Salvini, #andiamoagovernare: “Di Maio torni a sedersi con il centrodestra o elezioni entro l’estate”

Dopo il termine del secondo round di consultazioni si attende la riunione della direzione del Pd fissata per il 3 maggio. Intanto nel centrodestra Matteo Salvini fa un nuovo appello al dialogo a Di Maio. “La mia parola – sottolinea a Radio 1 a ‘Gioco a premier’ – vale più delle ambizioni di Di Maio. Io non riuscirei a fare quello che fa Di Maio un giorno parla con la Lega e il giorno dopo parla con il Pd. Io rispetto gli elettori. Spero che Di Maio faccia un bagno di umiltà e torni a sedersi al tavolo del Centrodestra“. “Se dovessi scommettere un euro – aggiunge – scommetterei su un governo che rispetti il voto del 4 marzo quindi con centrodestra e 5 stelle. Se così non fosse: elezioni, anche prima di ottobre”. “Anche con la legge elettorale invariata – continua Salvini – il centrodestra vincerebbe. Tanto lo sanno tutti che Renzi e Di Maio non c’azzeccano l’uno con l’altro”.

Il leader del Carroccio ha comunque ribadito in mattinata la fedeltà al centrodestra. “Sono storie inventate da chi ha interesse a inventarle”, commenta Berlusconi. “I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? – dice Salvini mentre è in Friuli in campagna elettorale per le regionali – Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra”.

“Lasciare Berlusconi – ha sottolineato – non è l’unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi”. “Se Mattarella regala agli italiani – ha detto ancora – una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana”, ha aggiunto Salvini “e così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano”.

E poi ha ribadito l’importanza di vincere in Friuli Venezia Giulia

 

“Non mi sento assolutamente minacciato – ha detto ancora replicando alle affermazioni di ieri di Di Maio – dalle tv di Berlusconi. Ognuno è libero di scrivere o raccontare quello che vuole: non penso che in Italia ci siano rischi di questo tipo”, ha aggiunto.

“Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle – ha concluso – sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani”. “Fossi un elettore dei Cinquestelle avrei o problemi o vergogna: però ognuno fa le proprie scelte”.

“Se le cose vanno come devono andare mi impegno ad andare al governo più in fretta possibile – ha detto poi Salvini parlando a Udine –. Unica cosa che non posso impegnarmi a garantire è la salvezza dell’Udinese e il Milan in Europa”. “Ho ambizione sciocca e fuori moda di dare agli italiani un governo che rispecchia il voto degli italiani. Prima vengono gli italiani, poi viene il resto del mondo. Mano libera alle forze dell’ordine per fare il loro lavoro. Non sarà facilissimo ma sono convinto che ce la possiamo fare”.

Non credo ad un accordo tra Pd e M5S, per il Pd sarebbe l’inizio della fine”, ha detto anche Berlusconi a Trieste. Cosa succede? “secondo me succede che il centrodestra torna in Parlamento con un proprio governo per ottenere anche altri voti oltre ai suoi e magari” arrivare alla fiducia “attraverso delle astensioni”. Dice il Cav ribadendo che “non c’è nessuna possibilità di un accordo con il M5S”. “Io non ho posto veti ma Di Maio ha detto che sono il male assoluto e non vuole neanche dei ministri di area”. Cosa deve fare il presidente Sergio Mattarella? “Ho piena fiducia in Mattarella ma secondo me la cosa più logica sarebbe consentire al centrodestra di andare in Parlamento” per ottenere la fiducia ad un suo governo. “Succede in altri Paesi, non vedo perché non debba succedere qui”.

“Sarebbe un male tornare al voto. Chi ha vinto queste elezioni ha il diritto e il dovere di fare un governo”. Cosa mi auguro per l’Italia? “Che ci sia un governo democratico e competente”, aggiunge Berlusconi parlando ai cronisti dal Municipio della città, dove si è recato con il sindaco Dipiazza.




