Una cura che si chiama “Cultura”. In Canada si è già iniziato

Sulla base dei risultati di alcune ricerche condotte da medici appartenenti a “Médicins francophones du Canada (MFDC)” a Montreal fra le prescrizioni mediche inizieranno ad esserci visite gratuite al Musée des beaux-arts.

Ciascun medico ne potrà prescrivere fino a 50 per anno, per i pazienti e per il personale sanitario. Per ogni “prescrizione” sarà emesso un biglietto che permette al paziente, in modo altrettanto gratuito, di portare con sé un altro adulto e fino a due bambini o ragazzi entro i 17 anni.

Hélène Boyer, che è la vicepresidente dell’associazione medica francofona del Canada, ha dichiarato: “Abbiamo studiato che gli ormoni del benessere che vengono secreti quando si pratica esercizio fisico sono simili a quelli prodotti durante una visita al museo”.

Per la prima volta viene riconosciuta – da un sistema sanitario nazionale – la valenza benefica dell’arte.

Il Museo di Belle Arti di Montreal grida giustamente vittoria e il suo direttore generale, Nathalie Bondil, esulta: “Nel XXI secolo, la cultura sarà ciò che l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo”.

Ci auguriamo che questa visione virtuosa e globale della salute della persona faccia presto capolino dalle nostre parti, dove pare che anche gli assunti più banali legati all’importanza fondamentale dello sviluppo culturale e artistico come garanzia di equilibrio e benessere psicofisico sembrino vacillare.

Del resto, in un mondo sempre più olistico nel quale – attraverso la fisica quantistica e le neuroscienze – varchiamo alla velocità della luce le frontiere scientifiche di ciò che prima sembrava soltanto una fantasia esoterica, sarebbe del tutto antistorico relegare la salute della persona ad un puro ambito medico di diagnosi, protocolli e statistiche sui valori chimici senza guardare a tutti quei pharmakoi naturali dell’anima e del corpo quali l’abitudine al bello, all’armonico, alla cultura e all’arte in generale i quali, come finalmente è stato dimostrato, possono essere una vera a propria terapia senza alcun effetto collaterale se non quello dell’innalzamento della qualità di vita del singolo e della sua nazione.

Da questa bella prospettiva speriamo sia possibile augurarsi, per il futuro di tutti, un veloce regresso di quella vera e propria epidemia di analfabeti funzionali così sottovalutati e così preoccupanti.

Veleria De Luca




Genzano, Saitta sul salotto letterario a Parco Sforza Cesarini: “Promozione della cultura per portare in alto il nome della città”

GENZANO (RM) – Si è svolto ieri nella splendida cornice di Parco Sforza Cesarini il primo salotto letterario organizzato dal Comune di Genzano di Roma, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Biblioteca comunale e il Consorzio SBCR.
Un’occasione per stare all’aria aperta, degustando i dolci tipici delle ricette contenute nel libro ‘La ricetta segreta per un sogno’ che l’autrice, Valentina Cebeni, ha presentato ieri pomeriggio sotto le note del chitarrista Michele Di Filippo.
“Questa Amministrazione sostiene e valorizza la promozione culturale con impegno e determinazione, per rivalutare l’arte e gli artisti del nostro territorio, ma anche per attirare grandi artisti nazionali e internazionali innalzando Genzano a fulcro di eventi e attività culturali di livello – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Francesca Saitta -. Perché la presentazione di un libro? La lettura è una competenza essenziale per lo sviluppo del benessere della persona, per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, a partire dalla prima infanzia, e per la crescita di una società interculturale, dinamica e innovativa”.
Un pomeriggio all’insegna della cultura, che ha visto la realizzazione di un workshop per bambini a cura del personale della nostra Biblioteca. I più piccini saranno poi i protagonisti del concorso letterario ‘Una storia per l’estate’ per stimolare la propria scrittura creativa.
“L’appuntamento di oggi si propone di stimolare il piacere della lettura – ha aggiunto l’assessore alla Pubblica istruzione, sonia Dosti -. Leggere per crescere perché attraverso la lettura i piccoli riescono a trasformare le parole in immagini e le scenografie elaborate dalla loro mente saranno sempre diverse l’una dall’altra arricchendo il loro patrimonio di sapere. È importante cercare di trasmettere l’importanza della lettura: il piacere di sfogliare un libro e perdersi dentro una storia. Sensazioni uniche che i videogiochi hanno allontanato dai nostri bambini”.




