ROMA, COLPO DI SCENA ALLA DISCARICA FALCOGNANA.

Redazione

Roma – “Quanto sta nuovamente avvenendo intorno alla discarica della Falcognana ha dell’incredibile”. Lo dichiarano in una nota congiunta Alessandro Lepidini (PD), Presidente della Commissione Ambiente Mobilità e Periferie del Municipio IX e Giuseppe Contenta Capogruppo municipale PD. "A fronte della nota del Mibac del novembre 2013, che chiariva nero su bianco macroscopiche violazioni della disciplina vincolistica sulla tutela paesaggistica, recepite e fatte proprie dalla mole di atti municipali votati durante la scorsa estate, si apprende ora dell'esistenza di una nota della Regione Lazio che sembrerebbe dichiarare la legittimità degli atti autorizzativi, malgrado l'assenza dei necessari nullaosta paesaggistici, chiamando addirittura in causa gli uffici del comune di Roma che avrebbero rettificato il precedente giudizio circa l’irregolarità dei lavori in corso nel terzo invaso, peraltro senza darne comunicazione al Mibac".

Nel plaudire allo straordinario lavoro della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per il Comune di Roma, i due consiglieri del PD, dichiarano il loro pieno sostegno ad ogni azione che la Soprintendenza intenderà intraprendere a tutela dei beni paesaggistici presenti sul nostro territorio e assicurano che il Municipio farà appieno la sua parte affinché l’Agro Romano e i suoi abitanti siano garantiti nei loro diritti, peraltro contenuti tra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica.

"E’ una vicenda sconcertante – proseguono Lepidini e Contenta – e sulla quale intendiamo andare fino in fondo sia in ambito istituzionale attraverso il pieno coinvolgimento del Consiglio sia rilanciando sin d’ora la mobilitazione di fronte ad una nuova violenta aggressione al nostro territorio, ai suoi abitanti e al nostro ambiente. Un aggressione – chiosano i due Consiglieri – alla quale, come è doveroso, sapremo rispondere colpo su colpo".
 




ROMA, DISCARICA FALCOGNANA: NO DEFINITIVO DI IGNAZIO MARINO

Redazione
Roma
– Ieri sera, presso la cooperativa sociale Agricoltura Nuova di Castel di Leva, il Sindaco di Roma ha incontrato i cittadini e i rappresentanti di associazioni e comitati di zona.
Alle numerose istanze provenienti da una platea attenta, che ha esposto le problematiche dell’area in maniera precisa, netta, circostanziata, Ignazio Marino ha dato le sue risposte, premettendo che Roma, con i suoi 2,7 milioni di residenti, è una metropoli complessa che richiede uno spirito collaborativo tra amministrazione e cittadini.

Il Sindaco ha assicurato tutto il suo impegno per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale, per risolvere il problema della mancanza di acqua potabile nella zona Torretta, per tutelare e rilanciare l’Agro Romano sotto il profilo paesaggistico e archeologico, persino la possibilità del ripristino della stazione ferroviaria al Divino Amore.
Tuttavia, come era facile attendersi, l’argomento 'clou' è stato la questione dei rifiuti, sul quale Marino ha assicurato che “Falcognana non accoglierà i rifiuti della Capitale”.

"Siamo soddisfatti delle parole di Marino che dopo mesi di silenzio sulla Falcognana arriva a pronunciare un no definitivo", afferma il Presidio." Tuttavia esprimiamo un cauto ottimismo, in attesa che le promesse del sindaco trovino un riscontro reale".
"Va comunque ribadito – conclude il Presidio – che questo epilogo è stato determinato grazie all'azione di contrasto dei cittadini dell'Agro Romano, che nel momento in cui le istituzioni tacevano, non si sono arresi ad uno scempio ambientale che avrebbe ulteriormente aggravato una situazione già compromessa dalla presenza del sito della Ecofer, sul quale il Presidio ha chiesto la chiusura definitiva e la bonifica".
 




ROMA, PROTESTA DISCARICA FALCOGNANA: AL DIVINO AMORE NON SI PASSA!

