Il Pd traballa con Schlein: Cottarelli si dimetterà da Senatore

Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore.Lo ha annunciato lo stesso economista, eletto con il Pd, a Che tempo che fa, su Rai3, spiegando che l’Università cattolica gli ha “chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori”. Operation Smile, la dottoressa Giulia Rossetti: “Volontaria dal 2007, in missione con gioia”Sponsored By”Questa cosa – ha aggiunto – purtroppo non è compatibile con il Senato, e ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore: mi dimetterò nella prossima settimana”. “Io andrei a farlo gratuitamente, si fa per spirito di servizio. Consiste in avere 15-20 personaggi senior che hanno avuto una carriera brillante, li chiamo senatori della cultura, che andrebbero a visitare scuole in tutta Italia, a parlare di economia, diritto, costituzione, e di come si comunicano queste cose”, ha spiegato Cottarelli. “Credo sia importante che ognuno faccia al meglio quello che può fare, credo di poter essere più utile al Paese nel mio ruolo di grillo parlante, di divulgatore”. Così Carlo Cottarelli ha spiegato la sua scelta di dimettersi da senatore, per dirigere un progetto dell’Università cattolica nelle scuole superiori. “Forse non è stato così in passato, ma c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità fra minoranza e opposizione – ha spiegato l’economista, intervistato a Che tempo che fa, parlando di ciò che l’ha deluso nella sua breve esperienza in Parlamento -: faccio qualche esempio, è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto che sistematicamente sono rigettati. Tanto quanto, spesso le minoranze propongono emendamenti quasi solo per fare ostruzionismo. Mi aspettavo un atteggiamento meno conflittuale”. Inoltre Cottarelli ha raccontato che “essere un uomo di parte dà meno credibilità alle cose che si dice”.”A me non sembra giusto cambiare partito, io sono stato eletto nel proporzionale, la gente non ha votato il mio nome ma il partito”. Lo ha spiegato Carlo Cottarelli, raccontando a Che tempo che fa la decisione di dimettersi da senatore. Eletto a settembre con il Pd, l’economista ha rivelato che gli “sono state fatte offerte di spostarmi in altri gruppi, non dico quali ma è abbastanza intuitivo: non sono di maggioranza né è il Movimento 5 stelle”. Cottarelli ha sorriso quando Fabio Fazio ha detto che poteva essere solo il Terzo polo di Azione e Italia viva”È giusto che quel seggio torni al Pd. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlein. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”. Così Carlo Cottarelli, ospite di Che tempo che fa, su Rai 3, ha spiegato chi è destinato a succedergli in Senato, dopo che avrà rassegnato le dimissioni.Cottarelli: ‘A disagio nel Pd della Schlein'”E’ innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra”, “Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi”. Lo scrive l’economista Carlo Cottarelli – che ha annunciato le sue dimissioni dal Senato e dal Pd – in una lettera a Repubblica, dove elenca tutti i temi in cui sente di avere “posizioni diverse da Elly Schlein”, dal Jobs Act al freno al Superbonus, dai termovalorizzatori, all’utero in affitto al nucleare. Il passaggio clou della lettera è quello dove l’economista eletto al Senato con il Pd spiega: -“è innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi. Una questione chiave è il ruolo che il “merito” debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie”. “A livello più specifico, – aggiunge Cottarelli nella lettera a Repubblica – di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara. Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Qualcuno dice che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta”. Quindi al Direttore di repubblica Maurizio Molinari Cottarelli anciticpa: “Nei prossimi giorni presenterò le mie dimissioni dal Senato che dovranno poi essere approvate dall’Aula. Non è stata una scelta facile e La ringrazio per l’opportunità di spiegarne le motivazioni. Lascio il Senato per andare a dirigere, a titolo gratuito, un nuovo Programma per l’Educazione nelle Scienze Economiche e Sociali di rivolto agli studenti delle scuole superiori offerto dall’Università Cattolica di Milano. L’idea è di costituire un gruppo di esperti senior di alto livello che, pro bono, visiteranno le scuole per condividere con gli studenti le loro esperienze accumulate in una vita lavorativa. L’obiettivo è di svolgere circa 150 visite all’anno, forse di più. I temi trattati comprenderanno le tendenze di breve e lungo termine dell’economia italiana, le politiche monetarie e di bilancio, le tematiche strutturali soprattutto rispetto all’inserimento nel mondo del lavoro, la sostenibilità economica e ambientale, la finanza, l’interazione tra economia e diritto, la costituzione italiana e l’importanza della comunicazione per le politiche economiche e sociali. Le presentazioni non comporterebbero costi per le scuole coinvolte. Ci sarebbero poi presentazioni serali per centri culturali, circoli per gli anziani e così via”.. “Credo molto in questo progetto – si legge ancora – anche perché penso sia importante che chi ha avuto tanto dalla vita e ha accumulato esperienze sia disposto a condividerle con giovani e altri. Rispetto alla mia attuale posizione al Senato, due cose hanno reso più facile accettare la proposta fattami dall’Università Cattolica. Primo, in questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse “per partito preso” e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario. Non intendo criticare i miei colleghi. Una forte contrapposizione tra maggioranza e opposizione è probabilmente inevitabile in questo momento storico, ma i dibattiti estremizzati non sono nelle mie corde. Forse allora, nel mio piccolo, posso essere più utile al Paese tornando a commentare le politiche economiche dall’esterno, dicendo quello che penso senza il rischio di autocensurarmi”. Come secondo punto Cottarelli elenca dunque tutte le differenze che sente rispetto alla linea della nuova segreteria.




