Disabili: 830 milioni nel triennio i fondi accantonati nella nuova legge di bilancio

Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Sono tre milioni e centomila in Italia le persone con disabilità, pari al 5,2% della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti: quasi un milione e mezzo gli ultra settantacinquenni sono in condizione di disabilità, dei quali 990 mila sono donne. E’ quanto emerge dal rapporto Istat “Conoscere il mondo della disabilità”, in un incontro organizzato dal Cip e dall’Inail, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presentato in occasione della Giornata delle persone con disabilità.

Oltre seicentomila persone con limitazioni gravi vivono in una situazione di grande isolamento, senza nessuna rete su cui poter contare in caso di bisogno. Di queste, ben duecentoquattro mila vivono completamente sole.

Dall’ 1 gennaio 2020 verrà istituito un ufficio permanente per le persone con disabilità a palazzo Chigi: “Sarà uno strumento per coordinare meglio il lavoro delle diverse amministrazioni”. Saranno di 830 milioni nel triennio i fondi accantonati nella nuova legge di bilancio per le misure a sostengo delle persone disabili: lo annuncia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine dell’incontro a palazzo Chigi delle Federazioni che rappresentano le persone disabili Fish e Fand. Con lo stanziamento al fondo “partiremo con cautela nel primo anno ma a regime le somme diventeranno cospicue” promette il premier.

In questi anni, verso i disabili, “si sono messi in atto e portati avanti processi inclusivi, ma non è ancora sufficiente, perché i pregiudizi producono, oltre alle barriere fisiche, anche limiti all’accesso all’educazione per tutti, all’occupazione e alla partecipazione”: così il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale delle persone con disabilità. “Incoraggio tutti coloro che lavorano con le persone con disabilità a proseguire in questo importante servizio e impegno, che determina il grado di civiltà di una nazione”, aggiunge.




La disabilità e le barriere: una riflessione oltre i limiti del convenzionale

La disabilità è un concetto eterogeneo che investe diverse realtà dell’individuo. Tecnicamente si riferisce a quella condizione parziale o permanente, di ridotta capacità di interazione con l’ambiente, che inevitabilmente crea difficoltà e svantaggi per chi ne è portatore. Ma se è vero che chi presenta una disabilità intrinsecamente esprime un limite oggettivo, è altrettanto vero che l’ambiente nel quale si vive deve agevolare il più possibile il superamento di quel limite. Da qui nasce il bisogno di sensibilizzare la società tutta sull’importanza di un tema così delicato che non interessa solo alcuni, ma che coinvolge chiunque.

Obiettivamente ciascuno di noi, almeno una volta nella propria vita si è trovato costretto ad affrontare una disabilità anche se per un breve periodo. Non è difficile immaginare quello che si possa provare: un senso di impotenza, la sensazione di non riuscire a superare il limite, la rabbia per non sentirsi padrone del proprio corpo.

Perché questo è esattamente il vissuto delle persone che presentono delle gravi disabilità: il sentirsi prigionieri di un corpo la cui mente vorrebbe dirigere in un altro modo! E quindi si può solo immaginare di correre con le proprie gambe, perché a quello stimolo non corrisponde una attivazione a livello fisico.

La convenzione ONU per i diritti delle persone diversamente abili, ha ben descritto e tutelato il vissuto profondo descrivendo perfettamente come Disabilità non significhi inabilità ma piuttosto semplicemente ADATTABILITA’! Un concetto complesso quanto bi-direzionale se non altro perché non è solo la persona che presenta disabilità a dover trovare il modo di adattarsi all’ambiente, ma è anche l’ambiente che deve trasformarsi affinchè si venga a creare il giusto incastro e il rispetto delle necessità di chiunque.

Quello che una persona come me che svolge una professione di aiuto può fare, è proprio rendere possibile ed agevolare tutto questo. Perché il primo grande cambiamento non può avvenire all’esterno di noi, ma deve necessariamente avvenire nel nostro interno.

Deve cambiare il modo in cui si pensa alla disabilità, deve cambiare non solo nei normodotati ma anche in chi presenta delle difficoltà. Da qui nasce il grande lavoro dello psicoterapeuta che ha l’importante funzione di sintonizzarsi emotivamente con l’altro, movimentando le energie emotive, individuando strategie di problem solving che permettano di SUPERARE le difficoltà quotidiane legate alla disabilità; aiutare la persona con disabilità a non farsi condizionare dal pensiero dell’altro, dagli sguardi indiscreti, mostrandosi in tutta la sua autenticità, fatta anche di pregi e difetti. Ciascuno essere su questa faccia della terra mostra difficoltà e presenta risorse.

