Nettuno, bufera su giunta Cinque Stelle. Si dimettono 5 assessori: Silvestroni (FdI) chiede il rispetto dei cittadini

NETTUNO (RM) – Dopo la giunta M5S di Pomezia, caduta a seguito delle dimissioni in massa dei consiglieri pentastellati in polemica col sindaco Fabio Fucci, ormai fuori dal Movimento, ora rischia un’altra giunta a 5 stelle, quella di Nettuno. Questa mattina cinque dei sei assessori hanno inviato una mail in cui formalizzano la loro volontà di dimettersi dall’incarico al sindaco Angelo Casto. Lo riferisce all’ANSA lo stesso Casto che però – dopo la recentissima caduta di Pomezia, un altro Comune dell’hinterland romano a maggioranza M5S – “non” considera “a rischio” la sua amministrazione.

Casto parla di una di “crisi di tipo ‘relazionale’, una frattura tra una parte della maggioranza e questi cinque assessori. A livello operativo – sottolinea – sono tutte persone che hanno lavorato bene, in maniera straordinaria, sia i consiglieri, sia gli assessori. Come tutte le famiglie ci sono degli screzi interni”. Volontà di Casto è quella di cercare di “ricucire per il bene della città. Sto riflettendo sul da farsi”, spiega.

Marco Silvestroni, Deputato di collegio appena eletto alle scorse elezioni del 4 Marzo, chiede il rispetto dei cittadini e dei territori. Intervenendo sulle dimissioni della Giunta di Nettuno

“Il Codice di comportamento del Movimento 5 stelle non può sovvertire il testo unico degli enti Locali ne può essere considerato un testo sacro. Prima vengono i cittadini e le leggi dello Stato.
A Pomezia a pochi mesi dal rinnovo del consiglio Comunale, il Sindaco a 5 Stelle è stato appena sfiduciato e mandato a casa dai consiglieri a 5 stelle, a Nettuno in queste ore la città è rimasta senza la giunta, che è l’organo esecutivo dell’Ente. E’ evidente che l’applicazione del codice di comportamento del Movimento sovverte le regole democratiche.

Se i cittadini eleggono democraticamente un Sindaco, questo deve governare e scegliere su presupposti fiduciari una giunta che lavori per i cittadini e non per il movimento. Stessa cosa vale per i consiglieri, che come ovvio, possono sfiduciare un Sindaco, ma la motivazione non può essere il codice di comportamento a 5 stelle. Amministrare un Comune è amministrare un pezzo di Stato e va fatto senza sovvertire l’ordine della gerarchia delle norme. Quando si viene eletti si risponde ai cittadini e non a un Blog.”

Conclude l’On. Silvestroni: “ Ho costatato che, oltre alla sciagurata amministrazione Capitolina, anche le Amministrazioni di Nettuno e Ardea stanno soffrendo di un immobilismo che penalizza i territori e i servizi ai cittadini. Un Comune dovrebbe incrementare e migliorare i servizi e non contrastarli applicando regole interne che ingessano l’attività Amministrativa. Sono stato eletto in questo collegio dai cittadini, a loro rispondo e per loro sono da subito a lavoro, se per i 5 stelle valgono prima le loro regole interne, è un problema loro, amministrare un territorio è un’altra cosa.




Elezioni 2018, parentopoli a Cinque Stelle: la saga dei Cozzella da Bracciano al Senato

Un copione già visto. Nulla in più o in meno rispetto a ciò a cui sono abituati i lettori dalla notte dei tempi. Il MoVimento Cinque Stelle non fa eccezione nonostante gli urli e i proclami, i buoni propositi e gli slogan.

Al Senato si candida l’ex magistrato Alberto Cozzella, il cui figlio Renato è stato nominato a novembre dalla sindaca Virginia Raggi presidente del Consorzio per lo sviluppo economico e turistico del lago di Bracciano. Una new entry che si aggiunge agli scandali già noti: Francesca De Vito, sorella del presidente dell’assemblea capitolina,  Danilo Barbuto, marito di Agnese Catini, presidente della Commissione comunale Politiche sociali, già consigliere in IV municipio.

“Onestà, onestà”, niente figli di? Nulla di diverso rispetto gli altri partiti che palesemente schierano parenti, mogli di e chi più ne ha più ne metta. Nulla di diverso. Questa la notizia che arriva dopo il caso dei falsi rimborsi da parte di alcuni parlamentari a Cinque a Stelle, dopo che il “massone” Catello Vitiello non ritira la sua candidatura nonostante abbia fatto parte di una loggia massonica conosciuta come “La Sfinge”: spesso in passato esponenti del M5S hanno criticato la presunta influenza delle logge massoniche sulla politica italiana.