Il non governo Centrodestra-M5s: scelta irresponsabile e puerile sulla pelle del Popolo

L’autorità che gli Italiani hanno delegato ai Cinque Stelle evidentemente è stata fraintesa. Avere il primo partito in Italia comporta una grossa responsabilità, esattamente quella di creare un clima di distensione per concertare la gestione della cosa pubblica, le antipatie personali, pur motivate, vanno lasciate da parte. Se Berlusconi ha un trascorso non entusiasmante sotto il profilo giudiziario – sentenze che se riferite ad una persona ‘comune’ farebbero venire i brividi – nondimeno il paventato accordo con un PD che non è da meno sotto il profilo della liceità dei suoi appartenenti, rimetterebbe in gioco un partito mandato a casa a furor di popolo dagli Italiani, e questo non deporrebbe a favore del Movimento Cinque Stelle.

Insistere puerilmente su alcune regole oggi non più ragionevoli, anche se accettabili in via di principio, toglie significato a ciò che vuol dire ‘politica’, cioè l’arte della mediazione

Era parso ieri, ad un certo punto, che ci fosse la possibilità, procurata dai colloqui con la Casellati, che Berlusconi facesse il famoso ‘passo di lato’, accettando un appoggio esterno al governo Cinque Stelle e Lega, insieme alla Meloni, visto che Di Maio caparbiamente – ma non altrettanto ragionevolmente – insiste a voler fare un accordo solo con Salvini. Questo, fra forni e fornetti, è saltato. Lapidaria la frase gonfia d’orgoglio di un Cavaliere al tramonto: “Non facciamo i servi – o i portatori d’acqua – a nessuno.” Anche queste posizioni dovrebbero trovare un ammorbidimento, in questo dialogo fra sordi. Ma nulla.

Stamattina, fuori di Palazzo Grazioli, la Ronzulli ha dichiarato che anche per FI il tempo è scaduto

Nessuno – e questo è storico – si preoccupa del cittadino ‘comune’, come amano definirci, visto che loro ‘comuni’ non sono, ma ‘speciali’. Dov’è quella bellissima poesia di Totò, “’A livella”? Il progetto adombrato avrebbe potuto salvare i proverbiali capra e cavoli: governo Di Maio-Salvini, FI e FdI in appoggio esterno, e tanti saluti al PD, che nel frattempo ha dichiarato, per bocca dei suoi maggiorenti che ‘non sono la ruota di scorta di nessuno’. Intanto nessuno di loro ha calcolato che anche i cittadini ‘comuni’ si sono stufati di questo gioco ai quattro cantoni, e che questo avrà serie ripercussioni sul prossimo voto, speriamo non troppo in là, giusto per rimettere le cose a posto. Ormai il M5S agli occhi degli elettori è diventato il Partito degli inconcludenti, e certamente se si andasse a votare ad ottobre non riceverebbero lo stesso numero di consensi, nonostante i sondaggi. Il volto di Di Maio in TV è diventato antipatico, mentre ha guadagnato in simpatia quello di Salvini, pur non essendo bellissimo – magari la Isoardi la pensa diversamente… – perché ciò che comunica è la volontà di fare.

Oggi ultimo giro di consultazioni della Casellati

Non siamo ottimisti, come invece appariva ieri Salvini nelle sue dichiarazioni, che facevano pensare appunto ad una svolta. Due muri non s’incontrano, ma possono crollare. Berlusconi e Di Maio se ne sono dette di tutti i colori, entrando nel personale, e questo ha creato una barriera insormontabile. A meno che uno dei due decida di stringere la mano all’altro, guadagnando sicuramente in immagine, da spendere per la prossima tornata elettorale, ci auguriamo con un’altra legge. Quello che la stizza impedisce ai due nemici – non più avversari politici – di vedere, è il ritorno di consensi che genererebbe un gesto di distensione. Se questo è impedito a Di Maio per la sua inesperienza e giovane età, non altrettanto dovrebbe essere per un Berlusconi che nella sua vita non ha fatto altro che il mediatore a tutto campo, ottenendo significativi successi sia nell’imprenditoria che nella politica.

