CIRCO MASSIMO, MICHELE BALDI: ERAVAMO 1 MILIONE E 800 MILA NEL 2001 CON ANTONELLO VENDITTI

Red. Cronache
"Sull’ultimo evento che si è svolto al Circo Massimo, i mezzi d’informazione, parlando di cifre, per altro gonfiate, le paragonano ad eventi del passato, guarda caso, sempre politici. E non c’è nessuno invece che abbia il coraggio di ricordare che il mito del Circo Massimo, dopo i fasti dell’Impero Romano è rinato grazie ad Antonello Venditti e alle feste della AS Roma. Ben quattro super eventi in tempi diversi, fatti con amore, con passione e con il popolo. Il vero record di presenze certificate dalla questura, fu il concerto del 2001 per festeggiare lo scudetto dei giallorossi. Eravamo un milione e ottocentomila persone, vere, felici ed entusiaste. Il cuore di questa città, ma questo forse a molti fa comodo non ricordarlo". Così in una nota Michele Baldi, Capogruppo della Lista Civica Nicola Zingaretti al Consiglio Regionale del Lazio.
 




FAMILY DAY AL CIRCO MASSIMO: OLTRE I NUMERI

di Ivan Galea
"…tre milioni di persone che hanno risposto all'appello della Cgil 'contro il terrorismo e per i diritti'." Così riportava Andrea Di Nicola il 23 marzo 2002 su laRepubblica.it che titolava: L'invasione colorata di Roma "Mai così tanti in piazza".

E ancora su laRepubblica.it Eugenio Scalfari il giorno dopo scriveva "La questura di Roma ha detto che erano in settecentomila. Se questi sono gli esperti ai quali affidiamo la sicurezza della popolazione non c'è da star tranquilli perché anche la stupidità dovrebbe avere un limite”.

Non importa se al Family Day di sabato siano stati un milione, due milioni o settecentomila, il dato significativo è che il Circo Massimo sabato 30 gennaio 2016 si è presentato stracolmo di persone scese in piazza per difendere “la famiglia” e il matrimonio che nasce dall’unione di un uomo con una donna. Ciononostante la guerra delle cifre sul 'popolo' portato in piazza ha contagiato un pò tutti. E anche sabato, nonostante una massiccia presenza di manifestanti al Circo Massimo, che però è agibile solo in parte per via di lavori, vede lievitare, per voce degli organizzatori, il numero dei partecipanti: "siamo un milione!", esultava all'ora di pranzo Gandolfini per poi correggere poco dopo al rialzo la sua stima: "siamo due milioni!". Senza i dati ufficiali della Questura, è però comunque facile calcolare la capienza della piazza. E non solo quella del Circo Massimo, ma di tutte quelle che ospitano a Roma manifestazioni politiche e non.

Se si mettono infatti a confronto le dichiarazioni degli organizzatori, qualunque sia il colore, con i dati che emergono dalle planimetrie delle piazze romane, risulta evidente la disparità tra realtà e fantasia. Eppure il conto è semplice, dato che in un metro quadro entrano non più di quattro persone: si prende la superficie totale e si moltiplica per quattro. Tenendo conto, ovviamente, che palco e vie di fuga "rubano" qualcosa.

Anche in Francia, sabato, si è manifestato in paizza contro lo stato di emergenza. Per la prefettura a protestare erano in 5.500 invece per gli organizzatori erano 20 mila come riporta il sito de Le Monde che non ha esitato a "sfottere" l'Italia per aver dato i numeri sul Circo Massimo.

Dunque, la guerra sulle cifre ci può anche stare ma la notizia è questa: in Francia migliaia di persone con migliaia di ombrelli sono scese in Place de la République con uno striscione enorme con su scritto "usciamo dallo stato di emergenza". E, sempre sabato migliaia di persone hanno riempito il Circo Massimo per dire no al ddl Cirinnà e per difendere la famiglia.

