Monte Compatri caso Tekneko: intervista a 360° al consigliere Marco de Carolis

Dopo la pubblicazione dei recenti articoli che hanno approfondito il caso Tekneko a Monte Compatri, la nostra redazione ha ricevuto una comunicazione dall’avvocato Marco de Carolis, consigliere comunale e già sindaco della cittadina dei Castelli Romani, dove ha espresso la sua disponibilità a rilasciare un’intervista per discutere le questioni sollevate e fornire la sua prospettiva sul tema.
Ultimamente, si è scatenato un acceso dibattito sui social media tra il consigliere de Carolis e il sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri.

Le schermaglie virtuali tra i due esponenti politici hanno catturato l’attenzione degli utenti, mettendo in luce divergenze di opinioni e strategie riguardo alla gestione della città e questo scontro, che ha sollevato un vivace confronto di idee, testimonia le tensioni politiche in atto a Monte Compatri e il crescente utilizzo dei social come piattaforma di espressione e discussione pubblica.

Innanzitutto, grazie per la sua disponibilità ed iniziamo questa nostra intervista con una domanda estremamente diretta: come commenta la decisione di Tekneko di inquadrare sette lavoratori con un Contratto FISE Assoambiente? È un passo sufficiente per proteggere i lavoratori?

Grazie a voi per l’attenzione mostrata sull’argomento, per questo vi sono veramente grato.
Registriamo indiscutibilmente un atto di buona volontà della ditta appaltatrice, seppur tardiva.
Il dato incredibile di questa vicenda è che la decisione è giunta dopo che il Consiglio Comunale del 15 ottobre, ovvero quando la maggioranza Ferri aveva rigettato la mia mozione, che appunto chiedeva l’inquadramento contrattuale degli 11 dipendenti della ditta Tekneko secondo il Contratto FISE ASSOAMBIENTE.
In quella seduta consigliare l’Assessore all’Ambiente, Nicoletta Felici, ha affermato che il richiesto inquadramento non si poteva fare e la maggioranza ha quindi bocciato la mia Mozione.
Dopo neanche 15 giorni la mia proposta viene invece accolta dalla predetta ditta appaltatrice che ha deciso invece di inquadrare i dipendenti secondo il Contratto Collettivo FISE ASSOAMBIENTE, proprio come richiesto dal sottoscritto.
Peccato che lo abbia fatto con un livello che ritengo non aderente a quello previsto nel contratto di appalto per quanto mi risulta.
L’altro aspetto invece onestamente non è comprensibile riguarda i 4 lavoratori che invece sono stati esclusi dall’adeguamento contrattuale.

Riguardo ai quattro operatori ecologici che rimangono esclusi da questa formazione contrattuale, perché secondo lei, non sono stati considerati e quali azioni intende intraprendere in Consiglio Comunale per garantire i loro diritti?

Ripeto non conosco i motivi di questa “discriminazione” degli operatori ed è proprio per questa ragione che proporrò una nuova mozione per chiedere al Consiglio Comunale di pronunciarsi, affinché l’assessore preposto e il Sindaco finalmente facciano quello che avrebbero dovuto fare da tempo.
Contrariamente a quanto affermato dal Sindaco, che ha pubblicamente riferito, mentendo spudoratamente ai suoi concittadini sui social, di aver lavorato per l’inquadramento contrattuale per poi essere smentito clamorosamente dai COBAS, rilevando che in realtà il Ferri non ha mosso un solo dito per aiutare i lavoratori.
Quando un sindacato che ha seguito la vicenda dall’inizio svela le menzogne di un sindaco c’è poco da fare, eticamente la figuraccia è grave e le dimissioni sarebbero un atto dovuto e basti pensare che in America il presidente che mente viene sottoposto ad un procedimento
(impeachment n.d.s.) che può condurre alla sua rimozione forzata – naturalmente il tutto con le dovute proporzioni sotto ogni profilo -, parallelismo per meglio comprendere quanto poco etico sia mentire spudoratamente alla propria comunità per coloro che rivestono un ruolo istituzionale.

Alcune voci raccolte in paese ci hanno informato che è stata sporta una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro riguardo le condizioni nel cantiere di Monte Compatri: Lei ne è al corrente? e comunque, a suo avviso, quali misure possono migliorare la situazione attuale?

In verità ignoro chi abbia eseguito la segnalazione all’Ispettorato del Lavoro del cantiere di via Fontana delle Cannetacce a Monte Compatri.
Comunque è evidente che se tutto il Centro Logistico della ditta appaltatrice e del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è stato trasferito definitivamente in un altro sito e precisamente nell’Isola Ecologica nella frazione Pantano Borghese, i problemi presumibilmente esistevano ed erano di una certa gravità.

Con Tekneko che ha vinto un appalto a Colonna, sempre alcune voci, dicono che il Centro di Raccolta di Monte Compatri venga utilizzato anche come spogliatoio per i dipendenti del comune limitrofo nonché come deposito mezzi. Non pensa, se la notizia fosse vera, che possano sorgere ulteriori problematiche?

Non conosco se ciò accada, ma l’attuale spogliatoio è nato per ospitare soltanto i dipendenti che operano sul cantiere di Monte Compatri – e onestamente già mi sembra piuttosto striminzito – e non può essere adibito ad ulteriori operai.
Così come non riesco a comprendere come le docce possano essere separate dagli spogliatoi.
Infine vorrei sapere se la ditta appaltatrice, il cui personale è a servizio del Comune di Colonna, sia stata autorizzata ad utilizzare beni strumentali, macchinari, in uso normalmente, o meglio dovrebbe esserlo, sul cantiere del Comune di Monte Compatri, proprietario dell’Isola Ecologica, oppure conoscere dove lo spogliatoio a servizio dei dipendenti sul territorio di Colonna sia stato collocato.

Marco Cianti il lavoratore licenziato dopo essere stato vittima di un incidente sul lavoro il 24 aprile scorso

Il licenziamento di Marco Cianti, che ha subito un grave incidente sul lavoro il 24 aprile scorso, ha suscitato preoccupazione. Ha un’idea delle cause e ci possono essere stati abusi da parte della società appaltante?

Ritengo che il licenziamento di Marco Cianti sia una vera e propria ingiustizia.
Marco si era limitato a chiedere un diverso inquadramento contrattuale, quello che lo scorso 31 ottobre è stato accordato a quasi tutti di dipendenti dalla stessa ditta appaltatrice.
Questo dimostra che la richiesta fosse assolutamente legittima.
Subito dopo, il lavoratore ha subito un malore mentre svolgeva una mansione che probabilmente non doveva essergli assegnata, ma è stato completamente ignorato, prima dalla ditta di cui era dipendente, poi dall’Amministrazione Comunale che lo ha abbandonato a se stesso.
Quando finalmente è stato in grado di riprendere il lavoro, è stato oggetto di una serie di comportamenti che sono al vaglio dell’autorità giudiziaria, per quelle che sono le mie notizie e mi auguro che presto Marco possa avere giustizia.
Anche le denunce rispetto alle carenze del luogo di lavoro sono state ritenute fondate dall’Ispettorato di Lavoro.
Quindi Marco aveva ragione, ma è stato licenziato.
Spero che la giustizia restituisca a Marco ciò che gli è stato indebitamente strappato, quel lavoro che permette a lui e la sua famiglia di sopravvivere decorosamente.

