MARINO POLEMICA SAGRA DELL'UVA, IL DIRETTORE DE L'OSSERVATORE LAZIALE: "CIAMBERLANO CONFERMA QUELLO CHE E' STATO SCRITTO"

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Redazione

Il direttore de L'osservatore laziale Chiara Rai ha risposto alla nota del Consigliere Ciamberlano che accusa il giornale di aver inflitto un attacco ingiusto al Corpo di Polizia Municipale (vedi articolo precedente: MARINO SAGRA DELL'UVA, CIAMBERLANO: "AFFRONTARE LA SAGRA CON MENO DI 20 UNITA' E' UNA BATTAGLIA")

 

Chiara Rai

“E poi ancora, ci sono state molte lamentele rispetto agli scarsi controlli da parte della polizia municipale” (estratto dal precedente articolo sulla sagra). Questo sarebbe stato il mio attacco al corpo di Polizia Municipale di Marino al quale, senza ma e senza se, va la mia solidarietà. Egregio consigliere Ciamberlano, scrivere che le persone si sono lamentate degli scarsi controlli della Municipale, non ritengo possa definirsi un attacco al corpo di Polizia. Se lei avesse analizzato ciò che ho scritto avrebbe compreso che stiamo dicendo la stessa cosa. Lei ha detto: “Si, perché affrontare la Sagra dell’Uva con meno di venti unità può essere solo che una battaglia”. Questo significa che lei stesso ammette che gli agenti in dotazione non sono sufficienti per un evento di questa portata. E se non sono sufficienti, in quanto lei stesso asserisce: “Il Corpo di Polizia Municipale di Marino attualmente è composto da diciotto unità e dovrebbe essere composto, secondo la legge, di almeno il doppio delle unità”, non ritiene che possa risultare carente (nonostante i grandi e lodevoli sforzi della Municipale) anche il controllo sul territorio? Se, come dice lei, per legge la polizia Municipale dovrebbe avere un organico di almeno 36 unità (il doppio di 18), capirà da solo che le lamentele di molti cittadini di Marino sono giustificate.  Quando lei stesso, Consigliere Ciamberlano, ci rende edotti del fatto che “il personale della Polizia Municipale per tener fronte a questa Sagra Dell’Uva ha sopportato orari di lavoro massacranti visto che hanno dovuto lavorare dal Venerdi 5 Ottobre fino alla notte di Domenica 8 Ottobre”, conferma un fatto che ritengo di facile deduzione: qualcosa non è andato nell’organizzazione. Perché non implementare personale di controllo in vista della manifestazione? L’ordine pubblico è una responsabilità. Quando si parla di Piano di sicurezza significa che bisogna mettere in atto tutte le azioni possibili per evitare ad esempio che minorenni continuino ad ubriacarsi a tal punto da di da rischiare di finire in coma etilico. Oppure arginare il fenomeno di ubriachi che si mettono ad orinare in strada davanti a famiglie e residenti che della sagra vivono soltanto simili episodi (si pensi agli anziani, alle persone che rimangono in casa e che affacciandosi alla finestra vedono vomito e ubriachi che molestano chiunque). Comunque, egregio consigliere, tanto volevo precisare al fine di fugare qualsiasi equivoco: io non ho mai inteso “attaccare nessuno”, tantomeno il corpo di Polizia Municipale, ma mi sono limitata a riportare fatti e impressioni.

09/10/2012 MARINO, SAGRA DELL'UVA: E' FLOP. SUL WEB UN FIUME DI POLEMICHE
06/10/2012 MARINO SAGRA DELL'UVA: "TIROMANCINO" CHIUDE L'88 ESIMA EDIZIONE
09/10/2012 MARINO SAGRA DELL'UVA, CIAMBERLANO: "AFFRONTARE LA SAGRA CON MENO DI 20 UNITA' E' UNA BATTAGLIA"

                                             




CASTELLI ROMANI ROTARY CLUB, MONSIGNOR ORLANDO RAGGI ELETTO SOCIO ONORARIO

Angelo Parca
Una serata importante guidata dal presidente Rotary Club Castelli Romani Maria Teresa Lo Bianco quella di venerdì 28 settembre sera che ha visto l’ingresso nel prestigioso Club, di personalità della società civile e religiosa impegnate nel sociale: Monsignor Orlando Raggi, il Direttore d’orchestra M° Gianmario Cavallaro e Chiara Rai, giornalista e direttore de L’osservatore laziale.  E’ stato un evento molto interessante in occasione del quale il Maestro Cavallaro ha raccontato in amabili e semplici passaggi quello che è il ruolo del direttore d’orchestra, facendo conoscere ai prestigiosi ospiti uno scorcio del mondo musicale, delle caratteristiche dell’orchestra e della preparazione che c’è dietro questo prodotto finale d’eccellenza che da secoli affascina le persone. Significativo l’ingresso di Monsignor Orlando Raggi, stimato e apprezzato non solo nell’intera Diocesi ma anche a livello internazionale per il suo costante impegno e soprattutto solida guida morale e spirituale.  Il Maestro Gianmario Cavallaro da qualche anno è alla guida di importanti formazioni quali: l’Orchestra del Bergamo Musica Festival, l’Orchestra Filarmonica Italiana di Piacenza, l’Orchestra Sinfonica del Teatro di Trieste, l’Orchestra del Festival Pucciniano l’Orchestra “Domenico Cimarosa” di Avellino, l’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus di Roma (della quale è direttore ospite dal 2007), l’Orchestra Accademia della Sardegna di Oristano, l’Orchestra Sinfonica del Teatro Coccia, l’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte, l’Orchestra Filarmonica di Florianopolis (Brasile) ottenendo grandi consensi in importanti teatri. Per il Rotary Club Castelli Romani, dirige le edizioni del Rotary Symphony regalando ogni volta eventi di successo. Infine, in qualità di redazione de L’osservatore Laziale siamo onorati di avere come direttore Chiara Rai, una giornalista che da circa dieci anni è impegnata nei temi di ambiente, sociale e non manca di osservare il mondo della politica sempre con occhio critico. Da oltre cinque anni Chiara Rai è corrispondente de Il Tempo per la cronaca di Roma.  Rai, emozionata per l'inaspettato ingresso nel Rotary Club Castelli Romani ha voluto ringraziare sentitamente il presidente Maria Teresa lo Bianco nonché, in maniera particolare, l'ex presidente Rotary Club Castelli Romani Luigi Caporicci: "Complimenti al presidente Lo Bianco – ha detto a margine della serata Chiara Rai – per il successo della serata. Un ringraziamento sentito a Luigi Caporicci che in ogni occasione riesce ad essere una guida leale e corretta che in maniera conviviale coinvolge, interessa e costantemente mantiene ottimi e autentici rapporti di reciproca stima con tutti".
 




