la partecipazione di una cospicua parte del produttori locali, sia come Azienda agricola che come coltivatori diretti”.

Dei dieci sindaci di bacino, si è visto al Presidio solo il sindaco di Genzano di Roma, Flavio Gabbarini. “Sindaco, perché si trova qui?” “Per portare solidarietà e condivisione per la battaglia del Movimento. La relazione dell’ARPA non ci è stata trasmessa dall’Ente, ma dal No Inc”.
Per concludere, riportiamo il commento di un semplice cittadino, Aldo, residente a Cancelliera: “Anche se chiudono la discarica, i danni sono stati fatti. Hanno avvelenato tutta la zona. Spero ancora nelle istituzioni e nei nostri avvocati, pagati con quello che riusciamo a rimediare con le collette e le cene sociali, ma loro ci aiutano anche senza soldi”.

Il barattolo per le libere offerte sul tavolo, fra la pastasciutta e la bruschetta preparate sul posto e servite per il pranzo. Oltre i cancelli chiusi della discarica, la presenza discreta delle Forze dell’Ordine, e i loro mezzi mai dovuti entrare in azione.
 




CASTELLI ROMANI, DISCARICA RONCIGLIANO: SINDACI DISINTERESSATI, SOLO GABBARINI A MANIFESTARE CON I CITTADINI

di Maria Lanciotti

Castelli Romani / Albano Laziale (RM) – Sabato scorso, 22 febbraio, ennesimo sit-in ad Albano Laziale presso la discarica di Roncigliano organizzato dal Coordinamento contro l’inceneritore di Albano. E mentre qualche cittadino si chiedeva se ciò avesse ancora un senso, dopo che il “Sistema Cerroni” sembrava aver vacillato sotto i colpi della Magistratura romana, e pareva allontanarsi il rischio della costruzione del nuovo inceneritore, qualcosa di molto grave era già accaduto fornendo indirettamente la risposta. Il “Sistema Cerroni”, di cui non si conosce né la testa né la coda né la dimensione del corpus tanto è vasto, continua a dibattersi e ad assestare i suoi colpi micidiali in un rimpallo senza soluzione.

L’ordinanza “urgente” firmata dal Sindaco di Roma Ignazio Marino, che riapre in pratica i due impianti di Malagrotta e Rocca Cencia, entrambi della Colari e dunque di Cerroni, la dice lunga – per chi voglia intendere – in che tipo di acque si sta affondando senza che si prospetti il minimo appiglio per arrestare il collasso totale. “Emergenza” la parola chiave per spalancare pure la porta dell’inferno pur di non mollare la presa su un sistema collaudato di lauto profitto, non importa a spese di chi e di che cosa.

Tornando al sit-in. Sabato mattina, sotto un cielo gonfio d’acqua e con il “profumo” largamente dispensato dal settimo invaso, si è voluto fare ancora una volta il punto della situazione, al momento in apparente fase di stallo.

La cronaca è presto fatta, non andremo nel dettaglio. Pensiamo sia ora che i cittadini con una coscienza civica facciano il loro piccolo/grande sforzo per entrare nelle dinamiche di una vicenda che da sette anni sta precipitando, solo rallentata dai tanti bastoni messi fra le ruote dell’ingranaggio malefico da un Comitato cittadino non sostenuto, ahimè, né dalla popolazione né tantomeno dalle istituzioni. Sembra incredibile come si tenti di rifuggire da qualsiasi presa d’atto, manco la vita non stesse più a cuore alla maggioranza della gente. Ma anche questo tipo d’inerzia probabilmente fa parte del pacchetto siglato “Sistema Cerroni”, abbinato ad altri comparati di simile levatura. Ciò non scagiona e non giustifica tuttavia l’ignavia generale che molto si accosta alla complicità, seppure involontaria. 

