Assassin’s Creed Odyssey, la saga approda nell’antica Grecia

Con Assassin’s Creed Odyssey per Pc, Xbox One, Ps4 e Switch, Ubisoft prosegue e amplia il progetto di rinnovamento della saga iniziata lo scorso anno con Origins (qui la nostra recensione). Basti pensare che solo tre anni fa la serie sembrava essersi arenata in un loop di titoli molto simili fra loro, ma solo ambientati in epoche differenti. Dopo lo stop di un anno deciso dalla casa francese, a seguito del lancio di Assassin’S Creed Sindycate, però la musica e cambiata e sia nel 2017 che soprattutto adesso ci hanno mostrato cosa vuol dire rinfrescare una saga senza stravolgere ciò che c’era di buono in passato, ma soprattutto migliorandone diversi aspetti. Venendo al dunque ed esaminando da vicino questo Assassin’S Creed Odyssey va fatta una premessa, ossia: la storyline non basa il proprio racconto del passato sull’eterna lotta tra Assassini e Templari bensì su un vero e ben documentato conflitto storico avvenuto nell’Antica Grecia tra il 431 e il 404 A.C. ossia la Guerra del Peloponneso.

In questo arco temporale viene ben descritta la lotta tra Sparta e Atene che diede vita a uno dei contrasti più aspri e duri che la storia ricordi e che, di conseguenza, cambiò profondamente lo scheletro della Grecia stessa. Il team Ubisoft Quebec ha ben studiato l’argomento, e vista l’accuratezza nei dettagli mostrata nel corso di tutto il gioco, se si è amanti di quel particolare periodo storico, rimarrete assolutamente estasiati da quest’ultimo capitolo della serie. Ancora di più di quanto visto in Origins, Assassin’s Creed Odyssey vuol essere un RPG a tutto tondo con elementi esplorativi e molte altre caratteristiche che distinguono questo genere. Una volta lanciato il gioco ci si accorge della prima grande novità, per la prima volta nella serie i personaggi giocabili tra cui scegliere saranno due: Alexios o Kassandra. Essendo ambientato 400 anni prima di Origins, in Odyssey la confraternita degli Assassini non ha ancora assunto i contorni che tutti i fan della saga conoscono di conseguenza i protagonisti saranno semplici mercenari spartani, discendenti di Leonida ed esiliati da bambini a seguito di una tragedia familiare. Dopo le prime ore di gioco si viene lanciati così in un epico viaggio che ha inizio dall’isola di Cefalonia, un luogo nelle vicinanze dell’iconica dimora di Ulisse. Si possono incontrare personaggi carismatici, si affrontano epiche battaglie navali e scontri campali. Si combatte contro l’esercito di Sparta o contro quello di Atene e pian piano saranno svelati i segreti della Prima Civilizzazione, uno degli elementi più oscuri dell’universo della saga, il tutto per diventare un vero eroe Greco, cambiare le sorti della guerra e portare alla luce i segreti della propria stirpe. Rispetto ai precedenti episodi, la storia di Assassin’S Creed Odyssey è però narrata in modo differente: la maggior parte dei dialoghi infatti sono a scelta multipla e le decisioni che si prenderanno avranno conseguenze, più o meno visibili, su trama, mondo di gioco, destino di alcuni personaggi e finale della storia, che ricordiamo possiede ben 9 epiloghi differenti.

