Paura nel Sud Italia: terremoto a Cosenza di magnitudo 4.4

Una scossa di terremoto, di magnitudo di 4.4, è stata avvertita alle 17.02 in provincia di Cosenza, a 2 chilometri da Rende. Lo segnala l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) su Twitter. La scossa è stata avvertita distintamente dalla popolazione, come si può leggere nei commenti alla notizia, ma non sono stati segnalati particolari danni al momento.

Terremoti, il tweet con la stima rapida di epicentro e magnitudo
Dal 4 settembre 2018, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) pubblica in tempo reale sul canale Twitter @INGVterremoti le localizzazioni preliminari dei terremoti calcolate i…

ingvterremoti.com

INGVterremoti
@INGVterremoti
[DATI #RIVISTI] #terremoto ML 4.4 ore 17:02 IT del 24-02-2020 a 2 km E Rende (CS) Prof=10Km #INGV_23997291 http://bit.ly/38Uzm41

Terremoto 2 km E Rende (CS), Magnitudo ML 4.4, 24 February 2020 ore 17:02:58 (Fuso Orario Italia)
Terremoto di magnitudo ML 4.4 del 24 February 2020 ore 17:02:58 (Fuso Orario Italia) in zona: 2 km E Rende (CS)

terremoti.ingv.it
88
17:20 – 24 feb 2020 · Rende, Calabria
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L’epicentro della scossa è stato localizzato a Rende, centro limitrofo a Cosenza, dove il sisma è stato avvertito in modo particolare dalla popolazione. Molte persone, che si trovavano in casa o in esercizi commerciali, si sono precipitate in strada per la paura di altre scosse. In alcuni supermercati la merce esposta è caduta dagli scaffali. Al momento non si hanno notizie di feriti o di danni gravi.

La scossa di terremoto è stata sentita distintamente in tutta la Calabria e fino a Napoli. E’ quanto emerge dalle segnalazioni inviate dalla popolazione al servizio ‘Hai sentito il terremoto’ dell’Ingv. “L’epicentro del sisma è stato a 10 chilometri di profondità, dunque abbastanza superficiale. Nei giorni scorsi non è stata registrata alcuna scossa”, ha detto il direttore dell’Osservatorio nazionale terremoti dell’Ingv, Salvatore Stramondo.

La zona interessata, quella del cosentino e in particolare della Valle del Crati, “è ad alta pericolosità sismica, e in passato ci sono stati eventi importanti”. Ad esempio nel 1874 nell’area di Cosenza c’è stato un terremoto di magnitudo superiore a 6 e molti anni prima, nel 1184, ve ne fu uno nella Valle del Crati con una magnitudo stimata di 6.8. “In tempi più recenti invece ne è stato registrato uno a Cosenza di magnitudo 4.6. In generale va ricordato che la Calabria è la regione a più alto rischio sismico d’Italia”




Cosenza, dà un calcio a un bambino immigrato che si era avvicinato a suo figlio

COSENZA – Incessante è stata l’attività di indagine svolta in questi giorni dal personale delle Volanti dell’ U.P.G.S.P. della Questura di Cosenza per identificare l’uomo che, nei giorni scorsi, a Cosenza aveva aggredito un bimbo di tre anni di nazionalità marocchina in via Macallè, traversa di C.so Mazzini.

Il bimbo si era avvicinato ad una neonata, trasportata in una carrozzina da una giovane coppia. Tale gesto aveva provocato la reazione della coppia, prima della donna poi dell’uomo, che avevano aggredito il bimbo, provocandogli delle lesioni giudicate guaribili  in gg.5.

Dalla visione dei
filmati delle numerose videocamere di sorveglianza si riusciva ad individuare 
le persone presenti all’accaduto  le cui testimonianze permettevano di
identificare  T.D. di anni 22 e  M.V. di anni 24 quali autori dell’aggressione
che, pertanto, venivano deferiti in stato di libertà alla locale A.G. per
lesioni personali aggravate.

Il fatto, ricostruito da una passante che ha assistito alla scena, è accaduto nel centro di Cosenza. Il bambino, di origini nordafricane, è stato immediatamente soccorso dai passanti che hanno chiamato il 118 e allertato la polizia. Il piccolo è stato portato nel pronto soccorso dell’ospedale cittadino per gli accertamenti, ma fortunatamente non ha riportato gravi danni.

