UE L’INDAGINE SULLA TROIKA CONDANNA IL SUO OPERATO… MA NESSUNO PAGHERA’ PER GLI IMPATTI DEVASTANTI

di Cinzia Marchegiani

Terminata l’inchiesta che ha messo sotto lente d’ingrandimento l’operato della Troika, la sua eccessiva austerità ha prodotto effetti negativi economici e sociali partorendo riforme catastrofiche segnando vite e storie umane sotto la sua inquisizione nonché cambiamenti geopolitici non indifferenti. I relatori a capo di questa iniziativa, il socialista Liem Hoang Ngoc e l’europarlamentare austriaco del centro destra Othmar Karas avevano accolto i dubbi in merito al lavoro sui salvataggi dei paesi della zona euro che hanno imposto condizioni assai rigorose dai rappresentati dei creditori internazionali. La storia ricorderà come l’intervento sulla Grecia abbia spalancato i dubbi sul metodo di queste azioni risolutive. Riflessioni che ora sembrano profetiche quelle dell’eurodeputato Marisa Matias (Sinistra Unita, Portogallo) che osservava come la BCE era intervenuta ben al di là delle proprie competenze interferendo con le politiche economiche e fiscali nei paesi in cui sono stati necessari i piani di salvataggio:”l'azione della BCE ha avuto un impatto sulle scelte degli Stati membri in questione, in particolare rispetto alla capacità d'investire in lavoro e crescita.”
Questo il verdetto dell’indagine appena conclusa: “Un sistema debolmente costruito” che condanna l'organizzazione della Troika. "Le tre istituzioni indipendenti, con una distribuzione non equilibrata delle responsabilità tra le medesime, cui si aggiungono mandati differenti e strutture negoziali e decisionali con diversi livelli di responsabilità, il che si traduce in una mancanza di controllo adeguato e di responsabilità democratica della Troika nel suo insieme". I Parlamenti nazionali sono stati troppo spesso lasciati fuori dall'equazione. I Ministri delle finanze dell'UE, in particolare dell'Eurogruppo, sono accusati di non riuscire a dare indicazioni politiche chiare e coerenti alla Commissione e per non essersi assunti la loro parte di responsabilità politica.

La verità affiora come una bolla d’aria in un’ampolla d’acqua, trascinando con se tutta la sua drammaticità, il Parlamento Europeo conferma che le condizioni imposte in cambio dell'assistenza finanziaria hanno messo in pericolo gli obiettivi sociali dell'Unione europea, in particolare perché è stato concesso poco tempo per l'attuazione di dette misure e perché non sono state eseguite valutazioni d'impatto adeguate del loro effetto distributivo su diverse fasce della società. “La disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani – e ciò porta alla loro emigrazione – e molte piccole imprese hanno fallito. I tassi di povertà sono aumentati, anche tra la classe media. In poche parole “mancanza di un'adeguata valutazione d'impatto”…..
Ed ecco che da pochi giorni sono state votate e due  risoluzioni, quella  sull'indagine della commissione affari economici e monetari sul funzionamento della Troika, redatta da Othmar Karas (EPP, AT) e Liem Hoang-Ngoc (S&D, FR), è stata approvata con 448 voti favore a 140, e 27 astensioni, dove emerge che la struttura della Troika e i metodi di lavoro hanno ostacolato "l'appartenenza" nazionale e compromettono la trasparenza e la responsabilità. La seconda risoluzione della Commissione Affari Sociali redatta da Alejandro Cercas (S&D, ES), è stata adottata con 408 voti favorevoli, 135 voti contrari e 63 astensioni, e critica gli impatti negativi delle riforme ispirate dalla Troika sull'occupazione.
Dalle risoluzioni appena partorite escono dal cilindro le “Raccomandazioni”  e come primo passo, gli stessi deputati propongono l'introduzione di disposizioni procedurali chiare, trasparenti e vincolanti per la cooperazione tra le istituzioni in seno alla Troika e la ripartizione dei compiti al suo interno. Una migliore strategia di comunicazione è anche una "massima priorità", afferma il testo preparato dalla commissione affari economici. I programmi di aggiustamento devono includere "piani di emergenza" nel caso in cui gli scenari di riferimento previsti non si materializzino. I protocolli d'intesa, che sono alla base di tutti i programmi, dovranno meglio rispecchiare le dimensioni sociali e occupazionali. Ciascun paese oggetto di un programma dovrebbe beneficiare di una "task force per la crescita". Infine, ci vuole più impegno per garantire la responsabilità democratica e la partecipazione nazionale. Nel medio termine, la risoluzione raccomanda un ripensamento radicale della Troika, con un coinvolgionento del FMI "facoltativo",  la BCE presente solo come "osservatore silenzioso", e un "Fondo monetario europeo" come ruolo per la Commissione europea.
Inoltre i deputati chiedono alla Commissione e al Consiglio di prestare la stessa attenzione agli squilibri sociali e macroeconomici. Gli Stati membri e l'UE dovrebbero mettere in atto un piano di recupero di posti di lavoro, una volta superata la parte pià difficile della crisi finanziaria, tenendo conto, in particolare, della necessità di creare condizioni favorevoli per le  PMI, ad esempio con una riforma del sistema creditizio. La Commissione, la BCE e l'Eurogruppo (Ministri delle finanze dell'Eurozona) dovrebbero infine riesaminare il prima possibile le misure messe in atto, e l'UE dovrebbe sostenere, con risorse finanziarie sufficienti, il ripristino delle norme di protezione sociale.

Belle parole, votazioni interessanti, peccato che il danno sociale non lo pagherà nessuno, gli assetti politici ed economici stravolti non saranno ascrivibili ad alcun organo europeo, un po’ parafrasando hanno chiuso il recinto dopo che i buoi son fuggiti tutti. Se questa rappresenta la forma di democrazia cui i paesi membri devono attenersi, i nuovi scenari che si stanno proiettando come un’ombra inquietante sull’Europa, con gli ordini targati USA, lasciano presagire raccapriccianti futuri, dove ulteriormente i vincoli climatici ed energetici potrebbero continuare a schiacciare la zona euro,  favorendo squisitamente ancora le grandi potenze.

Allora una domanda sorge spontanea…con quali ausili democratici l’Europa ha difeso la giustizia sociale e i posti di lavoro? Eppure dal bilancio annuale dell'UE risulta un ammontare pari  150,9 miliardi di euro nel 2013, che con orgoglio viene definito come una somma ingente in termini assoluti, ma pari solo all'1% della ricchezza annuale generata dai paesi UE.
Il comunicato che segue lo stesso bilancio annuale specifica:”
La maggior parte di queste risorse è spesa per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e delle comunità locali dell'UE, ed è diretta in particolare verso le regioni e le categorie sociali meno ricche, o destinata a creare posti di lavoro e a stimolare la crescita in tutta l'Unione”.
Considerazioni inopportune dopo l’esito dell’indagine sull’operato della Troika, ai cittadini europei sinceramente sembra di essere su Scherzi a Parte!
 




TRANI: LA PROCURA APRE UN'INCHIESTA PER STABILIRE SE C'E' NESSO TRA I VACCINI E I DANNI SUBITI DA DUE MINORI

di Cinzia Marchegiani


Non è più una leggenda metropolitana, ma la pratica vaccinale cui vengono sottoposti i bambini sta allarmando con dati che testimoniano un aumento considerevole delle rispote avverse. A Trani, il Pubblico Ministero, Michele Ruggiero ha avviato l’apertrura del fascicolo d’indagine in seguito alla denuncia di due genitori poiché ai loro due figli è stata diagnosticata la sindrome autistica, in seguito alla somministrazione della vaccinazione della trivalente MPR ( Morbillo, Parotite, Rosolia).

Molto si è parlato dei vaccini e la loro pratica, ma scarsa o alquanto inesitente è la vera informazione che raggiunge i genitori in merito ai vaccini obbligatori e quelli facoltativi, e le loro reazioni avverse spesso taciute.

Dal Tg Norba 24 si apprende che il Pm Michele Ruggiero vuole andare in fondo a questa storia, verificando se esiste un nesso di casualità autistica e la somministrazione dei vaccini cui vengono sottoposti i bambini. Per questo vuole acquisire la documentazione dai Carabinieri Nas (che dipendono dal Ministerio della Salute), il Piano Nazionale dei vaccini e il calendario delle vaccinazioni volontarie e facoltative per l’età evolutiva. Il compito e lo studio sarà proprio quello di capire quale sia la composizione dell’antitodo, quali siano i loro produttori, e accertare l’esistenza, in relazione agli ultimi 5 anni, di casi di patologie autistiche insorte dopo la somministrazione del medicinale. Gli investigatori dovranno verificare quali sono state le determinazioni assunte dal Ministero della Salute a seguito delle sentenze di condanne da parte di diversi tribunali in Italia che hanno riconosciuto il nesso di causalità.

Il dato ancora più significativo che sta emergendo anche nella quotidianità comune a tutti i genitori, è la mancanza di informazione reale su questi vaccini poichè molti di essi, come il caso del suddetto vaccino MPR, non sono obbligatori ma facoltativi, ma che nella prassi comune viene somministrato a tutti i bambini.
Ma i genitori vengono informati sulle reazioni avverse importanti in seguito all’inoculazione del vaccino, e cosa occorre fare in caso di un’eccessiva febbre che non passa e/altre reazioni di pesante entità?

L’Avv. Giuseppe Romeo, contattato dall’Osservatore d’Italia, che ha seguito e vinto in passato due cause riuscendo ad attribuire il danno della sindrome di autismo in seguito alla pratica vaccinale ci svela quello che occorre sapere, consapevole che una corretta informazione evita falsi allarmismi e quella confusione generale che porta poi spesso alla completa diffidenza.

Cosa può fare un genitore prima di sottopporre il proprio figlio al calendario delle vaccinazioni?

Semplicemente effettuare le analisi relative alla maturità del sistema immunitario del candidato alla vaccinazione, il quale deve essere in grado di poter resistere all’insulto portato dalla profilassi, qualora vengano date informazioni che possano far scattare un campanello d'allarme, allora le operazioni devono essere sospese e la profilassi deve essere rimandata.

Cosa deve pretendere il genitore dal controllo al pronto soccorso in seguito ad una reazione avversa post vaccino?

Qualora un genitore si rechi in ospedale con una sospetta reazione avversa, deve chiedere innanzitutto la segnalazione alla farmacovigilanza, circostanza che non accade quasi mai, e devono essere predisposte tutte le contromisure utili ad evitare l'acuirsi della crisi da reazione avversa alla vaccinazione.

Cosa comporta l’invio della segnalazione alle competenze sanitarie?

Ricordo che è assolutamente necessaria la segnalazione alla farmacovigilanza che occorre pretenderla anche per dimostrare il danno ricevuto, ovvio che vanno ad incrementare la ratio delle reazioni avverse.

 

Nel caso di danno accertato dalla profilassi vaccinale, chi sono i responsabili, le case farmaceutiche?

Non verranno coinvolte le case farmaceutiche perchè esse avvisano l'amministrazione sanitaria della possibile verificazione di un danno, dunque non hanno responsabilità. I medici ovviamente non informano l'utente, in ogni caso è imprescindibile l'esecuzione dell'anamnesi dei genitori del candidato alla vaccinazione prima della relativa esecuzione. Nei bugiardini (foglietto illustrativo dei farmaci) di alcuni vaccini (tripedia, ad esempio) tra le reazioni avverse è riportato l'autismo, ma i medici non lo dicono mai ai loro pazienti.

Il mondo della sanità, sotto effetto di un vero terremoto della magistratura, sta mostrando un volto inquietante, dove le omissioni e la non chiara informazione troppo spesso vanno a discapito del cittadino che usufruisce delle pratiche anche obbligatorie dei vaccini imposte dallo Stato stesso. La sentenza n.148/2010 emessa dal Tribunale di Rimini, del 15 marzo 2012 ha sancito come il vaccino MPR possa causare autismo e conseguente risarcimento dei danni da parte dello Stato. Cosa è stato fatto finora a livello di legislatura?