Aiutare ad elaborare il vissuto di dolore e di rabbia per quanto la vita gli ha tolto, e contattare desideri e bisogni. Nelle situazioni ove sono presenti disturbi cognitivi e dell’apprendimento aiutare ad elaborare strategie per compensare le difficoltà determinate dai limiti intellettivi al fine di potenziare al massimo le risorse di autonomia per favorire l’integrazione sociale e il benessere. È dunque evidente come la disabilità inglobi l’abbattimento di barriere che non sono fatte solo di cemento e polvere, ma anche di concetti come discriminazione, inclusione, accettazione.

Rosj Guido, psicologa e psicoterapeuta




Roma Capitale, assunzioni obbligatorie di disabili: Comune sotto organico non assume nonostante ci siano gli idonei

ROMA – Silvia Agostinetto, portavoce del “Comitato dei Disabili”, racconterà le vicissitudini che stanno vivendo da diversi anni centinaia di ragazzi, i quali hanno partecipato ad un concorso pubblico, superando brillantemente diverse prove d’esame e di selezione, giudicati da una commissione super qualificata che sono stati dimenticati e ignorati da chi avrebbe dovuto e potuto fare qualcosa di concreto, costretti a fare ricorso contro il Comune di Roma per vedere riconosciuto un diritto sacrosanto, il lavoro, dopo che hanno superato un concorso pubblico da ormai cinque anni.

L’appuntamento, tanto atteso, con la portavoce del “Comitato dei Disabili” è fissato per giovedì 8 febbraio alle ore 18,00 con la 43ima puntata di “OFFICINA STAMPA” dove Agostinetto verrà intervistata dalla giornalista e conduttrice Chiara Rai e dal giornalista de ”L’Osservatore d’Italia” Silvio Rossi per parlare di questa storia che ha dell’incredibile.

Il ricorso al Tribunale di Roma, contro il Comune per mancato rispetto delle assunzioni obbligatorie di disabili

Roma Capitale è sotto organico di 263 unità totali per persone disabili nonostante ci siano gli idonei del concorso indetto dallo stesso Comune

“Le istituzioni sono state interpellate tutte – spiega Silvia Agostinetto – ma le nostre istanze, anche per arginare la grave situazione di sotto organico sono state ignorate, proprio da chi quotidianamente si occupa di politiche di inclusione”. “Lo abbiamo ribadito a tutti, siamo scesi anche in piazza a manifestare – sottolinea la portavoce – che Roma Capitale è sotto organico di 263 unità totali per persone disabili, ma abbiamo ottenuto solo un silenzio assordante. È la motivazione che ci ha indotto a fine dicembre a rivolgerci ad un legale, l’avvocato Fernando Gallone, che sta curando il deposito di un ricorso innanzi al Tribunale di Roma, contro Roma Capitale, per mancato rispetto delle assunzioni obbligatorie di disabili”.

 

L’Italia il Paese europeo nel quale i disabili hanno minori chance di accedere al mondo del lavoro

Il tema sollevato dal Comitato è importante, considerando che l’Italia, nonostante abbia una delle migliori legislazioni in materia di tutela dei disabili, di fatto è il Paese europeo nel quale i disabili hanno minori chance di accedere al mondo del lavoro. Secondo recenti denunce di alcune associazioni, circa l’84% dei disabili non avrebbe accesso al lavoro. Eppure la normativa esiste ed è considerata una delle migliori. La verità è che l’elusione è altissima anche perché le sanzioni, seppur esistenti, non vengono mai applicate.

 

La Commissione Europea e la nuova procedura di infrazione contro l’Italia in materia di pari opportunità nell’accesso al lavoro

Proprio in questi mesi la Commissione Europea sta avviando una nuova procedura di infrazione contro l’Italia per mancato raggiungimento degli obiettivi della Direttiva 2000/78/CE in materia di pari opportunità nell’accesso al lavoro. Fin qui si potrebbe pensare al solito malcostume italiano. Il problema però, è che non sono solo le aziende private ad eludere la chiara normativa in materia di assunzioni di disabili, ma anche le amministrazioni pubbliche. Tra queste spicca, come in questo caso Roma Capitale, che in barba alle indicazioni di legge, da parecchi anni non copre le scoperture di assunzioni di disabili, che attualmente risultano pari a 263 unità, un dato fornito proprio dai piani assunzionali dello stesso Comune. Un numero elevato, irrispettoso della dignità dei lavoratori più deboli, quelli a cui un’amministrazione illuminata dovrebbe porre maggiore attenzione, ma che in questo caso risultano abbandonati a se stessi, con buona pace dell’art. 3 della L. n.68/1999, che prevede di dover assumere una quota di disabili pari al 7% della forza lavoro.

