Castelli Romani con la neve, cade albero su via Appia

CASTELLI ROMANI (RM) – Nevica ai Castelli Romani dove già alle 7 del mattino c’erano già 10 centimetri. Iniziano i primi disagi: è caduto un albero su via Appia direzione Grande Raccordo Anulare all’altezza con l’uscita Ciampino aeroporto.

Aeroporti di Roma ha fatto sapere che causa delle intense precipitazioni nevose, sono previsti ritardi sugli scali di Fiumicino e Ciampino. Si consiglia di contattare la compagnia aerea di riferimento, per informazioni aggiornate sul proprio volo.

La Polizia Locale di Ciampino conferma i disagi alla circolazione ferroviaria e fa sapere che le strade principali sono tutte percorribili. In un messaggi oagli automobilisti avverte: “Prestare massima attenzione luoghi accumulo (incroci, ponti di Morena). A breve inizio ripulitura strade”

La via Dei Laghi è uno spettacolo magnifico. La neve ha ricoperto tutto.




Castelli Romani, tormenta di neve: disagi, strade chiuse e auto in panne. Critiche su gestione

CASTELLI ROMANI (RM) – Critica la situazione ai Castelli Romani dove la neve continua a scendere abbondante da questa mattina alle 8:00 su tutti i comuni dei Castelli Romani. Le situazioni con maggiori disagi sono a Rocca di Papa, Rocca Priora e Ariccia, dove la polizia locale e la polizia stradale hanno chiuso alcune strade: la Sp 218 che collega Ariccia alla via dei Laghi è impraticabile, stanno operando i mezzi spargisale e spalaneve delle protezioni civili e della Città Metropolitana.  Chiusa al traffico anche la via De Sanctis a Nemi.

Disagi e molte auto in panne anche su via Tuscolana, via Pratoni del Vivaro, via della Montagna Spaccata che sono attualmente chiuse.  Numerosi i soccorsi ad automobilisti fermi per la tormenta di neve da parte della stradale, polizia locale e protezione civile, una famiglia con bambini è stata soccorsa e liberata a Rocca Priora rimasta impantanata nella neve nella loro auto .

Anche una donna ad Ariccia è stata soccorsa dagli agenti della polstrada su via delle Cerquette e aiutata ad uscire dalla sua auto ferma nella tormenta di neve. Disagi alla circolazione su via dei Laghi  con auto in panne e in mezzo alla strada e la polizia provinciale che dirige il traffico. Auto ferme sulla via Nemorense e lunghe code di traffico a causa del ghiaccio su diversi punti della strada.

Il consigliere metropolitano del Pd Massimiliano Borelli critico con la gestione dell’emergenza da parte della Città Metropolitana: “Malgrado l’allerta meteo  – scrive Borelli –  e quindi la possibilità di nevicate a media quota, molte strade dei Castelli Romani e di altre zone della provincia sono impraticabili, anche per l’assenza dei mezzi della Città Metropolitana. I Sindaci non sanno come fare. Come Presidente della commissione viabilità chiederò spiegazioni al neo delegato alla Viabilità della #Raggi, Marcello De Vito. Ancora una volta i nostri territori sono abbandonati a se stessi, perchè si pensa a finanziare funivie a Roma, piuttosto che spargere il sale sulle strade a rischio. Lo scorso anno i termosifoni nelle scuole, quest’anno le strade… ma quando inizieranno a governare anche questo Ente, e sopratutto, dare risposte anche a questi cittadini?”

 




Castelli Romani, Pino Cangemi lancia la sua candidatura e incontra vecchi amici di Albano

CASTELLI ROMANI (RM) – Corsa alla Regione Lazio per Pino Cangemi che si candida con Forza Italia per Parisi presidente. Un uomo che ha fatto della politica una professione. Già assessore regionale nel Lazio al tempo di Renata Polverini, sportivo, un uomo che ha sempre goduto, ai Castelli Romani dell’ottimo rapporto di amicizia e stima con l’ex assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei che, tra l’altro ha governato Albano per due mandati ed è molto radicato sul territorio.

