CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO MAURO TESTA

di Daniele Rizzo
 

Ciampino (RM) – Ad una settimana dal voto abbiamo intervistato Mauro Testa, candidato sindaco per il Partito Socialista Italiano, Forza Italia, e le liste civiche Punto a capo, Adesso decidi tu, Ciampino now, Evoluzione per Mauro Testa, Cambiare Ciampino.
 

Mauro Testa, perché rispetto alle passate elezioni ha deciso di correre da solo e, quindi, a cosa è stata dovuta la scelta di uscire dalla maggioranza?
Innanzitutto non corro da solo, ma con me c’è una coalizione composta da due partiti politici e cinque liste civiche. La scelta di non essere nel centrosinistra è molto semplice. Tutto parte dal momento in cui c’era la mia candidatura alle Regionali condivisa inizialmente con il sindaco Lupi, il quale aveva dato una valutazione positiva a questa candidatura, poiché doveva essere la voce di Ciampino in Regione. Naturalmente prima ne avevamo parlato insieme e pensavamo potesse essere una buona candidatura, candidatura nata tre mesi prima delle regionali. Con grande sorpresa a sei giorni dalla consegna delle liste mi viene chiesto di ritirarmi perché Lupi aveva deciso di candidarsi (per motivi che deve spiegare lui e non certo io). Io sono rimasto al mio posto, e dopo le elezioni mi è stato tolto l’incarico di vicesindaco; con il PSI abbiamo allora chiesto una nuova spinta propulsiva per il programma, soprattutto per l’assessorato alle infrastrutture, che fino a quel momento non aveva ricevuto quasi alcun fondo; tutto ciò che facevamo era con i residui di altri appalti. Nonostante la richiesta non venne ascoltata noi tentammo comunque di andare avanti, fino a quando non abbiamo deciso di rompere gli indugi. Vorrei sottolineare che sono passati sei mesi dal momento in cui mi hanno tolto la carica di vicesindaco e io e il mio partito abbiamo abbandonato la maggioranza. Non prima però di aver chiesto al PD un’alternanza politica alla guida della città. La risposta è stata ovviamente negativa; ci hanno chiesto di fare le primarie, primarie che noi per statuto non facciamo, e allora abbiamo deciso con una mossa di grande coraggio di lanciare la mia candidatura. Abbiamo iniziato una serie di colloqui con le altre forze politiche; sono nate autonomamente cinque liste civiche con 104 candidati; è cominciato un dialogo con Forza Italia che aveva visto nel programma che stavamo studiando un’opportunità politica; a quel punto nasce questa unione, che è per il bene della città.
 

Dalle elezioni del 2011 a quelle del 2013 il PSI ha acquisito un punto percentuale. Cosa si aspetta da queste elezioni e chi ci rimetterà di più dalla frantumazione della coalizione del centrosinistra?
Secondo il mio punto di vista parlare di chi ci rimette o non ci rimette è difficile, perché le persone hanno ormai poca fiducia nei partiti e più nelle persone. Oggi la sfida è tra sei persone. Penso che i cittadini faranno la scelta in base all’autorevolezza che il candidato riesce a trasmettere. Certamente c’è chi ancora basa le sue candidature sulla vicinanza o meno di un leader politico a livello nazionale. Io non l’ho mai fatto, la mia forza non è il leader politico ma le persone che mi sono a fianco. E il fatto che io non sia un sindaco del PD non significa che non avrò il dialogo con il presidente della Regione Lazio o con il primo ministro. Pensare che avere un interlocutore più in alto dello stesso colore sia un vantaggio per la città è un grossissimo errore, perché se si pensa questo l’Italia non uscirà mai dallo impasse in cui le città si trovano. Nello specifico della domanda, io penso che intanto il centrosinistra non vincerà assolutamente al primo turno: dovrà molto faticare. E questo significa che perderanno molti dei consensi che hanno avuto nel 2011. Penso ci sarà un calo intorno al 18/20 % per il centrosinistra, vedrà che questi saranno i dati corretti.
 

Durante il confronto pubblico di mercoledì 14 lei ha criticato il PD, e quindi Giovanni Terzulli, per la questione Lupi, l’ex sindaco che dopo un anno e mezzo ha lasciato la sua carica per andare in Regione. Terzulli le ha risposto che Lupi è sì criticabile ma non da chi si è sempre candidato a tutte le ultime elezioni. Poi lei voleva rispondere nuovamente a Terzulli ma non le è stato dato modo. Vuole farlo ora?
Sì certo, volevo dire questo. Il mio partito è una forza consistente nel contesto ciampinese; tutte le volte che io mi sono candidato è perché il mio partito a livello nazionale me lo chiedeva; io non ero sempre d’accordo ma dovevo sottostare a queste logiche di partito. Quindi c’è una profonda differenza tra i due casi, perché Simone Lupi è stato eletto sindaco, e dopo un anno e mezzo ha lasciato nel completo caos la città, in un disorientamento amministrativo, politico ma soprattutto sociale. Dunque pensare che dopo un anno e mezzo un sindaco lasci la città e poi, credendo che questa gli appartenga, pensi di mettere un suo successore diretto (perché chiaro che Lupi e Terzulli sono espressamente legati)…. insomma, il mio discorso era come per dire a Terzulli che mi auguro che lui non faccia altrettanto. Questa comunque è l’accusa che muovevo a Lupi, il quale avrebbe dovuto fare un passo indietro e lasciare che Terzulli fosse autonomo, cosa che al momento non è. Io invece sono un uomo libero che non ha condizionamenti (se non quelli di logiche di partito legate alle elezioni), mentre la scelta di Lupi è quella di voler continuare all’interno del contesto comunale la sua politica. Ma io aggiungo un’altra cosa: una qualsiasi mia elezione in Regione non avrebbe portato alcun disorientamento in comune, mentre l’elezione di Lupi ha portato ad un anno di abulia amministrativa e sociale.
 

Sempre durante il confronto Bartolucci le ha mosso un’accusa, e cioè quella che il PRINT (presente nel suo programma) sia solo un escamotage per nascondere la situazione abusiva dei 62 immobili di Cavicchi. Vuole rispondere anche a Bartolucci?
Si, se devo dire la verità mi ero dimenticato la domanda (ride, ndr). Vede, il problema è che quelle erano strutture abusive, ma oggi non lo sono più, perché sono state condonate, quindi non c’è nessun abuso.
 

A me però risulta che solo a settembre il giudice deciderà sull’ordinanza di demolizione che al momento pende sulle 62 strutture…
Sì, però diciamo che fino ad oggi questa cosa non è ancora decisa. Fino a che non c’è una consapevolezza di colpa per me quelle strutture sono condonate, dal momento che sono anni che stanno lì. Certo che se dovesse esserci una valutazione diversa da parte del giudice e un’eventuale valutazione di abusivismo allora a quel punto dovremmo fare un altro tipo di considerazione. Comunque il Print (di cui parla anche il Partito Democratico) è uno strumento fondamentale, perché muove e dà la possibilità al sindaco di fare tutto ciò che non potrebbe fare con i fondi comunali. E vorrei dire un’altra cosa: un buon sindaco non deve aver paura di gestire risorse pubbliche.
 

Passiamo al programma, anche a lei pongo le stesse questioni programmatiche su cui ho interrogato gli altri candidati. Qual è il vostro piano sulle Aziende Partecipate?
Il primo punto di partenza è azzerare i vertici aziendali. Le partecipate sono in una situazione disastrosa. Io ho sentito la risposta di Giovanni Terzulli a Bartolucci al confronto, l’altro giorno; ebbene, diceva che il bilancio dell’ASP è apposto..
 

Terzulli ha detto che AMBIENTE ha il bilancio non in rosso, su ASP è stato onesto e ha ammesso che è in difficoltà…
No, non ha detto AMBIENTE, ha parlato delle partecipate, quindi nel momento in cui mi parla di ASP dobbiamo dire che l’azienda ha messo in contratto di solidarietà tutti i lavoratori tranne quelli in fascia dirigenziale, e già questo non ci può stare; ma poi consideri che se noi eliminiamo la figura del direttore generale dalle aziende risparmieremmo circa 300 mila euro da tutte e due le aziende; il sindaco deve rispondere in prima persona delle due aziende, eliminando quella figura che invece fa solo da “rimbalzino”. Per il resto vogliamo il mantenimento di tutta la struttura pubblica a partire dagli asili nido, l’ampliamento dell’offerta (riprendendo quei servizi che al momento sono appaltati all’esterno), la riconversione di tutte quelle figure di personale che sono in eccesso rispetto al numero massimo di persone che due aziende come ASP e AMBIENTE possono avere. Poi vorrei dire che io conosco città europee che fanno la differenziata e che hanno azzerate le tasse per lo smaltimento dei rifiuti; ecco, anche da noi la raccolta differenziata deve procurare degli utili.
(N.B. Per maggiore chiarezza abbiamo voluto controllare, nell’audio del confronto Terzulli dice: “la società AMBIENTE oggi non chiude il bilancio in rosso, mentre ASP ha una grossa difficoltà..”, ndr)
 

Parliamo della sicurezza, non dimenticando il legame che questa per i cittadini di Ciampino ha con il campo de La Barbuta.
Diciamo che quello del campo è un tema riguardo il quale i sindaci fino ad oggi hanno mancato di autorevolezza, e soprattutto l’ultimo sindaco. Essere autorevoli significa essere chiamati a trattare anche su questioni che non riguardano propriamente Ciampino ma i territori circostanti. Io ritengo che per quanto riguarda il campo purtroppo al momento vedo molte difficoltà rispetto al fatto di poterlo delocalizzare, ma noi dobbiamo tutelare la nostra città e adesso non c’è tutela né per i nostri abitanti ma neanche per quelli del campo. Forse applicare quello che è il progetto originario, che prevedeva un comando di polizia locale interno al campo, favorirebbe un mantenimento maggiore della sicurezza all’interno e fuori dal campo.
Per quanto riguarda la sicurezza della città dovremo lavorare ad un tavolo di concertazione permanente con le forze presenti sul nostro territorio, e poi dovremo lavorare sull’ampliamento dei fondi per le forze di polizia locale presenti sul territorio; poi naturalmente le telecamere non devono essere più solo uno spot elettorale, ma devono essere assolutamente poste sugli edifici comunali, e partendo dal progetto di telecamera di vicinato dobbiamo pensare a telecamere che possano essere messe sui condomini e usate per dare un volto ai criminali in caso di atti criminosi.
Sulle aree 167.
Abbiamo proposto una delocalizzazione in tre aree, ma possono diventare due o addirittura una se si fa un censimento di chi ancora oggi vuole prendere casa in cooperativa, perché secondo me oggi dei vecchi soci delle cooperative sono rimasti ben pochi e continueranno a calare se si facesse un censimento serio e una politica di restituzione delle risorse rimaste da parte delle cooperative stesse. Quindi delocalizzazione, e in quella zona istituire il Parco dei Casali. Vede, ora tutti parlano del Parco, è una cosa meravigliosa, perché io ho fatto il programma sei mesi fa quando nessuno parlava di questo.
 

Non è un’idea uscita fuori già da Ciampino Bene Comune?
L’idea è di Italia Nostra. Noi all’interno delle nostre liste abbiamo un candidato che fa parte di Italia Nostra, e abbiamo cominciato a parlare del Parco dei Casali molto tempo prima di Ciampino Bene Comune. Il Parco dei Casali è una nostra idea, che nasce dalle nostre riunioni e dopodiché se ne sono appropriati tutti; l’idea è quella di fare anche uno spazio barbecue, rendere il parco fruibile a tutti e mantenere i reperti archeologici a vista cosicché tutti possano gustarli.
 