Secondo i Cobas, l’amministrazione guidata dal sindaco Ferri, esce malconcia da questa situazione ed è accusata di “indifferenza”. Cosa ne pensa di queste critiche?

Assolutamente legittime.
In questo caso parlano i fatti concreti: il Ferri è rimasto assolutamente indifferente quando Marco ha subito l’infortunio che poteva costargli la vita.
Il Sindaco di Monte Compatri (Francesco Ferri n.d.s.) ha ignorato completamente il disagio di Marco e della sua famiglia.
Questo comportamento inaccettabile è avvenuto nonostante il dipendente abbia richiesto un incontro decine di volte con telefonate, messaggi, posta certificata.
Tutto inutile, il Ferri si è sempre rifiutato di incontrarlo, dimostrando uno scarso senso delle istituzioni e macchiando la carica che indebitamente riveste.
Quando Marco è stato licenziato, poi, il Sindaco non si è degnato di contattarlo, neppure per esprimere solidarietà ad un lavoratore che non sapeva quale sarebbe stata la sua sorte e quella del suo nucleo famigliare.
Insomma un comportamento indecente per un Sindaco, ma prima ancora per un uomo che è anche padre. E pensare che una volta il PD era il partito dei lavoratori … qualcosa, nel tempo, dev’essere andato storto …

Anche lei è stato criticato dai Cobas per la sua frase sulla “maggiore sensibilità”.
Ci spiega cosa intendeva e su quali basi si fonda questa affermazione?

Fino a quel momento avevamo assistito ad un atteggiamento di assoluta chiusura dell’Amministrazione Comunale e della ditta appaltatrice, pertanto l’apertura dell’azienda mi è sembrata significativa, anche se non sapevo che alcuni dipendenti fossero rimasti fuori dall’inquadramento contrattuale FISE e, come ho detto, questa forma di discriminazione non la trovo assolutamente condivisibile.

È preoccupato per l’assegnazione dei livelli contrattuali, in particolare il livello J? Può non garantire le adeguate mansioni? Come intende affrontare questa questione dei dipendenti in questione?

Il livello J prevede, se non erro, soltanto lo “spazzamento”, mentre in realtà i dipendenti assicurano il servizio nel suo complesso e quindi non mi sembra sia pertinente all’attività realmente svolta dai dipendenti in questione.
Poi il capitolato e il contratto di appalto prevedeva dei livelli dei dipendenti, tra i quali non mi risulti che sia annoverato il livello J.
Affronterò l’argomento utilizzando gli strumenti che la norma mette a disposizione dei Consiglieri di minoranza.

Lei in Consiglio Comunale ha fatto riferimento al numero di operai che debbono essere utilizzati per questo servizio. Ma è possibile verificare la questione e a chi sarebbe in capo il controllo di questa situazione?

Il contratto di Appalto prevede che i dipendenti utilizzati per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio del Comune di Monte Compatri debbano essere complessivamente 22.

I Cobas segnalano sinistri stradali frequenti con i mezzi di Tekneko.
Ritiene che la società mostri scarsa attenzione, o ci sono tensioni interne al cantiere?

Effettivamente si sono verificati degli incidenti che hanno coinvolto mezzi e dipendenti della società Tekneko s.r.l. ma quali ne siano le cause non sono in grado di saperlo, né spetta a me indagare, certo è innegabile che questi si sono verificati con una certa frequenza.

Tante manifestazioni di solidarietà sono arrivate per Marco Cianti.
Come interpreta questo supporto e crede che possa influenzare le decisioni dell’amministrazione?

Questo vuol voler dire che Marco svolgesse responsabilmente il proprio lavoro con dedizione e scrupolo e non meritava il trattamento che gli è stato riservato, sia dalla ditta di cui era dipendente che dall’Amministrazione Comunale.
Mi auguro soltanto che presto possa ritrovare al più presto lui e la sua bella famiglia quella serenità che gli è stata strappata.

Nel suo ultimo post su Facebook, ha promesso ulteriori azioni a tutela dei lavoratori di Tekneko, ci può anticipare qualcosa?

Dopo che ho avuto notizia che quattro dei dipendenti della Tekneko S.r.l. non hanno ricevuto l’inquadramento contrattuale FISE ASSOAMBIENTE ho immediatamente scritto una ulteriore Mozione da proporre al primo Consiglio Comunale utile, affinché solleciti la ditta appaltatrice a garantire che tutte le forze lavorative impiegate sul territorio comunale abbiano lo stesso trattamento contrattuale.
Mi aspetto che il Sindaco faccia finalmente il Sindaco e la smetta di comportarsi in modo infantile, assecondando i suoi interessi piuttosto che quelli della nostra comunità.

Infine, con la scadenza del contratto di appalto tra pochi mesi, crede che Tekneko, sotto i riflettori, decida di ritirarsi da questo appalto?

Perché dovrebbe farlo? Mi auguro invece che questo non accada e che quanto avvenuto sia da stimolo a fare di più e soprattutto meglio.

Un’intervista che porta alla luce una situazione di conflitti, ingiustizie e opportunità perdute.
Un affresco complesso di una realtà lavorativa che meriterebbe un’attenzione assai più responsabile e proattiva da parte di chi è chiamato a governare e garantire i diritti dei cittadini.
L’invito è chiaro: basta promesse, è tempo di agire.
Ancora un grazie alla disponibilità del consigliere comunale, l’avvocato Marco de Carolis.

Desideriamo sottolineare la nostra totale disponibilità ad accogliere dichiarazioni o commenti da parte dell’amministrazione e della società Tekneko.
Riteniamo fondamentale dare voce a tutte le parti coinvolte e garantire una copertura completa e equilibrata delle questioni in discussione.




Monte Compatri, Tekneko accoglie le rivendicazioni dei Cobas: 7 lavoratori ottengono il contratto FISE, ma restano ombre sulle esclusioni

Il sindacato denuncia la mancata inclusione di altri operatori e il livello contrattuale insufficiente, mentre il sindaco Ferri rivendica il risultato tra le polemiche e l’assenza di dialogo

Cobas Igiene Ambientale, con un comunicato diffuso oggi, accoglie con soddisfazione la notizia che, a partire dal primo novembre, la Tekneko ha deciso di inquadrare almeno sette lavoratori con il contratto collettivo FISE Assoambiente, una vittoria importante per il sindacato e per i lavoratori coinvolti.
Tuttavia, rimangono diverse problematiche non affrontate, a partire dall’esclusione inspiegabile di altri quattro operatori da questo passaggio contrattuale.