Maria Lanciotti

Roma – Come un fiume in piena diretto al mare. Che s’ingrossava strada facendo, quando da ogni traversa della via Ardeatina fluiva altra gente.

Mentre i residenti di Santa Maria delle Mole viaggiavano a piedi (sette chilometri, una lunga processione come si usava in passato per impetrare grazie alla Madonna, con stendardi e sacre icone e tanta fede) per convergere con gli abitanti dei quartieri Spregamore, Castel di Leva e Porta Medaglia al luogo del raduno, l’ingresso della discarica al chilometro 15,3 della via Ardeatina dove da alcuni mesi staziona, giorno e notte, il Presidio No Discarica al Divino Amore. “Al Divino non si passa” e “No Discariche” il grido unanime di cinquemila battaglieri cittadini, uniti e compatti, quel “muro di gente contro la nuova Malagrotta” che il Presidio aveva annunciato per lunedì 30 settembre, ultimo respiro per l’ultratrentennale megadiscarica di Manlio Cerroni, che ora parte lancia in resta per la riqualificazione del sito che lo terrà impegnato per i prossimi decenni. Inizia così la Notte Bianca contro la nuova discarica, fra suono di campanacci, trombe e tamburi e fischietti spaccatimpani. Intanto si è fatto notte, tutto intorno buio pesto, il presidio faro nella nebbia fitta.

Qualche domanda a lume di naso: “Perché no alla discarica?” Fabio, 32 anni, quartiere Spregamore: “Vogliono inquinare la zona dove sono cresciuto, una delle poche zone verdi rimaste. Un altro pezzo di polmone verde che se ne va”. Gian Marco, 35 anni anni, Trigoria: “Questi  speculatori folli non sono uomini, non hanno coscienza”. Giovanni, 29 anni, Pavona: “C’è da vergognarsi di fronte al mondo, ci stanno sotterrando un poco al giorno senza che si opponga una vera rivolta popolare”. Fabio, 73 anni, Santa Maria delle Mole: “La salvaguardia del territorio è importante per la nostra continuità di vita. Qui ci sono ancora i pastori, i caseifici, gli allevatori di bovini, gli agricoltori che coprono i mercati di Roma”.  “Mara, 41 anni, Santa Palomba: “No alla discarica perché non è a norma.

L’Unione Europea ha dato linee guida, che siano rispettate. Siamo stati anche multati, ma tanto chi paga?”. Laura, 40 anni, Frattocchie: “Nella nostra zona già ci sono tante cose che compromettono la nostra salute: l’aeroporto di Ciampino, il gas radon, la viabilità insostenibile. Ci stanno intossicando. Io qui ci sono nata e non so che fine farò, ma mio figlio?”. Carlo, 70 anni, via del Divino Amore: “Non si fa la discarica fra le case, vicino alle scuole, in mezzo alla gente”. Francesco, 24 anni, EUR Torrino: “Non è giusto per le famiglie che vivono qui. È un discorso di umanità”. Riccardo, 20 anni, Laurentina: “È assurdo. Ancora certi metodi nel 2013”. Marco, 47 anni, Spregamore: “Vivo a un chilometro e mezzo dallo scempio che voglio fare. Siamo seicento abitanti. Spero si riesca a fermare questa cosa. Quando sono venuto ad abitare qui, nel 1981, era solo bosco. I nostri politici (le istituzioni del Municipio IX, ex XII) hanno messo divieto di transito ai camion oltre le sei tonnellate e mezzo. I camion per i rifiuti portano 25 tonnellate, come dicono. Mi devono spiegare dove andranno a passare. Il divieto di transito per i mezzi pesanti parte da stanotte a mezzanotte”. Otello, 56 anni, della Falcognana, facente parte del Presidio: “Siamo organizzati abbastanza bene. Ci siamo divisi in vari gruppi che operano anche in forma investigativa. Siamo arrivati anche all’ingegner Fiori della ECOFER Ambiente.