REGIONE LAZIO, "PISANOPOLI": L'UDC NON FA NE IL BELLO NE IL BRUTTO TEMPO

Chiara rai
E’ dall’inizio di questo “ciclone suino” che si è abbattuto su Pisanopoli che lo ripetiamo: Renata resta sul suo scranno e neppure l’Udc la smuove perché i numeri sono dalla sua che ci piaccia o no. Fiorito con la sua arringa taorminese spopola in tv e non lascia contraddittorio: “sono innocente” e chi ha la facolta di ribattergli se non invitato? Intanto l’immagine della sorcina si sta ripulendo, lei sola contro tutti a fare una rivoluzione che avrebbe dovuto coraggiosamente intentare quando è stata eletta. Però, meglio ora che mai, soprattutto in un momento dove le dimissioni in blocco fioccano come le rate dell’Imu, lasciandoci con una manciata di sassolini in mano. I dimissionari al Consiglio regionale sono arrivati a 26. La matematica non è mai stata un opinione e tutto questo ciclone si risolverà come un enorme polverone mediatico. Perché purtroppo per noi si è sempre mangiato a quattro ganasce coi soldi della politica e il confine è talmente lieve che a noi comuni mortali non resta altro che riempirci la bocca con la storia dei “porci” mascherati che danno sfoggio del peggio di sé. Dunque dicevamo 26 e per arrivare allo scioglimento ne mancano all'appello dieci: l'aula conta in tutto 71 presenze, dunque la metà più uno, valida per rendere effettivo lo scioglimento, è di 36 consiglieri. A firmare le dimissioni sono stati 14 consiglieri del Pd, cinque dell’Idv, due di Sel, due di Fds, uno dei Verdi, uno dei Socialisti e uno della Lista Civica. I Radicali che contano due consiglieri hanno fatto sapere che daranno il loro appoggio ai dimissionari nel caso «manchino due firme per arrivare a quota 36». Ma l’Udc che si voglia o no, no fa la differenza perché se decidesse di uscire dalla maggioranza l'opposizione potrebbe sperare nel supporto radicale: i consiglieri Udc infatti sono sei e si arriverebbe con loro a 32 firme. In pratica l’Udc non ha un ruolo decisivo. Il grande vendicatore che potrebbe irrorarsi gli occhi di vendetta e bere l’amaro calice è soltanto qualche pidiellino che potrebbe polverizzare la sorcina.

tabella PRECEDENTI:

  24/09/2012 LAZIO PISANOPOLI, MANCIURIA (UDC): “CHI SI DIMETTE NON SI RICANDIDI”
  24/09/2012 LAZIO PISANOPOLI: PARRONCINI (PD) INVITA L'UDC A FARE UN PASSO INDIETRO
  23/09/2012 LAZIO SCANDALO PISANOPOLI: POLVERINI "GO HOME"
23/09/2012 LAZIO PISANOPOLI, LODOVISI (PD): SOLO NUOVE ELEZIONI POSSONO SALVARE IL LAZIO DAL TRACOLLO
  22/09/2012 LAZIO PISANOPOLI, AL VIA LA CORRIDA
21/09/2012 LAZIO PISANOPOLI, LA POLVERINI NON SI E' DIMESSA.
20/09/2012 LAZIO PISANOPOLI, CHE MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI
  20/09/2012 LAZIO, PISANOPOLI: DIMESSO IL CAPOGRUPPO PDL FRANCESCO BATTISTONI. DOMANI L'ORA DELLA VERITA'
18/09/2012 LAZIO "PISANOPOLI": FASTI E BAGORDI NELLA REGGIA DELLA DIVA RENATA
18/09/2012 REGIONE LAZIO, POST "PISANOPOLI": L'UFFICIO DI PRESIDENZA PROCEDE A FORMALIZZARE TAGLI A SPESE AL CONSIGLIO
  17/09/2012 REGIONE LAZIO, LA POLVERINI CHIEDE SCUSA MA NON SI DIMETTE
  17/09/2012 LAZIO, "PISANOPOLI": TRA POCHI MINUTI INIZIA IL CONSIGLIO STRAORDINARIO DELLA "VERITA'"
  17/09/2012 LAZIO, "PISANOPOLI": RENATA AI "BOTTI" FINALI
  15/09/2012 LAZIO, "PISANOPOLI" ROSSODIVITA/BERARDO: "COME STANNO DAVVERO LE COSE"
  15/09/2012 LAZIO, "PISANOPOLI": I CITTADINI CHE NON ARRIVANO ALLA FINE DEL MESE SONO NAUSEATI DA QUESTO SCEMPIO
  14/09/2012 LAZIO, PDL "PISANOPOLI": GLI AVVOCATI DEL CAPOGRUPPO PDL FRANCESCO BATTISTONI METTONO IN GUARDIA GLI ORGANI DI STAMPA
  14/09/2012 LAZIO, SCANDALO FONDI PDL: BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA IN REGIONE
  14/09/2012 ROMA, BUFERA NEL PDL PER SPESE PAZZE CON FONDI REGIONALI: BATTISTONI CONTRO FIORITO E FIORITO CONTRO TUTTI
  23/08/2012 LAZIO REGIONE, PRESTO IL "CAMBIO DELLE PORTE"…. GIREVOLI E BEN OLIATE?



CASTELLI ROMANI, SI AVVICINA LA PRIMA VENDEMMIA DOCG

Chiara Rai

Conto alla rovescia per la prima vendemmia Docg del vino Frascati dei Castelli Romani. Una denominazione "garantita" che il Consorzio di Tutela del Frascati ha voluto seguire passo dopo passo mettendo in piedi una sorta di "accordo di tutela" con produttori e vinificatori per fare in modo che si attribuisca alla Docg la massima valorizzazione. "Premesso che questa e' una fase molto delicata – dice il presidente del Consorzio di Tutela Mauro De Angelis – perche' le uve sono in maturazione e  quindi potremo valutare il prodotto finale a stretto giro". De Angelis non si sbilancia ma parla di un’annata dove la siccita' ha fatto la parte del leone ma che tutto sommato le uve dei Castelli Romani hanno saputo sopportare e probabilmente gia' i primi di settembre si comincera' a raccogliere le uve gia' pronte, "a giorni – conclude il Presidente del Consorzio Frascati – chiuderemo l'accordo di tutela che in sostanza servira' per ribadire la volonta' collettiva di non sminuire un prodotto di qualita' con prezzi bassi e ottenere un Docg di pregio con una produzione contenuta". De Angelis garantisce controlli serrati da parte del Consorzio e si dice sicuro che lo stesso monitoraggio avverra' per la tracciabilita'. Alla nuova denominazione le cantine riserveranno sopralluoghi nel corso del mese per individuare i vigneti "garantiti" per i quali la vendemmia dovra' essere consumata nel giro di tre o quattro giorni mantenendo salde le caratteristiche di sanita', gradazione e ph richiesti. Soddisfatto Luigi Caporicci Presidente di una delle piu' grandi e storiche cantine vitivinicole dei Castelli Romani la Gotto d’Oro:"Accogliamo positivamente la Docg – dice Caporicci – e ci impegnamo a garantirne la riuscita sia da un punto di vista formale che sostanziale. Gotto d'oro destinerà alla Docg, i vigneti con migliori caratteristiche tratte dalle esperienze degli anni passati, dalla tipologia di conduzione, dai risultati dei sopralluoghi, privilegiando la qualità sperimentata". Quest'anno le uve Frascati potrebbero portare a segno non solo un risultato in termini di qualita' ma anche di quantita'.