Ha ancora un senso per gli organizzatori del presidio chiamarsi Coordinamento contro l’inceneritore di Albano? È la domanda che poniamo ad alcuni cittadini intervenuti al presidio, per una risposta secca: “Il rischio dell’inceneritore non è ancora sventato”, dice Gabriele di Marino, 27 anni. “Gli avvenimenti lasciano ben sperare, ma mi sembra che nulla si muova per una soluzione moderna, nessuna misura da parte del comune di Albano in proposito”. “C’è tutta la questione GSE che non è stata ancora formalmente chiusa e il rischio dell’inceneritore non è fugato del tutto” dice Simone di Albano, 34 anni. “Il Movimento ha ancora senso se si aggiunge alla parola inceneritore la parola biogas anaerobico. Ha senso perché restano gli inceneritori”. “Contro ogni tipo d’inquinamento iniziare la raccolta differenziata come si deve fare”  dice Rolanda di Ardea, 41 anni. “I cittadini devono impegnarsi  e gli operatori del settore devono educare i cittadini”.

Colazione comunitaria, caffè e cornetti, sistemazione impianti e attaccano gli interventi. Si fa un primo epilogo sull’inchiesta giudiziaria e conseguenze, si esprime una piccola soddisfazione che è anche un’amara constatazione: “non sbagliavamo”, si riflette sul fatto che i problemi sono aumentati, la documentazione fornita dall’ARPA fa paura e qui come ad Ardea non c’è l’acquedotto comunale e i residenti sono serviti dai pozzi, e l’acqua di questi pozzi non serve nemmeno per farsi la doccia, e quindi va preteso un servizio idrico giacché le case – tutte condonate – risultano in regola. Il progetto inceneritore si sta allontanando, ma gli impianti TMB a Roma non funzionano e qui funzionano male. Il settimo invaso si va esaurendo velocemente, si pensa di costruire l’ottavo per sopperire alla mancanza di altri bacini? Dopo il terremoto giudiziario in tutta la Regione Lazio, che ha portato a 7 arresti e a 21 indagati si cerca di tappare i buchi. Qui i rifiuti arrivano ma non ripartono trattati. Un invaso grande qui può far comodo, è un punto strategico, quando serve si dirotta qui.

La politica non dà risposte, le linee programmatiche di Zingaretti e Civita – titoli e posizione arcinoti, non occorre qui ripeterli – sono tutt’altro che rassicuranti, anzi temibili, previste nuove discariche e funzionanti a pieno regime gli inceneritori esistenti, il sodalizio criminale intanto prospera, la raccolta differenziata una chimera, la salute e la dignità del territorio sempre più in perdita. I tecnici snocciolano nei loro serrati interventi incontrovertibili dati. Il FOS (Frazione Organica Stabilizzata) che non va, e da qui le “puzze” che intossicano i residenti con il picco di malori registrato al Pronto Soccorso lo scorso settembre, i profitti illeciti e l’aumento delle tariffe, i rifiuti indifferenziati di Civitavecchia e Monterotondo trasportati in giro per il Lazio fino ad essere sversati qui nella discarica che da oltre un anno non è più solo dei Castelli Romani, ed è già ricolma dell’indifferenziata di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano, e non si deve arrivare al sovra stoccaggio del settimo invaso per chiudere e bonificare la discarica. 164 sforamenti in tre anni dovrebbero far smuovere l’Amministrazione locale che a sua volta si potrà rifare alla Regione, poiché esiste la 152/2006 da far valere e la Comunità Europea che ci tiene sotto osservazione. “Violazioni totali permanenti” mentre si predispongono i nuovi e forse più inquietanti assetti alla Regione – l’imprenditrice Federica Guidi appena nominata Ministro dello Sviluppo Economico chissà che vorrà dire – e per tornare a bomba si parla di acquedotto,  fognature  e collettori e del Sindaco di Ardea, Luca Di Fiori, che  non concede l’autorizzazione all’allaccio del depuratore dei Castelli Romani se prima non gli arriva la compensazione dalla Regione calcolata in 9 milioni di euro.