Il fatto è accaduto in via Macallè, una traversa del centralissimo corso Mazzini, intorno alle 19 di martedì scorso, ma si è appreso solo oggi. Sul caso indagano gli agenti della Questura di Cosenza, che hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona allo scopo di ricostruire l’accaduto e identificare l’autore.

Secondo quanto si è appreso, il bambino immigrato era con i fratellini di 8 e 10 anni. I piccoli erano insieme alla madre in uno studio medico. La donna, vedendo che l’attesa della visita si prolungava, ha dato ai figli i soldi per comprare il gelato e li ha fatti uscire. Per strada, il bambino più piccolo si è avvicinato all’altro bambino, ma il padre, secondo quanto raccontato dalla testimone, lo ha colpito con un calcio all’addome.

“Leggo di un raccapricciante episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi per strada a Cosenza a scapito di un bimbo di tre anni e la cosa non può che suscitarmi indignazione e sconcerto. Resto sconvolto per le modalità del fatto e perché la circostanza si sia verificata in una via del centro della nostra città”, afferma il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

“Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia – aggiunge – certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione, né deve passare sottaciuto. Non possiamo assolutamente tollerare l’odio inconsulto e cruento, specie quando la vittima è un bimbo piccolissimo e specie se tale violenza si verifica a Cosenza, storicamente città di inclusione e accoglienza. Fermo restando che le indagini stabiliranno le effettive responsabilità, esprimo alla famiglia della piccola vittima tutta la mia vicinanza e quella dell’Amministrazione comunale”.




Cosenza, ragazzino mena e sequestra la madre per avere soldi

COSENZA – Un minorenne è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Paola per maltrattamenti e sequestro di persona ai danni della madre. Il provvedimento è stato disposto dal gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro. I carabinieri hanno ricostruito i ripetuti maltrattamenti, accertati a partire dal mese di agosto scorso, da parte del minorenne nei confronti della madre. Alla base delle condotte del giovane, sfociate anche in percosse fisiche, secondo l’accusa, vi sarebbero stati, prevalentemente, i rifiuti della madre alle continue e pressanti richieste di denaro avanzate dal figlio per potersi “dare alla bella vita”.
Nel corso dell’ennesima lite, il ragazzo, alla sola possibilità paventata dalla donna di rivolgersi ai carabinieri, ha reagito chiudendo la madre in casa per poi malmenarla. Esasperata dai continui maltrattamenti, la donna ha trovato la forza di confidarsi con i carabinieri che hanno cominciato a scavare nel passato del nucleo familiare, portando alla luce la situazione.




Cosenza, falsi braccianti agricoli: 162 denunce tra cui funzionario Inps

COSENZA – Centosessantadue persone tra cui falsi braccianti, un imprenditore agricolo e un funzionario dell’Inps, sono state denunciate per truffa dagli uomini della tenenza della Guardia di finanza di Montegiordano.
I finanzieri, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno scoperto illecite percezioni, per oltre 110 mila euro, tra indennità di disoccupazione, sussidi di maternità, assegni familiari e indennità di malattia. L’indagine, in collaborazione con l’Inps di Rossano, ha interessato un’azienda agricola con sede in provincia di Matera che, mediante la predisposizione di falsi contratti di fitto e comodato di terreni, ha dichiarato la disponibilità di fondi agricoli idonei a giustificare l’assunzione fittizia di 160 operai a tempo determinato e la dichiarazione di 16 mila false giornate lavorative. Dai controlli è emersa la predisposizione fraudolenta dei documenti necessari ad attestare il falso impiego della manodopera.s




Cosenza, scoperta evasione tasse per un milione

COSENZA – Oltre un milione di euro di imposte locali evase da parte di alberghi e strutture ricettive e relativo a fabbricati costruiti o adattati a esigenze di attività commerciali nella fascia costiera dell’alto Tirreno, è stato scoperto dagli uomini della Guardia di finanza del comando provinciale di Cosenza.
Dai controlli effettuati dai finanzieri nei confronti di 36 attività imprenditoriali e società operanti in vari comuni della provincia di Cosenza, è emerso il mancato versamento di Imu dal 2012 al 2016. Oltre all’imposta evasa, le persone e le società che non hanno adempiuto ai previsti pagamenti, saranno soggette anche ad una sanzione amministrativa del 30% dell’importo dovuto, nel caso di ritardi nei pagamenti superiori ai 90 giorni.
In poco più di un anno sono stati eseguiti, dal comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza, 128 controlli attraverso i quali è stato possibile segnalare, per il recupero a tassazione, oltre 8,6 milioni di euro di evasione alle imposte locali.