Ultima questione: l’aeroporto.
L’aeroporto è un altro di quei luoghi dove l’amministrazione ha maggiormente fallito. Fino ad oggi il muro contro muro ha prodotto una cittadinanza arrabbiata e un aeroporto che non ha potuto aprire alcun dialogo. Io intendo aprire questo dialogo ovviamente nel rispetto completo delle norme di legge, e partendo da questo assunto cominciare a ragionare. Poi se si trova con un programma serio (che fino ad oggi ADR non ha potuto fare perché dall’altra parte non ha trovato l’interlocutore) la possibilità di tenere entro i limiti l’inquinamento acustico e ambientale e la possibilità per Ciampino di uno sviluppo legato all’aeroporto, allora in armonia possiamo arrivare ad una soluzione.
 

Un’ultima battuta. Qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il primo atto della sua amministrazione?
Il primo atto non amministrativo sarà prendermi qualche giorno di riposo dopo lo sforzo elettorale. Scherzi a parte, prima di tutto aprirò i libri del comune, rendendoli pubblici, e rendendo edotta tutta la cittadinanza di quale è la situazione del comune. Il mio motto è “punto e a capo”, nel senso che chiudo una pagina e ne apro un'altra, ma se la pagina che apro è la continuazione di quella precedente, allora non ha senso. Voglio mettere un punto e ripartire da zero, ricominciando da un rapporto con la cittadinanza basato sulla trasparenza.

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di Daniele Rizzo
 

Ciampino (RM) – Presso la sala consiliare di Via Quattro novembre a Ciampino si è  tenuto oggi il primo confronto pubblico tra i candidati alla carica più importante della città, quella di primo cittadino le cui elezioni si terranno  l'ormai prossimo 25 maggio. Presenti tutti e sei al dibattito, nessuno escluso, c'era Marco Bartolucci, Ivan Boccali, Alessandro Porchetta, Gabriella Sisti, Giovanni Terzulli e Mauro Testa.

Il dibattito, iniziato alle 17:30 circa, è durato un’ora e mezza ed è andato componendosi in tre fasi. La prima fase, che assegnava a ciascun candidato circa sette/otto minuti per parlare, è servita a tutti per esporre il proprio programma, ad alcuni per lanciare anche invettive contro gli altri candidati. La seconda fase, della durata di tre/quattro minuti, ha permesso ai candidati precedentemente tirati in ballo di rispondere e di dire la propria sulla questione delle aziende municipalizzate, problema che come i lettori più attenti noteranno è stato già affrontato abbondantemente nelle interviste faccia a faccia con i candidati pubblicate a mia firma da L'osservatore d'Italia. Nell’ultima fase del dibattito, della durata di un minuto, si è lanciato l'appello agli elettori.

Analizzando il dibattito da un punto di vista meramente estetico, c’è da dire che al colpo d’occhio risaltava sicuramente Porchetta, unico tra i candidati che all’abbigliamento formale, ha preferito indossare una t-shirt con sopra una scritta recante l’invito a mantenere i nidi pubblici, scelta (quella di Porchetta) che sicuramente riflette un certo tipo di militanza forse ormai assente nella politica odierna.


Da un punto di vista programmatico possiamo invece dire che non ci sono state grosse novità; i programmi, a poco meno di due settimane dal voto, sono ormai ben assodati e noti ai più. Chi si aspettava il colpo a sorpresa, retaggio della politica berlusconiana, è rimasto dunque deluso dalla linearità e dalla (passatemi il termine) banalità della grande maggioranza dei programmi. Sì perché anche ai meno addetti ai lavori può apparire evidente un certo superficiale allineamento tra le varie proposte partitiche, quasi come se il modo di affrontare un determinato tema fosse unico. Non a caso però usiamo il termine superficiale: se infatti i programmi ad una prima lettura possono sembrare uguali, nascondono invece grosse dissimilitudini su quei temi che sono forse meno da prima pagina e più da approfondimento culturale (con riferimento, sia chiaro, ai quotidiani).
Detto questo, passiamo ad analizzare i vari interventi nell’ordine con cui il moderatore del dibattito ha dato parola ai candidati; riassumeremo per ogni candidato tutte e tre le fasi dell’intervento, così da avere il quadro completo riassuntivo.

MARCO BARTOLUCCI
Bartolucci, da buon attivista del Movimento 5 Stelle, ha iniziato il suo discorso affermando che i programmi degli altri candidati racchiudono tutta una serie di questioni che già potevano essere state affrontate se solo avessero voluto (evidente il riferimento ai candidati della passata amministrazione); poiché ciò non è stato fatto, non bisogna stupirsi del disaffezionamento alla politica e dello scollamento che c’è stato tra questa e la società. Il candidato grillino, partito forte con questa frecciatina, è andato invece via via spegnendosi, lasciando posto all’emozione; il programma è stato quindi enunciato all’interno di un discorso che è apparso decisamente disomogeneo, i cui punti erano slegati tra loro. C’è da dire però che Bartolucci è al suo esordio nel quadro politico ciampinese, quadro che è forse uno tra i più difficili dell’intera zona; è dunque accettabile una certa titubanza che siamo sicuri sparirà con l’accumulo di esperienza. A dimostrazione di ciò il fatto che già dal secondo intervento non sono mancati gli attacchi diretti agli altri candidati, come a Testa sul tema del PRINT di Ciampino2 (un progetto che a dire di Bartolucci non è utile ai cittadini ma serve solamente a nascondere 62 abusi edilizi) o a Boccali e Sisti, accusati di voler anteporre il profitto ricavabile dall’aeroporto alla salute dei cittadini. Bartolucci ha poi chiuso nel terzo intervento facendo appello ai cittadini, promettendogli che in caso di elezione tra cinque anni potranno dire ai 5 Stelle “grazie, avete fatto un ottimo lavoro”.

GIOVANNI TERZULLI
Giovanni Terzulli aveva un compito non facile: convincere i presenti della sua buona fede. Non ce ne voglia Terzulli, ma i fatti del PD ciampinese li conosciamo tutti; tentare di sostituire un sindaco che è restato in carica solo per un anno e mezzo e che poi si è fatto eleggere in Regione non è un’impresa facile, perché ci sono da convincere tutte quelle persone che sono rimaste deluse dal comportamento di Simone Lupi. Se Terzulli sia riuscito o meno in questa impresa probabilmente lo sapremo solo dopo le elezioni. Pur trovandosi inevitabilmente al centro degli attacchi degli altri candidati, si è comunque battuto bene, ha risposto per le rime e, talvolta, ha sferrato il gancio decisivo. Alle provocazioni di Boccali ha risposto affermando che quest’ultimo aveva voluto fortemente quest’iniziativa perché non aveva mai avuto l’occasione di strillare dinanzi a così tanta gente; a Bartolucci ha risposto sulle inesattezze riguardo le aziende partecipate, a Porchetta sugli asili nido, accusandolo di voler fare solo uno spot elettorale. E infine ha risposto a Testa, l’antagonista per eccellenza del PD, che aveva rimarcato l’episodio di Lupi; Terzulli ha evidenziato che Lupi è sì criticabile, ma non da chi negli ultimi anni si è candidato a qualsivoglia elezione. Insomma la parlantina spedita e la prontezza di riflessi sono sembrati non mancare al candidato democratico.

MAURO TESTA
Se la veloce parlantina ha contraddistinto il discorso di Terzulli, esattamente l’opposto possiamo dire per Testa. L’ex vice sindaco nella prima fase del dibattito ha dato prova di grande sicurezza nei propri mezzi e grande calma, tessendo un discorso ben articolato e logico nel suo susseguirsi. Ha parlato di un programma (il suo) fatto dai cittadini, i cui punti sono tutti indissolubilmente legati tra loro e parte di un progetto comune. Nella seconda parte si è poi lasciato andare la mano, rispondendo colpo su colpo alle critiche mosse dagli altri candidati, una su tutte l’aver fatto parte dell’amministrazione uscente e nonostante tutto non aver portato avanti quei punti programmatici che invece erano nelle sue possibilità. Testa ha poi concluso chiedendo ai cittadini di votarlo perché il suo è un programma politico fattibile e la campagna elettorale non è stata fatta con l’intervento dei grandi sponsor politici, ma fianco a fianco con i cittadini stessi.

IVAN BOCCALI
Che qualcuno tra i candidati avesse potuto sparigliare le carte in tavola ne eravamo tutti consapevoli. Bisognava solo scommettere su Boccali o Porchetta. Nel dubbio, ci hanno pensato entrambi. A Boccali, per questioni burocratiche legate al sorteggio, è toccato per primo. Il candidato di Gente Libera ha sin da subito alzato i toni del confronto, auspicando che la claque sarebbe stata forte anche per lui come per i candidati precedenti. La requisitoria è poi continuata con una provocazione a Terzulli, reo secondo Boccali di essersi definito orgoglioso di Ciampino, città che invece secondo lui è decisamente brutta e triste; e poi ancora le accuse sono continuate riguardo il fatto che in data odierna hanno riasfaltato le strade a Ciampino, e questo rientrerebbe in una mera manovra elettorale; oppure ancora il richiamo ad una politica nuova che può essere fatta solo da chi non ha amministrato la città ma ha avuto modo di capire come funziona la macchina amministrativa. Infine Boccali ha invitato gli elettori a votarlo perché la sua lista è composta da gente nuova e motivata. Gente disposta a cambiare davvero le cose a Ciampino.

ALESSANDRO PORCHETTA
Alzare il tiro arrivando dopo Boccali non sarebbe stato facile per nessuno. Ma le imprese impossibili sono il pane quotidiano del candidato sindaco di Città In Comune, piccola lista che niente ha a che vedere con le grandi corazzate elettorali degli altri candidati. E così Porchetta è riuscito nell’intento di aggredire e incalzare gli altri candidati sulle questioni a lui più care, come la mala gestione dei beni comuni e la mala amministrazione, di cui a suo parere sono responsabili sia la maggioranza (all’epoca composta da Terzulli-Testa-Sisti) che l’opposizione (con Boccali). Porchetta non ha risparmiato nessuno, e ha poi incentrato il suo discorso sul bisogno di portare la politica nelle strade, in mezzo alla gente, uscendo così da una logica speculativa e affaristica propria del palazzo; ha poi ricordato l’importanza del legame tra politica locale e europea, perché solo partendo dal comune è possibile cambiare un intero sistema politica che ad oggi chiede solamente sacrifici ai lavoratori, ai precari, ecc (in quest’ottica ha anche annunciato l’eventuale disobbedienza al patto di stabilità, scatenando l’indignazione e la reprimenda di Mauro Testa).

GABRIELLA SISTI
L’unica donna candidata a queste elezioni (con NCD e UDC) è sembrata "unica" in toto. Nel dibattito tra candidati la Sisti non è voluta entrare limitandosi, con fare sicuro e cadenzato, all’esporre il suo programma punto per punto. Il fervore certamente non le è mancato, ma si è concentrato, perlopiù nel riportare esattamente i punti del programma. Momento di sussulto quello in cui un arzillo signore dalla platea è intervenuto accusando la Sisti di non conoscere i dati sull’aeroporto, dal momento che questa stava sostenendo che l’aumento di malattie non è dovuto ai troppi voli (e niente di meno ci saremmo aspettati da una candidata sostenuta dalla lista “Ciampino Città del Volo”). Comunque la Sisti ha chiuso dicendo di votare per lei in quanto donna, in quanto promotrice di politiche sociali e in quanto dotata di una grande esperienza sovracomunale.

