OMICIDI TRIBUNALE DI MILANO: GIARDIELLO RINVIATO A GIUDIZIO PER TRUFFA

di Angelo Barraco

Milano – Per Claudio Giardiello, l’autore della terribile strage al Tribunale di Milano, i guai giudiziari non finiscono; Giardiello è stato rinviato a giudizio per aver falsificato la firma dell’ex moglie su una fideiussione da 250mila euro. il killer del Tribunale di Milano è stato mandato a processo dal pm di Monza Salvatore Bellomo. Per questo processo il dibattimento inizierà il 14 ottobre presso il Tribunale di Monza.

Ricordiamo che Giardiello è responsabile della sparatoria avvenuta nella seconda sezione penale del Tribunale di Milano. Giardiello uccise Fernando Ciampi, Lorenzo Claris Appiani e Giorgio Erba.  Giardiello sparò due colpi contro l’avvocato Appiani, uno dei quali andò a vuoto, un altro contro Erba e un altro ancora verso Limongelli che è rimasto ferito. Altri due colpi, sulle scale, hanno colpito Stefano Verna e altri due colpi colpirono in modo fatale il giudice Ciampi.
 
Emergono anche i motivi per il quale Giardiello era stato condannato in passato; nell’aprile del 2013 venne condannato in primo grado per molestie e in via definitiva ad un’ammenda di 4110 euro per aver assunto un immigrato in nero, era stato invece assolto nel corso di un altro processo dove era accusato di estorsione. Sempre oggi emerge un’altra novità che riguarda Claudio Giardiello, L’11 aprile Giardiello doveva essere interrogato dal gip e  mentre si trovava nella sala colloqui  ha avuto un malore ed è svenuto. Il gip, dopo questo episodio, dovrebbe deporre un’istanza in cui chiede esami medici per accertare se il malore è stato reale oppure è stata una messa in scena per ottenere l’infermità mentale. Inoltre, durante l’interrogatorio di garanzia, l’uomo però si è avvalso della facoltà di non rispondere.
 
L’ultima novità sul caso riguarda l’avvocato di Giardiello, che ha posto una questione morale al consiglio degli avvocati di Milano chiedendo di rimettere il suo mandato, ma l’ordine degli avvocati gli ha vietato la richiesta. L’avvocato ha detto: “Con quale stato d'animo potrei assistere l'assassino di un mio collega?”. Tale osservazione fatta dall’avvocato ha posto un dibattito all’interno del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano, ma la conclusione è stata che l’avvocato deve mantenere la difesa a Giardiello, l’imposizione dell’Ordine all’avvocato è stata motivata con tali parole: “Per rimettere il mandato è necessario non fare più parte delle liste dei difensori d’ufficio”. Se l’avvocato rinunciasse, rischierebbe un procedimento disciplinare. 



MILANO, ATTENTATO AL TRIBUNALE: CLAUDIO GIARDIELLO: "VOLEVO VENDICARMI"

 

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Redazione

Milano – Un'altra tragedia dopo il gesto suicida in Francia che causato la morte di 150 persone, un'attentato al tribunale. Era "pronto ad uccidere anche altre persone", con una pistola che aveva inspiegabilmente varcato i metal detector – tutti funzionanti secondo le ultime indiscrezioni – ed ha esploso 13 colpi seminando morte al tribunale di Milano, dove si susseguono è shock per la morte di tre persone, tra cui un avvocato e il giudice Fernando Ciampi, ucciso a colpi di pistola da un imputato all'interno della sua stanza. L'uomo che ha aperto il fuoco è Claudio Giardiello, 57 anni, immobiliarista accusato di bancarotta: "Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato", ha poi detto ai carabinieri che lo hanno arrestato. Dopo essere fuggito in moto, è stato arrestato dai carabinieri di Vimercate (Monza e Brianza). L'uomo, fermato in un centro commerciale, ha avuto un malore ed è stato trasportato via in ambulanza. Prima di uccidere, Claudio Giardiello sarebbe entrato mostrando un falso tesserino da un ingresso laterale del Palazzo e dalla porta riservata all'accesso di magistrati, avvocati e cronisti.

Giardiello ha sparato in aula durante il suo processo, colpendo a morte l'avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani ed un suo coimputato, Giorgio Erba, e ferendo un suo altro socio. Poi ha sparato al giudice Fernando Ciampi nella sua stanza, uccidendolo. Il ferito è Davide Limongelli, socio di Giardiello nella società "Magenta Immobiliare" di Milano, presente in aula a sua volta come coimputato. Giardiello ha esploso 13 colpi di arma da fuoco ed era dotato di due caricatori di proiettili calibro 7.65.

"Il governo è pronto a riferire in Aula" sui fatti di Milano, ha assicurato il premier Matteo Renzi. "I sistemi di sicurezza del nostro Paese – ha detto Renzi – si poggiano su donne e uomini capaci al limite dell'eroismo, ma il controllo non può permettersi di avere buchi e falle come quelli che ci sono stati nel tribunale di Milano. Bisogna accertare chi, come e perché ha sbagliato. Qualcosa non ha funzionato".

"Il sistema ha visto compiersi un insieme di errori gravi" che "le indagini dovranno chiarire", ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando nella conferenza stampa convocata a Milano. Giardiello "era pronto ad uccidere altre persone a Vimercate", ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Claudio Giardiello era infatti diretto da un altro dei suoi ex soci quando i carabinieri di Vimercate lo hanno intercettato nelle vicinanze del centro commerciale "Torri Bianche" di Vimercate. Forse voleva chiudere i conti anche con lui dopo la strage al Tribunale di Milano. E' stato preso perché i carabinieri hanno riconosciuto scooter e targa.