 

Fernando Gallone: “Roma Capitale non poteva in alcun modo sottrarsi a queste assunzioni, eppure da anni lo fa”

L’avvocato Gallone, che sarà presente alla trasmissione di giovedì 8 febbraio, in merito al comportamento dell’ente, commenta: “Roma Capitale non ha alcuna giustificazione. Le assunzioni dei disabili, nella quota d’obbligo sono del tutto sottratte alla discrezionalità dell’amministrazione, non incontrano il limite del blocco del turn over, poiché sono espressamente esonerate dalla legge e non possono neppure essere impedite nel caso l’ente locale sfori il cosiddetto patto di stabilità. In altre parole, Roma Capitale non poteva in alcun modo sottrarsi a queste assunzioni, eppure da anni lo fa. Aggiungiamo, infine – prosegue Gallone – che i nostri assistiti sono tutti idonei in graduatoria di una procedura concorsuale del 2012 per Istruttori Categoria “C”. Secondo il CCNL 31/3/1999 applicabile ai dipendenti di Roma Capitale, i dipendenti appartenenti alla Categoria professionale “C” possono svolgere tutte le mansioni ascrivibili a tale specifica categoria, in quanto trattasi di mansioni professionalmente equivalenti, e quindi possono svolgere la mansione di Istruttore Amministrativo. Ebbene, Roma Capitale ha una carenza d’organico di 1532 Istruttori Amministrativi, ed infatti, come ben sanno i romani, a Roma, caso unico in Italia, per ottenere un semplicissimo duplicato della carta d’identità, ormai occorre prenotare un appuntamento che in alcuni municipi viene fissato anche sei mesi dopo la richiesta. Questo perché mancano gli Istruttori amministrativi. In realtà ci sarebbero circa 160 idonei nella graduatoria riservata ai disabili dei nostri ricorrenti che potrebbero benissimo svolgere la mansione di Istruttore Amministrativo. E allora perché Roma Capitale, nonostante l’obbligo di legge non li assume? Non è dato saperlo…”. I ricorrenti lamentano come il comportamento di Roma Capitale integri gli estremi della discriminazione indiretta, secondo la nozione comunitaria, poiché impedisce di fatto ai disabili l’accesso al mondo del lavoro”.

Silvio Rossi




DISABILI: IL DDL CHE RICONOSCE I CAREGIVER SARÀ LEGGE

Redazione
 
Roma – Molti Paesi europei prevedono specifiche tutele per i ceregiver familiari, come supporti di vacanza assistenzali, benefici economici e contributi previdenziali. Esattamente come avviene in Francia, Spagna e Gran Bretagna, ma anche in Polonia, Romania, e Grecia. In Italia invece manca una tutela per queste figure ma le cose potrebbero cambiare e queste figure potrebbero ricevere il giusto riconoscimento giuridico. E’ stato presentato un ddl a firma Laura Bignami del Gruppo Misto che verrà illustrato domani a Palazzo Madama e serve per “riconoscere e tutelare il lavoro svolto dai caregiver familiari e a riconoscere il valore sociale ed economico per la collettività”. In ben sette tabella viene introdotto “il riconoscimento della qualifica di caregiver familiari a coloro i quali in ambito domestico si prendono cura, a titolo gratuito, di un familiare o di un affine entro il secondo grado che risulti convivente ovvero di un minore dato in affidamento, che a causa di una malattia o disabilità necessita di assistenza continua, per almeno 54 ore settimanali”. La relazione spiega che i caregiver vivono in condizioni di abnegazione che compromettono i loro diritti fondamentali come la salute, il riposo, la vita sociale. Nel ddl è riconosciuta la “copertura di contributi figurativi, equiparati almeno a quelli da lavoro domestico, a carico dello Stato per il periodo di lavoro di assistenza e cura effettivamente svolto in costanza di convivenza, a decorrere dal momento del riconoscimento di handicap grave del familiare assistito. Tali contributi si sommano a quelli eventualmente già versati per attività lavorative, al fine di consentire l'accesso al pensionamento anticipato al maturare dei trenta anni di contributi totali”  inoltre “sono riconosciute le tutele previste per le malattie professionali ovvero per le tecnopatie riconosciute ai sensi delle tabelle allegate al testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali". Terzo, tutela assicurativa: "è prevista la copertura assicurativa a carico dello Stato con rimborso delle spese sostenute per la vacanza assistenziale nei periodi di impossibilità di prestare il lavoro di cura da parte dello stesso caregiver familiare, durante i periodi di malattia o infermità certificati, a tutela del suo diritto alla salute”. In merito al tema lavoro e reddito “il caregiver familiare è equiparato ai soggetti beneficiari della legge 12 marzo 1999, n. 68, ai fini del riconoscimento del diritto al lavoro. Tale diritto deve essere garantito, su richiesta del lavoratore caregiver, anche utilizzando la modalità del telelavoro, con l'obbligo per il datore di lavoro di consentire il passaggio a mansioni che si prestino a tale modalità”.



