CANALE MONTERANO, SCANDALO IN COMUNE: GIULIANO GANGITANO SI FIRMA "ARCHITETTO" MA NON E' ISCRITTO ALL'ALBO

di Chiara Rai

Canale Monterano (RM) – Il consulente dell’Urbanistica e territorio del Comune di Canale Monterano Giuliano Gangitano in realtà non è iscritto all'albo degli architetti anche se si firma tale. Ma opera con tale carica, da due anni a questa parte, proponendo molti atti amministrativi tra cui la tanto contestata “variante Gangitano” ma anche la delibera agostana (la n° 37 del 9 agosto 2012) che prevedeva la possibilità di edificare all’interno della Riserva. Diversi gli atti siglati Cangitano con tanto di timbro del Comune che guidato dalla giunta di Angelo Stefani, gli ha conferito l’incarico.

 L’ordine degli architetti ha esplicitamente messo nero su bianco che tale Gangitano non è iscritto a nessun albo nazionale italiano. Nella nota a firma del presidente dell’ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Roma e Provincia Arturio Livio Sacchi si chiede di conoscere a che titolo è stato conferito l’incarico di consulenza a Gangitano, essendo stato messo a conoscenza dall’autorità giudiziaria che lo stesso esplica in qualità di architetto consulenza per il Comune in ambito di edilizia e urbanistica.

La richiesta di chiarimenti è finalizzata ad una eventuale azione “volta al rispetto della legalità nell’esercizio dell’attività professionale”.

In pratica anche se Gangitano fosse laureato, ma questo non ci è dato saperlo, il fatto di non essere iscritto all’albo professionale degli architetti non lo abilita ad espletare la libera professione in qualità di architetto, soprattutto quando si ricevono incarichi presso Enti e con specifiche mansioni che riguardano edilizia e urbanistica.

Dunque siamo di fronte ad un’altra bufera sul Comune di Canale Monterano già al centro di un ciclone giudiziario che si è scatenato a marzo scorso e che ha investito il sindaco Angelo Stefani e otto tra tecnici e consiglieri del Comune del territorio braccianese, indagati con l’accusa di presunti reati contro la pubblica amministrazione proprio in tema di Urbanistica e Lavori pubblici. Sembrerebbe che tra i reati contestati ci sia omissione, abuso e falso nell'esercizio di Pubblici Uffici. La scorsa primavera, è addirittura stato sequestrato l'intero archivio delle pratiche urbanistiche del Comune, oltre ai permessi di costruire e sanatorie dall’anno 2012 ad oggi. Ci sarebbero svariati procedimenti relativi a permessi di costruire e sanatorie approvati sulla base di atti amministrativi ritenuti illegittimi, deliberati dall'attuale amministrazione comunale.       

L’incarico a Gangitano è stato conferito con delibera comunale dal Comune di Canale Monterano il 10 marzo del 2012. Nella delibera si conferisce l’incarico all’architetto Giuliano Gangitano l’incarico come consulente in materia di urbanistica e pianificazione territoriale, finalizzata al coordinamento delle norme degli strumenti urbanistici del comune con le norme ed i piani sovraordinati”.

A far emergere questo altro scandalo sono stati i consiglieri di opposizione di Esperienza e Rinnovamento Antonio Paolo Mascia, Giancarlo Marani e Alessandro Bettarelli     

“Il signor Gangitano – racconta il capogruppo di Esperienza e Rinnovamento in Consiglio Comunale, l’arch. Antonio Paolo Mascia – si è presentato in Comune subito dopo l’insediamento dell’Amministrazione Stefani, nel maggio 2011, prima senza un ruolo ben definito, poi (anche a seguito di alcune nostre interrogazioni) con il ruolo ufficiale di consulente. Cinque delibere di Giunta hanno formalizzato la situazione di ‘consulenza in materia di urbanistica e pianificazione territoriale all’arch. Giuliano Gangitano’ nel corso di quasi tre anni.  L’architetto Gangitano, come era presentato dal Sindaco, ha partecipato a Consigli Comunali e riunioni, ricevendo i cittadini in Comune, decidendo di fatto l’urbanistica comunale di questi primi tre anni e mezzo di mandato. In questo periodo gli storici impiegati dell’Ufficio Urbanistica sono stati spostati a un’altra area, è stata eliminata la Commissione Edilizia, sono stati emanati vari atti che gli organi di controllo superiore hanno definito più volte illegittimi (in primis la delibera n.13 del 26 marzo 2012, la c.d. ‘Variante Gangitano’ e la n. 37 del 9 agosto 2012 sull’edificabilità nella Riserva Naturale Monterano), il segretario Comunale è stato gentilmente “invitato” ad andarsene dopo aver preso le distanze da questi atti, perquisizioni delle Forze dell’Ordine in Comune e a casa dei nostri amministratori hanno portato il nostro paese sulle pagine dei giornali.”