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Lungo il corso dell’avventura non ci sono decisioni giuste o sbagliate, ognuno è libero di vivere la propria “Odissea” come meglio crede, assumendosi però le conseguenze delle proprie azioni che potrebbero persino dare vita a tragici eventi. In tutto questo peregrinar per la Grecia antica è molto importante sottolineare che in questo nuovo capitolo della saga è presente Layla, conosciuta in Origins. La donna, che vive nel presente, è il motore scatenante degli eventi in quanto è alla ricerca di un qualcosa ben più importante dei frutti dell’Eden. A livello di carisma Layla è ancora molto lontana dal mito di Desmond, il protagonista storico della serie, ma gioco dopo gioco siamo certi che l’interesse verso questo personaggio crescerà sempre di più fino a forgiare un nuovo eroe iconico del brand. Assassin’s Creed Odyssey offre a tutti gli appassionati una gigantesca offerta, ma affida il timone al giocatore, chiamandolo a costruire da solo la propria storia. Ad accompagnare una scrittura migliorata della storia è presente anche una diversa gestione del livello richiesto per compiere le missioni. Ad esempio se si è lasciato indietro un compito, man mano che Kassandra ed Alexios diventeranno più forti le missioni si faranno più difficili avanzando di livello al pari del protagonista. Questa è una scelta vincente, che non sminuisce nessuna quest, neanche quelle delle prime ore di gioco, garantendo sempre una sfida ben proporzionata. Per aumentare di livello sarà necessario svolgere svariati compiti, dato che la progressione risulta simile a quella vista in Origins. A step prestabiliti, infatti, la trama principale alza l’asticella del livello richiesto, e nelle fasi finali il gap da coprire è abbastanza importante. Tutto questo aumenta la longevità in quanto sarà necessario dedicarsi a lunghe sessioni di sottoquest per potenziare il proprio avatar. Nonostante le missioni che si adattano al livello del giocatore, bisognerà dedicarsi a svariate ore di farming che vanno in contrasto con il coinvolgimento emotivo della scrittura, che dispensa momenti degni di nota ad altri piuttosto blandi. Nella difficoltà complessiva del titolo persiste qualche sbilanciamento nella difficoltà generale, con quest che presentano nemici più coriacei rispetto al livello richiesto e viceversa. Nulla di estremamente complesso che rovina l’esperienza di gioco, ma comunque va sottolineato. Assassin’s Creed Odyssey rappresenta la vera rottura con l’anima storica della serie, reggendo meglio gli attuali standard degli action RPG ma lasciando ancora qualche piccola sbavatura tra conseguenze delle scelte e progressione.

È certo che Ubisoft ha dato grande enfasi al senso di immersività, integrando un sistema opzionale di vivere l’esperienza di gioco: nella “Modalità Esplorazione” è possibile infatti rimuovere tutti i simboli da HUD e mappa, e raggiungere i luoghi di interesse affidandosi unicamente alle indicazioni raccolte dai dialoghi. Una trovata senz’altro particolare ma considerando che per completare tutti i filoni narrativi ci sono volute circa settanta ore, vivere l’enorme esperienza che offre Odyssey in questo modo fa lievitare in maniera enorme le ore necessarie al completamento dell’avventura. Ciononostante è palpabile la volontà degli sviluppatori di offrire un approccio meno guidato alle vicende della campagna, e ne è un caso emblematico la lotta alla setta: una lunga caccia a tutti i membri del culto, protetti dall’anonimato. Alcune figure di questa pseudo massoneria fanno la loro comparsa seguendo la quest principale, altre si nascondono in luoghi da scoprire solo dopo aver ottenuto il giusto indizio. Si tratta di un pizzico di brio che non dispiace, e che aiuta a variare la formula delle quest relative alla sottotrama. Giocando ad Assassin’S Creed Odyssey la sensazione che si prova rispetto al passato è quella di una costante miglioria rispetto a quanto visto in passato figlia di ciò che è stato fatto con Origins. Ad esempio i combattimenti restano all’apparenza identici ma influenzati da un’assenza piuttosto importante, ossia quella dello scudo. Lo strumento è stato volutamente rimosso e la manovra difensiva è affidata per intero ad una parata con l’arma equipaggiata. Una delle novità più interessanti però è un sistema di abilità attive estremamente ricco di mosse, dall’iconico “calcio di Sparta”, ispirato al film 300, alla possibilità di strappare gli scudi nemici. Tutte le abilità, insieme ai perk passivi, sono divise in tre rami differenziati, ed ognuna di esse può esser ulteriormente potenziata un certo numero di volte. Ne risulta che attraverso le ore di gioco ognuno si può plasmare il proprio personaggio come si preferisce, grazie anche alla possibilità di riassegnare tutti i punti esperienza col giusto ammontare di dracme. A mettere un po’ di pepe all’avventura ci pensano i mercenari, una versione riveduta e corretta dei Phylakes visti in Origins. Questi cacciatori di taglie si muoveranno nel caso di reati commessi alla luce del sole, e rappresentano una minaccia costante e fastidiosa. Se nel capitolo scorso il loro arrivo era favorito dagli allarmi delle fortezze, in Assassin’S Creed Odyssey la loro caccia diventa più pressante e, soprattutto, senza fine. L’unica pecca in tutto questo gran calderone di novità e migliorie è l’intelligenza artificiale nemica che, nonostante un’aggressività maggiore, è ancora vittima di singhiozzi ben poco appassionanti. Nell’ultima fatica di Ubisoft però non si combatte solo a terra, infatti fanno il loro graditissimo ritorno anche gli scontri navali, ben più approfonditi rispetto alle brevi battaglie viste in Origins. Kassandra ha a disposizione una sua nave, con ciurma e luogotenenti annessi, ed un armamentario di frecce, arpioni e violenti speronamenti. Guardando al passato di casa Ubisoft, le battaglie navali di Odyssey non possono competere con quelle viste in Black Flag o Rogue, ma contestualizzandole nell’ambito di un elemento accessorio in un’offerta ludica sempre più vasta, è chiaro come acquisiscano un valore diverso. In poche parole sono scontri semplici, complice anche la tecnologia dell’epoca, ma ben realizzati e funzionali al loro scopo. Insomma, alla luce di quanto detto, Assassin’s Creed Odyssey si presenta con un’offerta mai vista prima nella storia della serie, un piatto ricco di elementi spalmati su una mappa a dir poco immensa, missioni dinamiche a seconda delle scelte fatte in determinati frangenti e migliorie alla base costruita in Origins.