Intanto il popolo sta a guardare

E viene a mente una poesia di Trilussa, a proposito dell’incontro di due re, su di una nave, al largo,con tutto il popolo che li osannava dalla riva, pensando che stessero trattando importanti argomenti per il bene del popolo tutto. Il primo re, dopo aver rassicurato il suo amico sulla salute della regina e del principino, alla domanda del secondo, che chiedeva come stesse e cosa facesse il suo popolo, rispondeva ‘er popolo se gratta’. Anche per la nazione il tempo è finito, fra liti e litarelle da cortile. Ora sarebbe il momento della serietà e della concretezza, perché quella responsabilità che ognuno vorrebbe fosse dell’altro, alla fine pesa sulla schiena di chi i voti ha voluto, cercato e ricevuto. Ora sappiano farne buon uso. Come mostra la defaillance del PD, il popolo, anche se immediatamente non può reagire, ha buona memoria.

Roberto Ragone




Governo, pentalega: prove di intesa tra Salvini e Di Maio

Continuano i segnali d’intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Fonti interne al Movimento 5 Stelle fanno sapere che i due leader hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno parlato del comune obiettivo di rendere operative al più presto le due Camere. A tal fine il candidato premier M5s e il segretario della Lega hanno concordato di votare giovedì alla presidenza della commissione speciale della Camera il deputato del Carroccio Nicola Molteni.

Salvini non ha però mancato di lanciare una nuova frecciata all’esponente 5 Stelle, scrivendo su Facebook che “deve scendere dal piedistallo, non può continuare a dire io io io. Noi diciamo noi, e voi, con umiltà, buonsenso e la voglia di cominciare a lavorare prima possibile. Se mi accorgessi che non vogliono cambiare nulla, io dirò, torniamo al voto, torniamo ad ascoltare voi”.

Martina: “Paese appeso alle liti M5s-Lega sul governo” – “Salvini e Di Maio comunicano su carta intestata comune Lega e 5 Stelle l’accordo spartitorio dell’ennesima poltrona: quella della presidenza della Commissione speciale alla Camera, dopo aver già fatto la stessa cosa al Senato. Tutto questo mentre il Paese rimane appeso ai loro litigi sulle prospettive di governo”, ha commentato il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina.




Governo, Di Maio dice no a incontro con Salvini prima delle nuove consultazioni

Il presidente Mattarella si appresta al nuovo giro di consultazioni nel tentativo di formare un governo. Si terrà giovedì e venerdì il secondo turno di incontri davanti al Presidente della Repubblica, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari. Giovedì dovrebbero andare davanti a Mattarella le forze politiche mentre venerdì sarà il turno dei presidenti delle Camere e del Presidente emerito Giorgio Napolitano.

Di Maio: per ora non incontro Salvini

Vedere Matteo Salvini prima di salire al Colle per il secondo giro di consultazioni? La questione “è molto semplice: ci vediamo per fare cosa? Dobbiamo chiarire un paio di premesse, e valgono sia per il Pd sia per la Lega. Prima di tutto, qualunque tipo di contratto di governo partirà dai nostri temi. Poi inizierà la contrattazione con gli altri”. È il nuovo rilancio del capo politico e candidato premier del Movimento cinque stelle, Luigi Di Maio, in un’intervista al Fatto Quotidiano. Su possibili incontri con il leader della Lega, “vediamo, ma se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve”, chiarisce: “io non voglio far saltare il tavolo, né con Lega né con il Pd – assicura – E voglio agevolare il lavoro del Presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Ma dobbiamo arrivare agli incontri con le condizioni giuste”. Quanto all’apertura ai Dem, il leader M5s spiega di rivolgersi “a tutto il Pd, come a tutta la Lega. Chiunque sottoscriverà il contratto di governo, dovrà garantire per tutto il suo partito. Non voglio spaccare nessuna forza politica o incentivare rotture”.

Flick: clima elettorale non appropriato

Tra i “papabili” come premier, in caso di passo indietro dello stesso Di Maio e di Matteo Salvini, c’è l’ex Presidente della Consulta, Giovanni Maria Flick, che in un’intervista a RaiNews24 nota che per la formazione del governo “c’è una trattativa politica che è più adatta a un clima pre-elettorale” ma “le elezioni sono finite, sembra che qualcuno non se ne accorga, si continua a fare un discorso politico che non è in sintonia con il momento attuale”. Flick ha aggiunto che “i nostri padri e nonni non parlavano di contratti quando scrissero la Costituzione che era un bel compromesso, non un inciucio, non vedo perché dobbiamo parlarne adesso. Non riesco a capire un atteggiamento di questo genere ma forse sono demodé”.

Meloni: esempio è l’Ungheria di Orban

E la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, per parlare della situazione italiana parte dal risultato delle elezioni ungheresi che hanno visto ancora un trionfo di Viktor Orban, che vince “perché fa gli interessi del suo popolo, perché difende l’identità cristiana dell’Europa, dice no al processo di islamizzazione forzata e non ha paura di combattere contro la speculazione finanziaria”. Oltre a questo, aggiunge Meloni, “negli ultimi anni Orban ha investito miliardi per il sostegno delle famiglie, delle fasce deboli e non risponde ai diktat del globalismo imperante”. Il leader ungherese è quindi il modello da seguire e deve diventare “un esempio anche per l’intero centrodestra italiano”, mentre “non si capisce nulla di quello che pensa il M5s. Dice tutto e il contrario di tutto”.




Di Maio strizza l’occhio al Pd: “Sotterriamo l’ascia di guerra”

“Io non sto rinnegando le nostre idee né le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. Credo però che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l’ascia di guerra”. Così il leader M5S Luigi Di Maio, si rivolge al Partito Democratico, in un’intervista in apertura di Repubblica. Sottolinea di non aver mai posto veti su Renzi, ma di aver invece “sempre contestato la linea di chiusura decisa dal Pd all’indomani delle elezioni”, e ribadisce, quindi, la sua proposta di un ‘contratto’ di governo: “Sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro”.

La reazione nei confronti della volontà di Salvini di andare al Colle con Berlusconi e Meloni. Salvini deve scegliere tra il cambiamento e il riportare indietro l’Italia con Berlusconi. E’ questo, secondo quanto apprende l’Ansa, il commento che filtra dai vertici M5S sulla decisione – accolta da Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi – del leader della Lega di andare al Colle come unica delegazione del centrodestra. Una mossa, si spiega dai vertici del Movimento, con cui oggi Salvini ha messo se stesso e tutto il centrodestra all’angolo.




Governo, Di Maio vuole contrattualizzare la Lega o il Pd

Si apre la fase cruciale delle consultazioni Siamo entrati nella fase cruciale della formazione del nuovo governo. Di Maio e Salvini al centro della scena tessono alleanze, vagliano possibili accordi. Trapelano indiscrezioni sul fatto che Di Maio avrebbe lanciato l’ipotesi di un contratto da sottoscrivere con la Lega o con il PD, con la tassativa esclusione di Forza Italia.

Il contratto ipotizzato da Di Maio è il modello sottoscritto in Germania da SPD e CDU in cui vengono individuati i punti del programma che l’esecutivo dovrà attuare. Immediate le reazioni: Andrea Marcucci, capogruppo del PD a Palazzo Madama ha respinto la proposta al mittente definendola “irricevibile”.

Marcucci ha aggiunto “ Non siamo disponibili a alcun accordo di governo che preveda Salvini o Di Maio premier”. Maria Stella Gelmini, capogruppo di FI alla Camera ha precisato che è Forza Italia a non essere disponibile a accordi con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori hanno attribuito a Berlusconi che in questi anni è stato votato da milioni di cittadini.