“Su questo signore – continua Mascia – riferivamo in Prefettura già due anni fa, purtroppo ricevendo impegni mai riscontrati. Sul suo ruolo in Comune, in tre anni e mezzo, abbiamo fatto sette interrogazioni al Sindaco.”

“Il 26 settembre scorso – riprende Giancarlo Marani, altro membro del gruppo E&R in Consiglio Comunale – abbiamo ufficialmente chiesto al Sindaco di comunicarci numero d’iscrizione all’Albo dell’architetto Gangitano, contestualmente, con un accesso agli atti presso l’Ordine degli Architetti di Roma, chiedevamo la stessa cosa. Mentre stiamo, a oggi, ancora aspettando la risposta del Sindaco, l’Ordine ci rispondeva con una lettera spedita il 24 settembre al sindaco Stefani e alla Procura di Civitavecchia dicendoci che il soggetto in questione ‘non risulta iscritto ad alcun albo professionale italiano’. L’architetto Gangitano, che per almeno tre anni ha, di fatto, guidato l’urbanistica comunale non può operare come architetto.”

“Considerato – continua Alessandro Bettarelli, altro membro del gruppo E&R in Consiglio Comunale – che l’art. 4 del Codice Deontologico dell’Ordine degli Architetti, stabilisce al comma 1: ‘L’iscrizione all’albo costituisce presupposto per l’esercizio dell’attività professionale e per l’utilizzo del relativo titolo’, con un’interrogazione del 10 ottobre scorso abbiamo chiesto al Sindaco come mai, trattandosi di un conferimento di un incarico pubblico, non si fossero preventivamente acquisiti agli atti comunali tutti quei documenti indispensabili all’assegnazione dello stesso, gli abbiamo chiesto inoltre di sapere come mai, venuto a conoscenza della situazione il 24 settembre, non abbia comunicato nulla a cittadini e Consiglio Comunale, infine che cosa intendesse fare per sanare la situazione verificatasi sia dal punto di vista amministrativo (legittimità degli atti firmati dal sig. Gangitano), che economico (compensi pattuiti con il soggetto medesimo in qualità di architetto e quindi, alla luce delle recenti rivelazioni, senza averne diritto), che giudiziario.”

“Ad oggi – conclude Bettarelli – passato un mese dall’aver appreso che il suo uomo di fiducia, al quale aveva affidato l’Urbanistica comunale, non può operare come architetto non risultando iscritto al relativo Ordine Professionale, il Sindaco non ha ancora detto una parola su tutta la vicenda. Non ha risposto alle nostre interrogazioni, non ha riferito in Consiglio. Per oltre tre anni i cittadini di Canale sono stati presi in giro da questo signore che si spacciava per ciò che non era e il Sindaco tace.”

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Alberto De Marchis

Canale Monterano (RM) – La riserva di Canale Monterano potrebbe essere commissariata?  Una ipotesi non lontana dalla realtà dei fatti.

Quando la Regione dice che bisogna revocare una delibera e lo fa con insistenza e un’amministrazione fa conto come se non esistesse l’Ente sovracomunale, allora il rischio è di perdere tutto.

Di perdere cioè controllo e gestione del proprio territorio. Questo è il rischio che corre il sindaco di Canale Monterano se non revoca la delibera 37 che non è altro che una delibera che permetterebbe di costruire in parte dell’area protetta.

Oggi 31 luglio si terrà un importante Consiglio comunale e puntuale giunge un’altra nota della Regione Lazio.  [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA NOTA DELLA REGIONE LAZIO ]

Con nota n. 282174 del 22.07.13 la Direzione Ambiente della Regione scrive al Sindaco di Canale Monterano ribadendo con fermezza i precedenti pareri emessi. 

Quello di dicembre del 2012 in cui si dichiarava illegittima e priva di valore giuridico la variante urbanistica introdotta con la delibera n. 37/2012 e quello di marzo 2013 in cui la Regione ribadiva che la perimetrazione della Riserva Monterano è solo quella allegata alla sua delibera istitutiva.

La Regione quindi "rinnova l'invito al Comune di Canale Monterano a provvedere" a revocare la delibera n. 37 al fine così di evitare l'adozione di atti conseguenti ed evitare inoltre l'attivazione dei poteri sostitutivi della Regione secondo l'art. 4 comma 8 della legge istitutiva dell’area protetta, che recita: “in caso di persistente […] violazione della presente legge o delle direttive regionali, la gestione della riserva parziale naturale sarà curata, in via provvisoria, dalla Giunta regionale tramite un commissario  "ad acta ".

Un’importante nota questa della Regione Lazio che viene prodotta a ridosso di un Consiglio comunale che si svolgerà oggi a Canale alle ore 17.00, che segna un'altra tappa della ormai lunga vicenda che coinvolge diversi uffici regionale e l’amministrazione comunale.

A rischio ora è la gestione della Riserva Monterano di cui il presidente è il Sindaco Angelo Stefani, che per effetto della sua politica urbanistica che ne altera i regimi di salvaguardia, può passare alla Regione.

