Corea del Sud, Cina e Giappone chiedono l’isolamento totale di Pyongyang. Allerta ai massimi livelli

IL CONFLITTO – Irritata la reazione di Seul e Tokyo, alla quale è seguita la dura risposta della Cina che, attraverso il ministero degli Esteri, ha “condannato con forza” l’intemperanza di Pyongyang proprio quando il presidente Xi Jinping era impegnato ad aprire i lavori del vertice dei Paesi Brics, a Xiamen, altro momento a lungo preparato di grande visibilità internazionale dopo il G20 del 2016.

La Corea del Sud, che ha alzato l’allerta, ha intenzione di chiedere più aspre sanzioni assicurando che farà tutta la pressione possibile sul Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché si arrivi all’isolamento “totale” di Pyongyang, in base all’esito della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale che ha annunciato l’ipotesi di accettazione di più armi tattiche dagli Usa.

In Giappone, primo Paese a confermare il test, il premier Shinzo Abe ha definito la mossa “assolutamente inaccettabile”. I primi dati sulla detonazione sono preoccupanti: il sisma artificiale è il più potente dei sei test fatti finora. L’onda è stata pari a 5-6 volte quella generata dal quinto esperimento e 11 volte quella del quarto, entrambi nel 2016, ha riferito la Korea Meteorological Administration, l’agenzia sudcoreana che oltre al meteo ha in carico le rilevazioni sismiche.

Il sesto test ha avuto una potenza fino a 100 chilotoni, circa 5 volte più forte della bomba sganciata dagli Usa sulla città nipponica di Nagasaki nell’agosto del 1945, ha reso noto Kim Young-woo capo della commissione Difesa del parlamento di Seul, citando le stime dei militari sudcoreani. L’ordigno è stato il più potente finora provato da Pyongyang, pari a 10 volte il quinto test del 9 settembre 2016 di 10 chilotoni. Un chilotone è pari a 1.000 tonnellate di tritolo.




Corea del Sud, decade presidente Corte Costituzionale: sì a impeachment Park

 

COREA DEL SUD – La presidente Park Geun-hye, prima donna al vertice istituzionale più alto della Corea del Sud, è stata rimossa dalla Corte costituzionale che ha confermato all'unanimità (otto voti su otto) l'impeachment approvato il 9 dicembre dal parlamento, completando la prima procedura del genere nella giovane storia democratica del Paese.

"La speranza è che la sentenza chiuda le divisioni nazionali – ha introdotto leggendo il dispositivo di "condanna" in diretta tv, la presidente della Corte Lee Jung-mi, altra donna salita ai vertici in una nazione dalla solida tradizione maschilista e il cui mandato è in scadenza il 13 marzo -.Gli effetti negativi delle azioni presidenziali e le loro ripercussioni sono gravi, e i benefici della difesa della Costituzione con la sua rimozione dalla carica sono enormemente ampi".

Nonostante l'invito, nelle manifestazioni a Seul, dove la tensione è alta, si è registrata la morte di due sostenitori pro Park, ha riferito l'agenzia Yonhap. La Corte ha certificato il ruolo nefasto della 'sciamana' e confidente, Choi Soon-sil, che si è "immischiata in affari di Stato" per colpa di Park, responsabile della ripetuta e continua "fuga di molti documenti riservati". Non solo, ha riconosciuto anche il ruolo coordinato nel premere sulle imprese sudcoreane per l'erogazione di fondi a due dubbie fondazioni promosse da Choi che avrebbero incassato decine di milioni di dollari.

Nel suo giudizio di legittimità e di merito, la Corte ha ravveduto anche alla scrematura del corposo dossier parlamentare rigettando, ad esempio, le accuse di abuso di potere nella nomina di funzionari di governo e le pressioni sulla stampa (in entrambi i casi "per mancanza di prove") o la cosiddetta "fuga dalle responsabilità", come nella tragedia dell'affondamento di aprile 2014 del traghetto Seawol (costato la vita a oltre 300 persone, quasi tutti studenti di liceo), non di "competenza" della Corte. La parentesi di crisi istituzionale di 92 giorni in cui il premier Hwang Kyo-ahn e stato presidente reggente: secondo la costituzione, nuove elezioni si terranno entro 60 giorni, con ogni probabilità il 9 maggio. L'ex capo delle opposizioni Moon Jae-in, sconfitto da Park nel 2012, è dato da tutti i sondaggi come il favorito, con un gradimento ampiamente superiore al 30%