Le cito un passaggio a mio avviso interessante, della sentenza della Corte Costituzionale 258/1994 quello riportato al capo 5 bis quando viene sancito che:"…proprio per la necessità di realizzare un corretto bilanciamento tra la tutela della salute del singolo e la concorrente tutela della salute collettiva, entrambe costituzionalmente garantite, si renderebbe necessario porre in essere una completa e articolata normativa di carattere tecnico che, alla luce delle conoscenze scientifiche acquisite, individuasse con la maggior precisione possibile le complicanze potenzialmente derivabili dalle vaccinazioni, e determinasse se e quali strumenti diagnostici idonei a prevederne la concreta verificabilità fossero praticabili su un piano di effettiva fattibilità…eventualemente stabilendo criteri selettivi in ordine alla utilità di eseguire gli accertamenti in questione".
Ma da ventanni anni a questa parte nessun intervento del Legislatore ha mai assecondato quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, ignorando la tutela del diritto alla salute di quanti, pur non essendo compatibili con una vaccinazione, ne subiscono l'insulto per esserne gravemente danneggiati.

Quello che sta emergendo dal mondo della sanità esprime un carattere di poca scienza e coscienza, dove i magistrati sono gli unici in questo paese chiamati a riportare sui propri binari la scienza, le lobby e l’informazione, quest’ultima tenuta lontana dalla portata dei cittadini che inconsapevolmente fanno uso di farmaci nella serenità che il Ministero della Salute, l’ISS (Istituto Superiore della Sanità) e l’AIFA hanno tutelato la loro salute con l’opportuna vigilanza. Ma i farmaci ritirati costantemente dal mercato, la scienza vestita troppo spesso d’interessi misteriosi, sono il sintomo e la pretesa di poter anteporre il loro potere rispetto a quello del cittadino… intrappolato da una dittatura terapeutica….e i vaccini ne sono un esempio eclatante!

Riecheggiano, come un monito prezioso le stesse parole del Procuratore Michele Ruggiero al margine di un importante a Convegno a Trani “Vaccini e Autismo, Medici e Magistrati a confronto” su Tele Dehon lo scorso gennaio: “il magistrato diventa destinatario dei problemi che essa stessa non dovrebbe risolvere. Il problema che si pone in questo caso che purtroppo siamo abituati a pensare che la scienza da risposte certe, ma purtroppo non è così!! Quando ci sono delle casistiche che dimostrano danni da vaccino, bisogna procedere con molta cautela. Ritengo che lo Stato debba assolutamente favorire e incentivare la ricerca scientifica senza il timore di mettersi contro le grandi lobby, ma soprattutto senza fare spending review sulla pelle dei nostri bambini”

Il dato ormai evidente che esiste il danno da vaccino, che troppo spesso nei Pronto Soccorso non è attivata la segnalazione alla farmacovigilanza per non aumentare la ratio delle reazioni avverse, che le casistiche non sono reali, che il cittadino è inconsapevole di cosa viene iniettato..alla faccia della trasparenza e del diritto alla salute… L’Osservatore d’Italia terrà costantemente aggiornato il lettore su questo tema molto sensibile, consapevoli che l’informazione seria sia l’unica in grado di generare consapevolezza, poiché i figli sono i nostri minori da tutelare. Facendo mie le osservazioni dell’Avv Giuseppe Romeo concluso ricordando che la pratica vaccinale nell’infanzia, alla stregua di qualsiasi atto medico, deve essere esperita in uno stato di totale sicurezza. Solo così si evitano i danni irreversibili e l’allarmismo inopportuno.

 




NOVARTIS E ROCHE SANZIONATE DALL’ANTITRUST 180 MILIONI PER ESSERSI ACCORDATE ILLECITAMENTE

di Cinzia Marchegiani

Non si è fatta attendere la posizione dell’ACGM Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato o meglio nota come Antitrust lrispetto la conclusione di una lunghissima istruttoria avviata nel febbraio 2013 dopo le segnalazioni ricevute da Aiudapds, un’associazione di cliniche private, e la SOI-Società Oftalmologica Italiana: al procedimento hanno chiesto e ottenuto di partecipare anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo.


Dalla documentazione acquisita, anche grazie alla collaborazione del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, è emerso che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari.


Tra le malattie interessate dall’istruttoria spicca la degenerazione maculare senile, prima causa di cecità nei paesi industrializzati e di cui solo in Italia sono a rischio un milione di persone. Secondo l’Antitrust l’intesa ha avuto quale possibile conseguenza, tra l’altro, una maggior difficoltà nelle possibilità di cura per molti pazienti e un aumento della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale stimata in 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno.
Avastin è un prodotto che è stato registrato per la cura del cancro ma dalla metà degli anni Duemila è stato utilizzato in tutto il mondo anche per la cura di patologie vascolari oculari molto diffuse; Lucentis è un farmaco basato su una molecola in tutto simile a quella di Avastin ma è stato appositamente registrato (da Genentech negli USA e da Novartis nel resto del mondo) per le patologie della vista fino a quel momento curate con Avastin. La differenza di costo per iniezione è significativa: Avastin ha un costo pari al massimo a 81 euro, mentre il costo di Lucentis risulta attualmente pari a circa 900 euro (in precedenza, peraltro, il costo superava i 1.700 euro).


L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 27 febbraio 2014, ha deliberato che i gruppi Roche e Novartis si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, appunto l’Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio del un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando così artificiosamente i due prodotti.

Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. A Novartis e Roche sono state imposte sanzioni rispettivamente di 92 e 90,5 milioni di euro.

L'ACGM spiega perfettamente la strategia attuata dai due colossi farmaceutici, un piano condiviso volto a un’artificiosa “differenziazione” di Avastin e Lucentis, ottenuta manipolando la percezione dei rischi dell’uso in ambito oftalmico del primo per condizionarne la domanda.

Tale manipolazione è stata perseguita da un lato tramite la produzione e diffusione di notizie in grado d’ingenerare preoccupazioni pubbliche sulla sicurezza degli usi intravitreali di Avastin, dall’altro con la minimizzazione dei risultati scientifici di studi comparativi indipendenti relativi all’equivalenza di Avastin e Lucentis in ambito oftalmico.

In altri termini, in presenza di due farmaci equivalenti sotto ogni profilo in ambito oftalmico, le due imprese hanno artificiosamente differenziato i prodotti, svalutando le contrarie acquisizioni scientifiche, al fine di promuovere il prodotto più costoso (Lucentis, inizialmente pari a 1.100 euro ad iniezione e poi sceso a 902 euro dal novembre 2012), dalle cui vendite derivano profitti per entrambe le società, e impedire, o comunque limitare, l’utilizzo di quello meno costoso (Avastin, pari a 81,64 euro per iniezione)….ma da una serie di studi comparativi indipendenti dalle due aziende è definitivamente emersa l’equivalenza dei due farmaci. Le condotte delle imprese trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech – che ha sviluppato entrambi i farmaci – ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis. Quest’ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%.

L’AIFA in questa querelle esce con le ossa rotte, come conferma il comunicato del Dott. Matteo Piovella, Presidente della SOI, Società Oftailmologica Italiana, che dopo questa importante battaglia di legalità e trasparenza condivide sul proprio sito ufficiale la vittoria di questa titanica battaglia:


“La pronuncia dell'Antitrust rimette le cose a posto su chi ha competenza tecnico scientifica sulla valutazione dell'efficacia dei farmaci utilizzati per curare i pazienti. La Società Oftalmologica Italiana fin dal 2007 ha dimostrato e diffuso la certificazione di equivalenza sia per sicurezza che per efficacia terapeutica dei due farmaci per la cura delle maculopatie Avastin e Lucentis. Incredibilmente AIFA ha avvallato la tesi falsa sostenuta da Roche e Novartis circa la pericolosità di Avastin. Di fatto da un anno le azioni di AIFA hanno bloccato l'utilizzo di Avastin in Italia che prima era utilizzato nel 90% dei casi. Oggi la sentenza di un'autorità indipendente, perché l'Antitrust è l’Autorità italiana deputata a sanzionare la concorrenza sleale ai danni del mercato, rimette le cose a posto ed obbliga SOI a reiterare a gran voce la richiesta di un commissariamento di AIFA per ripristinare la piena legittimità di utilizzo di Avastin sul territorio nazionale così come avviene in tutto il mondo USA, Germania e Giappone inclusi. Lo dobbiamo ai 100.000 pazienti che oggi sono esclusi dalle cure a causa dell'impossibilità degli ospedali italiani a rifornirsi di Lucentis.”


Se l’utilità dell’Aifa viene messa in dubbio, vista la scarsa competenza tecnico scientifica per valutare l’efficacia dei farmaci e l’obbligo per poter ripristinare la giustizia a ricorrere all’Antitrust, non secondario il ruolo del nostro Ministro della Salute che proprio in questa questione era stata informata da mesi, come afferma il M5S, con molteplici interrogazioni parlamentari. L’accusa dei grillini è ora rivolta alla Lorenzin, considerata incapace di prendere dei provvedimenti e/o disposizioni emanate dall’Organismo Superiore della Sanità, il quale prescriveva l’utilizzo dell’Avastin, il cui costo è di un sessantesimo in confronto del Lucentin:”Il Ministro, invece, ha deciso di procrastinare la questione demandandola ad organismo amministrativo (il Consiglio Superiore di Sanità) comportando una maggior spesa per l'uso del farmaco più caro per un ammontare, secondo l'Antitrust, di 615 milioni di Euro per il 2014. Il Ministro si è dimostrata essere poco e male informata su una vicenda di primo spessore, per nulla operativa e, pertanto inappropriata a ricoprire tale ruolo esecutivo. Per questi motivi, Michela Montevecchi sta valutando l'opportunità di presentare in Senato una mozione di sfiducia al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Quanto la politica e organi come l’Aifa proteggono i poteri dei grandi colossi farmaceutici? Questa è una domanda che spesso si sente citare e questa vicenda riapre una voragine e molti sospetti, poiché se si parla d’incapacità di ricoprire certi ruoli, le dimissioni sono auspicabili e anche il commissariamento, altrimenti la lente d’ingrandimento dovrebbe essere sempre vigile sui poteri governativi, poiché non possono sempre essere i malati e i cittadini a pagare non solo economicamente per ingerenze troppo esose, e la giustizia se la può permettere solo se si ha un bel portafoglio e/o grazie alle numerose associazioni che sono sul territorio…amara considerazione se si pensa che in realtà l’AIFA e il Ministero della Salute dovrebbero farlo nelle loro competenze




L'EUROPA CI FA CONOSCERE I VULCANI: PIOGGIA DI FINANZIAMENTI PER 575 MILIONI DI EURO

di Cinzia Marchegiani

bEN 312 sono gli scienziati che il Consiglio Europeo della Ricerca (CER) ha selezionato su 3600 proposte, per conferire le borse di studio di consolidamento. La Commissaria europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza, Màire Geoghegan apostrofa quest’importante notizia: “Questi ricercatori percorrono strade innovative che faranno avanzare la conoscenza e apporteranno un contributo concreto nella società. Il CER offre loro assistenza in una fase cruciale, in cui è spesso difficile reperire finanziamenti quando hanno bisogno di spingersi avanti nella carriera sviluppando la loro propria ricerca con la loro squadra.”