 

Intanto arriva la nota della CGIL che non resta in silenzio e  commenta così l'operato dell'amministrazione Stefani:

NEBBIA A CANALE MONTERANO

Si faccia chiarezza su ruoli e competenze nel rispetto della legalità e della buona amministrazione

Ancorché le stagioni non seguano più l’alternarsi naturale al quale eravamo abituati, vero è che a Canale Monterano la stagione delle nebbie, iniziata nel maggio 2011 con l’insediamento dell’attuale Amministrazione guidata dal Sindaco Stefani , ad oggi non sembra terminare.

Una nebbia che ha avvolto anche l’importante Riserva Naturale Monterano ed in particolare i suoi terreni, oggetto di un notevole interesse del Sindaco che è arrivato ad avocare a sé il ruolo di Responsabile del servizio Urbanistica, firmando addirittura autorizzazioni a costruire, permessi di costruzione in sanatoria e autorizzazioni per vincoli idrogeologici.

Suscita perplessità come il Sindaco abbia revocato dall’incarico nell’Area Urbanistica prima il tecnico presente già nell’organico e, successivamente, anche quello incaricato direttamente da lui (tra l’altro con aggravio di spese per la comunità) che non è stato ritenuto in grado (prova ne sono gli atti revocati direttamente dal Sindaco) di poter adempiere alle procedure riguardanti la materia Urbanistica. Evidentemente anche quest’ultimo è colpevole di aver considerato degne di attenzione le note inviate dalla Regione Lazio nella quali si rilevano forti dubbi, anche in ordine alla liceità, sugli atti prodotti dell’Amministrazione Stefani in tema di Piano Regolatore e sui territori della Riserva.

Così, con l’aiuto di altri tecnici che svolgono il loro incarico a titolo gratuito- ci chiediamo quanto sia lecito farlo- l’Amministrazione va avanti in completa solitudine ignorando le importanti comunicazioni della Regione ribadite in modo forte e categorico anche in queste ultime ore. Ciò malgrado il 31 luglio è stato convocato il Consiglio Comunale con all’ordine del giorno oltre le questioni dei terreni della Riserva anche il personale impiegato nella stessa.

Non è un caso se si registra un clima pessimo tra i dipendenti del Comune di Canale Monterano, dovuto alla forte ingerenza politica nella gestione Amministrativa dell’Ente. Ad oggi si assiste al tentativo di ridimensionare le lavorartici e i lavoratori della Riserva Naturale Monterano con la possibile conseguenza di un minore controllo del territorio

Evidentemente sfugge all’energico Amministratore che i lavoratori della Riserva non sono dipendenti del Comune bensì della Regione Lazio e che lui non è deputato alla definizione della dotazione organica degli altri Enti pubblici del territorio.

Sarebbe opportuno che gli sforzi fossero proiettati a mettere un po’ più di attenzione alla questioni interne al Comune e che rischiano di provocare gravi danni all’utenza.

La F.P. CGIL non starà a guardare e farà tutto ciò che è nelle sue facoltà per tutelare le lavoratrici e i lavoratori coinvolti e le esigenze dell’utenza che merita una migliore gestione della macchina amministrativa.

Ci auguriamo un’inversione di rotta del Sindaco Stefani e della sua Amministrazione e che trasparenza, correttezza nei diversi ruoli e competenze caratterizzino il futuro di Canale Monterano e della sua riserva.

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CANALE MONTERANO, DELIBERE "FAI DA TE": LA REGIONE POTREBBE CONTESTARE AL COMUNE ANCHE LA DELIBERA DEL 9 AGOSTO

"La Regione ha considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale."

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Natili una nota in merito alla lettera della Regione Lazio, Ufficio di Staff Tecnico-Amministrativo di Supporto e Controllo di Gestione, all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano, prot. n. 434559 del 10 ottobre 2012.