Governo, ultima chiamata del presidente per M5s e Lega

Ore decisive per una probabile riapertura del governo pentaleghista. E secondo fonti M5s ci sarebbero contatti sempre più frequenti tra Di Maio e Salvini proprio in queste ore, dopo la proposta del leader pentastellato di “spostare” Paolo Savona dal Mef a un altro ministero per dare il via al governo.

Un ultimo, estremo, tentativo di dare all’Italia un governo politico

L’ipotesi di un Esecutivo giallo-verde, quasi fotocopia di quello che Giuseppe Conte avrebbe dovuto portare al Quirinale domenica scorsa, con l’economista della “discorda” Paolo Savona dentro, ma in un ruolo diverso da quello di responsabile del Mef. E’ la carta che prova a giocare Luigi Di Maio per non arrendersi all’ineluttabilità di un governo tecnico o di un immediato ritorno alle urne. E’ un’offerta su cui potrebbe riflettere anche Matteo Salvini, fin’ora irremovibile nel blindare Savona: “ne parlerò con Di Maio”, sembra aprire. Il ritorno al governo politico è una chance che Sergio Mattarella intende dare ai due partiti guardando con “grande attenzione”a questa soluzione, soprattutto dopo i timori sorti dal rischio di scaricare su un governo del Presidente sfiduciato la gestione della crisi dei mercati che potrebbe abbattersi sull’Italia nei prossimi mesi. Perché allo stato nessuno, compreso Salvini che pure si augura un voto “il prima possibile ma non a fine luglio”, sarebbe ancora convinto di dare la fiducia ad una compagine guidata da Cottarelli. Che dovrebbe quindi accompagnare l’Italia al voto e rappresentarla all’estero da una possibile debole posizione di governo in carica per i soli affari correnti. Sergio Mattarella quindi concede altro tempo. Il Capo dello Stato ha incontrato nel pomeriggio il leader del M5s, che da ieri continua a ripetere: “governo politico o urne”. Poi ha visto anche il premier tecnico in pectore, Carlo Cottarelli, per un incontro “informale” dopo il quale è stato deciso che il presidente del Consiglio incaricato non sarebbe tornato in serata per sciogliere la riserva.