Il generoso bando ha visto ricevere molte domande per ricerche in ogni campo e quest’anno sono aumentate del 46%. Dall’anno scorso il sistema borse di studio ha individuato due categorie, le borse di avviamento, cui possono accedere ricercatori dai 2 a 7 anni di esperienza dopo il loro conseguimento del dottorato di ricerca, e le nuove borse di consolidamento, che come indica il nome, sono indirizzate a ricercatori con più esperienza conseguita, che va dai 7 ai 12 anni.
Maglia d'onore per l'Italia con 20 i ricercatori che riceveranno una borsa di studio di consolidamento. Tra le varie ricerche spicca "CHRONOS" del dottor Diego Perugini, giovane ricercatore dell'Università di Perugia. Il finanziamento assegnatogli di 1,9 milioni di euro gli permetterà di fare ricerca sulla previsione delle eruzioni vulcaniche, un progetto ambizioso. Dal sito Cer si legge: “Dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. agli eventi più recenti del vulcano Eyjafjallajökull in Islanda (2010) le eruzioni vulcaniche hanno segnato la storia dell'umanità. La causa scatenante delle eruzioni è il riempimento di una camera magmatica al di sotto del vulcano e il mescolamento di magma al suo interno. Basandosi sullo studio di questi processi il dottor Perugini e la sua squadra sperano di arrivare a calcolare con precisione i tempi delle eruzioni. Quando i diversi magma si mescolano causano modifiche agli elementi chimici che vengono registrate nelle rocce vulcaniche come se fossero congelate nel tempo. I ricercatori useranno questi dati geochimici per misurare il tempo trascorso tra il mescolamento e l'eruzione, proprio come l'ora rimane fissata su un orologio rotto sulla scena di un crimine. Le ricerche si concentreranno su due regioni attive nell'Italia meridionale, inclusa l'area del Vesuvio, e sul vulcano di Soufrière Hills, ai Caraibi, diventato attivo nel 1995 con effetti catastrofici. La squadra realizzerà anche il primo "mescolamento di magma" sperimentale in laboratorio. Se avrà successo, il progetto consentirà di prevedere in modo molto preciso le eruzioni vulcaniche e di mitigarne i pesanti effetti sociali e ambientali.”

Venticinque commissioni di scienziati e luminari hanno valutato e scelto i progetti, il 45% dei borsisti è stato selezionato nel settore “fisica e ingegneria”, il 37% in quello delle “scienze della vita” e il 19% in quello delle “scienze sociali e umane.

Finanziamenti importanti dal CER daranno la spinta alla ricerca per obiettivi importanti futuri, secondo le loro stime, coinvolgeranno 1100 studenti di post dottorato in istituti ospitanti negli stati membri europei o paesi associati al programma di ricerca dell’Unione Europea.

Le menti geniali sono quelle che riescono sempre a fare la differenza, la ricerca e la scoperta sono i semi delle innovazioni e i contributi importanti che l’umanità attende sempre con impazienza, siano questi finanziamenti la tutela all’ingegno che nella solitudine e nell’impossibiltà economiche avrebbero trovato difficoltà ad esprimere la loro conoscenza e soprattutto la loro creatività.

 




BRUXELLES, E’ PARTITA L’INCHIESTA EUROPEA SUL LAVORO DELLA TROIKA

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – E’ partita l’inchiesta parlamentare europea che porterà sotto lente d’ingrandimento il lavoro della Troika, a fine marzo il Parlamento Europeo affronterà con la votazione plenaria la relazione sul lavoro svolto dalla BCE nel 2012. I relatori a capo di questa iniziativa, il socialista Liem Hoang Ngoc e l’europarlamentare austriaco del centro destra Othmar Karas hanno accolto i dubbi in merito al lavoro sui salvataggi dei paesi della zona euro che hanno imposto condizioni assai rigorose dai rappresentati dei creditori internazionali, il denaro per i salvataggi proviene da prestiti bilaterali dei paesi della zona euro, tramite gli organismi appositamente creati, come il MES (Meccanismo europeo di stabilità), e dal FMI (Fondo Monetario Internazionale). Una delegazione della  Commissione ECON ha già visitato Cipro e Portogallo, presto si recherà in Irlanda e in Grecia. Hoang Ngoc spiega la finalità di questa commissione: "Questa inchiesta è stata istituita per fornire risposte a tutti coloro la cui vita è stata influenzata dalla Troika. Da quando la Troika è intervenuta la prima volta in Grecia, vi è la necessità di valutare in modo trasparente e democratico se esso sia stato il metodo d'azione migliore.”

Purtroppo gli effetti negativi economici, sociali dell’eccessiva austerità innescate per poter ricevere aiuto da parte del meccanismo europeo di stabilità ha prodotto solo riforme economiche senza logica e portatrice di cambiamenti e assetti geopolitici che hanno segnato le storie umane, i diritti e i doveri degli stati membri sottoposti all’inquisizione della Trioka (Commissione Europea, Banca Centrale Europea,BCE e Fondo Monetario Internazione, FMI)
L’ECON in agenda entro questo mese ha organizzato varie audizioni in cui i politici attuali ed ex della Troika prenderanno la parola, interverranno, il commissario agli affari economici e monetari, Olli Rehn, l’ex presidente della BCE, Jean-Claude Trichet e il direttore del Meccanismo europeo di stabilità, Klaus Regling, mentre a causa del proprio regolamento interno, il Fondo Monetario Internazionale non potrà partecipare al dibattito sulla trasparenza della Troika.

Il ruolo della Troika ha giudizi severi da parte dei deputati del parlamento europeo, Marisa Matias (Sinistra Unita, Portogallo) senza giri di parole afferma che la BCE è intervenuta ben al di là delle proprie competenze interferendo con le politiche economiche e fiscali nei paesi in cui sono stati necessari i piani di salvataggio:”l'azione della BCE ha avuto un impatto sulle scelte degli Stati membri in questione, in particolare rispetto alla capacità d'investire in lavoro e crescita.”

Il deputato italiano di centro-sinistra Gianni Pittella, relatore per il Parlamento della relazione annuale della BCE del 2012, ha indicato che è necessario un nuovo sistema per organizzare i piani di salvataggio:”La BCE deve avere un ruolo di consulenza e non politico e la troika dovrebbe essere sostituita da un sistema in cui la Commissione è posta al centro del meccanismo e per il quale deve rendere conto al Parlamento".
L’inchiesta ancora da ultimare porrà quesiti importanti sulla legittimità democratica delle misure imposte, in particolare in Irlanda, Cipro, Slovenia, Grecia, Portogallo e Italia, ad un primo esame sembra accogliere solo commenti critici,  nella plenaria di fine marzo o aprile il parlamento europeo chiederà alla commissione europea maggiori poteri di controllo e forse facendo uscire il FMI, Fondo Monetario Europeo.

Le elezioni europee alle porte sembrano aver umanizzato il ruolo dell’Unione Europea, nazioni in crisi economia e umanitaria, cambiamenti degli assetti politici e strategici sono diventati motivo di studio ed interesse, molti si chiedono..ma prima dov’erano? Sembra un iter ormai convalidato, le elezioni parlamentari riescono a illuminare e attivare la curiosità sui gravi disagi che le politiche miopi e sorde hanno prodotto. La cristallizazione dell’economia e del lavororo, la disoccupazione  ai masimi storici, malasanità da deficit di risorse, collasso delle strutture aziendali pubbliche e private, desertificazione industriale e aziendale, abbandono all’istruzione, aumento della povertà ora sembrano trovare un interlocutore. E così, anche l’europa si desta, peccato che nel frattempo molte famiglie  (piccoli stati della società) siano fallite e senza la forza motrice del lavoro molte sono senza una casa. E’ stata scippata con una violenza inaudita la dignità di poter offrire ai propri cari il necessario per una vita decorosa…sotto lo sguardo gelido e impietoso dei nuovi amministratori, ma le politiche dell'UE non dovevano e essere al servizio dei cittadini europei?
La commissione si preannuncia seria, forse saranno declassati o estromessi i crudeli sansionatori, ma questi danni irreversibili chi li pagherà?
 




ROMA, SEDE UNIONE EUROPEA: "E LA BANDIERA DEI TRE COLORI E' SEMPRE STATA LA PIU' BELLA"

di Cinzia Marchegiani

Liberato la mattina di lunedì 16 dicembre Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound, che lo scorso sabato è stato arrestato per furto pluriaggravato, poichè manifestando davanti alla sede dell’Unione Europea a Roma, senza simboli di partito, ma solo con la fiera bandiera Italiana e un cappio al collo, si era arrampicato sopra il balcone, della sede dell'Unione Europea, per sostituire la bandiera azzurra con quella italiana tricolore.

Un ragazzo che stava tenendo la scala spiega che le cariche  della polizia oltre ad essere immotivate, stavano pregiudicando la stabilità della scala, dove sopra a sette metri c’era Di Stefano. E che sono stati presi a manganellate in testa e sulle mani.
Per quel gesto simbolico è stato, con un processo in direttissima, condannato in primo grado a 3 mesi con l’obbligo di firma e un’ammenda di cento euro per risarcire il valore della bandiera europea.

Di Stefano racconta che per  il Pubblico Ministero la bandiera europea esprime un valore spirituale. E che in questo frangente non gli è stato concesso di parlare, altrimenti avrebbe spiegato che molti quella bandiera rappresenta una costruzione tecnico-finanziaria che si basa sullo schiavismo dei popoli europei.

Riferisce anche sui siti: ”quella Italiana è una bandiera intoccabile, lo sono questa e le altre dei popoli europei perché sono intrise del sangue delle persone, degli eroi che sono morti per difendere quei colori. Quella dell'Unione Europea è solo intrisa di soldi, di denaro e forse del sangue, è quello che volevamo dire con quell'azione, di chi è morto sotto lo schiaffo dell'usura dell'Unione Europea che sta portando il paese al fallimento. L'avrei voluto dire, non mi è stata concessa la parola e lo dico adesso a voi. Lo Stato sta morendo e ci sono italiani che devono prendersi la responsabilità di tornare a far sventolare alta questa nostra bandiera”

Stamattina c’era un presidio davanti a Piazzale Clodio, in attesa dell’esito del processo.  Su internet arrivano le dimostrazioni di vicinanza, come dice un lettore “vorrei esprimere la mia solidarietà a Simone Di Stefano. Quello che dovrebbe essere letto come un gesto di neo-irredentismo da parte di un patriota, è stato represso con l’arresto e la denuncia di furto aggravato.”

Un’Italia divorata dalle logiche europee ha spezzato il motore di questa nazione che si fondava sul lavoro, etica, giustizia. Dei cittadini, anche se facendo parte di un movimento politico, hanno messo da parte i loro colori manifestando per le strade semplicemente come italiani che non si vogliono arrendere.

Letta, il nostro Presidente del Consiglio, forse dimentica che ad oggi molti cittadini italiani, di diverse radici socio culturali, stanno protestando per una crisi creata da una bolla speculativa. Che ci sono uomini che si impiccano o si buttano da un ponte perchè hanno perso la speranza, la dignità e la tutela di uno Stato.

Il presidente Letta dovrebbe, a nostro dire, capire e accogliere queste grida, ormai sfociate non solo sul web. E non alimentare tensioni. Se un paese è alla fame, non si può assistere al degrado e affermare che tutto va bene. C’è un destino di un paese da salvare, milioni di vite e non ascoltare queste voci è il primo sintomo di un malessere pericoloso e di quella distanza ormai troppo grande affinchè il dialogo e il confronto possano generare cambiamenti reali.

Uno stato giusto non arresta i morsi della fame, della disperazione. Chi vive ancora nei privilegi ha dimenticato che l’Italia ormai è assediata da una guerra invisibile che ha ormai in attivo molte morti, quelle che devono pesare come macigni sulle responsabilità dello Stato.

Un’altra vittima della cecità di questo Governo è la morte di Luca Stufetti, un semplice titolare di un’azienda, la Chimica Imperiese, che proprio la scorsa settimana si è suicidato sotto un treno; le banche, gli avrebbero chiesto, nonostante vantasse dei crediti, di rientrare delle liquidità. Stufetti  va ad inserirsi nella lunga  lista che rappresenta gli emarginati dallo stato, nomi che ad oggi sembrano ancora fantasmi,  ma che  rappresentano il tessuto economico ormai vuoto e inconsistente. In ogni secolo i governi sono stati sempre valutati dal loro valore etico, e le morti (qualunque sia il motivo) hanno e devono avere un peso anche su questo. Ad oggi è evidente che  solo il coraggio di dire basta sta diventando il vero garante di queste immense crepe, uno Stato che lontano dalla sua vera essenza diventa il proprio alibi all'incapacità di ascoltare il grido ormai diventato assordante!