SE NON VOGLIAMO DIVENTARE UN RIFIUTO GETTIAMO CHI CI INCENERISCE

Chiara Rai

Uno sfogo, ogni tanto, ci vuole. La speranza dello sfogo è che qualcuno che ha potere e maggiore incidenza d’intervento raccolga queste parole e non le getti a mare come un qualsiasi sacchetto di plastica che sta togliendo ossigeno ai fondali e sta definitivamente cambiando assetto agli ecosistemi. La regione Sicilia è sull’orlo del default economico, per dirla d’effetto“ ha fatto il botto”. La lettera di Monti non lascia spazio a dubbi: Palazzo Chigi intima l’uscita di scena del governatore Raffaele Lombardo che, nonostante le gravissime rilevazioni della Corte dei Conti e il volume di residui passivi cresciuti da 5 a 7 miliardi di euro e nonostante quasi tutti i saldi fondamentali di bilancio presentino valori negativi, resta aggrappatissimo alla sua poltrona e non la molla con la scusa che “qualcuno da Roma gli avrebbe chiesto di restare”. Ma chi sarebbe quel pazzo che mentre la voragine siciliana sta fagocitando il nostro Paese, insieme alle atre regioni con i conti in rosso, chiede a un Lombardo di rimanere in Sicilia? O lo stivale si è capovolto, oppure stiamo finendo ammassati come i 58 miliardi di bicchieri di plastica e 200 miliardi di bottiglie di acqua minerale che ogni anno buttiamo in mare, forse senza pensare che le bottigliette di plastica possono rimanere nell'ambiente per mille anni, così come le buste di plastica, le lattine di alluminio e gli oggetti in polistirolo. E per mille anni ci porteremo sul groppone dei mostri che inquinano irreversibilmente il nostro ecosistema. Ma che ci frega, adesso che è estate ci facciamo i giri in barca in superficie e d’inverno lucidiamo i nostri scafi per prendere il largo battendo bandiera panamense, quando l’opportunità ci si presenta davanti. L’estate è bella, ci si scopre, si fa il bagno, ci si abbandona alla spensieratezza. Ma l’estate è anche silente, sinuosa e lascia libere le menti più macchinose e pianificatrici di agire indisturbate. Mentre i rifiuti ci fagocitano, mentre le Regioni succhiano i nostri soldi come aspirapolveri impazzite, mentre si sotterrano e dissotterrano fusti tossici (sport che piace ai politici per cavalcare l’onda dei consensi a discapito dei veri ideali e concrete preoccupazioni che muovono i cittadini), mentre l’idea che gli inceneritori possano sostituirsi a un modus vivendi che purtroppo non ci appartiene (perché altrimenti non saremmo a questo punto), mentre il servizio di raccolta “porta a porta” diventa un lancio mediatico per le amministrazioni locali….si leva uno sfogo che intende dire basta ad una politica riciclona che però adotta gli inceneritori per incapacità amministrativa. Basta all’inerzia fagocitante di quelle che abbiamo ancora il coraggio di chiamare autonomie…decentramenti governati da poche punte di diamante e da tanti corvi che si buttano a capofitto sulla carne umana appena macellata.    




NEMI POST-ELEZIONI, LETTERA AL GIORNALE

Redazione


“L’unico padrone di un giornale dovrebbe essere il lettore” affermava Montanelli. Con questo spirito che anima l’impegno quotidiano de L’osservatore laziale, lasciamo spazio ad una lettera di un cittadino che scrive sotto pseudonimo una lettera rivolta a Laura Borgognoni, residente di Nemi. Laura ha commentato e seguito l’intera campagna elettorale nemese sul social network Facebook. Gemma (l’autrice della lettera) ha voluto commentare insieme a Laura le ultime amministrative nemesi, chiedendo con discrezione e gentilezza accoglienza su L’osservatore laziale. Libera di farlo, sul nostro giornale c’è spazio per chi desidera coscienziosamente far sentire la sua voce. Buona lettura

Riceviamo e pubblichiamo:

Cara Laura,
mi ritrovo a scriverti senza saperne bene neanche il motivo. Ho solo voglia di confrontare con te alcune cose che penso a riguardo delle ultime consultazioni elettorali. So che se una cosa accade, per quanto possa sorprenderci, vuol dire che era possibile. Quando però la sua plausibilità si scontra con la struttura della logica, allora non può fare a meno di accenderci le spie dell’attenzione. Non cerco risposte. Le considero, comunque, ingannevoli e provvisorie proprio come le vittorie, specialmente se raggiunte con ogni mezzo ed ad ogni costo. Scavalcate a loro volta da altre risposte e da altre precarie vittorie. Forse mi pongo domande ma solo per allineare di nuovo i percorsi della plausibilità con quelli della logica. Tento di metter nero su bianco una serie di considerazioni confuse che hanno avuto bisogno di un loro tempo per essere decantate ed, in qualche modo riordinate. Una sorta di processo indiziario che sappia più di letteratura che di storia. Ma andiamo per ordine: partiamo dalla fine. Penso che il risultato delle urne vada sempre accettato. Questo non vuol dire che vada subìto, anzi. Più è in contrasto con i propri principi e le proprie aspettative, più necessita di vigile controllo. Ma questo discorso, se vuoi, potremmo affrontarlo in un successivo momento: ora ci porterebbe fuori tema. Ed allora torniamo all’inizio: la campagna elettorale. Direi, semplificando ed in modo superficiale, che i due gruppi i quali, a rigor di logica, avrebbero dovuto contendersi la vittoria, la abbiano condotta quasi in sordina. Questo non è un voler rimarcare una possibile disattenzione ma solo una, ripeto, superficiale constatazione. Parlare ora nel dettaglio di troppi argomenti avrebbe come risultato di aumentare la confusione di situazioni già confuse. Cerco di focalizzare l’attenzione sul gruppo dell’outsider e sul suo possibile percorso. Credo che la sua campagna elettorale sia cominciata molti mesi prima e che, non penso di dire una cosa nuova, si sia sviluppata nel territorio. Nella strada, nei bar, nelle associazioni, nella scuola, ecc. Il grido di battaglia deve esser stato: “Buttiamo giù i baroni dalle loro torri e prendiamoci il potere!” Una cospirazione carbonara i cui coscritti, in segreto, dovevano formare la leva che avrebbe scardinato gli equilibri. La Storia ci insegna che in momenti di decadente confusione ideologica il coinvolgimento di masse trasversali (perché, nel suo piccolo, di questo si tratta) porta sempre buoni risultati, almeno in termini di voti. Plausibile ed, in un certo senso, encomiabile. Vedremo in seguito dove la plausibilità cozza con la logica e l’encomio con un deprecabile e troppo diffuso modus vivendi. Ora i maligni già riempiono le strade di chiacchiere e di illazioni che quantificano ciò che di ponderabile sia stato dato e promesso ai carbonari (c’è chi parla di un pezzo di pane per i più assecondabili e di due pezzi per i meno) per facilitare al massimo la loro conversione e la loro affiliazione a questa loggetta massonica che li ha visti partecipi con il ruolo di muratori di cazzuola, senza neanche domandarsi quali Architetti e con quali progetti  e quanti Capomastri abbiano ordito la trama di questo impegnativo percorso. Ma a questo in non posso credere, non voglio credere, non devo credere. Sono solo illazioni che comunque non cambiano di una virgola l’evento in sé. Devo attenermi ai fatti , anzi devo già accontentarmi dell’ipotesi dei fatti. Se andiamo dietro alle chiacchiere non ne usciamo più.
Torniamo allora alla sequenza delle ipotesi. “L’ han giurato, li ho visti in Pontida …”. Ma neanche il giuramento di fedeltà sarebbe stato sufficiente. Come in ogni carboneria che si rispetti doveva esser indispensabile il mantenimento del segreto. Per quanto convinti di riuscire ad attirare sufficienti adepti e con tutti i mezzi, dai due schieramenti maggiori, questi non sarebbero stati bastevoli a superare la possibile santa alleanza dei baroni. In tempi passati, una sorta di alleanza c’era già stata e per motivi simili! I baroni dovevano restare tranquilli e lo sono stati, nelle loro presunzioni contabili. Per cui, mantenere il segreto era il secondo punto. Ma qui la plausibilità si scontra in modo irreversibile con la logica! Va bene il giuramento, va bene la clandestinità ma viviamo in un contesto in cui gli orientamenti sono scientificamente tracciabili. Perché allora i sondaggi davano risultati diametralmente opposti all’esito? Qualunque società demoscopica, anche la meno attendibile e non è questo il caso, tutela i sui report dentro una forbice elastica fatta di piccoli numeri di oscillazione. Qui parliamo di macroscopici errori che sfiorano il venti per cento! Nessun esperto potrebbe ritenere il dato possibile se non attribuibile ad una organizzata, preconfezionata macchinazione. Qui sta il punto focale di tutto. Per cercare di capire occorre necessariamente dare una soluzione a questo interrogativo. Aperta a tutte le logiche risposte, provo ad accennare la mia. Non bastava il giuramento, non bastava la clandestinità. Per tenere tranquilli i baroni sarebbe stato necessario anche mentire. Il terzo giuramento: “Fate credere in ogni occasione che voterete per loro”. Solo questo giustificherebbe la incompatibilità tra le previsioni ed il risultato. Dando poi, come prodotto secondario, un’altra risposta ad un dubbio oggettivo: Come è possibile che alle varie manifestazioni di preparazione al voto, specialmente del centro-destra, avessero partecipato così tante persone da rendere l’attesa quasi tranquillizzante? Solo per scroccare una cena? Non serve giocare con i numeri per capire che una parte consistente di qui partecipanti già sapeva che avrebbe votato in modo diverso da come sembrava dichiarare! Credimi, se nel lato oscuro dei miei sentimenti alloggiasse lo schifo, questo, più di ogni altra cosa, riuscirebbe a sollecitarlo! Ma voglio essere ingenua fino in fondo e dire che così non è stato, che sono solo elucubrazioni che cercano di giustificare una sconfitta. Che il percorso dei vincitori sia stato cristallino, risultato di un duro, capillare, onesto lavoro. Lavoro che sia riuscito ad inculcare in centinaia di persone il germe della ribellione, del nuovo ed il senso di appartenenza ad una setta che voglia ‘ribaltare le carte sul tavolo della storia’. Ma una carboneria, compressa in mesi di clandestinità esplode, nel momento della vittoria, occupando le strade con i propri vessilli ed i propri carrocci! Così non è stato, neanche durante la festa in onore dell’eletto: poche e controllate persone! Perché? Forse vergogna o forse consapevolezza che il risultato era dato per certo, quasi scontato. Solo noi, società demoscopiche e baroni compresi, non lo avevamo capito! Ma torniamo all’ipotesi dei fatti. Proviamo ad analizzare i visibili ed invisibili artefici di questa macchinazione che, comunque la si guardi, contiene qualcosa di machiavellico. E’ forse il frutto di un candidato che ha fatto dei suoi guai uno scudo di vittimismo? Che ha condotto una campagna elettorale sull’onda scialba del rinnovamento? Come se, fino a poco prima, fosse stato all’opposizione! Oppure è il frutto di chi ha seguito il consiglio di tacere, perché ‘meno parla e meglio è’? Rifugiandosi, in piena campagna elettorale, dietro la scalata di nuovi livelli di Bubble Witch Saga? O di chi, dalla media distanza, ribatteva su Facebook ogni accusa, portando la discussione che, strano a dirsi, si era accesa in modo anomalo per quel social network (magari anche per merito nostro) e strutturato, su un livello di personale disputa, buttandola, come si dice, in caciara? Che farciva la sua bacheca con slogan stile anni sessanta zeppi di tanti, troppi, puntini di sospensione? (anche la grafica ortografica ha una sua Etica, punteggiatura compresa!).
Queste sono le menti che hanno organizzato il “delitto perfetto?”
E’ questa la triade che ha scalzato i baroni depredando a piene mani nei loro consolidati bacini elettorali?
Ragazzi, se così fosse, siamo messi male! Ma se così non fosse, saremmo messi peggio!
Come dare torto a chi potrebbe pensare che dietro a questo cerchio magico non possa essercene un altro ben più organizzato e con mire ben più solide? Perché, proprio adesso che i poteri sovra comunali, stringendo i cordoni dei finanziamenti e dando in cambio ai comuni maggiore discrezionalità di movimento, specialmente in ambito urbanistico, abbiamo notato un via vai di affaccendati politicanti e non solo? Come non temere che, se così fosse, questo cerchio esterno alla brancaleonica consistenza della triade, possa stringersi silenziosamente sulle vite e sui territori con la precisione millimetrica di una garrota?