UN EVENTO DA RIPETERE?
A chi noterà che nel resoconto mancano i punti di programma esposti dai vari candidati diciamo di andare a leggere le interviste già pubblicate da questo giornale: nulla di più è stato detto oggi nel confronto; ciò che c’era in meno è stato invece riportato.
Ultima considerazione: la sala era gremita di gente. Come ha fatto giustamente però notare anche Boccali la sensazione è che ci fosse una grande presenza di claque. L’evento è stato dunque abbastanza interessante, ma l’impressione è che tra i presenti ci fossero davvero pochi indecisi (spettatori a cui l’evento era dedicato) e molti habitué dei salotti politici nostrani. Al lettore lasciamo le considerazioni sull’eventuale bisogno di ripetere un tale evento.

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Il dibattito, iniziato alle 17:30 circa, è durato un’ora e mezza ed è andato componendosi in tre fasi. La prima fase, che assegnava a ciascun candidato circa sette/otto minuti per parlare, è servita a tutti per esporre il proprio programma, ad alcuni per lanciare anche invettive contro gli altri candidati. La seconda fase, della durata di tre/quattro minuti, ha permesso ai candidati precedentemente tirati in ballo di rispondere e di dire la propria sulla questione delle aziende municipalizzate, problema che come i lettori più attenti noteranno è stato già affrontato abbondantemente nelle interviste faccia a faccia con i candidati pubblicate a mia firma da L'osservatore d'Italia. Nell’ultima fase del dibattito, della durata di un minuto, si è lanciato l'appello agli elettori.

Analizzando il dibattito da un punto di vista meramente estetico, c’è da dire che al colpo d’occhio risaltava sicuramente Porchetta, unico tra i candidati che all’abbigliamento formale, ha preferito indossare una t-shirt con sopra una scritta recante l’invito a mantenere i nidi pubblici, scelta (quella di Porchetta) che sicuramente riflette un certo tipo di militanza forse ormai assente nella politica odierna.


Da un punto di vista programmatico possiamo invece dire che non ci sono state grosse novità; i programmi, a poco meno di due settimane dal voto, sono ormai ben assodati e noti ai più. Chi si aspettava il colpo a sorpresa, retaggio della politica berlusconiana, è rimasto dunque deluso dalla linearità e dalla (passatemi il termine) banalità della grande maggioranza dei programmi. Sì perché anche ai meno addetti ai lavori può apparire evidente un certo superficiale allineamento tra le varie proposte partitiche, quasi come se il modo di affrontare un determinato tema fosse unico. Non a caso però usiamo il termine superficiale: se infatti i programmi ad una prima lettura possono sembrare uguali, nascondono invece grosse dissimilitudini su quei temi che sono forse meno da prima pagina e più da approfondimento culturale (con riferimento, sia chiaro, ai quotidiani).
Detto questo, passiamo ad analizzare i vari interventi nell’ordine con cui il moderatore del dibattito ha dato parola ai candidati; riassumeremo per ogni candidato tutte e tre le fasi dell’intervento, così da avere il quadro completo riassuntivo.

MARCO BARTOLUCCI
Bartolucci, da buon attivista del Movimento 5 Stelle, ha iniziato il suo discorso affermando che i programmi degli altri candidati racchiudono tutta una serie di questioni che già potevano essere state affrontate se solo avessero voluto (evidente il riferimento ai candidati della passata amministrazione); poiché ciò non è stato fatto, non bisogna stupirsi del disaffezionamento alla politica e dello scollamento che c’è stato tra questa e la società. Il candidato grillino, partito forte con questa frecciatina, è andato invece via via spegnendosi, lasciando posto all’emozione; il programma è stato quindi enunciato all’interno di un discorso che è apparso decisamente disomogeneo, i cui punti erano slegati tra loro. C’è da dire però che Bartolucci è al suo esordio nel quadro politico ciampinese, quadro che è forse uno tra i più difficili dell’intera zona; è dunque accettabile una certa titubanza che siamo sicuri sparirà con l’accumulo di esperienza. A dimostrazione di ciò il fatto che già dal secondo intervento non sono mancati gli attacchi diretti agli altri candidati, come a Testa sul tema del PRINT di Ciampino2 (un progetto che a dire di Bartolucci non è utile ai cittadini ma serve solamente a nascondere 62 abusi edilizi) o a Boccali e Sisti, accusati di voler anteporre il profitto ricavabile dall’aeroporto alla salute dei cittadini. Bartolucci ha poi chiuso nel terzo intervento facendo appello ai cittadini, promettendogli che in caso di elezione tra cinque anni potranno dire ai 5 Stelle “grazie, avete fatto un ottimo lavoro”.

GIOVANNI TERZULLI
Giovanni Terzulli aveva un compito non facile: convincere i presenti della sua buona fede. Non ce ne voglia Terzulli, ma i fatti del PD ciampinese li conosciamo tutti; tentare di sostituire un sindaco che è restato in carica solo per un anno e mezzo e che poi si è fatto eleggere in Regione non è un’impresa facile, perché ci sono da convincere tutte quelle persone che sono rimaste deluse dal comportamento di Simone Lupi. Se Terzulli sia riuscito o meno in questa impresa probabilmente lo sapremo solo dopo le elezioni. Pur trovandosi inevitabilmente al centro degli attacchi degli altri candidati, si è comunque battuto bene, ha risposto per le rime e, talvolta, ha sferrato il gancio decisivo. Alle provocazioni di Boccali ha risposto affermando che quest’ultimo aveva voluto fortemente quest’iniziativa perché non aveva mai avuto l’occasione di strillare dinanzi a così tanta gente; a Bartolucci ha risposto sulle inesattezze riguardo le aziende partecipate, a Porchetta sugli asili nido, accusandolo di voler fare solo uno spot elettorale. E infine ha risposto a Testa, l’antagonista per eccellenza del PD, che aveva rimarcato l’episodio di Lupi; Terzulli ha evidenziato che Lupi è sì criticabile, ma non da chi negli ultimi anni si è candidato a qualsivoglia elezione. Insomma la parlantina spedita e la prontezza di riflessi sono sembrati non mancare al candidato democratico.

MAURO TESTA
Se la veloce parlantina ha contraddistinto il discorso di Terzulli, esattamente l’opposto possiamo dire per Testa. L’ex vice sindaco nella prima fase del dibattito ha dato prova di grande sicurezza nei propri mezzi e grande calma, tessendo un discorso ben articolato e logico nel suo susseguirsi. Ha parlato di un programma (il suo) fatto dai cittadini, i cui punti sono tutti indissolubilmente legati tra loro e parte di un progetto comune. Nella seconda parte si è poi lasciato andare la mano, rispondendo colpo su colpo alle critiche mosse dagli altri candidati, una su tutte l’aver fatto parte dell’amministrazione uscente e nonostante tutto non aver portato avanti quei punti programmatici che invece erano nelle sue possibilità. Testa ha poi concluso chiedendo ai cittadini di votarlo perché il suo è un programma politico fattibile e la campagna elettorale non è stata fatta con l’intervento dei grandi sponsor politici, ma fianco a fianco con i cittadini stessi.

IVAN BOCCALI
Che qualcuno tra i candidati avesse potuto sparigliare le carte in tavola ne eravamo tutti consapevoli. Bisognava solo scommettere su Boccali o Porchetta. Nel dubbio, ci hanno pensato entrambi. A Boccali, per questioni burocratiche legate al sorteggio, è toccato per primo. Il candidato di Gente Libera ha sin da subito alzato i toni del confronto, auspicando che la claque sarebbe stata forte anche per lui come per i candidati precedenti. La requisitoria è poi continuata con una provocazione a Terzulli, reo secondo Boccali di essersi definito orgoglioso di Ciampino, città che invece secondo lui è decisamente brutta e triste; e poi ancora le accuse sono continuate riguardo il fatto che in data odierna hanno riasfaltato le strade a Ciampino, e questo rientrerebbe in una mera manovra elettorale; oppure ancora il richiamo ad una politica nuova che può essere fatta solo da chi non ha amministrato la città ma ha avuto modo di capire come funziona la macchina amministrativa. Infine Boccali ha invitato gli elettori a votarlo perché la sua lista è composta da gente nuova e motivata. Gente disposta a cambiare davvero le cose a Ciampino.

ALESSANDRO PORCHETTA
Alzare il tiro arrivando dopo Boccali non sarebbe stato facile per nessuno. Ma le imprese impossibili sono il pane quotidiano del candidato sindaco di Città In Comune, piccola lista che niente ha a che vedere con le grandi corazzate elettorali degli altri candidati. E così Porchetta è riuscito nell’intento di aggredire e incalzare gli altri candidati sulle questioni a lui più care, come la mala gestione dei beni comuni e la mala amministrazione, di cui a suo parere sono responsabili sia la maggioranza (all’epoca composta da Terzulli-Testa-Sisti) che l’opposizione (con Boccali). Porchetta non ha risparmiato nessuno, e ha poi incentrato il suo discorso sul bisogno di portare la politica nelle strade, in mezzo alla gente, uscendo così da una logica speculativa e affaristica propria del palazzo; ha poi ricordato l’importanza del legame tra politica locale e europea, perché solo partendo dal comune è possibile cambiare un intero sistema politica che ad oggi chiede solamente sacrifici ai lavoratori, ai precari, ecc (in quest’ottica ha anche annunciato l’eventuale disobbedienza al patto di stabilità, scatenando l’indignazione e la reprimenda di Mauro Testa).

GABRIELLA SISTI
L’unica donna candidata a queste elezioni (con NCD e UDC) è sembrata "unica" in toto. Nel dibattito tra candidati la Sisti non è voluta entrare limitandosi, con fare sicuro e cadenzato, all’esporre il suo programma punto per punto. Il fervore certamente non le è mancato, ma si è concentrato, perlopiù nel riportare esattamente i punti del programma. Momento di sussulto quello in cui un arzillo signore dalla platea è intervenuto accusando la Sisti di non conoscere i dati sull’aeroporto, dal momento che questa stava sostenendo che l’aumento di malattie non è dovuto ai troppi voli (e niente di meno ci saremmo aspettati da una candidata sostenuta dalla lista “Ciampino Città del Volo”). Comunque la Sisti ha chiuso dicendo di votare per lei in quanto donna, in quanto promotrice di politiche sociali e in quanto dotata di una grande esperienza sovracomunale.

UN EVENTO DA RIPETERE?
A chi noterà che nel resoconto mancano i punti di programma esposti dai vari candidati diciamo di andare a leggere le interviste già pubblicate da questo giornale: nulla di più è stato detto oggi nel confronto; ciò che c’era in meno è stato invece riportato.
Ultima considerazione: la sala era gremita di gente. Come ha fatto giustamente però notare anche Boccali la sensazione è che ci fosse una grande presenza di claque. L’evento è stato dunque abbastanza interessante, ma l’impressione è che tra i presenti ci fossero davvero pochi indecisi (spettatori a cui l’evento era dedicato) e molti habitué dei salotti politici nostrani. Al lettore lasciamo le considerazioni sull’eventuale bisogno di ripetere un tale evento.