Palermo capitale della Cultura 2018: Gentiloni e Franceschini al teatro Massimo per la cerimonia inaugurale

PALERMO – Al via “Palermo capitale della cultura 2018” A presenziare alla cerimonia al teatro Massimo Il premier Paolo Gentiloni e il ministro Dario Franceschini. “Tante culture qui sono il pezzo del mosaico che Palermo compone all’interno del Mediterraneo – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – Quest’anno sarà possibile mettere alla prova le eccellenze palermitane. Ci sono migliaia di iniziative che sono il frutto di un lavoro fatto in questi anni. Uno degli elementi caratteristici è che le periferie saranno più coinvolte del centro. Vogliamo abolire il termine periferie”. Il logo di Palermo capitale cultura è stato creato dalla palermitana Sabrina Ciprì, 22 anni, allieva dell’Accademia di Belle arti e della cattedra di Design grafico guidata da Fausto Gristina. Il logo è formato da quattro “p”: quattro sono i canti delle Teatro del sole, il cuore della città; quattro le lingue incise sulla stele conservata alla Zisa: arabo, ebraico, fenicio e greco.




1968: l’inizio dell’era inKulturale

Storia di mezzo secolo fa. Altra gente, altri modi di concepire la vita, altra classe politica, un’altra Italia. Qualcuno esalta il progresso, qualcun’altro recrimina il presente, altri sono nostalgici del passato. Non è mai troppo tardi o forse sì? Molti ricordano il programma televisivo curato da Alberto Manzi che nella sua più conosciuta edizione, dal 1960 al 1968, la RAI mandava in onda dal lunedì al venerdì con il sostegno del Ministero della pubblica istruzione. Stiamo parlando d’altri tempi quando si faceva veramente Cultura. Si insegnava agli analfabeti a leggere ed a scrivere. Si avvicinava tanta gente, giovani ed anziani alla letteratura.

Oggi il sostegno del Ministero della pubblica Istruzione è indirizzato verso ben altra cultura. Venne il ’68 e segnò l’era dell’inkultura, aprendo la via all’anticonformismo. Fu allora che la cultura conobbe l’inizio del suo tracollo. Con il fiorire di nuovi talk show, dove il gossip dell’irrazionale e del pettegolezzo è all’ordine del giorno, il paese scivola mortificato verso un domani insicuro. E’ stato instaurato il principio di “uno vale uno e tutto è relativo”. Tutto è importante e niente è necessario.

Una generazione si nutre di conoscenza “copia incolla”. Mentre l’intelligenza artificiale avanza a passi da gigante, quella umana si impigrisce, si addormenta, si atrofizza.
Sta nascendo una generazione che si nutre di informazione e cultura mass mediatica preconfezionata, abbandonando i libri, gli studi analitici, la storia, l’arte, la letteratura classica ed i temi main stream contemplano tutto meno che temi poetici. Generazione tesa verso una cultura prêt-à-porter di facile riferimento offrendo il minimo dispendio intellettivo. Cultura usa e getta, vuoto a perdere, quel che basta per soddisfare il momento dell’interrogazione, della prova scritta.

L’attuale ministro dell’educazione, – Valeria Fedeli – sta considerando di mettere a disposizione degli studenti l’uso dello smartphone. Il ministro probabilmente crede che ciò possa essere una cosa intelligente; considerando che secondo il pensiero dominante “uno vale uno”, il ministro Fedeli potrebbe venire perdonata. E’ l’autostrada dell’inkultura che sta conducendo intere generazioni a un domani di sicuro insuccesso. Nella sua prima classifica mondiale delle scuole perfette, l’Istituto di ricerca inglese The Economist Intelligence Unit colloca l’Italia al 25imo posto nella graduatoria. Ciò, però sembra non impensierire il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il sottosegretario, al contrario, si preoccupa di promuovere programmi di educazione al rispetto di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado e raccomanda al Miur l’impegno per raggiungere tali risultati. Gli fa eco il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli che in cima al suo pensiero c’è l’educazione alla differenza ed al rispetto dei due sessi, se poi tutti e due i generi, come studenti si collocano al venticinquesimo posto della classifica della scuola perfetta, poco importa.
Le reti televisive, con rara eccezione di qualcuna, sposano il pensiero del ministro, del sottosegretario e ahinoi, di alte cariche delle istituzioni e più che mai la voce di qualche alto prelato. Se ben si scava ci si accorge che la preparazione culturale di costoro è figlia dell’inkultura sessantottina.

