Chiara Petrolini e il tragico ritrovamento: tra bugie e ombre, la verità si fa strada

Accusata di omicidio e occultamento di cadavere, la 21enne di Parma dovrà rispondere davanti al giudice tra silenzi, contraddizioni e prove schiaccianti. Resta il dubbio sul perché non abbia mai cercato di salvare i suoi figli

Un intreccio di bugie e contraddizioni ha avvolto la vicenda di Chiara Petrolini, una 21enne di Parma accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere dopo il ritrovamento dei corpi dei suoi due neonati nel giardino di casa. Le sue menzogne sembrano derivare da una serie di motivazioni ancora oscure, tra cui la paura del giudizio della famiglia, del fidanzato e degli amici. Man mano che le prove raccolte dagli investigatori diventavano inconfutabili, le sue dichiarazioni si adattavano per cercare di attenuare la propria posizione.

Giovedì, Chiara avrà l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti di fronte al giudice per le indagini preliminari, mettendo in discussione la ricostruzione presentata dalla Procura. Tuttavia, non è ancora chiaro se risponderà alle domande o eserciterà il suo diritto di non rispondere. Attualmente si trova agli arresti domiciliari, lontano dalla casa di Vignale di Traversetolo, vicino a Parma, dove, il 9 agosto, è stato trovato il cadavere di uno dei neonati. Un mese dopo, è stato rinvenuto il corpo di un altro bambino nato l’anno precedente. Gli esami del DNA hanno confermato che Chiara e il suo fidanzato storico, con cui è cresciuta, sono i genitori di entrambi i bambini.

Le dichiarazioni di Chiara presentano numerose incongruenze. Inizialmente, il 2 settembre, ha raccontato di una gravidanza nascosta, di un parto solitario e di un neonato nato morto la notte del 7 agosto. Ha negato di sapere a che punto fosse la gravidanza e di aver cercato di accelerare il parto, e ha escluso la possibilità di una precedente gravidanza, nonostante gli investigatori avessero già dei sospetti.

La versione iniziale è crollata durante un successivo interrogatorio il 10 settembre, dopo il ritrovamento delle ossa del secondo neonato, partorito da Chiara nel maggio 2023. Chiara aveva affermato che il bambino nato il 7 agosto era morto alla nascita, ma le analisi hanno dimostrato che il piccolo aveva respirato prima di morire dissanguato a causa di un taglio al cordone ombelicale eseguito con forbici trovate in cucina. Inoltre, le numerose ricerche online di Chiara, riguardanti il parto e l’interruzione di gravidanza, contraddicono le sue dichiarazioni di non essere a conoscenza della fase della gestazione e di non voler interrompere la gravidanza.

Nonostante avesse negato l’uso di droghe, sembra che Chiara abbia fatto uso di marijuana. Ha anche detto di non aver visto sangue dopo il parto, ma le evidenze medico-legali suggeriscono il contrario. Quando il padre le ha chiesto conto delle tracce di sangue in bagno, Chiara le ha attribuite a un ciclo abbondante. Anche il cellulare, che Chiara ha dichiarato di non avere con sé, è stato usato per cercare informazioni in tempo reale sulle fasi del parto.

Molti interrogativi restano senza risposta, inclusa la possibilità che Chiara avrebbe potuto scegliere di abortire legalmente e in sicurezza. Tuttavia, secondo la Procura, dalle ricerche online emerge che Chiara non aveva mai intenzione di salvare quelle due vite.




Arrestata Chiara Petrolini: duplice omicidio dei neonati sepolti in giardino

Prime ammissioni della ragazza: “Sono miei figli ma erano nati morti, li ho seppelliti”

Chiara Petrolini, 22 anni, è stata arrestata con l’accusa di duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere, dopo il ritrovamento dei corpi di due neonati sepolti nel giardino della sua abitazione a Vignale di Traversetolo, Parma. I bambini erano stati rinvenuti a distanza di un anno l’uno dall’altro, portando gli inquirenti a indagare a fondo sulle dinamiche dietro i tragici eventi.

Le indagini hanno rivelato che uno dei neonati era nato vivo e respirava, come confermato dall’autopsia, smentendo le dichiarazioni iniziali della giovane, che aveva affermato che il bambino fosse nato morto. Le circostanze esatte della morte, però, restano poco chiare, specialmente per quanto riguarda un trauma cranico riscontrato su uno dei corpi, che potrebbe essere stato causato durante il seppellimento o da una caduta accidentale.

La procura sta ora cercando di comprendere se Petrolini abbia agito da sola o se qualcuno l’abbia aiutata o coperta, sebbene al momento non ci siano prove del coinvolgimento dei familiari o del fidanzato. Gli inquirenti stanno escludendo anche la presenza di personale medico durante le gravidanze.

L’arresto di Petrolini ha profondamente scosso la comunità locale e gli investigatori continuano a scavare nei dettagli del caso per far emergere ulteriori elementi.