SANITÀ: TAGLI AL CTO, DECLASSATA L'UNITÀ SPINALE

di M.L.S.


Roma – Declassata l'Unità spinale unipolare del Cto Andrea Alesini, ennesima vittima del “ridimensionamento Zingaretti” per la sanità laziale. La struttura, capace di prendere in cura malati paraplegici e tetraplegici subito dopo il trauma, prima di accompagnarli in tutte le fasi della degenza, dalla stabilizzazione chirurgica alla riabilitazione, viene ora degradata a semplice Unità spinale. Minimizzata, dunque, un'altra eccellenza della sanità regionale, l'unica nella giurisdizione del Lazio in grado di trattare per tutto l'iter della cura i pazienti con lesioni spinali.

Decisione incoerente. La decisione è stata presa dal direttore generale di Asl RmC Carlo Saitta, il quale, dopo aver annunciato la riqualificazione del nosocomio, sospinto dalle pressioni del Municipio VIII e dal delegato del sindaco per la Asl RmC Antonio Bertolini, ha invece fatto retromarcia, determinando la dequalificazione del reparto sulla scia del Piano di rientro regionale. Nel mese di giugno, la direzione ospedaliera sottolineava, infatti, di: “Rifiutare esplicitamente ogni ipotesi di dismissione o di declassamento”, promettendo oltretutto potenziamenti al prontosoccorso in vista del prossimo Giubileo straordinario indetto da Papa Bergoglio. Adesso, dopo la brusca sterzata di Saitta, i circa 70 pazienti colpiti ogni anno da lesioni spinali, vittime di incidenti stradali che qui trovavano la giusta professionalità ed il trattamento adeguato, dovranno essere dirottati in altre regioni d'Italia dove il servizio permane attivo.

Addio all'iter efficace. Niente più trattamento del trauma affiancato alla riabilitazione dunque, unica via capace di raggiungere il maggior grado di recupero nei pazienti coinvolti in incidenti stradali di grave entità. Un iter universalmente riconosciuto come il più efficace per il trattamento delle lesioni midollari. “E pensare che 15 anni fa il Lazio fu la prima regione d’Italia e l’unica del centro sud a dotarsi di questa struttura complessa, smantellata in quattro e quattr’otto per motivi di riorganizzazione aziendale proprio ad agosto, quando notizie di questo genere si perdono tra il caldo e le distrazioni estive”, ha commentato Oscar Tortosa, l'esponente Psi ex capogruppo alla Pisana. “Se questo è il prezzo- ha aggiunto Tortosa- che i cittadini del Lazio devono pagare per uscire dal commissariamento della sanità, credo che Zingaretti non sia sulla strada giusta”. 




SANITA' LAZIO IN RIVOLUZIONE: BLINDATO IL SISTEMA SANITARIO

Redazione

Lazio – 540 milioni di euro del piano di rientro sbloccati. 780 milioni destinati a pagare i fornitori. La Regione Lazio ha messo in sicurezza il sistema sanitario. 

“Sono decisioni fondamentali, che ci hanno permesso di eliminare gli sprechi e liberare risorse indispensabili alle cure”, ha sottolineato il presidente, Nicola Zingaretti.

In questi tre mesi, grazie alla Cabina di regia costituita ad hoc per affrontare i tanti problemi e le questioni irrisolte della sanità, è stata data una forte accelerazione allo sblocco delle richieste degli accreditamenti. Sono 187 i decreti firmati, 132 di questi hanno avuto come oggetto l’accreditamento istituzionale definitivo. 

Sono state sbloccate le richieste per 416 posti nelle Residenze socio assistenziali del Lazio. Un segnale importante perché queste strutture sono parte essenziale della nuova sanità territoriale e mancano ancora circa 3000 posti. 