A livello grafico il gioco si presenta con una qualità su schermo assolutamente sorprendente che farà letteralmente impazzire i giocatori. A livello tecnico raramente si possono riscontrare cali di frame nelle fasi più concitate o bug eclatanti. Da sottolineare, e celebrare soprattutto, la fedele riproduzione storica della Grecia del 400 A.C. e l’amabile colonna sonora. Buona anche la localizzazione in italiano (che bisognerà scaricare al primo avvio del titolo e peserà ben due giga). Non convince appieno la linea narrativa intrapresa e continuata nel presente ma, fortunatamente, le gesta di Alexios e Kassandra riescono a mitigare il tutto grazie a costanti colpi di scena forti di un contesto storico tanto solido quanto emozionante. Il nuovo Assassin’s Creed Odyssey è l’espressione massima della serie in termini di esplorazione: starà al giocatore decidere da che parte stare, cosa fare e soprattutto cosa essere. Tirando le somme, la nuova avventura sviluppata da Ubisoft Quebec taglia in modo netto con il passato e “trasforma” Assassin’s Creed in un vero RPG con dialoghi a scelta multipla, che avranno impatti sull’intero mondo di gioco, un sistema di progressione delle abilità ricco e intelligente, ma anche grazie a un sistema di gestione armi ed equipaggiamento intuitivo e assolutamente interessante. Il team di sviluppo ha creato un sistema di progressione corposo e stratificato con un albero delle abilità più semplificato di quello presente in Origins ma nello stesso tempo più efficace. Ha poi anche stravolto in parte il sistema di combattimento introducendo potenti e speciali abilità capaci di ribaltare le sorti di uno scontro e rendendo i combattimenti alla luce del sole molto più appaganti, fluidi e divertenti rispetto alle fasi stealth. Nel farlo, però, tradisce la filosofia stessa dell’assassino, probabilmente una scelta per andare incontro ad un pubblico diverso. Ubisoft Quebec non ha avuto paura di osare e il risultato sulla carta è assolutamente positivo. Sia che siate amanti della serie, sia che non abbiate mai giocato a un capitolo della saga, Assassin’s Creed Odysey è a nostro avviso un acquisto obbligatorio, un titolo che ha un non so che di magico e che è in grado di far respirare l’atmosfera della Grecia antica.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Gameplay: 8,5
Sonoro: 9
Longevità: 9,5
VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise




Metal Gear Survive, lo spin-off della saga Konami arriva su Xbox One, Ps4 e Pc

Prima di entrare nel vivo della recensione è bene premettere che Metal Gear Survive deve essere visto e valutato per quello che è, ossia un semplice spin off ambientato nell’universo della serie, un episodio a sè che non si propone in alcun modo di continuare o arricchire la storia pensata da Hideo Kojima. Metal Gear Survive non si vuole presentare agli occhi del mondo come un nuovo capitolo della saga principale, pertanto, il titolo sarà da noi descritto e valutato proprio come un videogame del tutto slegato dalle opere di Kojima ed è proprio con questo spirito che bisognerebbe giocarlo.