Ma va bene così questa è la corrente che tira, false ipocrisie, mascheramenti per poi rendersi conto che in fondo nessuno è perfetto.




Candidati “traditori”, nuovo codice etico a Cinque Stelle: 100 mila euro di multa a chi abbandona il MoVimento

La corsa alle elezioni è partita, con tanto countdown: da oggi un timer segna giorni, ore, minuti e secondi che ci separano dalle elezioni del 4 marzo, almeno sul blog di Beppe Grillo. I 5 Stelle si attrezzano con nuovo statuto e nuovo codice etico, cercando di fare tesoro delle lezioni del passato: multa di 100 mila euro per chi abbandona il gruppo parlamentare o consiliare (risposta alle tante defezioni che si sono registrate in questi anni); incandidabilità solo per chi lede l’immagine del Movimento e non per chiunque venga raggiunto da un avviso di garanzia (e qui la mente va ai sindaci, come Virginia Raggi o Filippo Nogarin); obbligo, per i parlamentari eletti nelle fila M5S di votare a favore di qualsiasi fiducia posta da un eventuale, futuro presidente del Consiglio pentastellato.

Ma la prima, attesa novità riguarda le candidature alle parlamentarie. Di Maio, capo politico del movimento, annuncia che anche lui si sottoporrà all’esame della base. Assieme a lui, tutti coloro che sono nuovi e vecchi iscritti (questi dovranno rinnovare l’iscrizione accogliendo le nuove norme contenuto nello statuto e nel codice etico). Per iscriversi o aggiornare l’iscrizione c’è tempo fino alle 12 di mercoledì 3 gennaio. Nessuna apertura alla possibilità di candidare non iscritti, come da una ipotesi circolata nei giorni scorsi: quella dell’iscrizione al Movimento resta una condicio sine qua non per diventare ‘portavoce del Movimento’. A metà gennaio, poi, parola alla base con le ‘parlamentarie’.

A vigilare su tutto questo, c’è lui, Di Maio, nella sua veste di Capo Politico. Ma soprattutto c’è il Garante, Beppe Grillo, al quale spetta la prerogativa – qualora lo ritenga necessario – di sfiduciare lo stesso capo politico. Il garante, tra l’altro, è l’unico ruolo “a tempo indeterminato” previsto dallo Statuto e, dunque, si configura come il vero vertice del movimento. Un ruolo rafforzato ancora di più da questo nuovo statuto nel punto in cui ne enuncia “il potere di interpretazione autentica, non sindacabile” dello statuto.

Accanto a garante e capo politico c’è poi il Comitato di garanzia e quello dei Probiviri. Il primo, nello specifico, conta esponenti di primo piano del Movimento, tutti ultra ortodossi, come Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi, quelli del secondo Paola Carinelli, Nunzia Catalfo e Riccardo Fraccaro: tutti ‘ultra ortodossi’ del Movimento. Come annunciato da Di Maio, si fanno più serrate le regole per “difendersi dagli approfittatori” e, dunque, per chi ricopre cariche istituzionali, in primis per sindaci e presidenti di Regione. “In caso di espulsione del Movimento 5 Stelle”, chi ricopre cariche elettive è tenuto “a dimettersi dalla carica”. Una norma che chiama in causa quasi esplicitamente il caso Pizzarotti, con il sindaco di Parma allontanato dal Movimento, ma che ha rifiutato di lasciare la carica al Comune.

Licenziati statuto e codice, non resta che trovare i candidati. Di qui l’appello di Di Maio: “Voglio fare un appello a tutti i cittadini di grande competenza ed esperienza, che sono stati esclusi dalla cosa pubblica perchè al loro posto venivano piazzati i burocrati di partito. Queste persone vedano nel Movimento una possibilità di partecipazione irripetibile per cambiare il Paese. A queste persone chiediamo di iscriversi al Movimento, condividerne il programma votato in Rete, rispettare le nostre poche e semplici regole (due mandati e a casa, non essere iscritti a partiti ecc), di impegnarsi a tagliarsi lo stipendio se eletti, di accettare tutti i punti del regolamento per i candidati e di mettersi al servizio di un sogno”. Il conto alla rovescia è partito.