 

L’insensatezza del 6 politico, istituito negli anni ’70, segnava l’inizio della decadenza del livello scolastico perché fu una vera follia garantire a tutti un voto minimo, indipendentemente dallo studio, dai risultati e dal rendimento. Fu allora considerata dai movimenti studenteschi di estrema sinistra una vittoria. Oggi si stanno raccogliendo i frutti bacati di quella “vittoria di Pirro”.
Sul Corriere della Sera dello scorso 31 maggio, lo scrittore Galli della Loggia ha pubblicato un brano tratto dall’introduzione del suo nuovo libro “Il tramonto di una nazione”.

 

Concludo condividendo la riflessione dello scrittore dove parla degli italiani: “Che vedono ogni giorno scomparire luoghi e figure fino a ieri familiari, svanire principi e istituti, e insieme le più varie appartenenze ideali perdere senso, illanguidirsi e spegnersi. Nel mondo che cambia a un ritmo vertiginoso l’Italia appare avviarsi a un lento tramonto”.
Non è mai troppo tardi, insegnava Alberto Manzi. Le reti televisive sono le finestre della nazione. Spalanchiamole e lasciamo che entri una ventata di aria nuova.

Emanuel Galea




Albano Laziale, cultura: ecco le falle della decantata politica della trasparenza

ALBANO LAZIALE (RM) – Il territorio dei Colli Albani, ed in particolare quello di Albano Laziale, risulta essere abitato sin dal paleolitico-medio (300.000 anni fa) ma è durante l’età del ferro che nasce Albalonga. Dopo la distruzione voluta dal re Tullio Ostilio, Albalonga diviene il punto nevralgico della Seconda Legione Partica dislocata dall’imperatore Settimio Severo nel secondo secolo dopo Cristo. Per garantire il rifornimento idrico dell’accampamento militare si pensa alla costruzione dei “Cisternoni”, in grado di assicurare 10.132 metri cubi di acqua. Tale opera di massima ingegneria situata in Via Aurelio Saffi, è tutt’oggi in funzione e permetterebbe di assaporare le grandi glorie di un passato che non passa se non fosse per una Res Publica moderna inefficace soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici e la manutenzione.

È interessante analizzare, attraverso il sito del Comune di Albano Laziale, come quella politica della trasparenza (che vorrebbe i cittadini sempre dettagliatamente informati) interessi solo settori economici e quasi mai di protezione del nostro patrimonio, basti infatti passeggiare per le ville di Albano Laziale che versano in condizioni poco dignitose e che sono ormai spesso ritrovo di vandali e drogati. Altro che luogo di cultura e trasmissione storica!

Le politiche di promozione culturale sono politiche di mera promozione economica. La gestione comunale riguardante il patrimonio sembra essere dettata dalla linea guida del guadagno: gestire il turismo, assicurare servizi nei pressi delle aeree di interesse. Tutto normale se non fosse che ci sono molti slogan ma non altrettanti fatti. I cisternoni, per esempio, sono aperti solo poche ore a settimana (anche se le informazioni sugli orari di apertura cambiano come i venti) e non vedono una ristrutturazione o, almeno, un’assicurazione nella stabilità dell’impianto dall’epoca repubblicana (quella romana). In più, la certa indignazione per mancata competenza viene giustificata dal Comune riferendosi all’ art.1, comma 557, della Legge 27.12.2006,n.296es.m.i. ex art.76,comma7delD.L.n.112/2008,convertito con la Legge n.133/2008 es.m.i. art.9,co.28,del D.L.n.78/2010,convertito in Legge n.122/2010es.m.i. che “ha impedito il reclutamento attraverso concorsi pubblici per sopperire alla contrazione di personale” limitando il naturale miglioramento nell’efficacia dei servizi.