La decisione di trasformare i contratti di questi operatori ecologici da “Multiservizi” a “FISE“, scrive il sindacato, rappresenta una conferma delle rivendicazioni da loro stessi avanzate negli ultimi mesi, anche in collaborazione con Marco Cianti, il lavoratore licenziato a giugno.

Marco Cianti il lavoratore “vittima” di un infortunio sul lavoro licenziato da Tekneko durante la manifestazione in cui il sindacato Cobas chiedeva un incontro con l’amministrazione comunale e la società Tekneko.

Le segnalazioni inviate all’Ispettorato del Lavoro di Roma, relative a carenze igieniche e di sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno portato a un’ispezione che ha evidenziato le criticità nella gestione del magazzino di Via Fontana delle Cannetacce, poi trasferito presso l’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte.

Eppure, nonostante questa svolta, il sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri, ha rivendicato il risultato come un traguardo dell’amministrazione, parlando di un “lavoro meticoloso e fruttuoso” e di “importanti interlocuzioni“.
Cobas smentisce questo resoconto, evidenziando come il primo cittadino non abbia mai preso posizione in merito alle problematiche denunciate dal sindacato né abbia accolto le richieste di incontro avanzate dai rappresentanti Cobas.

Come testata abbiamo più volte richiesto sia all’amministrazione comunale di Monte Compatri che alla società Tekneko la propria posizione sui fatti accaduti nell’ultimo anno senza ricevere alcuna risposta in merito.

Il sindacato non manca di segnalare come la mancanza di dialogo e la scelta di licenziare Marco Cianti siano state azioni mirate a soffocare le rivendicazioni di questo operatore, che chiedeva maggiore sicurezza, il rispetto dei diritti contrattuali e un trattamento corretto per i lavoratori del settore.

Sebbene l’inquadramento FISE rappresenti un progresso, Cobas denuncia che ai lavoratori sia stato assegnato solo il livello J, che prevede esclusivamente mansioni di spazzamento manuale, mentre è probabile che saranno impiegati in attività più complesse, senza il dovuto riconoscimento economico.

Anche il consigliere Marco De Carolis, promotore di una mozione per l’inquadramento contrattuale FISE per tutti i lavoratori Tekneko del cantiere di Monte Compatri bocciata dal Consiglio Comunale e dalla maggioranza che sostiene il sindaco Ferri, che ha parlato di “maggiore sensibilità” da parte di Tekneko, viene criticato dai Cobas: il capitolato d’appalto prevedeva già l’inquadramento FISE per gli addetti ai servizi, quindi si tratta semplicemente del rispetto delle clausole contrattuali.

Nel frattempo, sui social cresce il sostegno dei cittadini verso Marco Cianti, con molti messaggi che auspicano un suo reintegro ed in un quadro in cui le criticità sul fronte della sicurezza continuano a manifestarsi, stamattina un nuovo incidente stradale ha coinvolto un mezzo Tekneko in Via dell’Acqua Felice, sollevando ulteriori preoccupazioni.

alcuni tra i messaggi inviati a Marco Cianti sulle pagine social

Cobas Igiene Ambientale conclude il comunicato ribadendo il proprio impegno a proseguire le battaglie per la sicurezza e i diritti dei lavoratori e dei cittadini, nonostante le difficoltà incontrate fino a oggi.

Ribadiamo, per l’ennesima volta, la piena disponibilità di accogliere dichiarazioni da parte del Comune di Monte Compatri e dell’azienda Tekneko.

Nelle ultime ore abbiamo ufficialmente richiesto al sindacato Cobas di poter avere una intervista a Marco Cianti al fine di comprendere al meglio le motivazioni del suo licenziamento.




Rocca di Papa: Una “guerra” di comunicati nel settore della raccolta rifiuti

A Rocca di Papa, la tensione tra il sindacato Cobas e l’amministrazione comunale guidata da Massimiliano Calcagni sta raggiungendo livelli critici, dando vita a una vera e propria “guerra” a colpi di comunicati.
Al centro della controversia ci sono i dipendenti della DM Technology, azienda responsabile del servizio di raccolta rifiuti nella città castellana, ed il concreto rischio di uno sciopero del settore a Rocca di Papa.
Il sindacato Cobas accusa l’amministrazione di disinformazione e nega le affermazioni secondo cui sarebbe stata ricevuta solo una richiesta di incontro, relativa al 31 maggio.
Secondo il sindacato Cobas, sono state infatti inviate numerose richieste il 31 maggio, il 18 e il 26 giugno, sollevando questioni fondamentali come la sicurezza sul lavoro, i carichi di lavoro e il mancato versamento del Fondo Pitagora.
Il comunicato dell’amministrazione, diffuso il 24 ottobre, ha ribadito la ricezione di una sola richiesta da parte del sindacato, risalente al 31 maggio, concernente presunti inadempimenti da parte della DM Technology.
Tale comunicazione ha rivelato anche le segnalazioni riguardanti la sicurezza sul lavoro, la modifica della denominazione della società e i ritardi nei versamenti al Fondo Pitagora e l’amministrazione ha risposto formalmente il 28 giugno, manifestando il proprio impegno nel garantire il corretto svolgimento del servizio e comunicando con DM Technology per ottenere chiarimenti circa lo stato dei fatti evidenziati dai Cobas.
Tuttavia, il sindacato ha evidenziato che, nonostante la disponibilità manifestata dall’amministrazione a incontri costruttivi, queste opportunità non si sono materializzate, lasciando i rappresentanti dei lavoratori delusi e frustrati.
Purtroppo, anche in questo caso, non abbiamo più ricevuto nessuna risposta nemmeno dalla Società“, si legge nella nota diffusa oggi dai Cobas, specificando che la lettera dell’assessore delegato denota una chiara chiusura al dialogo in quanto lo stesso asseriva, sempre come riportato dal comunicato odierno “di non avere titolo giuridico d’intervento sulle argomentazioni evidenziate dai Cobas”.
Nel proseguire della vicenda, i Cobas hanno organizzato un incontro con la DM Technology il 10 luglio, nel quale sono state discusse le difficoltà dei lavoratori.
La società si era impegnata a comunicare con l’amministrazione per affrontare i punti sollevati, ma da allora, scrivono ancora, “non abbiamo più ricevuto nessuna risposta nemmeno dalla Società“.
Il 18 ottobre, come evidenziato già dal nostro articolo (leggi https://www.osservatoreitalia.eu/lavoratori-in-rivolta-a-rocca-di-papa-verso-lo-sciopero-nelligiene-urbana/), il sindacato Cobas ha avviato le procedure di raffreddamento trasmettendole, per conoscenza anche al Comune di Rocca di Papa costatando il rifiuto al dialogo da parte di entrambi gli enti coinvolti, esprimendo in più la volontà di mettere in evidenza un “percepito atteggiamento discriminatorio” da parte del Comune, il quale avrebbe accolto altre sigle sindacali il 30 maggio scorso.
Nonostante le tensioni, nel comunicato odierno, il sindacato ribadisce la sua apertura a un confronto costruttivo “ci teniamo – scrive – a fare sapere che rimaniamo disponibili ad incontrare il Sindaco e l’Assessore nell’interesse dei lavoratori e dell’utilità pubblica del servizio d’Igiene Urbana”.
La situazione rimane critica e le prospettive di una risoluzione sono incerte.
Ci si augura che le parti riescano a superare le incomprensioni per trovare un terreno comune e lavorare insieme per il bene della comunità di Rocca di Papa.