Qui c’è già una discarica e non è vero che non inquina. Da buoni italiani lo vai a scoprire solo quando succede vicino a casa tua. Si è costituita l’associazione Presidio No Discariche. Parteciperemo alla lotta per l’Ambiente. La politica sta sotto e gli interessi sopra, chi può risolvere sono solo i cittadini.  Non siamo assolutamente politicizzati. Alla manifestazione a Roma, come è normale che sia, le varie anime politiche ci hanno provato, ma noi diciamo fuori i politici. I politici non risolvono i problemi, i politici li creano. La prossima mossa sta a loro. Se vogliono lo scontro siamo qua. Noi le mosse le abbiamo fatte tutte”. Quando anche l’ultima ondata di gente trova sistemazione nella marea dei manifestanti, dal palco inizia il primo intervento da parte di un rappresentante del presidio, se non andiamo errati Silvio Talarico, e attorno si fa assoluto silenzio. “No alle discariche. Al Divino Amore non si passa. Oggi un certo ministro (Andrea Orlando, Ministro dell’Ambiente, ndr) si è preso del tempo per pensarci ancora. Noi siamo tanti e saremo sempre di più. Avevamo promesso un muro di gente ed eccolo qui.

Al Divino Amore non si passa. E nemmeno a Marino (Roma). Questa è la nostra festa. Questa si chiama Democrazia. Questa è la dimostrazione, non si azzardassero a venire qua. Perché noi siamo tutti qua. Non ci fermeranno. Questo è solo l’inizio, noi non ci fermeremo. Per i nostri padri, per i nostri figli, per la nostra casa e per la nostra Natura. Questa notte si farà la veglia per la difesa del territorio, a mezzanotte ci sarà anche il Parroco del Divino Amore per una veglia di preghiera. Questa è legittima difesa. Contro una scelta illegittima senza alcun tipo di attenzione per i cittadini. La ‘primavera di Roma’ continua. Queste scelte non le subiremo. Faremo fare retromarcia costi quel che costi. Oggi è il 30 settembre. Due mesi di lotta del presidio. Grazie a tutti quelli che non hanno lasciato un minuto, anche quando tutto sembrava perduto. Questa è una cittadinanza con la schiena dritta, pronta a lottare per i propri diritti. E li difendono. L’Ue ci ha multati perché c’è Malagrotta. E parlano di emergenza. Si cancella una discarica, si fa una Commissione per aggirare le norme e la raccolta differenziata no!  E i nostri bambini, e il nostro futuro? Buttiamoci pure la monnezza sopra! No, grazie! Qui noi aspetteremo l’alba”. In cinquemila, media per difetto dei partecipanti alla protesta.  
 




FALCOGNANA, DISCARICA: IL SACCHETTO DOVE LO METTO?

Maurizio Aversa

Roma – Le moderne società occidentali producono in eccesso merci. Molte di queste merci invece che avere una propria vita di riproposizione dell’oggetto, viene, con tempi diversi, destinata a diventare rifiuto. Col passare del tempo, il produrre merci, che si accumulano o sotto forma di merci-beni o sotto forma di rifiuti, sta portando al collasso questo tipo di impostazione. E’ una delle contraddizioni delle società capitalistiche-individualiste-consumistiche.

Ma se ne può uscire. Ad esempio, gli organismi preposti, la programmazione nazionale in materia; le regioni per l’organizzazione a vasta scala; i comuni per il funzionamento quotidiano; possono attuare politiche virtuose. Così le pratiche, gli indirizzi politici di gestione, di una parte del rifiuto, intercettato prima che divenga rifiuto è già una risposta concreta. Infatti la politica del riuso, sia esso organizzato socialmente quasi a costo zero, sia esso organizzato come mercato parallelo (mercato dell’usato), fa in modo che la montagna dei rifiuti si abbassi notevolmente. Il riuso è un comportamento individuale ma dagli enormi effetti sociali, ambientali e culturali. Per questo non può essere “solo” previsto: ma sostenuto, organizzato, stimolato da politiche attive nazionali, regionali e comunali. Chi non lo fa, anche occupandosi seriamente delle politiche dei rifiuti, sicuramente fa un grosso errore. In modo analogo, una grande parte del rifiuto, una volta divenuta tale, non è indistintamente omologabile come una materia inerte non più utile a nulla.