L’assessorato al patrimonio è infatti affidato ad Alessio Colini, che fortunatamente non rientra nella lista degli indagati dal Tribunale di Velletri per abuso di ufficio e concorso in corruzione elettorale nel 2016 al contrario del sindaco Nicola Marini e altri. Nulla togliendo alle sue abilità di assicuratore e di libero professionista, nonché alla sua esperienza politica nelle fila della Lista Civica Impegno Cittadino, DS e PD, i cittadini si aspetterebbero alla direzione di tale assessorato un professionista nella questione della storicità del territorio e non delle sue economicità.

Forse la politica, apparentemente innovativa, del Customer Satisfaction Management che ricerca, soprattutto nelle Università, giovani stakeholders, si arresta davanti ad un’esperienza politica contestabile ed al sistema di amicizie e fiducie cittadine che conducono alla stanza dei bottoni non statisti ed incontestabili professionisti ma come spesso accade in Italia politici o, peggio, politicanti.

Non resta, quindi, che sperare nella Meritocrazia e nella sua resurrezione nel 2019, quando scadrà il secondo mandato del sindaco Marini.




Marsala: la cultura chiama, la città risponde!

 
di Angelo Barraco
 
 
Marsala (TP)“Per me l’uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve” disse Umberto Eco. La città di Marsala dimostra di essere letteralmente  affamata di cultura e pronta a scoprire artisti fruitori del sapere e della conoscenza. Gli enti pubblici e privati si mobilitano attivamente affinché si possano creare delle situazioni di aggregazione e condivisione, coinvolgendo artisti del territorio e/o coinvolgendo i ragazzi. Un esempio forte che rappresenta la voglia e l’esigenza di far accrescere la cultura in città è il Baluardo Velasco, un’Associazione culturale che vuole tracciare un segnale forte all’interno di una società che rema contro una crescita che concretamente arranca ad avvenire. Il “Baluardo Velasco – Espacio teatral” non gode di alcun contributo pubblico ma nasce dall’impegno di quattro soci e dal contributo di sponsor privati. Il suo nome deriva da un antico bastione della città di Marsala edificato dagli spagnoli nel XVI secolo. Una roccaforte che per anni rimase coperta dall’oblio e dall’indifferenza e solo negli anni 90 vide una degna valorizzazione. L’Associazione ha scelto proprio questo nome e questa storia per lanciare un segnale forte alla città e voler comunicare ai cittadini che concretamente esiste una realtà che punta alla qualità e alla cultura. Baluardo Velasco è aperto alla musica, al teatro, alla fotografia, alle mostre, alla pittura, alla scultura e a qualsiasi forma d’arte che porta all’interazione e alla fruizione delle espressioni artistiche tra i cittadini. Oggi, 18 aprile, alle ore 18 verrà presentato al Baluardo Velasco “Scelgo di essere felice”, il nuovo libro dello scrittore marsalese Giovanni Di Girolamo. Lo scrittore ha dichiarato “Le cose non accadono mai a caso. Le novità sopraggiungono quando meno ce lo aspettiamo, quando siamo pronti a che esse accadano, quando abbiamo imparato a non vivere di aspettative e di rimorsi, ma ad osservare e ad assaporare il nostro presente nelle sue innumerevoli sfumature”. Non è solo un libro “Scelgo di essere felice” ma anche un messaggio da condividere, un piccolo strumento con cui sperimentare e arricchire la propria vita, incamminandosi lungo il sentiero della felicità” aggiungendo inoltre “Facendo tesoro delle piccole esperienze che vivo costantemente in ambito sociale, professionale e culturale – afferma Giovanni Di Girolamo -, con tutta umiltà ho scritto “Scelgo di essere felice” per provare a dare un riferimento a chi avrà il desiderio di leggere e comprendere sé stesso e gli altri, essendo consapevole del fatto che spesso la frenetica realtà attuale tende a deviare il nostro cammino, instillando stress, tristezza, insoddisfazione e rassegnazione, tutte componenti che ci tarpano le ali e la capacità di sognare e di volare. Una capacità che abbiamo e che dobbiamo solo imparare a riscoprire e a valorizzare, mettendo a frutto i nostri talenti ed educandoci a vivere con serenità”. 
 