Brutti pensieri, spero solo influenzati da una delusione. Lascio a te e a chi ne sa più di me il tentativo di districare, magari con ragionamenti più oggettivi, questa matassa che, a forza di smucinarla, rischia di diventare un gomitolo di altro genere.

Lascio inoltre, a chiunque lo volesse, formulare le proposte per vigilare ed arginare qualunque possibile sopruso, qualunque tentativo di aggirare la legalità. Evidenziare ogni possibile anomalia, fosse anche uno sbancamento non autorizzato! Una mail non chiarisce né risolve se non come primo passo per una possibile discussione, magari virtuale ma aperta.

Fino ad ora ti ho parlato di fatti ipotetici, quasi un tentativo di stimolare una discussione più o meno pubblica. Adesso veniamo a quelli documentati da testimonianze.

Per fare questo devo, per forza di cose, diventare più leggera ed affidarmi ad un sostenibile sarcasmo. Non credo che nessuno abbia il diritto di giudicare nessuno, specie se prima non lo ha visto all’opera. Se qualcuno però decide di intraprendere una strada che ne fa un personaggio pubblico, allora deve anche accettare di essere giudicato e, se necessario, irriso. A dire il vero l’inizio non è stato dei migliori. Proclamazione: l’eletto si presenta già fasciato ed, oltre alla fascia che deve aver provato a casa non riuscendo di resistere alla tentazione di scattare qualche fotografia a beneficio della storia, ha messo su anche la maschera di cartone del Piccolo Napoleone che gli ha fatto stravolgere subito il protocollo (non tanto nella forma, cosa che potrebbe essere condivisibile ma nella sostanza) azzittendo subito l’opposizione e dando alla riunione un senso sbrigativo e non sottolineato neanche da un applauso nel momento stesso della proclamazione.  Si passava poi all’assegnazione degli incarichi. Abbiamo appreso che l’assessorato alla cultura era competenza di chi aveva da poco finito di condire un commento su Facebook con un                  “… consegnarlo hai genitori …” che, fatta salva la drammaticità della notizia a cui il commento si riferiva, avrebbe giustificato la disaffezione allo studio di un bambino di quarta elementare! Non mi si venga a parlare di refusi perché, prego controllare, non è la prima volta che le è accaduto. Certo in piccolo paese non pretendiamo che l’assessore alla cultura possa essere un Leonardo Sciascia ma almeno che conosca il rudimentale uso della mutina, sarà per questo che le consigliarono di stare muta?  Ma non finiva qui! Le veniva anche assegnata la delega all’urbanistica. Giustificava la sua documentabile competenza con il fatto che anni prima, aveva lavorato per qualche settimana in un cantiere èdile (l’accento sta dove è stato pronunciato)! Come non può, tutto questo, far venire in mente Totò che, avendo fatto il militare a Cuneo, avrebbe potuto accettare, sicuro di meritarlo, il Ministero degli Esteri ?!?  Si passava poi alla elezione del presidente del Consiglio che veniva eletto senza unanimità (come era d’uso) ma senza neanche il quorum necessario. Una ignorante (nel senso di chi ignora) forzatura delle procedure. Un primo inequivocabile segnale di chi crede, maschera napoleonica a parte, gli sia stato concesso il potere di comandare su tutto e su tutti e non il dovere di amministrare! Forse dovranno ripetere l’elezione del presidente e, stavolta il presidente stesso, sarà costretto a rinunciare, per essere eletto, alla sua persole ed ipocrita astensione!