ROMA: ECCO COME IL COMUNE METTE A RISCHIO LA VITA DEI DISABILI

Redazione

Roma – Scivolo o trappola per disabili? Dalla foto scattata da un lettore de L'Osservatore d'Italia si vede chiaramente quello che sembra essere a tutti gli effetti uno scivolo per disabili situato sulla via Cristoforo Colombo in prossimità di una curva, senza strisce pedonali e senza un semaforo. Praticamente il malcapitato disabile semmai decidesse di attraversare rischierebbe seriamente la vita in quanto la via è notoriamente ad alto scorrimento ed è notoriamente una delle vie più pericolose della capitale. "Quale mente ha potuto partorire una simile trappola per disabili? – Commenta Ivan Galea coordinatore AssoTutela di Roma e provincia – Come minimo – prosegue Galea – dovrebbe esserci un semaforo in prossimità dell'attraversamento, delle strisce orizzontali ed una adeguata segnaletica che consenta, alle persone diversamente abili e non, di poter attraversare la strada in sicurezza".




ROMA, CASTELPORZIANO: MATTARELLA APRE LE PORTE A 500 DISABILI

di Matteo La Stella

Castelporziano (RM) – Il Capo dello Stato Sergio Mattarella continua a spalancare le porte dei luoghi storici della Presidenza della Repubblica: dopo l'apertura al pubblico delle sale di rappresentanza e di lavoro, “la casa di tutti gli italiani” diverrà presto anche la tenuta di Castelporziano, che da lunedì 15 giugno e per tutta l'estate accoglierà un centro estivo per disabili. Già da tempo la tenuta, parco naturalistico ed archeologico, era aperta alle scolaresche e alle associazioni culturali dal primo novembre a metà giugno. Ora, dal 15 giugno al 30 agosto, il Capo dello Stato ha disposto l'apertura della residenza a 500 adulti e minori con disabilità, in modo tale da offrire loro un breve soggiorno lontano dal caldo delle città.

Castelporziano, situata a 25 chilometri dal centro di Roma, copre un territorio da quasi 6mila ettari. Quì, sorgono alcune storiche tenute di caccia come Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta. Inoltre, zone archeologiche e riserve naturali dal sapore tutto Mediterraneo, un Museo Naturalistico e 3 chilometri di litorale incontaminato. L'area, Riserva Naturale dello Stato dal 1999, è il giusto filo conduttore tra passato e presente: la tenuta, infatti, che dalle ville romane passa al papato, diventa poi residenza della famiglia dei Savoia, fino a trasformarsi in una delle residenze della presidenza della Repubblica, portando su di se tutti i segni del tempo trascorso sotto i piedi delle differenti dominazioni.

Da lunedì 15, dunque, 500 disabili provenienti dalla Capitale e da tutta la regione saranno ospiti a Castelporziano, dove potranno usufruire dei 3 chilometri di spiagge incontaminate, o partecipare alle visite guidate all'interno del parco. Circa 30 ospiti saranno ogni giorno coinvolti nell'iniziativa, realizzata grazie alla sottoscrizione da parte del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, dall'Assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, Francesca Danese, e dal Segretario Generale della Regione Lazio, Andrea Tardiola, di un apposito protocollo di intesa atto a coinvolgere le strutture e le associazioni operanti nel settore, di natura comunale e territoriale. Per far fronte alle spese dettate dalla realizzazione del progetto, saranno utilizzate le risorse del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, già disponibili per l'organizzazione di eventi deputati alla coesione sociale.