Lavoratori in rivolta a Rocca di Papa: verso lo sciopero nell’Igiene Urbana

Condizioni insostenibili e salari bloccati: i sindacati Cobas accusano DM Technology e il Comune di silenzio. Pronte le proteste se non arriveranno risposte

La tensione cresce tra i lavoratori dell’appalto per i servizi di Igiene Urbana del Comune di Rocca di Papa, gestito dalla DM Technology srl.
La O.S. Cobas del Lavoro Privato ha reso noto, tramite un comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio, che sono state ufficialmente aperte le “procedure di raffreddamento e di conciliazione obbligatorie, in conformità con la Legge 146/90, preventive alla proclamazione dello stato di agitazione e delle iniziative di sciopero”.
La decisione di intraprendere questa azione sindacale è emersa a seguito dell’impossibilità di proseguire il confronto con l’azienda, in merito a questioni essenziali legate all’igiene, alla salute e alla sicurezza delle attività lavorative.

Le richieste dei lavoratori

Tra i punti controversi ci sono i mezzi di lavoro inadeguati, i turni settimanali frequentemente modificati, creando difficoltà per gli operatori nel gestire i propri impegni personali e familiari, e il mancato aggiornamento dei corsi di formazione.
In aggiunta, i lavoratori evidenziano la necessità di una corretta rivalutazione dei livelli di inquadramento e l’accresciuta richiesta per un adeguamento dei ticket buoni pasto, attualmente fermi a un euro, con una proposta di incremento a sei euro per il turno pomeridiano.
La questione più controversa riguarda anche la restituzione degli importi relativi alle cessioni del quinto, indebitamente trattenuti.

La mancanza di dialogo con l’azienda appare inaccettabile ai rappresentanti sindacali, così come l’assenza di riscontri da parte del Sindaco e della Giunta comunale, che non hanno mai mostrato disponibilità a incontrare le parti interessate per discutere di queste tematiche cruciali.
Nonostante gli infortuni mortali verificatisi di recente nei cantieri della zona dei Castelli Romani, la situazione sembra non destare l’attenzione necessaria.
“È inaccettabile ignorare questioni così vitali per la sicurezza e il benessere dei lavoratori”, dichiarano i rappresentanti di Cobas, sottolineando la mancanza di considerazione mostrata dalle autorità locali.
I sindacalisti hanno già preannunciato che nelle prossime settimane comunicheranno dettagli sulle date di sciopero e sulle iniziative di protesta.
I lavoratori dell’Igiene Urbana di Rocca di Papa si dichiarano pronti a incrociare le braccia se non verranno ascoltati e i loro diritti non saranno adeguatamente rispettati.

La situazione è in evoluzione e si attende con attenzione la risposta sia da parte dell’azienda DM Technology srl che delle istituzioni comunali, in un clima di crescente preoccupazione e attesa da parte dei lavoratori.




Morte sul lavoro ad Ariccia: La magistratura indaga sulle dinamiche dell’incidente, l’azienda si dichiara pronta a collaborare

Profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Gilberto Rinna, il giovane dipendente deceduto in seguito a un tragico incidente sul lavoro, sono stati espressi dalla Teknoservice.

Giulia Dicembre, amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato: “La scomparsa di Gilberto ci addolora profondamente. Era un professionista prezioso, motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità lavorativa.”

L’incidente, avvenuto a causa di uno schiacciamento, è attualmente sotto indagine da parte della magistratura per chiarire le dinamiche esatte e identificare eventuali responsabilità.

Teknoservice ha garantito piena collaborazione, offrendo tutte le risorse necessarie per fare luce sull’accaduto. “In questo momento di immenso dolore – ha proseguito Dicembre – siamo vicini ai suoi cari e garantiamo ogni forma di sostegno possibile.”

L’azienda si astiene da ulteriori commenti fino alla conclusione delle indagini, ma rinnova l’impegno a prevenire simili tragedie in futuro, confidando che le autorità competenti faranno piena chiarezza.




Morte sul lavoro ad Ariccia, i lavoratori di Grottaferrata in lutto: “Più attenzione alla sicurezza”

Cobas Lavoro Privato: “Serve un impegno concreto per proteggere la vita dei lavoratori”

I lavoratori dell’igiene urbana di Grottaferrata, rappresentati dal sindacato Cobas Lavoro Privato, hanno espresso in una nota ufficiale la loro vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto ad Ariccia mentre era impegnato nelle operazioni di raccolta dei rifiuti.

“Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia del collega di Ariccia, scomparso tragicamente mentre svolgeva il proprio lavoro”, si legge nel comunicato. Il sindacato sottolinea con forza la necessità di un impegno più incisivo per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. “Auspichiamo, insieme al Cobas Lavoro Privato, che gli organi preposti intensifichino la vigilanza per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.”

Il tragico incidente ha scosso profondamente la comunità dei lavoratori, che si unisce nel cordoglio e nel richiamo urgente a una maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza, soprattutto in un settore delicato come quello della raccolta rifiuti, dove spesso operazioni quotidiane nascondono rischi gravissimi. Il sindacato ha ribadito che la tutela della vita umana deve essere una priorità assoluta, richiedendo controlli più rigidi e misure preventive più efficaci nei luoghi di lavoro.




Tragedia ad Ariccia: operaio della raccolta rifiuti perde la vita

Grave incidente sul lavoro: dinamiche ancora da chiarire, indagini in corso

Morto l’operatore ecologico di 32 anni travolto ad Ariccia dall’autocarro per la raccolta differenziata della carta, mentre lavorava alla raccolta dei rifiuti. Il mezzo si è improvvisamente sfrenato, travolgendo l’uomo e schiacciandolo contro un muro.

L’incidente ha anche causato la rottura di una tubatura del gas, ma un tecnico presente ha immediatamente disattivato l’erogazione, evitando una tragedia. Sul posto sono intervenuti i soccorsi e la polizia locale, che ha avviato le indagini per chiarire la dinamica.