La lettera in questione è la risposta dell’Ufficio regionale citato a quanto scritto dal Comune di Canale Monterano (Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, prot. 6559 del 11/09/2012) all’Assessorato Regionale all’Urbanistica e all’Area Urbanistica e Copianificazione della Regione Lazio (fra gli altri), in merito alla Delibera comunale n. 13 del 26 marzo 2012. Lo scorso 11 settembre, infatti, il Comune di Canale Monterano contestava i rilievi con i quali la Regione, alcuni giorni prima (il 4 settembre 2012), aveva avanzato la richiesta che la Delibera n. 13 del 26 marzo venisse revocata.La Delibera del 26 marzo introduceva procedimenti semplificati in materia urbanistica, sulla base di un principio liberistico – per cui sarebbe consentito tutto quello che dalla legge non risulta vietato – nell’ottica, tuttavia, di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale). La richiesta regionale di revoca di tale deliberazione si basa su di un argomento pregiudiziale: il Comune – diceva nella sostanza la comunicazione regionale del 4 settembre – avrebbe dovuto adottare il procedimento di Variante o Piano Regolatore Generale (PRG). Ora, dopo la replica inviata a settembre dall’Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, la Regione stessa fa pervenire all’Ufficio Tecnico comunale di Canale una seconda comunicazione, di cui mi preme evidenziare alcuni punti essenziali.In questo ulteriore documento regionale viene, in primo luogo, precisato che l’adeguamento al PTPR avviene con un provvedimento comunale (la Delibera n. 13) definito intempestivo, nel senso che, essendo il PTPR ancora in fase di definitiva approvazione, Canale Monterano recepirebbe nel proprio strumento urbanistico mere disposizioni transitorie (di salvaguardia) e non il PTPR nel suo testo definitivo: ciò comporterebbe, secondo gli organi regionali, una contraddizione con il principio di economicità dell’azione amministrativa. Avendo prematuramente adeguato lo strumento urbanistico comunale, l’Amministrazione locale si esporrebbe al rischio di dover reiterare la propria azione, per conformarsi al PTPR nella sua versione definitiva. Si tratterebbe, insomma, di uno spreco di attività amministrativa. I comuni sono, infatti, tenuti a tale attività di adeguamento solo entro i due anni dalla definitiva approvazione del PTPR. La Regione, poi, torna ad insistere sulla necessità che simili provvedimenti rivestano la forma procedimentale della Variante o del PRG. Ciò viene giustificato con due argomenti principali. Il primo è il principio di legalità. Il principio di legalità va inteso, da un lato, nel senso della prevalenza delle norme di legge sugli atti amministrativi: qualsiasi provvedimento della Pubblica Amministrazione (P.A.) contrasti con una norma di legge è illegittimo e passibile di nullità o annullamento. Dall’altro, va inteso come principio di tipicità dei provvedimenti imperativi della P.A.: ogni esercizio di potere da parte della P.A. deve trovare giustificazione e previsione in una specifica norma di legge. Si tratta della garanzia fondamentale dello Stato di Diritto. Ogni cittadino ha nella legge – ossia nella volontà popolare – il criterio per individuare se, e in che misura, debba sottostare ad un potere esercitato nei suoi confronti. Ciascuno di noi è tenuto a conformarsi esclusivamente a quegli atti autoritativi che siano previsti dalla legge. Ora, secondo la Regione, la Delibera comunale n. 13 avrebbe il contenuto tipico di uno strumento urbanistico ordinario; e, allora, essa si sarebbe potuta adottare solo nel rispetto delle norme sul procedimento di formazione degli strumenti urbanistici (il Comune avrebbe così violato il principio di prevalenza delle norme di legge); oppure, ammesso che il potere esercitato dal Comune sia di natura diversa da quello che richiede la forma della Variante o del PRG, tale potere non troverebbe corrispondenza in alcuna disposizione di legge che lo giustifichi (ad essere violato sarebbe allora il principio di tipicità dei provvedimenti). Di qui, in ogni caso, l’asserita violazione del principio di legalità. Il secondo argomento utilizzato dalla Regione attiene al ruolo di garanzia che il procedimento di Variante o PRG svolge nei confronti dei privati cittadini e delle persone giuridiche pubbliche o private. Infatti, la Regione Lazio ritiene che, adottando un provveddimento immediamente esecutivo (come la Delibera n. 13), invece che il più complesso procedimento previsto in materia urbanistica, il Consiglio Comunale avrebbe privato tutti i soggetti coinvolti della possibilità, loro legalmente riconosciuta, di partecipare alle scelte riguardanti la gestione del territorio. In definitiva, la Regione ha accusato il Comune di un ingiusto “fai da te”, che violerebbe le prerogative in tema di pianificazione urbanistica legalmente spettanti ad altri enti ed ai singoli cittadini.La Regione ha, pertanto, considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe, a mio parere, riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale.

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CANALE MONTERANO, LA REGIONE FA TREMARE LA GIUNTA STEFANI

La Riserva di Canale Monterano rischia di essere compromessa da delibere comunali che vorrebbero, in sintesi, compromettere un ambiente vincolato tramite l’interpretazione dell'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa (applicazione del Piano Casa all’area II).

 

[LETTERA DELLA REGIONE LAZIO AL COMUNE DI CANALE MONTERANO]

[LETTERA DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO]

 