Cangemi, tra l’altro, si è incontrato lo scorso giovedì con il candidato alla Camera Marco Silvestroni, con i consiglieri comunali Pina Guglielmino e Matteo Mauro Orciuoli e con tanti politici locali quali Pierluigi Fortini, Ivo Zazza, Giovanni Cascella (segretario di Area Democratica) che gli hanno rinnovato la loro stima e il loro impegno nel sostenere la sua candidatura.

Stefano Parisi, candidato del centrodestra, ha Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Energie per l’Italia, Noi con l’Italia

 

 

 

 




Parco regionale dei Castelli Romani, superata emergenza antrace: dettate linee guida

Ai Castelli Romani si può dire ormai superata l’emergenza antrace ma le precauzioni non bastano mai tant’è che il Parco ha inviato ai Comuni una informativa fondamentale per regolare il pascolo degli animali: interessati sono i Comuni di Grottaferrata, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri. In una nota pubblicata dall’Ente Parco si legge che le linee guida rappresentano un ulteriore strumento a disposizione dei Comuni per evitare situazioni che possano danneggiare specie faunistiche e floristiche protette, avviando una gestione pianificata che apporti effetti benefici sul territorio, sia sul piano economico che ambientale.

L’allevamento è un’attività che può determinare maggiori interferenze, se non regolamentato, con la tutela della fauna selvatica e degli habitat nel territorio di un’area naturale protetta, in particolare per quanto riguarda i siti della “Rete Natura 2000”.

Le linee guida come già avvenuto lo scorso anno (delibera n. 1 del 5 gennaio 2017), con riferimento al SIC IT6030018 “Cerquone-Doganella” nel Comune di Rocca Priora, hanno l’obiettivo di fornire alle Amministrazioni locali un percorso utile alla regolamentazione delle attività legate alla pastorizia, nel rispetto delle autonomie e della normativa vigente, per favorire la tutela della biodiversità nelle zone interessate dal pascolo, migliorando le condizioni di lavoro degli allevatori, l’economia degli allevamenti e la zootecnia locale.

L’intento è quello di realizzare una proficua rete di collaborazione tra Comuni, allevatori ed Ente Parco per incentivare attività di pascolo eseguite correttamente e sostenibili, attraverso strumenti di gestione cooperativa tesi a migliorare nel tempo la conservazione e la tutela delle praterie.

Il Parco dei Castelli Romani, con la redazione di questo documento, vuole fornire un supporto utile a tutti gli allevatori per indirizzare la loro attività, a stretto contatto con le risorse naturali, verso scelte consapevoli e vantaggiose, che tengano conto del benessere dei capi di bestiame, evitando situazioni di sovrapascolo o stazionamento improprio. Fattori questi ultimi che soprattutto in aree caratterizzate dalla presenza di specie di interesse comunitario, devono essere tenuti sotto controllo per mantenere inalterato l’equilibrio dell’ecosistema e assicurare quei requisiti di sostenibilità ambientale, che garantiscano la qualità dei prodotti forniti sul mercato.




Castelli Romani: da Ciampino ad Artena i boschi sono una discarica di rifiuti a cielo aperto

CASTELLI ROMANI – Ormai i boschi dei Castelli Romani sono una discarica a cielo aperto nonostante i buoni propositi e la volontà di azioni congiunte tra amministrazione. L’attivissimo Comitato Boschi di Rocca Priora continua a pubblicare montagne d’immondizia, un animale morto in un sacco e persino scatole di gioielli accumulate e buttate nei prati quasi a significare che un furto in qualche casa è andato a buon fine.