“La battaglia non è con il Quirinale” si affretta a precisare Di Maio che domenica era arrivato a minacciare il presidente di impeachment per aver bloccato la partenza dell’esecutivo giallo-verde per l’insistenza dei due leader sulla presenza dell’euroscettico Savona. “Ci proveremo ancora, aspettiamo una risposta dalla Lega sulla proposta che abbiamo fatto”,spiega ai parlamentari riuniti di sera in assemblea dopo che nel pomeriggio, prima di salire al Colle, aveva perentoriamente chiarito: “il M5S voterà contro un governo non politico, ovvero quello già pronto di Carlo Cottarelli, e non si presterà a escamotage parlamentari come quello della non sfiducia tecnica”. In ogni caso, sono ore in cui la tensione tra M5s e Lega rimane sempre alta. Salvini dice di voler riflettere sulla proposta di Di Maio ma comunque avverte: “Se mi tirano via anche un solo uomo di quella squadra, il governo non ha senso che esista” mette in guardi escludendo ipotesi di governi “tenuti al guinzaglio”. In attesa che si chiarisca la reale opportunità di rinascita di un governo politico, intanto, resta l’opzione del governo Cottarelli che potrebbe partire grazie al voto di fiducia di una parte dei partiti, insieme a uscite dall’aula e astensioni. E su questo approccio praticamente tutti, al netto dei 5 stelle che hanno già annunciato voto contrario, sono ancora fortemente indecisi. Silvio Berlusconi, molto irritato per la partita che Salvini sta giocando in solitaria, ha riunito un vertice a palazzo Grazioli. Sulla fiducia Fi non voterà in dissenso dalle altre forze del centrodestra anche perché il Cav non ha nessuna intenzione di dare il destro a Salvini per rompere. Lo stesso Salvini, pur auspicando un esecutivo che porti al voto a ottobre, è molto perplesso circa il da farsi. Il Pd, anche nei contatti di giornata con il Quirinale, conferma, per ora, l’astensione “positiva”. E si prepara a ogni scenario, anche il voto a brevissimo con Gentiloni candidato premier di un fronte “largo, aperto, nuovo”.




Spread sfiora quota 300, il commissario Ue si scusa con l’Italia. Salvini: “A Bruxelles sono senza vergogna”

Lo spread risale sopra i 280 punti base, a 282 punti, al termine dell’incontro tra il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli e il presidente Mattarella al Quirinale. Il rendimento del 10 anni italiano è in rialzo al 3,08%.

Affonda anche New York sull’ ‘onda lunga’ italiana con il Dow Jones che perde oltre il 2%.

La Borsa di Milano chiude in calo con il Ftse Mib che cede il 2,65% a 21.350 punti. Sulla seduta pesano le incertezze del quadro politico italiano dopo l’incontro tra il premier incaricato, Carlo Cottarelli, ed il capo dello stato, Sergio Mattarella, e la notizia che si rivedranno mercoledì. “Non ci sono giustificazioni, se non emotive, per quello che sta succedendo oggi sui mercati”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco parlando ‘a braccio’ rispetto al testo delle considerazioni finali riferendosi al balzo dello spread. Spread Btp-Bund chiude vicino a 300 punti base – Lo spread tra Btp e Bund chiude vicino alla soglia dei 300 punti base, a 290 punti – sugli schermi Bloomberg – con il rendimento del decennale italiano al 3,13%. Il differenziale ha segnato un’accelerazione nelle ultime battute della seduta dopo che l’incontro tra il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli e il capo dello Stato Mattarella si era appena concluso senza la presentazione della lista dei ministri. Spread btp-bund a 2 anni schizza 190 punti a quota 343 – Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani a due anni e quelli tedeschi di eguale durata si è allargato oggi di 190 punti basi, pari a quasi il 2%. Lo spread tra il btp con scadenza giugno 2020 e il bund si è allargato a 343 punti. Il rendimento del btp a due anni si è impennato al 2,639%, poco meno di quanto rendeva ieri il nostro btp decennale. Borsa Wall Street affonda con Italia, Dj -2,03% – Wall Street affonda con l’onda lunga dell’Italia. Il Dow Jones perde il 2,03% a 24.252,32 punti, il Nasdaq cede lo 0,89% a 7.367,80 punti mentre lo S&P500 lascia sul terreno l’1,58% a 2.678,46 punti.

Bufera su Guenther Oettinger, commissario tedesco Ue al Bilancio

mentre si consuma una nuova giornata nera sui mercati con lo spread che schizza oltre i 300 punti e poi ripiega sulle tensioni per la formazione del nuovo governo. “Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti”, dice il commissario, secondo un tweet di Bernd Thomas Riegert, che anticipa sul social network i contenuti di un’intervista per Deutsche Welle, che sarà diffusa stasera. Il tweet sarebbe la versione corretta di un precedente post comparso nel social network, nel quale Oettinger veniva citato in modo diverso: “i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta”.

“Non volevo mancare di rispetto e mi scuso”

Lo scrive su Twitter il commissario europeo Gunther Oettinger a proposito delle dichiarazioni sulla crisi politica italiana rilasciate durante un’intervista a Deutsche Welle.
Questa versione dell’intervista, poi rieditata dallo stesso giornalista, non è stata confermata dalla Dw all’ANSA. Il post ritirato come erroneo aveva però già suscitato molte reazioni.