L'AQUILA: SI INAUGURA SABATO L'AREA GIOCHI PER DISABILI

di Simonetta D'Onofrio

Un gesto concreto per L’Aquila, che la vedrà protagonista in un progetto di inclusione, uno spazio giochi, dedicato ai bambini con disabilità. Sabato 13 giugno, dalle ore 16 alle ore 18,30, presso il Parco Giochi di Viale Rendina, sarà inaugurata un area giochi progettata secondo i principi della piena inclusione e rispettando i criteri di accessibilità, fruizione universale e sicurezza. L’associazione FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che si occupa del superamento delle barriere architettoniche, dopo le tappe di Genova e Milano realizzerà anche nel capoluogo abruzzese, parte di un progetto nazionale Giochiamo Tutti! (www.giochiamotutti.it), che ha già portato ad analoghe realizzazioni a Genova e Milano e che qui si avvale del fondamentale sostegno economico di Mediafriends, la ONLUS fondata nel 2003 da Mediaset, Medusa e Mondadori, impegnata nella solidarietà sociale, della fattiva collaborazione del Comune dell’Aquila e del locale Coordinamento delle Associazioni di Persone con Disabilità, con tutte le sue organizzazioni, oltreché dell’operatività del Gruppo Giochisport.

Un momento importante, dal punto di vista culturale, poiché nella aree nelle quali i giochi sono simili a quelli di tutte le altre (altalene, scivoli, pannelli ecc.), che però dispongono di alcuni particolari accorgimenti, tali da consentire ai bambini con disabilità di giocare e divertirsi come e insieme a tutti i coetanei. Non un’area “speciale”, quindi, riservata ad alcuni bimbi, ma realmente aperta a tutti.
Esprime “una gioia infinita”, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e parla di “un regalo meraviglioso”, sottolineando che “all’Aquila sta per nascere non un semplice parco giochi, ma un luogo di aggregazione e integrazione. Siamo grati alla FISH e a Mediafriends, per avere regalato alla nostra Città, ancora ferita, un’occasione nuova per crescere e amare”.

Anche il presidente Vincenzo Falabella della FISH esprime grande soddisfazione per l’obiettivo che è stato raggiunto e commenta così:“Per la FISH è motivo di grande soddisfazione collaborare alla rinascita dell’Aquila, portando il nostro messaggio inclusivo. I bambini, le generazioni di domani, con la loro gioia e voglia di stare tutti assieme sono il veicolo più sicuro di una comunità diversa e a misura di tutti. Giocare tutti! è un impegno molto serio”.
Durante la manifestazione ci sarà anche un giovane writer aquilano che con la sua arte, realizzerà nell’area un murale dedicato anch’esso al Progetto Giochiamo Tutti! L’invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza.
Iniziative come queste sono da elogiare, poiché in Italia le aree con giochi accessibili ai ragazzi con disabilità sono rare da trovare, quasi insesistenti. Le problematiche legate ai ragazzi che hanno differenti limitazioni fisiche sono spesso sottovalutate. Attività pensate e avviate come quella che verrà inaugurata a L’Aquila dovrebbero essere presenti in tutte le città d’Italia, per dare un piccolo sollievo anche alle famiglie che si sentono abbandonate dalla politica e dalle istituzioni.




MILANO: RAGAZZA DISABILE PRESA A SASSATE DAI COETANEI

di Angelo Barraco

Milano – Ieri sera a Milano, in Via Gonin in zona Lorenteggio, si è verificato un terribile atto di bullismo ai danni di una ragazzina disabile di 13 anni affetta da handicap mentale. Il terribile episodio è avvenuto intorno alle ore 19:50, quando un gruppo composto di circa quattro o cinque ragazzi, 13enni anch’essi, hanno preso in giro la ragazza successivamente l’hanno presa a sassate. La ragazzina si trovava in quel parco per giocare. Successivamente la ragazzina ha chiamato la madre e ha raccontato tutto, la madre dopo aver sentito i fatti e aver sentito il dolore della figlia in lacrime, ha chiamato il 118 e la Polizia che prontamente si è diretta verso il parco. Nel momento in cui la Polizia è giunta nel parco però i giovani aggressori non c’erano più, erano scappati via. La ragazzina è stata portata in ospedale e, a causa dei lividi sulla schiena, gli è stata diagnosticata una prognosi di 4 giorni. Intanto vi sono indagini in corso per risalire agli aggressori.
 