Se tutto questo non fosse tragico assumerebbe i contorni surreali e grotteschi di una esilarante commedia degli equivoci. Ma forse è proprio così: è tutto un banale e difficilmente recuperabile equivoco.

E se questo è solo l’inizio …

Laura, credimi, se così fosse, siamo messi male! Ma se così non fosse, saremmo messi peggio!

Un saluto, Gemma

 P.s.  Leggo su Facebook una tua condivisione su una frase attribuita a Che Guevara: Un popolo ignorante è più facile da ingannare! Come non sottoscriverla? Ma credimi è molto più pericoloso un politico ignorante. Pericoloso per sé, perché di facile manipolazione e per gli altri che la manipolazione dovranno subirla. Dare il potere a chi  non ha l’equilibrio intellettuale di meritarlo non è solo uno schiaffo alla meritocrazia ma è mettere in un posto di comando, dove si maneggiano soldi pubblici, un burattino che seguirà sempre la rotta decisa dai suoi invisibili burattinai!"

 

tabella PRECEDENTI:

25/05/2012 NEMI, LA CONOSCENZA DEI FATTI È ALLA BASE DELL’OPERATO DI UN SINDACO.
22/05/2012 NEMI, PRIMO CONSIGLIO COMUNALE PER IL SIGNOR SINDACO ALBERTO BERTUCCI
08/05/2012 NEMI, UN MESSAGGIO DA GIOVANNI LIBANORI
07/05/2012 NEMI ELEZIONI, VINCE ALBERTO BERTUCCI
04/05/2012 A PROPOSITO DI “PENNIVENDOLI”, IMPUTATI E….GIORNALISTI
30/04/2012 NEMI ELEZIONI, MACIGNO SULLA CANDIDATURA DI ALBERTO BERTUCCI
23/04/2012 NEMI ELEZIONI, LUCIANO CIOCCHETTI A SOSTEGNO DEL CANDIDATO BERTUCCI
21/04/2012 NEMI ELEZIONI, IL CONFRONTO PUBBLICO ORGANIZZATO DA L’OSSERVATORE LAZIALE
20/04/2012 NEMI ELEZIONI, VERTICI PDL METTONO I PUNTINI SULLE “i” RIBADENDO IL SOSTEGNO A CINZIA COCCHI E PRENDONO LE DISTANZE DA MATTEI
 
10/04/2012 NEMI CASO BERTUCCI INDAGATO, BERTUCCI SI AUTOASSOLVE E GETTA FANGO SU CHI FA INFORMAZIONE. CHIARA RAI RISPONDE A BERTUCCI
06/04/2012 CASO BERTUCCI INDAGATO, BOTTA E RISPOSTA TRA GIOVANNI LIBANORI (UDC) E CHIARA RAI (L'OSSERVATORE LAZIALE)
05/04/2012 NEMI ELEZIONI, BUFERA SUL CANDIDATO SINDACO ALBERTO BERTUCCI
04/04/2012 NEMI ELEZIONI, LA VERITA’ SULL’INVITO DI BERTUCCI A RETE ORO

 




E’ TEMPO DI PULIZIE POLITICHE, NON CE N'ERAVAMO ACCORTI

Chiara Rai

Se avessimo un termometro per misurare la temperatura della fiducia nella politica che ognuno di noi conserva, scopriremmo che ad avere la febbre alta sono soltanto i componenti dei partiti. Gli stessi partiti che ieri hanno vinto ancora perché la proposta di legge che modifica la normativa sul finanziamento è passata alla Camera con 291 sì, 78 no e 17 astenuti. Ora andrà al Senato. Si fagocita ancora, magari con qualche accortezza in più e un po’ di sana beneficienza visto che il risparmio di 160 milioni ottenuto sui rimborsi sarà devoluto ai terremotati. Probabilmente sarà anche difficile avere case e atticucci e immobili a Montecarlo anche se i regali sono sempre concessi, ma almeno sia i partiti che i movimenti non potranno più prendere in affitto o acquistare a titolo oneroso immobili da persone elette in Parlamento, in Europa e nei consigli regionali. Certo è, che si è fatto poco. Non si è voluto nemmeno approvare il divieto per le aziende pubbliche di finanziare le fondazioni politiche: bloccare questo flusso significherebbe togliere potere economico e politico a tanta gente. E che non si pensi in momenti di crisi che la Grecia fa bene a pensare di mollare la signora euro, addirittura i partiti potranno investire esclusivamente in titoli di Stato europei. Ma purtroppo l’Italia non si trova nelle stesse condizioni dei primi anni ’60 quando la crescita media del Pil del 6,3 per cento fu il carburante che permise l’avvicinamento della nostra penisola a paesi come Germania o Francia. La Germania oggi è anni luce da noi, spaparacchiata al sole di una politica rigorista che è esplosa in una crescita senza precedenti perché si mangia di più tutti quanti quando i sacrifici e le lacrime sono versati da tutti. Siamo alle soglie dei funerali della seconda Repubblica: un fallimento. La vita è un cerchio ma anche la politica non scherza. Se decidessimo di fare i gamberi rientreremmo in un circuito vizioso senza ne capo ne coda. Di fatto lo specchio attuale poco si allontana dai preparativi e problemi della prima Repubblica. Un sistema elettorale che fa pena e che poco rispecchia le effettive divisioni politiche del Paese. Ma l’idea di rappresentatività e democraticità è tramontata nel ’93 e hai voglia a tornare indietro. Oggi i voltagabbana sono dietro l’angolo così come i deliri dei singoli che cavalcano la crisi politica e fanno cabaret con i soldi pubblici garantendosi le prime opportune poltrone. La stanchezza predomina e altri ballerini scendono in pista. Così alcune caratteristiche del politicogo Giovanni Sartori attribuite alla prima Repubblica  tornano in voga o meglio a vestire a pennello questo momento storico politico: Presenza di partiti antisistema, ossia ideologicamente ostili alla stessa forma dello stato in cui operano, una tendenza centrifuga, poiché le opposizioni possono guadagnare consenso estremizzando le loro posizioni piuttosto che moderandole e dulcis in fundo opposizioni non responsabili, che propongono programmi irrealizzabili sapendo di non avere la possibilità di governare. Però fanno chic. E ancora si attende, sia a destra che a sinistra, l’ascesa politica di qualche segretario di partito che dia una svolta innovativa e rivoluzionaria. Ma che poi tutti i voli pindarici non finiscano a inneggiare il motto “magni tu che magno io”, anche se la disperazione oggi lo rende sovrano ed è per questo che nei Comuni e in Parlamento siedono anche e soprattutto persone perseguitate dalla legge: ma che importa, tiriamo a campare. In Regione è tempo di pulizie in vista delle politiche. C’è chi rispolvera i propri brand e si prepara nel 2013, alle elezioni per la formazione del nuovo Parlamento Italiano che resterà in carica fino al 2018. Basta rifarsi un po’, limare qualche ruga, rimpiantare qualche capello, stampare qualche giornale locale che tramonterà ad operazion conclusa, ricominciare a regalare baci e abbracci e strette di mano fraterne, latitanti da qualche anno. Ma a noi è così che piace il sistema. Gli elettori quasi le temono le politiche e le schizzano perché se è vero che il tormentone di molti è “mandiamo a casa i professori” c’è la paura del deserto dei tartari oltre “Monti”. Giusto i grilli cantano ma fino a quando potranno cavalcare la nausea dell’elettorato? Intanto via, si salta più in alto. Tanto i partiti non conoscono lacrime perché cadono sempre in piedi. Almeno imparassero a utilizzare in maniera costruttiva l’entusiasmo dei loro sostenitori. Fidarsi è ancora bene ma scavarsi la fossa da soli proprio no.
 