Chiara Rai
Un vero e proprio terremoto sta compromettendo la stabilità dell’amministrazione comunale di Canale Monterano che ha ricevuto un forte monito dalla Regione Lazio. Questa notizia arriva in un momento di fibrillazione e incessante attività dei cittadini e soprattutto dell’Associazione Voci di Strada, del gruppo consiliare Esperienza e Rinnovamento e del Gruppo spontaneo 9 Agosto. Un momento nel quale anche L’osservatore laziale, impegnato in trincea con le persone, sta raccogliendo e ha raccolto centinaia di firme per salvare la Riserva di Canale Monterano che rischia di essere compromessa da delibere comunali che vorrebbero, in sintesi, compromettere un ambiente vincolato tramite l’interpretazione dell'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa (applicazione del Piano Casa all’area II). L’Ente Regione ha risposto senza tentennamenti alle controdeduzioni del sindaco Stefani in merito alla delibera di Consiglio n. 13 del marzo 2012.  Tale delibera ritenuta dalla Regione priva di valore giuridico e in “grave contrasto con la normativa urbanistica” sarà inviata dalla direzione regionale Urbanistica alla Avvocatura regionale per essere impugnata presso le sedi competenti. E’ così sempre più evidente che ci si trova in un vero e proprio duello tra Enti che finirà con la prevaricazione di una sola vox sull’altra. Presumibilmente a soccombere sarà quella comunale che vorrebbe applicare delle procedure edilizie ed urbanistiche ignorando vincoli paesaggistici e, come afferma la stessa Regione, “le più elementari normative nazionali e regionali”. L’intera missiva della Regione datata 10 ottobre, della quale ci ha messi a conoscenza l’associazione di cittadini Voci di Strada,  non lascia spazio a dubbi in merito alla rigida posizione dell’Ente Regione rispetto l’amministrazione di Canale Monterano. Addirittura ci sono espressioni inequivocabili quali: “l’Ufficio comunale (di Canale) sembra ignorare il noto principio di legalità cui dovrebbe ispirarsi l’attività amministrativa, secondo la quale la pubblica amministrazione trova nella legge i fini e i confini della propria azione [….] in merito alle procedure corrette da seguire in atti di pianificazione”. A conclusione della lettera, la Regione ricorda al Comune che le norme non possono essere tema di “recite a soggetto”. Più chiaro e diretto di così non poteva arrivare lo schiaffo in faccia. E il primo effetto, probabilmente indiretto, ma di facile interpretazione è che il consigliere di maggioranza Giancarlo Marani, costruttore edile, ha riconsegnato le deleghe al sindaco. Intanto è arrivata la prima risposta ad una lettera redatta dai gruppi consiliari di minoranza del Comune congiuntamente all’Università Agraria e supportati dal Gruppo spontaneo 9 Agosto. Questa lettera articolata, che sostanzialmente si concentra sulla successiva delibera del 9 agosto 2012 (che di fatto intende definire la sfera di applicabilità del piano casa nella Riserva), è stata inviata a tutti gli Enti sovracomunali. La prima risposta è arrivata dal Corpo Forestale dello Stato che agirà per quanto di sua competenza vagliando con attenzione i rilievi di legittimità e assumendo eventuali iniziative ritenute più opportune dalla Forestale stessa.

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CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA

In merito all’articolo a firma Chiara Rai "CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE"  pubblicato il 18 settembre su questo quotidiano il giurista Daniele Natili dell’associazione “Voci di strada” ha voluto dare il proprio contributo.

 

Natili: "La delibera del 9 agosto, nel definire la sfera di applicabilità del piano casa nella Riserva, interpreta l'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa in un modo che, oltre a comportare la suddetta, troppo ampia, applicazione del Piano casa nei confini dell'area protetta, di fatto potrebbe consentire l'edificabilità di nuove costruzioni in tutta l'Area II con indice 0,03 mc/mq. Questo è un grande problema. Il piano casa non prevede nuove costruzioni, il Piano casa si applica agli edifici esistenti. Ora, la nostra riserva, se venisse consentito un indice di fabbricabilità per nuove costruzioni di 0,03 mc/mq dentro i suoi confini, verrebbe gravemente compromessa."

 

Daniele Natili

In merito all'articolo "CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE" , pubblicato il 18 settembre su L'osservatore laziale si osserva quanto segue:

1) Nello scorso mese di marzo il consiglio comunale ha approvato una delibera di indirizzo urbanistico, definita "variante", ma nella forma di delibera immediatamente esecutiva. Il comune sostiene che nella sostanza non si tratti di una variante, ma di una delibera adottata con procedimento di semplificazione.
La regione Lazio ha comunicato al comune (il 4 settembre scorso) una richiesta di revoca della delibera di marzo, perché una simile delibera poteva essere adottata solo con il complesso procedimento di variante urbanistica secondo gli artt. 7 e ss. della L. Urbanistica nazionale e gli artt. 32 e 34 della L. Regionale n. 38/1999. In primo luogo vi è una disputa tra comune e regione Lazio in merito al procedimento. A mio parere ha ragione la regione Lazio ad evidenziare un vizio procedurale: in materia urbanistica, a parte casi limitati previsti in singole disposizioni di legge, il comune è l'ente preposto a prendere l'iniziativa, ma solo con procedimento speciale, o piano regolatore generale (PRG, oggi anche "Piano Urbanistico Comunale Generale) oppure variante al piano generale. L'articolo, poi, entra nel dettaglio dei problemi riguardanti le autorizzazioni paesaggistiche, ma la questione prioritaria è il procedimento a garanzia di tutti i cittadini, che non è stato adottato.