“A Bruxelles – ha commentato Salvini – sono senza vergogna.

Il commissario europeo al bilancio, il tedesco Oettinger, dichiara ‘i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta’. Se non è una minaccia questa…Io non ho paura #prima gliitaliani”. Mentre il Movimento cinque stelle chiede una smentita. Parole bollate come “offensive” anche dal Pd con Matteo Orfini.

“L’Italia merita rispetto”, Bruxelles “è pronta a cooperare responsabilmente e nel rispetto reciproco”:

così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker in una nota. “Le sorti dell’Italia non possono dipendere da eventuali ingiunzioni dei mercati finanziari. L’Italia, indipendentemente dai partiti che la dirigeranno in futuro, è un Paese fondatore dell’Ue che ha fornito un enorme contributo all’integrazione europea”. Juncker si dice inoltre “convinto che l’Italia continuerà il suo percorso europeo”. Intanto il capo della comunicazione di Deutsche Welle, Christoph Jumpelt, chiarisce all’ANSA come sia stato possibile l’errore nel tweet sull’Italia, relativo all’intervista al commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, che ha provocato molte reazioni indignate. “Il nostro redattore purtroppo nel suo tweet non ha separato in modo chiaro la propria valutazione dalla citazione. Di questo ci scusiamo. Questo è stato corretto col tweet successivo”, afferma Jumpelt. Arrivano poi anche le scuse dirette del giornalista. “Nel mio primo tweet ho sbagliato la citazione. Per questo l’ho cancellato. Intendevo dare un veloce reazione e una sintesi dell’intervista. Mi scuso per la confusione e per l’errore. Per favore traducete la citazione qui”. È quello che scrive il giornalista della Deutsche Welle, Bernd Thomas Riegert, su Twitter, scusandosi per aver divulgato una citazione sbagliata del commissario europeo al Bilancio Gunther Oettinger, che ha provocato molte reazioni indignate in Italia. “Il mio appello a tutte le istituzioni europee: per favore rispettate gli elettori: siamo qui per servirli, non per far loro lezioni”, dice in un tweet il presidente del consiglio europeo Donald Tusk. “Juncker è stato informato di questo commento sconsiderato, e mi ha chiesto di chiarire la posizione ufficiale della Commissione: compete agli italiani e soltanto a loro decidere sul futuro del loro paese, a nessun altro”, così il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker a proposito dei commenti di Oettinger.
La Borsa di Tokyo termina le contrattazioni col segno meno, con gli investitori che giudicano sempre più intricata l’instabilità politica in Italia sul medio e lungo termine. Il Nikkei ha ceduto lo 0,55% a quota 22.358,43, con una perdita di 122 punti. Sul mercato valutario in Asia l’euro perde terreno sulle principali valute, assestandosi ai minimi in 11 mesi sullo yen, a un livello inferiore a 127.
Sul calo dei mercati, interviene Ignazio Visco, parlando ‘a braccio’ rispetto al testo delle considerazioni finali. “Non ci sono giustificazioni, se non emotive, per quello che sta succedendo oggi sui mercati”, afferma il governatore della Banca d’Italia.




Cottarelli tornerà domani al Quirinale: muro dei partiti, vogliono nuove elezioni

Carlo Cottarelli ha lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni dopo il colloquio con Mattarella. Il premier incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di provare a formare il governo è stato per tutta la mattinata al lavoro alla Camera sulla lista dei ministri da presentare al capo dello Stato.

Intanto il Movimento Cinque stelle torna chiedere il voto il prima possibile. “Il M5s – dice il capogruppo M5s in Aula – non molla, non illudetevi. Anzi, ci state rafforzando ogni giorno di più. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il prima possibile. E dobbiamo finalmente, dopo quello che è accaduto, segnare il riscatto di milioni e milioni di italiani”.

E anche nel Pd si compatta il fronte del voto a luglio.  In questo senso si sono espressi pubblicamente Andrea Orlando e Lorenzo Guerini ma, a quanto si apprende, in molti sono d’accordo. Una riflessione è in corso e probabilmente se ne discuterà nella direzione che si svolgerà prima del voto di fiducia al governo Cottarelli

Intanto resta una forte turbolenza sui mercati. E Matteo Salvini e Luigi Di Maio vanno all’attacco. “Lo spread – ha detto il capo politico M5s – oggi è schizzato oltre i 300 punti: non accadeva da 4 anni. Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l’incertezza che oggi regna sovrana. Se il Governo del Cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico”.