A PROPOSITO DI “PENNIVENDOLI”, IMPUTATI E….GIORNALISTI

Chiara Rai

La parola responsabilità noi elettori dovremmo portarcela sulle spalle fin dentro alle urne elettorali.

Dopo i toni forti, le convinzioni di ogni singolo soggetto verso l’uno o l’altro candidato, è necessario dare ampio respiro a questa parola. Il clima nazionale che si è instaurato non lascia più ampia discrezionalità al colore politico d’interferire sull’esito elettorale delle amministrative. Comuni dove sempre più spesso cadono giunte a causa di tradimenti interni agli stessi schieramenti mossi da meri interessi di poltrone e di potere. Ma la sovranità appartiene al popolo e tutti questi signori dovrebbero ricordarselo. In un momento politico dove delira la volontà di onnipotenza del singolo, ad ogni costo, schiacciando valori, calpestando la volontà popolare, addirittura arrivando a sfidare la Magistratura che imperterrita continua a perseguire i soggetti che operano con malafede infrangendo la legge.

No, cari lettori, non può essere tutto lecito a questo mondo. Siamo noi cittadini che non dobbiamo permettere che persone macchiate di gravi reati arrivino a governare la cosa pubblica.  Come recita l’articolo 28 della Costituzione: “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli Enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti”.

Ancora una volta è la parola “responsabilità” a decidere le sorti di chi dovrebbe amministrare nell’interesse dei cittadini.

Cari lettori, mi sento davvero stanca al termine di quella che nel mio caso si sarebbe dovuta presentare come un’ennesima e serena occasione di raccontare col mezzo dell’informazione, le vicende politiche che hanno interessato i diversi Comuni del Lazio che vanno al voto.

Stanca sì (e vi dirò a breve perché) ma fiduciosa nel fatto di aver garantito quel dovere diritto d’informazione in una campagna mediatica diretta a sostenere questo principio salvaguardato dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Ho sollevato questioni giudiziarie senza preoccuparmi delle conseguenze e da parte delle persone direttamente colpite ho ricevuto schiaffetti che equivalgono ad un solletico che mi incentiva a proseguire dritta per la mia, spesso solitaria, strada.

L’osservatore laziale, mi fa piacere comunicare questa notizia, in pochi mesi è diventato tra i quotidiani online più letti nel Lazio proprio grazie alla sua indipendenza da partiti politici e dalle pressioni vessatorie che purtroppo hanno piegato più di qualche collega (se così lo si può definire), costretto addirittura a coprire le magagne giudiziarie degli amici commensali che procedono su strade incastonate di bugie e di false promesse.

E ancora oggi, a due giorni dal voto leggo su giornalucoli locali, sconcertanti mistificazioni della realtà dei fatti. A Nemi un candidato a Sindaco ha nascosto ai suoi elettori di essere prima indagato e poi imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici concorsi. L’osservatore laziale non ha fatto altro che pubblicare gli atti della Procura della Repubblica che interessano tale candidato. Il candidato ha poi detto che la vicenda si era conclusa già da un anno, reiterando le bugie. Ed ancora un atto di richiesta di rinvio a giudizio è stato pubblicato da L’osservatore laziale. Quanti giornali hanno ripreso la notizia? Quasi nessuno. Una desolante constatazione che mi ha fatto capire quanto questa battaglia d’informazione sia condotta in solitario. Un giornaletto locale, oggi ha dato di nuovo spazio all’imputato che scrive: “Anche dalla lista "Uniti per Nemi" viene espressa profonda contrarietà verso il comportamento politico degli avversari, i quali, dopo aver fallito amaramente in venti anni di amministrazione comunale (tra Canterani e Biaggi), si ripropongono senza idee e senza credibilità, limitandosi a fare terrorismo mediatico con la complicità di chi scrive tabella a orologeria, stravolgendo la verità dei fatti”.

Questi signori, nei confronti dei quali evito di dare un giudizio personale perché già loro si ben auto presentano agli occhi dei cittadini, ce l’hanno con me e con i loro avversari politici che getterebbero fango sulla sua candidatura per paura. Non volendo entrare nel merito delle azioni degli avversari politici di Bertucci che oggettivamente mi pare abbiano dovuto forzatamente incentrare la campagna elettorale sulla legalità (vista la condotta del soggetto che hanno dovuto cacciare di casa lo scorso inverno), vorrei precisare quanto segue:

Non mi schiererò mai come giornale a difendere persone perseguite dalla Magistratura. Non ho amici politici, sebbene sappia riconoscere le persone perbene che negli anni, perlomeno, non si sono macchiate di simili reati.

“Molti nemici, molto onore” diceva qualcuno. E prima di lui, pare, Giulio Cesare prima di affrontare i Galli di Vercingetorige nella proporzione di uno a dieci.

Non ci si può improvvisare persona perbene, come non ci si può improvvisare giornalisti. Il giornalista deve avere il coraggio di schierarsi e io mi sono schierata nei confronti della legalità. I codardi muoiono mille volte prima di morire, ma il coraggioso non assapora la morte che una volta sola. Caro “pennivendolo” che hai venduto il tuo spazio d’informazione ai paladini dell’ingiustizia, sappi che la codardia ti veste a pennello.

In bocca al lupo a tutti gli schieramenti politici che competono alla poltrona di Sindaco nella legalità. In bocca a lupo a tutti, tranne che ad uno che  fra pochi giorni dovrà presentarsi in udienza per rispondere all’accusa del Pubblico Ministero di due reati per i quali è prevista la carcerazione da uno a cinque anni.




NEMI CASO BERTUCCI INDAGATO, BERTUCCI SI AUTOASSOLVE E GETTA FANGO SU CHI FA INFORMAZIONE. CHIARA RAI RISPONDE A BERTUCCI

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Alberto Bertucci candidato sindaco della lista civica Uniti per Nemi

 

Ecco la nota di Bertucci:

“GRANDE BUFALA SUL CASO BERTUCCI, SI E’ DATA ENFASI AD UN FATTO DOVE LE INDAGINI SI SONO CHIUSE GIA’ DALLO SCORSO ANNO SENZA NESSUN RISULTATO.