Anche Ivan Boccali, Presidente del movimento ‘Gente Libera’, pone una seria riflessione sulle allarmanti notizie provenienti dalle aree boschive dei Castelli Romani. Ovunque giungono
denunce preoccupate di cittadini, Comitati e associazioni su discariche abusive e sporcizia, oppure di zone franche dove sono stati persino rinvenuti resti di animali morti.
Una situazione di piena emergenza a cui è doveroso, da parte dei Comuni, dare immediate risposte.
“Ovunque arrivano notizie, pubblicate anche su quotidiani cartacei e online – afferma Boccali – di discariche a cielo aperto nei boschi dei Castelli Romani, fino a quelli Prenestini. Le vie che portano ad Artena, Carchitti, Palestrina, Rocca Priora, Rocca di Papa, Grottaferrata, Marino o Ciampino sono contino motivo di preoccupazione per comitati, associazioni ambientaliste, semplici cittadini indignati da quanto sta accadendo”.
“Una situazione incredibile e vergognosa – prosegue Boccali – a cui non si sta ponendo rimedio e che coinvolge tutte le istituzioni, dal Parco dei Castelli alle amministrazioni locali.
Eppure basterebbe un investimento coordinato su nuove tecnologie, fototrappole e videosorveglianza per individuare gli incivili e punirli severamente, arginando così il problema e ottimizzando le risorse. Evidentemente ai Comuni questo discorso non interessa perché lede l’immagine di troppi sindaci”.

 

Immagine tratta dal gruppo Facebook Comitato boschi di Rocca Priora




La Bella d’Italia, tappa romana: i Castelli Romani spopolano al concorso di bellezza

La fascia vincitrice della tappa romana di “La bella d’Italia delle Nevi” è stata aggiudicata da Melania Verde 17 anni, di Rocca di Papa (RM) e la fascia “Ragazza Prima Pagina” è stata conquistata da Giorgia Palla, 16 anni di Ciampino (RM). La fascia “Ragazza gambe Ok” a Giulia Testalepre, 16 anni, di Civita Castellana (VT). E infine, il riconoscimento “Ragazza gold hair” è andato a pari merito ad Andreea Chasovschi, 19 anni di Roma e a Katia Pasquali, 17 anni di Vetralla (VT). Una kermesse che ha visto bellezza, moda, musica e spettacolo sfilare in passerella con le ragazze e i ragazzi impegnati in una coreografia per sensibilizzare il pubblico e per dire “NO” alla violenza delle donne. Questi, in sintesi, gli ingredienti principali protagonisti della serata da poco conclusa al Porto Turistico di Ostia, sede della tappa regionale del concorso di bellezza “La Bella d’Italia delle Nevi”, con la direzione artistica di Laura Pudda.

 

Dopo il successo registrato nel periodo estivo nei diversi comuni del territorio laziale, la patron Pudda sta organizzando la sessione invernale, da ottobre a marzo, in diverse cittadine. Il concorso “La bella d’Italia” che da tati anni, precisamente dal 1983, seleziona volti nuovi, rappresenta per le ragazze aspiranti al concorso un ottimo trampolino per il lancio nel mondo della moda, della pubblicità e dello spettacolo. Con un padrino d’eccezione, il conduttore radio-televisivo Anthony Peth, l’evento inserito nel cartellone del Festival delle Arti “Porto Expò”, dedicato alle culture del nostro tempo, prodotta da Acca Edizioni e patrocinata dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, con la direzione artistica del gallerista Roberto Sparaci, a visto sfilare decine di bellezze dell’hinterland laziale. L’evento condotto brillantemente da Serena Gray, attrice e presentatrice, ha avuto in apertura uno spazio dedicato a una coreografia per ricordare tristi episodi sulla violenza che ogni giorno le donne subiscono in Italia.

 

La Gray ha detto come sia fondamentale dire “Basta” e cambiare le cose è possibile, anche un concorso di bellezza può aiutare l’opinione pubblica, veicolando un messaggio efficace sul femminicidio. Il cantante Gianni Giacomini ha allietato la serata con alcuni brani di Renato Zero.

 

La giuria è stata composta da Simonetta D’Onofrio (giornalista), Silvio Rossi (giornalista), alla stilista Cinzia Maria Statuto. Sponsor della serata: Agelli & Co per il defilè uomo, Pagoda per aver vestito le modelle in gara nel quadro moda casual, Byas di Aldo Evangelista ai fotografi Daniele Anselmi e Valfredo Birugaglia, ad Elisabetta Viccica per il supporto tecnico, il parrucchiere e a tutto lo staff dell’Accademia di trucco professionale che hanno curato l’immagine delle ragazze. Presente anche il Patron Nazionale Alfonso Cariello, che ha omaggiato il pubblico della sua visita.