Cosenza, paga in base a colore pelle: due arresti

COSENZA – Due fratelli sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Paola nell’ambito di un’operazione contro il caporalato.
I due, titolari di un’azienda agricola, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale. Da quanto accertato i due facevano lavorare in nero nella loro azienda migranti africani oltre a romeni e indiani e la paga variava in base al colore della pelle. I “bianchi”, infatti, prendevano 10 euro in più degli altri, 35 euro contro 25 al giorno.
I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal gip del Tribunale di Paola Maria Grazia Elia su richiesta della Procura della Repubblica nell’ambito di un’inchiesta sullo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza. Ai due fratelli, di 48 e 41 anni, è stata anche sequestrata l’azienda ed altri beni per un valore di due milioni circa.

Intanto in Puglia ci si mobilita per il contrasto alle situazioni di illegalità nelle campagne, iscrizione alla rete del lavoro di qualità agricolo come elemento distintivo di certificazione etica, inquadramento dei lavoratori ortofrutticoli che svolgono più mansioni come operai polivalenti col pagamento di 50 euro netti giornalieri. Sono alcune delle proposte avanzate da Cgil e Cisl, per conto dei braccianti agricoli del comune ofantino di San Ferdinando di Puglia, che sono in stato di agitazione a causa dei salari troppo bassi e che tendono a diminuire.




Cosenza, sigilli a palazzina: immigrati pagavano per vivere tra i rifiuti

COSENZA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza ha scoperto un fabbricato concesso in locazione a 15 persone di nazionalità Bengalese, venditori ambulanti; fra queste: 5 maggiorenni e 2 minorenni, tutti “immigrati clandestini”.

 

Cento (100,00 ) euro mensili a persona: a tanto ammontava il canone richiesto dai locatori e pagato dagli stranieri . Cumuli di spazzatura, stanze sporche – prive di pavimenti e di mobili, ivi compresi i letti, cucina alimentata (pericolosamente) mediante bombola a gas e con stoviglie ed accessori in pessime condizioni, bagni e docce (queste ultime poste all’esterno della palazzina) fatiscenti ed in comune: questo lo scenario che è apparso agli occhi dei Finanzieri della Compagnia di Paola, in servizio d’istituto in materia di controllo economico – finanziario del territorio e lotta alla contraffazione.

I Finanzieri hanno anche richiesto un qualificato intervento sul posto di un Ispettore dell’A.S.P. di Cosenza, il quale ha effettuato un sopralluogo confermando le “ precarie ” condizioni igienico – sanitarie dei locali affittati ai Bengalesi, risultati incompatibili con le “ normali condizioni di vita ”.

I cittadini extra – comunitari, che dormivano per terra, sono stati acco mpagnati presso la caserma delle Fiamme Gialle, per essere identificati compiutamente mediante rilievi foto – dattiloscopici, così individuando, all’esito delle predette attività, anche i 7 cittadini stranieri privi di titolo di soggiorno.

 

Complessivamente, al termine delle indagini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica:

  • 2 soggetti locatori, per il reato di “ Favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato ”, con conseguente sequestro (ai fini della confisca) degli immobili aventi una superficie di oltre 700 mq , disposto dal G.I.P. dott.ssa Rosamaria Mesiti, su richiesta del la dott.ssa Anna Chiara Fasano , Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Paola, diretta del dott. Pierpaolo Bruni;
  • 5 clandestini , per il reato di “ Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato ”;
  • 3 stranieri identificati e 2 ignoti fuggitivi, per i reati di “ Detenzione per la vendita di prodotti industriali recanti marchi contraffatti ” e “ Ricettazione ”, ai quali sono stati sequestrati n. 409 beni di note case di moda, recanti marchi contraffatti (fra scarpe, borse, borsellini ed occhiali da sole ).

I canoni di locazione percepiti “ in nero ”, nel tempo saranno calcolati e sottoposti a tassazione.

Prosegue l’attività da parte della Guardia di Finanza calabrese a tutela dei cittadini, degli imprenditori, dei professionisti onesti e degli stranieri regolarmente presenti nel territorio dello Stato.