Civitavecchia, i Cinque Stelle cambiano rotta: diventa operativa la nuova società di servizi del Comune

CIVITAVECCHIA (RM) – (nota del Comune) Il Consiglio comunale di mercoledì scorso è stato uno dei consigli comunali più importanti per l’Amministrazione Cozzolino e probabilmente uno dei fondamentali anche per le amministrazioni precedenti, che hanno tentato senza successo di risolvere l’annoso problema delle società partecipate del Comune. Questa amministrazione con coraggio e determinazione sta portando a compimento una procedura che mai è stata fatta al Comune di Civitavecchia, nonostante i più inqualificabili tentativi di screditare l’operato dell’Assessore Savignani, del Sindaco e dell’intera amministrazione da parte di esponenti politici e non. I lavoratori, seppur in numero maggiore rispetto alle necessità, hanno mantenuto il posto di lavoro, i milioni di debiti delle vecchie società saranno a breve definiti in un concordato in cui i creditori potranno vantare il 20% di credito che sarebbe stato nullo in caso di fallimento, è stata costituita un’unica società con un unico amministratore per la gestione dei servizi comunali.
Nello scorso Consiglio comunale sono stati approvati i contratti di servizio affidati alla Civitavecchia Servizi Pubblici srl che va a prendere il posto della Hcs e delle Sot Argo, Città pulita e Ippocrate. Pertanto la nuova società partecipata entra nella piena operatività. Nei prossimi giorni verrà formalizzato l’atto dal notaio con il passaggio dei rami d’azienda e del personale dopodiché il nuovo amministratore Francesco De Leva inizierà ad avviare finalmente per la città una gestione virtuosa e funzionale dei servizi del comune per fornire adeguate risposte alle giuste richieste da parte dei cittadini di avere una città più pulita.
Corre l’obbligo di dichiarare che questa delibera così importante alla fine delle 6 ore di consiglio comunale è stata votata esclusivamente dalla maggioranza con il sindaco ed il numero minimo di consiglieri perché l’atto fosse valido.
Durante tutta la discussione per l’opposizione erano presenti solo il Consigliere Massimiliano Grasso e il Consigliere Marco Piendibene che sono usciti dall’aula durante il voto della delibera. Quest’ultimo ha anche sostituito la presidente del Consiglio Alessandra Riccetti che si è improvvisamente assentata e non è più tornata senza giustificare pubblicamente la sua assenza, nonostante sia lautamente pagata per il suo incarico. Tutti gli altri consiglieri d’opposizione o sono stati assenti o di passaggio, peccato perché questa delibera è un passo fondamentale per riportare alla normalità il Comune e la Città di Civitavecchia, cosa che evidentemente interessa solo alla maggioranza che amministra la città.



Roma, caos a Cinque Stelle: al Bilancio arriva Lemmetti ma Mazzillo non ne sa nulla

 

Redazione


ROMA – Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio e alle partecipate del Comune di Livorno, saluta la giunta del sindaco Filippo Nogarin (M5s) per andare ad assumere la stessa delega al Comune di Roma. Le voci circolavano da qualche tempo, ma stamani c'è stata l'ufficialità data da una comunicazione del presidente del consiglio comunale di Livorno Daniele Esposito, indirizzata ai capigruppo, in cui si annunciava che l'assessore Lemmetti si era dimesso dall'incarico.

"Io non ne so nulla, non ho avuto informazioni a riguardo. Sono stato fino a ieri sera con la sindaca e non mi è stato detto nulla. Sono informazioni di stampa di cui non sono al corrente. Sinceramente non so di cosa si stia parlando. Io ad oggi continuo ad essere assessore al bilancio, nessuno mi ha comunicato nulla". Così l'assessore al bilancio Andrea Mazzillo, interpellato dall'ANSA, commenta la notizia dell'arrivo al suo posto nella giunta Raggi di Gianni Lemmetti, già responsabile dei conti e delle partecipate di Livorno e dimessosi da tale carica.

"A quanto pare, un altro assessore di peso, Andrea Mazzillo, è stato defenestrato dalla Raggi, di cui non si hanno più notizie da almeno un mese, troppo impegnata a godersi le vacanze nella località top secret, mentre Roma versa in un totale stato di abbandono e l'Atac sta per chiudere. L'unica che dovrebbe essere sostituita nella giunta capitolina è la Raggi, che ha scambiato il Comune di Roma per un tram da cui salgono e scendono assessori, senza che ai cittadini ne venga dato conto. La giunta Raggi ormai è una barzelletta che non fa più ridere. Mettiamo fine a questa pagliacciata". Lo dichiara Gianfranco Librandi del Pd.

"Continuano i record negativi di Virginia Raggi. Con Roma sull'orlo del default e con l'Atac prossima alla chiusura, la Raggi trova il tempo di fare l'ennesimo rimpasto di giunta: siamo al quarto assessore al Bilancio in un anno. Dopo aver cacciato Marcello Minenna, Raffaele De Dominicis è ora il turno di Andrea Mazzillo. Ora arriva da Livorno tal Gianni Lemmetti, che curriculum ha? E soprattutto, quanto durerà?". E' quanto afferma in una nota il consigliere capitolino del Partito Democratico Marco Palumbo. "A questi quattro assessori al Bilancio – prosegue – aggiungiamo anche la cacciata dell'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, di quella ai rifiuti Paola Murano, oltre ad inchieste e all'arresto di Raffaele Marra che hanno decimato le persone più vicine alla sindaca. L'incompetenza e le lotte di potere dei 5 Stelle stanno uccidendo Roma".




