Coca – Cola: possibili filamenti di vetro: richiamati alcuni lotti

Il ministero della Salute ha richiamato alcuni lotti di Coca-Cola in bottiglia per la possibile presenza di filamenti di vetro. L’avviso di richiamo, diramato dall’azienda, è pubblicato sul sito del dicastero.
Si tratta del prodotto ‘Coca-Cola Original Taste’: bottigliette in vetro da 20 cl in confezione da 6, lotto di produzione L191219, prodotto da Coca-Cola HBC Italia s.r.l. nello stabilimento di Nogara (Verona). Il motivo del richiamo è la “possibile presenza di corpi estranei (filamenti di vetro)”.

“Vi invitiamo – si legge sul sito del ministero, che ha pubblicato l’avviso di richiamo da parte dell’azienda – a verificare il numero di lotto riportato sul colo della bottiglia: qualora corrispondesse a quelli coinvolti, vi invitiamo a non consumare la bevanda e contattare il nostro numero verde per provvedere alla sostituzione (numero verde 800.534.934)”.




COCA COLA: UN SOSTEGNO NOTEVOLE ALL’ECONOMIA ITALIANA

di Christian Montagna

L’otto Maggio 1886 ad Atlanta (USA) , il farmacista statunitense John Stith Pemberton, inventò la bevanda “Pemberton’s French Wine Coca”, inizialmente come rimedio alla stanchezza. Una miscela di vino e foglie di coca che con gli anni diventerà la bevanda analcolica più famosa al mondo, la Coca-cola. Sostituito successivamente l’alcol con un estratto delle noci di cola,una pianta tropicale non dannosa alla salute, prese il nome attuale.

Riscosso un enorme successo ovunque, arrivò alle quotazioni in borsa nel 1919. Con sede a New York, “The Coca Cola Company”, col tempo, ha acquistato numerosi marchi come Fanta e Sprite.

In vista dell’anniversario della sua creazione, è da analizzare l’influenza positiva che questo marchio ha sull’economia italiana. Con indimenticabili ed emozionanti pubblicità trasmesse dalle emittenti televisive, una per ogni evento dell’anno, ha saputo conquistarsi un posto nelle cucine italiane. Dai bambini agli anziani ha coinvolto tutti. Anche Vasco Rossi in una delle sue canzoni del 1983 cantava “Bevi la Coca cola che ti fa bene” . E devo dire che il cantante aveva ragione,fa bene soprattutto all’economia italiana!

Approdata nel 1927 come attrice di rilievo nel contesto economico della penisola, stimola in maniera concreta la nostra economia. Con un fenomenale impatto occupazionale diretto e indiretto di 45 mila posti di lavoro impiega lo 0,18% della forza lavoro totale a livello nazionale. Inoltre si stima che il colosso Coca- cola versi all’erario 411 milioni di euro di IVA equivalenti allo 0,37% del totale delle entrate fiscali in Italia. Una cifra di cui la nostra economia non potrebbe fare a meno!

Dislocata su tutto il territorio nazionale, conta otto stabilimenti a Catania, Elmas (CA),Gaglianico (BI),Marcianise (CE), Monticchio (PZ),Nogara (VR),Oricola (AQ),Rionero in Vulture(PZ), tre magazzini a Milano, Firenze e Perugia, due centri di assistenza tecnica a Campogalliano e a Catania e cinque uffici. In Italia, il consumo dei prodotti a marchio Coca-Cola equivale a 3751 milioni di euro. Una cifra astronomica!

Lo studente napoletano di statistica e informatica per le gestione delle imprese,Francesco Napolano, ha condotto un indagine statistica su duecento persone: centoquaranta studenti del liceo scientifico A.M de Carlo a Villaricca (NA) e sessanta residenti di un condominio della stessa zona. L’86 per cento delle persone prese in esame ha dichiarato di utilizzare prodotti coca-cola quotidianamente. Una così ampia diffusione è dovuta alla grande politica di marketing della compagnia; un impatto socio-economico a tal punto considerevole non potrebbe spiegarsi in altri modi. Tra pochi giorni il centoventottesimo anniversario della sua creazione. Coca-cola, l’economia italiana ti ringrazia!




ROMA: UNA COCA COLA PER RISANARE I BENI CULTURALI

 

di Maurizio Costa

Roma – I soldi per la cultura non bastano più. Le casse del Comune di Roma non riescono a sostenere la forte pressione e quindi cedono. Tutta l'Amministrazione Capitolina, già con l'ex Sindaco Alemanno, ha sempre cercato di mettere delle toppe che ricoprissero il danno o la vistosa mancanza di fondi. Qui si parla, soprattutto, dei beni archeologici di Roma, i più importanti del mondo, i più famosi e anche i più affascinanti. Come è gia accaduto con il Colosseo, affidato a Della Valle per le operazioni di ristrutturazione e ripulitura, il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, non cambia il modus operandi; infatti, il primo cittadino è alla ricerca di capitale straniero per risanare e mantenere i beni culturali della Capitale.

A Davos, in Svizzera, durante un forum con vari Sindaci riguardo al World Economic Forum, Marino ha incontrato il ceo di Coca-Cola, Muhtar Kent, ed anche l'ad di "McKinsey", una compagnia di consulenza americana. Lo scopo è stato quello di trovare finanziamenti stranieri per valorizzare il parco archeologico di Roma ed aprire una fondazione di "fundraising" che incentivi le aziende estere ad investire proprio nella Capitale.

Anche il viaggio negli USA del Sindaco aveva lo stesso obiettivo. Roma si appresta a diventare un porto dove investire soldi stranieri. Il vero scoglio da superare è, come sempre, il tempo. Quanto ci vorrà per trovare questi investitori? La domanda non è semplice. Intanto i romani dovranno buttare giù tanti rospi, ed abituarsi all'idea che probabilmente quella fontana, quell'arco o quell'anfiteatro non saranno di "proprietà" loro, ma di un qualche riccone a stelle e strisce. Se questa ricerca di capitali, però, dovesse portare ad un miglioramento delle condizioni dei beni archeologici, allora ben venga.