I DATI
Il bullismo è un fenomeno purtroppo in crescita, non ha una standardizzazione di sesso e di età poiché il fenomeno riguarda sia maschi che femmine che esercitano potere coercitivo sui più “deboli” e ongi età, poiché non vi è fascia di età che delimita l’azione e l’espansione del fenomeno bullismo. Il dati di Telefono Azzurro dell’anno 2013-2014 mostrano un totale di 3.333 di consulenze sull’argomento, ben il 14,6%. Nel 2012 la percentuale era dell’8,4%, ed è aumentata nel 2013 fino ad arrivare al 13,1% con un ulteriore aumento del 16,5% nel 2014 del fenomeno. Le vittime, secondo i dati, sono principalmente di sesso femminile e di un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni e il 10,2% comprende bambini stranieri coinvolti. Secondo un’indagine che Telefono Azzurro ha presentato a DoxaKids nel nomebre del 2014 dove sono stati coinvolti circa 1.500 studenti dagli 11 ai 19 anni, il 34,7% di loro hanno ammesso di aver subito atti di bullismo o di aver assistito a scene di bullismo. I dati mostrano che alle scuole medie le vittime di bullismo sono il 30,3%, alle scuole superiori invece la percentuale sale e raggiunge il 38,3%, il 67,9% di episodi di bullismo si verifica nel contesto scolastico, 10% è la percentuale di episodi di bullismo nell’ambiente sportivo. Ma come reagiscono le vittime di bullismo? Il 31,3% non denuncia e ignora, il 29,9% si difende dal bullismo, il 22,8% riferisce tutto ai genitori. Il bullismo è una piaga della nostra società e i comportamenti dei figli sono l’esatta conseguenza dell’educazione impartita dai genitori.
 
Se vi fosse più disciplina, più controllo e meno superficialità dei genitori verso determinati comportamenti gravosi dei figli, certi episodi non si verificherebbero. 



DISABILI: ADESSO BASTA, I DIRITTI NON SONO PRIVILEGI!

Chiediamo che il Fondo per la non autosufficienza 2014 venga interamente distribuito ai cittadini con disabilità grave non autosufficienti senza distinzioni di patologia, geografica ed età in modalità domiciliare indiretta (assegno badante, voucher gestiti da disabili e/o famiglie, assegno di cura, vita indipendente, ecc), unici strumenti per evitare l’istituzionalizzazione di massa in Residenze Sanitarie (RSA), Case Famiglia, Residenze Protette, Ospizi, Comunità Alloggio ecc. Il costo che il sistema Italia sostiene ogni anno per le rette in queste strutture supera abbondantemente i 19 miliardi di euro per un numero complessivo di posti letto 429.000 (Istat 2009). L’Assistenza Indiretta è un servizio che consente all’utente di scegliere autonomamente l’assistente domiciliare e per le casse Comunali rappresenta un forte risparmio in termini economici.

di Roberta Sibaud

Basta confusione sul concetto di non autosufficienza e sulla ripartizione del fondo ad essa assegnata.
Il diritto di vivere a casa con assistenza domiciliare indiretta (assegno badante, voucher gestiti da disabili e/o famiglie, assegno di cura, vita indipendente, ecc) e la possibilità di evitare l’istituzionalizzazione in Residenza Sanitaria (RSA),non può e non deve essere un privilegio per pochi.