 




CURIOSANDO PER ROMA E DINTORNI: "LA MANO DI CICERONE"

Emanuel Galea

Quante volte si è passati da via dei Cerchi a Roma? Forse non tutti l’hanno presente. Bene, quante volte abbiamo partecipato a raduni, a manifestazioni al Circo Massimo? Il Circo Massimo è meglio conosciuto al grande pubblico. La via che costeggia il Circo, appunto, è Via dei Cerchi, nome che deriva da Circo.

Come spesso succede, non tutti notano quella struttura piatta che sovrasta il Circo. Questo fatto risulta strano, perché la struttura  è così bizzarra e di una forma stravagante. Se la  si fissa bene, può dare l’impressione di una maschera, con tanti occhi che vegliano su l’immenso Circo. Guardando i particolari di quella facciata ci si deve, per forza, incuriosire. Una grande mano, con l’indice verso l’alto, una scultura posta in cima all’edificio. Osservando più attentamente si scorge la replica di quella mano sulla cornice di una delle finestre. Cosa ha d’importante quella mano? Cosa rappresenta? A chi si attribuisce la sua appartenenza? 

La stessa struttura è ricca di storia e coinvolge nomi illustri del passato come Farnese, i Borboni. La sua storia s’incrocia con Cicerone, il Palatino, 

conventi e quant’altro.

 Accantoniamo tutto questo, magari potremo ritornarci sopra in un secondo momento, per oggi c’interessa parlare di quella mano. Le leggende si rincorrono e noi cercheremo di restare neutrali senza sposare alcuna ipotesi. Una delle leggende narra che quella mano non raffigura altro che un calco di gesso, di cui l’originale è andato perso. Si trattava, molto probabilmente, di un ex voto che fu custodito nella cappella di Santa Maria de Manu, chiesetta ormai andata distrutta. Fino al cinquecento la mano stava ancora nell’edificio sacro e si racconta che,  il popolo la chiamava “mano di Cicerone”. Questo spiega quale ruolo di primaria importanza occupava Cicerone nel mondo della politica e nella coscienza collettiva, dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina, ottenendo così l’appellativo di pater patriae.

La morte di Cicerone si presenta molto contrastata. Della sua tragica fine esistono diverse versioni. Secondo il racconto di Plutarco, Cicerone fu ucciso nella sua proprietà sotto i colpi di Erennio. Su ordine di Antonio, poi, vennero tagliate “la testa e le mani con cui aveva scritto le Filippiche” . Tito Livio, storico latino, nella sua Storia di Roma Repubblicana, di cui a noi è pervenuta solamente la parte che copre la fase più antica,  narra che la testa di Cicerone venne esposta sui rostri insieme alla mano destra. Cassio Dione, nella sua Storia Romana, libri XLIV-XLVII, terzo volume, fa anche lui riferimento alla testa ed alla mano destra ed aggiunge un particolare, spiegando che all’uccisione venne dato più di quanto era stato dovuto.

Infine, secondo Appiano, come si legge in Morte di Cicerone in Plutarco, venne tagliata solamente la mano destra. Sembrano due i punti fermi in questa leggenda. Su un particolare gli storici e gli uomini illustri del passato si trovano concordi. A Cicerone fu tagliata la mano destra. Su questo concordano tutti e per il nostro racconto questo basti. Il secondo particolare ce lo offre quella struttura a Via dei Cerchi che esporre nella sua sommità quella mano con l’indice puntato verso il cielo. 

Ad asserire che quella scultura raffigura la mano di Cicerone, ci vogliono ben altri argomenti e noi non li abbiamo. Ci atteniamo e rispettiamo quanto la tradizione popolare vi ha riconosciuto da sempre, chissà perché, la mano di Cicerone. A prescindere di chi sia veramente quella mano, a chi capita di trovarsi in quei paraggi, consigliamo di soffermarsi a riflettere. Dalle volte, le soluzioni dei misteri più fitti si celano dietro i particolari.

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