Poi la stipula di un accordo con l’Inail per la riconversione del Cto, storico ospedale della Garbatella che tornerà ad essere punto di riferimento regionale e per tutto il centro sud, per  traumatologia, riabilitazione e produzione protesi. Da ospedale simbolo delle tante strutture in abbandono è diventato l’esempio di come si può riconvertire un nosocomio. 

Fondamentale è stato il bando per la selezione dei nuovi direttori generali, che ha certificato la volontà di creare una barriera alle ingerenze della politica nella scelta dei manager. Per la prima volta la commissione che esaminerà i curricula degli aspiranti Dg sarà interamente composta da esperti indicati dall’Agenas. Le domande potranno essere presentate fino al prossimo 4 luglio, solo in modalità on line. 

Dopo tre anni di attesa è stato firmato il decreto che impone ai Direttori generali di sincronizzare la ‘carta d’identità’ di ogni singola azienda con la realtà. In pratica organizzazione dell’azienda, numero di dirigenti amministrativi e primari sono rimasti invariati (in alcuni casi dal 2004), mentre sono spariti più di 5mila posti letto. Con la carta d’identità si faranno le dovute proporzioni, tenendo conto delle esigenze dei pazienti prima di tutto. 

Un passo importante è stato compiuto anche per la fecondazione assistita: la Regione ha posto fine al caos normativo in cui hanno operato fino ad oggi i centri per la procreazione medicalmente assistita. 

Approvato anche il progetto per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. I pazienti del Lazio ospitati in strutture fuori dal territorio della regione sono 132. In base al nuovo piano saranno realizzate cinque residenze, a diversa intensità di cura, una delle quali dedicata esclusivamente alle donne. 

Prorogati i contratti a circa 2.800 lavoratori precari che prestano servizio, anche da anni, nel servizio sanitario regionale. La Regione ha posto il tema della loro stabilizzazione presso il Tavolo tecnico interministeriale per il piano di rientro. 

”Uscire da sei anni di Piano di rientro è possibile, anzi lo riteniamo a portata di mano – ha spiegato Zingaretti – ma per farlo occorre l’impegno di una intera comunità”.




ROMA CHIUSURA S.FILIPPO NERI, CTO, OFTALMICO, FORLANINI – PAOLO DOMINICI (UIL FPL): “PRONTI ALLE BARRICATE”.

Redazione

Roma – Il San Filippo Neri, il Cto, l’Oftalmico ed il Forlanini non devono chiudere, né devono essere declassati. Questi ospedali a partire dal San Filippo Neri dovranno continuare il loro processo di rilancio o da rilanciare. E’ questo il monito lanciato oggi 7 dicembre dal Segretario della Uil Fpl di Roma Paolo Dominici presente alla manifestazione dei lavoratori svolta oggi, presso l’Azienda San Filippo Neri, insieme ai cittadini e ai pazienti che hanno sfidato il freddo per protestare contro le  scelte del Commissario alla Sanità del Lazio Bondi; in particolare contro  la chiusura dei 4 ospedali pubblici (Cto, Oftalmico, Forlanini e appunto San Filippo Neri).
 
“L’assemblea di oggi – prosegue Dominici – è un segnale inequivocabile. Siamo pronti a difendere queste strutture con tutti i mezzi a nostra disposizione.  Basta fidarsi della politica e soprattutto basta fidarsi dei cosiddetti tecnici di Governo abili soprattutto a tagliare. Basta derogare ai cosiddetti manager la sorte dei nostri nosocomi, anzi, si dimettano tutti quei Direttori Generali che non sapranno o non vorranno difendere le proprie aziende dall’attacco indiscriminato delle Istituzioni. Ci difenderemo da soli attraverso svariate iniziative che saranno direttamente proporzionali al tempo che invano trascorrerà, ovvero ai giorni che passeranno senza trovare soluzione alcuna. Siamo quindi pronti – conclude Il Segretario del sindacato Uil Fpl di Roma– alle barricate; la situazione è critica e la nostra pazienza è finita: abbiamo già dato.