1. Ogni tentativo di forzare, incanalando le coperture economiche su patologie specifiche che necessitano di importanti interventi sanitari, è una negazione del diritto di uguaglianza ed una palese violazione della legge 67/07 contro ogni forma di discriminazione. Diffidiamo le istituzioni dell’accogliere richieste settoriali onde tacitare coloro che rivendicano in maniera più eclatante i loro diritti, perché questo produce discriminazione e creazione di condizioni di privilegio di pochi a discapito di molti con i medesimi bisogni.
2.
Le risorse finanziarie del fondo nazionale non autosufficienza inglobato nella Legge di Stabilità del 2014 devono essere ripartite equamente tra tutte le persone non autosufficienti con le stesse modalità senza che vi siano quote riservate a determinate patologie ed a copertura di spese di competenza del SSN. La vita di una persona affetta da tetraparesi vale quanto quella di un malato di SLA ,quella di un disabile cognitivo o/e mentale quanto quella di un bambino affetto da SMA o cieco.
3. Il diritto di vivere a casa propria è un diritto inalienabile: i diritti non appartengono esclusivamente a portatori di patologie specifiche ma riguardano TUTTI i cittadini che a causa di una condizione di disabilità hanno specifici bisogni di inclusione, di vita indipendente, di mobilità, d’istruzione, di accedere al lavoro ed alla vita sociale. Questi bisogni riguardano diritti esigibili ed inalienabili a prescindere, sanciti sia dalla costituzione che dalla carta dei diritti dell’uomo.
Lista Associazioni che aderiscono all’iniziativa
Associazione A.B.C. AVRP Sannio, Associazione per il ripristino del potenziale umano- Amici dei bambini cereblolesi
Associazione Akkuaria
Associazione Anterao
Associazione Aspiedavid Abruzzo Onlus
Associazione A.U.C.L.A
Associazione Disabili in Italia – Centro Informazioni
Associazione Donne per la Sicurezza Onlus
Associazione Nazionale Aperta/ Mente Il Mondo Interno Onlus
Associazione SOSH Solidarietà Organizzativa e Sociale per l’Handicap
Associazione Universo Autismo
Associazione Tutti a Scuola ONLUS
Carrozzine determinate Abruzzo
CISAL ENTI LOCALI E SERVIZI COMPONENTE CSA LIGURIA
Comitato 14 settembre
COMITATO DIMENSIONE DISABILI di Pomezia
Comitato Segratese per la vita indipendente
Comitato Valvobbia – I veri valori
Consulta delle Persone con Disabilità del Municipio 9 – Comune di Roma
Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili
F.D. Famiglie Disabili
Fondazione Villa Point
Genitori dell’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia
Genitori Tosti in Tutti i Posti ONLUS
Gruppo Volontariato Philadelphia-Ass. Bambini Cerebrolesi La Spezia ONLUS-
Ideapuglia
Movimento Disabili rinnovamento democratico
Sindacato S.F.I.D.A.
Sviluppamente

e i promotori di:
Ricorso Collettivo Nazionale per il riconoscimento del family Caregiver
Ricorso Collettivo Nazionale “stop al nuovo Isee”




DISABILI, ANZIANI E ISTITUTI RSA LAGER. “CARO SILVIO FAI QUALCOSA”

di Roberta Sibaud

Sono certa che l'esperienza del presidente Berlusconi non si concluderà con "disabili resi più abili o meno sofferenti e vecchi incredibilmente ringiovaniti” come scrive il Foglio, di certo la sua presenza apporterà dei miglioramenti considerata la generosità d’animo e il carattere estroverso dell'ex Premier, ammesso che per l’occasione l’istituto che lo accoglierà non l’abbiano tirato a lucido per l’occasione unica al mondo!!

E proprio questa esperienza forte mi auguro che farà valutare con altri occhi l’insensibile decisione presa dal suo Governo nel 2010 quando i rappresentanti del suo Governo decisero l'azzeramento del fondo per le non autosufficienze e che, malgrado la staffetta Monti-Letta-Renzi il fondo per le non autosufficienze continua ad essere a tutt'oggi non rifinanziato adeguatamente per assicurare l’erogazione costante dell’assistenza domiciliare, primario servizio alle persone con disabilità grave non autosufficienti.

Le regioni, le province autonome e i comuni, già in difficoltà per la crisi, sono gli enti delegati a reperire le risorse economiche necessarie per l'erogazione dei servizi assistenziali domiciliari che gli stessi comuni erogano alle persone con disabilità grave non autosufficienti.  Ho fiducia che il presidente Berlusconi possa comprendere quanto sia avvilente per una persona con disabilità o anziana, sopravvivere in istituto rsa lager invece che nella propria casa, tra le proprie mura amiche, confortato dall’affetto della famiglia e soprattutto quanto sarebbe il risparmio delle casse comunali di tutta Italia se concedessero l’assistenza indiretta o autogestita e il diritto di scegliere da chi essere assistiti. Preferire di restare a casa con una adeguata assistenza domiciliare indiretta o autogestita, rappresenta l’aiuto valido dello Stato alle tante famiglie Italiane con anziani e disabili gravi non autosufficienti e un gran risparmio per le casse comunali e regionali in quanto costa un decimo di quanto costano gli istituti rsa lager gestiti delle cooperative sociali le quali hanno il monopolio dall’assistenza domiciliare e delle case famiglia, ma non sopperiscono totalmente alle complesse esigenze di un anziano o un disabile. Per fare un esempio, 1 ora di assistenza di un operatore di cooperativa sociale costa alle casse del Comune di Roma circa € 22,80 e nelle tasche dell’operatore arrivano dalle 5/6 euro l’ora lorde.