Come dice un bellissimo aforsima di Rossella Porro, non si possono chiudere gli occhi e pretendere di vedere le stelle.
 




CASO STAMINA, VERITA' SOTTACIUTE

di Cinzia Marchegiani

Ci sono premesse e aspettative che non smettono mai di deludere, gli abusi intellettuali e sociali si nascondono dietro il grande silenzio esclusivo delle istituzioni, mentre le voci di libertà si elevano al sacrificio consapevole. Il caso stamina ha aperto crepe mostruose, dove sta emergendo l’inganno perfetto, nulla è per caso.

Ripercorrendo il nastro dei finanziamenti e delle ricerche nel campo delle staminali in Europa, si scopriranno moltissime interrogazioni europarlamentari alla Commissione, come la nr E-0338/08, tese a individuare percorsi sostenibili nel rispetto di quei valori etici soprattutto nell’utilizzo dell’embrione come fonte di cellule staminali ma anche per individuare i fondi per questo settore, dove con molto interesse le aziende farmaceutiche, medie e piccole imprese nel settore delle biotecnologie sorte in Europa avevano manifestato particolare attenzione.

Le terapie a base di cellule staminali mesenchimali però non avendo problemi di brevettabilità e quesiti etici posti in osservazione dallo stesso parlamento europeo sono state prontamente bloccate con una semplice legge europea, dove il grande Big Pharma può continuare a foraggiare la ricerca ricevendo un beneficio immenso, la brevettabilità delle cellule facendole passare per farmaci a larga commercializzazione. Ma la legge 1394/2007 CE in un’attenta lettura doveva eliminare ogni dubbio: “Ambito di applicazione del presente regolamento dovrebbe essere la disciplina dei medicinali per terapie avanzate che sono destinati ad essere immessi in commercio negli Stati membri, preparati industrialmente o nella cui fabbricazione intervenga un processo industriale, conformemente all’ambito di applicazione generale della legislazione comunitaria in materia farmaceutica di cui al titolo II della direttiva 2001/83/CE.

Dovrebbero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva conformemente a specifici requisiti di qualità e utilizzati in un ospedale all’interno dello stesso Stato membro, sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza”.

Negli Spedali Civili di Brescia nessuno aveva chiesto una sperimentazione clinica, i malati gravi e in assenza di cure terapeutiche valide avevano scelto il percorso delle cure compassionevoli nel cui caso specifico rispettavano anche la suddetta legislatura europea N. 1394/2007…..

E allora ci si domanda, come mai all’improvviso un ospedale del calibro nazionale come gli Spedali Civili di Brescia hanno avuto tutti i riflettori puntati, quando sia un comitato etico, sia l’autorizzazione del presidente dell’Aifa nella persona di Carlo Tomino avevano autorizzato questo iter? Le date a volte sono pragmatiche, nello stesso mese e nello stesso anno, ottobre 2011, un ospedale italiano riceveva l’autorizzazione a profondere le cure compassionevoli con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali e in Europa la Corte di Giustizia negava la brevettabilità non solo per le terapie con cellule staminali embrionali, ma anche con ovociti…ciò che accoglie vita non può essere la base di un business per produrre farmaci. I malati che cominciavano ad avere importanti giovamenti con il metodo stamina, prima ignorati e lasciati morire nel silenzio assoluto dalla medicina e dalla scienza hanno attirato interessi immensi?

La storia del blocco dei laboratori agli Spedali è cosa nota, ma forse non si comprende la spaccatura tra le affermazioni del ministero della salute che pubblica sul suo sito l’esito del controllo dei Nas “l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico” e il blocco persistente da parte dell’Aifa per gli stessi laboratori esclusivamente per le infusioni con il metodo Stamina. A tutt’oggi una parte della magistratura continua un percorso a tutela del malato anche se l’ospedale lombardo continua ad opporsi chiedendo la revoca dell’ordinanze inviando una memoria che fa riferimento al decreto con cui il ministro della Salute ha bloccato la sperimentazione del metodo Stamina sulla base della «non scientificità e pericolosità». E’ il caso del giudice di Asti che ha respinto il ricorso dell’ospedale autorizzando per la seconda volta la piccola Sara all’uso compassionevole della terapia. Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso alle sentenze dei magistrati che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Il Tar di Brescia proprio questi giorni ha bypassato tutta la competenza al Tar del Lazio dove Fondazione Stamina aveva presentato ricorso e nella mattinata odierna ci sarà l’esito della sentenza. Molte associazioni hanno affiancato questo ricorso rappresentando gli interessi dei malatti contro la bocciatura della sperimentazione e la nomina dei membri del comitato scientifico.

L’avv. Desirée Sampognaro di Movimento Vite Sospese ricorda che uno dei grandi paradossi di questa vicenda è che la normativa è tutta a loro favore e ci sono violazioni di legge macroscopiche “bisognerà però verificare se esiste ancora in questo Paese il principio di separazione dei poteri e se i giudici saranno indipendenti”.
Interessente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che certezze riguardo alle applicazioni della legge che invece di tutelare il diritto del malato e alla sua vita, sia stata espletata una eccessiva invadenza e controllo sulle scelte dei pazienti stessi. L’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poichè l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli.

Una lotta titanica dove i malati non si sono arresi e ancora continuano questa battaglia di civiltà, l’ultima fermata per molti di loro è avvenuta nell’immobilità dello stato. Il piccolo Raoul non ce l’ha fatta, come la piccola Lucia, bimba gangliandese, piccole gemme spezzate e travolte da una guerra tra diritti d’autore, egoismi celati da verità assolute, dalla prepotenza di una scienza che da un pulpito ha cominciato a comandare.

La senatrice Cattaneo continua a giustificarsi affermando che i miglioramenti sono delle suggestioni o effetti transitori, il parere del neurologo, il dott. Marcello Villanova che segue questi bambini, come Giole e Sebastian, inizialmente molto scettico per questa metodica, chiede invece una verifica con la sperimentazione, importanti miglioramenti in una patologia come la Sma1 che ha solo sentenze brutali, l’unico modo per estirpare dubbi e valutare la scientificità…

La realtà è davvero amara, ai bambini e alle persone gravi patologie non viene tutelata la cura compassionevole, perchè una legge impone un ricorso al giudice di lavoro disattendendo il diritto alla salute che dovrebbe essere indipendentemente dallo stato sociale (non tutti si possono permettere un avvocato) mentre l’ospedale blocca le infusioni, facendo perdere tempo preziosio ai malati in dispute e arringhe. Ci si chiede se esista un accademia che stabilisca patenti privilegiate agli scienziati, gli stessi con cariche elettive all’interno dell’associazione Luca Coscioni e impegnati nei consorzi europei (EurostemCell) che hanno negato categoricamente che le cellule mesenchimali potessero avere proprietà attive nelle malattie neurodegenerative e impossibilitate a tarsformarsi in neuroni stanno sollevando dubbi sulle loro reali intenzioni. Oltre le evidenze scientifiche del prof. Pezzoli e prof. Uccelli, stanno emergendo tante altre ricerche sulle proprietà delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo mostrando più ombre che luci su questo atteggiamento paventato.

Le numerose pubblicazioni, come la Jexp Neuronal Neuropathol Febbraio 2007, Rilevamento di cellule derivate dal midollo osseo che esprimono un fenotipo neuronale nel cervello umano, autori Sostak, Theil, Stepp, Roeber, Kretzchmar, Straube- Dipartimento di Neurologia, Klinikum Grosshadern, Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, spiega: “La ricerca dimostra che i dati suggeriscono che le cellule del midollo osseo adulto sono in grado di generare cellule che esprimono marcatore neuronale NeuN subito dopo trapianto. Cellule con questo fenotipo specifico possono contribuire alla riparazione dei tessuti nelle regioni del cervello a distanza dalle zone neurogena.”

Un’altra pubblicazione, Rinsho Shinkeigaku, novembre 2003, Differenziazione delle cellule del midollo osseo adulto in neuroni e cellule endolteliali in cervello di ratto dopo istus in presenza di citochine, illustra i dati della ricerca:” Abbiamo esaminato che le cellule derivate dal midollo osseo possono differenziarsi nei principali tipi di cellule del cervello, tra cui neuroni, astrociti, microglia e endotelio, in risposta ad ischemia cerebrale focale in trattamento con citochine.”

La manifestazione Prostamina del 25 novembre a Roma ha destabilizzato le vie principali tanto amate dai turisti, hanno dovuto dare attenzione ai malati e alle loro grida così moltissimi giornalisti hanno cominciato a fare interviste, d’altronde una città in tilt non poteva essere snobbata dall’informazione. Roma al centro è totalmente paralizzata, Via del Corso, Piazza Venezia, Largo Argentina, Via del Tritone il Senato e Palazzo Ghigi per parecchie ore come sospese nel tempo. Lo stato nega a questi malati la possibilità di poter accedere alle cure compassionevoli nonostante esista un decreto legge, nonostante non abbiano alternative né valide né opzionabili, soltanto una strategia gli è concessa, l’accompagnamento alla morte per non crepare come animali straziati dal dolore. Marco e Sandro Biviano sono il simbolo di questa storica battaglia, dal 23 luglio vivono al Civico 117 A, segno di un degrado istituzionale che sta facendo inorridire i turisti che imbarazzati domandano. Sandro Biviano e Roberto Meloni come in plotone d’esecuzione rispondono ai silenzi e all’incapacità del ministro Lorenzin di aprire un’agenda di confronto.

Loro rappresentano le vittime di uno stato ingrato, violento con i più deboli. Prelevano il loro sangue e lo offrono come risposta a questa battaglia. Al Tg1, nel servizio di Roberta Badaloni, il Direttore Generale del ministero della salute, Marcella Marletta, dirà che la presidenza ha dichiarato irricevibile la delegazione dei malati accompagnata da una telecamera e dal professore Vannoni, la stessa Marcella Marletta il giorno dopo sarà la vera protagonista nell’articolo sul corriere della sera (appendice salute) ma per una notizia di cronaca dove riecheggia la morte due vittime provocate da pillole a base di fendimetrazina. Per queste morti avvenute tra il 2009 e 2011 la procura Francesco dell’Olio nella chiusura delle indagini, inserisce in cima alla catena dei colpevoli i cinque funzionari del ministero, individuati nelle persone di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, direttori generali e Germana Apuzzo, Paola D’alessandro e Diego Petriccione a capo dell’ufficio VII stupefacenti, loro avrebbero dovuto predisporre le direttive ai nas per effettuare i controlli nelle farmacie che producevano queste pillole in maniera efficace.

I diversi convogli della manifestazione sono monitorati a vista, cercano con i blindati di far riunire in un unico blocco i manifestanti, proveranno più volte a persuadere con l’inganno che la delegazione era stata ricevuta dal ministro. Gli italiani ora sono consapevoli che nessuno si è sentito in dovere di scendere e parlare, nessuno ha sentito il peso delle proprie responsabilità. Il corteo indietreggia, gli dicono che ci sarà una manisfestazione dei centri sociali, e così si ritorna sapendo, dopo l’ultima telefonata, che nessuno riceverà i malati…a piazza Montecitorio il resto è solo storia. La delusione di uno stato immobile toglie la speranza. I manifestanti percepiscono una muraglia anche virtuale, che scherma e ferisce la libertà. Lo stato nega, è muto davanti all’immenso dolore, questa violenza sottile, palpabile non è più contenibile. Si formerà un muro di militari istruiti alla difesa che con i loro corpi tuteleranno l’entrata del parlamento, le immense porte chiuderanno in faccia ai malati coraggiosi l’unica possibilità di riscattare la propria vita. Una pagina storica è stata scritta che passerà agli atti come una delle vergogne italiane. Solo in tardo pomeriggio una delegazione di malati, il prof. Vannoni e le telecamere delle Iene saranno accolti dal prefetto di Roma, un altro gesto di totale lontanaza…di chiusura irreversibile.