Mentre ad Albano Laziale la Giunta Marini sembra essersi calata in una realtà virtuale, da dove arrivano ogni tanto messaggi rassicuranti sull’arredo urbano e similari, sulla decantata trasparenza in ogni settore, evitando bel bello di affrontare di persona i problemi seri. Tra i relatori anche Giorgio Libralato di Latina, che parla degli sforamenti della discarica di Borgo Montello e della truffa sul biogas, di compostaggio e di smaltimento illecito dei rifiuti, e via discorrendo. Un brutto quadro, ma anche tanta fiducia: il coordinamento tra i Comitati di tutto il Lazio rappresenta una bella forza, l’ importante è non abbassare mai la guardia.

Di tutti i sindaci di bacino presente solo Flavio Gabbarini del Comune di Genzano. “Pensavo di trovare qualche altro Amministratore” dice Gabbarini, “per capire insieme quali azioni si possono intraprendere per tutelare i cittadini sotto l’aspetto sanitario, ambientale ed economico. Da parte mia proporrò alla mia Giunta di costituirci parte civile e lo proporremo anche agli altri comuni”. E se gli altri comuni non aderissero? “Partiremmo ugualmente in collaborazione con i Movimenti”. E con questa dichiarazione isolata ma ferma del Primo Cittadino di Genzano di Roma, si chiude questo accenno di resoconto di un momento di forte aggregazione e chiarezza d’intenti: si chiede la chiusura e la bonifica della discarica di Roncigliano e la messa al bando di tutte le discariche e inceneritori, la peggiore soluzione per lo smaltimento dei rifiuti, e che parta sul serio la raccolta differenziata. Poi si vedrà, ma forse qualcuno dovrà fare qualche passo indietro, non potendo proseguire su un percorso in tutti i sensi minato, com’è stato ampiamente dimostrato dagli accertamenti condotti in più direzioni e tuttora in atto.

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CASTELLI ROMANI – ALBANO LAZIALE: LA MINACCIA DEI RIFIUTI DI CIVITAVECCHIA E MONTEROTONDO

"Il prossimo SIT-IN del comitato NO-INC è in programma per sabato mattina 22 febbraio, ore 08,00 – 13,00, davanti ai cancelli d’ingresso della discarica di Roncigliano, via Ardeatina km 24,650. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare."

 

di Daniele Castri. Referente legale comitato No Inc. Albano Laziale

Albano Laziale (RM) – Da martedì 11 febbraio, nella discarica di Albano (Roncigliano) arrivano anche i camion che trasportano la “monnezza” indifferenziata di Civitavecchia e Monterotondo. Cessato l’arrivo dei rifiuti indifferenziati di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano, andato avanti per un anno, dal 23 gennaio 2013 al 16 gennaio 2014, un nuovo e grave rischio igienico sanitario colpisce tutto il territorio di Albano e comuni limitrofi.

Proprio in questi giorni, tra l’altro, il Tribunale del Riesame di Roma ha convalidando gli arresti domiciliari per il “patron” di Malagrotta, Manlio Cerroni, ed altri sei personaggi del mondo dei rifiuti, tra cui i due dirigenti regionali che hanno approvato il VII invaso e l’Inceneritore, Luca Fegatelli e Raniero de Filippis, il direttore di Roncigliano, Giuseppe Sicignano, l’amministratore “storico” della società Pontina Ambiente proprietaria della discarica di Albano, Francesco Rando, ed altri.

Inoltre, all’indomani della retata che ha portato all’arresto di quello che gli inquirenti considerano un vero e proprio “sodalizio criminale”, l’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di protezione ambientale) ha reso note le analisi delle falde acquifere sottostanti Roncigliano, sostenendo che negli ultimi 4 anni le concentrazioni di veleni pericolosi per la salute umana e per l’ambiente hanno superato per ben 162 volte i limiti massimi ammessi dalla legge: benzene, cloroformio, arsenico, ferro, manganese, piombo, alluminio, nitriti, floruri. Riscontrando valori inquinanti superiori fino a 305 volte i limiti massimi ammessi dalla legge senza che nessun Ente pubblico: Comune di Albano, Provincia di Roma e Regione Lazio, siano intervenuti adeguatamente per diffidare la società di Cerroni e per imporre la successiva bonifica.