2) Il 9 agosto il comune di canale ha adottato una delibera immediatamente esecutiva, anche in attuazione della precedente delibera di marzo, che presenta tre capitoli. Qui è necessario commentare i primi due. Il primo capitolo introduce un meccanismo – meritevole nelle intenzioni – di "perequazione urbanistica". Si tratta di un meccanismo che i comuni adottano, al posto delle procedure di esproprio, nell'ambito dei piani urbanistici generali o delle varianti. Si individuano aree o comparti, e all'interno di tali aree omogenee si compiono trasferimenti di cubatura per armonizzare, a fini di equità fra i cittadini coinvolti, i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla pianificazione di quella zona. Se si prevede una scuola, per esempio, e occorre espropriare, la perequazione fa si che il peso di quell'esproprio, economicamente, gravi su tutti i cittadini della zona, e non sulla singola famiglia. Ora, il comune di Canale, ha usato questo strumento meritevole in modi procedurali e sostanziali dubbi, in quanto anche in questo caso occorrerebbe una variante. Invece la delibera di agosto è immediatamente esecutiva.

3) Il capitolo secondo della delibera definisce la sfera di applicabilità del Piano Casa alla Riserva di Monterano.
Trattandosi di attività urbanistica relativa alla Riserva, è corretto che l'articolo qui riportato evidenzi come sia mancata la richiesta di parere da parte del Direttore della Riserva stessa, come prevede il Testo Unico degli Enti Locali.
Anche questo è un vizio che potrebbe inficiare anche la delibera di Agosto in sede di controlli regionali.

4) L'articolo parla di Area I e Area II della riserva, dicendo che l'amministrazione comunale sostiene l'applicabilità del Piano casa a tutta l'Area II. Dove è il problema? La questione è la seguente. Il Piano Casa è una legge di stimolo all'economia. Prevede tutta una serie di possibilità di interventi; nella sostanza, prevede che possano essere sostituiti e ampliati, ristrutturati e ampliati, oppure semplicemente ampliati (generalmente del 20%) gli edifici regolarmente costruiti o quelli regolarmente sanati. Quando il Piano Casa affronta il problema di come le sue norme si applichino dentro le Riserve e le Aree Naturali Protette, esso dice una cosa molto chiara. Dice che esso si applica a tutte le zone B delle riserve del Lazio, nel caso che queste non abbiano un piano di assetto definitivamente adottato.Se il piano di assetto vi è, il Piano casa si applica alle zone edificabili delle Riserve (semplificando un po' rozzamente, ma per essere chiari). Se il piano di assetto non vi è allora il Piano casa si applica alle zone B delle riserve regionali, come definite dalla Legge regionale generale sulle riserve. Le zone B sono quelle parti delle riserve destinate a "promozione economica e sociale”; si tratta delle zone destinate ad attività economiche (es. turismo e spettacolo) nelle riserve. È chiaro allora, che il Piano casa non vuole compromettere le aree di interesse ambientale delle riserve, ma vuole solo il recupero e sviluppo degli edifici destinati ad attività economiche compatibili con le riserve. Il problema è che la Riserva di Canale Monterano nasce con legge speciale anteriore alla legge generale sulle riserve. L'area II della riserva di Canale è molto vasta. Comprende aree riconducibili alle zone B e aree di diversa vocazione. Per cui sorge il problema. L'Area II della nostra riserva è equiparabile integralmente alle zone B del Piano casa? Secondo me no! Perché la legge Piano Casa non vuole certo aggredire spazi delle riserve destinati a pura protezione ambientale.

5) L'articolo giornalistico non evidenzia chiaramente un ulteriore aspetto. La delibera del 9 agosto, nel definire la sopra detta sfera di applicabilità del piano casa nella Riserva, interpreta l'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa in un modo che, oltre a comportare la suddetta, troppo ampia, applicazione del Piano casa nei confini dell'area protetta, di fatto potrebbe consentire l'edificabilità di nuove costruzioni in tutta l'Area II con indice 0,03 mc/mq. Questo è un grande problema. Il piano casa non prevede nuove costruzioni, il Piano casa si applica agli edifici esistenti. Ora, la nostra riserva, se venisse consentito un indice di fabbricabilità per nuove costruzioni di 0,03 mc/mq dentro i suoi confini, verrebbe gravemente compromessa.

tabella PRECEDENTI:

19/09/2012 CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE O PARCO DEL MATTONE?
18/09/2012 CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE


 




CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE

La Corte Costituzionale con sentenza 327/90 ha affermato che il Piano Paesaggistico non è un Piano Urbanistico. La legge regionale 8/2012, nell’introdurre la semplificazione, richiede delle competenze tecniche e scientifiche all’interno del Comune distinte dall’Urbanistica, mentre nel Comune di Canale Monterano tali funzioni sono svolte dall’ufficio Urbanistica.  Prevedere nei comuni delle commissioni ad hoc che smistino le competenze urbanistiche da altro sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto laddove vi sono sentinelle che scrutano all’orizzonte l’avvicendarsi dei Mister “Ci penso a tutto io”.