Cosenza: preoccupazione tra i cittadini per le condizioni del ponte di Celico


di Angelo Barraco
 
COSENZA“Io voglio continuare ad andare in Sila come ho sempre fatto e vorrei possibilmente viaggiare tranquilla senza paura e con strade sicure”. E’ questo il messaggio che ci ha inviato Enza in merito al  Viadotto Cannavino, meglio conosciuto con il nome di Ponte di Celico, che collega Cosenza a Crotone.  Si torna a parlarne di questa preoccupante situazione attraverso la voce dei cittadini che esprimono da sempre massima preoccupazione per le  condizioni critiche e temono un imminente crollo. Si apprende inoltre che per gli esperti sono sufficienti degli interventi di manutenzione per migliorare la viabilità ed è inoltre previsto l’inserimento di piastre in acciaio. Per quanto concerne i lavori di miglioria del viadotto c’è da sottolineare che non ci sono delle viabilità alternative, quindi c’è il rischio concreto che la tutta la zona possa rimanere isolata. Nel mese di Marzo sono state rese note le limitazioni al traffico della Statale Silana-Crotonese SS 107. L’Anas comunicò infatti che gli interventi necessitavano di una chiusura totale di circa 20 giorni e una parziale di ottanta giorni, inoltre 39 giorni di parziale chiusura con unico senso di marcia alternato e deviazione dei mezzi pesanti sul percorso alternativo A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, Strada Statale 616 ‘Di Pedivigliano’ e Strada Statale 108 bis ‘Silana di Cariati’ e viceversa; 20 giorni di chiusura totale del tratto con deviazione dei veicoli leggeri e veicoli di linea sulla provinciale 225 Vallecupo, tra lo svincolo Spezzano Piccolo e Cosenza Centro. I veicoli pesanti invece percorreranno A2, SS 616 e SS 108 bis e viceversa; altri 42 giorni di parziale chiusura a senso unico alternato con deviazione dei mezzi pesanti su percorsi alternativi quali  A2, ASS 616 e SS 108 bis e viceversa. Una tabella di marcia in corso d’opera. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia documentammo la situazione del Ponte di Celico lo scorso 4 novembre 2016, quando ci pervennero delle segnalazioni da parte dei cittadini che evidenziavano l’incertezza strutturale del viadotto. La struttura si trova lungo la statale 107 e i cittadini temono si possa spezzare da un momento all’altro. E’ questo l’allarme che lanciano attraverso i social network i cittadini cosentini attraverso dei video che sono stati diffusi ampliamente su diverse testate in cui viene filmata la tratta regolarmente attraversata dalle autovetture ove è presente, nella parte centrale esterna, una sorta di pressione del ponte che induce gli elementi cementificati sospesi a ripiegarsi su loro stessi e creare uno spazio vuoto centrale, che potrebbe portare alla rottura della struttura a seguito di continue sollecitazioni e nella parte superiore dove vi transitano le autovetture è presente invece un avvallamento che porta le autovetture e tutti i mezzi pesanti che vi transitano a fare uno sbalzo ogni qualvolta attraversano quel determinato tratto. Il video immortala un’assenza di simmetria dell’asse del ponte e un’evidente inclinazione verso un lato ma tutto ciò non impedisce ai cittadini il libero transito. Tale viadotto si trova tra gli svincoli di Rovito e Celico in provincia di Cosenza e collega la provincia Bruzia con Crotone, passando attraverso la Sila e gli avvallamenti presenti nella struttura fanno allarmare i numerosi cittadini che quotidianamente vi transitano. La memoria storica dei cittadini non ha cancellato di certo la tragedia dell’agosto 1972, quando nel corso dei lavori di costruzione lo spostamento di un pilone cagionò il crollo parziale della struttura e la morte di quattro operai. Noi abbiamo raccolto le testimonianze di due persone della zona che hanno attraversato recentemente il ponte e ci ha riferito che ad occhio nudo non si vede nulla e il ponte è attraversabile e hanno appreso però della pericolosità del ponte attraverso la tv. Ci hanno riferito inoltre che non vi sono segnali di avvertimento sul ponte che indicano il pericolo e non si sentono tranquilli ad attraversarlo poiché non vi sono nemmeno segnali di deviazione del corso stradale e sul ponte vi erano macchine che andavano anche a velocità sostenuta. Abbiamo chiesto se sul ponte ci passano anche camion è la risposta che ci è sopraggiunta a tal proposito è stata affermativa. I cittadini che ci hanno comunicato tale disagio che vivono nell'attraversare una struttura che secondo loro è instabile e ci hanno riferito inoltre che alcuni abitanti del luogo hanno riferito loro di evitare di passare sul ponte e hanno consigliato loro di prendere una deviazione ma sul ponte non vi sono segnali che avvertono di un eventuale pericolo.