Negli stessi giorni, l’Eras Lazio – l’accreditato studio epidemiologico della Regione Lazio, del Sistema Sanitario Nazionale – ha confermato quello che pare un vero e proprio bollettino di guerra, pubblicando dei dati relativi alla qualità della vita ai Castelli Romani – disponibili anche su internet – da cui si desume nei dieci comuni limitrofi alla discarica di Roncigliano si muore, ci si ricovera e ci si ammala di tumore di più che altrove.

Per questo, l’immobilismo dell’Amministrazione comunale di Albano, guidata dal sindaco Nicola Marini, diventa ancora più evidente. Per evitare che con l’esaurimento precoce del VII invaso (che avrebbe dovuto durare almeno 8 anni ed è invece quasi esaurito in appena 2 e mezzo) si arrivi, presto, alla costruzione dell’VIII invaso, a distanze dalle case ancora inferiori.

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di Daniele Castri referente legale del Comitato No Inc

Albano (RM) – Sabato prossimo, 23 novembre, nella Sala per Cerimonie situata lungo via Montagnano di Ardea n. 35, nel comune di Ardea, si terrà una nuova cena di sottoscrizione organizzata dal comitato No Inc. Lo scopo è quello di reperire i fondi per avviare, entro l’anno, una nuova azione giuridica, denominata tecnicamente “Azione Popolare”.

Si tratta di una vera e propria “causa civile” collettiva (una sorta di Class Action all’italiana) nei confronti della società proprietaria della discarica di Roncigliano, la Pontina Ambiente srl, del “patron” dei rifiuti Manlio Cerroni. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Indignarsi, come sappiamo, non basta. L’olezzo insopportabile che, da mesi interi, si sprigiona dal VII invaso della discarica di Roncigliano, rappresenta “solo” il sintomo più evidente d’una modalità di gestione, trattamento e interramento della spazzatura indifferenziata non in linea con le disposizioni di legge nazionali in materia di rifiuti.

Proprio per questo, il comitato No Inc, dopo i recenti, numerosi e ripetuti malesseri certificati dai locali servizi di pronto soccorso, ha deciso di portare alla “sbarra” d’un Tribunale Civile l’azienda di Manlio Cerroni, proprietaria del sito di Roncigliano. E’ così che il Coordinamento contro l’Inceneritore di Albano – dopo i ricorsi al Tar del Lazio, al Consiglio di Stato, e le innumerevoli azioni giudiziarie contabili e penali – ha pensato ora di portare la società Pontina Ambiente srl davanti al Tribunale Civile di Velletri, per avviare un’ “Azione Popolare”.

Si tratta, in buona sostanza, di una sorta di “causa civile” collettiva – una vera e propria “class action all’italiana – in cui tutti i cittadini e le cittadine residenti entro i 5 chilometri di distanza, in linea d’aria, dalla discarica di Roncigliano – ma anche le Associazioni, Movimenti e Comitati territoriali – potranno chiedere ai giudici di “fare giustizia”.

Un modo per accertare non solo le modalità specifiche con cui le 450 tonnellate di spazzatura indifferenziata locale e romana, in arrivo ogni giorno, vengono trattate e interrate, ma anche il motivo per cui da recentissimi Rapporti Epidemiologici della Regione Lazio, della Asl Rm-H e dell’Arpa Lazio etc, emerge chiaramente che nei pressi del “cimitero” dei rifiuti dei Castelli Romani, vi siano incidenze tumorali, di mortalità e ricovero, tra le più alte del centro Italia.

E’ giusto che l’azienda di Manlio Cerroni, inoltre, sia chiamata a rispondere anche economicamente dei danni che produce, oggettivamente, nei confronti della salute  dei cittadini e delle cittadine, dell’ambiente e delle stesse Amministrazioni comunali.