Di solo ingombro per la società. Al contrario, percentuali sempre più alte, grazie a tecniche di raccolta e trattamento dei rifiuti consente di far emergere dai rifiuti materie prime da re immettere nei cicli produttivi dei beni. Lo si fa coi metalli; con gli olii; con il legno; con la plastica; con il vetro; con la carta e così via. Per ottenere questi risultati è sufficiente scegliere, grazie ad una programmazione nazionale, ad una organizzazione regionale e ad un intervento quotidiano dei comuni di attivare la raccolta differenziata, la più dettagliata possibile. Ovviamente, quando non si parla più solo di rifiuti in generale, ma includendo particolarmente il rifiuto proveniente dalle abitazioni e dalle attività cittadine quotidiane (dalla raccolta delle foglie, alla risulta delle attività di ristorazione ecc.) una fetta della famigerata montagna dei rifiuti appartiene al “rifiuto umido”.

Questo va trattato in modo particolare, può a sua volta essere oggetto di riconversione della materia e può, a seconda dello stadio di perfezione di organizzazione della attività capillare dalla raccolta fino alla tecnologia a disposizione del trattamento, avere comunque una parte ancora da smaltire. Che sarà, naturalmente infinitamente, quantitativamente più piccola rispetto al dato di partenza. Quindi, per essere concreti, nella prospettazione della situazione attuale, in Italia c’è un indirizzo, che sempre più prende piede – anche se non sostenuto in modo evidente con pressanti campagne di comunicazione – di agire sulle politiche dei rifiuti, intanto privilegiando la scelta del riuso e del riciclo. Quindi, come nel Lazio, e come è stato già per la Provincia di Roma, si è scelto un indirizzo di sostegno attivo, con interventi a favore, con aiuti, per l’attivazione della massima capillarità della raccolta differenziata. Questa per essere tale ed efficace, come sopra ricordato, deve basarsi sulla raccolta porta a porta. I comuni che attivano queste politiche, questa scelta organizzativa, non solo fanno bene nell’immediato, ma contribuiscono, collaborano, tendenzialmente affinchè si giunga nel tempo al Rifiuto Zero. Cioè, questo tipo di organizzazione, se bene attivata, organizzata, gestita, è la strada maestra per giungere all’obiettivo del Rifiuto Zero. Se non ci si attiva, e chi ha scelto di non attivarsi in tal senso, per quante parole possa utilizzare, ha scelto di “produrre rifiuti”! Quindi come si vede, i comportamenti individuali, che sono semplici e possibili – come accendere e spengere un interruttore della lampadina – uniti ad una buona scelta amministrativa, portano a sicuro successo.

Con vantaggi per l’ambiente, per la salute, per qualità del vivere quotidiano, per le casse pubbliche e quelle delle famiglie. A livello storico, questa percezione, questa consapevolezza, e la certezza che fosse possibile maturare un differente approccio al problema rifiuto è stato lento ma non si è mai arrestato. Si stanno evolvendo sempre più sistemi e tecnologie (con relativo dibattito annesso) che vogliono utilizzare il rifiuto come risorsa agricola, o come fonte energetica e così via. Alla base di qualsiasi di queste scelte “finali” c’è la considerazione di due punti fermi: per portare l’organizzazione della raccolta (inclusa la raccolta porta a porta) ad un buon livello, ad una efficacia vera di tutto quanto abbiamo prima prospettato, ci vuole un tempo medio, sicuramente più di un anno.