Simonetta D’Onofrio

Foto: Daniele Anselmi

 




Taxi castelli: il nuovo servizio di radio taxi sbarca ai Castelli Romani

ARICCIA (RM) – Taxi Castelli è il nuovo servizio di radio taxi nato nella zona dei Castelli Romani. Il servizio, nasce per volere del presidente del Sindacato Liberi professionisti (S.L.P.) Leonardo Scocozza il quale fa sapere che “Taxi castelli”, offre un servizio di mobilità rapido ed efficiente h. 24, sette giorni su sette e disponibile per i disabili anche nelle ore notturne.

Una flotta di mezzi adatti quindi per tutte le esigenze del trasporto urbano che vede l’applicazione di tariffe concordate e scontistiche per anziani, donne e servizi sociali che arrivano fino al 50 percento.

Ultimo, ma non meno importante, Taxi castelli assicura per i clienti distratti la custodia degli oggetti smarriti nei propri mezzi, rintracciabili con un semplice clik accedendo al sito aziendale raggiungibile all’indirizzo www.taxicastelli.it




Castelli Romani: il Cammino Naturale dei Parchi è realtà

CASTELLI ROMANI – Grande partecipazione e interesse per la presentazione del “Cammino Naturale dei Parchi” e per le escursioni di domenica 8 ottobre 2017 che nella “Giornata del Camminare”, hanno aperto la strada a questo importante progetto.

Dopo circa due anni di intenso lavoro, il “Cammino Naturale dei Parchi” va ad aggiungersi alla rete dei cammini già esistente svelando nuovi e suggestivi paesaggi di un territorio che da Roma arriva fino a l’Aquila, attraversando boschi, campagne e borghi. Località poco conosciute dai flussi turistici prevalenti, 430 Km complessivi che si snodano su un percorso di  25 tappe, 42 Comuni, 2  regioni (Lazio e Abbruzzo), 3 province (Roma, Rieti, l’Aquila), 6 aree protette regionali e 1 parco nazionale.
Un viaggio da fare a piedi, non solo per chi è appassionato di escursionismo, ma per tutti coloro che amano passeggiare nella natura, osservare e godere dell’esperienza affettiva e sensibile legata a questa azione allo stesso tempo semplice e salutare. Camminare infatti, significa non solo socializzare con le persone che formano il gruppo, ma soprattutto instaurare un rapporto di reciproco scambio di energia positiva tra uomo e ambiente.

Una rete sentieristica il cui obiettivo è quello di valorizzare e tutelare il patrimonio culturale e ambientale, puntando sulla sinergia tra aree naturali protette – commenta il presidente dell’Ente Parco, Sandro Caracci – per migliorare l’offerta eco-turistica e la fruizione da parte dei visitatori dei luoghi che fanno parte del cammino, alcuni dei quali duramente colpiti  negli ultimi anni da eventi sismici. Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati ed hanno lavorato in questi due anni alla realizzazione di questo ambizioso progetto ”.

Si può scegliere di effettuare solo alcune tappe del cammino in base alle proprie possibilità. Ci si può cimentare in percorsi con diversi dislivelli e lunghezza che vanno dalla pianura fino a lambire le vette appenniniche, con un impegno medio e medio alto.

Il Parco Regionale dei Castelli Romani è uno degli enti che ha lavorato all’attuazione del progetto e continuerà a seguirlo passo dopo passo. L’escursione curata dai Guardiaparco nella giornata inaugurale di domenica 8 ottobre, da Palestrina a Capranica Prenestina, ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di appassionati a dimostrazione che il lavoro di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente sta raccogliendo sempre più consensi nella collettività. Un segnale significativo che conferma l’importanza fondamentale del compito che le aree naturali protette sono chiamate a svolgere, come veicolo di tutela del patrimonio naturalistico territoriale.