Marino a Cinque Stelle, il Comune: "Finita l'epoca del mattone"

Marino ha strumenti urbanistici disastrati nel concepimento e disastrosi negli effetti, per arrivare al punto in cui siamo e complicare una situazione urbana già complicata alla fine degli anni ‘90 ci sono voluti almeno 15 anni di atti tecnico-amministrativi. Le gru e i cantieri che negli ultimi cinque anni e ancora oggi connotano il paesaggio nel nostro territorio sono il risultato di anni pregressi di pianificazione concepita solo in base ad un aumento sconsiderato di edifici. L’amministrazione in carica ha il difficile compito di porre rimedio a questa annosa e grave situazione nel più breve tempo possibile. La sfida è difficile ma non impossibile, su questa difficoltà alcuni concittadini puntano affinché tutto torni come prima e si possa proseguire con il solito modo di fare affare sul territorio, facendo poi ricadere nella vita quotidiana di ognuno di noi i conseguenti disagi e disservizi. I cittadini di Marino devono essere coscienti di queste dinamiche e per questo chiediamo a tutti di partecipare attivamente ai radicali processi di risanamento che stiamo attuando con enormi sforzi. Al di là della valutazione degli attuali strumenti urbanistici che verranno profondamente rivisti con i necessari tempi tecnici, crediamo sia importante chiarire le finalità delle azioni che stiamo mettendo in campo viste anche il gran numero di richieste di orientamento che riceviamo giornalmente sui temi urbanistici.

Noi lo diciamo chiaramente così come lo dicevamo chiaramente prima delle elezioni, con noi finisce il metodo attraverso il quale si è gestito per anni il territorio, a Marino il mattone non è più un affare d’oro, almeno inteso come finora le attività edilizie hanno trasformato i luoghi. Stiamo lavorando quotidianamente per ripristinare il principio già sancito dalla legge fondamentale dell’urbanistica la Legge 1150/42 per la quale l’azione edificatoria non è consentita per fini speculativi ovvero in forza di una semplice domanda di mercato ma può essere esercitata e giustificata solo da un documentato e provato aumento demografico della popolazione e dunque su una necessità abitativa reale dei cittadini. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, una volta compromesso non si recupera se non ad elevatissimi costi economici e sociali. La F.A.O. in diversi rapporti ufficiali negli anni ha sempre evidenziato come la conservazione del suolo sia fondamentale per la sicurezza alimentare e il nostro futuro sostenibile. La Comunità Europea in diversi studi riconosciuti ha messo in guardia contro un uso sconsiderato del territorio in relazione alla salute pubblica. Su questi livelli e con questa visione si sta concependo la nuova pianificazione di Marino. Oggi la nostra sfida è la sobrietà e la responsabilità sociale che, se per i mercati significa l’evoluzione dalla “economia lineare” (produco, consumo, butto), alla “economia circolare” (produco, consumo, recupero) per l’urbanistica significa passare dall’edificazione di palazzine residenziali senza preoccuparsi delle conseguenze del carico antropico al progetto equilibrato tra gli edifici e la tutela del territorio con un uso responsabile delle risorse naturali. Questo il criterio che applicheremo alla panificazione urbana che rappresenta lo strumento di disegno del territorio, di un territorio unico e finito che dobbiamo valorizzare e non consumare senza possibilità di ritorno. Il progetto urbano è sempre un progetto economico, il paesaggio è la rappresentazione sintetica dell’economia di un luogo, è la rappresentazione iconografica del modo di vivere e sostentarsi di una comunità.

Oggi vogliamo investire in progetti e attività coerenti con i nuovi principi dell’economia circolare un termine utilizzato per definire un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. L'espressione fa riferimento sia a una concezione della produzione e del consumo di beni e servizi alternativa rispetto al modello lineare (ad esempio attraverso l'impiego di fonti energetiche rinnovabili in luogo dei combustibili fossili), sia al ruolo della diversità come caratteristica imprescindibile dei sistemi resilienti e produttivi. Questa amministrazione per quanto nelle sue possibilità, data la forte antropizzazione del territorio, punta a restituire identità ad un paesaggio che si confonde ogni giorno di più con le anonime periferie metropolitane delle nostre città contemporanee.
La costruzione di edifici seriali con pochissima qualità architettonica e con nessuna identità o relazione con l’ambiente è frutto di logiche puramente speculative, intendendo come speculazione l'attività di un operatore finanziario che entra sul mercato nel momento presente effettuando un qualche tipo di investimento e presumendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi su cui egli ha formulato le sue aspettative iniziali. Se l'evento aleatorio si manifesterà in linea con le aspettative, l'operazione speculativa avrà esito positivo, cioè produrrà un profitto, nel caso contrario si avrà una perdita. Il caso dell’urbanistica di Marino è l’esempio più palese di pianificazione avvenuta solo in base a questi principi economici che vedono protagonisti solo interessi privati senza la necessaria armonizzazione dell’interesse pubblico che urbanisticamente è stato del tutto dimenticato.

