Il Consiglio di Stato: “Non ci sono fondi per la disabilità” dobbiamo limitare l’inclusione scolastica

Il titolo preannuncia una possibile “tragedia” che sta colpendo la dignità umana, questa è pura follia! L’inclusione della disabilità ha seguito un iter legislativo molto complesso che va consolidato ogni giorno con dei progetti validi a livello nazionale/europeo. Sentir parlare di limitare i fondi di bilancio che promuovono l’inclusione della disabilità è disfunzionale alla nostra etica morale.

La scuola italiana negli ultimi decenni si è impegnata sempre più in termini di inclusione, pertanto i “cantieri che si sono aperti” devono essere lavorati e non serrati. Sull’inclusione scolastica sono stati fatti numerosi studi, convegni e seminari; ad esempio l’Università Alma Mater di Bologna riconosce un grande merito al professore Andrea Canevaro, nonché il pioniere della prima cattedra di pedagogia speciale in Italia. Purtroppo, venuto a mancare da qualche anno, il professore Canevaro ha scritto i cardini su cui poggia la pedagogia speciale, ha studiato e fatto ricerca su molti punti chiave della disabilità: in particolare proprio sul concetto di inclusione.

È intervenuto con tecniche e strategie innovative tali da diffondere tre concetti chiave: il disabile non è diverso, ma tutti siamo uomini diversi, la consapevolezza dell’assenza di giudizio, il sostegno alla disabilità e le famiglie come fulcro del suo pensiero pedagogico.
Ostacolare oggi questi studi è come buttare una “mina” su tutto quello che è stato fatto da numerosi professionisti, insegnanti di sostegno e docenti. Inoltre, tutto quello che il Consiglio di Stato Italiano ha detto non ha fatto altro che creare malcontenti, delusioni e rabbia, nonché profonde ferite che colpiscono gli animi dei ragazzi/e, gli studiosi, le istituzioni e le famiglie stesse.
Il taglio dei fondi riguarderebbe non solo la disabilità certificata, ma anche le fragilità di alcuni ragazzi/e (i DSA e i BES). In tal caso, crollerebbe l’istituzione scuola, il ruolo degli insegnanti di sostegno e le progettazioni che si organizzano (es. i Piani Educativi Individualizzati).

Le famiglie sono molto preoccupate dopo la sentenza n° 1798/2024, poiché quest’ultima non riguarderebbe solo la violazione del diritto all’istruzione degli studenti disabili, ma anche di tanti altri servizi importanti come il trasposto, la riabilitazione e le cure. Le amministrazioni certificano, così, che il diritto allo studio per i disabili vale meno degli altri, riportando-ci ad un concetto terrificate: la discriminazione. Concetto, quest’ultimo, che non deve “esistere” in una repubblica democratica come l’Italia.

Se i fondi per l’assistenza scolastica stanno finendo, non bisogna certo infierire contro le situazioni più deboli. In tal caso si vanno ad infrangere i principi della nostra Costituzione Italiana quali, la dignità, l’uguaglianza, l’inclusione e le pari opportunità.

Pertanto, diciamo NO a questi possibili “tagli” ne va della nostra reputazione personale e collettiva.




Genzano, una giornata importante per tutti i ragazzi disabili dei Castelli Romani: presentato il progetto “Original Campus”

GENZANO (RM) – Una giornata speciale per tutti i ragazzi disabili del territorio dei Castelli Romani quella di ieri, che ha visto nascere il progetto “Original Campus”. A presentarlo sono state le associazioni OGO (original group onlus) e Obiettivo Persona a Genzano in un ambiente familiare dove circa 70 ospiti hanno messo a disposizione le loro conoscenze e la loro volontà di aiutare.

Il progetto “Original Campus” è già patrocinato dal Comune di Genzano di Roma e sostenuto da vari comuni tra cui quello di Albano Laziale, in prima linea nella formazione e nell’aiuto ai non normodotati e da molte associazioni tra le quali: La Terra dei Sogni, Associazione Primavera, Arti e Party, Gens Albana, Centro Arcipelago, solo per citarne alcune. Il progetto vuole essere un centro di formazione integrato, inclusivo e potenziato che possa riempire il gap esistente tra l’educazione scolastica ed il mondo del lavoro per i ragazzi disabili.

Sabrina Lorenzetti, “Mani, cervello e cuore del progetto” e mamma di un bambino “speciale”, spiega come sia importante l’apprendimento non attraverso un mero sostegno ma attraverso l’amicizia e l’integrazione che metta da parte il solito rapporto terapista-ragazzo andandolo a sostituire con il più proficuo rapporto Ragazzo-Ragazzo in cui anche il gioco- come spiega la psicoterapeuta Mirella Carosi – ha un ruolo importantissimo.

L’obiettivo di questa formazione integrata è l’acquisizione per normodotati, normodotati con BES e disabili di competenze specifiche che possano inserirli con l’aiuto di un tutor aziendale nel mondo lavorativo con una buona dose di indipendenza. Infatti a seguito della legge n. 68 del 1999, nasce la figura indispensabile del tutor aziendale che trova nel progetto Original Campus un laboratorio di preparazione didattica svolta da professionisti ( da qui la dicitura di corso potenziato).