Il Pd va verso l’astensione sulla fiducia a Mattarella: “Il Pd – dice Maurizio Martina – sostiene con piena convinzione l’operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un Governo neutrale che porti alle elezioni anticipate. E proprio per rispettare il carattere di neutralità politica del Governo credo che sia opportuno che il PD si astenga sul voto di fiducia. Convocheremo a breve e prima della fiducia la Direzione nazionale e lì decideremo”.




Mattarella, da Conte a Cottarelli: passando per l’inutilità del voto degli italiani

Difficile comprendere cosa angosci di più in queste ore di crisi istituzionale. L’ostinata perseveranza nel restare uno stato servile senza spina dorsale alle dipendenze delle banche europee mostra quanto “il bel Paese” debba fare sempre i conti con l’atavica e perenne condizione “gattopardesca” del fare di tutto per non cambiare mai niente.

Nella confusione in cui si è piombati in questi giorni di inizio estate è venuto meno il coraggio anche di provare a mettere in atto i punti programmatici di un contratto redatto da parte di un populismo vittorioso alle urne del 4 marzo.

In entrambi i casi la sensazione che prevale è quella di aver perso una occasione di cambiamento

Gli effetti collaterali della decisione del presidente Mattarella palesano la percezione che neanche più il voto delle elezioni rappresenti una volontà popolare e democratica inoppugnabile e sacrosanta.

Pur essendo pericolose le derive politiche populiste si sarebbe dovuto rispettare il voto degli italiani

Il nuovo governo sorretto da un programma fortemente utopistico non sarebbe durato a lungo e avrebbe scongiurato l’ipotesi di eventuali scontri e caos nelle piazze di una Italia ferita nell’orgoglio e indignata per non rappresentare più la volontà sovrana. Confonde e spiazza quanto il presidente Mattarella abbia valutato pericolosa e del tutto “impresentabile” agli occhi “degli amici” alleati la figura del professor Savona che quale libero cittadino ha espresso in suoi scritti delle perplessità sulla condizione attuale gestionale ed amministrativa di Bruxelles offrendo spunti e punti di vista per una corretta convivenza nell’Unione.

Da Conte a Cottarelli passando per l’inutilità del voto degli italiani in una crisi istituzionale che sicuramente aumenterà alle stelle l’astensionismo alle prossime elezioni pattuite a Settembre o Dicembre a seconda dell’esito dell’ultimo mandato Cottarelli. In questo quadro c’è da chiedersi chi avrà il coraggio di dare motivazioni serie a coloro che speravano in un reddito di cittadinanza o unica tassa complessiva. Stiamo per attraversare un periodo molto complesso per il Paese dove la cosa migliore è quella sempre di ragionare ed evitare colpi di testa e azioni scellerate senza via di ritorno.
Paolino Canzoneri




Pronto, presidente? l’UE ha paura del ‘cambiamento’

C’è una parola, di cui l’UE – e per UE intendiamo tutti i comandanti di questo parlamento imposto dall’alto, con una furbizia che rasenta l’inganno – ed è ‘cambiamento’. Non sapendo bene quali fossero, o quali possano ancora essere i confini di questa operazione, l’UE ha pensato bene di stoppare sul nascere il nostro nuovo governo, votato dalla maggioranza dei cittadini.

Sappiamo della telefonata di Macron a Conte, e possiamo ben immaginarne i toni

Ma la domanda ‘sorge spontanea’: è possibile che analoga conversazione telefonica – da parte di Macron o di altri – sia stata fatta con quello che oggi un quotidiano ha definito ‘Re Sergio’? O che comunque, a parte lo spread, un messaggio preciso sia stato fatto pervenire ad un Mattarella apparentemente troppo supino alle richieste di Salvini e Di Maio? Il dubbio è legittimo, visto come sono andate le cose. Nonostante l’uscita dall’euro e dall’Europa non siano nei programmi di M5S, e neanche in quello della Lega; nonostante il professor Savona abbia giurato e spergiurato che neanche lui avrebbe apportato questo ‘cambiamento’, ecco la bocciatura. Possiamo legittimamente ipotizzare che la sfiducia sia venuta dall’alto, da Bruxelles, e che il presidente Mattarella sia stato – nonostante le rassicurazioni che lo definivano ‘non un notaio’ – un mero esecutore di ordini?