Più di un anno dal momento della scelta e dalla partenza organizzativa, non da oggi che viene qui esposto il problema. Ora, senza fare solo polemica politica, è evidente che il tempo perso (letteralmente: tempo non utilizzato) come ha fatto il Comune di Marino nel non organizzare una raccolta porta a porta da almeno otto anni (cioè da quando una stessa amministrazione, Palozzi sindaco e la destra al governo) ha messo nelle peggiori condizioni la cittadinanza e il comune di Marino. Ad esempio, invece sia Ariccia che Ciampino, grazie a queste politiche sono alla differenziata con percentuali vicina al 70%. Quindi, sicuramente qui a Marino, d’ora in avanti, occorrerà fare esattamente l’opposto di quanto sostenuto dalle precedenti amministrazioni. Anzi, si potrebbe perfino ipotizzare che la destra smentisca se stessa e i precedenti otto anni di errori, imboccando adesso la via del porta a porta: i cittadini se ne avvantaggerebbero. Ma non sappiamo se sarà così feroce con se stessa e generosa coi cittadini: per ora ha scelto la via facile. Urlare in piazza, perfino col vicesindaco con la fascia tricolore contro l’utilizzo della Discarica della Falcognana. La vicenda della discarica sulla via Ardeatina nasce da alcuni fatti positivi che non si possono sottacere. In primo luogo, se non ci fosse stata la scelta di chiudere definitivamente Malagrotta non si sarebbe posto neppure il problema. Almeno non come viene percepito oggi. Ma nessuno, nessun cittadino di buon senso, nessun amministratore responsabile direbbe oggi di prolungare l’attività della megadiscarica più grande d’europa. La Giunta regionale, il Presidente Zingaretti, che va valutato non solo per le parole che adduce a indicazione del programma futuro, ma soprattutto per la realizzazione delle politiche innovative del porta a porta in Provincia di Roma, ha motivato che il piano della gestione dei rifiuti per la chiusura definitiva di Malagrotta prevede: il trasferimento della gran parte della raccolta dei rifiuti di città presso conferimenti fuori regione ( e l’Ama ha reso noto che sono state già assegnate due gestioni per due mesi rinnovabili per altri due); ed una piccola parte presso una discarica provvisoria, nel caso individuata a Falcognana. Noi riteniamo che ci sia stato un errore di condivisione delle conoscenze di fatti oggettivi (tecnici e scientifici) nella gestione che ha condotto alla scelta di Falcognana. Riteniamo che l’elemento di controllo democratico, per l’evidente percezione di disagio e preoccupazione, andava sollecitato e favorito quando è stato richiesto. C’è stata una preoccupazione “difensivista” della attuazione del progetto generale e della scelta particolare che ha creato malumore. Questo non è giusto. Perché i cittadini se coinvolti, non è detto che non possano giungere alle stesse conclusioni delle scelte di programmazione del piano.

Ora che la scelta è compiuta e che un po’ della fiducia è stata rovinata, lo spazio percorribile resta la pratica della trasparenza totale sulla gestione della discarica. Così come la certezza, grazie alla presenza di step verificabili (immaginiamo ne esistano) della data da concretizzare per la provvisorietà. Del resto il composito movimento, caratterizzato da varie parole d’ordine: dal semplice no alla discarica, fino alla richiesta di obiettivi di alternative totali alle politiche dei rifiuti per giungere alla scelta del Rifiuto Zero; proprio perché spinto a non mostrare fiducia per l’assenza di partecipazione alla conoscenza e alle scelte finali, non è stato in grado di attivare canali vertenziali tali da porre due (o più) soggetti sociali e politici a confrontarsi sull’insieme di scelte e tempi e controllo democratico. Scegliere di farlo ora è un recupero di credibilità possibile e di un riconoscimento di diritto democratico esercitato dal basso. Noi riteniamo che sia Zingaretti e la giunta regionale, che il movimento dei comitati debbano esercitare un confronto diretto dove riconoscere il ruolo di controllore al movimento. Indipendentemente dai controlli istituzionali già esistenti; indipendentemente dal ruolo orizzontale che vorranno svolgere le istituzioni locali come i Comuni e le Circoscrizioni in questa vicenda. Chi si tira indietro da ciò è come se tradisse lo spirito di innovazione delle politiche a Rifiuto Zero che giungono dopo il porta a porta da attuare;  ed è come se tradisse la richiesta di partecipazione e di conoscenza diretta venuta dalle migliaia di cittadini che stanno lottando e che si sono impegnati.
 