Cosenza, la Finanza arresta un falso funzionario Ue

Rob. Rag. 

Arrestato in flagranza di reato DAI Finanzieri della Compagnia di Rossano Calabro (CS), falso funzionario dell’Unione Europea. L’operazione è stata condotta con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari. Il falso funzionario, tale Sergio Cottignoli, presentandosi come funzionario dell’Unione Europea addetto alla revisione di progetti finalizzati ad ottenere finanziamenti ‘a fondo perduto’ destinati allo sviluppo, richiedeva indebitamente denaro, promettendo una più sollecita approvazione delle pratiche e  millantando particolari conoscenze in ambito comunitario. Truffati alcuni imprenditori edili locali, impegnati nel progetto di costruzione di insediamenti turistici sulla costa calabra. Le indagini hanno preso avvio proprio dalla denuncia di costoro, non convinti della buona fede del Cottignoli. Le successive indagini consentivano di identificare nel Cottignoli, un pensionato di 76 anni, un soggetto assolutamente estraneo ad ogni attività da lui proposta, né in possesso di alcun titolo per l’intermediazione diretta con soggetti interessati alla percezione di finanziamenti comunitari. Alla richiesta del Cottignoli della somma di 48.000 euro da conferire ad una banca tedesca, uno dei denuncianti consegnava al falso funzionario un assegno a lui intestato. Immediatamente il Cottignoli veniva arrestato e posto agli arresti domiciliari. Durante la successiva perquisizione personale, e nella valigetta del Cottignoli, venivano trovati e sequestrati numerosi documenti falsi riferibili all’Unione Europea e ad Istituti bancari tedeschi, oltre a un timbro con il logo dell’Unione Europea e alcuni tesserini identificativi falsi con il titolo di ‘Revisore progetti finanziari Italia’ per conto della commissioni FESR – FSE – FEAOG – SFOP. Ad una successiva perquisizione nel domicilio dell’arrestato, rinvenuti e sequestrati timbri recanti il logo della Banca Centrale Europea, tesserini simili a quello presentato dall’arrestato e documentazioni riguardanti false pratiche di finanziamento. L’arresto del Cottignoli costituisce una utile occasione per ribadire che le procedure e l’erogazione dei finanziamenti europei, segnatamente i Fondi Europei di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.) vengono gestite dalla Regione Calabria con procedure registrate, senza la necessità di alcun contatto diretto tra i richiedenti il finanziamento e i funzionari incaricati di seguire le pratiche amministrative di erogazione.




Cosenza, timbravano il cartellino e andavano a giocare alle slot: 18 medici indagati

 
di Angelo Barraco
 
 
COSENZA – “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”  disse il filosofo greco Aristotele, peccato che le sue sagge parole sono state notevolmente travisate da  ben 18 medici e dipendenti dei pubblici uffici di Rogliano dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che ogni giorni strisciavano il loro cartellino o incaricavano qualcuno nel farlo per tutti e poi si recavano ad accompagnare i propri figli a scuola o tornavano a casa o alcuni si recavano addirittura presso il proprio studio privato nell’ora di servizio. Secondo quanto documentato dai Carabinieri della Compagnia di Rogliani, molti di loro non adempivano al loro quotidiano dovere e diversi medici e dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale sono stati avvistati lungo le vie della città mentre facevano la spesa al supermercato o spendevano il loro tempo e i loro soldi nelle slot machine.
 