Chiedereanno lo sblocco delle liste di attesa agli Spedali di Brescia e la possibilità, come recita la costituzione, di accedere alle cure compassionevoli…ad oggi ancora nessuna risposta, il prefetto Pecoraro aveva promesso che nella serata avrebbe comunicato a Vannoni la risposta del ministero. Tutto tace, nella vergogna più grande c’è il silenzio istituzionale che di fronte alla tragedia umana, contro il sopruso preferisce non decidere. Il Civico 117 A, nei giorni a seguire, invierà altre due lettere per esortare una risposta…dovuta e promessa.

Mentre il ministero della salute rimane imbrigliato nelle inchieste interne della magistratura, nei cambi di poltrona, nella mancanza di confronto atteso e auspicabile, una risoluzione sul metodo Stamina è stata approvata nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Pescara. La richiesta di far approdare la risoluzione in aula è stata avanzata dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Ruggieri mentre la risoluzione porta le firme di diversi consiglieri di centrodestra e centrosinistra.

Stefano Moretti dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta replica a questa importante notizia, “Le dichiarazioni del presidente della regione Abruzzo rilasciate l'altro ieri ad una emittente televisiva di Pescara hanno fatto il giro d'Italia, ieri ha testualmente aperto alle compassionevoli in Abruzzo affermando che non si può togliere la speranza a nessuno anche se si somministrasse acqua calda. I detrattori del metodo stamina vedrebbero in una apertura dell'Abruzzo una possibilità di affermazione di una terapia che fino a prova contraria sta dando risultati eclatanti su tutti coloro che hanno avuto fortuna di provarla. Andrea Sciarretta, papà della dolce Noemi, ha ribadito chiaramente che il tempo delle parole è finito ed è arrivato il momento dei fatti e della concretezza.”

Una domanda sorge spontanea…ma Luca Merlino, vicario della Sanità della Lombardia, che intervistato dalle Iene ha dovuto confessare la sua effettiva regressione della malattia dopo aver ricevuto le infusioni col metodo stamina, che per motivi a noi sconosciuti si è rifiutato di consegnare le cartelle cliniche…come mai ha scelto gli Spedali di Brescia invece di rivolgersi al San Raffaele…..che dovrebbe avere valide cure?

Si salva l’uomo che supera il proprio egoismo d’individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall’idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Presto le nuove inchieste sui mostri dell’eutanasia e dei cambiamenti planetari…anche lì nulla è per caso, sembra che i bambini non siano ecologici!

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CASO STAMINA: VERITA' SOTTACIUTE

Mentre la magistratura accusa cinque funzionari del ministero della salute per malasanità e malagestione, dal 25 novembre ancora nessuno ha aperto un’agenda di dialogo con i malati che hanno manifestato per la libertà di cura

di Cinzia Marchegiani

Ci sono premesse e aspettative che non smettono mai di deludere, gli abusi intellettuali e sociali si nascondono dietro il grande silenzio esclusivo delle istituzioni, mentre le voci di libertà si elevano al sacrificio consapevole. Il caso stamina ha aperto crepe mostruose, dove sta emergendo l’inganno perfetto, nulla è per caso.

Ripercorrendo il nastro dei finanziamenti e delle ricerche nel campo delle staminali in Europa, si scopriranno moltissime interrogazioni europarlamentari alla Commissione, come la nr E-0338/08, tese a individuare percorsi sostenibili nel rispetto di quei valori etici soprattutto nell’utilizzo dell’embrione come fonte di cellule staminali ma anche per individuare i fondi per questo settore, dove con molto interesse le aziende farmaceutiche, medie e piccole imprese nel settore delle biotecnologie sorte in Europa avevano manifestato particolare attenzione.

Le terapie a base di cellule staminali mesenchimali però non avendo problemi di brevettabilità e quesiti etici posti in osservazione dallo stesso parlamento europeo sono state prontamente bloccate con una semplice legge europea, dove il grande Big Pharma può continuare a foraggiare la ricerca ricevendo un beneficio immenso, la brevettabilità delle cellule facendole passare per farmaci a larga commercializzazione. Ma la legge 1394/2007 CE in un’attenta lettura doveva eliminare ogni dubbio: “Ambito di applicazione del presente regolamento dovrebbe essere la disciplina dei medicinali per terapie avanzate che sono destinati ad essere immessi in commercio negli Stati membri, preparati industrialmente o nella cui fabbricazione intervenga un processo industriale, conformemente all’ambito di applicazione generale della legislazione comunitaria in materia farmaceutica di cui al titolo II della direttiva 2001/83/CE.

Dovrebbero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva conformemente a specifici requisiti di qualità e utilizzati in un ospedale all’interno dello stesso Stato membro, sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza”.

Negli Spedali Civili di Brescia nessuno aveva chiesto una sperimentazione clinica, i malati gravi e in assenza di cure terapeutiche valide avevano scelto il percorso delle cure compassionevoli nel cui caso specifico rispettavano anche la suddetta legislatura europea N. 1394/2007…..

E allora ci si domanda, come mai all’improvviso un ospedale del calibro nazionale come gli Spedali Civili di Brescia hanno avuto tutti i riflettori puntati, quando sia un comitato etico, sia l’autorizzazione del presidente dell’Aifa nella persona di Carlo Tomino avevano autorizzato questo iter? Le date a volte sono pragmatiche, nello stesso mese e nello stesso anno, ottobre 2011, un ospedale italiano riceveva l’autorizzazione a profondere le cure compassionevoli con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali e in Europa la Corte di Giustizia negava la brevettabilità non solo per le terapie con cellule staminali embrionali, ma anche con ovociti…ciò che accoglie vita non può essere la base di un business per produrre farmaci. I malati che cominciavano ad avere importanti giovamenti con il metodo stamina, prima ignorati e lasciati morire nel silenzio assoluto dalla medicina e dalla scienza hanno attirato interessi immensi?

La storia del blocco dei laboratori agli Spedali è cosa nota, ma forse non si comprende la spaccatura tra le affermazioni del ministero della salute che pubblica sul suo sito l’esito del controllo dei Nas “l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico” e il blocco persistente da parte dell’Aifa per gli stessi laboratori esclusivamente per le infusioni con il metodo Stamina. A tutt’oggi una parte della magistratura continua un percorso a tutela del malato anche se l’ospedale lombardo continua ad opporsi chiedendo la revoca dell’ordinanze inviando una memoria che fa riferimento al decreto con cui il ministro della Salute ha bloccato la sperimentazione del metodo Stamina sulla base della «non scientificità e pericolosità». E’ il caso del giudice di Asti che ha respinto il ricorso dell’ospedale autorizzando per la seconda volta la piccola Sara all’uso compassionevole della terapia. Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso alle sentenze dei magistrati che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Il Tar di Brescia proprio questi giorni ha bypassato tutta la competenza al Tar del Lazio dove Fondazione Stamina aveva presentato ricorso e nella mattinata odierna ci sarà l’esito della sentenza. Molte associazioni hanno affiancato questo ricorso rappresentando gli interessi dei malatti contro la bocciatura della sperimentazione e la nomina dei membri del comitato scientifico.

L’avv. Desirée Sampognaro di Movimento Vite Sospese ricorda che uno dei grandi paradossi di questa vicenda è che la normativa è tutta a loro favore e ci sono violazioni di legge macroscopiche “bisognerà però verificare se esiste ancora in questo Paese il principio di separazione dei poteri e se i giudici saranno indipendenti”.
Interessente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che certezze riguardo alle applicazioni della legge che invece di tutelare il diritto del malato e alla sua vita, sia stata espletata una eccessiva invadenza e controllo sulle scelte dei pazienti stessi. L’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poichè l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli.

Una lotta titanica dove i malati non si sono arresi e ancora continuano questa battaglia di civiltà, l’ultima fermata per molti di loro è avvenuta nell’immobilità dello stato. Il piccolo Raoul non ce l’ha fatta, come la piccola Lucia, bimba gangliandese, piccole gemme spezzate e travolte da una guerra tra diritti d’autore, egoismi celati da verità assolute, dalla prepotenza di una scienza che da un pulpito ha cominciato a comandare.

La senatrice Cattaneo continua a giustificarsi affermando che i miglioramenti sono delle suggestioni o effetti transitori, il parere del neurologo, il dott. Marcello Villanova che segue questi bambini, come Giole e Sebastian, inizialmente molto scettico per questa metodica, chiede invece una verifica con la sperimentazione, importanti miglioramenti in una patologia come la Sma1 che ha solo sentenze brutali, l’unico modo per estirpare dubbi e valutare la scientificità…

La realtà è davvero amara, ai bambini e alle persone gravi patologie non viene tutelata la cura compassionevole, perchè una legge impone un ricorso al giudice di lavoro disattendendo il diritto alla salute che dovrebbe essere indipendentemente dallo stato sociale (non tutti si possono permettere un avvocato) mentre l’ospedale blocca le infusioni, facendo perdere tempo preziosio ai malati in dispute e arringhe. Ci si chiede se esista un accademia che stabilisca patenti privilegiate agli scienziati, gli stessi con cariche elettive all’interno dell’associazione Luca Coscioni e impegnati nei consorzi europei (EurostemCell) che hanno negato categoricamente che le cellule mesenchimali potessero avere proprietà attive nelle malattie neurodegenerative e impossibilitate a tarsformarsi in neuroni stanno sollevando dubbi sulle loro reali intenzioni. Oltre le evidenze scientifiche del prof. Pezzoli e prof. Uccelli, stanno emergendo tante altre ricerche sulle proprietà delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo mostrando più ombre che luci su questo atteggiamento paventato.

Le numerose pubblicazioni, come la Jexp Neuronal Neuropathol Febbraio 2007, Rilevamento di cellule derivate dal midollo osseo che esprimono un fenotipo neuronale nel cervello umano, autori Sostak, Theil, Stepp, Roeber, Kretzchmar, Straube- Dipartimento di Neurologia, Klinikum Grosshadern, Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, spiega: “La ricerca dimostra che i dati suggeriscono che le cellule del midollo osseo adulto sono in grado di generare cellule che esprimono marcatore neuronale NeuN subito dopo trapianto. Cellule con questo fenotipo specifico possono contribuire alla riparazione dei tessuti nelle regioni del cervello a distanza dalle zone neurogena.”

Un’altra pubblicazione, Rinsho Shinkeigaku, novembre 2003, Differenziazione delle cellule del midollo osseo adulto in neuroni e cellule endolteliali in cervello di ratto dopo istus in presenza di citochine, illustra i dati della ricerca:” Abbiamo esaminato che le cellule derivate dal midollo osseo possono differenziarsi nei principali tipi di cellule del cervello, tra cui neuroni, astrociti, microglia e endotelio, in risposta ad ischemia cerebrale focale in trattamento con citochine.”


La manifestazione Prostamina del 25 novembre a Roma ha destabilizzato le vie principali tanto amate dai turisti, hanno dovuto dare attenzione ai malati e alle loro grida così moltissimi giornalisti hanno cominciato a fare interviste, d’altronde una città in tilt non poteva essere snobbata dall’informazione. Roma al centro è totalmente paralizzata, Via del Corso, Piazza Venezia, Largo Argentina, Via del Tritone il Senato e Palazzo Ghigi per parecchie ore come sospese nel tempo. Lo stato nega a questi malati la possibilità di poter accedere alle cure compassionevoli nonostante esista un decreto legge, nonostante non abbiano alternative né valide né opzionabili, soltanto una strategia gli è concessa, l’accompagnamento alla morte per non crepare come animali straziati dal dolore. Marco e Sandro Biviano sono il simbolo di questa storica battaglia, dal 23 luglio vivono al Civico 117 A, segno di un degrado istituzionale che sta facendo inorridire i turisti che imbarazzati domandano. Sandro Biviano e Roberto Meloni come in plotone d’esecuzione rispondono ai silenzi e all’incapacità del ministro Lorenzin di aprire un’agenda di confronto.