Trasformare il territorio solo in base a meccanismi puramente economici è aberrante e non è la visione dell’attuale amministrazione, il momento storico e culturale che attraversiamo ci ha già messo in guardia sui nefasti effetti di queste logiche. Finanche Papa Francesco parla di una "economia che uccide" come un'economia che genera scarti, che si estende alla vita delle persone che tanto introiettano questa condizione loro assegnata dal ciclo produttivo da sentirsi gettati direttamente nella spazzatura del nulla ed in questo stato non c'è speranza nella solitudine di ognuno, ma solo nella condivisione di una comunità. La comunità però necessita di spazi per esprimere le sue potenzialità e i suoi benefici effetti sulle vite delle persone e su questo metteremo tutto il nostro impegno. È nostra ferma intenzione far riferimento alla Direttiva Europea n° 2004/35/CE che afferma: «Il suolo è un bene d’interesse comune per la Comunità, anche se è principalmente di proprietà privata, e che, se non viene tutelato, indebolirà la sostenibilità e la competitività a lungo termine dell’Europa».

Il legame tra suolo e comunità è indissolubile e necessario alla vita, le persone e lo spazio formano un unicum identitario che vogliamo ricostruire e valorizzare. Per alcune culture come quella dei nativi americani era inconcepibile la vita privata delle terre in cui erano nati e consapevolmente si sono fatti annientare pur di non vivere questa privazione, facciamo tesoro degli errori del passato e mettiamo in atto le soluzioni per il futuro.

"Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato" (Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux)




ROMA, PENTALGIA A CINQUE STELLE: NO MARCIA, NO INTESA COL PD, NO AL TAGLIO DI TUTTI I BENEFIT

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Chiara Rai

Roma – La marcia dal Colosseo al Parlamento per i pentastellati è stata stroncata sul nascere. L'assemblea dei neoeletti ha bocciato a maggioranza la proposta. Il Pd, nonostante tutto ha continuato a corteggiare spudoratamente i grillini e qualcuno di loro, che in un primo momento è sembrato aperto al dialogo, dopo la seconda riunione a Roma, stavolta all’Eur, esce con le idee piuttosto chiare. Mentre il ventiseienne Catalano, eletto per la circoscrizione Lombardia e di professione disegnatore e progettista meccanico, nel pomeriggio ha detto “si può fare tutto, non ci sono vincoli”, sottolineando la necessità di fare un Governo per il bene del Paese, Vito Crimi, capogruppo al Senato gela ogni apertura: «Al presidente Napolitano chiederemo un governo del M5S. Se Napolitano accetta un governo 5 stelle deve accettare 20 punti di programma non un nome. Prima viene il programma, poi il nome». Non sono valsi a nulla gli ammiccamenti del Pd nelle ore precedenti. La senatrice Pd Puppato, sull’orlo di essere collettivamente criticata e ignara del pacchetto Crimi, ha lanciato l’idea di condividere un blog Pd /Movimento Cinque Stelle per ragionare insieme: non per accettare gli otto punti di Bersani come un vangelo, ma per trovare una intesa. Sta andando in scena una spersonalizzazione spaventosa del centrosinistra che stagna alle stalle mentre la scena è per ben altre stelle: si tenta di mettere in piedi un anno di governo ibrido e il bello è che gli ingredienti li abbiamo scelti noi elettori. La doccia fredda di Crimi, caso vuole, arriva coincidente con la twittata di messer Grillo: “Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica”. Ma i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno fatto il punto sull'agenda politica della settimana che si apre e al momento sembrano escludere alzate di testa. Probabilmente le decisioni verranno pubblicate sul blog del loro mentore che assieme a Casaleggio non ha partecipato all’assemblea dei Grillini, ma si sa che i neo onorevoli hanno affidato all’ex comico le loro ambizioni e aspettative prima di buttarsi in questa grande ed emozionante esperienza. Un po’ come hanno fatto i circa 8 milioni di elettori con lui, Mentore genovese (anziché itacese) al quale si è affidato il futuro dell'Italia. Intanto le votazioni per decidere il nome del Presidente della Repubblica si eseguiranno online. Si è discusso, tra critiche e rigidità in merito a lasciar andare tutti i privilegi: i viaggi e spostamenti costano e i grillini sono disposti a rinunciare ma non a rimetterci di tasca loro. L’importante è che da 25 al mese di cui parlavano non si arrivi a contarne 10 mila per le spesucce extra che servono agli onorevoli pentastellati. L'auspicio è che la Nutella se l'acquistino con i dindi propri. I sacrifici i non onorevoli li hanno fatti abbastanza e adesso si attende l’inversione di rotta dal profondo dell’oasi del benessere.