La nota dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale: “È un massacro senza fine quello che è in atto nel settore della Igiene Urbana”

Durissima la reazione con una nota da parte dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale. Da tempo Cobas Igiene Ambientale denuncia senza sosta i moltissimi casi in cui sono coinvolti i lavoratori del settore. “L’incidente ai danni di un nostro collega netturbino che ha poi ha portato alla sua morte, prosegue il comunicato, è l’ennesima controprova che nella Igiene Urbana le attività lavorative, per ciò che concerne la salute e la sicurezza, sono ad alto rischio e che le misure in materia di prevenzione degli infortuni sono assai carenti”.

Abbiamo, dalle pagine del nostro giornale, evidenziato tante volte tali situazioni che presentano, purtroppo, un leitmotiv, un filo rosso, collegato alla poca sicurezza che, stando a quanto dicono le organizzazioni sindacali, parrebbe non attuata dai gestori di tale servizio e il compito delle amministrazioni comunali, gli enti appaltanti appunto, dovrebbe essere, sempre a quanto dicono i sindacati, indirizzato ad un maggiore controllo, ad una maggiore presenza al fianco dei lavoratori.

Situazione questa che viene puntualizzata con enfasi dal testo del comunicato: “La responsabilità diretta di tutto ciò non può non essere delle aziende in appalto, che pur di trarre maggiori profitti abbattono i costi della sicurezza col sostegno legislativo dei peggiori governi nazionali ma anche delle peggiori politiche europee in tema di lavoro e appalti. La responsabilità, tuttavia, è anche degli Enti appaltanti perché hanno il dovere di controllare la regolarità delle attività lavorative in concessione, mentre nella maggior parte dei casi questi controlli non vengono effettuati. Ci adopereremo in ogni sede per fare luce su questa tragica notizie che ci sconvolge come lavoratori e come sindacato al fine di tutelare tutte le persone che lavorano in questo comparto“.

Un tragico epilogo che mette per l’ennesima volta in luce le troppe lacune nel sistema sicurezza nel mondo del lavoro.

“Giunga, chiude la nota stampa, alla famiglia del nostro collega scomparso la nostra vicinanza ed il nostro pensiero”




Avezzano, ancora una volta un mezzo Tekneko coinvolto in un grave incidente

“Apprendiamo con preoccupazione la notizia… dell’ennesimo sinistro stradale che ha visto coinvolto ancora una volta una mezzo da lavoro della società Tekneko”.
È il triste inizio, ormai troppo frequente, di un comunicato del Sindacato Cobas Igiene Ambientale che ci informa dell’ennesimo incidente occorso ad uno dei mezzi della società Tekneko, “società leader nel settore dell’igiene urbana”, come si legge nella loro pagina web. Al momento non si conoscono le condizioni cliniche del lavoratore coinvolto.

Fermo immagine del video pubblicato dal sindaco di Guidonia, Mauro Lombardo dell’incendio al box Tekneko

Una triste escalation di avvenimenti che questa settimana ha visto la società con sede ad Avezzano per ben due volte sulle pagine dei quotidiani locali: dapprima il clamoroso incendio che ha visto coinvolto, mercoledì scorso, un box della stessa ditta al bivio di Guidonia, e per la precisione in via Lago dei Tartari, e due giorni fa l’ennesimo incidente stradale proprio, come prosegue il comunicato dei Cobas, “ad Avezzano dove la società dell’imprenditore Di Carlo (titolare dell’azienda n.d.s.) è di casa”.
Seguiamo ormai come testata da oltre due mesi le tante vicissitudini che vedono coinvolta la ditta Tekneko: dal malore di Marco, dipendente poi licenziato dall’azienda, all’ispezione dell’Ispettorato del Lavoro all’ex Centro Logistico di Via Fontana delle Cannetacce a Monte Compatri, al sit-in Cobas nello stesso comune, agli incidenti occorsi prima ad un mezzo in località Pantano di Monte Compatri e successivamente, penultimo in ordine temporale, a Celano, in provincia de L’ Aquila, dove per poco non si era sfiorata una vera e propria strage, senza dimenticare il ragazzo morto del cantiere Tekneko di Frascati..
Più di una volta abbiamo provato ad interpellare la ditta per conoscere le cause di questo aumento improvviso di incidenti ed in particolare per comprendere le ragioni che avevano poi portato alla critica situazione che si sta registrando nel cantiere di Monte Compatri.
Ma, ad oggi, nessuna risposta da parte dell’azienda, con addirittura, come nell’audio allegato, ci si è sentiti rispondere “probabilmente non sono interessati a dichiarare nulla” alla nostra richiesta di informazioni.

TELEFONATA REGISTRATA NELLA QUALE CHIEDIAMO INFORMAZIONI SULL’INCIDENTE OCCORSO A MARCO

Il sindacato Cobas, attento alle ragioni di tutti i lavoratori, e non solo a quelli iscritti, continua a chiedere all’azienda una maggiore attenzione alla gestione della sicurezza visto l’aumento davvero preoccupante di incidenti e di situazioni ad alto rischio all’interno dei cantieri Tekneko.
“A questo punto però, termina il comunicato, dati i sempre più frequenti sinistri stradali che hanno visti negli ultimi mesi coinvolti i mezzi da lavoro della società marsicana, siamo sempre più preoccupati per la salute e la sicurezza di lavoratori e cittadini e auspichiamo che le Autorità Competenti facciano rapidamente chiarezza sulle dinamiche e sulle responsabilità di questa spirale d’infortuni”.
Un auspicio nel quale confidiamo tutti visto e considerato che questi lavoratori prestano servizio in uno degli ambiti lavorativi più critici della società.

Proveremo, per l’ennesima volta, a chiedere all’azienda Tekneko, un incontro per comprendere le ragioni ed i motivi che stanno portando ad una escalation che inizia, sempre di più, a preoccupare tutti.

screenshot delle numerose email inviate alla società Tekneko



Monte Compatri, divampano le polemiche dopo il Consiglio Comunale del 26 luglio

Il giorno dopo il Consiglio Comunale di Monte Compatri del 26 luglio dove si è, tra i punti all’ordine del giorno, discussa la mozione a firma del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis, già sindaco del paese, si è acceso, sui social, un forte “botta e risposta” tra i protagonisti dell’assise monticiana.

Nell’aula consigliare di Tinello Borghese pochi cittadini hanno assistito all’ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva.

Il culmine della mattinata si è avuto quando l’ultimo punto all’ordine del giorno, la mozione “Criticità rifiuti – spostamento Centro Logistico Via Fontana delle Cannettacce” ha innescato un forte dibattito dialettico tra la maggioranza e le opposizioni.
Il tutto nasce dopo l’incidente che vide coinvolto il 24 aprile scorso Marco, uno dei dipendenti della Tekneko società assegnataria del bando dello smaltimento rifiuti della cittadina castellana.

Dopo questo incidente una visita dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma nel Centro Logistico dei Rifiuti situato in via Fontana delle Cannetacce, affianco al Campo Sportivo Comunaledi Monte Compatri, portò l’azienda stessa a richiedere con nota prot. 13340, la “delocalizzazione del Centro Logistico di via delle Cannetacce in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di Raccolta comunale sito in Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana”.

Tale richiesta ottenne, con delibera di giunta comunale n. 64 del 9 maggio 2024, l’ok da parte dell’amministrazione del Comune di Monte Compatri.

Trattammo già tale argomento nel nostro articolo Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (2 parte) (osservatoreitalia.eu) dove il rappresentante dei Cobas, Domenico Teramo, ci informava che la visita dell’Ispettorato aveva portato a dichiarare la “NON IDONEITÀ dei bagni” assieme “ad altre irregolarità”.

In seguito a tali fatti il 30 maggio 2024 i Cobas, sindacato di appartenenza di Marco, tennero, con alcuni lavoratori, un sit-in in piazza Marco Mastrofini ma senza ricevere risposta alcuna né dalla amministrazione a guida Francesco Ferri né dalla società Tekneko tranne un tentativo riportato, a poche ore dall’inizio della manifestazione, in una nota della società Tekneko di un incontro a “a condizione che … avvenga non in pubblica piazza” aggiungendo che “nella prospettiva di discutere con maggiore serenità … la nostra disponibilità è condizionata, ovviamente, alla sospensione di qualsiasi forma di protesta avviata e della manifestazione che avete programmato per il 30.05.2024” al quale il Comune stesso ero pronto a partecipare.
Va ricordato che poi, il giorno 10 giugno 2024 Marco veniva licenziato dalla società Tekneko. (leggi Monte Compatri: caso Tekneko, licenziato il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita (osservatoreitalia.eu))
Quello che emerge oggi dai commenti è di sicuro un affare estremamente complesso.

Il post su Fb del consigliere comunale Marco de Carolis

Le minoranze, i consiglieri Marco de Carolis ed Agnese Mastrofrancesco continuano a richiedere alla amministrazione comunale le motivazioni che hanno portato nei giorni successivi a tali fatti ad un silenzio assordante dell’amministrazione Monticiana colpevole, scrive il consigliere comunale e già sindaco di Monte Compatri “di girarsi dall’altra parte, ignorando quali fossero le condizioni di salute del predetto dipendente (durante tutta la malattia e successivamente)”.

il post della consigliere comunale Agnese Mastrofrancesco

La consigliere comunale, Agnese Mastrofrancesco, ricara la dose contestando le affermazioni del post a firma del sindaco, Francesco Ferri che accusa un “tentativo di strumentalizzazione politica della nostra Protezione Civile di cui si sarebbe potuto francamente fare a meno.” dopo che lo stesso ha firmato un’ordinanza sindacale scegliendo l’ex Centro Logistico dei Rifiuti in via Fontana delle Cannetacce, luogo dell’Ispezione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, come nuova sede del COC (Centro Operativo Comunale).

il post del sindaco del Comune di Monte Compatri, Francesco Ferri

La Mastrofrancesco, con la schiettezza che la caratterizza da sempre, rammenta che “… oggi in Consiglio Comunale, il tema discusso era ben altro. Si parlava di sicurezza sul lavoro, sulle cause dell’ infortunio dell’ operatore tekneko avvenuto in data 24/04/2024 e sulla mancanza di INFORMAZIONE che questa amministrazione, ormai da quasi 3 anni a questa parte, esercita costantemente a discapito della cittadinanza …” e concludeva invitando e “sfidando” chiunque “a trovare traccia sulla mala gestione o infamia alla Protezione Civile ed i suoi volontari, che svolgono un ruolo importantissimo per il nostro territorio, per la nostra sicurezza e di certo non hanno NIENTE a che fare con le problematiche POLITICHE”.

VIDEO DELL’INTERVENTO DELLA CONSIGLIERE AGNESE MASTROFRANCESCO

Aggiungiamo, poi che lo stesso consigliere De Carolis precisa, sempre sul suo post su Fb “ci troviamo a leggere sui social un post del “dott.” Ferri che si autoproclama difensore di un’imprecisata, quanto immaginaria, aggressione alla Protezione Civile ad opera di un fantomatico nemico. Immaginaria perché non è dato sapere come sia avvenuta questa aggressione, né tanto meno chi avrebbe aggredito la Protezione Civile. In realtà ci troviamo davanti all’ennesimo infantile tentativo del “dott” Ferri di tentare di distogliere l’attenzione della comunità (da quello che possiamo indiscutibilmente definire come la polveriera della questione rifiuti) mettendosi a dare la caccia ai suoi fantasmi interiori, nel vano tentativo di cercare alibi ad una incompetenza inadempiente ed esecrabile”.

Marco, il lavoratore licenziato da Tekneko

Una querelle che fa riflettere su due punti; il primo è la situazione in cui, oggi, purtroppo, Marco si trova, senza lavoro e di certo “sommerso” da una situazione in cui è divenuto da vittima involontaria ad essere estromesso da un lavoro che, come affermato nel suo intervento durante il sit-in, è “… mia passione per il lavoro … più forte delle vicissitudini …”.
La seconda è l’apparente e “stridente” silenzio dell’amministrazione comunale sulla vicenda che può essere racchiusa nelle parole del consigliere di maggioranza (vedi link streaming consiglio comunale di Monte Compatri intervento del consigliere Luigi Nardella https://www.digital4democracy.com/seduteonline/montecompatri/play.php?flv=MNTCP_110333_130674_001_20240726&time=7491&time=7491), Luigi Nardella, che afferma che la questione del licenziamento di Marco rientra soltanto “nelle dinamiche fra il datore di lavoro e il lavoratore” e quindi “non entriamo nel merito di queste” in quanto “nessuno ha detto le motivazioni del licenziamento del lavoratore”. “Certo, aggiunge Nardella, la comprensione c’è tutta essendo un fatto traumatico per cui va benissimo che ci sia solidarietà ma bisognerebbe capire il perché sia stato licenziato”.
Nei prossimi giorni proveremo a contattare sia Marco che il sindacato Cobas per comprendere le motivazioni che hanno portato a tale licenziamento in quanto resta nostro dovere cercare di comprendere e far comprendere in pieno le ragioni di questa questione.




Monte Compatri: incidente ad un mezzo di lavoro della società Tekneko, coinvolto un lavoratore

Per l’ennesima volta la società Tekneko finisce agli onori della cronaca locale.
Dopo il licenziamento dell’operaio del cantiere di Monte Compatri che alla fine di aprile aveva rischiato di morire; dopo il sequestro del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce da parte dell’Ispettorato del Lavoro; dopo la morte di un operaio del cantiere di Frascati la serie di situazioni negative all’ordine dell’azienda abruzzese si allunga ancora.
Stavolta, stante la nota diffusa dal sindacato Cobas del Lavoro Privato, si apprende la notizia che ieri, in via Acqua Felice, sempre a Monte Compatri, un mezzo da lavoro della società Tekneko con un operatore alla guida, per cause ancora da accertare, è finito fuori strada.
Durissima la nota del sindacato che si appresta a conoscere con migliore dovizia di particolari le cause che hanno portato all’incidente ma con la ferma convinzione, come dichiarato nella nota stessa, di essere “… estremamente convinti che questi siano gli effetti collaterali della “insicurezza” che, ormai, da troppo tempo, si vive nei cantieri Tekneko di Monte Compatri e che da alcuni mesi come Organizzazione Sindacale denunciamo …”.
Una situazione che preoccupa estremamente il sindacato che, nel proseguo della nota, auspica che “… il nostro collega di Monte Compatri non abbia riportato serie conseguenze in questo sinistro …” augurandogli “… una pronta guarigione …”.
E l’attacco prosegue all’indirizzo dell’amministrazione comunale monticiana guidata da Francesco Ferri con l’ennesimo invito, dapprima, a “vigilare sul rispetto delle norme su salute e sicurezza del lavoro nei servizi oggetto d’appalto” e successivamente ricordandogli di “non può permettersi di rimanere indifferente o, peggio ancora, solidarizzare con l’azienda come ha fatto successivamente all’infortunio dell’operatore ecologico colto da malore in servizio il 24 aprile e poi licenziato il 10 giugno scorso”.
Una battaglia a colpi di comunicati alla quale risponde, ormai da troppo tempo, il silenzio sia dell’azienda Tekneko che dell’amministrazione monticiana.




Monte Compatri, caso Tekneko: il sit-in dei Cobas in piazza Marco Mastrofini

Marco, il lavoratore che ha rischiato di morire, visibilmente commosso durante la manifestazione

Stamattina piazza Marco Mastrofini era uno sventolare di bandiere dei Cobas.
La manifestazione organizzata dal Sindacato tesa a far valere i diritti dei lavoratori della Tekneko si è svolta un clima estremamente pacifico alla presenza di decine di persone accorse sulla piazza.
Presenti, ovviamente, Domenico Teramo, responsabile Cobas Igiene Ambientale, Marco, il lavoratore che il 24 aprile ha rischiato di morire, Claudio Betti, consigliere nazionale e presidente dell’ANMIL, l’associazione nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi, di Roma.
A loro abbiamo rivolte le nostre domande
Presidente la sua presenza è estremamente importante in questa manifestazione. Lei rappresenta tutte le vittime dei Lavoratori Mutilati ed Invalidi. Si parla molto, oggi di sicurezza sul lavoro. Di incidenti ne vediamo, purtroppo, molti; assistiamo, me lo consenta, troppe volte, alla “conta dei morti”.

Claudio Betti, consigliere nazionale e presidente dell’ANMIL di Roma.

Lo scorso anno sono morte 1041 persone sul lavoro. Ma questo numero corrisponde solo ai morti sul lavoro ed in itinere. Ci dimentichiamo troppe volte delle malattie professionali che sono, in maniera, esponenziale in aumento. Si muore maggiormente in conseguenza ad una malattia professionale in un anno che sui cantieri, nelle fabbriche, negli uffici.
Quindi Lei dice che è questa il fatto che viene maggiormente sottovalutato?
Vero! Oltre la sicurezza, manca la salute nei luoghi di lavoro. Le faccio un esempio: noi abbiamo il 10-15% di scuole dove troviamo amianto.
Cosa si può fare?
Noi andiamo avanti per la nostra strada. Il nostro obiettivo è la tutela di chi ha subito infortuni o malattie professionali. Andiamo nei cosiddetti “palazzi del potere” a dire ciò: mettere in sicurezza ed in salute tutti i luoghi di lavoro.
Il nostro lavoro è “disseminare” la cultura della sicurezza raccontando le storie del nostro vissuto.

Domenico Teramo, lunedì ci siamo incontrati sempre qui a Monte Compatri: sembra che qualcosa si muova visti gli ultimi due comunicati di Tekneko e del Comune. C’è uno spiraglio nella possibilità di un colloquio?

Domenico Teramo, responsabile Cobas Igiene Ambientale

Ma in realtà, come facciamo sempre, in occasione di iniziative come queste, una richiesta d’incontro al Sindaco, perché pensiamo che lui debba dedicare il suo tempo a queste cose che riguardano i cittadini di Monte Compatri però per risposta, ovviamente, abbiamo messo per conoscenza la società Tekneko, e abbiamo ricevuto una comunicazione di disponibilità all’incontro per il 6 di giugno (da parte di Tekneko nds) però subordinata alla non presenza in piazza.
Mi spieghi cosa significa?
Un tentativo di dire “parliamo con Voi solo se non rendete pubblico quello che sta succedendo”.
Ma è già pubblico dopo la nostra intervista?
Certo che è pubblica. Ma un conto una manifestazione di piazza che rende plateale di fronte alla cittadinanza tale situazione specie per una cittadina come Monte Compatri dove basta una piccola iniziativa per far diventare importante il caso.
Monte Compatri ha “raramente” ospitato situazioni come questa. Te lo ripeto come ci siamo detti la volta scorsa: si sta scoperchiando un vaso di Pandora?
Certo e non si vuole scoprirlo o perlomeno si sta provando a richiuderlo però in modo maldestro perché non è nostro uso revocare il giorno prima un’iniziativa, tra l’altro a scatola chiusa. Che questa iniziativa si svolgesse è notorio da tempo, se l’azienda voleva ci convocava prima dell’incontro e li si sanano le divergenze e le criticità: non abbiamo nessun interesse a fare “casino” per il gusto di farlo.
Dal famoso vaso di Pandora uscì per ultima la speranza. Oggi qual’è la speranza per questa vertenza?
La nostra speranza e che si inizino ad utilizzare i ragionamenti congrui specie quando si amministra una città come Monte Compatri perché obbligo per il primo cittadino occuparsi di queste problematiche. Quindi non avremmo neanche dovuto neanche chiedere la convocazione. Ci doveva essere, da parte del sindaco, almeno una convocazione dei lavoratori, qualora non si volesse parlare con l’organizzazione sindacale . Dire invece che oggi si è occupati per altri impegni quando si sa che c’era questa iniziativa è una scelta di non essere presenti. Noi saremo qui fintanto la situazione non si risolva.
E con molta emozione incontriamo Marco, il protagonista involontario di questa brutta storia. Da parte nostra c’è emozione nel guardare questo ragazzo che pochi giorni fa ha rischiato di morire.
Marco, la nostra prima domanda, te la sei vista brutta?

Marco, il lavoratore che ha rischiato di morire, visibilmente commosso durante la manifestazione

Si, e non capisco per quale motivo . Io non so mai tirarmi dietro perché ho una famiglia da portare avanti, una figlia, con dei problemi importanti, da crescere. Non mi posso permettere di buttarmi fuori dal lavoro perché per me è tutto. Sono innamorato del mio lavoro. Per me ogni giorno è come una finale quando inizio a lavorare. Per me è passione e non capisco e non accetto questo accanimento nei miei confronti e spero che venga fuori la verità.
Traspare emozione dalle tue parole, caro Marco, l’emozione di un papà. Hai rischiato di divenire, dicevo prima al presidente Betti un loro associato?
Io lo sono già. Una manovra sbagliata nel posto di lavoro nel giro di raccolta ho avuto un incidente importante per il quale sono stato operato ad una gamba ma sono sempre rientrato senza farne un problema con la società perché la mia passione per il lavoro è più forte delle vicissitudini. Adesso, però, siamo arrivati al limite massimo ed ho dovuto per forza scendere in piazza perché non accetto più tutto questo.
Stai chiedendo i tuoi diritti, o sbaglio?
Non posso pensare che non ci sia più tutela per un ragazzo che purtroppo è invalido permanente, è una categoria protetta sul posto di lavoro e non posso pensare che un ordine di servizio piova dal cielo così senza una valida motivazione ed io venga messo a rischio vita da parte della società e da parte del capocantiere che ha addirittura firmato questo ordine di servizio. Ho provato a chiedere il perché non ho mai ricevuto risposta e mi piange il cuore …
L’intervista si interrompe perché l’emozione di Marco traspare sempre di più.

Sul palco improvvisato si alternano gli interventi di Domenico Teramo, del presidente Claudio Betti e di Marco stesso tra gli applausi dei presenti.
Le richieste restano le stesse dell’intervista che il responsabile Cobas ci aveva comunicato:
un incontro tra le parti e quella censura all’atteggiamento del sindaco, ripetendo le parole di Domenico Teramo durante l’intervista “per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male”.

Ed alla fine abbiamo rivolte un paio di domande all’ex sindaco di Monte Compatri, attuale consigliere, l’avvocato Marco de Carolis.
Consigliere de Carolis, a suo avviso, cosa sta mancando in questa situazione?
Una posizione dell’amministrazione comunale, la quale non ha detto nulla seppure investita del compito di vigilare su quello che sta accadendo ed intervenire, laddove possibile, compatibilmente verificare il rispetto del contratto di appalto, verificare che tutto avvenga a norma. Tutto ciò non è accaduto.
Lei è stato per un decennio sindaco di Monte Compatri. Si è trovato mai in situazioni analoghe e se si come ne è uscito fuori, Ricordiamoci che fu accusato molte volte di essere “un uomo solo al comando” (il consigliere de Carolis sorride alla nostra affermazione) consigliere meglio sorridere in queste occasioni concorda?
Sembra che i risultati mi abbiano dato ragione. In una circostanza analoga a questa mi chiesero un appuntamento, li ho ricevuti, abbiamo parlato e abbiamo chiarito.
Mi permetta la battuta “non l’hanno mangiata”?
No, no! Non mi hanno mangiato
Mi scusi l’ironia ma credo sia meglio prenderla a sorridere perché la questione è assai grave.
(sospira) Questo continuo nascondere la testa sotto la sabbia è sinonimo di paura, di mancanza di vicinanza ai problemi del territorio, perché questo è un fenomeno che coinvolge il territorio e quindi il sindaco avrebbe dovuto intervenire e verificare quello che stesse accadendo, trovando soluzioni compatibilmente alla possibilità di trovarle.
Le faccio una domanda: oggi noi potevano essere qui a piangere la morte di Marco; secondo Lei ci si è resi davvero conto della gravità della situazione?
Il problema è che l’amministrazione comunale questa cosa non la sa e non l’ha voluta sapere. Perché quando Marco è stato ricoverato avrebbero dovuto verificare le condizioni di salute, soprattutto sotto il profilo umano … un minimo di sensibilità umana oltre che istituzionale avrebbe dovuto suggerire all’amministrazione di prendere contatti e quali fossero le condizioni, E poi verificare in quel frangente se era stato rispettato il contratto o se c’erano delle anomalie. Verificare la possibilità di trovare una sintesi. Invece ci si è chiusi nelle stanze, barricati, paura del confronto ed è questa la situazione drammatica.
Presente alla manifestazione anche la consigliere Agnese Mastrofrancesco che dal palco dice di essere qui a titolo personale e nel suo ruolo di consigliere comunale.
Consigliere Mastrofrancesco, Lei è sempre molto attiva sui social ma Lei per rispetto ha evitato di innescare una discussione politica per rispetto ai fatti accaduti a Marco. Sul palco ha parlato della grande importanza di questi lavoratori. Ci dica un suo pensiero
Ho parlato da persona che mette al centro la dignità dell’essere umano. Perché al di là dei colori politici, dei colori delle bandiere che oggi sono qui, quello che va rispettato è l’essere umano ed in questa circostanza sia emerso tutt’altro piuttosto che il rispetto della persona stessa.
Lei è sempre molto attenta al rispetto delle persone e questa amministrazione, a parole ha sempre predicato il rispetto. A suo avviso cosa sta succedendo?
Non ha mai predicato a parole questo rispetto. Forse lo faceva prima l’ex consigliere Francesco Ferri quando strillava dai banchi della minoranza per avere, diciamo, più popolarità. Perché da quando siede, da primo cittadino, a Palazzo Borghese tutta questa umanità verso i suoi lavoratori non è apparsa mai non l’abbiamo mai riscontrata. E la cosa mi dispiace, ci dispiace molto perché è il solito “predicare bene e razzolare male”. In questa circostanza il proverbio calza a pennello. Ripeto, ce ne dispiaciamo perché fare propaganda politica indossando i guanti per pulire il muro per far vedere che c’erano dei rifiuti e tacere, invece, ignorare e omettere nel comunicare quello che è successo, lo trovo alquanto grave sia come amministratore sia come cittadino.
Un’ultima domanda, la stessa che ho fatto al consigliere De Carolis: Marco poteva morire, ci si è resi conto di tutto ciò?
Io si! Solo un folle non lo capirebbe. Quello che mi dispiace è che nessuno abbia alzato il telefono o abbia preso la macchina per andare a trovare questo ragazzo. Di dodici persone (i componenti di magggioranza in Consiglio Comunale a Monte Compatri nds) nemmeno una. È questa la cosa più grave e non va assolutamente sottovalutata.

Ricordiamo che la nostra testata ha ripetutamente chiesto e all’amministrazione comunale ed alla società Tekneko un incontro per comprende le ragioni di questi fatti.
Restiamo a completa disposizione in quanto il ruolo che l’informazione riveste, da sempre, è quello di consentire a tutti di poter esporre le proprie ragioni ed i propri pensieri nella speranza che su questi fatti si faccia presto chiarezza.