Catania, figlio di 15 anni uccide sua madre

CATANIA, 27 LUG – La polizia ha fermato per omicidio il figlio 15enne di Valentina Giunta, la 32enne ferita mortalmente con colpi di arma da taglio nella sua abitazione a Catania.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura per i minorenni ed eseguito dalla squadra mobile che indaga. Secondo quanto si è appreso, i rapporti tra madre e figlio erano tesi da tempo e il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite




Catania, colpo al clan Cappello-Bonaccorsi: 50 indagati. Cento agenti impegnati nelle perquisizioni e sequestri

CATANIA – Vasta operazione antimafia della polizia a Catania con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere per oltre 50 indagati del clan ‘Cappello-Bonaccorsi’.

La Polizia di Stato di Catania ha eseguito una vasta operazione antimafia, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, volta alla disarticolazione di un imponente sodalizio di stampo mafioso.

Centinaia di poliziotti, con i Reparti Speciali ed i Nuclei Investigativi, coordinati dalla DDA di Catania e dal Servizio Centrale Operativo, sono stati impegnati nell’esecuzione di 52 misure di cui 44 di custodia cautelare in carcere a carico di appartenenti al clan mafioso “Cappello-Bonaccorsi”, coinvolte anche mogli e figli dei boss.

Sono state eseguite inoltre numerose perquisizioni e sequestri di beni nel capoluogo etneo.

Gli appartenenti al clan si avvalevano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivava per commettere una serie indeterminata di delitti contro la persona, quali gli omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza sul territorio, di tutelare i membri della consorteria, nonché per espandere il proprio predominio criminale; delitti contro il patrimonio (rapine, furti ed estorsioni); delitti connessi al traffico illecito di sostanze stupefacenti, e ciò per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici e per realizzare, comunque, profitti o vantaggi ingiusti.

Sono, altresì, contestati numerosi altri reati, tra cui più episodi di cessione di sostanze stupefacenti, illecita detenzione e porto abusivo di armi da fuoco aggravati dall’essere stati commessi da soggetti appartenenti ad associazione per delinquere di stampo mafioso o comunque al fine di agevolare il sodalizio mafioso.

E’ stato, altresì, disposto d’urgenza il sequestro preventivo di beni quali tra cui le quote e l’intero patrimonio aziendale di una Società con sede legale in Catania, conti correnti e depositi individuati e accesi presso gli Istituti di credito, nonché eventuali ulteriori conti correnti, depositi o altri rapporti finanziari intrattenuti da uno dei soggetti, dai famigliari conviventi e dalle persone giuridiche, che dovessero emergere presso istituti di credito o presso uffici postali. L’ordinanza cautelare, a seguito di richiesta avanzata dalla Procura, trova fondamento nelle risultanze gravemente indiziarie acquisite all’esito di un complesso e prolungato percorso investigativo concentrato sull’operatività nel territorio di Catania e della sua provincia del sodalizio mafioso denominato “Cappello-Bonaccorsi”. Le indagini hanno preso avvio nel gennaio 2017, quale naturale prosecuzione di quelle svolte nell’ambito del procedimento penale nei confronti di un esponente di vertice del menzionato gruppo mafioso, a capo di una cellula, interna al detto sodalizio malavitoso, dedita prevalentemente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, e si è conclusa nel gennaio 2019. Il compendio indiziario sottoposto al vaglio del Gip è risultato dalla convergenza delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, delle risultanze dell’attività di captazione effettuata dalla polizia giudiziaria e degli accertamenti investigativi di tipo tradizionale.




Catania, raptus di follia: novantenne uccide la moglie a bastonate

CATANIA – Un 90enne, Salvatore Plumari, ha ferito mortalmente con colpi di bastone la moglie, Concetta Di Pasquale, di 79 anni. L’aggressione è avvenuta, pare per futili motivi, il 3 gennaio scorso, nella loro casa di Mascali, ma la donna è deceduta due giorni dopo nel Policlinico di Catania dove era stata ricoverata per fratture multiple e trauma cerebrale.
Sulla vicenda indagano i carabinieri. La notizia si è appresa soltanto oggi.




Catania, Crack Banca Base: arrestati il presidente del Cda e il direttore generale

CATANIA – Il presidente del Cda e il direttore generale di Banca Base, Piero Bottino, di 63 anni, e Gaetano Sannolo, di 47, sono stati arrestati, e posti ai domiciliari, da militari della guardia di finanza di Catania e del nucleo speciale di polizia valutaria nell’ambito dell’inchiesta sul crack dell’istituto di credito. Militari delle Fiamme gialle stanno inoltre notificando un avviso di conclusione indagini nei confronti di 18 indagati emesso dalla Procura distrettuale.