Oltre alle lodevoli iniziative dei privati, l’Amministrazione comunale si sta mobilitando attivamente sul fronte culturale e la settimana scorsa si è tenuta una riunione incentrata su tale fronte a cui hanno partecipato gli assessori Angileri e Ruggieri. Il primo appuntamento coinvolge gli Istituti superori che sono chiamati ad un confronto sul tema “Cristo si è fermato ad Eboli”, Una conversazione condotta dal Prof. Gaspare Trapani, docente presso l’Università di Lisbona e l’Istituto di cultura in Portogallo e avrà luogo venerdì 21 aprile al Teatro Comunale alle ore 9,30. L’incontro è promosso dall’Amministrazione Di Girolamo e si avvale della collaborazione dell’ANPI di Marsala. La città è famelica di arte e cultura e il Comune, per incentivare ulteriormente le realtà locali, ha diramato un avviso rivolto a tutti gli artisti del territorio, invitandoli a presentare curriculum con relativa proposta progettuale “Siamo conseguenziali a quanto concordato con il direttore Moni Ovadia anche in occasione di incontri con gli stessi artisti -sottolinea l'assessore Clara Ruggieri-  Lo ritengo un ottimo metodo per avere una cognizione diretta di quello che il territorio esprime, utile altresì per una futura produzione artistica locale”. Un invito rivolto sia agli artisti marsalesi già affermati in ambito regionale/nazionale che ai talenti locali che vogliono cogliere questa opportunità per farsi conoscere. Marsala chiama, la città risponderà? Staremo a vedere…



SANTI COSMA E DAMIANO: CULTURA E ANCORA CULTURA

Redazione

Santi Cosma e Damiano (Latina) – Prosegue l’intensa attività culturale a Santi Cosma e Damiano che pur in regime di revisione della spesa pubblica, propone una serie di appuntamenti grazie anche alla disponibilità e sensibilità di molti personaggi che, avendo fatto della cultura una propria ragione di vita, rendono gratuitamente la propria opera aiutandoci a riflettere su diversi aspetti di questo settore che riveste pur sempre una grandissima importanza nella vita e nella crescita di una collettività. Attività che quest’anno si è colorata di un elemento di grande importanza qual è l’apertura della Biblioteca Comunale che ambisce a divenire un saldo punto di riferimento dell’intero territorio comunale. Il prossimo appuntamento è una conferenza dal sapore e dal titolo un po’ particolare: “SOTTO IL REGNO DEI BORBONE – Amministrazione, Economia e Politica in Terra di Lavoro”, nella quale gli oratori chiamati ad esporre le argomentazioni del convegno tenderanno a esporre il funzionamento della macchina statale e dell’intera collettività nella nostra zona durante il regno borbonico. Gli argomenti saranno presentati attraverso l’illustrazione e l’esposizione di documenti, foto ed altro materiale spesso inedito che porteranno a rivisitare il funzionamento della macchina e della burocrazia sotto il i Borbone.