Castelli Romani, immigrati: per Piazzoni (PD) non c’è emergenza

Sull’emergenza immigrazione nell’hinterland della Capitale ma anche al livello nazionale la deputata PD Ileana Piazzoni ha inteso fare il punto a seguito di un incontro con il Prefetto di Roma.

 

E’ vero che nei Comuni dei Castelli Romani potrebbe a breve verificarsi “un’emergenza migranti”?
Non c’è nessuna emergenza. C’è la necessità di gestire ordinatamente un fenomeno strutturale, con scadenze e procedure che si ripetono annualmente. Il nostro sistema di accoglienza per rifugiati o richiedenti asilo si fonda sul corretto funzionamento dell’accoglienza diffusa su tutto il territorio, la rete SPRAR, che coinvolge il Ministero dell’interno, l’ANCI, gli enti locali e la rete del terzo settore presente a livello territoriale. Solo quando ciò non avviene la Prefettura emette un bando per coprire l’insufficienza di posti disponibili, sondando la disponibilità di privati ad aprire strutture, in quei Comuni che si sottraggono all’accoglienza.

 

Parliamo di numeri allarmanti?
Assolutamente no, le quote sono individuate a livello regionale in maniera proporzionata rispetto alla popolazione e al territorio. La situazione cambia però a seconda che vi sia adesione o meno alla rete SPRAR. Aderendo a quest’ultima il rapporto tra rifugiati o richiedenti asilo da accogliere e popolazione residente è di 6 persone per i comuni sino a 2.000 abitanti; di 2 persone ogni 1.000 abitanti per i comuni capoluogo sede di Area Metropolitana (date le fisiologiche maggiori concentrazioni); negli altri comuni sopra i 2.000 abitanti la logica di ripartizione segue un rapporto variabile ma sempre non oltre le 3,5 persone ogni mille abitanti: numeri molto gestibili, se ogni ente locale facesse la sua parte. Diversa è la questione dei centri di accoglienza straordinari (CAS): dovendo la prefettura coprire il fabbisogno mancante, i criteri utilizzati sono relativi ad esso: nei comuni sopra i 10.000 abitanti può essere vagliata la disponibilità fino a 400 posti, in quelli tra 3.000 e 10.000 abitanti possono essere richiesti fino a 200 posti, nei comuni sino a 3.000 abitanti fino a 100 posti. Numeri molto più ampi, quindi, rispetto a quelli previsti per la rete SPRAR. Segnalo tuttavia che le cifre non sono la questione centrale.

 

Se non è rilevante l’aspetto numerico, qual è il centro del problema?
Aderire alla rete SPRAR significa soprattutto garantire un’accoglienza diffusa in piccoli nuclei, favorendo l’integrazione nel tessuto sociale e garantendo servizi essenziali. Significa inoltre che gli enti locali si rendono partecipi e responsabili del processo di accoglienza e integrazione, principalmente attraverso il sistema della co-progettazione, coinvolgendo tutta la rete sociale presente sul territorio. Aderire alla rete SPRAR è un dovere di solidarietà umana, nei confronti di persone in fuga da guerra e miseria, ed è anche un dovere di solidarietà territoriale. Ma oltre a questo, non aderendo ci si mette inevitabilmente nelle condizioni di subire il ricorso all’accoglienza straordinaria, che non va demonizzata perché ci sono moltissimi esempi di progettazione e integrazione molto positivi, però può anche declinarsi in grandi strutture poco inserite nel contesto
territoriale, con tutte le problematiche conseguenti.

 

Quanti sono i comuni che aderiscono allo SPRAR in Provincia di Roma?
Potremmo dire che si contano sulle dita delle mani. Arriviamo quasi a 10 considerando i progetti SPRAR sul nostro territorio ma di pertinenza del Comune di Roma. Sono invece appena una quindicina i comuni in cui sono presenti strutture di accoglienza straordinaria. Su di un territorio di oltre 120 comuni (per carità alcuni molto piccoli, quindi esenti), capiamo bene che in molti non stanno facendo la loro parte, mettendo in difficoltà gli altri.