FALCOGNANA: IL PRESIDIO NO DISCARICA ANNUNCIA RESITENZA A OLTRANZA E LOTTA SENZA QUARTIERE

Redazione

Roma – "Ignazio Marino si dimostra il perfetto esecutore degli ordini di Nicola Zingaretti e nel fare questo palesa tutte le contraddizioni di un sindaco sempre più inadeguato alla carica che svolge vista la completa indiufferenza rispetto ai tanti elettori che vivono e lavorano nell agro romano". E' quanto dichiara il Presidio No discarica Divino Amore.
"Marino, nel suo discorso durante la Festa Nazionale dei Giovani Democratici,  parla di prospettive a lungo termine, almeno 30 anni. Gli ricordiamo che, proprio questo, è il periodo minimo per registrare gli effetti devastanti su un territorio in cui è presente una discarica. Non si comprende come Marino voglia dimostrarsi credibile, dicendo che verrà riempita una buca che durerà 2 anni utilizzando solo 12 camion al giorno. Allora se la realtà è questa perché non spedire anche questa minima parte all'estero?2

"Non ci fidiamo più di un sindaco che dimostra tutta la sua arretratezza culturale in tema di rifiuti. La cosa ancor più grave è che Marino è anche un medico e dalle sue dichiarazioni si evince che non abbia letto abbastanza sui rischi legati alle discariche e alle conseguenze per i residenti. Ricordiamo – continua il Presidio –  che il sindaco nell'incontro del 5 agosto si era impegnato a valutare attentamente tutti gli aspetti problematici connessi alla discarica della Falcognana.  Aveva promesso, sue parole testuali,  che la decisione "sarà basata essenzialmente sulle condizioni idrogeologiche degli studi fatti e dei rischi sulla salute dei cittadini".
"Adesso renda pubbliche le carte e dimostri che ha lavorato e soprattutto che la sua decisione non è imposta dai poteri forti".

"La superficialità del sindaco Marino e del governatore Zingaretti ci lasciano  interdetti. Sarebbe il caso – sottolinea il Presidio –  che si preoccupassero della legittimità delle autorizzazioni rilasciate e firmate  da due pluri indagati provenienti entrambi dalla giunta Polverini e che il presidente della Regione ha riconfermato nei loro incarichi. Insomma, dalla vicenda si potrebbe evincere  un sistema di connivenze le cui vittime sono i cittadini e la loro salute. Quello che sta avvenendo è davvero vergognoso come lo è il fatto che i compattatori dell'Ama durante la notte vadano a conferire 'tal quale' nella vicina discarica di Roncigliano. E' tempo di mettere fine a questi scempi. Il presidio dichiara resistenza a oltranza e lotta senza quartiere. Tutte le istituzioni dal ministro dell'Ambiente, al Comune, alla Regione passando per il commissario Goffredo Sottile sono messe sotto accusa per questi comportamenti degni da istituzioni del terzo mondo, con tutto il rispetto per il terzo mondo…"

"Tutti i cittadini – conclude il Presidio – che vogliono coltivare la speranza del futuro sono chiamati a partecipare in massa alla manifestazione del 21 settembre contro tutte le devastazioni ambientali, con la quale pretendiamo la retromarcia dei decisori sulla vertenza della Falcognana e su tutte le altre vertenze che inquinano il nostro futuro".
 