Loro rappresentano le vittime di uno stato ingrato, violento con i più deboli. Prelevano il loro sangue e lo offrono come risposta a questa battaglia. Al Tg1, nel servizio di Roberta Badaloni, il Direttore Generale del ministero della salute, Marcella Marletta, dirà che la presidenza ha dichiarato irricevibile la delegazione dei malati accompagnata da una telecamera e dal professore Vannoni, la stessa Marcella Marletta il giorno dopo sarà la vera protagonista nell’articolo sul corriere della sera (appendice salute) ma per una notizia di cronaca dove riecheggia la morte due vittime provocate da pillole a base di fendimetrazina. Per queste morti avvenute tra il 2009 e 2011 la procura Francesco dell’Olio nella chiusura delle indagini, inserisce in cima alla catena dei colpevoli i cinque funzionari del ministero, individuati nelle persone di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, direttori generali e Germana Apuzzo, Paola D’alessandro e Diego Petriccione a capo dell’ufficio VII stupefacenti, loro avrebbero dovuto predisporre le direttive ai nas per effettuare i controlli nelle farmacie che producevano queste pillole in maniera efficace.

I diversi convogli della manifestazione sono monitorati a vista, cercano con i blindati di far riunire in un unico blocco i manifestanti, proveranno più volte a persuadere con l’inganno che la delegazione era stata ricevuta dal ministro. Gli italiani ora sono consapevoli che nessuno si è sentito in dovere di scendere e parlare, nessuno ha sentito il peso delle proprie responsabilità. Il corteo indietreggia, gli dicono che ci sarà una manisfestazione dei centri sociali, e così si ritorna sapendo, dopo l’ultima telefonata, che nessuno riceverà i malati…a piazza Montecitorio il resto è solo storia. La delusione di uno stato immobile toglie la speranza. I manifestanti percepiscono una muraglia anche virtuale, che scherma e ferisce la libertà. Lo stato nega, è muto davanti all’immenso dolore, questa violenza sottile, palpabile non è più contenibile. Si formerà un muro di militari istruiti alla difesa che con i loro corpi tuteleranno l’entrata del parlamento, le immense porte chiuderanno in faccia ai malati coraggiosi l’unica possibilità di riscattare la propria vita. Una pagina storica è stata scritta che passerà agli atti come una delle vergogne italiane. Solo in tardo pomeriggio una delegazione di malati, il prof. Vannoni e le telecamere delle Iene saranno accolti dal prefetto di Roma, un altro gesto di totale lontanaza…di chiusura irreversibile.

Chiedereanno lo sblocco delle liste di attesa agli Spedali di Brescia e la possibilità, come recita la costituzione, di accedere alle cure compassionevoli…ad oggi ancora nessuna risposta, il prefetto Pecoraro aveva promesso che nella serata avrebbe comunicato a Vannoni la risposta del ministero. Tutto tace, nella vergogna più grande c’è il silenzio istituzionale che di fronte alla tragedia umana, contro il sopruso preferisce non decidere. Il Civico 117 A, nei giorni a seguire, invierà altre due lettere per esortare una risposta…dovuta e promessa.

Mentre il ministero della salute rimane imbrigliato nelle inchieste interne della magistratura, nei cambi di poltrona, nella mancanza di confronto atteso e auspicabile, una risoluzione sul metodo Stamina è stata approvata nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Pescara. La richiesta di far approdare la risoluzione in aula è stata avanzata dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Ruggieri mentre la risoluzione porta le firme di diversi consiglieri di centrodestra e centrosinistra.

Stefano Moretti dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta replica a questa importante notizia, “Le dichiarazioni del presidente della regione Abruzzo rilasciate l'altro ieri ad una emittente televisiva di Pescara hanno fatto il giro d'Italia, ieri ha testualmente aperto alle compassionevoli in Abruzzo affermando che non si può togliere la speranza a nessuno anche se si somministrasse acqua calda. I detrattori del metodo stamina vedrebbero in una apertura dell'Abruzzo una possibilità di affermazione di una terapia che fino a prova contraria sta dando risultati eclatanti su tutti coloro che hanno avuto fortuna di provarla. Andrea Sciarretta, papà della dolce Noemi, ha ribadito chiaramente che il tempo delle parole è finito ed è arrivato il momento dei fatti e della concretezza.”


Una domanda sorge spontanea…ma Luca Merlino, vicario della Sanità della Lombardia, che intervistato dalle Iene ha dovuto confessare la sua effettiva regressione della malattia dopo aver ricevuto le infusioni col metodo stamina, che per motivi a noi sconosciuti si è rifiutato di consegnare le cartelle cliniche…come mai ha scelto gli Spedali di Brescia invece di rivolgersi al San Raffaele…..che dovrebbe avere valide cure?

Si salva l’uomo che supera il proprio egoismo d’individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall’idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Presto le nuove inchieste sui mostri dell’eutanasia e dei cambiamenti planetari…anche lì nulla è per caso, sembra che i bambini non siano ecologici!

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COLFELICE, SECONDO CONVEGNO NAZIONALE “VIOLENZA inFINITA”: UN’EDIZIONE DEDICATA AL RICORDO DI SERENA MOLLICONE

 

E’ l’educazione il vero strumento che permette di conoscere i segnali negativi ma anche la nostra natura. Il direttore del quotidiano L’osservatore laziale, Chiara Rai testimonia con la sua presenza un’attenta e forte capacità di comunicazione di questo percorso e progetto d’informazione. “La divulgazione e l’importanza di dare messaggi positivi, non spettacolarizzando le notizie in merito ai fatti di cronaca, è stato sempre la nostra guida. L’osservatore laziale sensibile alle tematiche emerse in questa sede sarà sempre presente e propositivo ad incentivare un nuovo cambiamento culturale, oltre la legge serve la cultura.” 


di Cinzia Marchegiani

Colfelice (FR) – Non è un semplice caso se a Colfelice è stata accolta come cornice d’autore il secondo Convegno Nazionale Violenza inFINITA. La dott.ssa Anna De Sanctis, segretaria nazionale dell’associazione Donne per la Sicurezza Onlus all’apertura dei lavori spiega come il territorio del frusinate sia stato lo scenario di stragi di donne uccise e travolte in destini maledetti, come la tragica morte della dolcissima Serena Mollicone che ad Arce trovò il suo aguzzino mentre a Sora altre due famiglie piangono Samanta Fava uccisa e murata in una cantina dal suo spasimante e Adriana Tamburini  assassinata a coltellate dal compagno Michele Salerno. Tracce di efferati omicidi sono l’innesco per questo importante appuntamento organizzato dal Presidente dell'Associazione Donne per la Sicurezza Onlus Barbara Cerusico in collaborazione con ASD PEGASO 2 nella persona del Sig. Franco Adamo, maestro di arti marziali e difesa personale che collabora con la suddetta associazione. L’evento è stato patrocinato dal Consiglio della  Regione Lazio, da Link Campus University e dal Comune di Colfelice, Banca Popolare del Cassinate, MG Costruzioni srl, Impresa Edile di Leo Srl, Gi.Gi Auto Srl, Dea Cosmesi 80 srl, Organizzazione Funebre San Tommaso, Meta Lux srl, Show Room Torriero srl, Cristina Design Emmegros, Le delizie di Asso, Araldo Viaggi, Un Posto al Sole e il quotidiano L'osservatore Laziale.


Femminicidio e Stalking alle porte della legge appena varata sono stati affrontati da un parterre di alta levatura professionale e con quella sensibilità e attenzione rivolta all’attuale società che si è trasformata negli anni con un inesorabile processo di mutazione che testimonia una decadenza nei ruoli della famiglia, delle mancanze delle istituzioni e dei vuoti legislativi. Indicando riflessioni e obiettivi importanti da raggiungere i singoli lavori della commissione hanno tracciato la metamorfosi che deve essere raggiunta per arginare le crepe del femminicidio e dello stalking attuando misure di protezione delle vittime mentre il deterrente legislativo deve respirare in simbiosi con un concreto cambiamento culturale.  Il sindaco di Colfelice, Prof. Bernardo Donfrancesco, rappresentato dal suo vice Dante Marrocco ha dato accoglienza all’evento nel maestoso palazzetto dello Sport. Il contributo della senatrice Maria Spilabotte apre i lavori. Spiega come il decreto legge è un punto di partenza e non un traguardo, e rivolge una critica sulla definizione della donna che non può essere identificata come soggetto debole alla stregua dei minori, ma vulnerabile perché violata. Il suo gruppo parlamentare ha indicato l’istituzione di un fondo con 90 milioni di euro, il modo più concreto per aiutare le donne che oltre a denunciare devono avere un supporto nei centri antiviolenza. Il consigliere regionale e capogruppo PSI alla Regione Lazio on. Oscar Tortosa, che ha fattivamente contribuito al convegno per profondere un segno importante di sensibilizzazione nel territorio, ricorda  la mozione approvata lo scorso 4 luglio promuove le attività di prevenzione e accoglienza, protezione e sostegno alle vittime di maltrattamenti, definisce responsabilità precise per la Regione, Enti locali e sistema socio-sanitario, è un obiettivo da associare anche alle iniziative da inserire nelle scuole e università, poiché il germe del rispetto e della parità tra uomini e donne deve partire dai giovani. Lo spot d’informazione e sensibilizzazione NOI NO partito il 25 ottobre scorso cambia look, i protagonisti della campagna pubblicitaria rivolgono moniti e riflessioni esclusivamente ad un pubblico maschile e  trova volti d’eccezione come Claudio Bisio, Daniele Silvestri, Alessandro Gassman e Cesare Prandelli. Il convegno inizia a prendere  forma e con un eccellente lavoro interdisciplinare. Il presidente dell’associazione Donne per la Sicurezza Onlus, Barbara Cerusico leggendo i saluti dell’On. Vincenzo Scotti, il presidente del LINK Campus University e On. Massimo Caciotti, sindaco di Colleferro, condivide una lettera di una donna che passo dopo passo spiega le fasi di un cambiamento relazionale con suo marito fino al completo controllo su di lei, annullando la sua essenza, fino alla disintegrazione della personalità e autostima. Saranno la sua salvezza, un ricovero in ospedale e l’accoglienza in un’associazione che riuscirà a spezzare quelle catene e renderla finalmente una donna e madre lontana dalle maglie della violenza psicologica. Per questo motivo la presidente dell’associazione chiede di tutelare la famiglia monoreddito aiutando la donna agevolandola con affitti equi ed volgere uno sguardo alla protezione del minore che spesso viene tolto ai genitori.