La trama di Metal Gear Survive ha inizio nel 1975, durante l’attacco contro Big Boss alla Mother Base, l’ormai celebre piattaforma marittima e sua base delle operazioni

Come ormai gli appassionati della saga sapranno, l’attacco è andato a buon fine, e Big Boss si trova costretto a scappare insieme a Miller e a pochi altri superstiti. Poco dopo la sua fuga, però, si apre nel cielo un grosso wormhole che risucchia al suo interno tutto quello che trova. La scena si concentra su due soldati in particolare, il protagonista, e un compagno, Seth. Sfortunatamente non si riesce a salvarlo e Seth viene risucchiato nel portale mentre l’alter ego virtuale di chi gioca cadrà a terra perdendo i sensi e venendo dato per morto. Dopo circa sei mesi da questo fatto, il protagonista sarà risvegliato in una struttura appartenente alla Sezione Wardenclyffe, un’organizzazione di ricerca segreta del governo, e un uomo soprannominato Goodluck aggiornerà il giocatore sulla situazione. Goodluck frà sapere che il Wormhole collega il mondo a una dimensione alternativa dove si è diffusa un’infezione che trasforma gli umani in creature simili a zombie, e spiega inoltre che il contatto del protagonista con esso lo ha infettato. A questo punto verrà assegnata la missione che bisognerà portare a termine, ossia: attraversare il wormhole e raggiungere Dite, cioè la destinazione da raggiungere, trovare una cura per l’infezione e salvare gli eventuali superstiti. Una volta ascoltato il brief e ottenuto il soprannome di “capitano”, il protagonista sarà pronto a partire per la sua missione. I primi due personaggi con cui si farà conoscenza su Dite saranno Reeve, un soldato che combatteva nello schieramento opposto sulla Mother Base, e Virgil, una IA dalla doppia personalità che guiderà il giocatore durante la sua permanenza su Dite. A questi, nelle circa 20 ore necessarie a terminare la storia principale, se ne affiancheranno poi altri: un’infermiera di nome Miranda e un poliziotto di nome Nicholas. Nonostante l’incipit da principio possa sembrare un po’ forzato, la narrazione della storia risulta nel suo complesso scorrevole e molto coinvolgente, senza momenti morti e coniata perfettamente per un titolo di questo genere.

Metal Gear Survive si presenta infatti come un Survival nel senso più classico del termine: dall’inizio alla fine della storia l’obiettivo principale sarà sempre lo stesso: sopravvivere. Sin dal primo minuto sarà necessario tenere sotto controllo due statistiche fondamentali, ovvero la fame che rappresenterà la vita massima, e la sete da cui invece dipenderà la stamina, ossia, l’energia necessaria per scattare, arrampicarsi o camminare accovacciati. A queste due, poche ore dopo l’inizio del viaggio su Dite se ne aggiungerà una terza, l’ossigeno, che non servirà nell’area principale, ma che verrà consumata durante le spedizioni nella “polvere”, ossia l’area dominata dagli infetti. Una volta raggiunto il campo base il giocatore avrà a disposizione solo un’area quasi senza difese e con soltanto poche strutture quali: un falò per cuocere il cibo o i banchi da lavoro per craftare gli indumenti, le armi e gli accessori. Tutte le ricette per gli equipaggiamenti e per le postazioni potenziate andranno trovate durante le spedizioni nella polvere. Un discorso simile vale anche per le risorse: tutto ciò che è necessario per costruire strumenti e molto altro ancora bisognerà trovarlo in giro, tra casolari abbandonati e rottami sparsi per la mappa. Queste risorse, da quelle alimentari ai materiali per costruzioni, ricompariranno ciclicamente negli stessi punti. Per ricordare le zone esatte dove si trova un determinato materiale interviene una feature della mappa di gioco molto interessante, che offre la possibilità al giocatore di posizionare a dei segnalini specifici come ad esempio una goccia d’acqua per indicare la presenza di risorse idriche o una testa di pecora per indicare dove poter trovare animali erbivori da cacciare. La mappa di gioco, da principio, sarà completamente oscurata, fatta eccezione per la zona del campo base, e ad ogni rientro da una spedizione si aggiornerà mostrando la morfologia ed eventuali punti di interesse delle zone che sono state esplorate. Gli equipaggiamenti, divisi per rarità attraverso i colori bianco, verde, blu, viola e arancione, sono davvero molti, tra armi corpo a corpo, armi da fuoco, granate e gadget vari. Quindi da questo punto di vista Metal Gear Survive offre una gran varietà. Durante le battaglie sarà possibile inoltre costruire barricate o torrette fisse per aiutare il protagonista a sopravvivere contro le ondate di mostri che si avventeranno su di esso. Armi e costruzioni potranno inoltre avere un danno elementare di fuoco, elettrico o ghiaccio, naturalmente con effetti differenti a seconda del tipo di nemico che bisognerà affrontare. Per quanto riguarda lo sviluppo e la crescita del protagonista, per farlo crescere di livello sarà necessario consumare punti Kuban, ossia la risorsa base del gioco, disponibile presso l’apposita postazione. Questa risorsa potrà essere facilmente ottenuta uccidendo i mostri e raccogliendola dai loro corpi morti, e ad ogni level up si otterrà un punto abilità che sarà possibile spendere per potenziare gli attributi base: forza, vitalità, destrezza e resistenza, o per sbloccare nuove mosse per danneggiare i nemici.