ROMA, DISCARICA FALCOGNANA AL DIVINO AMORE: SI FARA' E I SINDACI DEI CASTELLI ROMANI INSORGONO

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Redazione

Roma / Castelli Romani – La discarica di Falcognana si farà. È questa la desolante risposta che si sono sentiti dare ieri mattina (13 settembre 2013) il presidente del Consiglio comunale di Marino, Stefano Cecchi, e il vice sindaco di Castel Gandolfo, Giacomo Moianetti, dal commissario Goffredo Sottile, durante l’incontro che si è tenuto a Roma negli uffici del ministero dell’Interno. Sottile ha in pratica confermato le indiscrezioni di stampa di ieri mattina secondo cui delle 1.500 tonnellate di rifiuti prodotti a Roma ogni giorno, 1.200 verranno mandate dall’Ama fuori città, e le altre 300 verranno ammassate nella discarica della Falcognana con un transito di circa 12 camion giornaliero. Il commissario ha poi cercato di tranquillizzare i due amministratori sulla sicurezza del nuovo sito che “non creerà rischi per la salute e per l’ambiente” oltre al fatto che “i rifiuti trattati non inquinano e non emanano cattivi odori”. Molto preoccupati, invece, Cecchi e Moianetti, hanno ribadito la loro estrema contrarietà a Falcognana: “Le parole del commissario ci preoccupano e fanno capire che la decisione è ormai presa. Ieri mattina abbiamo cercato in tutti i modi di fargli capire la pericolosità del sito in questione e che siamo disposti, insieme anche a Ciampino e Albano, ad andare avanti in questa battaglia in tutte le forme consentite. È assurdo sentirci dire che i rifiuti non emanano odori e non sono inquinanti, nessuno potrà mai convincerci del contrario, tanto meno Sottile, perché la salute e la sicurezza dei nostri cittadini, oltre alla salvaguardia dei nostri territori, vale più di ogni semplice rassicurazione che ci possa essere data. Per questo non ci fermeremo, resteremo al fianco dei comitati e faremo valere le nostre ragioni in tutte le sedi, istituzionali e non. Ringraziamo il commissario per averci ascoltato, ma non possiamo ritenerci affatto soddisfatti delle sue parole. Perché non aggiungere le 300 tonnellate destinate alla Falcognana alle 1.200 che andrebbero fuori Roma? Forse per dire che si è trovata la soluzione alternativa a Malagrotta? Tutto questo è assurdo e noi non possiamo accettarlo e faremo di tutto per evitarlo”. Nel frattempo è arrivato l’invito ufficiale anche da parte del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che, a breve, riceverà i rappresentanti dei quattro comuni (Marino, Castel Gandolfo, Ciampino e Albano).  




ROMA, DIVINO AMORE: IL MEDICO SINDACO IGNAZIO MARINO SI PRONUNCI IN MANIERA CHIARA

Redazione

Roma – "Se quanto riportato da La Repubblica fosse vero, emergerebbe ancora una volta la subdola strategia del commissario Goffredo Sottile che vuol far credere ai cittadini che a Falcognana arriveranno solo 12 camion di rifiuti trattati". Così in una nota il Presidio No discarica Divino Amore.
"Che senso ha colpire una collettività dell'estrema periferia, già penalizzata e priva di tanti servizi essenziali, con l'ennesimo atto autoritario che mette ancora in luce l'incompetenza e l'impreparazione di Sottile in tema di rifiuti e per il quale chiediamo nuovamente a gran forza le dimissioni. E poi se i camion fossero solo 12 su 90, perché non portarli altrove?

Basta con il gioco delle quattro carte. Il ministro Orlando ora renda pubblica la relazione di Sottile, che non può rimanere appannaggio di pochi eletti".

"Ci aspettavamo dal sindaco Ignazio Marino – continua il Presidio – un segnale di tutela dell'ambiente e della valorizzazione dell'Agro romano, come aveva promesso in campagna elettorale e della salute pubblica, visto e considerato che è anche un medico. Insomma, una dimostrazione di onestà intellettuale e coerenza politica. Invece il primo cittadino non si pronuncia e non dice una sola parola su scelte che riguardano la città che governa, a meno che non si tratti della salvaguardia del centro storico di Roma.
A questo punto viene da chiedersi a cosa serva ancora la politica se ad agire e a prendere decisioni debba essere un delegato "straordinario". Qual'è la linea di Marino e perché continua a non pronunciarsi in maniera chiara, trasparente e diretta?"

"Ci siamo appellati al Parlamento Europeo e ora – conclude il Presidio – lo faremo con la commissione Europea per l'ambiente, affinché verifichi la legalità delle azioni finora perpetrate dalle istituzioni italiane e dagli organi competenti in materia di rifiuti. Che siano 12 o 90 il presidio metterà in campo tutte le azioni necessarie affinché neppure un solo camion di rifiuti passi a Falcognana".