La moderatrice dell’evento  Anna De Sanctis ringrazia la presenza delle dott.ssa Cinzia Cocchi, consigliere comunale di Nemi (ex sindaco), la dott.ssa Sepore, Lo Sole psicologa e l’avv. Alessandro Mancori legale che collaborano con l’associazione stessa, il comandante capitano Compagnia Pontecorvo, Fabio Imbratta e l’assessore alle pari opportunità e disabilità di Aquino, la dott.ssa Federica Di Sotto e  presenta un altro importante tassello di questa commissione, il Generale Luciano Garofano, presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi. Un contributo che  arricchisce il senso del convegno, il suo ultimo libro “I labirinti del male”, rappresenta una vera documentazione e indagine sull’universo della violenza contro le donne e nasce dalla volontà di andare oltre le indagini microscopiche. Illustrando il quadro della dimensione dato dalle statistiche, indica la non emergenza italiana rispetto i paesi europei che ci superano duplicando le stime. La cartina al tornasole, spiega, è l’Euroansa che l’anno scorso ha indicato il minimo storico degli ultimi 40 anni, sicuramente se ne parla di più e il ruolo dei media ha amplificato l’interesse del pubblico. “Il femminicidio matura nell’ambito familiare e il parlamento e il legislatore con l’art.5 hanno inserito un principio di grandissimo interesse, poiché occorre indagare e curare le patologie che si instaurano all’interno delle relazioni sentimentali, in tutto questo tempo abbiamo mancato nella prevenzione, mentre ad oggi si registra una caduta verticale dei ruoli distinti ma sinergici dei genitori e docenti.” Emerge dal quadro tracciato del generale Garofano un monito, il legislatore nelle fasi d’investigazione deve porre attenzione sul ruolo invadente delle trasmissioni e giornali poiché le indagini preliminari vanno protette e non dibattute. L’art.5 inoltre rinnova la formazione degli operatori, errori umani fatti sui luoghi d’indagine in sede di primo intervento e anche successivamente non sono più tollerabili. L’omicidio di Serena Mollicone insegna che sono stati commessi troppi errori, tutti i processi dibattuti attendono ancora risposte dalle prove scientifiche, sciupate da un’anarchia investigativa, la scienza fa la differenza se la burocrazia, prima investigativa e poi processuale, sono nella giusta misura. La moderatrice introduce la storia crudele di Serena Mollicone, uccisa nel suo piccolo paese perché la sua coscienza chiedeva giustizia, le morti dei suoi amici per droga non potevano essere taciute.

Segue l’intervento della dott.ssa Laura Volpini, docente di psicologia presso l’Università La Sapienza di Roma  che annovera un curriculum straordinario di titoli e competenze, dal 1996 collabora nell’attività di consulenza e peritale per conto dell’autorità giudiziaria e la difesa. La Volpini passando all’analisi del femminicidio, fa luce alle cause ascrivibili dovute maggior parte all’isolamento sociale della vittima (difficilmente ci si rivolge ai membri della famiglia o ad esperti) che al silenzio del carnefice. Gli uomini trovano molte difficoltà ad esternare i propri problemi, legati soprattutto nell’affrontare le separazioni o quando la compagna diventa una sorta di proprietà che colpisce la sua lesa maestà. Prevenzione significa un’educazione all’affettività e sessualità. Nel delitto di Serena Mollicone la dott.ssa Volpini comincia a collaborare quando viene  contattata dal gen. Garofano per studiare il profilo psicologico. Lì è stato creato un team di lavoro e le indagini riaperte nel 2007. Sono state individuate delle carenze dal punto di vista dell’ascolto dei testimoni, sommarie e superficiali la documentazione emersa, nel 2001 i responsabili che seguirono l’investigazione sono stati indagati. Un danno importante poiché negli aspetti psicologici si perdono delle occasioni per  trovare importanti elementi. Questa giornata di studio e  lavoro accoglie tra le sue mura virtuali Guglielmo Mollicone, papà di Serena.

La dott.ssa De Sanctis delinea il ritratto di questa ragazza simbolo di innocenza e coraggio, un’idealista, ragazza affidabile, con un forte senso di giustizia sviluppato tale da indirizzarla nelle mani dell’aguzzino, lei non poteva voltare lo sguardo e accettare che i suoi coetani morissero per droga. Guglielmo, il papà di Serena è un uomo distinto, con uno sguardo limpido ma deciso. E’ al convegno per testimoniare una barbaria disumana, duplicemente oltraggiata, nella morte cruenta e nel depistaggio delle prove dell’omicidio. Guglielmo racconta nei particolari l’agghiacciante storia. Serena, una giovane donna, col suo senso di giustizia e quello incosciente modo di fare senza pensare ai pericoli, ha fatto saltare il marciume che c’era ad Arce, un paesino che aveva il primato in Europa dei drogati. Nel dettaglio racconta le vergogne delle indagini, anche il giorno del funerale profanato per  alimentare sospetti su di lui, con il prelievo e spostamento in caserma. Misteri che hanno preso luce con la forza e determinazione di chi non si arrende al lurido complotto oltre la vergogna di un assassinio. Serena aveva intuito un giro di droga insediata nelle istituzioni, sono passati 12 anni, e la consapevolezza che dopo i colpi inferti, e il trattamento criminale inferto col filo spinato, dall’autopsia si scoprì che poteva comunque essere salvata.

L’avvocato Dario De Santis non potendosi pronunciare conferma però che c’è un’indagine attuale, dopo l’archiviazione del caso, la verità certa è in attesa poiché parecchie volte è slittata per proroghe e sicuramente ascrivibile ad assenza ancora di un risultato utile, o alla presenza di un risultato utile dell’indagine che si verificando. “Meglio tardi che mai” è la frase con cui l’avv. Gianfranco Di Capua, penalista dell’associazione, si inserisce nel  dibattito che in merito  espone il nuovo decreto legge sul femminicidio, focalizzando la radice del problema che è genetico, indicando una seria riflessione, la legge può funzionare solo se c’è assistenza territoriale. Occorre la qualificazione degli operatori, monitorare il possesso dei requisiti.

Le caserme siano in grado di indicare luoghi che possano accogliere la donna violata e che denuncia, nominando un’associazione, strumenti  e interventi qualificati affinché il magistrato possa intervenire, e lo stesso magistrato affianchi con un percorso deontologico queste associazioni. Patrizia Danella, consigliere comunale di Pontecorvo, già consigliere provinciale alle pari opportunità,pone obiettivi importanti che gli amministratori devono guardare, l’ascolto, la tutela e guida nelle scuole. Non si può solo insegnare, occorre ascoltare e sapere anche andare nel loro mondo. Facebook non è solo uno strumento negativo, e anche lì i genitori possono e devono tutelare i propri ragazzi, indicando che ogni genere di violenza, come lo stalking deve essere denunciato. La scuola deve lasciare il segno e contribuire a mettere in fila i figli, non sempre le istituzioni sono aperte al dialogo. Patrizia Danella, si rende disponibile come strumento di sensibilizzazione e azione concreta all’interno delle istituzioni. Il convegno termina con altri autorevoli contributi, il mediatore famigliare Evaldo Cavallaro che suscita particolare interesse con il suo intervento “Violenza subita e Violenza Cercata” che svela i meccanismi assolutamente da evitare, poiché nei rapporti umani ci sono sempre i sintomi, piccole avvisaglie che dobbiamo attivare come dei radar in emergency. Solo avvistando precocemente un potenziale nemico, si riesce a fuggire prima che il rapporto tra due persone diventi troppo avvolgente da diventare una catena davvero stretta e riuscendo a sganciarsi prima che diventino troppo forti e perverse. E’ l’educazione il vero strumento che permette di conoscere i segnali negativi ma anche la nostra natura.

Il direttore del quotidiano L'osservatore laziale, Chiara Rai testimonia con la sua presenza un’attenta e forte capacità di comunicazione di questo percorso e progetto d’informazione. “La divulgazione e l’importanza di dare messaggi positivi, non spettacolarizzando le notizie in merito ai fatti di cronaca, è stato sempre la nostra guida. L’osservatore laziale sensibile alle tematiche emerse in questa sede sarà sempre presente e propositivo ad incentivare un nuovo cambiamento culturale, oltre la legge serve la cultura.” 

C’è un passaggio importante dedicato alla violenza ai disabili, la vice presidente dell’associazione Donne per la Sicurezza Onlus, Roberta Sibaud, apre ferite incredibili testimoniando ”La disabilità al femminile tra coraggio e violenza”, poiché le donne in questo caso sono vittime di molteplici discriminazione e che forse il nostro sguardo non si sofferma mai abbastanza. Sono quelle  più vulnerabili delle altre, e più esposte al fenomeno, soprattutto quelle con disabilità psichica e sensoriale ovvero  uditiva, visiva o con difficoltà di linguaggio.  Sono le disabilità che amplificano la dipendenza nelle mani di altri….come recita la stessa Sibaud «Mani esperte, devote, mani disposte ma straniere. Mani materne, mani matrigne, mani benedette, mani maledette, mani necessarie, mani indispensabili! Mani! Mani! Inconsapevoli mani da cui spesso mi sento come cancellata, che del mio corpo leggono i bisogni, mai i desideri.” Antonio Staiola, interprete L.I.S (lingua italiana dei segni) e presidente dell’associazione I.D.E.A onlus conferma le enormi difficoltà che le donne con disabilità uditive incontrano nel dover e poter comunicare un abuso, poiché l’handicap della persona sorda è invisibile.  Si conclude un percorso interessantissimo, che ha messo radici su quell’opera magnifica che è il germe della cultura, dell’impegno, delle riflessioni e dei progetti. Il convegno è itinerante in tutt' Italia e continuerà il 29 novembre a Napoli, a dicembre in Sicilia e a gennaio in Lombardia.  Il maestro Franco Adamo presidente ASD Pegaso 2, collaboratore dell’associazione, grazie al quale il convegno ha preso forma oltre ad indicare l’importanza della difesa personale delle donne ha fatto una breve  dimostrazione con il pubblico presente.

Un convegno che ha riaperto ferite mai marginate, come l’omicidio di Serena Mollicone che ha avuto un destino maledetto perché la sua coscienza era stata istruita contro i mostri della disonestà.  L’osservatore Laziale è vicino al papà Guglielmo, persona d’immensa stima, testimonianza di un’Italia diversa da come molti la dipingono, dove ancora batte forte il coraggio di dire basta. Basta solo gridare, basta alla malagiustizia, basta ai soprusi, basta all’indifferenza della collettività… Convegno di alto spessore di tutti i relatori, un punto importante da cui occorre ripartire, perché mai è troppo tardi, come ci insegna Guglielmo Mollicone. Occorre saper andare oltre.

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ROMA, CASO STAMINA: BATTAGLIA UNIVERSALE