Salvini fa sapere che non condivide l’apertura di Di Maio al PD, bocciato inesorabilmente dagli elettori:”A differenza dei 5Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani. La coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5Stelle ma senza subire veti o imposizioni”.

Resta l’incognita della personalità politica alla quale il Presidente della Repubblica darà l’incarico. L’Italia ha davvero necessità di un governo che possa prendersi cura delle numerose, pressanti esigenze che richiedono da tempo soluzioni adeguate. E questa volta di un governo che si formi nel rispetto della volontà manifestata dagli elettori.

Susanna Donatella Campione




Tensione Lega – M5S: Di Maio e Salvini sempre più lontani

Io al Colle vado da solo. Così ha scelto il centrodestra, per la prima volta va bene così…poi vediamo…”. Così Matteo Salvini, parlando al Senato, conferma che il centrodestra andrà alle consultazioni con delegazioni distinte.

“Ma da solo – ha detto ancora – Di Maio dove va…Voglio vederlo trovare 90 voti in giro, che dalla sera alla mattina si convincono. E poi 50 voti sono molti meno di 90”.

Il leader del Carroccio ha commentato anche la votazione degli uffici di presidenza in corso al Senato.  “I Cinque Stelle puntano i piedi? E’ un dibattito che non mi appassiona…Noi andiamo avanti per la nostra strada con tranquillità e responsabilità: oggi al Senato, domani alla Camera, per far partire il Parlamento”. Così Matteo Salvini, parlando al Senato circa le trattative tra i partiti per gli uffici di presidenza. Il segretario leghista ne ha anche per il Pd: “Cinque anni fa si presero le due presidenze, noi non stiamo facendo lo stesso. Per questo – conclude – ora non si possono imporre…”.

“Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!“, ha twittato Luigi Di Maio.

“I voti del Pd non sono a disposizione. Decidiamo noi”, ha risposto il capogruppo Pd Graziano Delrio, interpellato dall’ANSA all’uscita dalla Camera sulle dichiarazioni di Salvini e Di Maio sui voti Dem per la formazione di un governo.

“Il Partito Democratico di certo non parteciperà a nessun incontro sui programmi con altri in questi giorni – ha detto il segretario reggente del Partito Democratico Maurizio Martina –. Noi attendiamo con rispetto prima di tutto le consultazioni del Presidente della Repubblica”.

E’ una sorta di ripicca, il solito Pd che pensa prima alle poltrone che all’interesse del Paese. E’ questo il commento – apprende l’ANSA – che filtra dal M5S sul ‘no’ del Pd all’incontro sul programma, annunciato dal reggente Dem Maurizio Martina. Un ‘no’ che il M5S quindi lega – si sottolinea – allo scontro tra Dem e pentastellati su vicepresidenze e questori a Camera e al Senato.

“Non vado a un incarico al buio…Io vado se c’è una possibilità di dare un governo in breve tempo agli italiani”, ha detto ancora Salvini, su Radio 105.




Lega avvicina M5S: Di Maio e Salvini e verso un accordo sulle Camere

Salvini potrebbe vagliare l’ipotesi di formare un governo con Di Maio. La guerra di posizione in atto nel centrodestra tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi riapre i giochi sugli accordi per le nomine alla presidenza delle Camera ma anche nuovi possibili scenari di governo, o per un ritorno pilotato alle urne dopo il via libera ad una nuova legge elettorale. Di Maio e Salvini sembrano sempre più voler avvicinare le loro posizioni. Anche se in serata il leader M5s rivendica con nettezza la presidenza della Camera ai pentastellati: “siamo la prima forza del Paese”, ricorda.