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DISCARICA FALCOGNANA, CRZF: "AL VIA IL DISCARICABARILE IL GIOCO ESTIVO PREFERITO DEI POLITICI LAZIALI"

Redazione

Fiumicino (RM) – "Dopo oltre due anni di emergenza  durante i quali abbiamo assistito all’avvicendarsi di Ministri, Commissari Speciali, Governatori di Regione, Sindaci, Commissioni di esperti, e chi più ne ha più ne metta, il discaricabarile, il gioco estivo preferito dai politici laziali,  torna ad impazzare. – Dichiarano in una nota dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino – Peccato – prosegue la nota – che in due anni, fra ricerca di siti per nuovi inceneritori e nuove buche, nulla sia stato messo in campo per prevenire la produzione di rifiuti e troppo poco per lanciare la raccolta differenziata di qualità oltre le attuali bassissime percentuali ampiamente distanti dall’obiettivo minimo del 65% previsto per il 31 dicembre 2012. Roma è ferma al 24% e con questo dato rischia di trascinare nel baratro l’intera provincia, considerato che produce da sola oltre il 50% dei rifiuti prodotti in tutto il Lazio! Come non capire ed essere solidali con i cittadini dell’Ardeatina che oggi sono stati (o sembrano) condannati a subire, oltre a quelli già procurati da altri impianti presenti nella zona, i danni derivanti dalla nuova discarica rispetto alla cui sicurezza e temporaneità nessuno, dal Ministro al Sindaco di Roma, può offrire adeguate garanzie.

Le ragioni del loro No sono le ragioni di noi tutti, il loro giardino è il nostro giardino, non si deve aver paura di dire questo. Siamo oggi in presenza di un Piano Regionale Rifiuti, il Piano Tumori della Polverini, che già nella prima parte definita Scenario di Piano, tutt’ora vigente, conferma un ciclo integrato di trattamento e smaltimento rifiuti ancorato saldamente a discariche ed inceneritori e dove le uniche nuove entrate sono gli impianti a biogas, astutamente definiti impianti di compostaggio tacendo il fatto che sono, nella sostanza, veri e propri impianti industriali il cui scopo primario ed unico è, grazie agli incentivi pubblici, produrre energia, gas ed inquinamento, non certo compost di qualità!

Il Governatore Zingaretti e l’Assessore Civita hanno annunciato che nei prossimi mesi verrà effettuato un monitoraggio sulle quantità dei rifiuti prodotti, la raccolta differenziata e la capacità impiantistica di trattamento per poi presentare un nuovo piano rifiuti entro febbraio  2014: noi siamo convinti che da subito, se veramente l’obiettivo dei nostri Amministratori è quello di rientrare nella legalità e arrivare a rifiuti zero, se davvero non vogliono più discariche ed inceneritori, qualsiasi scelta dovrebbe essere assunta in modo tale che risulti compatibile al nuovo Piano e quindi, ci aspettiamo che questo contenga disposizioni certe ed ineludibili per la prevenzione, per la raccolta differenziata di qualità, per il recupero della materia, sia dalla frazione secca che da quella umida. Rifiuti ed energia sono questioni non sovrapponibili, i primi non possono essere considerati fonte energetica, non possono essere il carburante del futuro. Se con i rifiuti si alimenta la produzione energetica non si persegue l'obiettivo rifiuti zero: la prima esclude il secondo! – La nota  del Comitato Rifiuti Zero Fiumicino conclude – Il nostro non è un comitato di esperti, di tecnici, siamo solo cittadini consapevoli che, in assoluta autonomia, guidati dalla ragione e dal buon senso, hanno ripreso fra le proprie mani la difesa della salute e del territorio. Ripetutamente le istituzioni ci chiedono senso di responsabilità e realismo, ebbene noi siamo non solo responsabili e realisti, noi proponiamo processi che hanno un inizio ed una fine, non partono dalla fine (la discarica… residuale) per poi inventarsi un inizio (il piano rifiuti),  noi abbiamo  una visione della vita che va al di là del nostro limitatissimo orizzonte temporale, che guarda alla riduzione dei consumi (oramai sprechi di risorse), pensiamo ai figli, ai nipoti e alle future generazioni ed è per questo che ora siamo noi a chiedere alla Politica di essere realista e responsabile e di mettere in campo piani e progetti affidabili, di quelli che non siano l'ennesima  “toppa” per trascinare situazioni di degrado che per il profitto di pochissimi mette a rischio e compromette il bene di tutti.