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Cinzia Marchegiani

C’è una chiave di lettura molto preoccupante che sta emergendo dalle notizie sul caso Stamina e la protesta che dal 13 luglio ad oltranza i malati, con gravi patologie neurodegenerative, stanno conducendo davanti a Montecitorio. Gravi le mancanze di un’informazione, soprattutto delle tv di stato, che presenti sui luoghi hanno sempre censurato questa battaglia per il riconoscimento alla libertà di cura poiché la medicina ufficiale non ha rimedi a disposizione; malattie genetiche che spesso compaiono anche in età avanzata e che con il metodo Stamina di Vannoni stanno ottenendo importanti risultati. La protesta è riuscita a scardinare questo muro di gomma,   ha invaso i social network e grazie ad un tam tam e il lavoro di persone incredibili riescono a mantenerla viva. Un presidio a Montecitorio è sempre presente. E’ “il CIVICO 117 A”, così battezzata una tenda dove con uno straordinario coraggio questi eroi, oltre le infinite difficoltà fisiche, la stanchezza e l’indifferenza istituzionale hanno deciso che questa era una battaglia troppo importante e soprattutto (che sia ben chiaro), è una battaglia universale che coinvolge le vite di tutti. Accanto a loro persone speciali, che gli fanno compagnia, persone che hanno deciso che la vigliaccheria non è nel loro dna, che la solidarietà è un impegno per proteggere il prossimo che potrebbe avere il volto di chiunque. Al civico 117 A le televisioni non hanno il coraggio di mostrare le vite, le storie e i dolori immensi di persone affette da malattie per ora incurabili, cristallizzati in un corpo che trova nemici crudeli soprattutto nel tempo e nell’indifferenza della classe politica che senza responsabilità è riuscita  a votare una legge senza conoscerne il significato. I filmati di senatori usciti a parlare con i malati testimoniano questa grave mancanza di serietà, oltraggiando con fesserie allucinanti, non solo i malati, ma l’essenza dei loro ruoli fondamentali per la vita legislativa di questo paese.  Il 5 agosto segna la tappa fondamentale che tutti i malati stavano aspettando. Si è votato assieme al Decreto del Fare, l’ordine del giorno (ODG) proposto dalla senatrice Bonfrisco (dovuto all’impossibilità di interagire e modificare il testo uscito dalla Camera) in virtù della valutazione che importanti esigenze erano sfuggite alla norma, appunto quelle delle cure compassionevoli. Il suo appello al senato ha centrato il cuore della protesta di Montecitorio:- “Dobbiamo chiederci se nel legiferare stiamo davvero considerando la centralità dell'uomo, la centralità del paziente.” L’ODG accolto da tutti i partiti, tranne che dal M5S, darà la possibilità, se riesce a passare la votazione,  di modificare l’attuale legge, e finalmente permettere ai malati con patologie incurabili con le medicina tradizionale, di ricevere trattamenti compassionevoli nelle strutture sanitarie pubbliche con cellule staminali mesenchimali…previa autorizzazione di un giudice. Miracoli delle condivisioni su Facebook…l’appello di Sandro Biviano e tutti  gli abitanti del civico 117 A fa il giro della rete, e in tanti ormai sanno che il 10 settembre a Montecitorio ci sarà una grande manifestazione nazionale, una partita che non può essere giocata solo da loro, ma da tutti che in coscienza si sentono defraudati di un diritto sacrosanto, poiché laddove la medicina ufficiale non ha terapie e non ha prodotto risultati, al malato no si può precludere  la libertà di cura. Il dottor Villanova in una nota spiega come in uno stato civile, in attesa di attestazioni scientifiche e di verifiche biologiche, spetta al medico, cioè colui che ha competenza e professionalità nel comprendere le opportunità terapeutiche più confacenti al singolo e specifico paziente, somministrare una terapia alternativa nel momento in cui questa costituisce un “elemento non deleterio”, considerando che la medicina tradizione non è scevra da equivoci. I miracoli finalmente si moltiplicano poiché la rai decide che sia arrivata l’ora di fare servizio pubblico…ma su Rai 2, la trasmissione Virus del 28 agosto ha lasciato interrogativi pesati sulla competenza e serietà delle istituzioni e dell’informazione stessa. Il ministro Beatrice Lorenzin,  fa delle gaffe pesanti, dimostrando di non essere competente in materia, offendendo la verità, danno non marginale se si pensa  al numero elevato degli spettatori. Lo stesso ministro della salute, informa tra l’altro, che il Dott. Vannoni non ha consegnato il protocollo all’ISS (Istituto Superiore di Sanità) che invece è avvenuto lo scorso 1° agosto, il quesito unanime e ironico che si è scatenato ha ipotizzando che il ministro fosse ancora in vacanza. Gli altri ospiti, tra giornalisti, politici hanno fatto il resto, il conduttore/giornalista Porro ha invitato personalità che, per loro ammissione, non hanno competenze e non sanno nulla di cure compassionevoli. Per finire la perla di Flavio Tosi,  con una banalità imbarazzante spiega agli italiani una verità agghiacciante:-“se uno ha un callo, non può pretendere di curarsi con la chemioterapia.” Questa è l’informazione che  smarrisce le persone a digiuno di materia e invece  dovrebbe essere indirizzata sulle reali questioni che coinvolgono l’intera nazione. Purtroppo e in netto ritardo, è andata in onda una trasmissione che con fughe rocambolesche, ha tracciato una pagina scadente  della nostra storia. Non si fa attendere la replica sia Roberto Meloni (viene mandata in onda solo una parte della sua intervista) e del presidente Bruno Talamone del Movimento Vite Sospese, il comunicato inviato aigiornali fa luce su tutte le ambiguità e gravi inesattezze registrate:-“La Ministra Lorenzin, con Tosi e gli altri ospiti, non solo sono male informati, ma si sono permessi di dire in una TV di stato tante falsità senza avere il contraddittorio, ricordo alla Lorenzin che io ero presente all'ospedale Santo Spirito quando andò a trovare Sandro Biviano ricoverato per un malore in piazza Montecitorio, promettendogli che si sarebbe fatta carico per la sua famiglia, ad oggi sono passati 28 giorni non si è degnata di fare nemmeno una telefonata in merito; ricordo a Tosi e alla Lorenzin che le cure compassionevoli non possono essere riconosciute perchè non è una cura riconosciuta, lo capirebbe anche un bambino della scuola elementare che se lo fossero già sarebbe una terapia applicata sia dal Sistema Sanitario Nazionale, che la terapia presso la struttura Ospedaliera di Brescia sono tutte a carico della STAMINA del Prof. Davide Vannoni e non a carico del Sistema Sanitario Nazionale; ricordo inoltre che la Regione Abruzzo e Sicilia hanno già firmato una risoluzione a favore del metodo STAMINA da applicare presso le strutture nelle loro Regioni (potete andare nei vari siti Regionali e scaricare le risoluzioni firmate dalle loro Giunte) e anche altre Regioni come Marche, Toscana e Lazio stanno cercando di seguire la stessa risoluzione; ricordo a Staderini che l'Associazione Luca Cascioni che decanta tanto, con la quale io ho avuto a che fare in merito non mi ha mai proposto soluzioni quando mi sono rivolto a loro, ma non perdono tempo a chiede costantemente donazioni per la propria Associazione attraverso il loro sito; infine a lei Signor Porro voglio segnalarle che non si può permettere di fare una trasmissione con tanti ignoranti e faziosi soprattutto parlando di un argomento così delicato e drammatico."

Continuano incessanti,  e neanche velati, gli attacchi  da parte dei giornali che alterano il senso delle notizie. Prima lo scoop del Corriere della Sera che riporta un documento privato tra il dott. Vannoni e il presidente del gruppo Medestea  mettendo in cattiva luce l’onestà del dott. Vannoni. Ma il contratto era  stato pubblicato da maggio scorso sulla pagina facebook dallo stesso Vannoni e dal quale tutti hanno potuto leggere l’infondatezza della notizia, poiché nel contratto (che si legge a chiare lettere)  il gruppo Medestea si  impegna a distribuire gratuitamente ovunque le cellule staminali a tutti i pazienti e non ci sono penali per Vannoni nel caso in cui vengano divulgate le ricerche senza autorizzazione. Altro sciacallaggio, la notizia bomba in riferimento alle presunte smentite riportate dal quotidiano Repubblica, citato in un articolo di Tempi.it, secondo cui il dr Ferlazzo, primario del Garibaldi di Catania, dove per quasi tre anni si trovava ricoverata la piccola Smeralda in coma dalla nascita (per un grave errore medico), rilasciava dichiarazioni in cui smentiva che vi erano stati miglioramenti dopo la cura con le staminali del prof. Vannoni. Il Movimento Vite Sospese è costretto a smentire categoricamente la notizia come la stessa la famiglia Camiolo: “Conosco personalmente ormai da anni il Dr. Ferlazzo e non posso credere che quelle dichiarazioni siano reali e correttamente riportate. Lo stesso Dr. Ferlazzo ha scritto e firmato di suo pugno la relazione in cui afferma che Smeralda ha avuto dei cambiamenti importanti e che e' addirittura riuscita ad andare in respirazione autonoma piu' volte oltre le 12h consecutive( di fatto e' riuscita anche per 72h di seguito a respirare da sola. Ad avallare la smentita il commento di Vannoni che respinge al mittente la scarsa onestà intellettuale, poiché lo stesso dottore gli ha comunicato di non aver assolutamente mai detto quanto riportato dal giornalista di Tempi.it

Un’estate che a colpi di scoop ha seguito passo-passo questo incredibile momento storico, per la scienza, per l’affermazione di un diritto umano che il potere dello stato vuole l’esclusiva. Riverbera ancora l’appello che Sandro Bigiano il 6 agosto ha inoltrato al Presidente della Repubblica, una supplica per ricevere le cure compassionevoli, perché tutta la sua famiglia sta seguendo il triste destino che ha portato via il loro padre e lo zio. Incredibile come questa missiva non abbia avuto riscontro mentre si assiste all’annuncio dello stesso Napolitano in merito alle nominane di quattro nuovi senatori a vita, di cui una ricercatrice che ha manifestato non solo intolleranza verso uno schieramento politico, definendo la scienza  espressamente un valore di sinistra, ma le sue parole hanno tracciato una precisa volontà nel indicare il suo operato all’interno del parlamento proprio in merito alle cure compassionevoli.

In realtà molti ormai si augurano che la sua nomina non condizioni le coscienze italiane sull’opportunità di utilizzo di embrioni per la ricerca sulle staminali, il cui utilizzo pone la distruzione di una vita. Questione di etica sicuramente che costringe a scegliere tra due importanti principi morali, il dovere di alleviare sofferenza o il dovere di rispettare comunque il valore di una vita umana (embrione). Ci si chiede a pochi giorni da questa nomina, se ci sia un indirizzo a sollevare principi di etica, mentre si sta dando l’opportunità sia di sperimentare che profondere cure compassionevoli con le cellule mesenchimali (derivanti dal tessuto osseo).

L’associazione Luca Coscioni, nota per la sua lotta per l’eutanasia della vita non nasconde la stima per la senatrice Cattaneo contrapponendola a quella del ciarlatano Vannoni. La stessa senatrice  ha avuto il finanziamento record di 11.9 milioni di euro per il NEuroStemCell, il network internazionale, che coordina lei stessa in un progetto sulla ricerca sulle cellule staminali. In rassegna stampa del 13 dicembre 2008 su la Repubblica così esordiva:“Per fortuna  c’è l’Europa” spiegando che poteva stringere rapporti con laboratori stranieri da Gran Bretagna e Svezia ottenendo le cellule staminali embrionali, sottolineando che proprio in Italia è vietata la produzione. Si legge di lei sul Daily, uno dei suoi cavalli di battaglia è che la scienza deve essere libera, andare oltre i condizionamenti e le ideologie e sperimentare, sperimentare, sperimentare. Per questo si è sempre dichiarata a favore dell’impiego delle cellule staminali embrionali in laboratorio, considerandole uno strumento insostituibile nella ricerca di cure contro le malattie neurodegenerative.”

Troppi tasselli incastrati in questa cronologia estiva, con troppi interrogativi e ombre, ma un’unica consapevolezza…i malati chiedono, in funzione della loro particolare gravità di salute…che vengano chiedendo di anteporre il diritto di ognuno rispetto al potere dello stato. Per questo in un comunicato chiedono la partecipazione a questa manifestazione, che rappresenta il grido per la libertà di cura. Invitano Beppe Grillo di presentarsi a qualsiasi ora, al civico 117 A… loro ci sono sempre, il loro mancato appoggio rischia di far naufragare un’opportunità per ripristinare un codice importante…il codice del rispetto della dignità umana.

L’on. Andrea Cecconi (M5S) rispondendo in rete sul loro mancato appoggio all’ODG ha dichiarato che attendevano da Vannoni i documenti e i dati necessari per essere al corrente e trasparentemente informati su ciò che stava facendo. Dati che i suoi oppositori gli hanno prontamente fornito anche se sensibili e coperti da segreto istruttorio. Risposta incauta in quanto non solo ha dimostrano di non aver distinto la differenza sostanziale tra la fase della sperimentazione del metodo e l’opportunità ora di profondere le cure compassionevoli, ma soprattutto  devono rispondere come hanno ricevuto questi dati coperti da segreto istruttorio!!!

Il 10 a Piazza Montecitorio ci sarà una manifestazione per lottare un diritto universale, ci sarà l’occasione per parlare, per comprendersi al di là delle divisioni, per tutelare un diritto espressione di civiltà che coinvolge tutti, non solo i malati di oggi.

Le riflessioni critiche siano all’altezza delle aspettative di chi sta occupando quegli scranni…perché il cittadino  ha sentito e letto troppe parole di estrema piattezza, banalità gratuite, un vuoto che in questa decadenza non solo materiale, deve riportare alto il patrimonio dei valori…nulla è perduto se si fa per coscienza e non per interesse!

Il 10 a Roma ci sarà una grande opportunità, peccato sciuparla.