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CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO MARCO BARTOLUCCI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Marco Bartolucci ci ha concesso quest’intervista a due settimane dal fatidico voto. Per dovere di cronaca dobbiamo sottolineare che Bartolucci si è presentato all’intervista con Elisa Zitoli, la responsabile dell’Ufficio Stampa. Le osservazioni della Zitoli sono riportate laddove leggerete il suo nome.
 

Innanzitutto volevo chiederle, quali sono le motivazioni che l’hanno spinta prima ad entrare nel Movimento 5 Stelle, poi a candidarsi sindaco.
Sono entrato nel Movimento 5 Stelle perché la politica negli ultimi anni ha lasciato molto a desiderare, ormai è distaccata dai cittadini; così ,dopo un breve periodo di disaffezionamento dalla politica, quattro anni fa ho conosciuto e ho cominciato a frequentare il Movimento, seguendo il forum e partecipando al “Cozza Day”. Ho poi cercato un Meet Up qua intorno, e ho trovato quello fondato da Marilena Checchi; tempo un mese mi sono aggregato. Poi ci sono stati due anni di lavoro, chiacchiere con i cittadini, tavoli di lavoro, ed è arrivata la votazione per i candidati. Sai che non esiste autocandidatura all’interno del Movimento, quindi io non mi sono autocandidato, perché potenzialmente tutti gli attivisti sono candidabili. All’interno del nostro gruppo gli attivisti (che sono una trentina) hanno votato, e chi ha ricevuto più voti è stato scelto come candidato sindaco. Dal più votato al meno votato abbiamo poi creato la lista in quell’ordine. Dal risultato delle votazioni sono risultato il primo della lista, così, dopo un periodo di riflessione, mi sono convinto ed ora sono qui.
 

Come Movimento a Ciampino siete una realtà abbastanza nuova; escludendo le Regionali del 2011 non avete avuto altri banchi di prova. Pensa che l’essere una realtà nuova sarà un vantaggio o uno svantaggio?
Probabilmente un vantaggio, perché essendo una novità non possiamo essere giudicati per quello che abbiamo (o meglio non abbiamo) fatto. Noi rappresentiamo un punto di rottura con il tipo di politica di stampo clientelistico che affligge soprattutto le realtà locali e puntiamo sulla riappropriazione da parte dei cittadini della ''cosa pubblica'', tema su cui fondiamo le nostre linee guida. Alcuni ci daranno fiducia per quanto fatto sul territorio finora, altri forse per protesta, ma il nostro intento è dimostrare che vogliamo e possiamo rappresentare un'alternativa concreta.
 

A Ciampino però gli altri partiti sono particolarmente radicati; qual è la fetta di elettorato che pensate di “catturare”?
Sicuramente il voto dell’elettorato scontento, dell’elettorato disaffezionato, e i voti di protesta. Ma c’è anche una parte dell’elettorato che ci conosce, si fida di noi, e vuole uscire da un sistema politica ormai viziato e che non riesce a sopperire alle necessità del territorio.
 

L’appunto che si fa più spesso al Movimento 5 Stelle è che coinvolge gente che non ha abbastanza esperienza o preparazione. Cosa vuole dire a chi pensa questo?
A chi dice che non siamo preparati diciamo che sappiamo imparare molto in fretta e, soprattutto, non siamo poi così impreparati come credono.
Elisa Zitoli: vorrei ricordare il fatto che al momento siamo l’unica lista che ha già indicato l’eventuale giunta e ha selezionato per merito gli assessori, gente competente e preparata nel settore.
 

Però ci sono altri candidati oltre agli eventuali assessori per i quali non si potrebbe fare lo stesso discorso…
Partiamo dal presupposto che il sindaco e i consiglieri devono dare un indirizzo politico al governo della città, quindi non parliamo di competenze amministrative, che invece spettano al personale amministrativo. Di conseguenza è giusto che il sindaco abbia capacità amministrative ma non è necessario che sia un esperto di diritto amministrativo.
Elisa Zitoli: se permettete io vorrei essere provocatoria, e pensare a quanto l’esperienza in questi anni passati sia stata effettivamente presente all’interno dell’amministrazione. Detto questo, noi come movimento contiamo sul gruppo e sul lavoro di squadra, e questo può sopperire ad eventuali mancanze individuali.
 

Passando al programma, cosa ci dice a proposito del problema delle Aree 167 e del vincolo posto nella zona di Via Mura dei Francesi?
La 167 è un problema che è stato causato dall’amministrazione precedente, amministrazione che non avrebbe mai dovuto destinare la suddetta zona alla 167, come dimostrato dal vincolo posto in seguito ai ritrovamenti. C’è una mappa di rischio archeologico chiarissima che riportava già prima degli scavi il rischio della zona. Premesso questo, la questione non è semplice perché noi non conosciamo nello specifico i contratti sottoscritti dalle cooperative, quindi ci sono delle valutazioni da fare perché bisognerebbe prima conoscere gli eventuali indennizzi. Noi comunque come Movimento siamo per “Zero cemento”.
 

Farete dunque richiesta per annullare il ricorso contro il vincolo?
Certamente, il vincolo deve rimanere perché quella è una zona di grande valore storico e paesaggistico. Per noi la destinazione ottimale della zona è quella del Parco ipotizzato dall’associazione Ciampino Bene Comune. Quindi non pensate alla delocalizzazione della zona…È da valutare. Noi siamo per “Zero cemento”, bisogna però vedere le carte, perché se l’amministrazione dovesse esporsi ad una causa che la porterebbe al tracollo finanziario allora forse… mettiamola così, noi cerchiamo di evitare il peggio cercando di tutelare il cittadino dal punto di vista abitativo ma anche ambientale e culturale.

A proposito deL tema della sicurezza?
Noi dati oggettivi non ne abbiamo. Abbiamo fatto un’indagine presso il comandante dei vigili e il comando dei carabinieri, e non è stato evidenziato alcun aumento della criminalità.
Scusi se l’interrompo, ma ho posto la stessa domanda al candidato Ivan Boccali e mi ha detto esattamente l’opposto, e cioè che i vigili gli hanno confermato un aumento della microcriminalità. Dunque la verità qual è? Vi hanno lasciato un qualche documento che testimoni quanto detto?
Si sono rifiutati di lasciarci un report, una documentazione; i dati che ci hanno riferito sono stati concessi in via informale. Va bene, torniamo alla domanda. Generalmente il problema della sicurezza è associato al campo nomadi. Secondo noi la strada migliore da seguire è quella di cercare l’integrazione; gli aspetti sociali del problema della sicurezza ovviamente vanno cercati nelle opportunità che hanno questi individui di avere una vita normale; nella condizioni attuali è più facile delinquere. Si potrebbe pensare di coinvolgere queste persone nelle dinamiche sociali grazie alle loro peculiarità, in attività che possono essere utili per Ciampino. 

 

Nello specifico, sul campo nomadi?                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Noi non abbiamo possibilità di intervento, in quanto il territorio è del comune di Roma. Noi possiamo intensificare i controlli e verificare che le attività all’interno del campo siano lecite. Infatti, noi quello che possiamo dire è: cerchiamo di conoscere e collaborare con queste etnie, magari offrendogli anche i servizi comunali a pagamento. Ci sono dei progetti di reintegro di queste etnie che potremmo attuare; in sostanza però il problema del Campo resta sotto la responsabilità di Roma. Elisa Zitoli: del problema del campo se ne sta già occupando il Settimo Municipio; comunque il nostro programma sulle politiche sociali è molto legato alla sicurezza.

Riguardo l’aeroporto.
Noi ci siamo già mossi e abbiamo fatto molta sensibilizzazione per fare in modo che il comune di Ciampino respingesse il piano di rientro di ADR nei tempi previsti. Il nostro obiettivo è far rientrare nella norma, cioè nelle soglie previste, l’impatto acustico (stimato in 60 volti giornalieri). Quello che possiamo fare è cercare di aprire un tavolo in Regione per poi arrivare al Ministero dei Trasporti, per ridimensionare il numero dei voli; quando si tratta di salute pubblica questo è il minimo indispensabile.


Le aziende municipalizzate locali non attraversano un periodo “florido”. Come pensate di intervenire?
Noi abbiamo avuto un incontro con l’attuale assessore al bilancio Giovanni Terzulli e con l’amministratore unico di AMBIENTE De Stefano. Avevamo chiesto anche un incontro con l’amministratore unico dell’ASP ma non ci è stato concesso. Comunque nessuno ci ha fornito dati oggettivi. Terzulli ha detto che AMBIENTE sta in buone condizioni, e De Stefano ce lo ha confermato. Che dire, noi ci dobbiamo fidare. Da quello che sappiamo l’azienda sta sul mercato in diversi comuni, e ha un bilancio, dicono, in ordine. Certo è invece che ASP ha un buco dovuto, così dicono, alla gestione delle farmacie, e questo mi sembra strano, però ripeto non abbiamo dati oggettivi. Sicuramente non gioca a favore dell’azienda il fatto che abbia perso la gestione dei parcometri, attività in positivo che ha tolto molte risorse ad ASP. Noi cercheremo di reintegrare i servizi di base (gestione strisce blu, gestione asili nido) assegnandoli ad ASP, diminuendo poi la spesa perché probabilmente si spende un po’ troppo in alcuni settori. Bisogna poi rivedere la dirigenza e riportare il tutto sotto un'unica gestione che deve essere diretta esclusivamente dal comune.


Ultima domanda: qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il primo atto dell’amministrazione Bartolucci? Non dico il più importante, ma il primo da cui si potrebbe partire già all’indomani dell’insediamento.
Noi vogliamo portare la trasparenza e la partecipazione all’interno della città; la situazione attuale della politica deriva da un disaffezionamento del cittadino che invece deve essere più presente e a conoscenza dei processi decisionali dell’amministrazione. E quindi diverse misure come l’accesso alle commissioni permanenti, la possibilità di chiedere interrogazioni comunali da parte delle associazioni, la diretta streaming dei consigli comunali; tutte misure a costo zero che si potrebbero attuare sin da subito.

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CIAMPINO ELEZIONI: DA CIAMPINO ALL'EUROPA, MEDICI E AULETTA PER ALESSANDRO PORCHETTA SINDACO

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Un venerdì pomeriggio decisamente assolato ha fatto da cornice all’assemblea della lista Città In Comune tenutasi in Via Fratelli Wright, a Ciampino. Il parco Piccolo Principe, adornato con striscioni e bandiere, ha accolto le testimonianze di Ciccio Auletta, consigliere comunale di Pisa per la lista Una Città In Comune, e di Sandro Medici, ex presidente del X municipio di Roma e oggi candidato alle europee con L’Altra Europa con Tsipras.

