CITTA' METROPOLITANE E PROVINCE: L'OBIETTIVO E' CANCELLARE MIGLIAIA DI AMMINISTRATORI LOCALI

di Donato Robilotta – Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio

Città Metropolitane e Province – Purtroppo la Camera dei Deputati ha approvato un testo di legge, il cosiddetto ddl Del Rio, in merito alla trasformazione delle Province e alla istituzione delle città Metropolitane, che è un vero e proprio obbrobrio giuridico, e se venisse approvato dal Senato convocherò subito il Consiglio delle Autonomie locali per chiedere alla Regione di impugnarlo davanti alla Corte.

Pur di inseguire un messaggio populista, essendo ormai chiaro che il provvedimento porterà solo caos istituzionale e aumento dei costi e dei centri di spesa, il Parlamento non tiene conto delle precedenti sentenze della Corte e modifica l’assetto istituzionale delle Province senza prima aver modificato la Costituzione.

E’ paradossale che nel momento in cui si tenta di sopprimere le Province, perché ritenute enti inutili, si costituiscono città Metropolitane che non hanno niente più a che vedere con il disegno originario delle aree metropolitane, pensate negli anni 90 sul modello europeo, ma vengono confuse con le aree vaste che prendono il posto delle Province.

Il tutto avviene con un disegno caotico che soffoca la democrazia e la rappresentanza, in quanto impone ai comuni l’obbligo di stare dentro, senza vie di fughe, ma non gli dà nessuna rappresentanza comuni, creando così dei neocentralismi urbani di cui non se se ne sentiva il bisogno.

La istituzione della città Metropolitana di Roma Capitale, essendo cambiato la norma in commissione per cui ora il confine del nuovo ente corrisponde all’intero territorio della Provincia, non solo annullerà di fatto la specificità di Roma-Capitale, creando un contrasto con la norma costituzionale, ma costituirà la cosiddetta ciambella di cui si è molto discusso negli anni precedenti cosa che danneggerà non solo la quasi totalità dei comuni della provincia, costretti alla adesione ma senza peso, ma alla fine anche la Regione.

L’unico risultato sarà di avere degli enti di secondo livello non eletti direttamente dai cittadini e che non conteranno assolutamente niente, ma ho l’impressione che il vero obiettivo del disegno di legge sia proprio quello di cancellare migliaia di amministratori locali, così come è scritto nella relazione, che invece sono un presidio di democrazia sul territorio.

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ROMA CAPITALE, CITTA' METROPOLITANA: CAL E ANPCI LAZIO DICONO NO AL DDL DEL RIO

di Donato Robilotta – Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio

Condivido la posizione dell’Anpci del Lazio in merito alla richiesta di ritirare il DDl Del Rio, perché sulla trasformazione delle Province in enti di secondo livello rischia solo di creare caos istituzionale e aumento dei costi, mentre con la istituzione della Città Metropolitana di Roma Capitale, coincidente con tutto il territorio dell’attuale provincia, si soffoca la partecipazione e si svilisce la rappresentanza democratica, oltre a cancellare la specificità costituzionale di Roma Capitale.

D’altra parte il no al ddl Del rio è venuto da tutto il territorio della nostra Regione e in tutti i convegni che abbiamo fatto in queste ultime settimane abbiamo sentito solo critiche bipartisan all’impianto legislativo.

Per questo avevamo chiesto e continuiamo a chiedere un Consiglio Regionale straordinario dove poter affrontare la discussione nel merito e prendere delle decisioni.

Per questo abbiamo inoltrato una richiesta di incontro a tutti i Presidenti dei gruppi della Camera dei Deputati, e ringrazio ancora il Presidente Brunetta per essere stato il primo a volerci ascoltare, e insisteremo per incontrarli tutti e spiegare loro, così come a tutti i Parlamentari del Lazio, le ragioni del nostro no.

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