E’ però il leader della Lega ad assumere l’iniziativa rompendo gli indugi per formalizzare il dialogo con i 5 Stelle. In serata chiama Di Maio per una prima presa di contatto. “Abbiamo concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due Camere nel rispetto del voto degli italiani”, spiega Salvini che, subito dopo, chiama Maurizio Martina e Pietro Grasso sottolineando loro la volontà di rendere operativo il Parlamento il più presto possibile. “Ho il mandato della coalizione a sentire gli altri segretari sulle Presidenze delle Camere”. Ma, spiega, “i ragionamenti sugli organismi di garanzia sono slegati da ragionamenti sul governo”.

Ragionamenti a cui, tuttavia, non si sottrae: il punto di partenza è un “no a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi, Minniti”. Tutto il resto è possibile. Intanto da Silvio Berlusconi arriva uno stop a M5s. “Ho aperto la porta per cacciarli via”, replica il leader di FI arrivando alla Camera per l’assemblea dei gruppi a chi gli chiede se avesse aperto all’ipotesi di un governo con i Cinque Stelle.

 

Il post di Di Maio

“Ieri, poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza”. Lo scrive sul blog del M5S il suo capo politico, Luigi Di Maio. Lo scambio tra i due leader, in sintesi, li ha visti riconoscersi reciprocamente la vittoria che però passa, secondo Di Maio, attraverso “l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati” in quanto l’M5S è “la prima forza politica del Paese”.

“Ho ricordato a Salvini – si legge nel post di Di Maio – che il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta – sottolinea – e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati. Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall’Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l’abolizione dei vitalizi e tanto altro”. Anche Salvini, conclude Di Maio, “ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, e io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega”.




M5S, Di Maio scopre le carte: ecco i ministri

Pasquale Tridico, economista e docente all’università di Roma tre, al Lavoro; Alessandra Pesce, ex dirigente del ministero dell’Agricoltura e capo della segreteria tecnica con il vice ministro Andrea Olivero all’Agricoltura e Giuseppe Conte, professore di diritto privato, alla ‘Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia’. Sono i nuovi nomi di ministri indicati dal leader M5s Luigi Di Maio, secondo l’anticipazione di alcuni siti giornalistici, confermati da fonti parlamentari. Stamattina, a quanto apprende l’ANSA, il candidato premier M5S Luigi Di Maio ha riunito per la prima volta la squadra dei ministri da proporre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al centro di questa sorta di “consiglio dei ministri” pentastellato i programmi e gli obiettivi del potenziale governo del Movimento. L’incontro, tra l’altro, è servito anche ai candidati ministri per conoscersi. “Con questa squadra possiamo cambiare davvero il Paese”, ha spiegato uno dei partecipanti all’incontro secondo quanto riferito da fonti pentastellate. Di Maio è atterrato in mattinata da Palermo, dopo il comizio di ieri sera, e fino al primo pomeriggio è rimasto alla Camera dei deputati.

Gentiloni, surreale governo ombra M5s “La posta in gioco di queste elezioni di domenica è paragonabile a una scelta di campo, dirimente: a guardare la campagna elettorale non sembra. Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c’è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima delle elezioni”. Lo dice Paolo Gentiloni nel suo intervento al cinema Adriano di Roma.