L’associazione Original Group Onlus si autofinanzia attraverso quote associative e erogazioni liberali del 5×1000 grazie alle quali riesce a garantire un programma post-liceale pomeridiano caratterizzato da attività ludiche e uno spazio ante-meridiem come alternativa all’università che si organizza in tre steps:

-SAPERE: corsi di formazione da settembre a metà giugno per cinque volte a settimana dalle 8 e 30 alle 13 e 30;
-SAPER FARE con attività volte all’acquisizione di indipendenza quotidiana con servizi mensa autogestiti che si incrementeranno anche con il sabato mattina;
-SAPER ESSERE: la persona progredisce e mette da parte l’handicap, diviene consapevole e completa vivendo come protagonista la sua vita.

Infatti, tiene a sottolineare la professoressa Carosi come il modello di società cui ispirarsi non deve essere assolutamente paternalistica e buonista bensì di semplice rispetto dei diritti e doveri del cittadino. Una società di uguali tra diversi in cui non esiste il concetto di normalità e anormalità ormai superato dall’utilizzo dell’intelligenza nel senso di guardarsi dentro e poi saltare nell’altro.

Molto è ancora da fare per rendere effettiva l’integrazione dei ragazzi disabili anche a livello istituzionale, ma realtà come quella di Original Campus in cui ognuno porta una propria esperienza senza riceverne niente in cambio se non l’incontro puramente umano, sono un ottimo punto di partenza per rivoluzionare il concetto di integrazione che ora si fa double face ( integrazione disabili e potenziamento normodotati) e quello di cultura generale del sostegno fine a sé stesso.

Per coloro che vedono in Original Campus una forza nuova da cui partire può riferirsi all’e-mail originalcampuspro@gmail.com

Gianpaolo Plini




ROMA, ASSOTUTELA: “LA ASL ROMA D ABBANDONA I DISABILI DELL’ANFFAS”

Redazione

Roma – “Ė vergognoso il trattamento riservato all’Anffas dalla Asl Roma D – protesta il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato – le casse della storica associazione di volontari che assiste i disabili sono in rosso per colpa dell’incompetenza dell’azienda sanitaria e della Regione Lazio, complice in questa storia di ordinaria inadempienza”.

Da mesi la Asl dovrebbe liquidare le spese sostenute per il progetto autismo, che ammontano a 200 mila euro tra soggiorni e trasporti, in più sono sospese le fatturazioni di quattro mesi, in quanto la Asl le liquida a 120 giorni. “Ė inaudito – continua il presidente – che un’associazione con cui l’azienda ha in corso una convenzione, sia messa in difficoltà alla vigilia di un convegno di livello mondiale sull’autismo”.

Il 13 e 14 giugno infatti si svolgerà ad Ostia un congresso con esperti internazionali, alla presenza del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin e del governatore regionale Nicola Zingaretti ma da gennaio di quest’anno, prima a causa della mancanza di una firma sulla determina regionale, poi per ritardi imputabili al periodo elettorale, i 30 ragazzi autistici, seguiti da Anffas Ostia, il collaborazione con il servizio di Terapia e riabilitazione in età evolutiva della Asl del litorale (Tsmree), rischiano di vedersi dimezzare, se non ridurre del tutto, l’assistenza per difficoltà economiche.

Il progetto per i ragazzi autistici partì nel 2007 grazie all’apporto dei volontari di Anffas Ostia; nel 2011 fu stipulata una convenzione con l’Asl Roma D e, con delibere e determinazioni dirigenziali della Regione Lazio, dal 2010 sono stati stanziati 314 mila euro l’anno per l’assistenza, sulla base di quanto stabilito dall’art. 26 della legge 833/78 di riforma sanitaria. “Ė ora che i fondi arrivino ai legittimi destinatari – conclude Maritato – in caso contrario, la nostra associazione valuterà tutte le azioni possibili da perseguire per vedere tutelato il diritto alla salute e all’assistenza dei disabili”. 

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Redazione

Roma – “Cateteri, carrozzine, traverse, sacche per stomizzati. Sono i cosiddetti presidi e ausili sanitari che migliorano la vita di pazienti che hanno subito interventi fortemente invalidanti. Dalla loro qualità dipende la qualità della vita di molte persone ma ai vertici della Asl Roma B e della Regione Lazio questo sembra sfuggire”. Ė la denuncia che parte dal presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che mette in luce una situazione insostenibile: le gare al massimo ribasso, i tagli sulla pelle dei cittadini, e ancor peggio, dei cittadini malati “il cui diritto alla salute – continua Maritato – è barattato in cambio di risparmi che vanno a migliorare i premi di produzione di qualche dirigente e il bilancio aziendale, con buona pace della persone che soffrono”. Da alcuni mesi stanno arrivando all’associazione di tutela dei diritti dei cittadini numerose segnalazioni indirizzate, il più delle volte, anche alla Regione Lazio “il cui nuovo corso – tuona il presidente – sembra esaurirsi soltanto in annunci ad effetto. Nei fatti, la situazione dei malati è sotto gli occhi di tutti”.    Sembra che la ditta fornitrice della Roma B – cui afferisce il più ampio bacino di utenza di tutta Roma – scarseggi nella fornitura, provocando ritardi insostenibili e distribuendo cateteri rigidi che provocano sanguinamento, traverse che non assorbono alcunché facilitando processi di decubito negli allettati e sacche per stomia che perdono pezzi ogni momento. “Sono mesi che pazienti e famiglie attendono un cambio di rotta – conclude Maritato – ma l’incontinenza non può attendere”.