“Se ce lo chiede l’Europa, noi rispondiamo NO”. Questo il nome dato all’evento, e a spiegarlo ci ha pensato Alessandro Tonucci, segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Ciampino, che ha chiarito come il titolo si riferisse non all’antieuropeismo ma alla campagna promossa nella penultima legislatura da Mario Monti, il quale operava in Italia giustificando i suoi atti con “perché ce lo chiede l’Europa”.
Dopo Tonucci è poi intervenuto Auletta, che ha sottolineato quanto fosse significativo fare l’assemblea dinanzi l’asilo Girasole, ossia quello interessato dal processo di privatizzazione; ha ricordato come anche a Pisa è in atto lo stesso tipo di processo volto all’esternalizzazione e che quindi anche loro stanno battagliando per far rimanere pubblici gli asili; allo stesso modo Auletta ha poi riportato l’esempio del comune di Napoli, dove anche De Magistris ha annunciato che non rispetterà il Patto di Stabilità. Il consigliere pisano ha poi parlato più concretamente dell’esperienza elettorale della lista di Porchetta e compagni, definendola una lista in minoranza ma non minoritaria, che resta comunque un’ottima espressione di collettività. Auletta ha poi concluso affermando che è importantissimo rimettere al centro di qualsiasi progetto politico l’idea di cooperazione tra territori e non di competizione; in quest’ottica rientra la Rete di Città In Comune che si sta sviluppando in tutta Italia e che, rifiutando logiche speculative o di compromesso, vuole ripartire dalla città perché solo così è possibile costruire anche un’altra Europa.

Un discorso più incentrato sull’Europa è stato invece quello di Sandro Medici, che ha attaccato l’ente sovranazionale definendolo “cameriere delle lobby”, dal momento che le privatizzazioni che stanno avvenendo in tutta Italia (ad esempio con l’aeroporto di Pisa) sono il risultato delle logiche del grande capitalismo mondiale, capitalismo che ad oggi si trova in crisi e che, non sapendo come uscire fuori da questa situazione di stallo in cui ha accumulato finanza e moneta, procede con le privatizzazioni così da poter investire un capitale che altrimenti sarebbe immobile; le amministrazioni comunali, in quest’ottica, non sono altro che il “facilitatore” delle imprese di mercato, che così trovano uno sbocco per risolvere la crisi. Le soluzioni a questa situazione, secondo Medici, sono due: arrendersi e arrangiarsi, oppure fare la lotta di classe. Quello che queste liste di sinistra – liste che rappresentano la vera sinistra, non quella che va nei salotti televisivi – tentano di fare è la seconda opzione. E dunque queste battaglie sono il tentativo della nuova sinistra di adattarsi alla nuova realtà: la nuova sinistra non deve aver paura della rappresentanza istituzionale, ma deve usarla per dimostrare quali alternative pratiche di governo ci sono.

A concludere l’assemblea ci ha pensato il candidato sindaco Alessandro Porchetta che ha evidenziato quanto sia importante e imprescindibile intrecciare la politica locale con quella europea, perché quest’ultima ha troppo spesso influenzato l’altra; bisogna quindi dire no a quelle politiche economiche che gravano sui cittadini (patto di stabilità) senza aver paura di disobbedire all’Europa. 




CIAMPINO ELEZIONI:"CAMBIARE CIAMPINO" CON MAURO TESTA PREME SUL CITY LAB E CRITICA TERZULLI

Redazione

Ciampino (RM) – Come Cambiare Ciampino, lista che sostiene Mauro Testa, il candidato del “Partito Socialista Italiano”, abbiamo in questi giorni fatto presenti con vari mezzi i problemi che attanagliano la Città. Ci siamo attivati per proporre anche delle soluzioni. Abbiamo proposto il City Lab per dare una nuova spinta competente. Tra queste innovazioni di governance abbiamo proposto anche i garanti del programma per cercare di far si che le promesse pre-elettorali diventino possibilmente realtà . 

Non siamo polemisti di professione e non scenderemo mai in attacchi personali nei confronti dei candidati e cercheremo sempre il dialogo.
Lo abbiamo fatto anche con il PD Ciampinese e attendiamo ancora risposte per poter discutere apertamente dei problemi della Città'. Alla nostra richiesta di confronto costruttivo non sono arrivate risposte almeno per ora.
Una cosa però 'la dobbiamo dire: a noi il candidato sindaco con i “tutor” non ci sembra una bella immagine. Vediamo spesso foto di Terzulli con Renzi. Terzulli con Zingaretti, Terzulli con Bettini. Insomma un candidato sindaco con il “tutor”.
Capiamo ovviamente l'inesperienza e la voglia di essere consigliato, però immaginiamo che la città preferisca un sindaco: intellettualmente vivace, autonomo, brillante e strutturato e di grande esperienza con la capacità 'di dialogare con tutti e soprattutto con la capacità di saper governare il presente e di immaginare il futuro.
Il dialogo e la presenza vicino ai leader e a i “tutor” sarebbe stata invece importante quando si dovevano presentare i progetti comunitari che a Ciampino non sono mai arrivati. Invece nulla di tutto questo e ora Ciampino è rimasta al palo mettendo in gioco il suo futuro. 




CIAMPINO ELEZIONI: ARRIVA NICOLA ZINGARETTI A SOSTEGNO DI TERZULLI SINDACO

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Nell’album delle figurine di Giovanni Terzulli da oggi pomeriggio è presente un altro pezzo da novanta, una di quelle figurine che in tempi di collezionismo avremmo definito come “brillante”. Dopo Renzi (la cui foto con Terzulli è fruibile in rete) è infatti oggi toccato al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti finire nell’album dei ricordi del candidato sindaco del Partito Democratico ciampinese. Su un pulpito posto in via 4 novembre, dinanzi la sala consiliare Pietro Nenni, i due si sono dati il cambio in staffetta, arringando la folla intervenuta massicciamente (non meno di duecento presenti) con un discorso fatto sì di propaganda ma anche di proposte concrete, realizzate e realizzabili. Terzulli, intervenuto per primo, ha ribadito con orgoglio l’appartenenza al PD e l’unità ritrovata dopo le primarie; rivolgendo poi l’attenzione più verso le elezioni ha chiesto agli arringati la fiducia per il suo progetto politico, un progetto che ha alla base l’intenzione di cambiare Ciampino in meglio, facendogli fare quel “salto di qualità di cui ha bisogno”. In quest’ottica rientra la richiesta esplicita fatta al Presidente Zingaretti di un aiuto da parte della Regione per costruire il sottopasso per la stazione di Casabianca (in Via dei Laghi) in virtù di quella prossimità che andrà a crearsi tra Comune e Regione dopo l’abolizione delle Province. 

Dopo il candidato PD è quindi intervenuto Nicola Zingaretti che con il suo intervento ha voluto spronare la cittadinanza a votare Terzulli, in quanto rappresenterebbe a suo dire un buon esempio di amministrazione comunale così come Zingaretti stesso rappresenta un buon esempio di amministrazione regionale. Il seguito dell’intervento è difatti servito al Presidente per chiarire quelli che sono stati i grandi cambiamenti in Regione in seguito alla sua nomina; così ha via via snocciolato una serie di dati relativi al buongoverno della Regione in quest’ultimo anno, da quando cioè il centro sinistra governa. E quindi ha parlato, rivolgendosi a “grilli e grillini”, del fatto che per la campagna elettorale non gira con l’auto blu ma con una “Cinquecento privata”; ha ricordato come in Italia sia cresciuta la disuguaglianza a causa di politiche sbagliate (con riferimento ai governi di destra), marcando l’attenzione sul fatto che una buona politica nasce nel locale; ha sottolineato che arrivato in Regione ha trovato una situazione disastrata che pian piano sta tornando in ordine grazie all’amministrazione subentrata nell’ultimo anno. E poi ancora, grazie al centro sinistra ora i pagamenti dalla Regione alle aziende sono più rapidi, le borse di studio sono assegnate e pagate nel giro di un anno e tante altre misure, come 26 nuovi treni per F.S. e nuovi mezzi ecosostenibili per il COTRAL.

Insomma, se non avessimo saputo che Zingaretti era presente per Terzulli si sarebbe potuto tranquillamente pensare che il suo fosse un intervento propagandistico autoreferenziale, tanto che ad un certo punto del discorso ha dovuto sottolineare che il candidato non era lui, e che tutti quei racconti servivano a dimostrare che un’agenda di governo ambiziosa può realmente cambiare le cose. Zingaretti ha poi accolto l’invito di Terzulli riguardo l’aiuto regionale per il lavoro del sottopasso di Casabianca, lavoro per il quale servono 5 milioni di euro, soldi che a dire del Presidente verranno sicuramente trovati all’interno dei 3 miliardi e mezzo a disposizione della Regione. Il comizio si è dunque concluso con una promessa, promessa che chissà se i cittadini presenti ricorderanno in caso di non adempimento. Ma soprattutto, chissà se questa promessa prescinde o meno dall’elezione del candidato Terzulli: in fin dei conti la Regione dovrebbe essere un ente di tutti, e non solo di un partito.




CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO GIOVANNI TERZULLI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – In questa quarta tappa del nostro cammino di avvicinamento alle elezioni amministrative a Ciampino del 25 maggio siamo andati ad intervistare Giovanni Terzulli, il candidato sindaco del PD, di SEL-Tutta un'altra storia, dell’Italia dei Valori, de La città che vorrei e di Ciampino guarda avanti.

La prima domanda è di carattere personale. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi sindaco (e quindi alle primarie) soprattutto alla luce del fatto che il PD ciampinese è in una situazione molto complicata, e che quindi lei avrà gli occhi puntati addosso forse più degli altri candidati.
Quello che mi ha spinto a candidarmi è la passione per la politica che credo debba essere l’unico motivo che dovrebbe portare una persona a candidarsi per la sua Città. Nessun altro scopo, tanto meno il mero guadagno economico. Poi la gente osserva e sa riconoscere chi lo fa davvero per passione e chi no. Rispetto agli occhi puntati addosso credo che sia un discorso valido per tutti quelli che vogliono fare il sindaco o il politico in generale. E’ vero che il Partito Democratico ha vissuto un momento difficile, ma le primarie hanno determinato la linea politica maggioritaria, dove ognuno ha le proprie responsabilità. Non mi sento quindi più responsabile degli altri, perché chiunque si presenta ha le mie stesse responsabilità. Certo è che il PD è un grande contenitore la cui gestione non è semplicissima. Quando si è in tanti mettere tutti d’accordo è molto difficile; l’importante però è che la maggioranza rispetti sempre la minoranza e viceversa.

A proposito delle primarie. Perché pensa che la gente abbia preferito Lei a Rugghia?
Ah, questa è una bella domanda, perché le interpretazioni che si possono dare ora che le primarie si sono concluse sono molte. Da un lato io partivo da una posizione svantaggiata, perché Tonino era sicuramente più conosciuto di me e con lui c’era una parte del partito, SEL e altri movimenti; di contro io avevo a sostegno la maggioranza PD. Ad ogni modo penso che alla fine in città abbia prevalso quell’idea di rinnovamento e concretezza che Renzi sta portando a livello nazionale, e quindi su l’onda di quel cambiamento hanno individuato più in me che in Tonino la persona che potesse incarnare questo momento politico e storico.

Sempre a proposito delle primarie. Sono state un momento delicato a livello di partito, avete rischiato di compromettere l’unità. Ora l’unità sembra che sia stata ristabilita. Certo è che fa strano vedere che Rugghia non ci stia mettendo il volto in questa campagna… (Rugghia non è candidato al consiglio comunale, ndr)
In realtà non è vero che non ci mette il volto, perché ha fatto una lista con una parte di persone insieme a SEL, in cui compare il simbolo che ha portato per le primarie. Ha indicato alcune candidature all’interno del PD, ha partecipato all’apertura della mia campagna elettorale, sta facendo con me campagna elettorale. Ad essere sincero non l’avrei visto come candidato al Consiglio dopo essere stato deputato, sindaco, e aver fatto parte del consiglio provinciale: per lui non mi sarebbe sembrato il massimo. Ciò non toglie che un domani potrà comunque far parte della squadra di governo della città con ruoli diversi, sempre che lo voglia fare.