Di Maio, Fioramonti ministro Sviluppo economico – “Allo Sviluppo economico una eccellenza italiana di grande competenza come il professore di Economia politica all’Università sudafricana di Pretoria Lorenzo Fioramonti”. Lo annuncia il leader del M5s, Luigi Di Maio, in una intervista al Corriere della Sera, che sull’ipotesi governo di scopo precisa: “Nel nostro contratto saranno indicate le cose da realizzare per il Paese e i tempi entro cui farle”. Per quanto riguarda i temi su cui proporre un accordo, di Maio spiega che sono quelli “su cui a parole tutti dicono di volersi impegnare: ridurre le tasse, tagliare gli sprechi, dare soldi alle famiglie, alzare la pensione minima, ridurre fortemente la disoccupazione giovanile”. “Mi risulta – dice poi Di Maio sulla presentazione al Colle nei giorni scorsi della lista dei ministri – che al Quirinale non vi è stata alcuna irritazione. La mia scelta di comunicare la nostra proposta di squadra di governo è stata un atto di cortesia dettata proprio dalla consapevolezza e dal massimo rispetto delle prerogative del presidente”. “Grillo non è mai stato assente – rimarca quindi -, ha ripreso i suoi spettacoli e la sua attività ma ci siamo sentiti spesso e venerdì sarà con noi a Piazza del Popolo”. Infine, alla domanda se il Movimento non abbia fatto troppi errori nella composizione delle liste, di Maio risponde: “Intanto diciamo che si tratta di meno dell’1% di casi. Nella maggior parte si è trattato di persone che ci avevano omesso informazioni del loro passato che sono trascurabili per gli altri partiti ma non per noi che abbiamo un codice etico ferreo. Un codice di cui io sono fiero perché garantisce ai cittadini la massima trasparenza sui nostri eletti”.

Fioramonti, a Mise approccio nuovo a sviluppo sostenibile – “Accetto con orgoglio la candidatura a Ministro dello Sviluppo Economico resa pubblica da Luigi Di Maio oggi. Sono cosciente della grande responsabilità che pertiene all’incarico e dell’importanza di un approccio nuovo allo sviluppo sostenibile per il Paese. Finalmente la possibilità di mettere in pratica ricerche che conduco da oltre un decennio. #loradelriscatto”. Lo afferma, in un post su facebook, Lorenzo Fioramonti, indicato dal candidato premier M5S Luigi Di Maio come “ministro ombra” allo Sviluppo Economico.

F.Boccia, Fioramonti? Qualità di vita in Bilancio grazie Pd – “Lorenzo Fioramonti? Bravo, ma teorizza cose che abbiamo già introdotto nella legge di Bilancio. Qualcuno nel M5S gli dica che hanno già votato la nostra proposta. Se sono in buona fede ci aiutino ad andare avanti”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e capolista a Montecitorio nel collegio plurinominale del Salento, a margine di una visita all’area industriale di Lecce. “Inserire il Bes nel Bilancio dello Stato – continua – è stata una vera innovazione culturale, che nasce con il lavoro straordinario svolto dall’Istat con Enrico Giovannini prima e con Giorgio Alleva poi. Con il passaggio a 12 indicatori dal prossimo Def si entrerà a regime, anche perché faranno ingresso parametri chiave come quello sulle disuguaglianze, sul consumo di suolo o sulla dispersione scolastica. Non è stato semplice vincere le resistenze dei ‘cultori del Pil’, ma possiamo dire di esserci riusciti con i fatti”.




M5S, Di Maio presenta i candidati esterni e attacca: “FI e Lega si rubano i voti a vicenda”

ROMA – Luigi Di Maio presenta a Roma i candidati “esterni” del M5S ai collegi uninominali. “Oggi è un giorno d’orgoglio e felicità, vi presenterò le persone che hanno risposto al nostro appello e sono tutti delle eccellenze nei loro ambiti. Il nostro obiettivo è dare all’Italia il miglior gruppo parlamentare che abbia mai avuto. Oggi vi presento un gruppo di supercompetenti che incarnano testa e cuore”.

Ci siamo! In diretta da Roma per presentare i candidati del MoVimento 5 Stelle nei collegi uninominali. Collegatevi!

Pubblicato da Luigi Di Maio su Lunedì 29 gennaio 2018

“In queste ore in tutte le Regioni d’Italia i nostri delegati stanno presentando le liste per le Politiche. I collegi uninominali li abbiamo messi a disposizione per tutti quelli che volevano mettersi in gioco con noi. domani mattina presenterò questi candidati, una squadra incredibile, c’è un tale che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi ci sono presidenti di ordini professionali, c’è un ammiraglio, c’è un capitano dell’esercito, ci docenti universitari, imprenditori, c’è il presidente del Potenza Calcio, lucano dell’anno”, Lo afferma in un video su fb il candidato premier M5S Luigi Di Maio.