ROMA, GRILLO "SCIPPA" LA ROSSA PIAZZA SAN GIOVANNI

Gabriella Resse

Roma – In Piazza San Giovanni, Beppe Grillo ed il Movimento Cinquestelle fanno il Jackpot di presenze per il comizio conclusivo di questa intensa campagna elettorale. "Sarà un piacere Day".

Lo Tzunami tour di Beppe Grillo approda sulle sponde di Piazza San Giovanni a Roma, dove ieri sera, si è riversata una folla incalcolabile che secondo le stime di coloro che sono vicini al Movimento si è attestata intorno alle 8oo mila unità, senza contare le 150 città italiane che erano in collegamento con Maxischermi posti nelle piazze ed i circa 180 mila contatti della diretta on line in internet.

Ridimensionamenti sui dati dell’afflusso di gente, da parte dei media e della questura a parte, c’era da aspettarselo, era nell’aria ed a questo punto si comprende il timore e la reticenza di certa stampa a dare rilievo alla campagna elettorale del mattatore genovese, le cui gesta, almeno in quest’ultima settimana, hanno goduto di una maggiore visibilità.

Un Beppe Grillo in forma, battagliero, motivato, sfodera tutti i suoi assi, menzionando tra le altre cose, l’incresciosa vastità dello scandalo Monte Paschi Siena, gli sprechi del denaro pubblico. Disperso nei meandri dei privilegi e delle scelte insensate, ma che si commuove nell’affermare : "Siamo diventati la prima forza politica del Paese, c'è una nuova Italia che ci aspetta e sarà bellissimo farne parte…" La novità di questo comizio è l’intervento dell’imprenditore Casaleggio, l’altro ideologo del Movimento Cinquestelle, generalmente restio a comparire in pubblico che nel suo discorso, si lascia andare ad un “Abbiamo bisogno di fantasia,  ma anche di trasparenza e onestà con cui cambieremo l'Italia".

Una piazza, quella di San Giovanni, storicamente associata ai comizi del centro-sinistra, scippata a questi ultimi anche nei numeri, tanto che a memoria d’uomo non credo si rammenti qualcosa di simile neanche per i mitici concerti del primo maggio. Una folla assiepata ,composta e festosa, scampata alla pioggia che nel pomeriggio aveva minacciato la manifestazione, alle 21 ha salutato il suo Garibaldi post moderno con l’incredulità e la commozione negli occhi.

Non mi soffermo troppo sul piccolo tafferuglio tra i giornalisti italiani, non ammessi sul palco e l’organizzazione dell’evento. La cosa ha suscitato clamore ed indignazione tra gli addetti ai lavori , che però per primi dovrebbero fare una riflessione sulle circostanze che hanno portato ad una tale presa di posizione e rendersi conto che spesso rendono i loro servigi ad un giornalismo un po’ ipocrita, con la memoria corta e che per la verità, rispolvera frettolosamente la libertà di stampa ed il diritto di cronaca, solo all’ultimo, a giochi fatti, quando ormai l’enormità del fenomeno, impone di cavalcarne l’onda mediatica.

Ecco non troppe parole, solo una fotografia del nuovo che avanza, senza giudizi, senza analisi politica ,solo la rappresentazione della percezione umana di un evento, che sembra essere metafisico, un’ intromissione nel tessuto della realtà.
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Se tutto questo sarà in grado di portarci o meno verso un nuovo rinascimento italiano, è tutto da vedere e da capire.. Di certo c’è che questo amorfo, ma dirompente cambiamento è già in atto, negarlo o demonizzarlo aprioristicamente, non può che fare male a questa nostra democrazia. Aspettiamo e vediamo se questa promessa, si incarnerà o meno in quella positiva risposta ai bisogni e alle aspettative degli italiani.

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11/02/2013 GRILLO, LA RIVOLUZIONE HIGH TECH DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE E L’IMBARAZZANTE SILENZIO DEI MEDIA

 




CINQUE STELLE, SE QUESTO E' UN MOVIMENTO…….

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L.C.