 

Quando è possibile aderire alla rete SPRAR?
Ci sono due scadenze fisse annuali, fine marzo e fine settembre. Ma non basta manifestare la propria adesione attraverso una semplice delibera. Ciò non è sufficiente e non esime dalla possibilità che possa aprirsi nel territorio comunale, nel frattempo, un centro di accoglienza straordinaria. E’ necessario presentare un progetto valido e consono alla normativa vigente. Vi sono diversi comuni che hanno manifestato volontà di aderire attraverso atti ufficiali ma poi non si sono concretamente adoperati nella progettazione. Tergiversare non è di certo un modo serio di procedere. Esistono tantissimi esempi virtuosi su tutto il territorio nazionale da cui trarre spunto, soggetti con cui confrontarsi. La politica deve prendersi le proprie responsabilità e guidare i processi complessi che attraversano la nostra società, non subirli e non averne paura. Costruire solidarietà, tessere la tela della coesione sociale è il compito più difficile ma anche il più bello di un amministratore locale.

 




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: le abilità narrative

 

Il bambino già in età prescolare vive uno sviluppo delle capacità conversazionali, che rappresentano la base necessaria per lo sviluppo secondario delle abilità narrative. Tuttavia, le prime  differiscono dalle seconde soprattutto perché nella conversazione ci sono almeno due interlocutori e spesso il contenuto è più limitato e tendenzialmente concreto e contestualizzato; nella narrazione invece il piano risulta spesso più astratto e richiede un’organizzazione linguistica più complessa. Semplificando, dunque, una narrazione “funzionale” generalmente richiede tre elementi: l’evento iniziale, l’azione (del protagonista) e le conseguenze (la conclusione).
A 4 anni le strutture narrative consistono in liste di azioni temporalmente disorganizzate e tendenzialmente molto corte, spesso infatti il bambino riporta solo l’azione principale del racconto e al limite la conclusione; a 5 anni invece emergono sequenze di eventi più organizzate che però si interrompono e non risultano del tutto complete; dai 6 anni infine il bambino riesce ad organizzare e raccontare una storia, quindi una sequenza di dati, eventi e informazioni, in modo completo, dall’inizio fino alla conclusione.
Le capacità di narrazione sono particolarmente complesse e sottostanno alla costruzione di “discorsi”, all’inizio verbali, ma destinati nel periodo scolare non solo a diventare testi scritti, ma anche prerequisito per le abilità di esposizione orale di quanto studiato. In effetti, sono un prerequisito spesso sottovalutato ma in realtà basilare per i successivi apprendimenti.
Per tali ragioni, quando non si riscontrano queste caratteristiche evolutive, ma si identifica un racconto da parte del bambino non coeso, incomprensibile, caotico e disorganizzato da un punto di vista logico, linguistico e temporale, è bene che ci sia un approfondimento specialistico che possa identificare la reale problematicità della situazione.

Oltre ad eventuali interventi specialistici, come quello logopedico, che possano essere intrapresi ove ritenuti necessari, è possibile attuare anche nel contesto familiare attività che arricchiscano e potenzino tali abilità:
1) Cercare di arricchire il più possibile il lessico del bambino
2) Raccontare storie o semplici sequenze di azioni, con libri illustrati, in cui il
bambino dovrà ascoltare e guardare le immagini, sfruttando enunciati
chiari, semplici, che possano divenire per il bambino un modello
“ripetibile”
3) Rendere partecipe il bambino rispetto alle storie che gli leggiamo
facendogli domande sui contenuti, spronandolo ad identificare emozioni
dei personaggi, fino ad indurlo a fare ipotesi su contenuti non esplicitati o
anticipare ad esempio il finale.
4) Inventare storie sulla base di immagini o dati che gli presentiamo,(la
complessità degli stimoli dipenderà anche dall’età del bambino stesso)
Ultima considerazione riguarda l’ambiente in cui è inserito e vive il bambino:
quando ci si relaziona col piccolo, nel contesto di conversazione, gioco o
racconti di libri e storie, è bene che non vi siano altri “distrattori” come tablet,
radio, tv accesi o rumori ambientali non funzionali alla stimolazione e
all’apprendimento.