Quindi l’unità del partito è realmente ristabilita? Anche se ci sono alcuni ex consiglieri come Fiorini e Sudano che non si sono presentati con il PD?
Si, assolutamente. Nello specifico, loro sostengono me in questa campagna, sono al mio fianco, mi ci sento anche molto spesso. Chiaro che le primarie sono state dure e toste da un punto di vista anche emotivo. Questa è stata la prima volta che ci sono state primarie vere a Ciampino, il cui risultato è stato incerto fino al giorno prima. È stata una situazione difficile, ma alla fine abbiamo dimostrato che il PD è fatto da persone davvero democratiche che rispettano il risultato delle urne, qualunque esso sia.

Avvicinandoci più al tema delle elezioni. Nel 2011 la coalizione del centro sinistra era molto più ampia e comprendeva anche persone che oggi concorrono autonomamente al carica di sindaco (penso a Sisti e Testa). Crede che questo per voi sarà uno svantaggio in termini di voti?
Difficilmente vinceremo col 60% delle preferenze, perché comunque questi tre anni hanno lasciato uno strascico nella città e perché sicuramente la compagine di sinistra ha perso alcune persone. Però è vero anche che Ciampino è storicamente di centro sinistra, e quindi difficilmente sarà portata a votare candidati che non fanno parte di questa area. In particolare sono sicuro che lo farà in modo maggioritario nei miei confronti. Penso che noi siamo l’unico progetto credibile che si presenta a governare questa città; lo abbiamo dimostrato più volte esprimendo in più occasioni una capacità di buon governo di Ciampino. Viste le ultime vicende politiche siamo un po’ arrugginiti ma la capacità del centro sinistra è sempre stata quella di sapersi rinnovare. Anche se ci sono diversi volti noti tra i nostri candidati comunque abbiamo la maggior parte delle persone candidate che sono alla prima o alla seconda esperienza; abbiamo presentato solo due candidati con più di dieci anni di consiglio comunale alle spalle. Quindi comunque la classe politica si è saputa rinnovare. Io stesso ho 34 anni, non ho un’esperienza politica così di lungo corso. Sono nato politicamente nei DS, sono stato il primo segretario del Partito Democratico di Ciampino, sono stato consigliere e assessore, ma non vengo dal Partito Comunista o da Democrazia Cristiana come molti altri. Questo, a mio avviso, è già un indice di rinnovamento che segue l’esempio della classe politica dirigente del Paese.

Passiamo al programma. Le domande che sto facendo anche agli altri candidati sono incentrate su quattro temi fondamentali. Come vi ponete voi rispetto alla questione dell’aeroporto, della sicurezza, delle aree municipalizzate e delle aree 167.
Sull’aeroporto dico una cosa molto semplice. Sono stati fatti studi che hanno indicato un numero massimo di voli o comunque una quantità massima di rumore che può essere prodotto da quest’aeroporto. Detto questo io farò tutte le battaglie necessarie affinché vengano rispettati questi limiti. Ovvio che l’obiettivo principale è la riduzione dei voli, ma a me interessa che venga raggiunto il risultato, quindi va bene anche un piano misto che rispetti sia la riduzione dei voli che l’impatto acustico, purché venga rispettata la legge. La nostra capacità dovrà poi essere quella di attrarre le risorse che arrivano dall’aeroporto. Noi dobbiamo cercare di diventare un polo d’attrazione come tutti gli aeroporti low cost d’Europa, un posto dove le persone arrivano, si fermano e dormono per poi muoversi solo in un secondo momento verso Roma o i Castelli.

Parliamo della sicurezza.
Durante la stesura del programma di coalizione mi dicevano che la sicurezza non era un argomento di sinistra, ma io ho sempre ribadito che la sicurezza non è un argomento solo di sinistra o di destra: è un argomento di tutti, la differenza sta nel come si affronta il problema, e non nel negarlo. La sicurezza non è un tema solo comunale; al comune spetta una parte, ma la sicurezza viene gestita a livello territoriale dai Carabinieri e dalla Polizia. A Ciampino abbiamo un corpo di polizia importante, e col comune possiamo (all’interno del progetto di smart city) installare telecamere nei punti nevralgici delle città, telecamere che fungano da deterrente per atti criminosi e vandalici, ma anche da strumento per l’attività giudiziaria per l’individuazione dei responsabili. Inoltre la polizia sta già facendo una serie d’azioni di difesa e di controllo del territorio. Ovvio che tutto il quadrante sud della capitale sta vivendo una situazione complicata, e su questa dovremo rapportarci con la questura.

Riguardo il campo de La Barbuta invece?
Io ne faccio una questione legata alla situazione che vivono le persone lì all’interno. Là c’è un campo regolare e uno abusivo pari a quello regolare; io non ci farei crescere non solo i miei figli, ma i figli di nessuno. Non è sicuramente il luogo più idoneo per trascorrere la propria vita. Purtroppo il comune di Roma negli ultimi anni, soprattutto con la giunta Alemanno, ha adottato una politica che è stata quella di spostare ai margini della Capitale i problemi della città. Quello però è un territorio di Roma difficilmente gestibile dalla polizia dell’ex decimo municipio, perché comunque è legato male con Roma e presenta difficoltà di gestione. C’è poi un problema legato ai tagli a Roma Capitale, nei quali dovrebbe rientrare la sorveglianza nei cosiddetti “villaggi della solidarietà”, ma questo purtroppo non dipende solo da noi.

Parliamo delle aziende municipalizzate.
Quello delle municipalizzate è un argomento che conosco molto bene. Noi vogliamo creare un’Azienda Speciale per tutto ciò che è servizio pubblico locale e servizio sociosanitario, dove far confluire tutti i servizi gestiti dall’ASP ma anche altri, in modo da poterli gestire in modo più proficuo rispetto a come sono gestiti adesso (ad esempio il servizio cimiteriale). L’Azienda che nasce da zero e che, per costituzione, è una costola del Comune, ha l’obbligo del pareggio di bilancio e quindi una gestione più diretta. Per quel che riguarda il settore farmaceutico noi dobbiamo andare a lavorare su quelle farmacie che ad oggi sono in perdita, farmacie che sono anche fuori dal comune di Ciampino. Se queste farmacie non fanno profitti dobbiamo agire come azienda privata e tagliare i rami secchi. Posso capire che da un punto di vista occupazionale dovremo parlare con i comuni perché non è nostra intenzione andare a fare macelleria sociale. Però noi partiamo dal presupposto che l’ASP è di Ciampino; se apre una farmacia fuori Ciampino ci lavoreranno persone che non sono ciampinesi. Mettiamo il caso che a fine anno la farmacia abbia bilancio negativo. Noi come comune ci rimettiamo in termini economici e di bilancio. Questi costi ricadono sui cittadini di Ciampino, e questo non ce lo possiamo più permettere. AMBIENTE è invece un altro capitolo. È una società che oggi gestisce un area vasta di comuni, ma credo che debba invertire il processo, non partecipando più soltanto alle gare, ma tornando anche agli affidamenti da parte dei comuni. Il comune di Ciampino è l’unico proprietario dell’azienda, e ritengo che questo sia un limite per la società. In fondo, una società che fa solo servizio è destinata a morire nel breve e lungo periodo (ad esempio, se faccio gare sempre al ribasso nonostante il prezzo del lavoro sia alto, inevitabilmente vado a perdere).

Auspica quindi l’ingresso di qualche privato nella società?
Non l’ingresso di un privato, ma di partner pubblici. Noi serviamo attualmente Ciampino ma anche altri comuni, e a questi comuni (o anche alla Regione) chiediamo che entrino nel capitale della società, oppure ad aziende comunque pubbliche che possano partecipare al capitale sociale di ambiente e a dargli una capacità di operare che oggi è limitata.

Aree 167.
Le aree 167 vengono da un piano regolatore del ‘98. L’area 167 non è una scelta, ma un obbligo del piano. Ci sono attualmente due aree a stato avanzato (Colle Oliva e Marcandreola) e c’è poi l’area 167 di Via Mura dei Francesi. Io sono per il rispetto di quello che ci viene detto a livello sovracomunale. Se la sovrintendenza dice che quell’area è sottoposta a vincolo, noi siamo portati a rispettare il vincolo e a cercare un’alternativa per le cooperative che hanno ormai acquisito un diritto partecipando al bando.

E’ già stata fatta richiesta affinché il vincolo venga rimosso. Mi sembra di capire che lei eventualmente continuerebbe su questa strada.
Io ho un parere diverso da molti, e dico che il ricorso andava fatto da un punto di vista della battaglia “legale” per tutelare l’ente, dopodiché io però vorrei arrivare ad una trattativa con le cooperative affinché si possa trovare una soluzione soddisfacente per tutti quanti senza chiedere risarcimenti milionari al comune, potendo fornire nuove aree a disposizione per la costruzione, quindi delocalizzando le 167 in una nuova area.

Ultima domanda. Qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il primo atto della sua amministrazione?
Secondo me l’amministrazione intesa come macchina amministrativa del comune ha bisogno di una profonda riorganizzazione. Dobbiamo quindi innanzitutto riorganizzare il nostro comune, ma poi lavorare anche contemporaneamente sul dare risposte ai cittadini in termini di gestione ordinaria, come decoro urbano, spazi verdi, strade e cimitero.




CIAMPINO: LOREM IPSUM ED ELEZIONI AMMINISTRATIVE

di Daniele Rizzo
Ciampino (RM)
– Lo scorso sabato mattina il caporedattore de l’Osservatore d’Italia mi ha chiesto un resoconto delle liste ammesse alle prossime elezioni del 25 maggio a Ciampino.
Niente di più facile, ho pensato io. Evidentemente mi sbagliavo. Dopo un rapido giro sul web ho capito che il compito sarebbe stato più arduo del previsto, data la totale assenza sul sito del Comune di Ciampino delle liste. Ho pensato quindi di cercare le varie liste singolarmente, confidando nel fatto che avessero almeno un sito internet. Mi sono detto, è mai possibile che nel 2014 le liste candidate alle elezioni non abbiano un sito, una pagina Facebook, o qualsiasi altra cosa dove dicano chi sono, quanti sono, e cosa vogliono? Possibile. Possibilissimo. Le liste totali ammesse alle prossime elezioni sono 21, ma solamente 6 sono i candidati a sindaco. Più di 400 i candidati consiglieri, solo 24 i posti disponibili. La domanda sorge spontanea: questo spiegamento di forze, a cosa serve? Più della metà di queste liste non ha un proprio candidato e sostiene esternamente i candidati di altri partiti; oltretutto la maggioranza di queste non ha un programma, non ha una sede, non ha neanche un sito internet! I candidati di queste liste, non potevano semplicemente esprimere in cabina il loro sostegno verso il candidato sindaco del partito di riferimento e poi tornare alla vita di tutti i giorni? Quest’esigenza di creare una lista a supporto, da dove arriva? Non mi si venga a dire che nasce da un bisogno di partecipazione, perché queste liste sono contingenti alle elezioni e raramente (per non dire mai) sopravvivono al post elezioni. Queste liste, che sono una dimostrazione di forza, una manifestazione di appartenenza dichiarata e un palesamento del voto segreto, servono solo a rendere evidente il potere del candidato sindaco di turno: io ho 6 liste che mi appoggiano, tu ne hai solo 4; io sono più forte di te, devi avere paura di me. In sostanza queste liste non sono che un riempitivo dell’odierna politica, il lorem ipsum delle elezioni. Ma queste persone coinvolte sono davvero preparate e convinte? E chi le coopta, lo fa perché crede in loro o perché ha il timore che le coinvolga prima qualcun altro? La sensazione è che queste liste non servano a niente nello specifico; servono solo a coinvolgere gente a cui la politica non ha mai interessato in un progetto più grande di loro; un progetto che li userà, li farà sentire parte, e li abbandonerà a risultato raggiunto. Ciò che resterà a questi signori sarà solo la sensazione di aver trovato un amico potente che li potrà aiutare in un momento di difficoltà, un amico potente che proprio nel momento di difficoltà li abbandonerà però al loro destino. Il destino tornerà poi a farli incontrare ogni cinque anni, e allora sarebbe bene che i lorem ipsum di turno si rendano conto della loro condizione. Solo così potremo avere una campagna elettorale fatta di gente seria e competente, gente che vuole davvero avere un ruolo nel panorama politico cittadino.
 




CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO IVAN BOCCALI

di Daniele Rizzo


Ciampino (RM) – Proseguiamo il giro d’incontri con i candidati alla poltrona di sindaco alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. E’ la volta di Ivan Boccali, candidato del movimento Gente Libera.

Ivan Boccali, lei è stato già consigliere comunale con il PDL. Cosa l’ha spinta ad uscire dal PDL, oggi Forza Italia, e perché non ha pensato di continuare il percorso all’interno del partito ma ha deciso di correre autonomamente alla poltrona di sindaco?
Vorrei precisare. Sono stato eletto la prima volta consigliere nel 2006 con AN, quindi vengo dalla destra sociale. Nel 2008 mi sono candidato alla provincia con La Destra. Nel 2011 sono stato il più votato in PDL, pur non avendo mai fatto parte di Forza Italia. Cosa mi ha spinto a non ripropormi? Io non mi sono mai sentito appartenente a Forza Italia, perché vengo dalla destra sociale, e ci tengo a rimarcare questa appartenenza. Non mi sono mai riconosciuto in quel partito e quindi è stato fisiologico che quando il PDL si è frantumato io non abbia aderito a Forza Italia. Ma c’è di più. Non sono entrato in Forza Italia anche perché in questa tornata elettorale ha fatto la scelta scellerata di appoggiare un candidato sindaco di centrosinistra. 

Parliamo di Testa, immagino.
Si, il riferimento è a Testa. Ma sia chiaro che non ho nulla contro la sua persona. Io faccio un discorso politico e di coerenza, fuori anche dall’ideologia. Oggi bisogna dar fiducia alle persone più che all’ideologia. Detto questo però, non possiamo prendere ciò che è vecchio politicamente e farlo passare per nuovo. Forza Italia oggi sostiene un candidato sindaco che ha fatto due volte l’assessore e una volta il vicesindaco nella stessa giunta alla quale oggi fa finta di opporsi. Questo tipo di progetto non mi piaceva, e quindi ho ritenuto di non aderire per dar vita a questo movimento che si chiama Gente Libera. Il nostro è un movimento di protesta ma anche di proposta, perché oltre ad opporci alla vecchia politica proponiamo un programma molto specifico e curato, frutto dell’esperienza diretta sul territorio. Stiamo presentando un prodotto politico realmente nuovo e di rottura. Ho pensato che fosse arrivato il momento di portare una ventata d’aria fresca. Voglio precisare che il problema non è cambiare nel senso lato del termine: prima ho parlato dell’importanza delle persone e dei soggetti oggi. Il problema è che un candidato che ha fatto attivamente parte di una maggioranza che è responsabile dello schifo che c’è a Ciampino (perché oggi Ciampino è una città oggettivamente brutta) non può essere considerato nuovo e propositivo. Una persona che fa un passaggio di questo tipo ritengo che sia anche da un punto di vista umano poco credibile.

La sua lista ha trovato il sostegno di Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale. Perché ha scelto di candidarsi con una lista civica anziché legarsi a questi due partiti? E’ una scelta contingente al momento storico che vede la crisi dei partiti? E poi, qual è il futuro di Gente Libera?
Innanzitutto vorrei dire che la nostra non è una lista civica ma un movimento. E ci tengo molto a rimarcare questa differenza. Trattandosi di movimento non siamo legati solo all’esperienza elettorale, e quindi non nasciamo per morire dopo le elezioni. Come tutti i movimenti abbiamo un inizio, ed il nostro coincide con questo delle elezioni. Però non prevediamo la fine di questo, a prescindere dal risultato elettorale, che comunque pensiamo sarà trionfale. Noi intendiamo esportare il progetto Gente Libera prima nei paesi limitrofi e poi anche oltre. Il fatto che nasciamo come gruppo intorno a dei valori (che poi per noi sono quelli tradizionali) fa di noi un movimento, al contrario della lista civica che invece è costruita intorno ad una persona e ad un progetto circostanziato. Noi siamo movimento. Questo è il progetto. All’inizio dissi ai miei ex amici di Forza Italia (ex amici politicamente parlando) che avremmo dato vita ad un movimento a prescindere dai partiti che si sarebbero interfacciati con noi. Noi volevamo un progetto incentrato sui cittadini. Dopodiché, gli altri partiti hanno visto la nostra azione politica e Fratelli d’Italia ci ha cercato e proposto un appoggio; dal momento che è un partito con una sua coerenza di fondo abbiamo accettato il sostegno. Un partito alle spalle ci da un valore aggiunto, ma io sono il candidato di Gente Libera. 

Passiamo al programma: i temi caldi che interessano Ciampino in questo particolare momento sono quattro: l’aeroporto, la sicurezza, le aree 167, le aziende municipalizzate. Quali sono le vostre proposte circa questi temi.
Aeroporto: noi sosteniamo che l’aeroporto debba diventare una risorsa, sempre nel rispetto della salute dei cittadini. Nessuno baratta un vantaggio economico con la salute dei nostri figli. Noi chiediamo contestualmente alla riduzione dei voli a livello tollerabile anche l’interazione da un punto di vista economico con ADR, con i grossi vettori (come Ryanair), e con le compagnie di noleggio. Ciampino nasce intorno all’aeroporto, e potenzialmente potrebbe avere ricchezza; invece ha solo danni, come l’inquinamento acustico e atmosferico, le polveri sottili, ecc. In che modo possiamo farlo diventare una risorsa? Noi vogliamo che ci sia una trattativa, un tavolo con ADR. Ciampino si è sempre interfacciata in maniera poco politica e molto aggressiva. Abbiamo visto che la guerra legale in questi anni non ha pagato. Allora bisogna sedersi e trovare una soluzione. ADR deve garantire posti di lavoro ai residenti sul territorio (noi sopportiamo un disagio, loro devono darci qualcosa in cambio); poi abbiamo previsto la tassa di vettore, e cioè un incremento del costo del biglietto della navetta che fa la spola tra l’aeroporto e la stazione, affinché questi soldi vadano nelle casse comunali: in nessuna città dall’aeroporto al centro (mi riferisco al centro di Roma, dove si arriva con soli 3 euro) si paga così poco. Qual è il problema di alzare di un euro il costo del vettore? Non c’è problema, perché lo straniero quando arriva non è restio a spendere 2,50 euro invece di 1,50. Un euro in più a persona significherebbe qualche milione in più nelle tasche del comune, che così potrebbe alleggerire altre tasse (come per esempio la TARES). Oppure abbiamo pensato ad una somma forfettaria pattuita con ADR che potrebbe essere di 50 cent o 1 euro, una tassa di transito. Come funziona? ADR verserebbe al comune un “tot” per ogni persona che transita nell’aeroporto. Poi il nostro programma prevede la creazione di esercizi commerciali liberi dalle tasse nel centro di Ciampino, centro che sarebbe anche riqualificato a livello architettonico grazie alla collaborazione delle compagnie aeroportuali. La nostra idea prevede che le navette lascino i passeggeri dall’altra parte del territorio invece che alla stazione, così che gli stranieri facciano anche la conoscenza del territorio e siano invogliati a rimanere. Ciampino non deve essere solo un territorio di passaggio. Quindi diciamo ok alla riduzione dei voli, ma la questione dell’aeroporto è anche molto altro.

Sulla sicurezza.
Un popolo senza sicurezza è un popolo mutilato. Ciampino è un territorio di confine. Negli ultimi anni c’è stato un calo della sicurezza, un aumento di furti, rapine, sparatorie. Noi proponiamo la creazione di un Assessorato alla sicurezza, sicurezza che invece ad oggi viene gestita dal sindaco insieme ad altre tante competenze. Noi chiediamo che sia gestita in maniera esclusiva da una persona che sia competente. Poi vogliamo l’illuminazione di tutte le strade più buie e la riqualificazione di tutti quei parcheggi che sono poco sicuri. E poi ancora, vogliamo che la cultura alla legalità entri nelle scuole: la legalità e la sicurezza vanno insegnate. Insomma, una parte importante del bilancio deve essere devoluta a questo assessorato. Sul campo nomadi: innanzitutto il comune di Roma ci deve dare con cadenza bimestrale un censimento del campo: non è possibile che non sappiamo chi abbiamo alle porte di casa. Il campo oggi si è molto ampliato, le etnie sono diverse e spesso in lotta. Chiediamo quindi che ci sia il controllo a campione dei flussi in entrata e in uscita dal campo, così come viene fatto sui cittadini italiani. Il problema del campo si risolverebbe aumentando i controlli. Poi per me se non c’è la flagranza di reato può essere stato chiunque, dal nomade all’italiano, non faccio discorsi scontati. Però è un dato di fatto, documentato da fonti attendibili, che negli ultimi anni c’è stato un incremento dei crimini. (Inciso: alla domanda “dove è possibile trovare i dati statistici che testimoniano questo incremento?” il signor Boccali ha risposto dicendo che ha parlato con esponenti delle forze dell’ordine che glielo hanno confermato, ma comunque per chi lo richiedesse è pronto a mostrare un’informativa oggettiva con i dati, ndr).

E riguardo la delocalizzazione? E’ a favore o contro?
Ovviamente a favore. Spostarlo dentro Ciampino però non avrebbe senso. Lì dov’è ora sicuramente non può stare, perché quella zona è assolutamente inadatta anche per la loro sicurezza. Per il dove spostarli, il problema è del comune di Roma.