È evidente la strumentalizzazione mediatica messa in piedi da Biaggi e Cocchi, e da chi si presta a scrivere tabella stravolgendo la verità dei fatti.  schierandosi spudoratamente per una parte politica, mancando di professionalità.
“Nella vicenda dello scuolabus ho solo un grande merito, di aver fatto arrivare l’ennesimo finanziamento al Comune di Nemi per l’acquisto di un mezzo nuovo per i bambini e per i diversamente abili, e di ciò ne sono orgoglioso”
Tra i tanti problemi che ho curato in Amministrazione Comunale, mi sono interessato anche della partecipazione del Comune di Nemi al bando emesso dalla Provincia di Roma per un finanziamento finalizzato all’acquisito di  uno scuolabus nuovo, per consentire a tutti i bambini delle scuole di Nemi di viaggiare in maggiore sicurezza e confort. Inoltre l’acquisto dell’unico scuolabus comunale avrebbe permesso a tutti gli studenti di effettuare gratuitamente gite sul territorio dei castelli romani senza ulteriori aggravi di costi per le famiglie. Fin qui tutto bene, ma appena sono riuscito a far ottenere al Comune di Nemi questo ennesimo finanziamento pari ad  €48.126, 00 è scattata da parte del duo Biaggi-Cocchi il boicottaggio dell’operazione, come per altro è capitato in altre occasioni.
Mentre tutti gli uffici comunali lavoravano per espletare le pratiche burocratiche, Biaggi dettava a Cocchi un esposto pieno di illazioni da presentare ai carabinieri, in modo da far saltare l’operazione di acquisto dello scuolabus. Così sono scattate le indagini dei carabinieri che hanno portato alla sospensione della procedura di acquisto del mezzo. Indagini iniziate e concluse ormai da tempo, che non hanno prodotto nulla, se non lo scopo del duo Biaggi-Cocchi di mettere in moto la macchina del fango per discreditare me, Bertucci, considerato ormai un nemico da abbattere, solo perché ricevevo e ricevo ancora, tanto consenso tra i miei cittadini, per i quali mi sono sempre impegnato e continuerò a farlo. I due personaggi consapevoli di aver commesso un gesto vile, architettando tutto quel movimento diabolico, hanno sempre ripetuto, mentendo a tutti noi consiglieri, che loro non sapevano i motivi per i quali i carabinieri erano venuti in comune a sequestrare i fascicoli dello scuolabus. La storia si conclude però con un lieto fine, perché lo scuolabus non acquistato lo scorso anno, lo ha acquistato qualche settimana fa il Commissario Comunale, il quale utilizzando il finanziamento provinciale, ha messo a segno in pochi mesi di sua gestione, un altro obbiettivo importante.
Resta il fatto che ogni qualvolta si progetta la denuncia di un avversario per strumentalizzarne, al momento opportuno, la posizione di “indagato”, si compie un atto …non di strategia politica bensì di bassezza morale. In tali casi uno dei competitori, al fine di prevalere sull’avversario, utilizza la denuncia pubblica, piuttosto che far prevalere le proprie idee. In altri termini …si cercano inesistenti demeriti altrui …e non si espongono i meriti propri. Ognuno di noi sa che la giustizia si muove su una macchina lentissima e che all’inizio vengono diffuse (chissà com’è !) solo le notizie che provengono dalla accusa, ma questi giochetti meschini, di bassa lega, si stanno già ritorcendo contro chi li ha ideati, come un boomerang. Voglio ricordare per rigor di cronaca, che sempre grazie al Commissario Comunale in pochi mesi il Comune è riuscito ad acquistare il Campo di calcio dei Padri Mercedari (lo attendevamo da più di 4 anni), ha ottenuto la chiusura del cantiere della frana di via Nemorense con la riapertura della strada, ha dato il via ai  lavori di chiusura del fosso delle colombe per realizzare dei parcheggi, ha varato una serie di regolamenti comunali essenziali per la gestione amministrativa. Biaggi e Cocchi, sanno ormai che tutti i cittadini di Nemi li considerano dei millantatori e dei pessimi amministratori con nessuna credibilità. Noi della Lista Civica “UNITI per NEMI” a differenza di altri, abbiamo le idee chiare sul da farsi per il paese, e la squadra di persone che mi appoggia è profondamente radicata sul territorio, personalità che godono della stima mia e di tutti i cittadini, persone competenti e volenterosi che hanno già dato dimostrazione ognuna nel loro campo di appartenenza, di capacità professionalità e concretezza. Un gruppo motivato che vuole dare il suo contributo concreto alla crescita di Nemi. Io e i miei candidati  vogliamo restituire dignità e decoro ad un paese che grida aiuto per le tante ferite inflitte. Dare via ad un programma di recupero dei sentieri, delle strade e dei vicoli di Nemi frequentati da centinaia di cittadini e turisti; La riapertura della strada Nemi-Lago per troppo tempo trascurata; Ristabilire l’ordine all’interno del centro storico con particolare attenzione alla piazza principale del paese; Ampliare la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio; Affiancare la scuola affinché si scongiuri la formazione di altre pluriclassi; Verificare il perfetto funzionamento della mensa scolastica affinché sia raggiunto di nuovo un eccellente grado soddisfazione da parte dei piccoli utenti che usufruiscono del servizio; Realizzare quelle infrastrutture necessarie affinché si dia la possibilità ai nemesi ed ai turisti di parcheggiare a Nemi. Sono certo che i cittadini voteranno Alberto Bertucci perchè mi hanno chiamato per questa investitura, mi hanno sostenuto e voluto fortemente, riconoscendo quanto impegno ho profuso per Nemi, per il territorio e soprattutto per i Nemesi. Hanno sperimentato quanto è forte il mio interesse per l’intero paese, periferie comprese, troppo spesso dimenticate. I Cittadini oggi beneficiano di obbiettivi importanti da me perseguiti e messi a segno, vedi il cablaggio con la fibra ottica per il collegamento della nostra centrale telecom alla dorsale di via appia, cosi da consentire a studenti, famiglie e imprese presenti sul nostro territorio il collegamento ad internet in banda larga (ADSL). In collaborazione con i cittadini ho organizzato manifestazioni di livello nazionale; una per tutte il Campionato Italiano di Nuoto di Fondo, e grazie al nostro concittadino Fiduciario Coni, siamo riusciti a far crescere fino a puntare ad un evento Internazionale. Questo ha consentito di portare il nome di Nemi al di fuori del perimetro regionale, con grande beneficio per albergatori commercianti e ristoratori."

Alberto Bertucci


Pubblichiamo una nota del direttore de L’osservatore laziale Chiara Rai

Non si ha il coraggio di fare di nomi e cognomi del giornale e neppure del giornalista. Il caso Bertucci l’ha sollevato L’osservatore laziale con un articolo a mia firma (NEMI ELEZIONI, BUFERA SUL CANDIDATO SINDACO ALBERTO BERTUCCI), non ci si può certo nascondere dietro un dito. Per L’osservatore laziale non esiste la “stampa amica” e la “stampa nemica”, esiste il diritto dovere d’informazione. Qui non si tratta di “strumentalizzazione mediatica” e mi stupisce che chi avrebbe dovuto informare in prima persona i cittadini su fatti così gravi che già da un anno hanno investito la propria figura di ormai ex amministratore non l’abbia fatto direttamente. Ma silente, ha atteso che fosse la stampa a pubblicare un atto della Procura della Repubblica che tutto significa tranne che “stravolgere la verità dei fatti”.


In casa nostra non ci si è “schierati spudoratamente per una parte politica” piuttosto che per un'altra, in casa nostra si è fatta informazione, tanto che un quotidiano a tiratura nazionale quale IL TEMPO non ha mai smentito ciò che è stato pubblicato, ma come da prassi, a seguito della pubblicazione dell’articolo che informava del fatto di Bertucci indagato, ne è uscito un altro che ha dato la possibilità alla persona chiamata in causa di dire “sono innocente”. L’informazione funziona in questo modo.


Stupisce il fatto, invece, come “Castellinews”, dove dilaga la pubblicità di Alberto Bertucci, abbia lavorato la notizia. Dapprima ha riportato un articolo a mia firma, tagliato e cucito ad hoc per dare la notizia fugace e secca, quindi senza commenti. E dopo un richiamo a Castellinews, è stata tolta la mia firma e sostituito lo scarno pezzo con “Redazione”. Oggi invece Castellinews non ha avuto il minimo scrupolo a riportare, questa volta in maniera rapida e con tutti i commenti, il comunicato di Bertucci tal quale, dove si evince chiaramente il tentativo di screditare un professionista quale mi ritengo di essere e che collabora da qualche mese con lo stesso Castellinews. Dunque Castellinews, non solo ha voluto gettare fango sulla mia persona pubblicando un comunicato stampa senza avere avuto l’accortezza di spendere due righe in mio favore, ma ha anche attaccato indirettamente una sua stessa collaboratrice sul suo giornale online. Mi ritengo una professionista che da anni, non ha mai favorito nessuno ma ha sempre cercato i pezzi di carta per provare le notizie diffuse.