Dott.ssa in Logopedia Chiara Marianecci
3497296063
Chiara.marianecci@hotmail.it




Albano Laziale, cultura: ecco le falle della decantata politica della trasparenza

ALBANO LAZIALE (RM) – Il territorio dei Colli Albani, ed in particolare quello di Albano Laziale, risulta essere abitato sin dal paleolitico-medio (300.000 anni fa) ma è durante l’età del ferro che nasce Albalonga. Dopo la distruzione voluta dal re Tullio Ostilio, Albalonga diviene il punto nevralgico della Seconda Legione Partica dislocata dall’imperatore Settimio Severo nel secondo secolo dopo Cristo. Per garantire il rifornimento idrico dell’accampamento militare si pensa alla costruzione dei “Cisternoni”, in grado di assicurare 10.132 metri cubi di acqua. Tale opera di massima ingegneria situata in Via Aurelio Saffi, è tutt’oggi in funzione e permetterebbe di assaporare le grandi glorie di un passato che non passa se non fosse per una Res Publica moderna inefficace soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici e la manutenzione.

È interessante analizzare, attraverso il sito del Comune di Albano Laziale, come quella politica della trasparenza (che vorrebbe i cittadini sempre dettagliatamente informati) interessi solo settori economici e quasi mai di protezione del nostro patrimonio, basti infatti passeggiare per le ville di Albano Laziale che versano in condizioni poco dignitose e che sono ormai spesso ritrovo di vandali e drogati. Altro che luogo di cultura e trasmissione storica!

Le politiche di promozione culturale sono politiche di mera promozione economica. La gestione comunale riguardante il patrimonio sembra essere dettata dalla linea guida del guadagno: gestire il turismo, assicurare servizi nei pressi delle aeree di interesse. Tutto normale se non fosse che ci sono molti slogan ma non altrettanti fatti. I cisternoni, per esempio, sono aperti solo poche ore a settimana (anche se le informazioni sugli orari di apertura cambiano come i venti) e non vedono una ristrutturazione o, almeno, un’assicurazione nella stabilità dell’impianto dall’epoca repubblicana (quella romana). In più, la certa indignazione per mancata competenza viene giustificata dal Comune riferendosi all’ art.1, comma 557, della Legge 27.12.2006,n.296es.m.i. ex art.76,comma7delD.L.n.112/2008,convertito con la Legge n.133/2008 es.m.i. art.9,co.28,del D.L.n.78/2010,convertito in Legge n.122/2010es.m.i. che “ha impedito il reclutamento attraverso concorsi pubblici per sopperire alla contrazione di personale” limitando il naturale miglioramento nell’efficacia dei servizi.

L’assessorato al patrimonio è infatti affidato ad Alessio Colini, che fortunatamente non rientra nella lista degli indagati dal Tribunale di Velletri per abuso di ufficio e concorso in corruzione elettorale nel 2016 al contrario del sindaco Nicola Marini e altri. Nulla togliendo alle sue abilità di assicuratore e di libero professionista, nonché alla sua esperienza politica nelle fila della Lista Civica Impegno Cittadino, DS e PD, i cittadini si aspetterebbero alla direzione di tale assessorato un professionista nella questione della storicità del territorio e non delle sue economicità.

Forse la politica, apparentemente innovativa, del Customer Satisfaction Management che ricerca, soprattutto nelle Università, giovani stakeholders, si arresta davanti ad un’esperienza politica contestabile ed al sistema di amicizie e fiducie cittadine che conducono alla stanza dei bottoni non statisti ed incontestabili professionisti ma come spesso accade in Italia politici o, peggio, politicanti.

Non resta, quindi, che sperare nella Meritocrazia e nella sua resurrezione nel 2019, quando scadrà il secondo mandato del sindaco Marini.