Un operatore assunto direttamente dalla persona con disabilità grave non autosufficiente non costa € 22,80/ora. Un disabile grave non autosufficiente o un anziano vogliono vivere una vita degna di essere vissuta e non può “sopravvivere” in istituti rsa lager dove spesso sono oggetto di abusi e percosse (vedi Savona 12 arresti in una residenza protetta per persone con problemi neuropsichiatrici o le 18 RSA chiuse dai NAS).

Questi sono i motivi per i quali lottiamo per l'assistenza indiretta o autogestita in tutta italia! Nel contempo credo che tutti i politici dovrebbero vivere questa esperienza non come condanna ma come arricchimento personale; mi offende come disabile essere considerata uno strumento di condanna. Sicuramente una esperienza del genere, una volta poggiate le onorevoli terga sugli alti scranni, solleciterebbe qualcuno ad apportare sostanziali miglioramenti per far vivere con dignità la condizione di disabilità che coinvolge "democraticamente" ahimè, numerose famiglie italiane. Auguro a tutti di poter raggiungere dignitosamente la vecchiaia e il mio augurio va a tutti quei bambini con malattie degenerative orfani di cure ai quali viene negato il diritto alla salute e alla vita!

Sono convinta che se il presidente Berlusconi potesse vedere i peggioramenti dei bambini ai quali sono state interrotte dalla Lorenzin & Co. le infusioni di cellule staminali autorizzate agli Spedali Civili di Brescia, si attiverebbe per conoscere la verità di questa vergognosa ingiustizia!




ROMA: MEZZI PUBBLICI… MA NON PER TUTTI

di Christian Montagna

Roma
– Se prendere un autobus a Roma è già di per sé un' impresa, figuriamoci per una persona disabile cosa possa essere.

Mercoledi 20 Novembre in via Venti settembre, a Roma, sono stato chiamato a testimoniare l'ennesimo atto di ingiustizia: la signora Roberta che si stava recando alla manifestazione dei malati di SLA, si è dovuta affidare alla sensibilità e al buon senso dei passeggeri poiché l'autobus sul quale viaggiava era sprovvisto di pedana per consentire la salita e la discesa dal mezzo alle persone disabili.

"E' solo uno dei tantissimi casi- racconta Roberta – molto spesso le persone disabili sono costrette a dover rinunciare all'utilizzo dei mezzi pubblici in quanto le vetture sono stracolme e prive dello spazio per poter collocare il mezzo di sostegno. – Roberta prosegue nel racconto – Ma vi siete mai chiesti quanto tempo deve impiegare un disabile per raggiungere una destinazione se è sprovvisto di mezzi privati? A quanto pare  il Protocollo d'Intesa sottoscritto da Atac e Roma Capitale con le Associazioni delle persone con Disabilità al fine di proseguire in maniera organica e sistematica all'abbattimento di barriere architettoniche non è stato rispettato. Sul territorio urbano, sui mezzi pubblici, sui servizi sotterranei le barriere ci sono ancora e nessuno accenna ad abbatterle. Marciapiedi sprovvisti di scivoli e a volte troppo alti per essere scavalcati; spazi destinati ai disabili spesso occupati da ignari e indifferenti che non si preoccupano di chi è meno fortunato. Ed e' cosi che spesso ci si trova costretti all'utilizzo di taxi o vetture speciali a spese proprie. – Roberta conclude – Si sta limitando la libertà di chi già lotta per averne una".

Per vivere una vita autonoma una qualunque persona ha bisogno di potersi spostare agevolmente in ogni luogo e noi questo dobbiamo poterlo permettere. Come cita l'articolo 19 della Costituzione dell'ONU per i diritti delle persone con disabilità approvata nel dicembre 2006: "Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere,su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere; le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi necessari per consentire loro di vivere nella società e impedire che siano isolate o vittime di segregazione; i servizi e le strutture sociali destinati a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattati ai loro bisogni" . Ebbene è giunto il momento di lavorare per questo obiettivo: una ragionevole accessibilità. Auguro dunque a voi care Istituzioni una buona progettazione e soprattutto una imminente realizzazione di tutto ciò.