I reati ipotizzati, a vario titolo, dalla Procura distrettuale di Catania per gli arrestati e i 18 indagati, sono, in concorso, bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio. Al centro dell’inchiesta lo stato d’insolvenza della Banca Sviluppo Economico s.p.a. (Banca Base) dichiarato dal Tribunale civile di Catania nel dicembre 2018 e confermato in appello nell’aprile 2019. L’operazione delle Fiamme Gialle, denominata “Fake Bank’, secondo l’accusa, avrebbe consentito di “tracciare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della ‘fallita’ banca etnea consistenti in operazioni finanziarie anti-economiche e dissipative del patrimonio societario in dispregio dei vincoli imposti dall’Autorità di Vigilanza”.




Catania, blitz nelle scuole: trovata droga dentro i bagni

Droga nelle scuole: i cani antidroga fiutano la “marijuana” nascosta nei bagni riservati agli studenti. Quattro involucri di carta stagnola contenenti 61 grammi di marijuana fiutati dal Labrador Ivan, del Nucleo Cinofili di Nicolosi, e scovati dai Carabinieri della Stazione di Caltagirone sulla parete divisoria dei bagni riservati agli studenti del Liceo Scientifico “Majorana” di via Piersanti Mattarella.
Questo l’allarmante risultato di un servizio rivolto al contrasto dello spaccio e dell’uso di droghe all’interno e nei pressi degli istituti scolastici.
I controlli, avviati dall’inizio dell’anno scolastico in ambito provinciale, hanno come scopo preminente la salvaguardia della salute dei ragazzi, la maggior parte ancora in età minore.
L’attività dei carabinieri ha registrato il plauso del dirigente scolastico che ha dichiarato come l’istituzione scuola deve perseguire un solo fine, oltre alla salvaguardia della salute di ogni studente, quello dell’affermazione della legalità. La droga è stata sequestrata.




Catania, blitz della squadra “Lupi”: arrestato il “custode delle armi”

I Carabinieri della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno arrestato nella flagranza un pregiudicato catanese di 34 anni, poiché ritenuto responsabile dei reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo e relativo munizionamento, ricettazione e detenzione
di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Gli investigatori dell’Arma da tempo hanno posto in essere un’attività di analisi dell’humus criminale operante nei quartieri a rischio del capoluogo etneo che, a ragion veduta, comincia a dare i suoi frutti.
È della scorsa notte, infatti, il rinvenimento di numerose armi e droga nel quartiere del “Pigno”, esattamente in via Del Tarocco, ma andiamo con ordine.
I militari, a seguito della pregressa attività info investigativa svolta, avevano individuato come obiettivo un’abitazione in uso al 34enne nella quale, quest’ultimo, avrebbe occultato delle armi.

Dopo aver a lungo ed inutilmente bussato alla porta, alla presenza dei genitori della compagna dell’uomo, abitanti nell’appartamento attiguo, che dichiaravano di non avere le chiavi per accedervi, gli operanti decidevano di irrompervi attraverso una finestra.
La sorpresa non tardava ad arrivare in quanto in una delle stanze, avvolti in una coperta, i militari rinvenivano:

  • un fucile marca Breda modello Vega Special cal. 12;
  • un fucile semiautomatico Luigi Franchi cal. 12;
  • due fucili semiautomatici Benelli cal. 12;
  • un fucile Pietro Beretta semiautomatico cal. 12;
  • un fucile di fabbricazione estera cal. 12;
  • un fucile semiautomatico Vincenzo Bernardelli cal. 9 Flobert ;
  • una carabina ad aria compressa;
  • una pistola Revolver, marca BBM, cal. 380 a salve, priva del previsto tappo rosso;
  • una pistola fedele riproduzione della Beretta 92 FS, priva del previsto tappo rosso;
  • una pistola Bruni, cal. 8 mm a salve, priva del previsto tappo rosso,
    nonché vario munizionamento.
    I presenti non fornivano quindi alcuna spiegazione in merito al rinvenimento delle armi nell’appartamento che, in effetti, è di proprietà di un loro figlio residente però al nord Italia, pertanto i militari si recavano presso l’abitazione della loro figlia chiedendole del convivente che non era presente in casa.
    Analoga e successiva perquisizione nell’abitazione di residenza dell’arrestato consentiva poi ai carabinieri di rinvenire altresì degli involucri contenenti circa 3 grammi di cocaina e 5 di marijuana,
    due bilancini di precisione, del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per il confezionamento della droga da porre in commercio, nonché un fucile ad aria compressa e, soprattutto, un mazzo di chiavi.
    Quest’ultimo rinvenimento invero, ad ultimazione dell’operazione, consentiva così di far convergere tutte le responsabilità a carico del 34enne, poi rintracciato e tratto in arresto da un’altra pattuglia, in quanto gli operanti avevano modo di constatare come quelle chiavi effettivamente consentissero di aprire il cancello d’ingresso e la porta dell’abitazione dov’erano state rinvenute le armi.
    Queste, da successivi accertamenti effettuati, risultano essere state rubate il 12 aprile scorso ad un cittadino di Ispica (RG) in occasione di un furto perpetrato nella sua abitazione che, tra l’altro, gli
    aveva cagionato un danno di circa 50.000 euro, dei quali 10.000 costituiti esclusivamente dal valore dei fucili.

Le armi e le sostanze stupefacenti sono state sequestrate, mentre l’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.




Catania, orrore in famiglia: figlio drogato e alcolizzato maltrattava la madre. Minacce con gas e coltelli

La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di B.A., di anni 25, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia commessi in danno della madre, di anni 63, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di Catania
Piazza Verga.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato come la donna abbia subito negli anni gravi vessazioni psicofisiche da parte del figlio, spesso sotto l’effetto dell’uso smodato di alcol e stupefacenti che ne avevano
annullato ogni freno inibitore.
In particolare la donna, se pur con comprensibile conflitto interiore, aveva denunciato all’Autorità Giudiziaria il censurabile comportamento del figlio già nel 2017 e poi nel gennaio di quest’anno determinando, con quest’ultimo procedimento, l’emissione di un provvedimento cautelare in
carcere nei suoi confronti.
La prostrazione psicologica sofferta dalla madre per la detenzione del figlio e le scuse di quest’ultimo con le rassicurazioni sul futuro mutamento del proprio stile di vita, però, avevano indotto la donna a non opporsi alla revoca della misura detentiva allora in atto e, quindi, il giovane è
stato rimesso in libertà con il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Purtroppo, però, le promesse del ragazzo sono rimaste un puro intento largamente disatteso infatti, appena ottenuta la scarcerazione, il giovane è ricaduto nella spirale degli abusi già accennati che ne hanno addirittura peggiorato i comportamenti nei confronti della madre, come, per esempio,
quando ubriaco davanti la TV l’ha minacciava con un coltello affinché gli elargisse del denaro utile all’acquisto di droga e alcool.
La donna era costantemente oggetto delle intemperanze del figlio sfociate anche in delle aggressioni fisiche, dove, oltre ad essere colpita con schiaffi e pugni al volto, la si minacciava di farla saltare in aria con il gas solo perché si era rifiutata di dargli del denaro per un viaggio all’estero.

Come se non bastasse, inoltre, aveva poi preso l’abitudine di uscire di casa portando con sé le chiavi
non prima, però, d’averla rinchiusa all’interno dell’abitazione. In un’occasione al suo rientro la
madre, che fingeva di dormire, vide il figlio frugare di nascosto nella sua borsa ed il giovane, alle
giuste rimostranze espresse dalla vittima, andò in escandescenza distruggendo il mobilio,
terrorizzandola e costringendola a rinchiudersi a chiave in un’altra stanza.
Il timore, ormai concreto, per la sua incolumità ha così costretto la donna a chiedere aiuto
nuovamente ai Carabinieri i quali, in ottemperanza alle direttive del magistrato titolare
dell’indagine, hanno prodotto i necessari riscontri alle dichiarazioni della persona offesa che hanno
determinato l’emissione di una ulteriore misura cautelare da parte del giudice.




Catania, colpo alla mafia: 32 arresti di boss e affiliati della Famiglia “Santapaola- Ercolano”

È in corso una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania su tutto il territorio nazionale finalizzata alla cattura di 32 persone indagate dalla locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – poiché ritenute responsabili, a vario titolo, di delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi.
L’indagine ha consentito di porre in luce l’articolazione della struttura interna alla famiglia catanese di “cosa nostra” cristallizzando la presenza di figure verticistiche e con ruoli di responsabilità ben definiti.
Nel corso della mattinata sarà divulgato un comunicato con i particolari dell’operazione.




Catania, beni archeologici “beccati” online: recuperato un vaso preziosissimo

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, nell’ambito di un’attività di contrasto all’illecita detenzione di reperti archeologici, hanno sequestrato, con il supporto dei militari del Comando Provinciale di Catania, un cratere attico a colonnette a figure rosse del V sec a.C.
Le indagini sono state avviate dopo un attività di monitoraggio dei siti internet che hanno consentito l’individuazione di un annuncio sul web. I militari del TPC sono quindi riusciti a risalire all’autore dell’inserzione, nella cui abitazione ad Acicastello – sottoposta a perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica di Catania – è stato rinvenuto e sequestrato l’importante manufatto.
Il prezioso vaso contiene due raffigurazioni: una “scena di simposio: due uomini che indossano un himation distesi su una kline, tra di essi è presente una suonatrice di doppio aulos”, nonchè “tre giovani stanti, ammantati, completamente avvolti nel rispettivo himation”. Le caratteristiche del manufatto possono rimandare al “Pittore di Leningrado” attivo nel V secolo a.C. Una persona è stata indagata per ricettazione dalla Procura della Repubblica di Catania che ha coordinato le indagini. Gli accertamenti sono ancora in corso per individuare il sito archeologico da cui proviene il bene recuperato.
L’attività compiuta dimostra, ancora una volta, come il web costituisca uno dei principali canali di comunicazione utilizzato anche nel campo dei beni d’arte, in quanto consente di raggiungere agevolmente un elevato numero di utenti, spesso inesperti ed incuranti di una normativa di settore che
punisce le illecite ricerche, l’impossessamento e la commercializzazione di reperti, spesso provenienti da scavi clandestini. Consigli su come comportarsi in caso di rinvenimento fortuito di beni archeologici
sono pubblicati sul sito www.carabinieri.it, nelle pagine dedicate al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che, come noto, gestisce la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo.




Orrore a Catania: violenta continuamente la figlia con disabilità mentali

CATANIA – La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di F.G., di anni 60, indagato per il reato di violenza sessuale aggravata, commesso in danno della figlia, oggi di anni 24, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno messo in evidenza le azioni spregevoli commesse dal genitore dal 2015 ad oggi il quale, approfittando dello stato di disabilità intellettiva della figlia, ne ha abusato sessualmente in modo sistematico.

Sfruttando le condizioni minoritarie sia della figlia che dalla moglie, anch’ella affetta da patologie mentali, il bruto imponeva la propria supremazia sessuale alla discendente attraverso minacce e
violenze consistite in percosse a lei e alla madre.

Proprio grazie alla mamma della ragazza, che sorprese suo marito in bagno mentre abusava della figlia (episodio confidato dalla donna al figlio più grande non convivente) è stata presentata una denuncia contro l’uomo, mentre per salvaguardare la vittima si provvedeva a trasferirla in casa di
una zia materna.

La perfetta osmosi investigativa tra carabinieri e magistrati, consentiva nel frattempo di acquisire numerose testimonianze tra le quali quella della ragazza, sentita previo parere di un noto psichiatra, tutte comunque convergenti verso un solo responsabile di tale abominio seppur commesso in un contesto socio familiare alquanto problematico, connotato da scarsissime risorse intellettive e culturali.

La mancanza di scrupolo dimostrata dall’indagato nel porre in essere dei gesti di tale gravità nei confronti della figlia disabile, nei cui confronti avrebbe dovuto, invece, apprestare condotte finalizzate all’assistenza ed alla cura, nonché la perseveranza nel perseguire lo scopo abbietto anche
quando la figlia si era trasferita in casa della zia, con continui ppostamenti e abboccamenti dove, anche in presenza della cognata “pretendeva” (anche afferrandola per un braccio e minacciandola) che la figlia facesse ritorno a casa, ha convinto il giudice, su proposta del magistrato titolare del
fascicolo, di ritenerlo una persona socialmente pericolosa e capace di reiterare il reato, tanto da ordinarne l’immediato arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza




Catania, una brutta storia: “Siccome sei la causa di ogni mio male mi devi fare da schiava”

La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di B.L., di anni 24, indagato per il reato di maltrattamenti contro familiari, commesso in danno della madre convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di
Catania Ognina.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno portato alla luce una serie di eventi che hanno visto la parte offesa patire dall’agosto del 2018 ad oggi ogni sorta di vessazione psicofisica.
Il giovane, caduto nella spirale della dipendenza da sostanze stupefacenti e alcoliche, ha iniziato a tormentare la genitrice pur di ottenere giornalmente il denaro – anche 150 euro – utile all’acquisto della droga e per soddisfare le proprie esigenze personali generando nella vittima un perdurante
stato d’ansia e paura per la propria incolumità.

Il crescendo di avvenimenti, sfociati il più delle volte in frasi dal tono inequivocabile: “Siccome sei la causa di ogni mio male mi devi fare da schiava” e in aggressioni fisiche, l’ultimo episodio lo scorso 2 gennaio quando al rifiuto di dar dei soldi al figlio, questi le aveva tirato addosso una
bottiglia di profumo fratturandole il setto nasale, hanno costretto la poveretta a fuggire dalla propria abitazione e rifugiarsi dalla madre che, vedendo lo stato di frustrazione della figlia, l’ha convinta a chiedere aiuto ai carabinieri.
Grazie alla denuncia presentata dalla donna, gli inquirenti hanno potuto raffigurare un quadro probatorio a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, concordando integralmente con la richiesta della Procura, ne ha ordinato l’arresto e la reclusione nel carcere di
Catania Piazza Lanza.