“Dopo il successo della conferenza dello scorso anno” ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Vincenzo Petruccelli, “abbiamo deciso di replicare illustrando un altro aspetto del regno borbonico che volente o nolente ha riguardato da vicino il nostro territorio ed i nostri padri. Al di la delle idee e delle posizioni che ciascuno ritiene di avere sulla storia di quel periodo crediamo che sia giusto conoscere il funzionamento e le leggi all’epoca vigenti, senza faziosità ma con spirito di conoscenza e di apprendimento in modo che ciascuno possa formare liberamente la propria idea e assumere le proprie posizioni in materia, senza per questo voler mettere in discussione quei grandi valori che pure il Risorgimento ci ha trasmesso ed ha dato alle nostre generazione e, allo stesso tempo, evitare di liquidare processi storici mediante giudizi espressi per luoghi comuni, come purtroppo oggi si ama fare in molti settori della vita sociale e collettiva”.
La manifestazione, programmata per sabato 16 novembre 2013, si svolgerà presso l’Auditorium Comunale “Medaglia d’Oro al Valor Civile” di Santi Cosma e Damiano e dopo i saluti iniziali del Sindaco, Vincenzo Di Siena, e dell’Assessore alla Cultura Vincenzo Petruccelli, vedrà la relazione di Alessandro Romano, noto studioso del periodo legato al Regno delle due Sicilie e del Risorgimento, funzionario della Prefettura di Latina, giornalista ed autore anche di un libro sulla materia che nell’occasione sarà presentato dal dott. Manlio Meloni, anch’egli funzionario della Prefettura di Latina e studioso di storia risorgimentale. La manifestazione sarà allietata anche da alcuni canti legati al tema della conferenza. A moderare l’incontro sarà Antonello Giuliano, anch’egli funzionario della Prefettura di Latina. “Ringrazio gli amici che si sono resi disponibili”, ha concluso l’Assessore Petruccelli “per aiutarci a conoscere aspetti di un periodo storico spesso rimasto oscuro, senza pregiudizi di natura ideologica e politica”
la manifestazione, organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Santi Cosma e Damiano, è realizzata in collaborazione con la locale Pro Loco, l’Associazione Nuovi Orizzonti 10 e con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Latina.
 




REGIONE LAZIO, MARUCCIO – RODANO (IDV): “TAGLI E DISCREZIONALITA’ CONTABILE DELLA GIUNTA POLVERINI MANDANO CULTURA IN DEFAULT”

Nota dei i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori Vincenzo Maruccio, capogruppo e segretario IdV Lazio, e Giulia Rodano, responsabile nazionale Cultura

Per tutte le realtà culturali della regione Lazio, si va profilando nel 2012 una recessione grave quanto anche del tutto nuova. Un taglio del 60% delle risorse regionali destinate al comparto e un’inedita discrezionalità gestionale del denaro pubblico rischiano infatti di creare un vero e proprio default. Lo hanno denunciato stamane in una conferenza stampa i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori Vincenzo Maruccio, capogruppo e segretario IdV Lazio, e Giulia Rodano, responsabile nazionale Cultura. “Nel giro di poche settimane” ha dichiarato Giulia Rodano “la Giunta Polverini ha azzerato sia interi piani d’intervento sui beni culturali sia i capitoli di bilancio di competenza dell’assessorato. Contestualmente, ha predisposto un accorpamento contabile poco trasparente e del tutto discrezionale. A cinque milioni e mezzo di cittadini che risiedono in una regione ricca di storia, di patrimoni archeologici, di arte, la Giunta Polverini riserva dunque una gestione opaca e oscura dei fondi destinati alla cultura: non ci saranno bandi pubblici, non ci saranno scadenze, non ci saranno importi certi. Questo trattamento è stato riservato sia alle associazioni culturali che alle grandi istituzioni. E’ stato azzerato, ad esempio, anche il contributo di Musica per Roma: il contributo regionale per la fondazione è tutto da determinare, non si sa come e non si sa quando, a seconda degli umori della Giunta e con eventuali contropartite politiche che possiamo immaginare. La vicenda del festival del cinema e del ricatto sul direttore artistico ci può servire di esempio di cosa attende i gestori delle attività culturali del Lazio. I costi della cultura rischiano così di trasformarsi in costi della politica”.

“Se vuoi avere il contributo della Regione Lazio devi ‘baciare il santo’: questa è la gestione dei fondi per la cultura nell’era Polverini”, ha proseguito Vincenzo Maruccio. “Abbiamo chiesto alla giunta di rendere trasparente e verificabile per tutti i cittadini la destinazione delle risorse, e che venga garantita l’emanazione di bandi pubblici. Al momento siamo completamente privi di indicazioni sul 2012: chiederemo all’assessore di venire in commissione a dirci come vuole spendere le risorse rimaste. L’Italia dei Valori del Lazio lancia un appello a tutta la stampa affinché ci aiuti a fare una battaglia di trasparenza”. 

Nel bilancio 2012 la giunta Polverini ha azzerato interi capitoli dell’assessorato alla Cultura e li ha accorpati in macrovoci di bilancio, con importi decurtati in media del 60%. Questi calderoni amministrativi sollevano la Giunta da qualunque obbligo sulla destinazione dei fondi. Ci sono dunque i presupposti per una discrezionalità e un furto di trasparenza che non hanno precedenti nella storia dell’ente Regione. Partiamo dalle risorse per lo spettacolo. Nel 2011 registravamo singole, normali competenze di bilancio, che complessivamente generavano una somma di poco più di circa 13 milioni di euro. Nel nuovo esercizio finanziario, invece, queste poste di bilancio vengono raggruppate, dopo la solita  decurtazione del 60%, in  un'unica voce da circa 5 milioni di euro. Questo significa, ad esempio, che allo stato delle cose non ci saranno bandi regionali, non ci saranno più fondi per le provincie, non ci saranno risorse per Roma Capitale e per i Municipi: la Legge regionale 32/1978, quella con cui venivano emanati i bandi, risulta al momento definanziata. La cultura della Capitale viene colpita in altri comparti nevralgici: non sono solo i municipi a perdere le risorse, ma anche  istituzioni culturali come Teatro di Roma, Teatro dell’Opera, Santa Cecilia perdono circa 3 milioni di euro di contributi regionali e ancora adesso non sanno a quanto ammonterà il contributo della Regione per ognuno di loro. Azzerato, come detto, il contributo per Musica per Roma.

L’accorpamento dei capitoli e la conseguente discrezionalità nell’assegnazione delle risorse inserite nella ‘macrovoce’ di bilancio comportano il fatto che la Giunta Polverini, o l’assessorato alla Cultura, decideranno durante l’anno se e quanto distribuire a ogni singolo ente. Stando a questa previsione contabile, tutti gli amministratori della cultura del Lazio, sia di enti noti che non noti, saranno costretti ad andare dal politico di turno, letteralmente col cappello in mano. Non essendoci né bandi né certezze amministrative di nessun tipo, ad oggi nessun ente culturale che in passato abbia avuto rapporti con la Regione è in grado di programmare con un buon grado di approssimazione le proprie risorse per il 2012 e quindi le proprie attività culturali. Scompaiono, ad esempio, le officine culturali, che avevano realizzato in tutta la regione centinaia di eventi culturali. Scompaiono i festival estivi: Villa Adriana, Vulci, Fossanova. E’ seriamente a rischio e verrà sicuramente ridimensionata anche l’esperienza fondamentale della rete teatrale dell’ATCL, che portava nelle nostre provincie alcune interessanti stagioni teatrali in abbonamento: attualmente sono stati sospesi per mancanza di certezze nei finanziamento almeno 300 spettacoli nei teatri dei Comuni del Lazio. 

Di vero e proprio default si può parlare anche per i musei, gli archivi e le biblioteche della rete pubblica della regione: una realtà sterminata che racchiude centinaia di strutture in tutto il territorio e potrà contare su fondi regionali solo per 250mila euro (nel 2009 le stesse strutture ricevevano un contributo regionale di 2 milioni di euro).

Per quanto riguarda il cinema e l’audiovisivo, dopo due anni di stallo totale, assistiamo da alcuni mesi ad un indecoroso ‘gioco delle tre carte’: i 15 milioni di euro stanziati per il 2012 potranno coprire solo il bando erogato a fine 2011, un avviso rivolto a produzioni realizzate nell’anno appena concluso. Zero risorse e zero bandi per le nuove produzioni. Zero risorse e zero bandi sulle nuove creatività. Zero risorse per il 2012.    

Infine, dopo due anni di rinvii e di silenzio, la Giunta Polverini sfila la maschera anche sui Grandi Attrattori Culturali: il piano di intervento previsto dal POR FESR 2007-2013, regolarmente approvato e portato a termine tramite selezione pubblica dalla Giunta precedente, è stato tagliato di 30 milioni di euro su 35 complessivi. Vengono definitivamente cancellati tutti gli interventi previsti su tre dei cinque Attrattori Culturali: cancellato Fossanova, in provincia di Latina; cancellate le mura ciclopiche della provincia di Frosinone; cancellati i siti della via del Sale in provincia di Rieti. Restano solo 5 milioni di euro sugli altri due Attrattori, Tivoli e le necropoli etrusche, comunque fortemente ridimensionati visto che l’intervento precedente ammontava a 13 milioni di euro.