Vorremmo mettere in chiaro alcuni punti

Punto primo: un presidente, o una persona delegata a rappresentare una nazione, non è un dittatore, ma qualcuno che svolge un incarico di servizio, a vantaggio di chi a quel posto l’ha voluto, cioè gli Italiani. Se poi vuol servire qualcun altro, tradisce la mission della sua posizione. In questo caso, tradirebbe – il condizionale è d’obbligo, secondo ciò che è stato espresso da Di battista e Di Maio,- la Costituzione e il suo stesso popolo. Cioè la Nazione.
Punto secondo: qualora un presidente intenda agire a modo suo, senza tener conto della volontà espressa dal popolo al cui servizio è stato chiamato, si trasforma in dittatore e quella che lui presiede non è più una ‘res publica’.
Punto terzo: le motivazioni del rifiuto di Mattarella assomigliano tanto – troppo – alle critiche espresse da Martina nei confronti del governo gialloverde. A chi non sia tanto addentro alle segrete cose è facile far credere quasi qualsiasi cosa.

La preoccupazione per i risparmi degli Italiani spunta solo strumentalmente

Sappiamo, per converso, che la maggior parte dei nostri titoli di Stato, che costituiscono il debito pubblico, sono in mano a speculatori, investitori istituzionali, banche, soprattutto tedesche. Questo è il motivo per cui la Germania non ha convenienza al ‘cambiamento’. D’altronde, lo spread ne fa fede. Dopo il no di Mattarella, esso è calato di oltre venti punti. L’indice di gradimento europeo è lo spread, in misura inversamente proporzionale: più è alto, più è basso il gradimento. In questo caso, nello spazio di una notte, la diminuzione si è palesata. Né si è preoccupato degli italici risparmi il professor Monti, quando con un decreto ha distrutto il mercato immobiliare e l’impresa delle costruzioni. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, e ormai le pagheremo per sempre.
Quarto punto: un Cottarelli, tempestivamente convocato, sarà presumibilmente delegato a cercare di formare una coalizione di governo. La quale non avrà la fiducia in parlamento, e quindi non potrà far altro che cambiare la legge elettorale. Cottarelli è un economista, già inefficace nei confronti della ‘spending review’, dato che a tagliare le prebende dei potenti ci va col cucchiaino. Con l’accetta nei confronti dei servizi per cui paghiamo le tasse. Un uomo che ha già dimostrato la sua fedeltà ad una certa linea politica, quindi, di garanzia nei confronti UE. Sappiamo che nel giro di pochi giorni questo esecutivo fantasma sarà pronto, avendo tutte le strade spianate, soprattutto quella europea, e che lo spread scenderà ulteriormente – ‘salvando i risparmi degli Italiani’. È curioso come di questi risparmi ci si preoccupi solo in questi frangenti. Impeachment a Mattarella? Non avrà futuro in parlamento.

Roberto Ragone




Governo verso nuove elezioni: se non passa la fiducia a Cottarelli si vota dopo agosto

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare il governo. Cottarelli si è riservato di accettare, ha detto il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti.

Cottarelli al lavoro sui ministri

“Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni”. “Ho accettato l’incarico di formare un governo come mi ha chiesto il presidente della Repubblica. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta”, ha apiegato Carlo Cottarelli. “In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell’ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto”. “Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari – ha detto Cottarelli dopo avere accettato l’incarico con riserva di formare il governo -, lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”. “Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale” dell’Italia. Cottarelli ha anche confermato la “continua partecipazione all’area dell’euro”. Il premier incaricato ha assicurato “tempi molto stretti” per la presentazione della “lista dei ministri” al presidente della Repubblica.




Governo, Salvini: “Cottarelli chi lo vota?”

“Andremo al governo con chi ha subito dei veti: saremo ancora più forti”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, in diretta su Fb. “Ho letto e riletto la Costituzione e non c’e’ nessun articolo che proibisca di cambiare le regole Ue”, ha quindi dichiarato giungendo a Montecitorio. “E’ una follia”, ha sottolineato ancora, dicendosi “incazzato nero” per quanto accaduto e aggiungendo che “il problema non é che” il Capo dello Stato “mi ha detto no ad un nome, ma ha detto no a un’idea”.