“Per gli altri – sottolinea -la composizione delle liste è stata un’esperienza devastante, e cito Matteo Renzi. Per noi è stata un’esperienza entusiasmante che ci ha permesso di portare a bordo del M5S tanta gente nuova, di cui dobbiamo essere orgogliosi della cui disponibilità siamo onorati”. “La campagna sta andando bene, sono arrivati quasi 500mila euro di donazioni ma continuate”, sottolinea ancora Di Maio che mostra gli ultimi sondaggi di Ixé che mostrano il M5S in crescita. E, in merito ai sondaggi Di Maio osserva: “FI e Lega si rubano i voti a vicenda, il centrodestra è una grande allucinazione, quando cresce il partito di Berlusconi cala quello di Salvini e viceversa. Gli unici che crescono anche quando aumenta l’affluenza al voto siamo noi. I prossimi trenta giorni valgono i prossimi dieci anni”.




M5S, Di Maio nuovo leader e candidato: “Cambieremo l’italia”

Luigi Di Maio candidato premier e leader movimento dopo le primarie online M5s. L’esito della consultazione è stato comunicato a Rimini. “La responsabilità che mi avete affidato – ha detto il vice presidente della Camera –  è grande ma tutti insieme ce la possiamo fare perché noi siamo il M5S e non dobbiamo mai dimenticarlo”. “Porterò avanti il mio ruolo con disciplina e onore”, aggiunge. “Il nostro sarà il governo della riscossa degli italiani. Formeremo una squadra di governo di cui essere orgogliosi”.  Alle prossime elezioni “gli italiani dovranno scegliere tra vivere e sopravvivere“.

Meno di 40 mila votanti segnano il passaggio epocale del M5S. E Grillo, che tra un blues e un altro sembra vibrare della sua libertà riconquistata di uomo di spettacolo, lo sintetizza emozionato così: «Prima abbiamo liberato la rabbia con un urlo e il nostro diritto al grido. E ora stiamo andando verso una nuova dimensione e tra gridare e il futuro ci vuole un detonatore…». Quel detonatore si chiama Di Maio, 31 anni, da Pomigliano d’Arco, vicepresidente della Camera e da ieri non solo candidato premier, ma anche capo politico. Ancora la risata rivelatrice di Grillo: «Da domani il capo politico del M5S non avrà più il mio indirizzo. Le denunce non arriveranno più a casa mia…eh, eh, eh…Sono cazzi tuoi Luigi». Grillo tornerà ai suoi show, finalmente sgravato – spera – dai ricorsi che lo hanno sommerso in questi anni per colpa di uno statuto che non c’è e di regole troppo ballerine. È soprattutto per questo che ha abdicato. Ma non se ne andrà del tutto. Resterà garante, padre nobile, un genitore che tiene d’occhio i figli da casa. «Io non so dove stiamo andando ma non posso uscire dal Movimento perché è nel mio dna».

 

I geni si ereditano ma per Di Maio non sarà semplice. Il suo è già il discorso di un candidato pronto alla sfida. Sminuisce il flop dei voti sul sistema Rousseau, «perché sono i milioni di voti degli italiani che ci servono per vincere». Annuncia di voler abbattere la legge elettorale in discussione alla Camera, il Rosatellum Bis, «fatta per trasformare il primo partito nel Paese, il M5S, nell’ultimo in Parlamento». Promette «una squadra di governo di capaci», prima delle elezioni, e assicura di essere cosciente «che il compito che mi è stato affidato non è di cambiare il M5s, ma di cambiare il Paese». «Non possiamo illuderci di governare il Paese solo con chi ci vota, ma abbiamo il dovere di coinvolgere tutti coloro che non ci hanno votato. Noi non siamo entrati nelle istituzioni per impadronircene».