 

Chiara Rai

Incredibile, o in questo periodo di affaccendamenti ed epiloghi di ere costruttrici succedono accadimenti simili ovunque, oppure i Mister “Ci penso a tutto io” si stanno moltiplicando a vista d’occhio e, personalmente, vorrei proprio sapere dove si trova la stamperia di questi multi verso signori per porvi irrevocabile rimedio. Scherzi e fantasie a parte, vorrei sottoporvi una vicenda vera, costruita con pezzi di carta ufficiali e per contorno, leggi di riferimento.

Prima di iniziare si ricorda che le aree protette sono protette e piene di vincoli e si chiamano protette perché vanno preservate, ne va preservato il verde, la valenza archeologica e le sue caratteristiche (e altri vincoli ancora) e tra queste aree protette vi sono le Riserve Naturali. Che piaccia o no al bello e affascinante vice della dama bianca, ormai diventato celebre per aver varato un piano. Il piano che se utilizzato con criterio può essere anche uno strumento apprezzabile ma sono gli escamotage messi in piedi dagli improvvisati “Ci penso a tutto io” che fanno traballare il tutto.

Si tratta di una storia che ha dell’assurdo e che ci è stata segnalata da Agnese Moglioni, affatto digiuna di simili questioni e attenta lettrice de L’osservatore laziale, la quale ci ha dato un input ben preciso che ci ha permesso di ricostruire l’intera vicenda che potremo riassumere con il nome di “ciclone Gangitano” dal nome del tecnico consulente del Comune di Canale Monterano, il quale ha elaborato una variante che sostanzialmente permette al Comune di utilizzare un nuovo strumento urbanistico (delibera del 13 marzo scorso). Su questa variante si è palesato da subito contrario Antonio Paolo Mascia, capogruppo di Esperienza e Rinnovamento, gruppo di minoranza al Comune di Canale Monterano. “L’Area Urbanistica della Regione Lazio – dice Mascia –  ha inviato al Comune in risposta ai nostri quesiti: piani interrati, aree porticate, garage, interventi di demolizione e ricostruzione, recupero dei sottotetti, falde, ruolo della Commissione Comunale (mai istituita) e dei progettisti, possibilità del Comune di rilasciare pareri paesaggistici, aree agricole e applicazione del Piano Casa Regionale. La posizione dell’organo di controllo della Regione Lazio è talmente netta e perentoria che basterà leggerla per averne un quadro esaustivo e per farsi un’idea definitiva di quella che doveva essere (ormai possiamo parlarne al passato) la Variante al Piano Regolatore Generale della Giunta Stefani.” La Regione Lazio, cita testualmente Alessandro Bettarelli, altro membro del gruppo Esperienza e Rinnovamento – ‘restituisce la D.C.C. 13 del 2012 e la invita a revocarla’, perché ‘non può non rilevarsi una lacuna sia a livello amministrativo, riguardo la procedura di variante urbanistica […] sia nei contenuti che si pongono in contrasto con le più elementari regole di pianificazione urbanistica nonché di tutela del paesaggio”. Arginata questa situazione, purtroppo, la vicenda non finisce qui. Perché quello che ha evidenziato Moglioni è la continuazione di questa assurda vicenda. Non contenti, il 3 agosto 2012, in Consiglio Comunale viene approvata una proposta di delibera che tende ad avallare cambiamenti di destinazione di uso dei territori agricoli senza tenere conto dei vincoli in essi ricadenti.

Ma veniamo al punto cruciale attraverso un breve ripasso. Premettendo che il Comune di Canale Monterano non ha richiesto parere preventivo al direttore Francesco Maria Mantero della Riserva Regionale di Canale Monterano (che abbiamo contattato direttamente ma che oltre a questa informazione, al momento, non ha rilasciato altre dichiarazioni in merito), andiamo a rispolverare la legge regionale N° 79 del 2 dicembre 1988 che all’art. 7 regola le norme urbanistiche. Nell’ambito della riserva naturale parziale “Monterano”, vengono indicate 2 zone: Area 1 dove sono consentiti esclusivamente lavori di restauro o recupero conservativo di strutture esistenti con possibilità di ampliamento fino al massimo previsto dai progetti esecutivi originali, se esistenti, purché non superino il 10 per cento dell’intera cubatura.
Area 2 Sono consentiti lavori come per l’area 1 e inoltre è consentita la realizzazione di manufatti tecnici in precario relativi ad attività agricole silvo – culturali, zootecnici e turistici – sportivi inerenti la organizzazione e la gestione della riserva. In questo caso l’indice di edificabilità fondiaria sarà dello 0,03 mcmq. Per una fascia di 200 metri a nord della strada provinciale Braccianese Claudia, compresa tra le quote 315 e 269, è consentita l’edificazione nell’ambito della normativa urbanistica e dei vincoli vigenti (eppure di fatto le mappe satellitari parlano chiaro. Da queste si evince che quello che si doveva costruire, trattandosi piccole porzioni di proprietà, è già stato costruito).