Questione delle aree 167.
E’ una questione aperta e che si porterà via i prossimi anni. Ciampino, per dare seguito a manovre elettorali, nel 2006 ha preso accordi con i proprietari dei terreni per fare queste 167. Dopodiché, sempre per un discorso elettorale, nel 2011 ha proceduto all’assegnazione dei lotti alle cooperative, commettendo però degli errori. Innanzitutto non sono stati fatti gli scavi archeologici e geologici prima della concessione, tanto che in alcuni siti hanno successivamente trovato bombe, vasche, statue romane, resti della Villa di Messalla ecc. Molti cittadini soci di cooperative hanno quindi anticipato i soldi per avere il terreno, ma ad oggi non possono più costruire. Ad oggi il 70 % delle cooperative non può edificare. La nostra proposta è la seguente. Noi proponiamo che il 30 % che può edificare se vuole continui pure. L’altro 70 % può fare la richiesta per il rimborso; per chi vuole invece edificare, si procederà con l’individuazione di un’altra zona in Ciampino, ma questo è un progetto che porterà via diversi anni. Inoltre recentemente è stata votata una delibera (non da me) in Consiglio comunale con la quale il comune di Ciampino si impegna a restituire i soldi, e qui io dico: questi soldi che il comune aveva preso erano vincolati per opere di urbanizzazione, dopodiché (e qui dico sembra perché non ho accesso a dati più specifici) sembra che questi soldi ad oggi non ci siano. Dove sono questi soldi? E se tutte le cooperative domani facessero richiesta di rimborso, ce l’abbiamo i soldi?

Cosa mi dice sulle municipalizzate.
Noi riteniamo che le società municipalizzate debbano tornare alla mission originale, e cioè ad occuparsi solo del nostro territorio, e non degli altri. L’ASP deve tornare ad occuparsi solamente dei servizi del comune di Ciampino, quindi in quest’ottica siamo contro la privatizzazione dei nidi, perché sarebbe un cavallo di troia per le altre privatizzazioni. Non si può fare il business con le aziende del comune, anche perché quando il guadagno non c’è i debiti si spalmano sui cittadini (come succede ad esempio per la TARES). Non si possono privatizzare le entrate e pubblicizzare le uscite. Chiediamo il ritorno alla funzione originaria di ASP e AMBIENTE. Poi chiaramente ci sono altre manovre come i tagli alle consulenze, e il rifacimento dei consigli di amministrazione, perché la politica non deve più entrare nella gestione delle aziende. Andare all’ASP e tagliare i posti di lavoro sarebbe facile, ma a noi non interessa questo. Noi vogliamo persone che gestiscano la situazione in maniera sì tecnica ma anche umana; si tratta inoltre di trovare una politica commerciale a breve e lungo termine che rilanci le aziende.

Qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il punto di partenza dell’amministrazione Boccali?
Riqualificherei il territorio in primis, ma poi cercherei anche di risolvere il problema della sicurezza, con la rapida soluzione della questione de La Barbuta.

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di Daniele Rizzo
 

Ciampino (RM) – A poco più di un mese dalle prossime elezioni del 25 maggio, siamo andati ad intervistare Gabriella Sisti, candidato sindaco di UDC e NDC, ma anche delle liste Ciampino Città Del Volo, Adesso Donna e Riformisti per Ciampino.

Lei ha già esperienza in politica, ma è alla sua prima candidatura come sindaco. Cosa l’ha spinta a candidarsi e perché ha deciso di uscire dalla coalizione?
La necessità di un cambiamento. Il nostro Comune, come il resto d’Italia, sta risentendo di una stasi che si protrae da troppo tempo. Con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr) abbiamo combattuto per anni una politica che grava totalmente sugli enti locali, ma questo non deve essere un’attenuante per l’amministratore. Noi abbiamo avuto per anni un’amministrazione molto accentrata sulla figura del sindaco, e questo non ha portato alla massima espressione delle nostre peculiarità e delle nostre maggiori predisposizioni verso il cittadino. Questa è stata la spinta che mi ha convinto a candidarmi sindaco. Molti mi dicono che sono coraggiosa, ed è vero, perché andiamo a rilevare un comune che è in grande difficoltà. Vorrei ricordare la situazione dell’ASP, con i suoi 35 dipendenti in situazione mobilità, con un bilancio che fa piangere; ci sono stati in precedenza grandi costi che hanno attanagliato l’azienda. Considerando che per anni ha governato il centrosinistra, il motivo per cui non ho continuato con l’esperienza della coalizione è quindi scritto nei bilanci dell’ASP. Le risorse ai servizi sociali oggi sono praticamente nulle o inesistenti, e questo è inaccettabile, perché tutte le risorse dovrebbero essere riversate sul cittadino in stato di bisogno. E infatti nel mio programma c’è l’incremento dei servizi sociali del 30%, usando i soldi che andremo a prendere dal taglio delle consulenze esterne e dal rilancio delle professionalità locali.

Inizialmente aveva deciso di partecipare alle primarie di coalizione. Poi si è tirata indietro. Perché?
Io volevo partecipare. Poi però non l’ho fatto perché tra i due candidati PD si è scatenata una guerra assurda a suon di minacce e di magistratura, anche a causa del “superghino” o comunque di queste vicende gestite malissimo. In quel momento mi sono quindi trovata tra due fuochi e non me la sono sentita. Per me le primarie devono essere un momento di serenità, la serenità non c’era e allora ho preferito soprassedere.

Pensa che questa scelta, insieme a quella di star fuori la coalizione, potrebbe penalizzarla in termini di voti alle prossime elezioni?
Assolutamente no, anche perché nello stesso periodo il mio partito ha iniziato un percorso diverso. A livello nazionale l’Unione Di Centro ha iniziato un’esperienza verso le europee e le amministrative con il Nuovo Centro Destra. Sembrerebbe che questo percorso insieme possa continuare anche dopo le elezioni, e quindi anche questo mi porta a pensare ad un percorso diverso per il nostro futuro. Inoltre io volevo presentare un programma mio che rompesse con quello standard delle primarie, anche alla luce del fatto che molto iniziative interne all’amministrazione le ho sempre prese da sola. Perché allora non correre da sola?

Parliamo del suo programma. Quali sono le sue proposte relativamente alla questione dell’Aeroporto?
Innanzitutto il mio è un programma di risveglio della città, visto che anche da un punto di vista commerciale la città è praticamente morta (a causa delle grandi catene di distribuzione che hanno sostituito il piccolo commerciante).
Sull’aeroporto: mentre noi veniamo da un’amministrazione che ha sempre contestato lo scalo aeroportuale tanto da arrivare a chiedere una cosa assurda come 30 decolli e 30 atterraggi, nonostante l’ADR abbia cambiato anche le rotte, io chiedo la permanenza dell’aeroporto e la valorizzazione di questo, perché io non me la sento di mandare a casa 3400 cittadini che ci lavorano, non mi prendo questa responsabilità.
Noi abbiamo parlato anche con Lo Presti (amministratore delegato di ADR, ndr) e l’aeroporto ci darebbe l’opportunità di un investimento pari a 20 milioni di euro in 5 anni. Abbiamo chiesto l’apertura del passaggio pedonale dalla parte di Ciampino, perché i passeggeri non devono andare a Roma ma fermarsi qui. Abbiamo chiesto la creazione della bretella che collegherebbe Viale Marino a Via della Folgarella (riducendo il traffico ciampinese e il relativo inquinamento). E infine l’IGDO sarebbe oggetto di interesse di Aeroporti di Roma che, con un piccolo investimento rispetto alla grande cubatura che rappresenta, potrebbe farci l’Accademia dell’Aeronautica, con gli alloggi per gli studenti e un centro congressi che userebbe anche Ryanair. Non è possibile che un comune come il nostro (e questo lo abbiamo detto ad ADR) non abbia risorse da poter investire sull’ambiente e sul benessere psicofisico dei cittadini.

Sul tema della sicurezza: quali sono le sue proposte?
Io non ho puntato tutto il mio programma solo su campo nomadi; io vengo dai comitati di quartiere e il campo nomadi lo combatto da tanto tempo. Lo combatto perché è illegale. Sta sulle falde acquifere e sotto il cono di volo dell’aeroporto; all’interno del campo sotterrano rifiuti tossici; inoltre gli abitanti sono diventati più di 770, con etnie diverse. Il campo è diventato un pericolo impellente per la loro e la nostra sicurezza. Ma La Barbuta non è l’unico problema. Abbiamo chiesto l’incremento dell’illuminazione pubblica, perché sono stati ad esempio tolti pali della luce pericolanti e non sono stati più ripristinati. Oppure mi viene in mente il parcheggio sterrato in Via di Morena, che è completamente buio e può rappresentare un pericolo per tutte quelle donne (ma anche per gli uomini) che ci parcheggiano la sera. Per noi la sicurezza è da intendersi a 360 gradi.

Cosa ci può dire invece riguardo l’edificazione delle aree 167?
Nel 2009 una mozione avanzata dall’UDC sulla delocalizzazione della 167, in seguito ai ritrovamenti archeologici, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale. Ma alla mozione non è poi stato dato alcun tipo di seguito; e non dare seguito ad un atto così importante della maggioranza (voglio ricordare che è grazie a noi e al nostro 10% che Lupi è diventato sindaco e ha avuto l’opportunità di andare in Regione) ha fatto sì che io abbia poi deciso, come già detto, di presentarmi sola a queste elezioni. Riguardo alla delocalizzazione: la 167 è una legge dello stato nata per aiutare le famiglie in difficoltà in caso di emergenza abitativa. Oltre alle case popolari, c’è quindi questo piano che aiuta anche le giovani coppie ad ottenere alloggi a prezzi agevolati. Quindi queste case vanno edificate per dare una risposta a queste persone, ma anche perché queste persone hanno già versato i soldi.

Sempre riguardo il programma. Le aziende municipalizzate di Ciampino stanno attraversando, come Lei ha già detto prima, un momento difficile. Cosi ci dice a proposito di questo problema?
Trovo che ci sia stata fino ad oggi una gestione troppo accentrata. L’azienda ASP è quasi totalmente del comune: il sindaco decide e le decisioni non vengono portate all’esterno, così che oggi ci troviamo di fronte solo ad una situazione debitoria. Mettici pure che negli anni (e dico una cosa grave) queste aziende sono servite come bacino elettorale, come calderone di voti. Non ricordo se negli ultimi 10/20 anni siano stati fatti bandi pubblici volti a premiare la meritocrazia, ma se fosse così oggi dentro dovremmo trovare tutti plurilaureati, e invece non è così. Credo che la gestione sia totalmente da rivedere. Noi avevamo chiesto un cambio di gestione e l’adozione di un piano industriale urgente, che c’è stato solo a parole e poi nei fatti non c’è stato più. Un piano industriale avrebbe ottimizzato i costi e tagliato le consulenze. L’ASP era un fiore all’occhiello, invece oggi ha 35 soggetti in stato di mobilità, con la presenza di ben 8 forme di contratto diverse. Questo ci dimostra che anche sulla gestione delle risorse umane non tutto è andato per il meglio. I contratti collettivi nazionali vanno rispettati, bisogna dare al dipendente il giusto, non il più perche è mio amico e non il meno perché non è mio amico.

Ultima domanda: qualora venisse eletta sindaco, quale sarebbe il primo atto della sua amministrazione?
La rotazione dei dirigenti e del personale all’interno del comune e delle aziende. La rotazione dei dirigenti soprattutto. Anche ovviamente alla luce dell’ultimo decreto anticorruzione che ce lo chiede e al quale noi non abbiamo ancora dato seguito. Chi non porta i risultati va a casa come i dipendenti privati. Ma poi anche il taglio netto delle consulenze, la riduzione dell’addizionale irpef di un punto e l’incremento (su questo insisto) del 30% dei servizi sociali. Perché ad oggi, a fronte di un contributo alloggiativo dalla regione che doveva dare 1200 euro a famiglia, ne sono arrivati solo 35; 243 famiglie a Ciampino sono in sofferenza, ma nessuno lo dice. Credo che la regione Lazio debba avere lo sguardo più rivolto verso chi soffre.