DEGLUTIZIONE ATIPICA: CONOSCIAMOLA MEGLIO

A cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista

Per deglutizione atipica si fa riferimento al persistere di uno schema deglutitorio prettamente infantile, in cui la lingua continua a spingere contro le arcate dentarie per compiere l’atto deglutitorio, anche oltre i 5-6 anni, età dopo la quale questo comportamento dovrebbe essere risolto e sostituito con una spinta verso il palato. La deglutizione atipica o infantile si presenta generalmente associata a respirazione orale con postura di riposo linguale contro o tra i denti.

È un’alterazione questa spesso poco conosciuta, su cui molti specialisti hanno posto l’attenzione in quanto le conseguenze a cui può condurre sono molteplici: può alterare il normale accrescimento delle strutture facciali, craniche e buccali, risultando causa o concausa di malocclusione, per tale ragione in molti casi intervenire con apparecchi ortodontici, senza minimamente valutare l’influsso linguale può risultare decisamente poco proficuo, si può perfino giungere a recidive, in quanto una volta tolto l’apparecchio il morso potrebbe, in alcuni casi, tornare al suo aspetto d’origine o modificarsi.

Una deglutizione disfunzionale può incidere sull’articolazione errata di alcuni suoni, come la “s” o la “r”. Un particolare accento va posto anche sulla postura corporea: molti dei fastidi al tratto cervicale, estremamente comuni possono essere aggravati o addirittura causati dall’atteggiamento linguale disfunzionale.

Tali squilibri possono ricadere su qualsiasi segmento del nostro corpo, che va immaginato come una catena in cui ogni anello va ad influenzare l’altro. Inoltre possiamo trovare disfunzioni tubariche con otiti, problemi di vista, di capacità attentiva, aerofagia e disfonia (alterazioni della voce). Le cause possono essere molteplici e non ancora del tutto conosciute: predisposizione genetica, perseverare di “abitudini viziate”, come l’uso di biberon, ciuccio, succhiamento del dito, o altri fattori come allergie ad esempio, i bambini allergici infatti tendono a respirare con la bocca a causa dell’ostruzione nasale, mantenendo la lingua in basso.

A fronte di quanto detto può risultare utile ed importante effettuare una valutazione specialistica d’equipe con logopedista, ortodontista, osteopata, otorinolaringoiatra, che possa verificare, anche a scopo preventivo, quanto descritto e rintracciare i giusti metodi riabilitativi in base alle caratteristiche dell’individuo. Il trattamento logopedico verte alla rieducazione della muscolatura e funzione linguale di riposo, deglutitoria e di masticazione; la collaborazione della famiglia risulta naturalmente indispensabile per far sì che il bambino elimini i comportamenti errati e automatizzi quelli corretti.

Contatti: Logopedista Chiara Marianecci 

3497296063 Chiara.marianecci@hotmail.it

Centro Psicologia Castelli Romani




DISLESSIA: L'UTILITA' DI CONOSCERE IL FENOMENO

a cura della Dottoressa Chiara Marianecci – Logopedista


Nell’ambito dei Disturbi Specifici Dell’Apprendimento (DSA) per Dislessia si fa riferimento ad un disturbo della lettura che può riguardare la correttezza e, o la velocità. Tale difficoltà si manifesta in assenza di altri fattori che potrebbero giustificarla come la scarsa stimolazione ambientale, deficit sensoriali (ad esempio uditivi,visivi) o deficit cognitivi. Spesso si associano ad un quadro di dislessia anche altri disturbi dell’apprendimento quali disortografia (della scrittura), discalculia(del calcolo). Possiamo riscontrare anche problematiche inerenti alla comprensione del testo; è implicito che qualora queste comorbilità dovessero riscontrarsi il percorso scolastico, emotivo, personale del bambino potrebbe essere complesso e quindi in questi casi un intervento specifico, mirato e precoce risulta cruciale. Un ulteriore quesito riguarda le tempistiche d’intervento: non è possibile fare diagnosi di dislessia prima della seconda elementare, all’ultimo anno della scuola materna o durante la prima elementare è possibile solo valutare i prerequisiti o i primi stadi di apprendimento e dove necessario intervenire, in questi casi è opportuno parlare di “difficoltà”, ma non ancora di disturbo specifico. Ci sono degli indici predittivi di rischio che se colti tempestivamente limitano il problema di un ritardo nell’intervento e che, se presenti, rendono necessaria una valutazione anche prima della seconda elementare: primo fra tutti la familiarità, quindi quando si rintracciano altri casi in famiglia di difficoltà di apprendimento o di linguaggio è opportuno monitorare anticipatamente il percorso del bambino; altro fattore importante è quando il bambino ha presentato pregressi disturbi di linguaggio, infatti è ormai nota l’alta percentuale (45-56%) di rischio che possa presentare disturbi dell’apprendimento. Infine è importante sottolineare gli specialisti a cui rivolgersi in questi casi: cruciale è la figura del neuropsichiatra infantile che possa fare diagnosi; riconosciamo la figura del logopedista che si occupa della valutazione e riabilitazione del disturbo; lo psicologo che cura la parte emotivo-comportamentale, nonchè motivazionale, infine l’optometrista per tutto ciò che concerne la componente visiva. Il trattamento riabilitativo consta di numerose componenti: primo fra tutti il lavoro d’équipe fra specialisti, scuola e famiglia. L’obiettivo è quello di compensare la difficoltà riscontrata con training specifici e strumenti dispentativi e compensativi. Il fine di tutto ciò è certamente l’indipendenza del bambino in un ambito scolastico e personale.

Logopedista Chiara Marianecci
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e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it

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