L’intenzione dell’amministrazione Comunale di Canale Monterano è quella di applicare il Piano Casa nell’area 2 (ma i limiti e i vincoli dell’area 2 sono stati appena citati ad litteram). A questo punto, in attesa di poter leggere un eventuale parere espresso formalmente dal direttore della riserva naturale di Canale Monterano, ci limitiamo a dire che la proposta di delibera N° 37 approvata in Consiglio Comunale ribadisce che il Comune ha la facoltà di gestire le procedure paesistiche (Piano Paesistico). Nel caso occorra il parere paesistico, il Comune deve inoltrare la pratica alla Soprintendenza che ha 45 giorni di tempo per comunicare il proprio diniego e, nel caso non comunichi nulla, il comune ha altri 15 giorni di tempo per rilasciare il permesso di costruire. Nella proposta di delibera si specifica che suddetta procedura è già stata utilizzata per la Riserva. E altresì si informa che con i Tecnici (filtro tra l’amministrazione comunale e i cittadini) è iniziata la procedura per la definizione dei condoni edilizi. “Con questa iniziativa – si legge nella proposta di delibera di agosto – il Comune, a costo zero, apre all’economia”. L’iniziativa è circoscritta ai terreni che nel Piano Paesistico hanno destinazione agricola.

Che dice il famoso Architetto Cangitano nella proposta di delibera? Si dice che l’”area B” è suscettibile di condono, tenendo conto del fatto che l’ufficio legislativo regionale ha rammentato che il Piano Casa si configura come LEGGE SPECIALE. Dunque il ragionamento approvato in Consiglio Comunale è il seguente: visto che la Riserva non ha un Piano d’assetto, è possibile individuare una zona “B” dove troveranno applicazione le norme del Piano Casa. Così i proprietari delle aree site nella zona “B” potrebbero avvalersi di questo diritto! Ciò che sconvolge è che lo stesso segretario Comunale in fase di Consiglio Comunale, a suo avviso, ha detto, tra l’altro, che: “considerato che il provvedimento incide sulla gestione dell’Area della Riserva, sarebbe stato possibile acquisire un parere del Direttore riguardo a tale aspetto”. La confusione e i dubbi nascono anche dal fatto che la Corte Costituzionale con sentenza 327/90 ha affermato che il Piano Paesaggistico non è un Piano Urbanistico. La legge regionale 8/2012, nell’introdurre la semplificazione, richiede delle competenze tecniche e scientifiche all’interno del Comune distinte dall’Urbanistica, mentre nel Comune di Canale Monterano tali funzioni sono svolte dall’ufficio Urbanistica.  Prevedere nei comuni delle commissioni ad hoc che smistino le competenze urbanistiche da altro sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto laddove vi sono sentinelle che scrutano all’orizzonte l’avvicendarsi dei Mister “Ci penso a tutto io”.  Sempre nella famosa seduta di Consiglio, a proposito di perequazione urbanistica finalizzata essenzialmente a persegue l'equa distribuzione dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica (l’oggetto della proposta di deliberazione è “Introduzione della pratica di perequazione urbanistica e del trasferimento delle volumetrie) il Consigliere d’Aiuto fa una domanda/considerazione arguta: Ovvero, si potrebbe verificare il caso che chi è proprietario soltanto di un ettaro di terreno e può costruire poco, potrebbe acquisire cubatura dai vicini e realizzare un grattacelo.  Ma Gangitano risponde immediatamente che “resta il limite delle altezze massime con copertura a tetto”. Quindi piccoli edifici crescono e si moltiplicano con il benestare di Mister “Ci penso a tutto io”…ops scusate cari lettori, ricomincio a parlare di cloni in proliferazione. Aspettiamo di sapere se il direttore della Riserva intende pronunciarsi sulla vicenda e intanto si auspica che l’amministrazione comunale possa ricorrere ad un atto in autotutela che permetta di rimettere l’eventuale e presunta confusione in ordine. L’osservatore laziale vigilerà sulla vicenda. 

tabella DI INTERESSE:

27/07/2012 LAZIO, PIANO CASA: APPROVATE LE MODIFICHE ALLA LEGGE
07/06/2012 PIANO CASA; ABBRUZZESE: RISPOSTA MIGLIORE A CRISI ECONOMICA E COMPARTO EDILE
30/05/2012 LAZIO, APPROVATA LA LEGGE REGIONALE CHE DELEGA AI COMUNI IL RILASCIO DI AUTORIZZAZIONI PAESAGGISTICHE
12/05/2012 LAZIO REGIONE, LEGGE PER POTERI DELEGATI AI COMUNI IN MATERIA PAESAGGISTICA