https://www.youtube.com/watch?v=gOb020icOzk

Metal Gear Survive, nonostante non riesca ad offrire una gran varietà di missioni da svolgere, offre la possibilità di giocare in maniera cooperativa online. Infatti, in qualsiasi momento, si potrà usare il proprio personaggio per giocare con altri players in missioni di recupero, una sorta di modalità ibrida fra orda e tower defense, in cui sarà necessario difendere punti specifici. Al contrario delle attività, le creature qui si differenziano molto bene tra di loro e oltre ai vaganti, ossia gli zombie più semplici, sono presenti anche gli striscianti, dei ragni giganti, le vedette, i kamikaze, i cercatori, gli afferratori e i temibili lanciatori. Le missioni multiplayer, purtroppo, soffrono di un’alta dose di monotonia, più di quanto avvenga nella modalità single player, dove la creazione della base permette di avere una gestione più variegata e un’offerta più interessante. In ogni caso l’esperienza in compagnia di altri tre amici è appagante, per le prime occasioni, e riuscirà a donare qualche interessante variante all’esperienza in solitaria nelle lande di Dite. Per quanto riguarda la grafica, il comparto tecnico si presenta molto solido grazie al Fox Engine, che non ha di certo bisogno di presentazioni: la campionatura sonora appartiene a quella che è presente in Metal Gear Solid V e non stona con il resto dell’esperienza, che dal punto di vista visivo pianta bene i piedi a terra e non dà spazio a incertezze o imperfezioni. Tirando le somme, con questo Metal Gear Survive Konami lancia sul mercato un’interessante variante alla storia canonica di Ideo Kojima. Metal Gear Survive paga lo scotto del nome che porta, ma trascina l’eredità e l’iconografica della saga nell’ambito dei survival, inventandosi una linea temporale alternativa per raccontare una storia sicuramente meno credibile, ma non per questo priva di spunti interessanti. Creando un sistema di progressione tripartito, basato sullo sviluppo di personaggio, equipaggiamento e base, il titolo riesce a valorizzare in maniera convincente delle meccaniche survival basilari ma efficaci. Quello che stupisce è però la struttura della campagna e la quantità di contenuti presenti dopo trenta ore di gioco, infatti, Metal Gear Survive propone un endgame suddiviso tra missioni co-op ed una fase esplorativa rinvigorita dalla presenza di boss inediti e sottoclassi da potenziare. Allo stato attuale dei fatti il punto debole del prodotto è soprattutto la monotonia del multiplayer, che spesso diventa meccanico, anche se non risulta mai banale o poco impegnativo. Per quanto per i puristi della serie sia legittimo non avere in simpatia Metal Gear Survive, chiunque deciderà di avvicinarsi al titolo con mente aperta, troverà nel prodotto di Konami un gioco di sopravvivenza più che discreto, che potrebbe addirittura migliorare nel caso in cui il supporto post-lancio sia costante e continuo. Insomma, Metal Gear Survive, seppur non fa gridare al miracolo, offre un’esperienza di gioco appagante, un livello di sfida buono e molte ore di sano divertimento.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise