CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA, MESSA IN SICUREZZA STRADE PROVINCIALI: DOPO LA SENTENZA DEL TAR LAZIO TUTTO DA RIFARE

di Ivan Galea

Castelli Romani e Litorale (RM) – Il Tar Lazio ha accolto il ricorso della società "Toce Domenico & C sas" che si era vista esclusa dalla gara d’appalto indetta dalla Città Metropolitana di Roma Capitale  relativa l’aggiudicazione dei lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza delle strade provinciali nei Comuni di Anzio, Nettuno, Velletri, Nemi, Castel Gandolfo e Ardea.

L'appalto, infatti, era stato aggiudicato all’Impresa "Della Nova Roberto s.r.l." dopo che la commissione aggiudicatrice escludeva la società "Toce Domenico & C sas" in quanto risultava a carico del socio accomandatario Domenico Toce l’esistenza di una condanna per il reato di occupazione abusiva con applicazione di un’ammenda di 300,00 euro che non veniva dichiarata nell’istanza di partecipazione alla gara. Dichiarazioni incomplete e false, quindi, secondo la Città Metropolitana di Roma Capitale, da parte di Toce Domenico, che provocavano la decadenza dall'aggiudicazione definitiva dell'appalto.

L'avvocato Claudio Mazzoni legale della società "Toce Domenico & C sas"  tra le varie motivazioni riportate nella memoria difensiva ha precisato che riguardando la condanna penale e la contravvenzione di occupazione abusiva di suolo pubblico, la stessa non rientrerebbe tra le fattispecie previste dall’art. 38, comma 1, lett. c), del D.Lgs. n. 163 del 2006, che fa riferimento ai reati gravi in danno dello Stato o della Comunità che incidono sulla moralità professionale e ai reati di partecipazione a un'organizzazione criminale, corruzione, frode, riciclaggio, sottolinenado il fatto che al momento della domanda di partecipazione alla gara la sentenza di condanna non era ancora completa in quanto sottoposta a procedimento di errore materiale. Inoltre l'asserita affermazione di falsa dichiarazione, contestata dalla Città Metropolitana di Roma in sede dibattitoria, non ha trovato riscontro in quanto si sarebbe trattato di omessa dichiarazione.

Eccesso di potere per errore sui presupposti, carenza di istruttoria e di motivazione, illogicità, ingiustizia grave e manifesta. La sentenza del Tar, accogliendo il ricorso, ha quindi di fatto riammesso la società "Toce Domenico & C sas"  alla gara facendo quindi decadere l'aggiudicazione definitiva alla "Della Nova Roberto s.r.l."
 




CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA: UN'APPENDICE DELLA REGIONE (PD) LAZIO?

Red. Cronache
Roma
– Un Marco Silvestroni che ha dato battaglia, difendendo i suoi propositi con le unghie e con i denti, quello che durante la seduta di ieri del consiglio metropolitano, ha discusso la sua mozione, che aveva carattere di urgenza, relativa alla proposta di permuta delle quote azionarie della Società Cotral Patrimonio Spa in quote azionarie della società Astral spa.

"Considerato che la Regione Lazio ha deciso di incorporare la Società Cotral Patrimonio nella società Astral – ha premesso Silvestroni –  ho presentato una mozione affinché le quote azionarie della Cotral detenute dalla Città Metropolitana di Roma venissero trasformate in una compartecipazione azionaria della società Astral, in modo da rendere l’ente metropolitano un valido interlocutore per i Comuni sulla gestione e manutenzione della rete viaria provinciale". "Invece, con mia sorpresa e delusione, ho notato che la sinistra in Città Metropolitana vota come fosse un'appendice della Regione, esaltando la sua subalternità alla stessa. Morale della favola – ha aggiunto piuttosto adirato Silvestroni – sulla viabilità e sui trasporti l'ex Provincia non potrà più intervenire, venendo a perdere così due assi portanti delle proprie competenze".

"In questo modo – ha ribadito il capogruppo di Fratelli d'Italia – si è consumato uno scandalo in piena regola, acuito dal fatto che non si sono nemmeno sentiti i sindaci e gli amministratori dei territori dell'ex Provincia di Roma, ai quali la Città Metropolitana avrebbe dovuto fungere da supporto ed essere da aiuto".
"Alla fine di tutta questa storia – ha concluso, adirato, Marco Silvestroni – il Partito Democratico della provincia di Roma ha confermato la sua volontà di smobilitare la Città Metropolitana ed esautorarla delle sue funzioni. Un atteggiamento veramente stucchevole e vergognoso!". 
 




CITTA' METROPOLITANA DI ROMA: SILVESTRONI, MARINO E QUELLA DELEGA FANTASMA DI VILLA ALTEIRI

di Marco Silvestroni, consigliere della Città Metropolitana di Roma

Roma – il Sindaco Marino ha attribuito a se stesso la delega del patrimonio di una villa fantasma. Il 29 aprile scorso il Sindaco Metropolitano Ignazio Marino ha assegnato le deleghe a sette consiglieri della Città Metropolitana di Roma Capitale, riservando alla sua persona alcune di esse tra cui quella del patrimonio di Villa Altieri. Questa struttura ubicata a Roma in Viale Manzoni rimane di fatto chiusa al pubblico anche se l’ex giunta provinciale di Zingaretti nel 2012 aveva inaugurato all’interno dello storico palazzo la nuova sede del ‘Centro Pio Rajna’, dell’Archivio Storico e della Biblioteca dell’ex Provincia di Roma. Il nuovo polo culturale di riferimento per Roma come aveva dichiarato orgogliosamente il governatore del Lazio rimane ad oggi sulla carta e quindi non accessibile e fruibile ai cittadini che con le proprie tasse hanno contribuito al suo restauro. Lo stesso sito web dell’ente metropolitano recita… “nell’attesa del completamento dei lavori di restauro, la Biblioteca è chiusa al pubblico”.
Il Centro Pio Rajna (associazione culturale senza scopo di lucro) che ha stabilito la sua nuova sede al terzo piano di Villa Altieri scrive nella home page del proprio sito web “a causa del protrarsi dei lavori di ristrutturazione della intera Villa Altieri, l’accesso al Centro Pio Rajna è possibile previo appuntamento da comunicare via email”. Se poi un utente volesse visionare o prendere in prestito un testo della biblioteca provinciale deve rivolgersi alle bibliotecarie dell’ente metropolitano che si trovano al Dipartimento VIII – “Cultura, sport e tempo libero” della sede di Viale Villa Pamphili, mentre a Villa Altieri lavorano alcune unità dell’Ente metropolitano che non sono bibliotecari. La situazione di Villa Altieri risulta oserei dire imbarazzante se non addirittura paradossale.
Ora bisogna capire se il Sindaco Marino avendo avocato a se la delega su Villa Altieri avrà la volontà e il potere di risolvere il problema, creato dalle precedenti giunte rosse della ex Provincia di Roma della apertura di questa struttura storica o se tale delega costituirà solamente un effimero fiore all’occhiello per un Sindaco che fino ad oggi si è dimostrato assolutamente assente ed incapace di gestire il territorio metropolitano. 




DALLA PROVINCIA DI ROMA ALLA CITTA' METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE

di Giuseppa Gluglielmino

Roma – Secondo quanto sancito dall’articolo 1,  comma 16,  della Legge 7 aprile 2014, n. 56 – Disposizioni sulle citta' metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni  “il 1º gennaio 2015  le  città metropolitane subentrano  alle province omonime e succedono ad esse in tutti  i rapporti  attivi  e passivi e ne esercitano le funzioni, nel rispetto degli equilibri  di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di  stabilità interno; alla predetta data il sindaco del comune capoluogo assume le funzioni di sindaco metropolitano e  la  città  metropolitana  opera  con  il proprio statuto e  i  propri  organi,  assumendo anche le funzioni proprie di cui ai commi da 44 a 46”.

Il territorio della Città metropolitana di Roma Capitale, che comprende 121 Comuni, coincide con quello della Provincia di Roma.

Sono organi della Citta' metropolitana:
  a) il sindaco metropolitano;
  b) il consiglio metropolitano;
  c) la conferenza metropolitana.

Il Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale è il professor Ignazio Marino.

Il sindaco metropolitano rappresenta l'ente, convoca e presiede il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici  e  all'esecuzione  degli atti;  esercita  le  altre  funzioni  attribuite  dallo  statuto.

Il Consiglio metropolitano della Città metropolitana di Roma Capitale è composto da 24 membri. Rappresenta l'organo di indirizzo e controllo, propone alla conferenza lo statuto e le sue modifiche,  approva  regolamenti, piani  e  programmi;  approva  o  adotta  ogni  altro  atto  ad  esso sottoposto dal sindaco  metropolitano;  esercita  le  altre  funzioni attribuite dallo statuto. Su proposta del sindaco  metropolitano,  il Consiglio adotta gli schemi di bilancio da sottoporre al parere della Conferenza  metropolitana.

La Conferenza metropolitana è composta dal Sindaco metropolitano, che la convoca e la presiede, e da tutti i Sindaci dei 121 Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Roma Capitale.

La Conferenza metropolitana adotta o respinge lo statuto e le sue modifiche proposti dal Consiglio metropolitano con i voti che rappresentino almeno un terzo dei Comuni compresi nella Città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente. Come previsto dall’art. 1, comma 8, della legge n. 56/2014 ha poteri propositivi e consultivi, secondo quanto disposto dallo statuto.

Si ricorda che le Città metropolitane sono enti territoriali di area vasta con le seguenti  finalità istituzionali generali:
cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano;
promozione e gestione  integrata  dei  servizi, delle infrastrutture e delle  reti  di comunicazione  di  interesse  della città metropolitana;
cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello,  ivi  comprese  quelle  con  le  città e  le  aree metropolitane europee.

Alle Città metropolitane sono attribuite, oltre alle funzioni fondamentali delle Province e quelle ad esse assegnate nell’ambito del processo di riordino delle funzioni provinciali, le seguenti funzioni fondamentali:
a)  adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l'Ente e per l'esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all'esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle Regioni, nel rispetto delle leggi delle Regioni nelle materie di loro competenza;
b)  pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all'attività e all'esercizio delle funzioni dei Comuni compresi nel territorio metropolitano;
c)  strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D'intesa con i Comuni interessati la Città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive;
d)  mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano;
e)  promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della Città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio di cui alla lettera a);
f)  promozione e coordinamen




CIVITAVECCHIA, CITTA' METROPOLITANA DI ROMA O DI VITERBO?

 

Le voci che circolavano nelle strade del centro trovano conferma in una deliberazione di Consiglio comunale favorevole alla “migrazione” dalla nuova Area metropolitana di Roma alla Provincia di Viterbo. Tale eventuale scellerata scelta significherebbe smentire il passato della Città, sorella marittima della Capitale, e  distruggere il futuro con tutte quelle opportunità che l’Area metropolitana potrebbe assicurare al Comune più importante “fuori le mura”.

 

Redazione

Civitavecchia (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ai cittadini di Civitavecchia di Vittorio Petrelli, presidente dell'associazione Ripartiamo dai Cittadini
 

Ecco la lettera aperta di Vittorio Petrelli:

"Il 12 settembre scorso, il Consiglio Comunale ha approvato la delibera del M5S che prevede l’uscita dall’Area Metropolitana di Roma per provare ad intraprendere il percorso che porta all’ingresso nella provincia di Viterbo.
Siamo sicuri che questa scelta sia stata ben ponderata e attentamente valutata in ogni sua conseguenza? E allora come interpretare la volontà di alcuni comuni italiani che, al contrario di Civitavecchia, sono determinati ad aderire alle aree metropolitane? Ad esempio, Fasano, che con un referendum cittadino ha deciso di uscire dalla provincia di Brindisi per entrare nell’area metropolitana di Bari, decisione già ratificata dal consiglio regionale della Puglia; oppure le province di Prato e di Pistoia che verranno incluse nell’area metropolitana di Firenze; per non parlare del Veneto dove pur di non rimanere esclusi dall’area metropolitana di Venezia c’è chi sta pensando di estendere l’area metropolitana a tutto il territorio regionale.

E’ verosimile che gli amministratori di quelle realtà abbiano riconosciuto nelle aree metropolitane l’unica possibilità di sviluppo per il loro territorio e abbiano compreso come l’area metropolitana –soggetto cardine della programmazione europea 2014-2020 – sarà l’ente che potrà disporre di maggiori stanziamenti comunitari; è verosimile che abbiano compreso i vantaggi di rimanere in un ente che avrà di fatto, sia le competenze oggi delle province, sia le competenze oggi delle Regioni.
L’area metropolitana potrà decidere in materia di sanità, viabilità, trasporti, turismo, commercio,…

Le province sono destinate ad essere inizialmente accorpate e successivamente abolite. Dovranno essere abolite perché non possiamo permetterci di spendere inutilmente soldi pubblici: lo chiede l’opinione pubblica; lo chiedono molti parlamentare, primi fra tutti quelli del M5S. Il Senatore Crimi, nel suo disegno di legge Costituzionale volto a modificare il titolo V vuole che la Repubblica sia “costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Non c’è più spazio per le province e allora dove vogliamo che Civitavecchia si collochi? Ai margini di un mega aggregato di Comuni oggi nelle province di Viterbo e Rieti? insieme a comuni come Amatrice, Gallese, Castel di Tora o Acquapendente; realtà che nulla hanno in comune con la nostra storia, la nostra cultura, le nostre usanze, il nostro dialetto; comuni che hanno un tessuto socio-economico drasticamente diverso dal nostro.

Si abbia il buon senso di prendere atto della realtà del territorio e della quotidianità dei nostri concittadini: migliaia di civitavecchiesi lavorano o studiano a Roma; migliaia hanno studiato a Roma, lì si sono laureati ed hanno sostenuto l’esame di stato, risultando oggi iscritti agli ordini professionali della provincia di Roma. Migliaia di Civitavecchiesi sono pendolari verso Roma ed usano quei treni in parte finanziati dalla provincia di Roma; così come moltissimi usufruiscono delle agevolazioni Metrebus della provincia di Roma che tanto hanno fatto infuriare i pendolari delle province limitrofe che non possono attingere a quelle agevolazioni.
Il Tribunale di Civitavecchia è sopravvissuto alla scure dei tagli grazie all’estensione della sua competenza all’area nord-ovest della provincia di Roma, includendo realtà come i comuni del lago di Bracciano o Fiumicino con il suo aeroporto internazionale.

Fino ad oggi, noi civitavecchiesi abbiamo potuto partecipare ai concorsi pubblici accessibili solo ai residenti della provincia di Roma: non ultimo il caso del recente concorso per educatori/educatrici di asilo nido indetto dal Comune di Fiumicino. Questo requisito, come ovvio, sarà ancora più frequente con l’istituzione della città metropolitana. Domani, i nostri amici di Santa Marinella (una volta quartiere sud di Civitavecchia) avranno accesso ai concorsi della città metropolitana di Roma mentre i nostri figli rischiano di non potervi partecipare?

Non possiamo dimenticare la storia: da migliaia di anni siamo legati indissolubilmente a Roma, da sempre siamo il porto di Roma e tra pochi giorni verrà inaugurato il Roma Marina Yachting. I milioni di croceristi che scelgono il nostro porto sono attratti dalle bellezze della Capitale. I milioni di passeggeri dei traghetti che collegano Civitavecchia ai tanti porti del Mediterraneo vivono grazie ai traffici indotti da Roma e dal suo hinterland, non bastano certo Rieti o Viterbo.

Roma è una opportunità da sfruttare non un nemico da combattere. Dobbiamo lavorare insieme per avvantaggiarci del legame che abbiamo con la Capitale.

Perché in provincia di Roma, l’unico comune che ha deliberato di non voler aderire all’area metropolitana è Civitavecchia? Perché neanche Pomezia, comune più popoloso di Civitavecchia amministrato da una giunta 5 stelle, non intende intraprendere la strada dell’ingresso nella vicina provincia di Latina? Perché molti comuni della provincia di Roma si stanno coalizzando per avere un maggiore peso all’interno del Consiglio Metropolitano, ma non pensano ad uscire dall’area metropolitana?

Finora il motivo principale per cui uscire dall’area metropolitana sembra essere il rischio di dover ospitare la futura discarica di Roma: come ricorderete, alcuni anni fa, Alemanno (allora Sindaco di Roma) e La Russa (allora Ministro della Difesa), individuarono nel comprensorio militare di Santa Lucia il sito per costruire la discarica per i rifiuti della Capitale. La vicenda, per fortuna, non ha avuto seguito e al momento, con la vigente amministrazione capitolina, non verrà riproposta: Marino ha previsto la chiusura del ciclo dei rifiuti escludendo il nostro comprensorio.

(Per un mio impegno politico da sempre caratterizzato principalmente verso le tematiche ambientale la vicenda sopra richiamata non vi nascondo che abbia indotto anche me a propendere per un’uscita dall’Area metropolitana ma era una reazione di pancia… poi rileggendo più attentamente la legge e valutando le azioni di altri comuni e province ho dovuto ricredermi).

Alla luce di queste considerazioni – molte altre ce ne sarebbero da fare – non è forse una scelta assennata quella fatta in Consiglio? Si è deciso di non entrare nell’area metropolitana per motivi più finemente politici? Gli amministratori delle aree metropolitane verranno scelti premiando coloro – tra gli eletti nei consigli comunali dei comuni facenti parte della stessa area metropolitana – che saranno stati capaci di intrecciare legami e relazioni con altri amministratori della nascente realtà metropolitana.

In parole povere, lavorare in un modo che ai consiglieri M5S , allo stato attuale è assolutamente proibito, ma che tra l’altro, non è detto che lo sia in un prossimo futuro.

Sono molte le ragioni per le quali non si dovrebbe rinunciare all’ingresso nell’area metropolitana di Roma. Invito gli amministratori della città a valutare tutti gli elementi a disposizione per fare in modo che la scelta sia veramente imparziale e dettata dalla sincera intenzione di garantire un sano sviluppo al nostro territorio ed un futuro ricco di opportunità per le nuove generazioni.

Si rifletta prima che sia troppo tardi…
Vittorio Petrelli"