Ebbene si legge ancora una volta con stupore che cade quasi nella più profonda compassione, che Bertucci continua a fare titoli più che discutibili. Questa volta ha detto che le indagini sono chiuse già da un anno e senza alcun esito. Ebbene, la Magistratura non chiude mai le indagini senza che ci sia un esito. Se le indagini si fossero concluse, come afferma Bertucci senza fornire in merito alcun pezzo di carta da poter pubblicare, perché la Magistratura non si è ancora espressa?

Il processo penale comprende tutte le attività svolte per giungere all'accertamento del reato, dall'esercizio dell'azione penale fino al passaggio in giudicato della sentenza; il procedimento penale comprende, oltre a tali attività, anche le indagini preliminari, svolte dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, volte a permettere al pubblico ministero di decidere se esercitare o meno l'azione penale.
Un anno, in questo caso, non è stato sufficiente a chiudere le indagini. Infatti, non risulta esserci ne un rinvio a giudizio e neppure un'archiviazione.

Detto questo, qualora ci fosse un proscioglimento, ci auguriamo di essere tra i primi a divulgare tale notizia. Ma per il momento non abbiamo pezzi di carta che avvalorino tale esito.

Non credo, inoltre, che i cittadini debbano dire grazie ad Alberto Bertucci se adesso c’è un pulmino parcheggiato nell’area dei Padri Mercedari a Nemi. Infatti, da amministratore, Alberto Bertucci non è riuscito ad acquisire lo scuolabus, ma come giustamente detto da Bertucci stesso, è stato il Commissario Prefettizio Fabio Maurano ad essere riuscito a perfezionare l’acquisto.

Infatti, per chi non ricordasse, l’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico Miglietta (che dall’atto della Procura risulta indagato) ha provveduto ad annullare tutti gli atti riferiti allo scuolabus, in sede di autotutela, con determinazione numero 33 del 25 febbraio 2011. Le irregolarità commesse, si legge nella determina, palesano lesione di riservatezza. «Considerato che la lesione della riservatezza ha capacità invalidante – si legge ancora  – che si riflette sulla gara a causa della circolazione anticipata di alcune informazioni con relativa compromissione dell’effettivo confronto concorrenziale». Miglietta giustifica l'annullamento degli atti adducendo la frase "per ristabilire la legalità".  Insomma più di così, che altro aggiungere? A che pro i cittadini dovrebbero ringraziare? Non volendomi dilungare oltremodo, colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno compreso, invece, i motivi della scelta che ha fatto L’osservatore laziale di pubblicare un atto della Procura corredato da un articolo scritto di mio pugno. Colgo l’occasione per ringraziare anche coloro i quali con tanta enfasi mi hanno augurato buona Pasqua. Gli auguri sono arrivati da tutte le parti, anche da persone impensabili che si trovano a rappresentare enti che tutelano la nostra meravigliosa vegetazione. Ringrazio e con infinita trasparenza continuo il mio lavoro.

Chiara Rai

 




IL MALTEMPO DELLE CICALE

Chiara Rai

Il maltempo ha creato non pochi disagi al territorio del Lazio. Quelli che non ci si aspettava di dover subire arrivano da Trenitalia, Acea e Enel. Dei colossi che avrebbero dovuto gestire la preannunciata emergenza in maniera più tempestiva, facendo un lavoro di prevenzione piuttosto che “cura”. In questi casi vien voglia di dire evviva le liberalizzazioni, perché in queste ore siamo appesi a tre ricchi signori colossi che ci paralizzano in casa. Forse se avessero avuto dei degni avversari si sarebbero comportati meglio. I capricci di Alemanno sulla pretesa della previsione meteo da parte di Gabrielli non hanno di certo risollevato lo scenario drammaticamente “fantozziano” in cui siamo caduti. La neve ha fatto notizia per giorni, “arriva la neve”, un freddo così non si vedeva da 27 anni e giù con la Siberia, ci mancava solo l’orso Baloo che si metteva a danzare col gonnellino scozzese. In quelle interminabili ore di tartassamento mediatico, Alemanno pensava a stuzzicare Zingaretti, e Zinga, era impegnato a rispondere ai suoi fans su Fb, e noi tutti eravamo presi dai blitz delle fiamme gialle che in questi giorni si nascondono dietro i suv che circolano impauriti per il territorio. Siamo presi dalle liberalizzazioni, dagli scioperi, dalla frenesia di svuotare i supermercati perché c’è la recessione…e c’è pure la neve! La neve che ci ha lasciati senza luce, senza acqua e senza soccorsi. Doveva arrivare l’esercito a salvarci e menomale che alla fine ci ha pensato Renata a chiamarlo. Meglio tardi che mai, anche perché quando i blackout cominciano ad interessare gli ospedali allora non c’è più tanto da ridere. E poi Nicola, dal palazzo provinciale ha alzato gli occhi da Facebook e ha stanziato i primi 700 mila euro per i poveri Comuni che hanno tirato fuori la moneta all’istante per togliere di mezzo alberature cadute per strada, per pagare il sale, gli operatori, il carburante, e chi più ne ha più ne metta. Ha fatto un gesto concreto e immediato anche lui. Lodevoli, in tutta questa malagestione del maltempo sono i volontari. Si proprio loro. Leggo che ad Anguillara Sabazia, vicino Roma, i volontari hanno lavorato ininterrottamente notte e giorno per garantire i servizi sanitari domiciliari essenziali non lasciando i dializzati senza dialisi. Vagli a raccontare a malati del genere che c’è troppa neve e Alemanno si arrabbia con Gabrielli e quindi “siamo spiacenti, ma ci siamo trovati impreparati nonostante già sapessimo da tempo che sarebbe nevicato”. Siamo tante formiche in balia di grosse cicale. Ecco cosa ci insegna il maltempo.




PD DI NEMI, MERCOLEDÌ PROSSIMO TAVOLO DI RITRATTAZIONE TRA FEDERAZIONE DI SINISTRA, SEL, UDC E PD

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Chiara Rai

“Sembra ci sia una predisposizione da parte di tutti per ritrattare”. Esordisce così Francesca Bertucci, il segretario del Pd di Nemi che in questo momento ha assunto il ruolo di “mediatore” tra le parti indecise, per arrivare a partorire il nome di un candidato condiviso. “L’obiettivo condiviso – dice Francesca – è quello di creare una forte contrapposizione alla destra. Federazione di Sinistra, Sel Udc e Pd stanno lavorando per questo, aprendo anche ad eventuali liste civiche che vorranno supportarci”. Il segretario del Pd intanto annuncia che la prossima settimana, forse già mercoledì, riusciranno a trovare una quadratura sulla rosa dei nomi papabili. Nessun commento in merito alle voci che circolano su una possibile candidatura di Miriam Emili da parte del Partito democratico: “Sono stati detti tanti nomi – aggiunge Francesca Bertucci – quello di Miriam non è escluso ma neppure confermato, abbiamo diversi candidati al vaglio e il Pd, in questa fase, ha il ruolo un po’ difficile del mediatore, sebbene, ripeto, l’obiettivo è lo stesso per tutti”. Ma quali sarebbero allora i nodi da sciogliere? “La difficoltà, credo sormontabile, è riorganizzare le idee e farle convergere mettendo da parte le vecchie logiche di partito e i rancori che si riaffacciano, ma bensì lavorare sul rinnovamento e sperare che le nuove teste superino le difficoltà e il vecchio modo di fare politica che, se si vuole vincere, deve essere superato”.