Una cena, quindi, per raccogliere i circa 1500 euro necessari per portare avanti questa nuova ed importante azione legale che andrà ad affiancare e rafforzare il senso e l’importanza dei cortei,  delle assemblee pubbliche e dei Sit-In in corso, da anni, ai Castelli Romani. 
Per info e prenotazioni: Giorgia, cell: 339- 8770832 o Paolo, cell: 349-6803686.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Le libere sottoscrizioni potranno essere donate anche presso:
– Libreria le “Baruffe” , Piazza Carducci n. 3 ad Albano Laziale. Tutti i giorni, Domeniche comprese: 9,30 -13,00; 16,30 – 20,00.
– Palestra “Domus Gym” (località Fontana di Papa) di Ariccia, in via Innocenzo XII (traversa di via Ginestreto). Dal Lunedì al Venerdì ore 8,30 – 21,30; Sabato ore 9,00 – 14,00.
– On line, dal sito www.noinceneritorealbano.it, con PayPal o con qualsiasi carta di credito, dalla sezione “sottoscrizioni”, clicca su sottoscrivi.
Le ricevute delle donazioni saranno (in parte) deducibili dalla prossima dichiarazione dei redditi.

 




ALBANO, DISCARICA RONCIGLIANO: NON SI VIVE DALLA PUZZA

Maria Lanciotti

Albano Laziale (RM) – Nel comune di Albano Laziale si vive col naso tappato. L’aumento dei “livelli odorigeni” – come elegantemente il sindaco Nicola Marini definisce il puzzo ripugnante esalato dalla discarica di Roncigliano e più precisamente dal VII invaso – ha reso quella zona ormai invivibile, e si espande sempre di più nell’area castellana.
Le ultime vicende sono note, i residenti che scendono in strada e presidiano la discarica per tre giorni – 24, 25 e 26 settembre – chiedendo l’interessamento del sindaco, l’esasperazione che diventa disperazione e induce la cittadinanza a recarsi nella serata di venerdì 29 sotto la casa del sindaco per chiedere udienza, sempre rifiutata da Marini. È gente che lavora, che sta male, che non può sedersi a tavola per cenare perché tutti hanno lo stomaco sottosopra e il fegato a pezzi. Il sindaco si trova fuori casa impegnato per una cena di beneficienza presso i Frati Cappuccini, e intanto nel suo territorio la gente è impegnata a vomitare o a sorreggere la fronte di chi vomita, specialmente i più piccini. Poi il sindaco arriva intorno a mezzanotte e scortato dai carabinieri parte con i suoi assessori alla volta della discarica, prende atto dell’atroce fetore:"Colpa del “vento” e della fiamma brucia odori andata fuori uso, la grande spiegazione offerta dopo il sopralluogo forzato da parte di sindaco e assessori, e qui finisce la storia.
Anche perché l’attenzione si sposta all’altro dramma che si sta consumando a Falcognana, sito prescelto per il Malagrotta bis. Ma qui i signori delle alte sfere si scontrano con una vera testa d’ariete e fanno quatti quatti retromarcia, come volevasi dimostrare da parte del Presidio No Discarica al Divino Amore, una muraglia di gente bene organizzata, compatta e decisa.
Ora giunge notizia che Nicola Marini unitamente ai sindaci di Ciampino, Marino e Castel Gandolfo, esprimono la loro soddisfazione per il fatto che al Divino Amore nessun camion è andato finora a riversare i rifiuti di Roma alla discarica di Falcognana. Forse i quattro primi cittadini dovrebbero chiedersi perché. E comunque strana alleanza, dopo che il sindaco Marini ha dimostrato in tanti anni di non volere o non saper far squadra con gli altri sindaci di bacino dei Castelli Romani.
Tanti interrogativi si pongono a questo punto sui troppi aspetti di una vicenda fluttuante e scivolosa, mossa da una rete d’interessi di cui sfugge la portata, e non certo rivolti al bene comune. Che cosa bolle in pentola lo sa solo il coperchio, che però non è a tenuta stagna. Ad ogni buon conto continua la vigilanza più serrata che mai, con i comitati cittadini sempre allertati e i presidi permanenti a difesa del territorio. Sempre col naso tappato, e non solo per i miasmi delle discariche, ma con gli occhi e le orecchie bene aperti.

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