L’Indagine in merito all’operazione anti-assenteismo dei carabinieri è scattata a seguito di una segnalazione in cui veniva evidenziato il comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Asp. Gli inquirenti hanno raccolto 6.000 ore di filmati che documentano quanto precedentemente spiegato e inoltre sono stati effettuati 200 servizi di monitoraggio e osservazione che hanno permesso di accertare gli episodi di assenteismo. Una vicenda che riporta alla mente quanto accaduto a Caserta lo scorso giugno, quando nove dipendenti dell’Asl sono stati arrestati e sottoposti ai domiciliari poiché non adempivano ai loro doveri, preferendo beggiare il cartellino o incaricavano qualcuno che timbrava si occupava di timbrare i cartellini dei colleghi. In questo caso gli accertamenti hanno appurato che i dipendenti lasciavano il posto di lavoro dopo aver registrato la loro presenza con il badge, causando un danno enorme all’Amministrazione. In merito alla vicenda di Cosenza Il gip del Tribunale, su richiesta del sostituto procuratore di Cosenza, ha emesso provvedimenti a seguito di tali comportamenti: quattro di loro sono stati sospesi e quattordici hanno l’obbligo di presentazione.
 
Il lavoro è indispensabile per la sopravvivenza  in una società di diritto poichè rappresenta il motore unico che spinge la grande macchina sociale in cui si articolano tutti i meccanismi costituzionali e produttivi, il rispetto delle leggi nell’esercizio di un’attività lavorativa rappresenta la volontà di far progredire lo Stato di diritto in cui si vive. Quando invece subentra la nolontà nei confronti dello Stato di diritto e delle leggi applicate si arreca un danno a chi costantemente combatte per conformare un equilibrio e una stabilità all’interno di una società che costantemente combatte contro l’illegalità e l’ingiustizia. La società in cui viviamo è colma di volenterosi giovani e non che vorrebbero costruirsi, nei principi della legalità, un futuro, e che vorrebbero diventare imprenditori all’interno di uno Stato che troppo spesso alza i muri con  tassazioni elevate che impedisco spesso lo sviluppo e la crescita e li spinge ad emigrare altrove. La lotta all’assenteismo dovrebbe essere un monito per valorizzare ulteriormente l’imprenditoria giovanile, che oggi dovrebbe rappresentare una risorsa per la società dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione ma tutto ciò viene oscurato da soggetti che non rispettano le leggi imposte dallo Stato di diritto in cui viviamo e l’illusione del cambiamento si trasforma in un biglietto aereo di sola andato.
 
Abbiamo chiesto un parere in merito all’imprenditoria giovanile alla Dott.ssa Rossana Putignano, psicologa Clinica – Psicoterapeuta Psicoanalitica -Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Diagnosi Psicodiagnostica e Neuropsicologia Forense del CRIME ANALYSTS TEAM che riceve su appuntamento a Bari e ad Acquaviva delle Fonti: “L' imprenditoria giovanile, nonostante le sovvenzioni da parte dello stato e il regime dei minimi per i primi 5 anni di attività, è in grave crisi, soprattutto nei piccoli paesini dove la moneta circola poco a favore dei grandi centri commerciali. Sono diverse le attività, da quanto ho potuto osservare nel mio piccolo paese nell'entroterra barese, che chiudono con la stessa rapidità con cui nascono. I giovani sono scoraggiati, aspettano, sperano, arrancano finché non arriva il giorno decisivo in cui, con amarezza, devono chiudere la propria partita iva. Questa decisione non facile e porta con se una sensazione di impotenza e di fallimento nel giovane che deve fare i conti con la propria autostima e la capacità di ri-mettersi in gioco ogni volta. Da libera professionista sento di spronare i giovani imprenditori a non mollare e di re- inventarsi continuamente con eventi culturali e di interesse per la popolazione, ma soprattutto di ben qualificarsi attraverso il giusto onorario, di sentirsi adeguati e titolati per il lavoro che di sta svolgendo e di chiedere la giusta ricompensa per gli studi e gli sforzi fatti. Questo perché la stima e la valutazione del pubblico pagante passa dalla nostra stessa autostima, quindi parola d' ordine è MAI DEPREZZARSI! La creatività è alla base del proprio lavoro di imprenditoria e deve passare necessariamente dal mezzo visivo poiché siamo in una società narcisistica in cui il bello si deve vedere, la qualità si deve notare, l'entusiasmo si deve mostrare. Da psicologa mi rendo disponibile per qualsiasi consulenza con i giovani imprenditori amareggiati che necessitano della giusta spinta propulsiva a ripartire. Occorre cadere e rialzarsi sempre, non solo una volta ma tante volte e, soprattutto, bisogna  accettare la fase 'down' di non introiti per aspettare il momento giusto per ricominciare.”




'Ndrangheta a Cosenza: arresti per usura, coinvolto il calciatore Francesco Modesto

Paolino Canzoneri