Lazio – La cavalcata del 5 stelle verso le prossime elezioni amministrative va avanti senza sosta, senza pause. Dalle piazze ai social network, il 5 stelle sembra aver conquistato ogni spazio e, a vedere i sondaggi, soprattutto la fiducia di molti cittadini.

Navigando in rete si apprende di non trovarsi dinanzi a un partito: si situano oltre il concetto di destra e di sinistra, sono una comunità, “estremamente” garantista  nei confronti dei cittadini. L’organizzazione locale dei 5 stelle,  nasce dal web, dai meetup ( Roma e Milano furono i primi nel 2005) piattaforme, stile forum, in cui l’aggregazione virtuale si è tramutata, ed avviene tuttora,  settimanalmente in incontri veri, faccia a faccia, in cui si discute, ci si autorganizza, cercando proposte per il territorio.

Il loro front man comunicativo Beppe Grillo, si è presentato con il tempo come garante etico della condotta politica dei propri grillini, soprattutto  una volta candidati. Certificati tramite il  “non statuto” può rischiare l’epurazione chi trasgredisce le regole del beppegrillo.it: massimo due mandati, essere penalmente incensurati, essere residente nel luogo dove ci si candida, nessun apparentamento con altre realtà politiche, non aver fatto parte di partiti politici e, non ultimo, rimanere distanti dalle tv.

Detto questo ci si chiede se è possibile credere, o sperare visti  i tempi, che tramite il 5 stelle si possa risanare, recuperare il  nostro comune, la nostra regione, il nostro paese. 

Nella regione Lazio il relativo meetup è in rete da circa 3 anni. Nacque per le amministrative del 2010. In fatto d’organizzazione, provò ad impostare un gruppo assembleare nell’estate di quell’anno, tentativo scemato nell’autunno, non perché ormai si erano smaltiti gli entusiasmi post-elettorali relativi ai primi trionfi (vedi Favia per l’Emilia Romanga), quanto forse alla necessità di permettere alle singole realtà aderenti al progetto di ritornare ad occuparsi del proprio territorio; qualcuno narra addirittura che fu Grillo stesso a bloccare il tutto, ma si sa le leggende attraggono, anche nella politica. Il progetto però ha ripreso a muoversi ad ottobre 2012, date le dimissioni della Presidente Renata Polverini. Autonomamente, alla faccia di chi indica Casaleggio&Grillo i burattinai di turno, la Lista 5 stelle Lazio ha preso corpo, durante gli innumerevoli incontri susseguitesi dal 13 ottobre 2012, passando per la certificazione di Grillo, arrivando a proporre il suo candidato portavoce, Davide Barillari,  alle prossime elezioni regionali.

A sentirli sembrano i portatori sani d’etica, civiltà trasparenza, insomma tutto quello che manca nel nostra paese da anni.

La prima sorpresa, che fa storcere il naso verso questo senso di purezza del 5 stelle, sta proprio nel candidato 5 stelle laziale, già candidato a Milano, per le provinciali del 2004 per Penati. Un fatto non da poco visti i proclami che, per essere candidato nel 5 stelle, indicano prioritario il non aver mai fatto parte dei partiti, compresa quindi, nel caso incriminato, Rifondazione Comunista o lista civica apparentata.

Altro proclamo curioso è l’urlo contro le caste e le lobby, il che darebbe a pensare l’accurata  ricerca di attvisti 5 stelle tra semplici cittadini, anche neofiti in termini politici, ma comunque lontani dalle caste ed invece, anche qui, qualche riflessione, visti i fatti, va fatta. A campagna elettorale in corso ha fatto la sua comparsa ufficiale per il 5 stelle Lazio, il Prof. Livio De Santoli, docente alla Sapienza, oratore per le politiche di tutela del Territorio. Il professore in questione, però presenta alcune perplessità se si guarda, tra le righe, il suo curriculum vitae. Da intercettazioni telefoniche, nel 2009 risultava raccomandare la figlia di Diego Anemone per l’ingresso alla facoltà di Architettura di Roma: De Santoli conferma ad Anemone che tutto si è risolto in maniera positiva: «Tutto a posto hai visto? Tutto bene… dai adesso cominciamo a lavorare un po’… sono diventato preside della facoltà nel frattempo». Lo stesso  è nella lista di inchieste per incarichi tecnici di alcuni appalti sospetti, per l’esattezza la  progettazione dell’impiantistica della piscina di Vaco San Paolo, grazie all’intercessione di Balducci. Insomma uno che di caste e lobby, per non dire cricche, sa il fatto suo. Risulta essere stato addirittura consulente del sindaco Alemanno, che conosciamo bene come grande operante della tutela del territorio insieme al suo predecessore Veltroni. Tutto ciò però ha permesso all’emerito professore di guadagnarsi attenzione  da parte del 5 stelle laziale. Nel Graticola day di fine novembre 2012 al Campus di Tor Vergata, c’era addirittura chi lo voleva candidato, per non parlare degli eventi (ringraziamo Google!) che si susseguono in suo onore da inizio anno da Roma a Frosinone, passando per Cassino.