In precedenza, parlando a “Circomassimo” su Radio Capital, Salvini aveva detto che “nessuno ha mai pensato all’uscita dell’euro: non era nei nostri programmi, non era nei programmi di Savona. C’era solo revisione del sistema bancario e delle tasse”. Sulla scelta di Savona all’economia piuttosto che Giorgetti, Salvini ha spiegato che “Savona era il meglio non leghista, non grillino, che ci avrebbe garantito grandi risultati in Europa, nessun altro avrebbe avuto lo stesso successo. Giorgetti non avrebbe avuto lo stesso peso in Europa, lo sa lui e lo so io. Savona sarebbe stato un perno attorno al quale costruire il governo”.

Sulle mosse del Colle ha poi osservato:

“Mi interessa capire che fa il Presidente della Repubblica, Cottarelli chi lo vota? Non ha dato l’incarico al centrodestra perché non aveva i voti e ora arriva il signor Cottarelli senza i voti? Mi sembra una forzatura. Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza”. “Non è vero che volevamo andare alle urne: il trattamento e le calunnie che ho sentito in tv non ha precedenti. Questo governo aveva contro tutti, giornali, radio e tv. Fantasie: noi e 5S abbiamo lavorato assieme”. Lo afferma Matteo Salvini, su Radio Capital, ha poi proseguito, senza chiudere la porta ad una futura intesa elettorale col M5s: “Noi con i Cinque stelle alle elezioni? Vedremo, valuteremo sui progetti. Ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Savona? Non uso il suo nome a vanvera ma abbiamo trovato una persona che se volesse potrebbe essere con noi. Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme”. Infine un accenno all’ipotesi di impeachment di Mattarella: “Io le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho, devo vedere, devo studiare. Nessuno pensa ad una marcia su Roma”.




Governo giallo-verde, tempi supplementari: ct Mattarella convoca Carlo Cottarelli

Giuseppe Conte ha rinunciato all’incarico, salta così il governo giallo-verde. Parla il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul no a Savona all’Economia per difendere ‘l’Italia nell’euro’. ‘Sui ministri non posso subire imposizioni, devo difendere i risparmi degli italiani’. Ora un governo del presidente. Il capo dello Stato convoca per domani al Colle l’economista Carlo Cottarelli. L’iniziativa è stata accolta dall’ira di Salvini, Di Maio e Meloni. ‘Mai servi’, dice il leader della Lega. Mentre M5s e FdI evocano la messa in stato di accusa per il capo dello Stato. “In bocca al lupo a Cottarelli? In bocca al lupo a chiunque. E soprattutto all’Italia. L’importante è cercare di far bene al Paese”, ha detto Conte in serata. Paolo Gentiloni esprime solidarietà al Colle: ‘Ora salviamo il Paese’.

Ho agevolato il tentativo di dar vita a governo” tra M5s e Lega, “ho atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti”, ha detto ilCapo dello Stato dopo la rinuncia di Conte. “Io devo firmare” i decreti per le nomine dei ministri “assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha subito né può subire imposizione”, ha affermato ancora Mattarella. “L’incertezza della nostra posizione nell’Euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani”, con un rischio anche per i mutui. La decisione di non accettare il ministro dell’Economia “non l’ho presa a cuor leggero”, ha spiegato Mattarella parlando al Quirinale, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell’evoluzione della situazione alle Camere

Il lavoro compiuto è stato fatto “in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato“, ha detto Conte parlando al Quirinale al termine del colloquio con il Capo dello Stato. “Come vi è stato anticipato ho rimesso il mandato a formare il governo di cambiamento” e “ringrazio il Presidente della Repubblica e gli esponenti delle due forze politiche per aver indicato il mio nome”, ha detto ancora Conte. “Vi assicuro – ha concluso – che ho profuso il massimo sforzo e attenzione a questo sforzo, in un clima di piena collaborazione con le forze politiche che mi hanno designato”

Salvini: “Abbiamo dimostrato buon senso, generosità, responsabilità. Abbiamo rinunciato al presidente della Camera, al presidente del Senato, alla presidenza del Consiglio. Abbiamo finito di rinunciare. Quello che dovevamo fare, l’abbiamo fatto”.

Di Maio: “Avevamo espresso Conte come presidente del consiglio, avevamo una squadra di ministri, eravamo pronti a governare e ci è stato detto no perché il problema è che le agenzie di rating in tutta Europa erano preoccupate per un uomo che andava a fare il ministro dell’Economia. Allora diciamocelo chiaramente che è inutile che andiamo a votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziare e bancarie, sempre gli stessi”.