E in tema rifiuti? Contro discariche ed inceneritori ma non dappertutto…. Ai Castelli Romani è nota alle cronache la discarica di Roncigliano nel comune di Albano laziale. La realtà a 5 stelle di Albano, è stato da sempre sostenitrice della lotta contro la discarica e l’impianto d’incenerimento ivi previsto. Il progettista dell’ultimo invaso (il VII) l’ Ing. Bruno Guidobaldi, è altrettanto conosciuto nella regione Lazio come il tecnico di fiducia di Manlio Cerroni, monopolista dei rifiuti della suddetta regione, ultimamente firmatario anche di un grosso impianto di Compostaggio Anaerobico, con centrale biogas annessa a Velletri, per la Volsca Spa.. L’estate scorsa, il 23 luglio, a Genzano di Roma per lo spettacolo teatrale di  Marco Travaglio, l’ingegnere in questione e relativo studio SAIM, comparvero come sponsor ufficiali dell’evento. L’evento, si badi bene, non fu patrocinato dal comune, ma venne organizzato dalla Mecomunicazione di Emanuele Menicocci, attivista ed ex candidato del 5 stelle nel 2011 per il comune di Genzano. L’organizzatore sembra  conoscere bene il professionista in questione, poichè durante la campagna elettorale del 2011 fu oggetto di sue critiche per la costruzione di un centro commerciale in zona vincolata tra Genzano e Lanuvio e, in quanto presunto giornalista, in merito allo sperpero di denaro pubblico per la costruzione della Tangenziale dei Castelli Romani, che vede sempre progettista l’Ingegnere Bruno Guidobaldi.

I Movimentisti limitrofi al comune di Genzano, chiesero spiegazioni in merito, prima durante e dopo lo spettacolo, ma le risposte anche sugli eventuali compensi percepiti, furono nulle; nessuno degli attivisti 5 stelle genzanesi assunse posizioni in merito.

Oggi la realtà 5 stelle Castellana, a leggere il loro meetup di riferimento “Amici di beppegrillocastelliromani” è ancora scossa. Da una parte c’è chi crede ancora nei valori etici di un movimento e nella protesta civile sana portatrice di proposte alternative,  dall’altra invece c’è chi guarda alla campagna elettorale, come farebbe qualunque partito. In rete, da facebbok all’informazione online, il Menicocci risulta appunto  un attivista convinto,  estremo sostenitore della propria candidata 5 stelle al Senato Elena Fattori. Silente anch’essa per i fatti sopra compiuti,   dal punto di vista etico, è altrettanto interessante. A leggere il meetup laziale, nel novembre 2012 per un breve periodo è stata, autoproponendosi, candidata per le regionali, e  contemporaneamente candidata al Senato della Repubblica, in barba a quall’aut-aut, di matrice etica, dettato dalla Casaleggio Associati.

Altro candidato, altro giro strano. Fabio Massimo Castaldo, candidato nella lista provinciale di Roma, risulta essere figlio di Roberto Castaldo, nota figura politica del Pometino e Ardeatino. Il papà dal lontano Psi,poi PSDI,  entra in Forza Italia negli anni ‘90 per poi passare al Pdl. Qualche dubbio, per non dire paura, comincia a lievitare tra gli attivisti grillini riguardo ai voti, che in termini politici possono significare interessi, che il partito in questione possa portare all’interno del 5 stelle tramite Fabio Massimo Castaldo alla luce soprattutto della mancata trasparenza che in nessuno incontro, prima durante e dopo la presentazione, ha mai reso pubblica.

Un detto diceva se il buon giorno si vede dal mattino… possiamo star certi che i fatti di cui sopra lasciano dei forti dubbi sul cambiamento tanto osannato, soprattutto da chi si definisce 

“Movimento” . Tonanti a condannare  politici corrotti o mancanti d’etica di turno, in sede locale e nazionale, silenti nel riconoscere le stesse ambiguità in casa propria. Molti altri sarebbero i casi da elencare a dimostrazione che, anche i 5 stelle, non vengono meno a quel compromesso in ambito politico che purtroppo sembra far parte del gene arrivista  di questo paese. Le responsabilità per una ripresa generale delle condizioni, etiche,civili sociali devono passare per persone vere che amano, veramente i loro luoghi, li difendono e con essi i loro cittadini, privi d’interessi e tornaconto personali, senza necessitare bandiere o nicchie politiche.